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ITALIANA N
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PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO VII N. 67 - 1 MAGGIO 2012
FOTOAGENZIA MOSCA
COPIA OMAGGIO
Magazine
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NEL SEGNO DEL MATADOR
Roma - Napoli: 87 minuti di sogno
Lello Carlino: Uno stadio come teatro
Club Napoli Cercola: ecco le quote rosa
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LA TARANTELLA DEL TERZO POSTO Max Bonardi
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è sempre più traffico alla quota Champions. La 35esima giornata di campionato ci ha consegnato quattro squadre a 55 punti, ovverosia il piazzamento per puntare ai preliminari della prestigiosa competizione europea: Lazio, Udinese e Napoli, a cui si è aggiunta l’Inter, per la prima volta dall’inizio del campionato in corsa per il terzo posto. Il numero cinquantacinque nella smorfia ha il significato della musica. E che musica? Vista la concitazione e il saliscendi delle contendenti, sembra proprio una tarantella. Con queste premesse a spuntarla a fine campionato dovrebbe essere il Napoli, che però rischia di doversi mangiare le dita delle mani per le numerose occasioni perse, spesso per distrazione, errori tecnici e quant’altro. Soprattutto l’ultima gara, quella all’Olimpico contro la Roma, ha una volta in più dimostrato che la formazione di Mazzarri, se da un lato è abile a passare in vantaggio, o come
Osservatorio arbitrale
successo sabato sera, a ribaltare il risultato, nello stesso modo non sa gestire il risultato. E questo è un difetto che si è già evidenziato in altre occasioni: Napoli – Juventus al San Paolo e ahimé, Chelsea – Napoli a Stamford Bridge, per non parlare di altri match in cui Lavezzi e compagni si sono fatti rimontare negli ultimi minuti. Un’inversione di tendenza completa rispetto alla scorsa stagione, quando erano gli azzurri negli ultimi spiccioli di gara o nel recupero a raggiungere o superare l’avversario. E con queste premesse restano da giocare solo tre gare. Guardando il calendario e la classifica avulsa, il Napoli dovrebbe essere la favorita del lotto delle pretendenti alla Champions. Riguardo ai prossimi confronti, gli azzurri se la vedranno in casa con Palermo e Siena, inframmezzate dalla visita al Bologna, già salvo. L’unica insidia potrebbe rappresentarla solo il Palermo che stasera scende al San Paolo, e non è ancora salvo.
CLASSIFICA DI SERIE A 2011/2012 SQUADRA
ERRARE HUMANUM EST Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)
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i sono imbattuto in un polveroso liberculo degli inizi '900 che trattava in qualche modo di nuove regole del gioco del calcio, e si riferiva ovviamente ad alcune varianti normative del primo regolamento della metà dell'800. È consentito a fine campionato e rubrica di chiosare su come allora girava il mondo (anche del calcio), rispetto a ora, e forse come girerà. È come se per un momento mi fossi trovato nella epica "Ford Taunus" degli anni '60, e stravolgerne rispetto ad allora, il mio giudizio: nel senso che oggi quel tipo di auto considerata un'ammiraglia, è una modesta berlina. Tutto ciò, per esternare il mio stupore nell'aver letto le regole di quel manuale, e soprattutto per tentare di incuriosire i miei lettori sulle differenze a dir poco macroscopiche che hanno investito il regolamento, ovviamente in rapporto all'avvenuta evoluzione tecnologica del calcio, non mancando di sottolineare come i primi regolamenti erano mutuati e volutamente cambiati dal gioco del rugby. Prima del 1875 la marcatura di una squadra era tale quando la palla passava sopra lo spazio tra i montanti (quelli c'erano sic) per qualsiasi altezza, ed è da questa data che la traversa prende il posto del "nastro", usato in precedenza per delimitarne proprio l'altezza della porta. E ancora nel 1891 vengono introdotti i calci di rigore, che potevano essere calciati da qualunque punto a 11 metri dalla linea di porta, mentre nel 1902 viene introdotto il dischetto del calcio di rigore, come pure dal 1912 i portieri non possono prendere più la palla con le mani fuori dall'area di rigore. Mi sono limitato come si vede solo a qualche accenno sugli stravolgimenti avvenuti, riproponendomi di ritornare sull'argomento, con una personale morale: è vero che il calcio è enormemente cambiato, ma resta uno degli sport più seducenti proprio perché la tecnologia non ha ancora fermato la imponderabile variante dell’errore, inestimabile patrimonio dei 23 atleti sul terreno di gioco.
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Juventus Milan NAPOLI Udinese Inter Lazio Roma Catania Parma Atalanta (pen. –6) Bologna Chievo Siena Palermo Cagliari Fiorentina Genoa Lecce Novara Cesena
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77 74 55 55 55 55 51 47 47 46 45 44 43 42 42 41 36 35 28 22
35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35
21 22 14 15 16 16 15 11 12 13 11 11 11 11 10 10 9 8 6 4
14 8 13 10 7 7 6 14 11 13 12 11 10 9 12 11 9 11 10 10
0 5 8 10 12 12 14 10 12 9 12 13 14 15 13 14 17 16 19 21
62 68 62 47 52 50 55 45 48 40 38 30 43 48 36 34 46 39 29 22
18 28 43 35 47 45 50 47 52 36 42 41 40 54 42 41 66 53 61 53
3 6 ª G I O R N ATA
3 7 ª G I O R N ATA
1-2 MAGGIO 2012
5-6 MAGGIO 2012
CHIEVO NAPOLI CATANIA CESENA FIORENTINA GENOA JUVENTUS LAZIO MILAN PARMA
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ROMA PALERMO BOLOGNA UDINESE NOVARA CAGLIARI LECCE SIENA ATALANTA INTER
LECCE ROMA SIENA ATALANTA BOLOGNA CAGLIARI NOVARA PALERMO UDINESE INTER
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FIORENTINA CATANIA PARMA LAZIO NAPOLI JUVENTUS CESENA CHIEVO GENOA MILAN
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di Mimmo Carratelli In quattro a giocarsi il terzo posto, il Napoli con Lazio, Inter e Udinese. Finale alla morte. E rimpianto per gli azzurri. A Roma avevano in pugno la vittoria che li avrebbe proiettati da soli al terzo posto. È andata. Amen. Ora c’è da andare di gran carriera. All’ultima giornata c’è Lazio-Inter. Intanto, la squadra romana per il finale giallo al “Friuli” subirà un paio di squalifiche (Dias, Marchetti). L’Udinese perde Di Natale almeno per questa giornata (è uscito al 78’ di Udinese-Lazio per noie muscolari). L’Inter va di gran carriera, imbattuta nelle sei giornate sotto la guida di Stramaccioni (4 vittorie, 2 pareggi), ma non incanta. Dovrà giocare il derby milanese e far visita alla Lazio. Il Napoli si fa ancora preferire per il rush conclusivo. Ma non deve più distrarsi come all’Olimpico. A cominciare da questa partita col Palermo al San Paolo. Due partite in casa (Palermo e Siena), una fuori (Bologna). Anche il calendario dà una mano. Udinese e Inter hanno due partite fuori. Sotto con il Palermo a secco di vittorie da cinque turni (tre pareggi). Sembra una squadra stanca e solo uno dei celebri colpi di Miccoli l’ha rimesso in carreggiata contro il Catania (1-1). Col recupero di Lavezzi e la disponibilità di Pandev, Mazzarri ha molte soluzioni per giocarsi queste ultime tre gare. Può fare ruotare i migliori e ce ne sarà bisogno in questa settimana di tre partite. Si può tornare ai tre tenori più uno (Pandev). Ma tocca prestare attenzione all’equilibrio della squadra. Il 3-5-1-1, con Lavezzi fuori, e le vittorie su Novara e Lecce, sembrava la soluzione migliore. Il centrocampo sembrava meno sguarnito, Inler e Hamsik giocavano in ruoli congeniali. Ma c’è bisogno della verve elettrica del Pocho per dissestare le difese avversarie. Il Napoli giocherà le tre gare finali contro squadre senza problemi di classifica. Il Bologna è matematicamente salvo, ma anche Palermo e Siena sono al riparo da rischi nella parte bassa della classifica. Tutto dipende dal Napoli. È nelle sue possibilità di fare nove punti. Ma dovrà cercarli col cuore grande e la lucidità necessaria.
IN PIENA BAGARRE… PER LA CHAMPIONS!
Saverio Passaretti (presidente AINC)
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l Napoli visto all’Olimpico nel primo tempo lasciava sgomenti tutti i tifosi al seguito con una prestazione confusionaria in balia dei giallorossi, gli altri a casa a soffrire davanti allo schermo sbigottiti dopo le ottime gare contro il Novara e il Lecce. Mister Mazzarri compie un altro miracolo e dopo la pausa consegna al terreno di gioco un Napoli completamente diverso, un secondo tempo a ritmi altissimi, inevitabile il pareggio con un bellissimo gol di Zuniga apparso fino al quel momento nervoso e poco concentrato, e in rapida successione un’altra perla del Matador ispirato da un ottimo Inler. La Roma contestatissima in balia degli azzurri che mancano il colpo del ko prima con Maggio e poi con in rientrante Lavezzi il tutto condito da una realizzazione di Cavani annullata per un fuorigioco veramente dubbio, Tutto lasciava ben sperare, ma come poi ha dichiarato lo stesso sconsolato Mister, arriva il pareggio a tre minuti dalla fine di Simplicio, un centrocampista certamente non irresistibile servito dal centravanti della Primavera Tallo, insomma, una vera maledizione! Forse prima della partita in tanti avrebbero sottoscritto un pareggio ma da come si è svolta la gara c’è tanto da recriminare, si è persa la possibilità di ipotecare la partecipazione ai preliminari Champions e nelle sfide dirette il Napoli, purtroppo, soccombe a Lazio e Roma e quindi a poco conterebbe concludere a pari punti. Ben 4 squadre a 55 punti grazie al 2 a 0 dell’Udinese contro la Lazio con il solito Di Natale. Ora il cammino dei nostri campioni, rispetto agli altri appare più agevole ma è inutile perfino pensarlo. Ora tre finali con Palermo, Bologna e Siena che non consentono calcoli, bisogna fare soltanto bottino pieno e sperare grazie ai concomitanti risultati di centrare una qualificazione meritata. Forza azzurri!
LA VIGNETTA DI
ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB
Sede legale: Corso Novara, 5 - Napoli Anno VII - n° 67 - 1 maggio 2012 Direttore responsabile: Saverio Passaretti hanno collaborato: Luigi Alvino, Max Bonardi, Lorenzo Crea, Sergio Curcio, Paolo del Vaglio, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, Salvatore Longobardi, Attilio Marchionne, Bruno Marra, Marco Martone, Fabrizio Piccolo, Massimo Sparnelli Registrazione Tribunale di Napoli N. 91 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: Ink & Paper s.r.l. Grafica: Mario Suarez Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione lunedì 30 aprile 2012 - ore 10,00
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ECCO IL PALERMO: VITTORIA D’OBBLIGO Sergio Curcio
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oraggio!!! Occorre in questi momenti la forza del tifo e della passione infinita dei tifosi azzurri. Per questo sprint, per un finale di campionato all’insegna della suspence, per un piazzamento da conquistare con forza e non da rincorrere con un percorso a handicap e zeppo di ostacoli esterni ma anche interni… Smesso il broncio per poteva essere, auguriamoci che queste tre ultime gare di campionato servano al Napoli a ricompattare gruppo e ambiente in vista dell’appuntamento del 20 maggio che può dare un senso compiuto alla stagione che sarebbe inevitabilmente e pericolosamente mancante di un tassello importante e prezioso per una società e una squadra che devono ancora maturare e crescere tanto per imporsi sul palcoscenico internazionale. Ecco perché contro il Palermo, al di là delle necessità dei tre punti, per rinnovare il sogno Champions, c’è bisogno del dodicesimo giocatore sugli spalti, c’è bisogno dell’entusiasmo delle migliori giornate per dare stimoli e slancio a una squadra che dopo Londra ha camminato balbettando invece di correre per riprendersi con la grinta e l’orgoglio della grande un posto importante in campionato. Arriva un Palermo apparentemente in disarmo perché ormai tranquillo e senza altri obiettivi, se non quello di chiudere dignitosamente la stagione. Mutti, allenatore senza grilli per la testa e pieno di saggia e semplice filosofia calcistica, ha condotto la nave rosanero del presidente Zamparini all’approdo sicuro di una salvezza tranquilla, senza patemi né scossoni pericolosi. Molto o poco che sia, con quel che il convento siciliano passava, Mutti ha cercato più volte di dare più sostanza alla classifica e mandare segnali al patron per strappare una riconferma che adesso appare quanto ma improbabile e difficile. La trasferta del San Paolo può diventare l’occasione per un risultato di prestigio, come il 4-4 al Meazza contro l’Inter, e soprattutto l’ultimo acuto contro una grande del campionato, anche se non messa benissimo. Il 4-4-2 dell’ex Mutti, che può essere un 3-5-2 speculare a quello di Mazzarri, ha un marchio tutto argentino che il tecnico soprattutto in queste ultime giornate del torneo sta lanciando nella mischia con grande fiducia, corrisposto anche dai risultati delle prestazioni che stanno offren-
VIVIANO LABRIN
MUNOZ
SILVESTRI
MANTOVANI
DONATI DELLA ROCCA VASQUEZ BERTOLO
HERNANDEZ
MICCOLI
TZORVAS BALZARETTI PISANO MIGLIACCIO ACQUAH BUDAN ILICIC ZAHAVI
do Silvestre, Munoz, Bertolo e Franco Vasquez. Perché se è vero che Balzaretti, Miccoli, Migliaccio e gli ultimi arrivati Viviano e Donati sono lo zoccolo duro della formazione rosanero, i quattro argentini più l’uruguagio Hernandez (’90) e il paraguaiano Barreto rappresentano in un certo senso il futuro sul quale Zamparini e il diggì Perinetti punteranno per costruire una squadra competitiva nella prossima stagione. Una gara, perciò, quella del San Paolo, da non sottovalutare per nessuna ragione. Il Palermo non sarà la Juve o il Milan come blasone, ma è squadra solida e di prospettiva e il Napoli non può perdere altri punti casalinghi – appena 30 conquistati sinora rispetto ai 40 finali della scorsa stagione – per non finire tra i mugugni e i borbotti una stagione, che seppur non esaltante, ha dato peso e dimensione a ciò che hanno sin qui fatto De Laurentiis e Mazzarri, ma che ha pure detto quanto ancora ci sia da lavorare e migliorare. Napoli – Palermo, insomma, in attesa della finale di Coppa Italia, può essere il primo ponte verso il futuro di due squadre del sud che onorano il calcio italiano. Non siamo alla svolta del campionato, ma forse a quella di Mazzarri… Il sogno Champions non è più tale, ma il San Paolo con il dodicesimo sugli spalti deve tornare fortezza azzurra. Anche per dare a De Laurentiis la voglia e il… coraggio di metter mano al portafoglio per un Napoli più forte e maturo.
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NAPOLI - PALERMO N. 1 2 3 4 6 7 8 11 14 15 16 17 18 20 21 22 23 28 29 31 83 85 88 90 99
Giocatore MORGAN DE SANCTIS GIANLUCA GRAVA IGNACIO FIDELEFF MARCO DONADEL SALVATORE ARONICA EDINSON CAVANI ANDREA DOSSENA CHRISTIAN MAGGIO HUGO CAMPAGNARO ROBERTO COLOMBO EDUARDO VARGAS MAREK HAMSIK JUAN ZUNIGA BLERIM DZEMAILI FEDERICO FERNANDEZ EZEQUIEL LAVEZZI WALTER GARGANO PAOLO CANNAVARO GORAN PANDEV JACOPO DEZI ANTONIO ROSATI MIGUEL BRITOS GOKHAN INLER MAX AMMENDOLA CRISTIANO LUCARELLI
Ruolo P D D C D A D C D P A C D C D A C D A C P D C C A
Classe 1977 1977 1989 1983 1978 1987 1981 1982 1980 1975 1989 1987 1985 1986 1989 1985 1984 1981 1983 1992 1983 1985 1984 1990 1975
Naz. Presenze A Gol ITA 33 – ITA 5 – ARG 4 – ITA – – ITA 28 – URU 32 21 ITA 30 – ITA 29 3 ARG 30 2 ITA – – CIL 10 – SLO 33 8 COL 27 1 SVI 26 3 ARG 13 – ARG 26 9 URU 29 2 ITA 28 2 MAC 26 6 ITA – – ITA 1 – URU 8 1 SVI 32 – ITA 1 – ITA 3 –
N. 1 2 3 5 6 7 8 10 11 13 14 15 16 17 18 19 20 21 23 26 27 31 33 42 90
Giocatore EMILIANO VIVIANO ANDREA MANTOVANI MATIAS A. SILVESTRE EDGAR O. BARRETO EZEQUIEL MUNOZ F. DELLA ROCCA GIULIO MIGLIACCIO FABRIZIO MICCOLI ABEL M.P. HERNANDEZ MATIAS AGUIRREGARAY NICOLAS S. BERTOLO MILAN MILANOVIC ERAN ZAHAVI FRANCO D. VAZQUEZ CARLOS A.C. LABRIN IGOR BUDAN AFRIYIE ACQUAH ARMIN BACINOVIC MASSIMO DONATI IGNACIO LORES VARELA JOSIP ILICIC EROS PISANO ALEXANDROS TZORVAS FEDERICO BALZARETTI EDGAR A.R. ALVAREZ
Ruolo P D D C D C C A A D C D C C D A C C C C C D P D C
Classe 1985 1984 1984 1984 1990 1987 1981 1979 1990 1989 1986 1991 1987 1989 1990 1980 1992 1989 1981 1991 1988 1987 1982 1981 1980
Naz. Presenze A Gol ITA 16 – ITA 21 2 ARG 27 4 PAR 31 1 ARG 16 1 ITA 21 1 ITA 26 2 ITA 26 12 URU 17 6 URU 10 – ARG 24 3 SER 3 – ISR 17 2 ARG 12 – CIL 7 – CRO 19 6 GHA 19 – SLO 13 – ITA 15 2 URU 5 – SLO 31 2 ITA 25 – GRE 11 – ITA 26 – HON 8 –
TROVI ANCHE CUORE AZZURRO NEI SEGUENTI PUNTI VENDITA: EPOMEO: VIA EPOMEO, 35 - NAPOLI CHIAIA: VIA CHIAIA, 49 - NAPOLI LE MAISON DES LUNETTES: VIA CAVALLERIZZA, 24 - NAPOLI UMBERTO I: CORSO UMBERTO I, 76 - NAPOLI CARDUCCI: VIA CARDUCCI, 49 - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE AUCHAN: VIA ARGINE - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE “LE PORTE DI NAPOLI”: AFRAGOLA CENTRO COMMERCIALE QUARTO NUOVO: VIA MASULLO - QUARTO - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE SAN PAOLO: VIA CINTIA FUORIGROTTA - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE IL GOLFO DEI DESIDERI: AFRAGOLA - NAPOLI
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AL DALL’ARA I RICORDI DEL NOVANTA Sergio Curcio
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ltima trasferta della stagione a Bologna e nella mente riviviamo un Bologna – Napoli del ’90 splendido per il 4-2 finale a favore degli azzurri, con Maradona e Careca in campo e che nella città dotta si ripresero virtualmente, e non solo, lo scudetto numero due della storia del Napoli. Altri tempi e, forse, oppure no, un altro Napoli. Che cosa dobbiamo aspettarci adesso? Anzi, cosa deve sperare il popolo azzurro dopo una stagione di alti, non moltissimi ma sicuramente di grande effetto emotivo, e bassi, non pochi e certamente a testimoniare della incompletezza e della ancor scarsa maturità e personalità del gruppo mazzarriano? E che dire di speranze e delusioni, illusioni e sogni quasi sempre puntualmente mortificati da un’alternanza di prestazioni e risultati da far… girare la testa e perdere ogni sicurezza, ogni riferimento? Non si può parlare di crisi, anzi tutto è ancora in ballo. Ma la parola va usata lo stesso perché, guarda caso, siamo alla fine del settimo anno di gestione De Laurentiis e il settimo anno di matrimonio, si sa, è quello più difficile da gestire e superare senza che problemi e incomprensioni travolgano la coppia. E qui di coppie ce ne sono diverse: Napoli-tifosi, la coppia funziona; Napoli-De Laurentiis, va più che bene; tifosi-Mazzarri, qualche litigio ogni tanto c’è; tifosi-De Laurentiis, qualche incomprensione e la voglia dei tifosi di avere di più per dare di più; De Laurentiis-Mazzarri, c’eravamo tanto amati… E allora di che crisi parliamo? Non è in crisi l’amore verso il Napoli o lo stesso Napoli; è, diciamo così, piuttosto un fatto fisiologico che sempre accompagna la crescita di una persona, in questo caso una società di calcio, anzi, la società Calcio Napoli che da questa stagione deve… capire cosa vorrà fare da… grande!!!! Bologna, in vista dell’ultima di campionato e della successiva finale i Coppa Italia, può essere l’occasione per Mazzarri e per alcuni azzurri, in particolare quelli che hanno giocato di meno, di proporsi anche per la prossima stagione. Sulla panchina rossoblù siede un bravo tecnico, quello Stefano Pioli che ha quasi sempre incartato Mazzarri col Chievo, e che anche all’andata, al San Paolo, con una squadra ordinata e volenterosa strappò un pareggio assai importante per la classifica dei felsinei. Il 34-2-1 dei rossoblù sembra essere un modulo in grado di dare fastidio soprattutto alle grandi e non è perciò un caso che gli emiliani abbiano impattato due volte contro il Milan e contro la Juventus, sfoderando prestazioni di notevole livello tecnico e agonistico. D’altra parte ta-
AGLIARDI RAGGI
PORTANOVA
MUDINGAVI
ANTONSSON PEREZ RUBIN
GARICS
RAMIREZ
DIAMANTI
DI VAIO
STOJANOVIC SORENSEN CHERUBIN MORLEO KONE GIMENEZ BELFODIL
lenti come Ramirez e Diamanti, insieme a gente adusa a portar legna come Mudingayi, Perez, Cherubini e Morleo non è che siano gli ultimi arrivati. Come finirà? Difficile prevederlo, perché il 20 maggio si avvicina e tra gli azzurri nessuno vorrà… rischiare. La Champions è un… sogno, la coppa Italia la realtà da… afferrare a piene mani. Comunque vada nella città della Torre degli Asinelli, l’importante sarà non fare la figura dei… somari. Ormai è inutile guardarsi alle spalle e non si può piangere sulle tante troppe occasioni sprecate anche grazie alle frenate improvvise di squadre come Lazio, Udinese e Roma e della stagione sbagliata di Inter e Fiorentina. Fare tesoro delle esperienze negative, però, si può e si deve. Bologna, senza stare a fare calcoli ormai inutili, è una tappa di avvicinamento importante per la partita decisiva della stagione. Ecco perché al Dall’Ara il Napoli deve dare tutto quello che ha. Senza riserve fisiche e mentali!
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L’originale mozzarella di bufala campana I Sapori del Latte, l’amore per la tradizione Mi raccomando, compra la mozzarella di Aversa - disse Totò - in una memorabile scena di Miseria e nobiltà. Si riferiva alla mozzarella di bufala creata in un fazzoletto di territorio della Campania, dove la produzione avveniva coniugando latte di bufale munte una sola volta al giorno, mani sapienti e antiche tecniche di lavorazione, che davano alla mozzarella un gusto unico al mondo. In questo ramo del settore lattiero-caseario, la famiglia Fierro vanta un ruolo di prestigio consolidatosi nel tempo, grazie a una tradizione lunga tre generazioni: tecniche di lavorazione che Giuseppe Fierro ha tramandato ai figli Gaetano e Restituto e che oggi rivivono nei prodotti marcati I Sapori del latte.“Teniamo molto all’artigianalità della produzione - precisa Gaetano Fierro. Abbiamo fatto tesoro degli insegnamenti di nostro padre, che nella sua vita ha ricevuto tanti riconoscimenti anche internazionali, continuando a produrre la tipica mozzarella di bufala, quella che si mangiava una volta, con latte proveniente esclusivamente dalle zone Dop. La produzione avviene in un caseificio concepito per svolgere al meglio e nella massima igiene e sicurezza tutti i processi di lavorazione, rigorosamente certificati. Oggi la si trova dappertutto, ma sono pochi coloro che sanno riconoscere la vera mozzarella di bufala campana. Oltre all’aspetto economico, il nostro obiettivo e anche quello di far conoscere, attraverso il gusto, la storia, l’amore e i sacrifici che si fanno per questo prodotto”.
Prodotti e servizi: • Trattiamo tutti i tipi di marchi per auto, moto, trattori • Furgoni, autotreni, camion, pale meccaniche, carrelli sollevatori, cingoli e tanto altro ancora
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LELLO CARLINO: STADIO COME TEATRO Max Bonardi
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ui si definisce un borsaiolo patentato, ma la sua grande passione, nel tempo libero è giocare al calcio. E calcio vuol dire Napoli di cui è tifosissimo, ma che non gli annebbia la vista e quando le cose non vanno critica con costrutto. D. Che cosa significa fare sport in Campania: problemi e soddisfazioni R. Problemi sportivi no, problemi grandi sono gli impianti, per esempio finora ci abbiamo rimesso soldi per un campo di calcio, quando con uno sforzo ne potremmo avere uno in concessione. Lo sport nella nostra regione langue perché gli impianti sono fatiscenti. D. I segreti della vittoria del campionato del Carpisa calcio femminile… R. Il segreto numero uno è avere un direttore sportivo come Italo Palmieri, appassionato cronico che coinvolge tutti. Poi Lello Riccio, Bruno Moriello, Peppe Marino e una passione condivisa. Quando in Campania si lavora bene, le soddisfazioni che si hanno sono meravigliose. Lo riscontro nella mia azienda, ambiente familiare, tutti sorridenti, ottimisti. Insomma, gente buona. D. Il successo a cui è più legato come sponsor… R. Farei torto a qualcuno. Ricordo in particolare, scudetto e coppa Campioni nella pallanuoto col Posillipo in una Scandone gremita, c’era anche il sindaco Iervolino. E poi il basket e questa cavalcata al femminile dalle giovanili sino al vertice della A. E poi la Pellegrini e il Busto Arsizio, Volley, anche lì in un palazzotto gremito di 7000 persone. D. Ora una nuova avventura con l’Ischia, a che punto siamo? R. Attualmente siamo sponsor, poi a fine torneo vedremo se entrare nella compagine societaria. Se sì, ci vorrà un’altra filosofia, tipo quella al femminile: no un allenatore e giocatori mercenari, ma gente attaccata alla maglia. Poi un impianto, ma lì siamo già a buon punto. D. Tifosissimo del Napoli, un giudizio sulla stagione. R. Positivissimo, e la finale Chelsea e Bayern ci nobilita. Il cammino, però, è pieno di rimpianti. Bastavano 3-4 giocatori con una campagna acquisti ragionata, e ce la saremmo giocata con tutti. Abbiamo i titolari che giocano sempre e i giovani che non giocano, qualcosa non quadra. D. Un consiglio a De Laurentiis… R. Nessun consiglio, vede un mondo del calcio troppo rivoluzionario, lo vorrebbe cambiare, e si vedono sempre gli stessi scandali. Su una cosa gli do ragione, faccio un contratto lungo a un giocatore, investo su di lui, mi può andare bene o male. La cosa strana è che se mi va bene, lui l’anno dopo viene a chiedere un aumento. Così non va. D. Rabbia a vedere Chelsea e Bayern in finale Champions? R. Orgoglio, girone duro e siamo andati agli ottavi, ho il rammarico per l’errore di maggio sul 3-1 e il gol sfortunato subito. Sul 3-0 o 4-1 la partita sarebbe stata diversa.
D. L’errore da non ripetere l’anno prossimo R. Fare una giusta campagna acquisti: valutare bene i giocatori, troppi acquisti inutili sono segno di incompetenza, o che cosa? D. Offerte faraoniche, sacrificherebbe uno tra i tenori? R. Rinuncerei a Hamsik, a parità di offerta vendo lui, non mi piace un giocatore incostante, Lavezzi e Cavani non cederei mai. Il Pocho mi ricorda la brutta copia di Messi e Maradona. D. Mercato: che cosa serve al Napoli? R. A centrocampo ora si vede il valore di Inler, certo ci fosse un altro Pirlo, lo prenderei. Quello che mi piace è Giovinco, un giocatore rapido. La difesa è il nostro punto debole, serve un portiere giovane. La squadra è spremuta, in totale servono 6-7 giocatori in tutti i reparti. D. La vittoria in coppa Italia salverebbe la stagione? R. Vincere con la Juve avrebbe un sapore diverso, ma so che sarà difficilissimo, loro vogliono vincere tutto. Hanno indovinato investimenti, tecnici, e dirigenti, così non sbagli. D. Il momento più emozionante di quest’anno? R. La vittoria delle ragazze, un ciclo che si è concluso, è stato molto coinvolgente D. Qual è il suo sogno da tifoso? R. Il risultato sportivo è legato a tanti fattori, vorrei vedere una bella società organizzata a Napoli che un anno si classifichi secondo, un anno terzo e un bel gruppo di giocatori di classe. Giocatori alla pari del pubblico che merita un bell’impianto nuovo e funzionale. Meritiamo uno stadio come teatro. Raffaele Carlino, stimato imprenditore campano, è dal 2001 presidente della Kuvera spa, marchio Carpisa, leader nel segmento borse e accessori moda. Padre di tre figli, Gennaro, Vittoria e Dionigi, si definisce scherzosamente “borsaiolo patentato”. Comincia a fabbricare borse a 18 anni facendo il “doposcuola” nella fabbrica del papà, la ditta Gennaro Carlino in via Pomponio Gaurico a Fuorigrotta. Sono passati 37 anni e oggi Raffaele Carlino guida, assieme al fratello Maurizio e alla famiglia Cimmino, un’azienda, che ha come logo una piccola tartaruga portafortuna, che dà lavoro – negozi compresi – a circa 2000 dipendenti. Età media bassissima, 27 anni. Amante di tutti gli sport che si diverte a praticare, ha un punto debole, il calcio. Capitano della squadra dove tutte le settimane si cimenta con gli amici sui campi di calcio8, ha trasmesso la passione per lo sport e i suoi valori all’interno dell’azienda. Molte le squadre sponsorizzate dal marchio Carpisa, che sfruttano meravigliosamente il fattore campo e i vantaggi di un marchio, la tartaruga verde, che con il passare degli anni si è rivelato amuleto insostituibile: i pallanotisti dell’Acquachiara che hanno raggiunto i play-off nella seria A1, i calciatori dell’Ischia e le calciatrici della Carpisa Yamamay, fresche di promozione nella massima serie con 2 giornate di anticipo.
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a Pasticceria Conte nasce nel 1989 nella piccola San Marcellino e subito riscuote un grande successo. Il segreto? La grande passione nella preparazione dei dolci, una tradizione portata avanti di generazione in generazione, estesasi poi al catering attraverso la Conte Catering. Sempre attenti ai cambiamenti e alla ricerca delle novità nel 1998, da un’idea e anni di lavoro naque “il kakkabusc”, dolce a forma di ciambella con mandorle, frutta secca e babbà con spruzzata di rhum e crema con gusto forte e passionale. Un dolce oggi dedicato a Don Aurelio, ovvero Aurelio De Laurentiis, grazie alla sua forza d’urto espressa nei confronti delle massime autorità della Lega Calcio di serie A lo scorso agosto a Milano in occasione del sorteggio del campionato di calcio 2011/2012.Tra le specialità da non dimenticare il Panenza Torta dedicata alla figlia del proprietario nell’occasione della sua nascita. Appellativo che nasce dal connubio tra il nome della piccola (Enza) e dal tipo di torta al pan di spagna sfoglini delicati come la baby.Nel 2012 nasce Lounge Bar Conte Pasticceria a Carinaro che dà spazio alla musica live con serate anche alla scoperta di talenti. E poi c’è il Napoli con le passioni più forti per i colori azzurri e in occasione delle partite di campionato e di Cham-
pions c’è un’ampia sala dove si possono gustare le prodezze di Lavezzi, Cavani e compagni, magari assieme a tante specialità come il Maurese Babbà ricoperto di nutella, Limonito Mousse con meringa a gusto di limone, Nutellotto, e tanti altri dolci della tradizione familiare. A tale proposito la famiglia Conte spera di dare sempre nel tempo continue migliorie e continue novità che il palato desidera, perché “noi siamo convinti che le persone sono curiose, amano i cambiamenti e vogliono provare sempre cose nuove e noi gliele offriamo…” saluti da Luigi Conte e Luigi Guarino
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CHELSEA IN FINALE, E AUMENTA LA RABBIA Marco Martone
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a settimana di grande calcio europeo, che ci siamo lasciati alle spalle, non ha deluso le attese di sportivi e appassionati di football. Il Chlesea è approdato, meritatamente, alla finale di Champions League e questo, in qualche modo, aumenta la rabbia, il rammarico, l’amarezza per quello che poteva essere e che invece non è accaduto. Non c’è stato un solo tifoso del Napoli che, allo scadere della partita di ritorno della semifinale, tra i blaugrana di Guardiola e i blues di Di Matteo, terminata con il 2 a 2 che ha qualificato gli inglesi alla finalissima di Monaco, non abbia pensato anche solo per un istante, a quel 4 a 1 ingiustamente patito dagli azzurri contro Drogba e compagni. Pensare di aver sconfitto, nettamente, il Chelsea al San Paolo, di averlo messo alle corde nei primi venti minuti della gara di ritorno e di esserne stati poi eliminati ai supplementari, oggi suona ancor di più come una terribile beffa. E così la mente rincorre ipotesi suggestive. E se ci fosse stato il Napoli a giocarsi quella semifinale? In fondo il Barcellona dei marziani si è dimostrato non proprio imbattibile. Messi e compagni, al cospetto della corazzata londinese facevano meno paura di quello che si potesse pensare, soprattutto nel reparto difensivo, non esente da errori di gruppo e individuali. Quanto al Benfica, che il Napoli avrebbe do-
vuto (o potuto) incontrare nei quarti, non è sembrata un’armata invincibile, neanche per gli uomini di Mazzarri. Tutto questo, però, non è che un esercizio di pura fantasia, che appartiene alla sfera dei rimpianti e dei sogni infranti. Resta l’orgoglio, un po’ magro per la verità, di poter dire di aver messo sotto la squadra che ha fatto piangere il grande Barca. E non v’è alcun dubbio che ora i napoletani tiferanno per il Chelsea. Vuoi mettere la soddisfazione di essere stati, per una volta, più forti dei futuri campioni d’Europa. Successe anche all’Italia, nel 1978, quando sconfisse per 1 a 0 l’Argentina (gol di Bettega), che poi si sarebbe laureata Campione del Mondo. L’eventuale trionfo del Chelsea sarebbe un fatto importante e non solo dal punto di vista morale. Una sorta di grande occasione mancata, che deve far riflettere il presidente De Laurentiis, che ha promesso una campagna acquisti scoppiettante e un futuro radioso per il Napoli. Sbagliare acquisti per il prossimo anno sarebbe in tal senso delittuoso. La stagione che sta per concludersi ha dimostrato che, con un paio di innesti azzeccati, la squadra avrebbe potuto fare il salto di qualità e competere con Juve e Milan per la vittoria del campionato. E magari a quella sfida tanto affascinante e prestigiosa con i “marziani” potevano arrivarci anche Cavani e compagni, al di là dei sogni.
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MOROSINI, SACRIFICIO DI UN’OCCASIONE PERSA Bruno Marra
Il ragazzo con il volto da evangelista che ha fermato il Dio Pallone
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on mi è piaciuto nulla. Da sabato 14 aprile non mi è piaciuto nulla di ciò che ho visto. Morosini è caduto a terra tre volte, ma con lui è crollato anche il buon gusto e l’etica generale. Hanno sospeso il campionato, ma ciò che andava sospeso era ben altro. Prima e dopo. L’accanimento delle immagini che indugiavano morbosamente sull’episodio in campo, il riverbero incessante del dettaglio, del particolare allucinante. E quel frame infernale di televisione vampirizzata sull’altare della notizia. Una corsa a chi arriva prima. Duello a microfoni incrociati e guai a farsi fregare. Perché non c’è tempo, bisogna essere immediati. Neppure alla morte viene concesso tempo, eternità. Sui social network è partita la parte buona della commozione popolare al grido: forza Piermario. Perché si chiamava così. Un nome neppure tanto comune, che resterà nel battesimo dei martiri del pallone. Giocava nel sabato del villaggio della serie B, ma caso ha voluto che quel ragazzo del Livorno lo conoscessero bene anche a Udine. E che l’Udinese dovesse giocare l’anticipo poco dopo la sua morte. Non se la sentiva nessuno di mettere piede in campo, manco il magazziniere friulano. Inutile starsela a menare, quelli lì, i suoi ex compagni non avrebbero mai cominciato la partita. La voce disperata di Di Natale ha preso piede e la Lega ha sposato il coraggio con la necessità. Tutte le partite sospese e così sia. Morosini nel suo sacrificio ha fatto in modo che si santificasse la
domenica, il giorno di festa. Con la sua barba da evangelista, portatore di un messaggio di biblica memoria. E così anche il Dio Pallone al settimo giorno si riposò. Ma non si riposò il Dio mediatico. Una full immersion sulla storia di un ragazzo che ci ha messo una vita per tenere segreta la sua esistenza intrisa di dolore e dignità, ma che in un attimo fatale si è visto violare l’intimità anche nell’aldilà. Come se, scomparsa la vita, fosse lecito far scomparire anche la compostezza e la riservatezza. Commovente il saluto a un ragazzo perbene e la nobile assistenza alla sua amata sorella. Ma se il calcio si è fermato, per un giorno bisognava fermare anche i notiziari e i quotidiani sportivi. Chiediamo rispetto? E allora diamolo il rispetto! Un giorno solo, che vi costa? Non muore nessuno, perché uno è già morto. E non può essere strumentalizzato per tenere in vita interessi di bottega, che qualcuno occulta sotto la foglia di fico della “comunicazione”. Adesso laviamoci pure la coscienza mettendo all’indice ambulanze e defribillatori, riempiamoci la bocca di prevenzione e poi aspettiamo come avvoltoi l’esito postumo dell’autopsia, per sparare ancora titoloni. Ma non doveva andare così, perché non è quello che avrebbe voluto Morosini. Il ragazzo con la barba di un evangelista che ha unito passione e compassione, fermando una volta per tutte il Dio del Pallone. Piermario meritava silenzio e riflessione. Ma noi abbiamo preferito la morte in diretta. Perdendo un’altra grande occasione…
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LECCE - NAPOLI 0-2: UN BEL BLITZ
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IL FINALE CHE NON TI ASPETTI Carlo Longobardi (Consigliere AINC)
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l Barcellona e il Real si avviavano tranquillamente a disputare la loro finale, riaffermando, ancora una volta, la supremazia del calcio spagnolo divenuta asfissiante negli ultimi anni. Il nostro Napoli era candidato a una lenta e mogia chiusura della stagione, in attesa della partitissima di Coppa Italia, leccandosi le ferite aperte con le occasioni sprecate e beandosi, ogni tanto, nella dolcezza dei fasti vissuti in varie episodi di partite nazionali e oltre. Le potenziali statistiche impazzivano: quanti gol farà Messi e quanti CR7, quando sarà chiusa la corsa al terzo posto e questa vedrà vincente la Lazio di Reja, la Roma di Luis Enrique o la sorpresa Inter di Stramaccioni? Addetti ai lavori e non occupati ad analizzare gli schemi perfetti della squadra catalana, a contare il numero dei suoi tocchi ininterrotti e valutare la stucchevole percentuale di possesso palla. Calcio moderno, veloce, atletico. Altra cosa rispetto al passato. Sistemi di gioco oltre ogni cosa, iPad, tabelle, grafici, ancora velocità. Roba da far accapponare la pelle finanche a gente come Johan Cruyff o Arrigo Sacchi che pure furono esempi di modernità ma che ora appaiono come archeologia calcistica. Un poco fantasioso copione già sembrava accompagnare la parte conclusiva del percorso calcistico dell’anno. Quindi tutto già scritto e programmato? E invece no, niente di ciò! Si è avuta la bella conferma, da qualche tempo dimenticata, che in campo ci vanno gli uomini e che questi ricoprono ruoli insostituibili e consolidati da centinaia di anni. Gli appassionati di un calcio romantico e non per questo meno tecnico, della passione, dell’impegno strenuo, della stoicità e dell’imponderabilità dell’attimo hanno ringraziato il dio del pallone e vissuto giorni di grande entusiasmo. Gli indomabili e fortunati inglesi hanno avuto la meglio sugli impettiti e vanitosi blaugrana, superando con ardore le grandi difficoltà incontrate.
Il “tic, toc, tic toc, tic, toc…” di Guardiola ha mandato in confusione i suoi stessi giocatori, attesi al limite dell’area da una folla di “non casuali” maglie bianche, e costretti a ritornare indietro dalla linea di fondo per mancanza di un appena sufficiente uomo d’area. Una follia, questa, avallata e sostenuta dal C.T. più osannato, che pur di sostenere le sue idee ha pensato bene di schierare il centrocampista Keita al centro dell’attacco. Ottimo e abbondante. Le sue dimissioni, comprensibili sul piano umano, rappresentano un lato debole molto discutibile. Se il grandissimo successo avuto determina un tale stress da costringerlo ad abbandonare alla prima difficoltà, cosa dovrebbe pensare l’operaio in mobilità che vede la sua sussistenza in progressivo azzeramento? Gli anglosassoni, soffrendo fino allo spasimo, hanno vinto una grande battaglia. “God save the Queen” Diverso il discorso relativo ai teutonici bavaresi, che, oltre a essere una grandissima squadra, hanno riaffermato la consuetudine che vede i tedeschi concentratissimi negli appuntamenti cruciali. Una menzione a parte merita il rigore calciato da Sergio Ramos, che ha garantito un momento di vera ilarità: lui, perfetto esponente di un calcio da gossip e “femmineo”, fatto di frontini per capelli, meches, specchietti e orecchini di brillanti, ha calciato un goffo missile in curva che qualche suo tifoso avrà raccolto con incredulità. "Deutschland über alles" E poi ci sono loro. I nostri stupendi alfieri. Gli azzurri hanno dimostrato di sapere e poter andare oltre le difficoltà e zittire l’inarrestabile cicaleccio che era partito come un fiume in piena. A partire dall’incontro noioso e molto proficuo con il Novara è sembrato ricominciare da capo. Condizione mentale e fisica ripristinata, polmoni rigenerati e un centrocampo degno di rappresentare il cuore, la mente e l’emozione del calcio che ci appartiene in ogni poro. Rimbocchiamoci nuovamente le maniche e via in apnea: “Simm’ Lazzari felici!”
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empre attenti ai cambiamenti e alla ricerca delle novità nel 1998, da un’idea e anni di lavoro naque “il kakkabusc”, dolce a forma di ciambella con mandorle, frutta secca e babbà con spruzzata di rhum e crema con gusto forte e passionale. Un dolce oggi dedicato a Don Aurelio, ovvero Aurelio De Laurentiis, grazie alla sua forza d’urto espressa nei confronti delle massime autorità della Lega Calcio di serie A lo scorso agosto a Milano in occasione del sorteggio del campionato di calcio 2011/2012.
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WALTER GARGANO… LITTLE BIG MAN Luigi Alvino
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ecce-Napoli 0-2, siamo tornati? Sì stiamo tornando, con tanta fatica, molte difficoltà e tante domande, le ultime tre sconfitte valgono 9 punti, quale posto occuperemmo in classifica con quei nove punti? A 63, in Champions League, ma ci arriveremo, se la mentalità è tornata quella giusta, non credo che al momento in Italia, vi sia qualcuno in grado di competere con noi, siamo diventati quelli di prima, forse addirittura meglio, se consideriamo che mancava Lavezzi, non posso, anche se mi piacerebbe tanto, parlare di tutti quelli che meritano un posto importante in questo momento, ma ne citerò uno che io ho sempre nel cuore anche quando le cose non vanno proprio bene, sì è lui, “Little Big Man”, Walter Gargano, 23 luglio 1984 da Paysandù, piccolo paesino della provincia di Montevideo, Uruguay, la traduzione inglese è un complimento a Gargano, Little big man è un film del 1970, un western il cui personaggio principale Grabb viene interpretato dal grande Dustin Hoffman, ed è lui che abbiamo in campo, un grande, non si ferma mai, contrasta, recupera palle ormai perse, fa il difensore, il centrocampista, morde le caviglie, aiuta un altro grande Inler, si fa in dieci, ormai è lui, insieme ad altri grandi del Napoli, è una stella, non una meteora, durerà ancora tanto quando l’osservo giocare mi torna in mente un grandissimo calciatore del passato Furino. Vi è una sola differenza tra loro, Walter ha più classe, il sangue uruguyano ne fa anche un gio-
Il Kaffè dei tifosi napoletani
coliere del pallone, quando serve. Arrivato a Napoli nel 2007, fu acquistato per 3,2 milioni, un grandissimo affare, oggi vale almeno 6 volte tanto, insostituibile. Mi sono chiesto spesso cosa porta Gargano ad essere così forte, e stupidamente non ho pensato alla cosa più ovvia, la qualità della vita, la serietà, le responsabilità; è il 24 dicembre 2010 siamo a Montevideo, è festa grande, Miska Hamsik e Walter Alejandro Gargano Guevara si sposano, un amore nato sotto il segno del sole, quello di Napoli, lui diventa più grande, ora ha una casa, una famiglia, e il 7 aprile di quest’anno nasce Thiago, ora la famiglia è cresciuta, l’uomo è completo e con esso il professionista, il calciatore, sarà ancora più grande, i suoi obiettivi sono cambiati, “the little big man” adesso ha un tifoso in più importante, dovrà tracciare la storia da lasciargli, uno stimolo a diventare più grande di lui, Thiago ha il sangue di Hamsik e quello di Gargano e il resto sarà una favola e lui lo sa, noi non possiamo che prendere atto che ora sei il grande Gargano e credo di parlare a nome di tutti quelli che amano il Napoli, noi tutti siamo pronti a offrirti un libro colmo di pagine bianche, lasciamo a te il compito di riempirle di gloria, di episodi straordinari, di giocate di classe, di qualche gol e perché no, magari di un fratellino o di una sorellina per Thiago, con il tuo amore, la tua forza, la tua fede e la tua voglia di dimostrare a noi tutti che in fondo sei diventato uno di noi, un napoletano di adozione.
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ROMA - NAPOLI 2-2
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L’ILLUSIONE CHAMPIONS DURA 87 MINUTI
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PENSA NOI AL POSTO DEL CHELSEA… Fabrizio Piccolo
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ossignori. Non potevamo esserci noi all’Allianz Arena a giocarci la finale sabato 28 maggio al posto del Chelsea. Suggestiva l’equazione virtuale: noi i londinesi li avevamo cucinati all’acqua pazza al San Paolo e siamo usciti al ritorno da Stamford Bridge con un magone infinito, ma non bastano questi meriti indubbi – che resteranno intatti a futura memoria – per sostenere davvero che il Napoli potesse ambire alla finale di Champions. Quello che si è visto, però, basta a capire che in quest’Europa gli azzurri devono tornarci quanto prima. Personalmente ho tifato per il Chelsea, contro il Barca. Non per aumentare a dismisura il rimpianto, ma per quel sadico piacere di veder cadere gli dei. Sarà anche colpa dei ridicoli e stucchevoli paragoni con Maradona che ci hanno fatto diventare un po’ antipatico Messi, ma vedere riconfermato una volta di più che gli squadroni di invincibili non esistono nel calcio fa sempre bene e consente a tutti di sognare l’impresa impossibile. Ciascuno con i propri mezzi e con le proprie armi, fortuna compresa. Perché allora non poteva esserci il Napoli lassù, a giocarsi la finale? Nel doppio confronto con gli inglesi siamo stati superiori, c’è poco da far sofismi. Però siamo fuori. E lo siamo per una ragione semplice: non si può andare all’università senza aver fatto le superiori. Questo semplice assioma dovrebbe essere metabolizzato da tutti i tifosi, da quelli che chiedono da subito una squadra da vertice assoluto, ca-
pace di acquistare – e pagarne gli ingaggi – i top player più invidiati. Aver visto per due stagioni il Napoli giocarsela alla pari o quasi con le più blasonate formazioni d’Italia e d’Europa non ci dà per diritto divino la patente a essere già al loro livello nei secoli dei secoli. La crescita del Napoli è stata repentina e superiore alle aspettative dello stesso club ma come diceva Lucrezio “natura non facit saltus”. C’è un cammino da percorrere e per arrivare a vivere stabilmente nei quartieri lussuosi del pallone il Napoli deve ancora farne, giustamente, di strada. L’entusiasmante Champions di quest’anno, chiusa con amarezza ma ricca di gioie infinite, nasce dall’aver fatto esperienza nell’Europa League dell’anno prima. Una palestra indispensabile per confrontarsi con squadre sempre più forti e per irrobustirsi. Nell’era De Laurentiis il Napoli è sempre cresciuto, ora lentamente ora con strappi improvvisi, non chiediamogli di andare alle scuole private per fare due anni in uno. Rischiamo di rovinare tutto. Oggi non siamo ancora da finale di Champions, domani o dopodomani magari sì. L’importante è andare sempre bene a scuola. E le interrogazioni di metà settimana come quella di stasera col Palermo sono quei segnali di maturità cui il Napoli deve rispondere con prontezza ogni volta che viene chiamato alla cattedra. Su, quell’università del pallone pian piano ce la stiamo sudando. Ci vuole solo un po’ di pazienza da parte di tutti.
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PRIMAVERA: PLAYOFF COL PALERMO Attilio Marchionne
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a Primavera, a gennaio data per spacciata, è riuscita nell’impresa di agguantare i playoff, dopo la bella vittoria interna contro la Lazio (3-1). Male, invece, gli Allievi che cadono in casa del Palermo ( 2-0). Sconfitta indolore per la Berretti (4-2 a Milazzo) che aveva già ipotecato l’accesso alla fase successiva. Infine ottima vittoria per 4-0 (fuori casa) dei Giovanissimi a Foggia.
Ai ragazzi di Sormani riesce l’impresa di accedere ai playoff. Nell’ultimo match della stagione gli azzurri sfoderano una grandissima prestazione e riescono a imporsi contro la corazzata Lazio (seconda in classifica) per 3-1. Il match in salita con biancocelesti in vantaggio grazie a Emmanuel. Ma la squadra è riuscita a reagire subito, trovando il pareggio con un grandissimo gol di Fornito. Ottima personalità degli azzurri che sono riusciti a raddoppiare con Insigne e a chiudere il match con un perentorio stacco aereo del solito Novothny. La griglia playoff è già delineata e i campani, il prossimo 28 aprile, dovranno disputare il difficile match contro il Palermo, che ha chiuso al terzo posto con 58 punti. SQUADRA Pt. Benevento 60 55 Milazzo Taranto 54 Napoli 54 Trapani 50 Siracusa 46 Arzanese 38 V. Lamezia 35 N. Mugnano 26 Catanzaro 23 Ebolitana 22 Nocerina 21 Vibonese 17 Melfi 10
G. 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26
V. 18 16 16 16 14 14 10 9 8 6 6 6 5 3
N. 6 7 6 6 8 4 8 8 2 5 4 3 2 1
P. 2 3 4 4 4 8 8 9 16 15 16 17 19 22
GF 70 52 43 45 50 58 54 29 49 36 30 43 26 23
GS 27 19 16 31 27 39 36 34 58 54 65 63 79 70
G. 26 26 26 25 26 25 25 26 25 26 25 26 25 26
V. 20 16 16 13 14 11 11 9 9 8 6 3 3 2
N. 3 7 4 10 5 9 7 10 3 5 2 8 3 0
P. 3 3 6 2 7 5 7 7 13 13 17 15 19 24
GF 83 53 56 66 58 44 37 40 45 41 30 25 23 6
GS 14 23 29 18 28 22 19 30 40 47 63 38 54 182
risultati 13ª ritorno girone C Ascoli
- Bari
1-0
Roma
- Gubbio
4-0
Crotone
- J. Stabia
0-0
Napoli
- Lazio
3-1
Reggina
- Lecce
0-1
Nocerina
- Palermo
1-4
Catania
- Pescara
3-1
BERRETTI risultati 13ª ritorno girone F Milazzo
- Napoli
4-2
Melfi
- N. Mugnano
2-2
Benevento
- Nocerina
0-1
Ebolitana
- Siracusa
4-6
Arzanese
- Trapani
1-2
Catanzaro
- Vibonese
5-0
Taranto
- V. Lamezia
1-1
Sconfitta amara contro il Palermo, 2-0 senza grosse recriminazioni e squadra campana che chiude al sesto posto, a -12 dal Lecce quinto. Ormai la speranza di agganciare i playoff è svanita. A 3 giornate dalla fine l’unico obiettivo è quello di chiudere nel modo migliore possibile la non brillante annata vissuta dalla squadra, anche perché alla fase finale accederanno soltanto le prime 2 e le migliori terze. Il prossimo match sarà davvero duro. Gli azzurri saranno di scena a Napoli, contro il Catania, secondo in classifica con 47 punti (20 in più del Napoli) e con la seconda miglior difesa dell’intero torneo, ma cercheranno comunque di dare il massimo per ottenere un risultato positivo. Prossimo turno: Napoli – Catania (29/4) SQUADRA Pt. Napoli 63 55 Juve Stabia 52 Foggia 49 Benevento 47 Sorrento 42 Nocerina 40 Ebolitana 37 Arzanese 30 Avellino 29 Aversa N. 20 Melfi 17 N. Mugnano 12 Paganese 6 N. Campobasso
PRIMAVERA
risultati 10ª ritorno girone C - Ascoli
1-2
Nocerina
- Gubbio
4-0
Roma
- Lazio
2-2
Crotone
- Lecce
1-1
Palermo
- Napoli
2-0
Bari
- Reggina
5-2
risultati 13ª ritorno girone G Paganese
- Avellino
Benevento
- A. Normanna 4-3
Nocerina
2-0
Juve Stabia - D. Pescara
GIOVANISSIMI NAZ.
0-3
Ebolitana
0-3
N. Mugnano
- Juve Stabia
0-0
Arzanese
- Melfi
2-1
Foggia
- Napoli
0-4
Sorrento
- N. Campobasso
12-0
G.
V.
N.
P.
GF
GS
Roma Lazio Palermo Catania Napoli Reggina Lecce Ascoli Juve Stabia Nocerina Bari Pescara Crotone Gubbio
26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26
22 19 18 15 13 11 12 10 4 7 5 4 3 2
4 5 4 1 6 7 3 3 13 4 6 6 7 5
0 2 4 10 7 8 11 13 9 15 15 1 16 19
95 93 60 48 41 36 53 35 28 37 38 26 36 17
23 20 31 39 38 25 58 58 36 64 56 56 65 74
70 62 58 46 45 40 39 33 25 25 21 18 16 11
La Berretti chiude la regular season con una sconfitta, fuori casa, per 4-2 contro il Milazzo. I campani terminano così al quarto posto, con 54 punti a -6 dal Benevento capolista. I playoff, però, come anticipato tempo fa, erano già sicuri, difatti dopo il sorteggio andato in scena il 24 aprile, l’accoppiamento per la fase finale non è stato semplice e infatti andrà in scena un big match già al primo turno, proprio tra il Napoli e l’Inter. L’andata si giocherà in casa dei nerazzurri il primo maggio, mentre il ritorno si giocherà, ovviamente, a Napoli, il 5 maggio alle ore 15 al campo Kennedy. Impresa possibile quella che aspetta Amico e i suoi compagni.
ALLIEVI NAZ.
Catania
SQUADRA Pt.
SQUADRA Pt. Lazio 58 Catania 47 Roma 46 Palermo 39 Lecce 39 27 Napoli 26 Nocerina 25 Bari 25 Gubbio 23 Juve Stabia 21 D. Pescara 19 Crotone 19 Reggina 16 Ascoli
G. 23 22 22 22 22 22 23 22 22 22 22 22 22 22
V. 18 14 14 11 11 6 7 7 7 6 6 4 5 4
N. 4 5 4 6 6 9 5 5 5 5 3 7 4 4
P. 1 3 4 5 5 7 11 11 11 11 13 11 13 14
GF 57 42 48 40 33 35 35 29 24 19 28 22 24 15
GS 22 21 25 20 21 36 39 29 35 31 48 39 45 40
Chiudono in bellezza la stagione i Giovanissimi azzurri, con un bel poker rifilato, in trasferta, al Foggia. Partita mai in discussione con un dominio netto dei campani che hanno legittimato il primo posto in classifica. A segno De Simone, De Iorio e De Luca (doppietta per lui). L’accesso alla fase finale era scontato (visto il primo posto nel girone), ora si dovrà aspettare solo il sorteggio, per capire chi sarà l’avversario dei ragazzi di Muro. Questa squadra ha davvero impressionato, numeri ottimi, tante vittorie e pochi gol subiti. Se riuscirà a mantenere la lucidità e la freschezza mostrata, potrà dire sicuramente la sua per puntare a ottenere il massimo risultato possibile e stupire nuovamente tutti.
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AZZURRI COME L’ARABA FENICE Lorenzo Crea
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quando tutti ci davano per spacciati ecco che, come spesso è avvenuto, il Napoli è stato capace di stupire il campionato italiano i suoi addetti ai lavori, talvolta i “livori”, e i commentatori dalle Alpi all’Appennino. Intendiamoci, non è che le vittorie con Novara e Lecce passeranno alla storia per il bel gioco ma dopo tre sconfitte di seguito questi sei punti hanno rilanciato le ambizioni azzurre. Complice il crollo della Roma e le gravi balbuzie di Udinese e Lazio adesso il terzo posto è a un passo. La Mazzarri band riesce sempre a trovare nuove ispirazioni e suona la carica al momento opportuno. La tifoseria e la città, per non parlare della dirigenza e della squadra, desiderano a ogni costo ritornare a calcare il palcoscenico della Champions League per ascoltare quella musichetta - addirittura qualcuno l’ha sostituita alla marcia nuziale – che fa vibrare il cuore dei sei milioni di napoletani nel mondo. Una Champions che vedrà in finale Bayern e Chelsea. Il che dovrebbe riempirci d’orgoglio. Contro i tedeschi abbiamo fatto bella figura nel nostro girone, e contro gli inglesi, sebbene bruci ancora quella eli-
minazione, abbiamo sfiorato l’impresa che ci avrebbe condotto ai quarti di finale e poi chissà dove… Ma non serve adesso piangere sul latte versato. La stagione del Napoli offre ancora diversi obiettivi. Dal raggiungimento del terzo posto alla finalissima di Coppa Italia il 20 maggio contro la Juventus. In tanti si erano lasciati andare al “De profundis”. Potevamo farlo anche noi. Ma quando si crede in un progetto, in dei giocatori bisogna certamente esercitare una critica costruttiva se le cose non vanno, ma guai a esagerare. Indubbiamente alcune lacune nell’organico del Napoli restano. La difesa va rinforzata, soffriamo troppo sulle palle alte, qualcosa ci vuole a centrocampo e stiamo parlando di un organico che per il secondo anno di fila è fra le prime quattro del campionato e ha l’occasione di conquistare un trofeo. Il primo dell’era De Laurentiis. Non so se il ciclo di Mazzarri si stia chiudendo. Intanto è stato importante rinnovare la fiducia a Bigon che ha dimostrato di essere un dirigente giovane e appassionato che merita di proseguire il suo lavoro. Non è escluso che vi siano altri ingressi (e uscite) nell’organico societario.
NUOVI INGRESSI IN SOCIETÀ Massimo Sparnelli
D
ividere le competenze e riorganizzare il lavoro della società. Per una crescita graduale ma continua, che porti il Napoli ancora tra le grandi d’Europa. Negli ultimi giorni Aurelio De Laurentiis, oltre a ridare forza al gruppo di Mazzarri con la sua visita a Castelvolturno e i segnlai che sta mandando dalla Cina, sta rimodellando la struttura societaria del Napoli. Riccardo Bigon resta, il suo lavoro è stato apprezzato, per lui un contratto di quattro anni con ingaggio ritoccato. Le voci sull’arrivo a Napoli di Pietro Lo Monaco, in uscita da Catania, si sono confermate senza fondamento. Con Bigon sarà avviato il nuovo ciclo. Marco Fassone, il direttore generale, è in scadenza di contratto e torna a casa, a Torino. E il pa-
tron azzurro annuncia di non aver bisogno di un nuovo direttore, dopo l’ingresso di Saracino in società, avvenuto mesi fa. Ora serve solo riorganizzare i compiti, gli interessano i direttori di sezione per suddividere il lavoro. Per poi decidere in autonomia. Tra le decisioni del presidente, è da sottolineare l’incarico di supervisore generale assegnato ad Alessandro Formisano, responsabile del settore marketing. Una promozione sul campo, riportata sul sito ufficiale del club, per un professionista che ha conquistato De Laurentiis per le sue idee innovative e reso l’area commerciale una delle voci più produttive nel bilancio azzurro, sempre in attivo. Potrebbe anche essere lui il nuovo direttore generale.
EXTRA TIME Zona Napoli il programma dellʼAssociazione Italiana Napoli Club visita il nostro sito web: www.ainc.it
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Quelli di…
Foto: Ph Mario Passaretti
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CLUB NAPOLI CERCOLA Salvatore Longobardi (Tesoriere AINC)
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l Club Napoli Cercola è appena nato. Solo a marzo di quest’anno ha preso concretezza l’idea dei soci che compaiono nel direttivo. Attualmente il Club Napoli sez. Cercola conta circa 120 soci sostenitori. Ciò che accomuna tutti è l'amore per il Napoli, un collante che anche nei momenti negativi della squadra fa sì che tutti si compattino nel segno dei colori azzurri. Il Club ha parecchi sostenitori, nonostante la giovane età. Ciò sta a significare che Cercola è biancazzurra e non bianconera. Attualmente la sede si trova in via Ferrovia
13 a Cercola e conta una superficie di circa 70 mq. Oltre alla visione delle partite con proiettore e impianto surround, il club propone ai propri soci altre iniziative tra le quali spiccano le partecipazioni televisive alla trasmissione “Gol di notte”. Così come si tengono accaniti tornei di scopone e non manca la partita infrasettimanale di calcetto. Dulcis in fondo i tornei di playstation. Attualmente la quota rosa (perché ci sono anche diverse ragazze) ha proposto e sicuramente si darà vita a un cineforum e un karaoke.
Consiglio Direttivo
Presidente: Vicepresidente: Tesoriere: Segretario: Direttore sportivo: Consiglieri:
Salvatore Fiorenza Carmine D'Ambrosio Marco Romano Luigi Ottaiano Antonio Manna Monia Scafati, Antonio Russo, Aniello Maiello, Raffaele Petrillo, Giampiero Bevar
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