PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB ANNO X N. 104 1 NOVEMBRE 2014
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1984-2014 tr anni di Dieg enta hitudine PAG. 23
le stelle del ... Napoli
CREDIAMOCI! Qualità, affidabilità, potenza
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1 novembre 2014
DIFESA QUESTA SCONOSCIUTA
M
Max Bonardi
a dov’è finita la difesa? È vero che anche nelle scorse stagioni il Napoli si è fatto notare più per la sua fase offensiva che quella nel reparto arretrato. Spesso la forza del pacchetto di attacco ha nascosto le magagne dalla cintola in giù, ma una difesa colabrodo come questa era da tempo che non si vedeva. E chiariamo i calciatori del reparto arretrato sono tutti responsabili così come i centrocampisti che spesso si fanno scappare l’avversario diretto, che libero (vedi i gol presi a San Siro con l’Inter), può facilmente portare pericoli alla retroguardia azzurra. Se vogliamo analizzare le responsabilità, in primis va coinvolta la società, capace prima di farsi sfuggire Reina, approdato al Bayern per fare il portiere di riserva. Reina, nella scorsa stagione ha portato qualcosa come 8 punti alla causa azzurra. Abilissimo con i piedi, addirittura qualche volta coi suoi rinvii ha messo un giocatore nella porta avversaria, si è distinto per il suo alto rendimento tra i pali. Non parliamo poi della personalità dentro lo spogliatoio e in campo messa dal numero uno iberico, della quale, mai come quest’anno, se ne sente la mancanza. Via Reina si è puntato tutto su Rafael, gio-
Osservatorio arbitrale
vane portiere brasiliano di grandi prospettive, ma non si è fatto conto che l’attuale numero uno azzurro venisse da un infortunio serio al ginocchio procuratosi in un’uscita alta in una gara di Europa League la scorsa stagione. Dunque, Rafael, al rientro dopo circa sei mesi di inattività si è trovato addosso tutta la pressione di essere il vero titolare della squadra e ha mostrato la paura e il timore, soprattutto nelle uscite, anzi non esce mai, e quando lo fa, spesso va a farfalle. A questo punto, vista la immaturità del portierino brasiliano, quello che avrebbe dovuto togliargli le castagne dal fuoco e dargli una mano a dirigere la difesa, sarebbe dovuto essere l’esperto Albiol. Ma di lui sul piano tecnico, tranne qualche sporadica prodezza, se ne sente la mancanza dalla fine del girone di andata del campionato scorso. Vieppiù chiedere aiuti al giovane Koulibaly o a Britos o tanto meno a Henrique. A questo disastro partecipano anche gli esterni, da Maggio a Zuniga a Ghoulam con i primi due che rimpiangono l’era Mazzarri e l’algerino che svolge il compitino. E con questo quadro sabato al San Paolo c’è Napoli – Roma con Gervinho pronto a colpire. Team
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JUVENTUS
IL FISCHIO CHE NON C'È 2
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el vasto mondo calcistico che vede negli arbitri i depositari dell’applicazione del Regolamento e alla relativa casistica, esistono anche comportamenti “consuetudinari” che non sono codificati, ma che nel tempo così come peraltro avviene per tutte le leggi non scritte, assumono uguale rilevanza giuridica. È così che il direttore di gara interagisce in una gara, verso i partecipanti la stessa, con svariati linguaggi del corpo o con l’utilizzo del fischietto. E proprio tra i fondamentali insegnamenti, viene raccomandato l’utilizzo del fischietto il meno possibile a cominciare dall’evitare lo “spezzettamento” del gioco, quando questo è possibile, per finire poi a tutte quelle azioni di gioco (spesso in quel momento terminate), per le quali viene richiesta solamente la relativa gestualità. A proposito di questo, sicuramente vi sarà capitato di non assistere per esempio a interventi acustici dell’Ufficiale di gara, nel caso di rimesse dal fondo, falli laterali e quant’altro. In questo spirito,dunque, legato alla parsimonia del fischietto, il Vostro redattore oggi si è posto un quesito relativamente alla marcatura di una rete, e a rifletterci bene, potrebbe non trattarsi di “fantacalcio”. La linea di porta, come ben noto, non è altro che un segmento (mt. 2,44) della linea di fondo: sicuramente più specifica oltre che determinante, all’interno dell’economia generale della gara: ma che ribadisco appartenere comunque alla linea di fondo. E allora, se la consuetudine arbitrale non vuole per i predetti motivi che debba essere fischiato un avvenuto rinvio dal fondo del campo, perché si dovrebbe fischiare una palla uscita dalla medesima linea? Si risponderà che quella è una “linea fatale”, divenuta anche oggetto di nuove applicazioni tecnologiche, ma la coerenza vorrebbe per quanto detto, che l’arbitro possa avvalersi come fa in tante altre occasioni, della propria gestualità, per la convalida di una marcatura, indicando con perentorietà il relativo centrocampo. Grazie per l’attenzione.
11A GIORNATA 10A GIORNATA SABATO 1 NOVEMBRE SABATO 8 NOVEMBRE Sassuolo - Atalanta Napoli - Roma Sampdoria - Milan Empoli - Juventus Parma - Inter DOMENICA 9 NOVEMBRE DOMENICA 2 NOVEMBRE Cagliari - Genoa Chievo - Sassuolo Chievo - Cesena Sampdoria - Fiorentina Empoli - Lazio Torino - Atalanta Juventus - Parma Udinese - Genoa Inter - Sampdoria Milan - Palermo Palermo - Udinese LUNEDÌ 3 NOVEMBRE Fiorentina - Napoli Cesena - H. Verona Inter - H. Verona Lazio - Cagliari Roma - Torino
1 novembre 2014
C’è poco dire sulla partita del Napoli di mercoledì sera a Bergamo. Certi risultati non hanno una spiegazione logica. Da una parte una squadra che controlla il gioco col 70% di possesso palla, crea una decina di palle gol. Dall’altra una squadra che sostanzialmente entra nell’area di rigore avversaria solo due volte, calcia a rete una sola volta e rischia addirittura di vincere la partita. Poco da dire al tecnico, poco anche ai calciatori, che hanno commesso errori pazzeschi (il più eclatante è stato quello di Callejon a pochi centimetri dalla porta), ma che di certo non hanno lesinato impegno ed energie, nell’insieme giocando anche benino. C’è una cosa che però ci sentiamo di dire, ormai dopo 67 partite ufficiali con Benitez in panchina: il tentativo del tecnico di cambiare radicalmente mentalità alla squadra, di darle un gioco spagnoleggiante, è fallito. Questa squadra, nonostante tutti gli sforzi del tecnico e tutto sommato anche dei giocatori, si esalta quando può giocare in velocità e in verticale e si perde quando deve fare possesso palla, il famoso tiki- taka. La colpa non è di nessuno, forse sì, la colpa è di chi ha pensato a monte questa squadra, o per meglio dire di chi ha costruito questa squadra, perché la sensazione che si ha è che la squadra così com’è stata pensata da Benitez non si è mai tradotta sul campo, non sono mai arrivati i giocatori necessari. Perché il discorso è sempre quello: il Napoli non ha i giocatori adatti a fare un certo tipo di gioco. Non ha centrocampisti e difensori idonei. Per fare il gioco del Barcellona, facciamo un esempio che tutti conoscono, servono centrocampisti e difensori che sappiano innanzitutto giocare la palla. Sono loro che fanno possesso palla, non certamente gli attaccanti. Per fare quel gioco particolare poi bisogna avere la capacità di tenere la difesa altissima, spesso all’altezza della trequarti avversaria. Il Napoli non ha centrocampisti completi, che sappiamo difendere e fare gioco al tempo stesso. Caratteristica questa ineludibile se si vuole giocare in un certo modo. Servono poi difensori non solo forti tecnicamente ma anche veloci, pronti a recuperare sui lanci lunghi. Il Napoli non ha centrocampisti del genere, e ha difensori che istintivamente sono portati a difendere basso. Con il risultato che la squadra è spaccata in due, e che spesso si crea una voragine tra la linea di difesa e il resto della squadra. Certi gol, tutti simili tra loro, con centrocampisti che entrano indisturbati, nascono proprio in questo modo. Anche il gol di mercoledì sera, sia pure segnato da un attaccante in area di rigore, nasce da un’azione che ha preso il Napoli in contropiede. Il Napoli per altro anche in attacco continua a dare il meglio di sé quando gioca in verticale. Una cosa che riusciva benissimo con Cavani e Lavezzi, e riesce bene anche adesso. L’unica cosa che il Napoli non riesce proprio a fare è il gioco che piace a Benitez…
GENIO E… SREGOLATEZZA!
di Liberato Ferrara
ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB Sede legale: via G. Porzio, 4 ISOLA G5 Centro Direzionale (Na) Anno X n. 104 1 novembre 2014 Dire ore responsabile: Saverio Passare Coordinamento giornalis co: Max Bonardi hanno collaborato: Francesco Basile, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, A lio Marchionne, Bruno Marra, Marco Martone, Mario Passare , Riccardo Sorren no, Carmine Tascone Foto: Ciro Lauria photojournalist Grafica: Davide De Marco Edito dall’A.I.N.C. Chiuso in redazione venerdì 24 o obre ore 20 Registrazione Tribunale di Napoli N. 92 del 5/12/2007
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opo una brillante prestazione contro il Verona al San Paolo gli azzurri seminano tanto ma raccolgono solo un misero pareggio a Bergamo. Il punto dolente è sempre la difesa “ballerina” con Albiol, la controfigura di se stesso, troppi gli errori di superficialità che, purtroppo, sono stati determinanti nel bilancio finale… Inutile e masochista rifare il calcolo dei punti persi finora! Nel primo tempo, soprattutto nei primi minuti, a Bergamo, gli azzurri hanno tenuto il pallino del gioco e hanno chiuso nella loro metà campo gli avversari, tutto è cambiato nella ripresa, nell’aria il suicidio imminente che si è concretizzato nuovamente con l’ex Denis. L’argentino, ancora a secco in questo campionato, ha prima innescato sulla fascia destra Raimondi, per poi farsi trovare puntuale sul successivo cross e beffare un colpevolissimo Albiol. A questo punto reazione veemente degli azzurri che si buttano anima e corpo in avanti alla ricerca del pari e qui inizia la fiera degli errori: prima Callejon che riesce a mandare alto un pallone sulla linea di porta confezionatogli da Ghoulam, e poi, dopo il pareggio di Higuain, capace di una girata improvvisa che batte l’ottimo Sportiello, ecco che il Pipita sbaglia il decisivo penalty a pochi secondi dalla fine, aumentando il dispiacere per non aver fatto bottino pieno. Ed è così che gli azzurri sprecano l’ennesima occasione di rilanciarsi in classifica ma domani pomeriggio sarà la gara della verità: appuntamento alle 15 allo stadio San Paolo, arriva la Roma capolista a pari merito con la Juventus di Allegri, fermata a Genova dai rossoblù di Gasperini. Le due squadre si affrontano per la prima volta dopo la finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso contro la Fiorentina all’Olimpico. Ritornano alla mente tristi ricordi e il pensiero e la preghiera volano verso il nostro amico-tifoso Ciro Esposito la cui madre sarà presente sugli spalti a rilanciare un messaggio d’amore al mondo del calcio. Grazie. È il caso di stemperare tutto l’astio presente tra le tifoserie e ritornare al calcio giocato, alla fratellanza e alla correttezza sportiva anche se, ovviamente, il decreto prefettizio ha impedito l’accesso al S. Paolo dei tifosi giallorossi, una soluzione dovuta per scongiurare qualsiasi altro inutile problema di ordine pubblico. L’augurio è che sia una gara corretta e spettacolare che allontani definitivamente brutture e tristezze, i nostri club pronti alla grande festa, sarebbe veramente corroborante la vittoria azzurra che darebbe lo slancio a una rincorsa ancora possibile visti gli ultimi altalenanti risultati. Il bilancio generale è di 34 vittorie azzurre, 22 pareggi e 23 successi romanisti, con oltre 100 i gol partenopei, 82, invece, quelli della Roma, una classica dal sapore antico e affascinante…! Un plauso mi sembra doveroso inviarlo al nostro ex portiere De Sanctis che mercoledì sera, prima della partita con il Cesena, ha offerto, in un clima di enorme commozione, un mazzo di fiori alla vedova che ha perso marito e figlio, tifosi romanisti, in un banale incidente nel dopo partita Champions. Bravo Morgan!
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1 novembre 2014
10ª giornata STADIO SAN PAOLO 1/11/2014 15:00
NAPOLI
ROMA
SCHEMA 4-3-2-1
SCHEMA 4-3-3
1 RAFAEL CABRAL
IN PANCHINA 45 ANDUJAR 16 MESTO 15 COLOMBO 8 JORGINHO
IN PANCHINA 11 MAGGIO GIO O
33 ALBIOL
19 DAVID LOPEZ
4 HENRIQUE 5 BRITOS
26 KOULIBALY
7 CALLEJON
22 RADOSEVIC
31 GHOULAM GH
9 HIGUAIN
25 HOLEBAS 32 PAREDES 24 INSIGNE
8 LJAJIC 27 GERVINHO
10 TOTTI
91 ZAPATA 21 MICHU
4 INDISPONIBILI ZUNIGA DIFFIDATI: JORGINHO
48 UCAN 20 KEITA
14 MERTENS 6 DE GUZMÁN
1 LOBONT 50 SOMMA
88 INLER
17 HAMSIK
28 SKORUPSKI
4 NAINGOLLAN 25 HOLEBAS S
16 DE ROSSI
2 YANGAMBIWA
24 FLORENZI
22 DESTRO 7 ITURBE
15 PJANIC
35 44 TO TOROSIDIS MANOLAS
26 DE SANCTIS ALL. BENITEZ
96 SANABRIA INDISPONIBILI BALZARETTI, STROOTMAN, CASTAN , BORRIELLO, MAICON, ASTORI DIFFIDATI TOTTI ALL. GARCIA
È IL VERO DERBY DEL SUD Francesco Basile
I
l Derby del Sole, ben più noto come Derby del Sud, vedrà il Napoli e la Roma impegnate in una sfida dal fascino particolare, un fascino d’altri tempi. Questa gara racchiude in sé un crocevia di vicende che, nel corso degli anni, si sono susseguite come a voler sottolineare l’importanza di una partita particolarmente sentita da entrambe le tifoserie, un tempo unite in uno dei gemellaggi più belli e colorati che la storia del calcio italiano ricordi. E proprio la rottura di quel gemellaggio, nel lontano 1987, in conseguenza del gestaccio di Bagni, ovvero l’ ”ombrello” rivolto alla tifoseria giallorossa dopo il gol del pareggio in 9 contro undici all’Olimpico, ha reso i rapporti, tra gli opposti gruppi ultrà, particolarmente ostici. E così, sbirciando le pagine di storia calcistica, tra i gol di Vojak e Amadei, Falcao e Maradona e passando attraverso l’esiguo numero di scudetti vinti dall’asse Roma-Napoli che, negli anni 80’ e 90’, si poneva in opposizione allo strapotere delle grandi del nord (Juventus, Inter e Milan), ci prepariamo a vivere la partita di sabato col ricordo più limpido e ben augurante dei match vinti dagli azzurri (al San Paolo) nelle ultime stagioni. Come dimenticare il 4 a 1
della stagione 2012/13 con tripletta di Cavani e gol di Maggio, o l’esaltante 3 a 0 della scorsa stagione nella gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia? In questo inizio di stagione il Napoli ci ha tenuto troppo con i piedi per terra. Ma contro le grandi gli azzurri sanno tirar fuori carattere, qualità e concretezza. E questo è proprio quello che serve per ottenere grandi risultati, per raggiungere straordinari obiettivi.
1 novembre 2014
TROPPI PUNTI GETTATI VIA Carmine Tascone
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ncora una volta va registrato un Napoli dalla doppia faccia. Domenica scorsa facevamo festa per il 6-2 rifilato al Verona, frutto peraltro della tattica suicida dei gialloblù, mercoledì sera, invece, siamo ritornati sulla terra e abbiamo dovuto accettare non proprio di buon grado il pareggio di Bergamo al termine di una prestazione che ha messo in evidenza pregi e difetti di questa squadra. Ma andiamo per gradi. Se il 6-2 contro gli scaligeri è scaturito grazie sì a una condotta di gara da parte degli ospiti del tutto anomala – prima un modulo diverso da solito 5-3-2 invece del 4-3-1-2, poi tutti chiusi a difesa del vantaggio acquisito, e poi nel tentativo di rimonta, addirittura, in campo con quattro attaccanti col Napoli che filava in contropiede la prima cosa che va detta è che se si fosse giocato a portieri invertiti il Verona sarebbe uscito dal San Paolo sotto almeno di una decina di gol. Dunque, alla fine felice Higuain e l’attacco del Napoli, ma con gli azzurri, che sia contro Verona che contro Atalanta, hanno mostrato le solite caratteristiche: reparto offensivo da urlo, centrocampo discreto e difesa, che chi gioca gioca, piovono errori. In particolare a Bergamo non è possibile che Denis prenda palla sulla trequarti azzurra e chiuda un lunghissimo triangolo con Raimondi arrivato sulla linea di fondo, con un colpo di testa libero nell’area. Dov’era Ghoulam quando Raimondi si è spinto sul fondo, perché Rafael non esce sul cross, che ci fa Albiol sul primo palo che si fa scavalcare dalla traiettoria del pallone, e dov’era Koulibaly al centro della difesa. Tutte domande da rivolgere a Rafa Benitez che non può limitarsi a dare spiegazioni smozzicate sui
continui errori del reparto arretrato, ma deve trovare pronte soluzioni. Se poi a tutto ciò si aggiunge il secondo errore di Higuain dagli undici metri, allora la frittata è fatta. Troppo lento il tiro del Pipita ben intuito da Sportiello che sventa la minaccia. Va detto anche che l’Atalanta è stata penalizzata dall’uscita di Cigarini, peraltro giusta. Tuttavia se non fosse uscito l’ex centrocampista azzurro, l’undici orobico avrebbe forse vinto la partita. Eora per concludere questo trittico settimanale c’è la Roma forte dei suoi 7 punti di vantaggio. Ciò non sarebbe dovuto succedere visto il calendario favorevole iniziale del Napoli. Alla sfida i giallorossi arrivano meglio, tuttavia con evidenti problemi in difesa: mancheranno Maicon, Castan, Astori e Balzaretti, e se non recupera Manolas, al centro della difesa giocherà De Rossi. Mi aspetto una Formazione giallorossa poco attendista, difendersi non fa parte della mentalità di Garcia, se vengono per difendersi possono solo perdere la partita. Verranno a giocarsi il match dell’anno. Di contro spero che Benitez non scherzi e metta in campo la migliore formazione, dovrebbero giocare titolari Insigne e Zuniga (se sta bene) preferiti inizialmente a Mertens e Ghoulam. A centrocampo la coppia Jorginho e Diego Lopez con Inler che si accomoderà in panchina. In attacco sicuri Callejon, Higuain e Hamsik, sperando che nel caso di un possibile vantaggio Benitez non levi dal campo lo slovacco e Insigne, due suoi cambi tipici. Infine speriamo che Albiol sia in serata e non soffra troppo le insicurezze del giovane Rafael. Raul era abituato a Reina che gli organizzava la difesa, ora deve fare da sé.
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C’ERA UNA VOLTA IL DERBY DEL SOLE Marco Martone
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apoli - Roma non è mai stata una partita come le altre. Negli anni ’80 era una festa di colori e di amicizia, grazie a due tifoserie gemellate e unite dalla rivalità con la Juventus. In epoca più recente, quelle stesse tifoserie, sono diventate tanto nemiche da rendersi perfino odiose. Napoli Roma, una volta definito derby del sole, si giocherà sul campo e sugli spalti, dove i sostenitori giallorossi non ci saranno, ma dove serpeggeranno nervosismo e rabbia per tutto quello che è accaduto nel maggio scorso, prima della finale di Coppa Italia. La morte di Ciro Esposito, l’omicidio di un ragazzo di 28 anni, per mano di un criminale, una vicenda non del tutto ancora chiarita ma che ha lasciato dietro di sé una scia di sangue e di dolore. Tutto questo, non può non pesare su un evento che dovrebbe essere solo sport e agonismo e che invece è qualcosa di più grande e (speriamo di sbagliare), anche più pericoloso. I tifosi della Roma, che mai hanno preso le distanze da Gastone De Santis (il presunto assassino, ndr), verso il quale, anzi, hanno sempre avuto parole di incoraggiamento e stima, hanno riproposto mercoledì sera la solita sequela di offese e volgarità contro la tifoseria azzurra. La parte più accesa del tifo partenopeo, certo, non è composta da mammole. Bene sarà dunque tenere l’attenzione molto alta, perché sarebbe
delittuoso dover fare la cronaca di atti di violenza, invece che raccontare di gol segnati e rigori sbagliati. A proposito di rigori! Che questa sia, per il momento, una delle annate più storte della recente storia del Napoli, ce ne eravamo accorti già da qualche settimana. A dispetto di chi sa solo e sempre criticare, squadra, tecnico e società, il pareggio di Bergamo dice prima di ogni altra cosa, che agli azzurri non ne va una buona! Ancora una volta la squadra di Benitez, che paga il solito stucchevole errore difensivo, deve fare i conti con le parate strepitose del portiere avversario, con salvataggi sulla linea, gol sbagliati in maniera incredibile e con un altro rigore sbagliato da Higuain (e sono due), che costa al Napoli altri due punti fondamentali. Peccato, perché la vittoria avrebbe trascinato il Napoli, definito da tanti come una squadra da retrocessione (!), al terzo posto, dietro una Juventus che non appare nel suo momento migliore e una Roma che vince ma non sempre convince. Guardiamo avanti, però, guadiamo alla Roma e alla gara più attesa, per tanti motivi, da parte dei tifosi azzurri. La speranza è che sia una partita di calcio, punto e basta e che il Napoli sappia riemergere dalla rabbia e la delusione provocate da un pareggio amaro, che ha lasciato in molti tifosi quelle strana sensazione della sconfitta.
È LA GARA DELLA SVOLTA, VIETATO FALLIRE Fabrizio Piccolo
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ccola, LA partita. Anche senza il fascino della notturna, anche se non c’è una classifica che autorizzi sogni troppo ambiziosi, anche se è vietata alla tifoseria ospite (ed è giusto così). Perché per me Napoli - Roma è LA partita, quella che non si può sbagliare mai, quella che non voglio perdere neanche a bocce. Fu il 3-0 alla Roma in semifinale di Coppa Italia l’anno scorso a ridare senso e vigore a tutta la stagione e fu il risicato 1-0 in campionato subito dopo, sempre contro di loro, a rendere meno anonimo un finale senza grossi obiettivi in palio. Perché quando davanti c’è la Roma io ci vedo (giallo)rosso. E non c’entra Gastone, non c’entra Genny ‘a carogna, non c’entra il treno devastato alla stazione nel 2007. C’entra solo l’ingiustificata supponenza del popolo romanista che ha trovato in Garcia il degno nocchiero di una tracotanza troppo spesso giustificata. Son quasi contento che da due anni a questa parte la Roma s’è riscoperta competitiva, non c’era quasi più gusto a vederla affondare tra i Luis Enrique, gli Zeman, gli Andreazzoli e le polemiche autoctone che solo lì sanno autoalimentarsi. Ora che la Roma è una big vera batterla è più bello. Perché il Napoli questa la deve vincere, per dimostrare di essere in grado davvero
di potersela giocare con tutti e di poter vincere. Fino a poco fa quest’etichetta s’era rovesciata: da squadra capace di battere chiunque potenzialmente, s’era trasformata in formazione che con chiunque poteva prenderle, dal Chievo all’Udinese. Ora c’è il test contro una grande. A San Siro con l’Inter la risposta è stata incerta e incompleta. Questa può essere la gara della svolta per una stagione ancora indecifrabile, figlia di troppi equivoci e di malumori amplificati all’ennesima potenza. Se c’è un modo per recuperare il terreno perduto e tornare a spaventare il campionato – ma con inevitabili e positive conseguenze anche sul resto degli obiettivi, dall’Europa League alla Supercoppa Italiana che pure s’approssima – è quello di mettere in ginocchio quella che viene considerata la favorita dello scudetto. Quella Roma che spende sul mercato (e sbaglia anche tanto, che fine hanno fatto Cole, Emanuelson, Ucan? E Astori e Yanga-Mbiwa sono davvero meglio di Koulibaly?) che sta per costruire lo stadio nuovo, che ha una proprietà solida e ingombranti presenze fisse nella tv di stato. Ora e non mai più. Ora e ancora. Perché NapoliRoma non è una partita come le altre. E la svolta può arrivare con la prima carezza di novembre.
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1 novembre 2014 26 OTTOBRE 2014
NAPOLI Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; David Lopez, Jorginho (71' Inler); Callejon, Hamsik (85' Henrique), Insigne (78' Mertens); Higuain. A disp.: Andujar, Colombo, Mesto, Radosevic, De Guzman, Michu, Zapata. All.: Benitez Marcatori: 1' Hallfredsson, 66' Nico Lopez (H); 44' 58' Hamsik, 68' 84' 91' Higuain (N), 76’ Callejon
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Hellas Verona (3-5-2): Rafael; Moras, Marques (73' Saviola), Sorensen (64' Nico Lopez); Martic, Ionita, Tachtsidis, Hallfredsson, Brivio; Gomez, Toni (63' Nenè). A disp.: Benussi, Gollini, Rodriguez, Gonzalez, Jankovic, Luna, Agostini, Campanharo, Valoti. All.: Mandorlini Arbitro: Gervasoni Ammoniti: Jorginho (N), Ionita (H)
1 novembre 2014
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Un gol di Halfredsson dopo 27 secondi gela il San Paolo, ma è la serata di Hamsik, lo slovacco avvia la rimonta, poi si sveglia il Pipita e per il Verona sono dolori
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1 novembre 2014 29 OTTOBRE 2014
ATALANTA Atalanta (4-5-1): Sportiello; Benalouane, Stendardo, Cherubin Del Grosso (34' st DramĂŠ); Raimondi (29' st D'Alessandro), Baselli, Cigarini, Migliaccio, Moralez (40' st Carmona); Denis. A disp: Frezzolini, Scaloni, Bellini, Biava, Molina, Zappacosta, Spinazzola, Bianchi, Boakye. All.: Colantuono Marcatori: 12' st Denis (A), 40' st Higuain (N)
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NAPOLI
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Napoli(4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam (44' st Zapata); Inler, D. Lopez (29' st Jorginho); Callejon, Hamsik (19'st Insigne), Mertens; Higuain. A disp.:Andujar, Colombo, Henrique, Britos, Mesto, Radosevic, De Guzman. All.: Benitez Arbitro: Damato - Ammoniti: Benalouane, Raimondi (A), Ghoulam, Mertens (N) - Espulsi: Cigarini (A)
1 novembre 2014
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Povero Benitez, che ci può fare, la squadra gioca bene e domina, ma la difesa lo tradisce di nuovo. Ma il Napoli ci crede e pareggia, peccato che Higuain si faccia parare il rigore decisivo
1 novembre 2014
1984-2014: TRENTANNI DI DIEGHITUDINE Quell’infinita notte di giugno, lì dove nacque il sogno… Bruno Marra
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ravamo in fondo a una calda estate di giugno. L’aranciata nelle bottigliette di vetro e i ghiaccioli a 100 lire erano la nostra ricchezza. Ma quel giorno non avevamo né fame, né sete. La vetrina delle meraviglie stava per chiudere. Ciro del Bar stava abbassando la saracinesca. Ciro era il nostro informatore di fiducia, con la radiolina Phonola sempre accesa e attaccata al muro, quando internet non era neppure sul vocabolario. “Ciro che dice ‘a radio?”. Ciro non teneva manco la forza di girarsi. Presi io il coraggio della disperazione. “Ciro pe’ favore, che dice ‘a radio!?”. Ciro si voltò senza guardarci. “È fernuta guagliù, Maradona nun vene cchiù…”. Il silenzio assoluto fu interrotto da Luca che diede un pugno al cielo. “Ma che ne sape ‘a radio! Aspettamm dimane!” Non c’era nessun domani, era l’ultimo giorno di mercato. Un minuto solo cancellò il nostro futuro. Cristian strinse gli occhi rassegnato come prigioniero di un presagio: “Lo sapevo, ‘o sapevo io, siamo una città maledetta, tenimm ‘na maledizione ncuollo. Nun vincimm maje! Non vinceremo mai…”. Urlava e singhiozzava, voltò le spalle e si avviò a casa. Non voleva farsi vedere mentre piangeva. Ce ne tornammo anche noi. Il cammino dell’ultima speranza. Ma quella strada che ci divideva dalle case nostre sembrava davvero un Golgota. Televisione, telegiornale, senza passare per la cena. E che vuoi mangiare. Al primo canale un omino in grigio con lo sguardo scuro ci diede la notizia: “è sfumato il sogno del Napoli, Maradona resta a Barcellona”. Teneva ragione Ciro. E subito dopo passò il servizio con i gol di Diego, giusto per darci l’ultima coltellata. Ma al rientro in studio quell’uomo grigio diventò un re Magio. “Attenzione ci dicono che si è riaperta la trattativa per Maradona”. BUM! Credo che esattamente in quel momento un gigante avesse dato un pugno al centro del Mondo. Iniziò l’onda sismica, un tam tam che si scatenò porta a porta, balcone per balcone, palazzo per palazzo, quartiere per quartiere. Eravamo sospesi tra le onde del mare, aspettando che arrivasse il messaggio nella bottiglia. Telefonini, antenne, parabole, piattaforme al tempo erano fantasie da Odissea nello Spazio. Le uniche tv possibili erano quelle private che quel
giorno diventarono più importanti della CNN. Perché ad un certo punto della notte, come per il discorso del Presidente a Capodanno, le televisioni trasmisero a reti unificate una sola scritta enorme: MARADONA È DEL NAPOLI. Una frase che lampeggiava forte come a scandire il ritmo del nostro cuore. Prendo il telefono, quello con la rotella al centro. Chiamo Luca, sette interminabili giri di ruota. “Pronto!” Non so chi risponde. Forse il padre, il fratello, lo zio, il nonno, un’intera generazione tutta insieme. Sento solo urlare. Scendo, vado da Cristian. Mia madre palpita: “Ma addo vaje, scinn a chest’ora!?”. “Sì, a chest’ora!” Busso la porta al secondo piano, Cristian lo ritrovo come lo avevo lasciato. Piangeva e chiagne ancora. Ma stavolta le lacrime hanno un altro colore, bianche di splendore. Mi abbraccia forte e non ci crede: “è vero Brù? E’ ‘o vero!?”. “E’ ‘o vero, è ‘o vero”. Scendiamo nel parco. Il primo che vedo è Luca. Lui non c’ha la tenerezza in volto, no, tiene la faccia da guappo. Quella che chissà quante volte si era sognato. Sembra il re di Napoli, fiero con una bandiera azzurra in mano. Lui il più piccolino, ‘o cchiù piccerillo, con addosso l’orgoglio di un’intera famiglia. Cominciammo a correre, cantare: “Diego-Diego”. Il mantra della nuova Terra Santa. Bussavamo i citofoni di quelli che conoscevamo e anche di chi neppure sapevamo. La gente si affacciava, alluccava: guagliù che state cumbinanno, che sta succerenno!? Che sta succedendo. Stiamo vincendo. Per la prima volta della nostra vita. Chest sta succerenno. Stamm vincenn. In quella infinita giornata di giugno, lì dove nacque il sogno. La prima notte di beatitudine che ci condusse all’alba di trentanni di Dieghitudine.
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VIGNETTONE
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PRIMAVERA AGLI OTTAVI DI COPPA Attilio Marchionne
Se si eccettua il passaggio del turno di coppa Italia da parte della Primavera di Saurini, le uniche notizie positive che arrivano dal vivaio azzurro provengono dai Giovanissimi di Carnevale peraltro fermi il turno scorso, la Primavera stessa e gli Allievi di Liguori si fanno imporre pareggi e la vetta è sempre più lontana. PRIMAVERA Napoli Primavera agli ottavi di finale dopo aver battuto in gara secca 1-0, grazie a un’autorete di Rescigno, il Catania ai tempi supplementari. Vittoria sofferta arrivata dopo una partita intensa e combattuta e per questo ancor di più apprezzato il risultato finale. Ora il Napoli affronterà in trasferta a Formello la Lazio. Una sfida infinita tra Napoli e Catania anche perché gli etnei sabato scorso in campionato avevano fermato gli azzurri sullo 1-1 a Torre del Grifo col Napoli che aveva finito in inferiorità numerica e sempre dopo una gara dall’alta intensità emotiva e fisica. Questo risultato costringe ancora una volta gli azzurrini a rimandare l’assalto alle posizioni di vertice della classifica dove a far la voce grossa c’è sempre l’imbattuta Roma. E ora i punti di distanza dal vertice sono già 10.
SQUADRA ROMA BARI CATANIA LAZIO TERNANA EMPOLI LATINA LIVORNO NAPOLI PALERMO FROSINONE CROTONE VICENZA
Prossimo turno: 1/11 Napoli - Bari ALLIEVI Reti inviolate tra Napoli e Latina nella settima giornata del campionato Allievi. Un pareggio che lascia l’amaro in bocca agli azzurrini di Liguori. Gli ospiti, molto ben messi in campo, si sono limitati ad agire di rimessa e il Napoli ha sempre sbattuto contro la forte difesa ciociara. Nella prima frazione la gara la fanno gli azzurri che sfiorano con Cioffi di testa ma soprattutto con Negro che trova Neri pronto alla parata. Nella ripresa tanto agonismo e poco gioco da entrambe le parti. Russo sfiora il gol ma la difesa romana si salva in extremis. Nel finale Shaeper si supera su Valente, deviando con le dita un tiro preciso. In classifica domina la Roma con sette vittorie su sette, e 18 gol fatti e due subiti, che il Napoli affronterà domenica prossima.
AVELLINO
SQUADRA ROMA LAZIO AVELLINO NAPOLI PALERMO PERUGIA CATANIA BARI LATINA FROSINONE PESCARA CROTONE V. LANCIANO
Prossimo turno: 2/11 Roma - Napoli GIOVANISSIMI Chi invece non perdono un colpo sono i Giovanissimi, affidati quest’anno a Massimo Carnevale, sei vittorie consecutive e primo posto in graduatoria davanti al Palermo, già staccato di ben cinque punti, col Trapani indietro di un’altra lunghezza. Chi invece ha rallentato è la Salernitana, partita bene, ma reduce da un tonfo casalingo e un pareggio scialbo in trasferta. Dunque Napoli in fuga e tutte le altre all’inseguimento con gli azzurri che mostrano i muscoli: ultima vittima nell’ordine il Catanzaro battuto a domicilio 1-2. Un segnale davvero incoraggiante vedere il Napoli in vetta, visto che il cambio di guida tecnica avrebbe potuto squilibrare il gruppo. Insomma, prosegue la tradizione positiva dei Giovanissimi, peraltro unica compagine approdata l’anno scorso alle finali nazionali. Prossimo turno: 2/11 Napoli - Reggina
TERNANA
SQUADRA NAPOLI PALERMO TRAPANI SALERNITANA REGGINA CROTONE CATANIA PAGANESE CATANZARO MESSINA COSENZA VIGOR LAMEZIA
Pt. 19 16 14 13 10 10 9 9 8 8 7 5 4 3
G. 7 7 7 7 7 7 6 7 6 7 7 7 7 7
V. 6 5 4 4 3 3 3 3 1 2 2 1 1 1
N. 1 1 2 1 1 1 0 0 5 2 1 2 1 0
P. 0 1 1 2 3 3 3 4 0 3 4 4 5 6
Gf. Gs. 20 4 15 11 9 7 20 9 14 13 6 6 11 7 10 11 8 7 11 12 5 18 7 13 11 19 3 13
Pt. 21 16 15 14 13 9 8 8 7 7 7 6 5 1
G. 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7
V. 7 5 5 4 4 3 2 2 1 2 2 1 1 0
N. 0 1 0 2 1 0 2 2 4 1 1 3 2 1
P. 0 1 2 1 2 4 3 3 2 4 4 3 4 6
Gf. Gs. 18 2 13 3 12 9 9 7 9 6 12 13 6 7 5 10 5 6 7 9 7 9 7 10 3 10 2 14
Pt. 18 13 12 11 10 8 7 7 4 4 4 3
G. 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
V. 6 4 4 3 3 2 2 2 1 1 1 0
N. 0 1 0 2 1 2 1 1 1 1 1 3
P. 0 1 2 1 2 2 3 3 4 4 4 3
Gf. Gs. 18 4 9 4 11 10 8 4 7 5 7 7 9 10 5 6 8 11 6 10 5 11 2 13
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UN MERCOLEDÌ DA… LEONCINI Carlo Longobardi
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rmai è ufficiale: questo campionato metterà a dura prova le vie biliari di tutti i tifosi napoletani. Ma, tuttavia, può nascondere tanto di buono, nonostante il paradossale diluvio di punti persi, in particolare nei minuti finali. Probabilmente abbiamo scontato più del dovuto lo sgarbo fatto in famiglia, ai fratelli genoani, da De Guzman, in quel di Marassi. Il livello certamente mediocre della competizione ci ha consentito, però, di mantenere una “accettabile” linea di galleggiamento e ci vede in condizione di poter accedere rapidamente ai posti a noi più consoni, tenuto conto della ritrovata condizione atletica e del gioco espresso nelle ultime gare. Benitez, finalmente, sta abbandonando sempre più spesso il taccuino odiato ai più, suda, lotta con le sue stesse braccia in panchina, ed esulta anziché segnare appunti con linee rette, parabole e freccette incomprensibili. Il suo napoletanissimo quanto frastornante tiki taka sta iniziando a produrre gli auspicati frutti e la dorsale centrale, composta da Albiol, Hamsik e Higuain sta, lentamente, riappropriandosi del suo ruolo portante, anche se, a tal proposito, è opportuno formulare alcune precisazioni: il lungagnone spagnolo, clone lungo di Gino Fastidio di “made in sud”, sta alternando prestazioni e azioni sorprendenti (la sgroppata e assist al Pipita in Napoli – Verona è da copertina) a dormite clamorose e inaspettate che lasciano interdetti. Lo slovacco-napoletano, che dovrebbe adeguarsi alla moda e accorciare la scopa che da tempo risiede sulla sua testa, ha recuperato il dinamismo che nella zona tra
centrocampo e attacco provoca sfracelli ma, forse per la troppa adrenalina che lo accompagna da tempo, difetta nell’ultimo passaggio che spesso somiglia più a una palla di cannone inglese che a un delicato assist per i compagni. E poi il Pipita, o Pepita che dir si voglia, esempio cristallino di classe pallonara allo stato puro, giocatore capace di deliziare con una mezza finta, con dribbling secchi e giocate da super campione ma che esprime, purtroppo, due evidenti problemi: un eloquio troppo fluente e irrefrenabile e la sindrome de “o’pallone è o mio!!!”. Il primo disagio gli provoca talvolta ammonizioni superflue ed evitabili, il secondo problema, che in qualche modo è legato al primo, lo fa strafare e presentare prima di chiunque altro sul fatidico dischetto produttore di gioie e… dolori. Ma, purtroppo, sul tema non c’è nulla da fare, lui è così: non le manda a dire per vie traverse (e sta imparando anche il napoletano…!!), e il desiderio smodato, assolutamente condiviso, di spaccare la porta dagli undici metri gli fa perdere la necessaria, doverosa, calma. A noi non resta altro che condividere il tourbillon di emozioni e continuare ad amarli intensamente, con la consapevolezza e l’auspicio che, prima o poi, si possa davvero trasferire ai nostri quella profonda determinazione interiore, quell’atteggiamento che modifica naturalmente l’espressione facciale, quell’insieme di modalità corporee ed espressive che meglio interagiscono con l’avversario, quella inspiegabile foga che trasforma i leoncini in re della foresta: ovvero, a’ cazzimma.
C'ERAVAMO TANTO AMATI Mario Passaretti
I
l Derby del sole ha un fascino particolare. Una rivalità calcistica che ha sempre contrapposto due grandi tifoserie, molto calde ed appassionate. Una sorta di potenziale rivincita sociale contro i “potenti” del nord. Un’Italia che ha sempre guardato dall’alto le due squadre ritenendole inferiori socialmente e soprattutto calcisticamente. Due tifoserie che dal lontano 25 ottobre 1987, in un Roma-Napoli finito 1-1 erano gemellate dando vita sugli spalti a dei veri e propri spettacoli folcloristici. Un gemellaggio interrottosi bruscamente per l’esultanza di Salvatore Bagni sfociata in quello che fu definito il gesto dell’ombrello. Da quel momento altro che due tifoserie unite, altro che rappresentanti di un Sud volenteroso di riscattarsi a dispetto del sempre dominante Nord. Da lì nacque una rivalità non solo calcistica culminata tragicamente con la morte del giovane tifoso partenopeo, Ciro Esposito, avvenuta lo scorso 3 maggio in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina giocatasi proprio a Roma. Scritte vergognose, accuse contrastanti, immagini devianti fino a “mi-
nacciarsi” tramite i social network. Tensione accumulatasi e acuita dai vari tg, radio e giornali ma che domani sugli spalti verrà messa da parte (come noi tutti ci auguriamo) per dar vita ai vecchi folcloristici spettacoli ovviamente speranzosi in un Napoli vincente e brillante con una vittoria da dedicare a Ciro che anche da lassù tiferà per gli azzurri.
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GRUPPO A
GRUPPO C
GRUPPO B
Villarreal CF VfL Borussia Apollon Limassol FC FC Zürich
7 5 3 1
Torino FC Club Brugge KV FC København HJK Helsinki
FC Salzburg Celtic FC GNK Dinamo Zagreb FC Astra Giurgiu
Sevilla FC R. Standard de Liège HNK Rijeka Feyenoord
7 7 3 0
Everton FC VfL Wolfsburg LOSC Lille FC Krasnodar
5 5 4 1
GRUPPO F
FC Dinamo Moskva PSV Eindhoven Estoril Praia Panathinaikos FC
GRUPPO H 5 4 4 3
Tottenham FC Beşiktaş JK Asteras Tripolis FC FK Partizan
GRUPPO E
GRUPPO D
GRUPPO G
7 5 4 0
9 4 3 1
FC Internazionale Qarabağ FK AS Saint-Étienne FC Dnipro
7 4 3 1
GRUPPO J 5 4 3 2
FC Steaua Bucureşti FC Dynamo Kyiv Aalborg BK Rio Ave FC
6 6 6 0
21 GRUPPO K ACF Fiorentina EA Guingamp PAOK FC FC Dinamo Minsk
GRUPPO I
GRUPPO L 9 4 3 1
Legia Warszawa Trabzonspor AŞ KSC Lokeren OV FC Metalist Kharkiv
9 6 3 0
BSC Young Boys
6
AC Sparta Praha
6
SSC Napoli
6
ŠK Slovan Bratislava
0
GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE ORE 21,05
NAPOLI VS YOUNG BOYS
TUTTI AL SAN PAOLO
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E
d eccoci alla vera sfida “stellare” della stagione, perché, dalla tribuna d’onore del cielo, ci sarà anche la “stella” Ciro a fare il tifo per quei colori che lo hanno fatto diventare un martire. Mi auguro (e sono certo) quindi, che per rispetto a Lui e alla sua famiglia, il pubblico napoletano sia di esempio a tutta l’Italia con solo messaggi e canti pro Napoli, e senza nessuna azione, anche solo verbale, violenta verso la tifoseria giallorossa. Con questa partita, comunque, Napoli e Roma tornano, finalmente, al calcio giocato e, per le stelle, dovrebbe essere una partita spettacolare. Certo è davvero un peccato che, a Bergamo, si siano gettati al vento altri due punti, perché questa sfida avrebbe potuto già rilanciarci nelle speranze di inizio stagione, quando anche De Laurentiis (allora protagonista e non comparsa come ora) parlava di scudetto. Certo c’è stata tanta sfiga, ma, al di là del rigore sbagliato da Higuain e dell’incredibile gol fallito da Callejon che rendono il calcio bello proprio perché imprevedibile, c’è una conferma davvero preoccupante legata alle prestazioni costantemente mediocri del nostro portiere Rafael e a quelle in caduta libera (dal girone di ritorno del campionato scorso) di Albiol, ormai vero e conclamato punto debole della difesa azzurra. D’altronde basta vedere la classifica per capire che il grande “peccato originale” del mercato fallito, è stato quello di non rinforzare la difesa; infatti il Napoli, pur avendo segnato un gol in più di Juve e Roma (18 contro 17), ha subito ben 8 gol in più (12 contro 4) e quasi tutti con squadre che sono dietro in classifica e che sono costati i 7 punti di differenza dalla vetta. Ho sottolineato questo punto perché poiché questa importante gara si gioca con la Luna in acquario e Mercurio in bilancia,
tra i protetti della Roma ci sono i gemelli Gervinho e Iturbe, il bilancia Totti e l’ariete Pjanic e, quindi, se la difesa confermerà le sue lacune, per vincere o per non perdere, sarà necessario, a parer mio, fare almeno 2 gol. E se inizialmente ho parlato di probabile sfida spettacolare, è perché questo cielo rende possibili anche le reti azzurre, proteggendo i biotrend astrali del sagittario Higuain, del gemelli Insigne, dell’acquario Callejon e, se sarà utilizzato, dell’ariete Zapata. Sfida all’ultimo gol, quindi, anche se il cielo è positivo anche per le difese e il resto delle squadre con buone protezioni, nel Napoli, per i gemelli Rafael e Koulibaly, per gli acquario Ghoulam e Maggio, per il bilancia Lopez e, se giocherà, Henrique, per il sagittario Jorginho e, con luci e ombre, per il leone Hamsik. Unico non protetto il toro Mertens. Nella Roma invece, astri positivi anche per l’ariete De Sanctis, il gemelli Torosidis, il bilancia Manolas, il sagittario Cole, il bilancia Liajic; luci e ombre per i leoni De Rossi e Maicon, e possibili imprevisti per i toro Nainggolan e il portiere Skorupsky. Il mio pronostico stellare, quindi, considerando anche un cielo leggermente migliore per l’ariete Benitez rispetto al pesci Garcia, è un 1X con l’X al 60%, e immagino anche un partita con GG.
“Le Bollette delle… stelle” NAPOLI - ROMA EMPOLI - JUVENTUS LAZIO - CAGLIARI MILAN - PALERMO SAMPDORIA - FIORENTINA UDINESE - GENOA
LISCIA 1X X2 1X 1X 1X 1X
GASSATA GG 2 GG 1 GG 1
FRIZZANTELLA 1X GG GG 1 UNDER 1
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