Cuore azzurro n°172 del 03.03.2018

Page 1

Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XIII­Nr.172 del 03/03/2018





Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo,Armando Lupini,Bruno Marra,Carlo Longobardi,Fabio Rea Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007


Fino all'ultimo respiro!

di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.)

Un Napoli eccellente cala il pokerissimo, un 5 a 0 senza storia quello degli azzurri a Cagliari, merito delle reti di Callejon, Mertens, Hamsik, Insigne e Mario Rui, una cinquina che regala a Sarri la decima vittoria consecutiva in stagione, andando momentaneamente a +4 sulla Juve in attesa del match di recupero con l’Atalanta. Ritmi alti sin dalle prime battute di gioco, col Napoli che sfiora ben due volte il vantaggio nei primi 5 minuti, prima con un tiro­cross di Callejon di poco a lato e poi con una girata di Insigne dall’interno dell’area piccola, conclusione debole che termina tra le braccia di Cragno; ma il Cagliari non ci sta e su capovolgimento di fronte va a sua volta vicina al gol con l’ex Pavoletti, che impegna due volte Reina da buona posizione (destro al volo prima, poi con colpo di testa), trovando entrambe le volte l’attenta risposta del portiere spagnolo. Break di Allan, favoloso, che ruba palla a Padoin, il brasiliano avanza e crossa per Callejon che calcia di prima col destro mandando la palla all’angolino per l’1­0 degli azzurri. La squadra di Sarri non si ferma, attacca con continuità e al minuto 42’ trova anche il raddoppio con il solito Dries Mertens, che sfrutta il cross di Hysaj, anticipa Ceppitelli e realizza il 2­0, risultato con cui termina la prima frazione. Nel secondo tempo la squadra di Sarri rientra in campo con la stessa grinta dei primi 45 minuti, spingendo forte sull’acceleratore alla ricerca di altre realizzazioni che puntualmente arrivano ad opera del capitano Marek, Insigne su rigore ( da lui stesso procurato) e per finire con una splendida punizione” maradoniana” dell’ottimo Mario Rui, super festeggiato dai compagni. Neanche il tempo per gioire che giunge la Roma al S. Paolo con una partita serale a seguire la sfida dei bianconeri con la Lazio, eliminata rocambolescamente dalla finale dei TIM Cup dal ritrovato Milan, lo stress continua ma i nostri guerrieri possono, almeno psicologicamente, vedere gli avversari a rincorrere dopo la flebile fatica della sfida con gli orobici in settimana. Lo stadio attende i cugini giallorossi con la passione di sempre ingigantita dalle stupende prestazioni degli azzurri Non c’è dubbio che la Roma non sia in un buon periodo. I risultati sono pochi, la squadra non diverte, sotto accusa Di Francesco ma anche alcuni blasonati giocatori rei, a quanto si dice, di creare tensioni interne. Un calo di forma evidente ma che non lascia certamente tranquillo il Mister sempre più teso in panchina a divorare il suo mozzicone, la reazione imposta in Europa League è stata eloquente si pretende la massima concentrazione anche nelle amichevoli di Castevolturno. Sarà questa la chiave vincente, l’aspetto mentale fondamentale in una fase di un campionato a dir poco avvincente ma ridotto alla lotta ai vertici di sole due squadre, l’amara considerazione che i padroni del mondo calcistico italiano sono sempre gli stessi, vuoi per una grande solidità economica ma anche per una presenza in tutti i settori indirettamente collegati. Bisogna sfatare questo tabù e solo il Napoli di Sarri ne ha la capacità esprimendo un gioco spettacolare ammirato da tutta Europa. Forza Campioni …. !



Ciao Carlo,cercherò il tuo sguardo anche oggi

di Fabrizio Piccolo

C'è Napoli­Roma, c'è uno scudetto vicino, c'è la lotta con la Juve, ci sarebbero tante cose da dire ma io non ce la faccio ancora. Vorrei pensare a chi stasera, in quella tribuna dove era sempre seduto, non c'è più. Carlo Carione ci ha lasciato all'improvviso una brutta notte di qualche giorno fa ma il dolore e i ricordi non si cancellano. Il dolore, forse, passerà perchè il tempo sa essere medicina anche quando siamo sicuri di non riuscire a superare le sofferenze ma i ricordi resteranno. Non era solo un bravo giornalista, Carlo, era una persona umile, buona. Ed era un amico forte e sincero. Finto burbero dal cuore d'oro. Polemista di facciata dai sentimenti cristallini. Lo penso e lo rivedo, nei suoi maglioni colorati e con la sua andatura lenta, con quegli occhi un po' tristi e davvero non riesco a credere che voltandomi non lo ritroverò stasera. In Rai era la voce moderata che tutti hanno conosciuto ma Carlo era tanto di più. Lo conobbi pochi mesi dopo il primo scudetto e gli dico addio – chissà – pochi mesi prima del terzo. In mezzo tutta una vita, la sua di uomo vecchio stampo, che ha sempre anteposto dignità e umanità a qualsiasi cosa, che senza mai alzare la voce, mai urlare, mai sgomitare ha dovuto sudarsi ogni piccola e sempre meritata conquista. E la mia che anche grazie a lui sono cresciuto e ho imparato tanto. Carlo mancherà a tutti quelli che l'hanno conosciuto, foss'anche per poche ore, perchè sapeva fare della discrezione e dell'educazione un marchio che non si dimentica. Ha scritto sui quotidiani, ha lavorato all'ufficio stampa del Napoli, ha scritto libri, occupandosi di calcio maggiore e minori e di tanti sport, è diventato una voce e un volto tv ma rimanendo sempre uguale. Uguale a quando lo conobbi la prima volta, avendo poi nel tempo la fortuna di diventargli amico. E so che stasera mi girerò ancora cercando il suo sguardo pacato. Sicuro, in ogni caso, di rivederlo perchè resterà dentro di me. Ciao, Carlo. Ciao amico mio.

Riposa in pace



Napoli­Roma: i precedenti

di Fabio Rea

Dopo la splendida goleada di Cagliari, ad attendere gli azzurri vi è un notevole banco di prova rappresentato dalla Roma di Di Francesco. I giallorossi, pur non essendo nel loro miglior periodo di forma, restano avversari di spessore, vantando anche una buona tradizione al “San Paolo”. Infatti, i capitolini sono l’unica squadra ancora imbattuta nel catino di Fuorigrotta durante la gestione di Mister Sarri. Ecco alcuni numeri dell’antico “derby del Sole”: 1° partita in assoluto 24/06/1928 ­ Napoli 2 – 0 Roma (10’ Ghisi I, 53’ Zoccola) – Coppa Coni 1° partita in A 13/04/1930 ­ Napoli 1 – 1 Roma (15’ Bernardini, 33’ Vojak I) 1° vittoria Napoli in A 08/03/1931 ­ Napoli 3 – 0 Roma (2’ e 46’ Mihalic, 55’ Sallustro II) 1° vittoria Roma 18/12/1932 ­ Napoli 1 – 2 Roma (46’ Eusebio, 47’ Vojak I, 67’ Volk) – Serie A Massima vittoria Napoli 12/12/1971 – Napoli 4 – 0 Roma (42’ e 65’ Esposito, 60’ Altafini, 67’ Pogliana) – Serie A 19/10/1980 – Napoli 4 – 0 Roma (24’ aut. Romano, 32’ Pellegrini III, 56’ aut. Di Bartolomei, 61’ Nicolini) – Serie A


Massima vittoria Roma 22/06/1947 – Napoli 0 – 3 Roma (42’ Salar, 52’ e 67’ Krieziu) – Serie A 08/12/2005 – Napoli 0 – 3 Roma (39’ Aquilani, 40’ Nonda, 83’ Okaka) – Coppa Italia 25/01/2009 – Napoli 0 – 3 Roma (18’ Mexes, 32’ Juan, 49’ Vucinic) – Serie A Totali incontri: 83 Vittorie Napoli: 36 (32 in A, 3 in Coppa Italia, 1 in Coppa Coni) Pareggi: 23 (22 in A, 1 in Coppa Italia) Vittorie Roma: 24 (18 in A, 6 in Coppa Italia) Reti Napoli: 110 (96 in A, 12 in Coppa Italia, 2 in Coppa Coni) Reti Roma: 86 (70 in A, 16 in Coppa Italia)


Da qui all'eternità

di Carlo Longobardi

L'ennesima sinfonia ascoltata, più che vista, a Cagliari, la "decima" che è andata oltre le mirabili composizioni di Beethoven, ha rischiato veramente di confondere tutto l'ambiente napoletano; troppo ammaliante l'armonia, troppo superiore e bella la squadra: sorniona quando c'era da resistere e quasi irritante nel momento dello scatto e della accelerazione. Un collettivo perfetto, un coinvolgimento di tutti gli interpreti che hanno determinato una "manita" apparentemente facilissima. Il Napoli ha dimostrato di avere, tra l'altro, una condizione psicologica eccellente e una altrettanto magnifica conduzione tecnica realizzata grazie alla maestria e l'abnegazione del "Komandante". Tutto questo non deve apparire come una campanilistica apologia di parte, ma è la descrizione della realtà che spetta in restituzione e che solo il timore latente che risiede nella testa di tutti gli appassionati tende a soffocare. Sulle spalle di ogni cuore azzurro pesa l'incursione della politica calcistica, del potere economico, del coinvolgimento di apparati vari a determinare la paura di un passo falso a favore di quelli senza tonalità colorate. Lo stesso atteggiamento che tende a lanciare la mente in arditi e auspicati incroci che ci fanno apparire una volta il Torino o la Lazio come l'interlocutore decisivo: tentativi puntualmente naufragati grazie a "tutte" le componenti sfavorevoli. Meglio continuare a puntare unicamente su noi stessi. Da qui al 20 maggio sarà tutta una immersione in apnea, un unico film vissuto senza respirare e senza tabelle, pronostici e ipotesi. I ragazzi, i nostri fantastici interpreti del migliore calcio giocato in terra italica dovranno essere soltanto affiancati e sostenuti fino a quel punto con la passione e l'entusiasmo istintivo che contraddistingue i tifosi azzurri. Tutto quello che arriverà sarà il risultato di un percorso bellissimo da ricordare e, magari, da...incorniciare. Da qui all'eternità.


Il Vignettone

di Armando Lupini


Da Porompero a Vasco.Quando dal diaframma del San Paolo nasce un capolavoro

di Bruno Marra All’inizio fu Porompompero. E fu l’incipit di una storia ultradecennale del San Paolo con le sue colonne sonore. Ogni stagione magica a Napoli ha una Hit che si trasforma in tormentone. Di solito si propaga nell’aria prima che si raggiunga l’apice del finale travolgente, l’epilogo speciale dei nostri desideri, l’happy end Holliwoodiano, o la struggente scena d’amore. E’ la canzone che nasce spontaneamente dal diaframma popolare e che accompagna le gesta dei Guerrieri Azzurri. Un po’ come il “Tema di Lara” per il Dottor Zivago, o Ennio Morricone per i capolavori di Sergio Leone. La “play list” è lunga e riporta inevitabilmente agli anni d’oro maradoniani. Il primo evergreen è certamente “oh mamma, mamma, mamma sai perché mi batte il corazon” una canzone sudamericana portata al successo in Italia nell’anteguerra da Nilla Pizzi che a Napoli riprese corpo negli Anni 80 con il remake “ho visto Maradona, oh mammà innamorato son”. E statene certi che nel mondo è più conosciuta la versione maradoniana che quella originale. Ma è esattamente di quell’epoca il coro forse più famoso mai recitato al San Paolo. Non una semplice colonna sonora, ma una nenia, una ninna nanna avvolgente ed allo stesso tempo un canto di guerra. Il famosissimo “porompompero”, una canzone senza alcun significato linguistico se non quello armonioso e melodico dell’onomatopeico. Quel canto esasperato e ridondante che uscì dalle corde vocali del San Paolo in un Napoli­Lecce di un fine febbraio di 27 anni fa. La partita finì 4­0, ma il vero spettacolo arrivò dal pubblico che cantò per quasi un’ora inininterrottamente “porompomperoperòporoporompomperoperòporoporompomperoperòporop orompopò”. Un urlo che attraverso l’intera città al punto che il giorno dopo Il Mattino di Napoli titolò in prima pagina: “Porompomperoperò”. Certificando l’inno ufficiale di quegli anni scolpiti nel marmo in cui vincemmo 2 scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia, una Supercoppa. Un periodo d’oro in cui le magie di Diego scorrevano con in sottofondo il porompompero. Ed eccoci ai tempi nostri, quando un giorno all’improvviso il San Paolo si è inventato un altro coro da brividi che si canta nelle case, nelle chiese, nelle piazze e nei vicoli di una Napoli che torna a credere ai miracoli. La base originale è quella quasi sconosciuta di “l’Estate sta finendo” un brano dei Righeira, un duo folcloristico, kitsch e strampalato che faceva numeri da avanspettacolo al Festival di Sanremo. Napoli ha trasformato quel ritornello di tanti anni fa in una canzone Cult che i nostri figli canteranno come l’Inno di un’Epoca. Ma anche “un giorno all’improvviso” ha subìto l’usura del tempo e adesso è stato soppiantato da un altro tormentone. Si tratta di una cover di un pezzo scritto da Vasco Rossi per Noemi qualche anno fa e probabilmente chi la canta ignora totalmente l’origine, come un passaparola da stadio. Il brano si intitola “Vuoto a perdere” non esattamente un titolo beneaugurante. Ma a Napoli siamo abituati a stravolgere la storia a a rivoluzionare anche una canzone. Perché abbiamo un sogno nel cuore. “Napoli torna campione”



Una manita per stabilire il giusto ordine delle cose di Francesco Basile

A Cagliari, lunedì sera, gli azzurri di Sarri hanno ottenuto una vittoria importantissima, non soltanto per i tre punti, ma soprattutto per incrementare l’entusiasmo e la consapevolezza di essere un gran gruppo ed una grande squadra di fronte a tante avversità talvolta inconcepibili. Basti pensare all’atmosfera che ha caratterizzato la vigilia di questa gara: l’uscita dalla Europa League nonostante la vittoria in Germania; Gasperini che schiera praticamente l’ Atalanta B allo Juventus Stadium con l’alibi di giocare poi con i titolari nella sfida di ritorno in coppa Italia giocata mercoledì proprio contro i bianconeri; le dichiarazioni del portiere cagliaritano Cragno desideroso di fare un regalo alla Vecchia Signora impedendo agli azzurri di tornare all’ombra del Vesuvio con i tre punti in tasca. Nonostante tutto il mondo bianconero contro, il Napoli ha stabilito il giusto ordine delle cose. Cinque gol al Cagliari e più 4 sulla Juve, che però dovrà recuperare la sfida di sabato contro l’Atalanta, rinviata per le avverse condizioni meteo. Un +4 virtuale che fa comunque bene al morale di una squadra matura e sempre più sicura della propria superiorità. In Sardegna a segno i quattro tenori, Callejon, Mertens, Hamsik, Insigne e un inaspettato Mario Rui, che, su punizione, imita il grande Diego. Che si può dire? Si è sicuramente sulla strada giusta per il traguardo tricolore, ma il cammino è ancora lungo e, come dice il mister, delle partite restanti alla fine del campionato, occorre vincerne undici e pareggiarne una.


Il giornale dei tifosi solo sui social in uscita il giorno prima o in concomitanza della partita casalinga

La radio dei tifosi ,in onda il giovedì alle 18 su Facebook sulla pagina AINC e sul sito www.cuoreazzurro.it





C'era una volta il.....gemellaggio di Marco Martone

Una volta era il derby del sole e c’era anche un bel gemellaggio, tra le tifoserie, che rendeva la gara affascinante e spettacolare, soprattutto sulle gradinate. Napoli­Roma era un incontro di colori e di emozioni, uno scambiarsi continuo di sorrisi e pacche sulle spalle. Il risultato finale veniva accettato, quasi sempre, con sportività o rassegnazione ma mai con urla, strepiti o violenza da parte di chi usciva sconfitto dal confronto. Poi un giorno tutto è cambiato e ora la sfida tra azzurri e capitolini è diventato, prima di tutto, uno scontro. Non c’è più amicizia tra le due tifoserie, non c’è più scambio di bandiere e striscioni di benvenuto, manca quell’atmosfera che rendeva magici i pomeriggi del San Paolo o quelli dello stadio Olimpico. Deriva di un calcio che non sa tutelare se stesso e che divora i propri principi e le sue poche certezze. La gara di sabato sarà un crocevia quasi definitivo per la stagione della squadra di Sarri, anche perché gli azzurri scenderanno in campo qualche ora dopo la fine di Lazio­Juventus. E se il risultato dell’Olimpico dovesse essere quello che tutti i napoletani sperano, con una Juve quantomeno bloccata sul pareggio, allora la notte di Fuorigrotta potrebbe essere davvero molto speciale. Perché ormai appare chiaro che l’unica strada per vincere lo scudetto, a meno di clamoroso e improbabili crolli bianconeri, è quella di vincere tutte o quasi le partite, senza perdere lo scontro diretto di maggio in quello stadio dove mai il Napoli è stato capace di racimolare neanche un punto. Sarà bene, però, non fidarsi di una Roma che arriva a Napoli in un periodo di forma non proprio brillante. La sconfitta interna con il Milan fa male, perché giunta al termine di una gara in cui la formazione allenata da Di Francesco non ha saputo imbastire lo straccio di un’azione degna di nota. Anche le ultime vittorie dei giallorossi, contro squadre di seconda fascia, non hanno convinto granché. Proprio per questo, però, va fatta attenzione massima ad una partita che potrebbe nascondere qualche insidia. Il Napoli però non ha alternative alla vittoria, a meno che da Roma non arrivi una buona notizia...



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.