Cuore Azzurro n°177 del 20.05.2018

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XIII­Nr.177 del 20/05/2018

Copia Omaggio

GRAZIE RAGAZZI





Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo, Bruno Marra,Carlo Longobardi,Vincenzo Breglia,Marco Martone,Armando Lupini Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007


Un anno da incorniciare!!!

Saverio Passaretti

Siamo all’epilogo di un campionato avvincente dal risultato finale incerto solo grazie al nostro grande Napoli, un’altalena di emozioni si sono avvicendate facendo apparire lo spazio – tempo paradossalmente ridotto. Partendo dalle prime di agosto con brillanti vittorie e qualificazione Champion in sequenza, un bel vedere il Napoli di Mister Sarri, tutti indistintamente debbono inchinarsi al gioco espresso corollato di un controllo totale a tutto campo e lampi di autentici fuoriclasse. La vera recriminazione è legata agli sfortunati infortuni in sequenza doppia per Milik e Goulham, nessuno poteva presagire che la squadra dovesse fare a meno dei due praticamente per l’intero campionato. Non vale rifare i calcoli su ipotetici finali modificabili da questo o quell’episodio, conta il risultato finale e questo ha sancito la settima vittoria della Signora seppure battuta in un’epica sfida a Torino grazie ad un fantastico gol della stella Koulibaly. Il Napoli ha mollato solo in poche occasioni superando tutti i record, punito dalla cattiva sorte e da un calendario obiettivamente penalizzante sotto l’aspetto psicologico, Maurizio Sarri ha pienamente ragione nel valutare tale impatto come quel “quid” capace di cambiare la storia di una partita. Scevro da tensioni, infatti, il Napoli ha fornito contro la Sampdoria una prestazione perfetta, incurante dei cori a dir poco antisportivi dei cari tifosi sampdoriani, una superiorità schiacciante. La rete di Milik, bella e fulminea, conferma quanto sottolineato, il suo pieno apporto avrebbe determinato bel altri risultati quando l’ottimo Mertens risultava meno brillante del

solito, una teoria confermata dai risultati conseguiti in pochi scampoli di partite. Il Napoli a 88 punti, record per la sua storia, non servirà a molto ma consegna all’Europa un grande club finalmente maturo, certamente da migliorare ma da non smantellare, pretestuose le opinioni di chi auspica un ritorno delle milanesi, o della Roma, come anti Juve, gli azzurri sono di diritto una squadra che può e deve combattere ogni anno per il primato. Che altre squadre ritornino a dare verve al campionato italiano è un augurio che tutti gli sportivi si augurano ma il Napoli ha il dovere di proseguire con convinzione per dare il massimo ad un pubblico unico al mondo. Il compito più arduo spetta al Presidente De Laurentiis, le offerte per i pezzi pregiati sono in aumento e questo sancisce quanto sia cresciuto il valore assoluto della squadra, occorre equilibrio ed intelligenza, la cessione del Pipita sembrò una mossa sbagliata ma si è ,poi, rilevata come vincente perché la qualità è ulteriormente aumentata con i nuovi arrivi. Disturba solo il pensiero di non essere stati più incisivi nel mercato invernale quando necessitavano rinforzi causa le defaillance per i ripetuti infortuni di quelle pedine fondamentali nel gioco schematico e brillante di Sarri. L’epilogo finale ci vede costretti a giustiziare l’undici crotonese che immeritatamente si trova a lottare per la permanenza in serie A, veramente arduo il compito di Zenga che troverà un S. Paolo strapieno di “cuori azzurri” pronti a festeggiare un fantastico gruppo di ragazzi.

Grazie Azzurri !



Maurizio Sarri


Pepe Reina


Vietato fare scansapoli con il Crotone! Fabrizio Piccolo

Da troppe parti, in questi giorni, si è letto e sentito di parte della tifoseria, specie quella da “tastiera”, invitare quasi il Napoli a lasciare i tre punti al Crotone perchè possa salvarsi (e chissà se basterebbe vincere al San Paolo per rimanere in A). Un modo, sbagliato, di delegittimare un campionato che sentono falsato, una forma di ringraziamento a chi aveva tenuto in vita un'illusione (quel gol di Simy alla Juve aveva riaperto la lotta scudetto), uno sberleffo per chi pensa di averne subìte e viste troppe quest'anno. Niente di più errato: il Napoli deve dar prova di serietà e di correttezza dando il massimo fino alla fine, senza regalare niente a nessuno visto che nessuno ha regalato niente al Napoli e soprattutto perchè questo è lo sport. E se qualcuno sbaglia, ammesso sia vero, non deve essere la squadra azzurra ad andare dietro ad un andazzo che di sportivo non ha nulla. Che giochi sul serio, che vinca e non per migliorare il record di punti ma perchè è così che si fa. Senza dire che sarebbe triste assai a fine campionato e magari tra qualche tempo, quando i ricordi si appannano e restano solo classifiche e almanacchi, certificare che a conti fatti e nonostante tutto si sia arrivati ancora ad un distacco fortissimo dalla Juventus a fine stagione. La parte buona del tifo, lo stesso campionato e tutti non accetterebbero situazioni diverse. Poi il risultato, si sa, dipende da tanti fattori e sicuramente i

calabresi avranno più motivazioni ma siano loro a dimostrare di essere più forti di questo Napoli. Senza aiuti. A Fuorigrotta deve andare in scena una festa di popolo, per una stagione che ha regalato tante emozioni e che le delusioni finali non possono cancellare. Magari sarà l'occasione per salutare e ringraziare chi l'anno prossimo potrebbe non esserci più, ma meglio farlo con una vittoria vera e pulita. Sarebbe piuttosto stupido, allora, parlare di scudetto degli onesti se i primi a cadere nell'errore fossero proprio gli azzurri. Dopo, e solo dopo, va fatta chiarezza sul futuro. Sugli obiettivi, su chi resta e su chi va via. Ma sarebbe bello anche che per una volta il tifo non si spaccasse tra guelfi e ghibellini, tra personaggi da applaudire e altri (leggasi presidente) da condannare. Sì agli applausi a Sarri ma ricordarsi che De Laurentiis nella sua gestione ha fatto tanto, portando la squadra a primeggiare, conciliando i risultati con un fatturato inferiore a quello di diverse rivali, non sarebbe sbagliato. Per una sera, sarebbe bello sentire anche grazie presidente. Nonostante tutto. Se lo merita.



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Kalidou Koulibaly


MareK Hamsik


Conoscere la strada Carlo Longobardi

Yes, I know my way, diceva Pinotto, e aggiungeva pure "ma nun' è addò m'aie purtato tu!". Questa è la risposta, legittima, che tutti i tifosi del Napoli dovrebbero urlare al vento provando ad indirizzare la rabbia non tanto contro gli avversari bianconeri ­ che hanno dimostrato in campo una grande tenuta mentale oltre a quella, risaputa, tecnica ­ ma verso quel mondo sottostante, subdolo e viscido che complica la vita di tutti coloro che provano a conquistare trofei nel calcio italiano, titoli che, invece, appaiono un miraggio o, ancor meglio, un segmento esclusivo. L'Italia anche in questo settore si sta da tempo confermando per un imposto monopolio di una noiosità assurda che rende grigia, buia e pestilenziale l'aria che si respira intorno, che continua ad essere farcita da interrogativi complottasti e da scenari melmosi. In questa trappola infernale ci siamo caduti tutti, con tutte le scarpe, noi inclusi; non c'è più tifoseria pronta ad accogliere con serenità e simpatia un altro competitore, una novità assoluta da esaltare in stagioni irripetibili, mai. Niente più Verona, Perugia, Sampdoria, Lazio o Leicester, no more. Meglio rifugiarsi nell'ipocrisia del "meglio loro" che fa pensare ad un male minore l'ennesimo trofeo senza colori che un secondo, terzo o quarto scudetto ad una squadra di pari livello o un autentico outsider. Per questo, anche per questo, abbiamo provato a distinguerci e fare da cassa di risonanza ai soprusi ed avviato, noi malgrado, un lungo percorso tendente a sottolineare in modo ossessivo qualsivoglia angheria,

comportamento che a livello nazionale ha determinato un effetto boomerang che molto spesso ci ha visti alla stregua di una "calamita di antipatie", dei piagnoni buoni più a lamentarsi che a badare alle proprie sorti sportive. É diventata una conseguenza quasi naturale, quindi, essere accompagnati da cori "contro", che auspicano eruzioni, epidemie e trovano sempre nuovi spunti dall'infinito pozzo delle idiozie: "carinerie" sempre più insistenti culminate nello splendido spettacolo di Marassi a cui si è assistito domenica sera. É stato molto difficile guardare avanti con serenità, lo stucchevole teatrino degli orrori sportivi e della monotonia è riuscito a trovare il nervo scoperto azzurro, che ha trovato il suo climax nell'espulsione di Koulibaly in quel di Firenze. Non era un crollo, non era l'esiguità della rosa o un problema fisico clamoroso: è stato l'attacco lento ai fianchi che ha avuto successo. La vittoria contro I blucerchiati lo ha chiarito meglio, la libertà di espressione ci ha fatto rivedere, intatto, il nostro meraviglioso Napoli, un gruppo che resterà nei nostri cuori always. Abbiamo imparato a "conoscere la nostra strada?", speriamo proprio di sì. Concentriamoci di più su noi stessi e iniziamo a tutelare questo splendido ingranaggio che ha tanto da dire e offrire ancora. L'utopia della vittoria si rinnova ogni volta, sarà faticoso, difficile, ma ne sarà valsa senz'altro la pena. Grazie di ogni emozione ragazzi, noi, orgogliosi, saremo qui a sostenervi con immutato entusiasmo.



Tu me diciste si 'na sera e' maggio Il ricordo del primo scudetto di 31 anni fa, quando Napoli conobbe per la prima volta Bruno Marra la felicità Quel giorno ce ne andammo sull’ultimo anello della Curva B, perché per una volta volevamo goderci lo spettacolo dal punto più alto possibile. Sospesi tra terra e cielo. Avevamo 16 anni, io e i miei tre amici di sempre. Per mesi avevamo visto i nostri padri, i nostri zii, quelli che chiamano vecchi, preoccupati, diffidenti, disillusi. Erano troppo scottati. Ed ogni volta che quel Napoli aveva un colpo di tosse si ammalavano e li sentivamo strepitare: “Io lo sapevo, mo’ ‘o perdimmo nata vota, nun vincimm mai int’a ‘sta città”. Ma nell’ultima settimana erano guariti: si abbracciavano, cantavano, piangevano. I vecchi erano diventati più giovani di noi. Quel giorno neppure lo sapevamo che era il 10 maggio, lo capimmo dopo. Tutti dicevano che ci bastava il pareggio, ma a noi non ce ne fregava niente. Sapevamo solo che era l’ultima giornata nella nostra casa e ci sembrava impossibile che tutto finisse lì. Il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì e il venerdì di soffocante emozione. Le notti del sabato in adorazione, che erano ancora più belle della domenica di

sublime splendore. Poi su di noi scese lo striscione infinito, che là sotto non si respirava. Due ore dopo arrivò dall'alto una Luce mai vista prima. E tutti urlarono come in un Miracolo. Quel giorno non vincemmo solo lo scudetto. Conoscemmo la carezza struggente e la lusinga straziante della Felicità… (tratto dal libro BruNapoli, Markommns Edizioni)


La vignetta della settimana

Armando Lupini


Allan


Lorenzo Insigne


La fine di un sogno,l'inizio di un altro Francesco Basile

Siamo alla fine della stagione calcistica 2017/2018, stagione che ci ha regalato davvero grandi emozioni, divertimento e soddisfazioni. E' giunto il momento di tirare le somme, di tracciare il bilancio "consuntivo" e preventivare quanto c'è da fare per il prossimo campionato. La stagione del Napoli è stata davvero esaltante, per ripercorrerla in toto occorrerebbero pagine intere, ma basta un unico e solo aggettivo per caratterizzarla: stagione "straordinaria". Sono stati abbattuti molti record sia individuali che collettivi; il Napoli è stato in certe partite una macchina perfetta per gioco, mentalità e maturità. Dal "patto scudetto" dello spogliatoio dello scorso luglio, per il quale alcuni giocatori si sono ridotti le ferie per iniziare prima del previsto la preparazione, è passato quasi un anno e tante cose sono successe. Gli azzurri son rimasti in vetta alla classifica per gran parte del campionato, rendendo difficile il cammino alla Juventus per la conquista del settimo scudetto consecutivo, conquista che, ahinoi, è avvenuta come era stabilito nei piani della società bianconera e in quelli del "Palazzo". Gli infortuni di Milik prima e Ghoulam poi, hanno in un certo qual modo ridimensionato le potenzialità della rosa, che, almeno ad inizio stagione, si pensava potesse essere numericamente competitiva su più fronti. Ad un certo punto, seppur non dichiarandolo

apertamente, la società ha deciso di “abbandonare” gli impegni di coppa, per puntare tutte le energie fisiche e mentali sul campionato. Decisione questa accettata dalla piazza azzurra in virtù del fine da raggiungere: cucire sulle maglie della prossima stagione il tricolore per la terza volta nella storia del club partenopeo. Purtroppo però nonostante l’impegno fisico e mentale dei nostri giocatori, che, considerando i ricambi obbligati, sono arrivati a fine stagione letteralmente spompati, lo scudetto neanche quest’anno sarà azzurro. Sarà nuovamente scolorato. E, nonostante la presa di Torino (sicuramente la partita più sentita dal popolo azzurro di questa stagione), sponda Juve, che probabilmente in un campionato onesto, avrebbe significato la vittoria del titolo, quel sogno non si è tramutato in realtà. Di sicuro ci sono basi solide per continuare a lottare, almeno sul campo il prossimo anno e quelli successivi. Purtroppo la stagione appena conclusasi, ha dimostrato che in Italia non vincono i più forti sul prato verde, ma quelli che hanno più potere. Ma noi siamo Napoletani e sappiamo benissimo da secoli che non è nel potere di chi sogna smettere di sognare, ma è nel potere di chi sogna trasformare i sogni in realtà.


Inaugurazione Club Napoli Montemiletto 07.04.2018

Inaugurazione Club Napoli Cassino 27.04.2018


E' stato un vero piacere.Grazie ragazzi!!! Mario Passaretti

Finito il sogno Scudetto ,è arrivato comunque il momento di festeggiare.Domenica ci sarà un San Paolo pieno di tifosi che canteranno e festeggeranno i beniamini azzurri che ci hanno fatto sognare dando fastidio fino alla fine ai bianconeri della Juventus che solo ieri(penultima giornata di campionato) hanno potuto gioire del loro settimo scudetto.È il momento di tirare le somme,fare bilanci ed analizzare i momenti clou di questa stagione che ha visto alternarsi esaltazione e scoramento,gioie e dolori,sogni e illusioni.Tutti ci abbiamo creduto,sperato ma è rimasto tutto un sogno.Ognuno è libero di esprimere i propri giudizi ma definire la stagione fallimentare credo che sia esagerato. È vero non si è vinto nulla anzi dalle coppe europee siamo usciti sciaguratamente.La Coppa Italia è stata snobbata ma dire che abbiamo fallito è inopportuno.Con la rosa a disposizione Mister Sarri ha tentato l'impresa di riportare lo Scudetto in una città che non vive questa emozione da ben 31 anni.Ha dovuto scegliere su quale obiettivo concentrarsi facendo i conti sulla rosa a disposizione ma con i vari infortuni che in questa stagione sembravano distruggere il giocattolo perfetto creato da Maurizio.Il tecnico toscano ha plasmato i suoi uomini creando in

tre anni una macchina perfetta la cui unica pecca potrebbe essere quella di aver finito la benzina nel momento cruciale della stagione attuale.O semplicemente si sono esauriti gli stimoli mentali di una squadra che non doveva lottare solo contro la Juventus ma anche contro un sistema che nemmeno il Var è riuscito a smantellare.Ed allora non facciamone un processo ma dobbiamo essere convinti che ci abbiamo provato fino alla fine mettendo in campo ogni risorsa possibile. Non sappiamo chi resta,chi guiderà la macchina Napoli ma fossi nel presidente De Laurentiis farei di tutto per tenermi stretto Sarri,dargli ciò che chiede per vincere in modo da poter sconfiggere sul campo tutti e tutto. Un grazie a questo meraviglioso gruppo capace di farci emozionare ma un plauso speciale ad un pubblico eccellente capace di sostenere gli azzurri anche nei momenti peggiori. Domenica tutti allo stadio per ringraziare e fare festa dimostrando a tutti che siamo Noi i campioni d’Italia



Insigne,nuovo punto di riferimento? Vincenzo Breglia

Lorenzo Insigne, bandiera del Napoli, che spesso ha ricoperto il ruolo di capitano, se decide di sposare il progetto azzurro considerando i numerosi interessamenti di molti top club per il talentuoso fantasista nostrano, sarà pronto a prendere per mano la squadra e trascinarla verso i meritati successi che la piazza napoletana merita dopo anni di costante crescita e permanenza in Europa? Nonostante qualche critica ricevuta per gol falliti o troppo nervosismo, è l’indiscusso beniamino del San Paolo ogni qual volta i suoi assist o il suo carisma salgono in cattedra nei momenti difficili, dove il collettivo vacilla e l’avversario si rintana negli ultimi trenta metri. Lorenzo il Magnifico, Lorenzinho o come lo si vuol chiamare lo si chiami pure, è quel jolly che ogni allenatore vorrebbe poter avere a sua disposizione( Il caro vecchio Rafa Benitez lo aveva intuito) perché un assist, un calcio piazzato oppure una verticalizzazione che lo coinvolga arricchisce la gara in atto di estro raro in un calcio diventato troppo fisico e poco tecnico, e può sbloccarla in qualsiasi momento. La stagione si avvia alla conclusione,un campionato che ha visto gli azzurri protagonisti sul campo e nei cuori di tantissimi tifosi che aspettavano un Napoli così forte da anni… Lorenzo, il sogno scudetto continua, non si fermerà di certo

contro il muro delle polemiche che accompagneranno la prossima estate relative al risultato finale che decreta ancora una volta la Juventus campione. Si, quella Juventus che Insigne stesso sente acerrima rivale eterna, per la sua napoletaneità, per la sua fame di gloria. Marek Hamsik, il capitano storico si avvia verso scenari da ingressi a partita in corso… Sarai tu il nuovo leader dello spogliatoio, il nuovo capitano?



Chiusura con il Crotone,poi sarà già futuro

Marco Martone

La stagione si è chiusa in maniera beffarda per il Napoli. La vittoria di Genova contro la Sampdoria, arrivata attraverso il bel gioco, così come fatto per gran parte del torneo, ha accresciuto il rammarico per la grande occasione persa e per quel sogno cullato per un intero anno e poi svanito nel finale. La serata, però, è stata anche amara per quanto accaduto a Marassi nel corso di Sampdoria­Napoli. I cori beceri, razzisti, ignoranti e demenziali della curva blucerchiata contro Napoli e i napoletani, hanno costretto l’arbitro Gavillucci a sospendere la gara e Sarri a prendere posizione contro la tifoseria di casa. Un episodio grave che mette un’ulteriore macchia su un campionato che, per altri versi, ha regalato emozioni, bel gioco e una sfida anche avvincente, fino a quando è stata regolarmente “arbitrata”, tra Napoli e Juventus. Contemporaneamente il Napoli è costretto ad assistere, indirettamente, alla pantomima dell’Olimpico con la “partita del cuore” tra Roma e Juventus, che ha consegnato l’aritmetica sicurezza ai bianconeri di vincere il settimo scudetto consecutivo e ai giallorossi di accedere, da terzi, alla prossima Champions League. Ultima beffa di una stagione ampiamente falsata dalle decisioni arbitrali, che ha penalizzato gli azzurri oltre quelli che sono stati i loro

pur riconoscibili demeriti. Adesso c’è da chiudere il campionato con la gara interna contro il Crotone e non sarà una partita come le altre. I calabresi sono alla ricerca della vittoria, perché solo in questo caso potrebbero garantirsi la permanenza in serie A. Per il Napoli, però, c’è il record di punti da migliorare e soprattutto c’è da restare a 4 punti dalla capolista, perché solo così avrebbero senso lamentele e polemiche per i torti subiti. Non è escluso che Sarri, finalmente, possa decidere di affidarsi a qualcuno dei giocatori meno impiegati nel corso della stagione. Ounas, Milik, Maggio, Chiriches e chissà magari anche Machach, potrebbero trovare spazio nell’ultima gara al San Paolo. Staremo a vedere. Poi sarà già futuro



 J.M.Callejon


Dries Mertens



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