Cuore Azzurro n°185 del 22.12.2018

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XIV­Nr.185 del 22/12/2018





Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo, Bruno Marra,Armando Lupini,Fabio Rea,Raffaele Castiello,Carlo Longobardi Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007


Una vera "perla" come regalo di Natale

Saverio Passaretti Il Napoli ritrova il suo centravanti a Cagliari in una ruvida partita mal arbitrata dal sig. Doveri, Arek fortemente criticato dopo il mancato gol dell’anno a Liverpool, pochi, forse, hanno ben valutato la difficoltà nell’aggancio e la sua prontezza vanificate da un miracoloso quanto fortunato intervento di Allison. Il calciatore che troppe volte, ingiustamente, ha dovuto subire le assurde critiche, la sua percentuale realizzativa è altissima superiore anche a chi è piazzato più in alto nella classifica dei cannonieri lui, onore al merito per aver dimostrato grande carattere e determinazione. Ed è stato proprio lui, al 90esimo, a decidere Cagliari­Napoli. E lo ha fatto calciando una splendida punizione da circa 22 metri. Di sinistro, ha scavalcato la barriera e l’ha fatta morire alle spalle di Cragno. Una perla, da dedicare ai tanti tifosi che lo stimano e ne apprezzano la grande serietà, il Mister gli ha impartito il compito di calciale da quella posizione e lui lo ha sottolineato con il chiaro gesto del saluto militare, sono 8 le realizzazioni e nessuna banale. La vittoria del Napoli è stata meritata e lascia ancora uno spiraglio nelle speranze di tenere aperto il campionato sempre vittima dello strapotere bianconero che può vantare un numero infinito di campioni nelle sue fila, Ancelotti è sempre sul pezzo concentrato e pronto a stupire per le innumerevoli formazioni assemblate. Non tutti hanno brillato sul campo ma il Napoli ha collezionato specie nel secondo tempo delle ottime occasioni per portarsi in vantaggio purtroppo banalmente sciupate. Nel secondo tempo è stata un’altra storia. Si è giocato a una porta. Sin dal 46esimo il Napoli ha costretto il Cagliari nella propria metà campo Al 67esimo, con il solo Mertens in campo, Milik ha colpito la traversa con un imperioso

colpo di testa. Sembrava una partita stregata. Fino al 90′ quando Mertens ha guadagnato una punizione al limite dell’area. È stato Milik a prendere il pallone. Lo ha sistemato e poi ha fatto partire una parabola imprendibile: precisa e potente. Ha vinto lui, ha vinto il Napoli e ha vinto Carlo Ancelotti che ha dimostrato ancora una volta di avere grande coraggio. Ha dimostrato ancora una volta che il Napoli ha una rosa ampia, che ha giovani in grado di giocare su campi difficili. Ci voleva dopo il martedì di Liverpool. Ovviamente le due partite non hanno lo stesso peso. Per la sfida casalinga con la Spal, carichi della vittoria in terra sarda è doveroso proseguire per il solco già tracciato tanto fare previsioni o sperare su uno scivolone in vetta resta un’utopia, l’aria natalizia non deve però essere motivo di rilassamento, nel calcio non si può essere “buoni” conta la grinta, gli abbracci e i baci li scambiamo a fine partita dobbiamo “semplicemente” vincere !! Auguri a tutti i tifosi napoletani con un abbraccio speciale alla squadra e ai nostri club !! Buon Natale e Forza NAPOLI !!





Forse davvero non serve nessuno a gennaio

Fabrizio Piccolo Mi sa che ha ragione De Laurentiis. O meglio che abbia ragione Ancelotti. A gennaio il Napoli non prenderà nessuno. Le ragioni di un immobilismo nella finestra invernale sono comprensibili e tutto sommato giustificabili. E' vero che questo Napoli è migliorabile, tutte le squadre lo sono e quella azzurra avrebbe bisogno di rinforzi in almeno un paio di ruoli ma vale la pena fare investimenti adesso? A meno che non si presentassero offerte last­ minute da ora o mai più su campioni veri, il Napoli fa bene a tenersi quelli che c'ha e a continuare a farli migliorare. Lo scudetto, inutile girarci intorno, è un miraggio: questa Juve è difficilmente superabile quest'anno ma la vera ragione non è questa. Il Napoli sta ritrovando i suoi nuovi acquisti che ha già in casa. Ovvero Meret, Ghoulam e Younes. Cui va aggiunto anche lo sfortunato Verdi. Quattro giocatori che saranno utilissimi e che consentiranno ad Ancelotti di far ruotare ulteriormente la rosa, con nuove possibilità anche dal punto di vista delle caratteristiche dei giocatori. Lo sappiamo tutti che un nuovo terzino servirebbe, vista anche l'involuzione di Hysaj ma abbiamo anche visto che Maksimovic quel ruolo lo può fare, oltre a Malcuit. Così come a sinistra Mario Rui sta dimostrando di non essere un intruso in questa squadra, nonostante ci si diverta spesso a criticarlo. Col ritorno di Ghoulam i due potranno alternarsi sulla fascia mancina. E Meret avrà modo di dimostrare se è più bravo di Ospina e Karnezis, aumentando la competizione interna. La difesa è a posto. Cos'altro manca? Un centravanti? Milik ha dimostrato di non essere l'ultima ruota del carro, che può risolvere le partite bloccate. Bergamo e Cagliari sono più di due indizi, sono una prova. Non sarà (magari non ancora) l'attaccante che aveva incantato tutti nelle sue prime partite in azzurro ma un giocatore che all'occorrenza può essere utilissimo sì. E se ci mettiamo la batteria di esterni finora ai box, come appunto Younes e

Verdi, ecco che le alternative in attacco diventano tante perchè Ancelotti ha già dimostrato che si può giocare anche con Insigne o Ounas centravanti. Cosa resta? Il centrocampo? Forse è vero che da Rog e Diawara ci si aspettava qualcosa in più ma vanno aspettati. Per loro, come per chiunque altro, vale la riflessione: chi potrebbe venire più forte sul mercato di gennaio? Se il Napoli può prendere Barella subito, è un conto. Altrimenti meglio tenere tutta la rosa al completo e se ne riparla a giugno dove sì che si potrà spendere con oculatezza e senza sbagliare.



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IL MIRACOLO DI NATALE LO HA FATTO EDUARDO! L’affresco universale di una tragica commedia esistenziale

Bruno Marra Ho sempre pensato che il vero Miracolo di Natale lo abbia compiuto Eduardo De Filippo scrivendo “Natale in casa Cupiello”. Lo guardo, lo riguardo e non riesco a spiegarmi pienamente la grandezza di un capolavoro in cui c’è racchiuso tutto il mondo. Tra le righe, nelle virgole, nelle pieghe, negli sguardi, nelle frasi, nei silenzi, nella meraviglia, nel respiro universale di un affresco immortale. Sapete qual è il miracolo? Quello di una commedia straziante, che dovrebbe far piangere e che invece riesce nell’impresa di far ridere. Ridere per non piangere. La pienezza della filosofia dei napoletani, la dicotomia della maschera che portiamo addosso. Il bianco candore della speranza sporcato dal nero di una condanna. In casa Cupiello ci sono concentrati Secoli di napoletanità, raccontati con una disperata rassegnazione ma allo stesso modo con una disarmante dignità che ricaccia dietro ogni accento patetico attraverso una chiave narrativa asettica, ironica, impietosa e mai retorica. “Te piace ‘o presepio?” è diventato un simbolo del nostro immaginario. E’ la frase tormentone di Luca Cupiello, detto Lucariello, che vive in assoluta indigenza con una moglie distrutta emotivamente dall’usura del tempo, attaccata morbosamente ad un figlio debosciato e nullafacente. In una casa in cui abita anche “zio Pasquale”, fratello isterico e strampalato di Lucariello, in continuo conflitto con il passato di una vita che lo ha emarginato. Il quadro desolante si completa quando l’altra figlia dei Cupiello “Ninuccia” minaccia di voler lasciare il marito (sposato per puro interesse economico) e confessa di avere già da tempo un amante, che a sua

volta si presenta dinanzi al focolare proprio nel giorno della vigilia di Natale.


Eccoli i personaggi non già di una commedia, ma di un’esistenza che ci gira attorno da sempre. Lucariello Cupiello, un pover’uomo che preferisce rifugiarsi nella sua passione maniacale per il presepio anziché affrontare il disastro familiare. La moglie Concetta, vittima di un marito irresponsabile e disilluso, madre schiava di un figlio sul quale ha riversato smodatamente tutto il proprio amore nel timore che pure “Nennillo” la potesse deludere. Zio Pasquale, un uomo disadattato che diventa inquilino forzato di suo fratello, unico a non averlo abbandonato al suo destino. Tommasino, figlio immaturo e mezzo abbonato che tira avanti con mezzucci ed espedienti, imbrogliando gli altri ma soprattutto se stesso per mascherare di essere irrisolto. Ninuccia che sposa l’uomo “facoltoso” per scappare dalla povertà familiare, “sistemarsi” e rinunciare all’amore. E che poi finisce per fare i conti non con i soldi ma con il cuore. Queste non sono semplici figure teatrali. Questi sono interpreti reali che troviamo al nostro fianco quotidianamente e che recitano la commedia del vivere consapevolmente. Ce ne sarebbe di materiale per un dramma epocale, ma la tragedia, invece, diventa grottesca attraverso gli occhi di Eduardo. Un Maestro geniale che è riuscito nel vero Miracolo di Natale. Ed io il Miracolo ve lo voglio raccontare così come me lo ricordo. Emozionato nella mia stanzetta, con mia nonna attaccata al televisore in bianco e nero. Mio padre infreddolito e divertito sembrava Lucariello che recitava tra i denti: “quest’anno il Natale si è presentato con tutti i sentimenti”. Mamma usciva dalla cucina, si toglieva il grembiulino e asciugava la fatica con un sorriso amaro. Poi

tutti a una certa ora ci preparavamo all’evento. E per fortuna c’era chi urlava sempre: “addo’ sta Brunello? Mo’ accummencia Natale in Casa Cupiello”!


Napoli­Spal,i precedenti Fabio Rea La Spal apre il trittico delle gare che chiuderanno il girone d’andata e l’anno solare. L’impegno non appare tra i più proibitivi ma i ferraresi, a fronte di una recente sterilità in fase offensiva, hanno una buona organizzazione difensiva, che li porta a raccogliere molti pareggi. Non ci sono precedenti né alla 17° giornata né nel mese di dicembre. La miglior sequenza di vittorie consecutive del Napoli è rappresentata da 5 partite comprese tra il 26/03/1950 e il 10/04/1955: 26/03/1950 ­ Napoli 3 – 1 Spal (35’ De Vito, 68’ Morgia, 85’ Krieziu, 88’ Suprina) – Serie B 01/06/1952 ­ Napoli 2 – 1 Spal (30’ Bulent, 35’ Amadei, 89’ aut. Macchi) – Serie A 11/01/1953 ­ Napoli 1 – 0 Spal (40’ Castelli) – Serie A 21/02/1954 ­ Napoli 3 – 1 Spal (37’ Bulent, 53’ Castelli, 57’ e 87’ Amadei) – Serie A 10/04/1955 ­ Napoli 2 – 1 Spal (4’ Jeppson, 20’ Vinyei, 50’ Rossi) – Serie A Per la Spal, invece, la migliore serie è di 2: 20/09/1959 ­ Napoli 0 – 3 Spal (61’ e 62’ Rossi, 68’ Morbello) – Serie A 12/03/1961 ­ Napoli 0 – 2 Spal (60’ Massei, 65’ Carpanesi) – Serie A E’ tuttora in corso la più lunga striscia di imbattibilità degli azzurri, 9 partite (7 vittorie – 2 pari), iniziata con il 3 – 0 del 03/02/1963 Quella degli estensi è invece di 3 (2 vittorie – 1 pari), tra il 30/11/1958 (Napoli 0 – 0 Spal) e il 12/03/1961 (Napoli 0 – 2 Spal) Tra i risultati più ricorrenti, a farla da padrone, quasi solo vittorie azzurre: Napoli 1 – 0 Spal (5 volte); Napoli 0 – 0 Spal (4 volte); Napoli 2 – 1 Spal (2 volte); Napoli 2 – 0 Spal (2 volte); Napoli 3 – 1 Spal (2 volte) Vittoria Napoli più recente 18/02/2018 ­ Napoli 1 – 0 Spal (6’ Allan) – Serie A 1° vittoria Spal 31/03/1957 ­ Napoli 0 – 1 Spal (76’ aut. Del Bene) – Serie A Massima vittoria Spal

20/09/1959 ­ Napoli 0 – 3 Spal (61’ e 62’ Rossi, 68’ Morbello) – Serie A Vittoria Spal più recente 12/03/1961 ­ Napoli 0 – 2 Spal (60’ Massei, 65’ Carpanesi) – Serie A Totali incontri: 21 Vittorie Napoli: 13 (10 in A, 1 in B, 1 in C1, 1 in Coppa Italia) Pareggi: 5 (2 in A, 2 in B, 1 in Coppa Italia) Vittorie Spal: 3 (tutte in A) Reti Napoli: 29 (21 in A, 3 in B, 1 in C1, 4 in Coppa Italia) Reti Spal: 15 (13 in A, 1 in B, 1 in Coppa Italia)


E' sufficiente essere consapevoli Carlo Longobardi Una delle cose più agevoli da fare, più comode e sicuramente anche meno soddisfacenti, è tifare per una squadra che vince sempre. La passione si riduce ad una mera statistica che distorce tutto quanto di umano è contenuto in una partita e, di più, in una competizione intera, con un rischio ulteriore che si corre, poi, in caso anche di piccoli contraccolpi, che è quello di perdere la baldanza muscolare esibita ed avviarsi in discutibili atteggiamenti censori che coinvolgono tutte le componenti della propria squadra, dalla gestione societaria all’ultimo addetto. Condizione che, fortunatamente, nella nostra storia non si era mai palesata e che, invece, nell’epoca della totale – talvolta eccessiva ­ libertà comunicativa si sta presentando in maniera abbastanza significativa e fastidiosa. Penso alle critiche inutili e immotivate giunte a suo tempo sui profili social di Roberto Inglese, alle perplessità su Milik – elemento di valore assoluto – e alla ferocia di alcuni giudizi su Mario Rui , su Hysaj, fino agli interrogativi posti sull’operato di Carletto Ancelotti e sull’utilizzo, ritenuto spesso eccessivo, del turn­over. Salvifico è stato il calcio di punizione perfettamente eseguito dal nostro centravanti polacco in quel Cagliari, perché i boccaporti delle critiche già erano pronti a inondare, molto proficuamente (!), gli ambiti social di maggiore frequentazione. Parliamo di una compagine che ormai non stupisce più e continua, stabilmente, a risiedere nei quartieri più alti del calcio italiano ed europeo con un girone di Champions League giocato ancora una volta entusiasmando e per il quale è stato pagato un amaro tributo agli astri avversi. Siamo nell’imminenza del Natale, chiedere di essere più buoni è forse un suggerimento ipocrita, ma essere consapevoli è il minimo dovuto. Forza Napoli, sempre.


Un Natale tutto azzurro

Francesco Basile Il periodo natalizio è iniziato da ormai qualche settimana e, anche quest'anno, per la gioia di tutti i tifosi azzurri, il campionato non va in vacanza. La serie A infatti prosegue nel suo cammino verso l'assegnazione di uno scudetto la cui squadra vincitrice è già designata. E' triste dover rendersi conto di una realtà amara. L'ultima sfida dei bianconeri, nel derby della Mole, ha ribadito quanto già risaputo: si sta giocando un torneo che mira esclusivamente all'assegnazione del secondo posto. E, considerando i flop delle milanesi e delle romane, anche questa stagione sembra essere ad appannaggio del Napoli per la conquista dell' unico titolo disponibile: l'eterno secondo. L'uscita dalla Champions League, ancora una volta per differenza reti, come era accaduto già in passato, ha messo in evidenza ancora una volta l'inesperienza, in campo internazionale, di una squadra che, però, sta facendo tesoro di tutti gli insegnamenti di un tecnico di altissimo livello. Mister Carletto Ancelotti infatti ha saputo imprimere in ciascun giocatore una fiducia senza eguali. Il suo turn over rigoroso e, soprattutto, la considerazione strapositiva che ha di tutti i membri della squadra, hanno stampato in ciascun calciatore la consapevolezza di essere parte integrante e fondamentale di un gruppo che mira a raggiungere traguardi importanti. Le vittorie, di misura, contro Atalanta e Cagliari, squadre da sempre ostiche per il Napoli, hanno dimostrato quanto la squadra stia crescendo da un punto di vista tecnico, ma soprattutto psicologico. Certo, la crescita deve puntare anche alla vittoria di qualche trofeo e, forse l'Europa League, potrebbe fare al caso azzurro. Una competizione sicuramente inferiore alla ben più agognata Champions, ma sicuramente di grande spessorre e alla portata di Hamsik e compagni. Vincere la competizione europea cadetta significherebbe acquisire un ruolo di prim'ordine in campo europeo, oltre a

riportare la squadra agli antichi fasti dell'epoca d'oro di Diego. Restando con i piedi per terra e riferendoci al futuro più prossimo, sabato al San Paolo sarà di scena la Spal. Prezzi popolari per una gara che servirà agli azzurri per porgere ai propri tifosi gli auguri di un felice Natale, magari proprio con una grande vittoria. Un Natale azzurro quindi, quello che tutti auspichiamo. Buone feste a tutti!




Il Napoli riparte da.....Milik

Raffaele Castiello Archiviata la Champions con grande rimpianto per una qualificazione agli ottavi che invece gli azzurri avrebbero ampiamente meritato per il percorso fatto nel girone, si può dire però che, con la vittoria contro il Cagliari, firmata da una prodezza di Arek Milik, sia iniziato un nuovo cammino del Napoli che potrebbe riservare piacevoli sorprese da qui alla fine della stagione. Fermo restando infatti la piena consapevolezza di poter continuare ad essere, da qui alla fine del campionato, l’unico vero antagonista di una Juve stellare che sta frantumando ogni possibile record di punti e di vittorie, l’amara sconfitta ad Anfield Road, mette il Napoli sul nastro di partenza nella corsa alla seconda competizione continentale, l’Europa League, dove Marek e compagni avranno tutte le carte in regola per potersela giocare da protagonisti, stante la crescente qualità di una rosa che mister Ancelotti sta misurando e valutando anche a dispetto della logica di chi vorrebbe poter imparare ancora a memoria una formazione tipo come ai tempi di Sarri. Il Napoli sta, senza dubbio, crescendo come spessore di squadra e padronanza dei tempi di gioco nei momenti salienti delle partite e non è un caso che nelle trasferte di Genova, Bergamo e Cagliari il gol sia venuto nei momenti finali, quelli più convulsi di ogni incontro. E stanno cambiando anche gli interpreti. Significativo il ritorno in campo di un ottimo Ghoulam che si è ripreso la fascia sinistra in maniera autoritaria regalando, con la sua presenza, nuovi sbocchi alla manovra azzurra, soprattutto quando questa parte dalle retrovie e dai piedi del sempre più illuminato Koulibaly, magico K2, sul quale probabilmente si aprirà, nel prossimo calciomercato, una delle più grandi aste che si ricordino per un difensore, con tutti i

grandi club pronti a contenderselo a suon di Milioni di Euro. Sarà dura resistere per De Laurentiis che però una sua vittoria l’ha già ottenuta. Perché vede crescere un progetto di una squadra con età media tra le più basse del torneo dove nuovi interpreti come Malcuit, Fabian, Verdi, Meret, stanno via via trovando l’esatta collocazione nello scacchiere azzurro, e dove, peraltro, vecchi e dimenticati interpreti dalla precedente gestione, come Maksimovich, Rog, Diawara, Ounas stanno prendendosi in varie occasioni le luci della ribalta. Dunque il gruppo Napoli cresce nel suo complesso e traspare un feeling davvero sorprendente tra giocatori e trainer dopo pochi mesi di collaborazione. E questa è sicuramente una forza che sarà un valore aggiunto rispetto al raggiungimento, in ordine non casuale, di risultati positivi che si chiamino Coppa Italia, Europa League o, addirittura, scudetto. Perché, caro Ciro Mertens, qui qualcosa bisogna che si vinca, non credì? Vuoi mettere lo sfizio di sentirti cantare insieme a sor Carletto “ O’ surdat’ nnammurat” e “Oje vita, Oje vita mia”? #forzanapolisempre


La vignetta della settimana Armando Lupini




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