Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli ClubAnno XIVNr.186 del 22/01/2019
Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo, Bruno Marra,Armando Lupini,Fabio Rea,Raffaele Castiello,Carlo Longobardi,Riccardo Pollice Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007
Il Napoli cerca la continuità
Saverio Passaretti Buona la prima anche se di Coppa TIM, battuto un coriaceo Sassuolo grazie a Milik e Ruiz, il polacco continua a mantenere alta la percentuale realizzativa finalizzando con un semplice appoggio un’ottima azione di Lorenzo Insigne ed è anche opera sua un assist al bacio per Fabian… bene così ! Ancelotti intende proseguire nello score anche in campionato anche se l’ avversario domenicale non è una squadra disposta a cedere le armi senza aver lottato fino all’ultimo secondo, la Lazio di Inzaghi è sempre un ostacolo duro da superare anche in considerazione che anche stavolta la squadra è da inventare vista l’assenza dello squalificato Insigne e l’improbabile sconto richiesto per il colosso KK, probabile l’utilizzo dello schema 442 con difesa affidata a Malcuit, Albiol, Maksimovic e Ghoulam. Se Koulibaly dovesse avere lo sconto della squalifica, il centrale senegalese tornerebbe al centro della retroguardia. In mezzo al campo spazio a Fabian e Diawara a causa della squalifica di Allan e dell’infortunio di Hamsik; sulle corsie esterne agiranno Callejon e Zielinski. Mertens sembra ormai sulla via del recupero e così il folletto belga potrebbe scendere in campo dal primo minuto alle spalle dell’unica punta Milik. L’allenatore della Lazio, Simone Inzaghi, si affiderà al solito 3511 con Strakosha tra i pali. Difesa a tre con Luiz Felipe, Acerbi e Radu; sulle fasce giocheranno a destra Lulic e a sinistra Lukaku: in mezzo al campo spazio a Parolo, Leiva e MilinkovicSavic. Luis Alberto agirà alle spalle dell’unica punta Immobile. Intanto prosegue la telenovela su Allan con offerte a rialzo annunciate e poi smentite, comunque, sarebbe quasi impossibile rifiutare certe cifre, si tratterebbe del classico treno da prendere al volo, per entrambi, che potrebbe non ripassare in estate. Ma al momento non ci sono novità e dunque speriamo che Allan, alla fine, possa restare al Napoli.
Tutto come previsto sul fronte avversario con i cari bianconeri che conquistano in un campo surreale, la super coppa italiana, non sono mancati gli episodi dubbi e le valutazioni arbitrali ai limiti, nulla di nuovo sotto il sole…! Pensiamo, in definitiva, alle nostre vicende, perdersi in chiacchiere inutili rimuginando su quello che è rimasto del nostro calcio è ormai tempo perso, concentriamoci sulle belle emozioni che ci regala sempre la nostra squadra, è questo quello che veramente conta su tutto !!
Cosa chiedere all'anno nuovo
Fabrizio Piccolo Si è chiuso ormai da 20 giorni un 2018 anfibio per il Napoli: troppi livòri che contrastano con risultati formidabili per una società che per tutta una vita – salvo parentesi favolose ma poco durature – ha sempre guardato dal basso in alto traguardi prestigiosi e le vittorie degli altri, troppe polemiche sterili dalle critiche a De Laurentiis all'eterna lotta guelfi ghibellini tra i nostalgici della precedente gestione tecnica e chi ne ha sottolineato anche fuori tempo massimo limiti e pecche – troppi scetticismi sulla natura di un gruppo che da anni compie imprese eccezionali. Che anno sarà il 2019 che in campionato si apre con la Lazio? A giudicare da quanto seminato finora da Ancelotti, che nei suoi sei mesi azzurri ha già dato un'impronta fortissima, c'è da sperare in un primo raccolto. Questa stagione per lui è stata quella della conoscenza, della valorizzazione di elementi, del giudizio sugli elementi in bilico ma l'anno di transizione – per Carletto – non vieta la possibilità di alzare trofei. Inutile negarlo, al 2019 tutti vorremmo chiedere una coppa, possibilmente l'Europa League, al limite anche la coppa Italia magari (perchè no?) tutt'e due. Significherebbe non solo tornare a coniugare quel verbo – vincere – che dai tempi di Benitez siamo stati costretti a ingoiare volenti o nolenti, ma anche aprire porte e scenari di spessore: ci pensate a giocare sia la supercoppa Italiana che quella europea? Tornare a vibrare con quell'ex coppa Uefa che stimola ricordi infiniti. Non è però l'unica speranza: lottare fino alla fine in campionato non significa inseguire utopie ma rispetto. Per il proprio valore e per i tifosi. Al 2019 andrebbe chiesto anche un San Paolo sempre pieno (e prima o poi rimodernato), una crescente civiltà del pubblico (quello napoletano era campione di fairplay ai tempi dello scudetto): Ancelotti ci sta indicando la strada anche su questo, seguiamolo in campo e fuori per diventare un modello per tutti. Anche per il Nord. Dimostriamo che Napoli,
oltre ai risultati in campo, sa diventare esempio virtuoso per tutti. Si può fare, lecito sognare almeno a fine anno no? Poi certo, la lista dei desideri si allunga al mercato estivo, ma è presto per ipotizzare nuovi acquisti. Basta però che venga esaudito un solo desiderio: accontentare l'allenatore. Perchè lui conosce il budget e sa cosa si può e cosa non si può fare. Se però indica un nome o due, prendetelo please. E buon anno a tutti.
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NapoliLazio, quando Maradona segnò la TRIPLETTA della leggenda E’ da quel giorno d’inverno di 34 anni fa che NapoliLazio non sarà mai una partita qualsiasi nella nostra storia Bruno Marra Anno di grazia 1985. La prima stagione di Maradona a Napoli. Pochi mesi prima Michel Platini aveva vinto il Pallone d’Oro ed era riconosciuto da tutti come il giocatore più forte del mondo. Da tutti tranne che da noi. Noi napoletani che sapevamo di avere in grembo il fuoriclasse più grande di ogni tempo. E quel pomeriggio ne avemmo la prima conferma. Al San Paolo c’era NapoliLazio, una sfida che sarebbe stata destinata dritta dritta nella leggenda pedatoria. Eppure cominciò con un magro presagio. Il primo tempo finì 00 ed a Fuorigrotta venne giù una valanga di fischi. Ma nel secondo tempo quei fischi divennero melodia angelica. Successe tutto sotto la Curva B. Maradona azzannò un pallone vagante e lo stampò in porta con una girata volante: 10. Poi ancora Diego provocò l’autogol di Filisetti. Due a zero per noi a dieci minuti dalla fine. Non c’era uno, un solo tifoso al San Paolo che avrebbe firmato per finire lì quella partita. Ed invece stavano cominciando i 10 minuti più belli della nostra vita. Minuto 85, Maradona raccoglie un pallone da quasi 50 metri e di spalle lo gira in pallonetto verso la porta. Non era un tiro, era la stella cometa che annunciava l’Avvento. E mentre quel pallone viaggiava chissà su quale orbita angelica dell’Universo, al San Paolo si fermò il tempo. Sessantamila persone con gli occhi spalancati e la bocca aperta a guardare quel miracolo compiersi. La palla si infilò tra palo e traversa, mentre il povero portiere laziale Orsi franò nella porta anche lui. Non ci fu un urlo, ci fu un’implorazione, un canto di alleluia. Fuorigrotta diventò come Medjugorje. Nessuno aveva mai visto una cosa del genere. Ma le apparizioni non erano finite. Tre minuti dopo, quasi al novantesimo Maradona va a battere un calcio d’angolo dalla sinistra davanti ad una Curva che è già delirante in festa. Ed arriva il secondo colpo di genio.
Diego tira direttamente in porta dal corner e la palla si infila sotto l’incrocio. In quell’esatto momento capimmo che se Cristo si era fermato ad Eboli, Maradona aveva proseguito fino a Napoli. Quel giorno vidi persone che non esultavano, ma piangevano di commozione e gioia, come davanti ad una visione paradisiaca, uno scenario messianico caduto dal cielo. Quella fu la TRIPLETTA. Il mondo si fermò in ginocchio davanti all’unico campione che abbia mai saputo trasformare il calcio in religione. Nel giorno in cui il San Paolo cominciò a credere ed a pregare, nel nome di D10S. In un pomeriggio di trentanni fa scandito da una eterna poesia. Nei Secoli dei Secoli. E così sia…
Tra mercato e sogni scudetto il 2019 del Napoli si riapre con la sfida interna contro la Lazio.
Riccardo Pollice
Dopo quattro settimane torna finalmente la Serie A, la squadra azzurra sarà impegnata nel posticipo delle ore 20.30 nel match casalingo contro la Lazio di Simone Inzaghi. Entrambe le squadre sono uscite vincenti dalle loro rispettive partite di Coppa Italia, la squadra di Inzaghi ha vinto in casa 41 contro il Novara, mentre il Napoli anch’essa in casa ha battuto il Sassuolo con il risultato di 20. I precedenti sotto l’ombra del Vesuvio sorridono ai partenopei che hanno vinto 34 partite, pareggiate 24 e perse solamente 15. Oltre a queste statistiche si aggiunge che la Lazio in questo campionato non ha mai sconfitto una big, solo in extremis è riuscita ad ottenere un pareggio contro il Milan. Ancelotti al termine della partita contro il Sassuolo, ha dichiarato che Koulibaly ed Allan resteranno a Napoli anche nel girone di ritorno, quindi ha escluso la cessione dei due big maggiormente corteggiati all’estero. Il difensore molto corteggiato dal Manchester United, mentre il centrocampista brasiliano ha il gradimento dell’attuale allenatore del Psg ed inoltre in questa trattativa c’è la spinta di Neymar, brasiliano come Allan, che gradirebbe l’arrivo del suo connazionale.
NapoliLazio,i precedenti Fabio Rea Dopo il successo col Sassuolo in Coppa Italia che ha spianato la strada per i quarti della manifestazione tricolore, gli azzurri ripartono in campionato sempre al San Paolo contro la Lazio di Inzaghi, avversario spesso battuto ma sempre temibile, anche alla luce delle varie defezioni che potrebbero interessare i partenopei. Qui di seguito alcuni numeri della sfida a Napoli: 2 sono i match giocati alla 20° giornata, entrambi ricchi di gol con una vittoria per parte: 1960/61: 19/02/1961 Napoli 2 – 5 Lazio (9’ rig. Carradori, 21’ Carosi, 33’ e 49’ Rozzoni, 55’ Del Vecchio, 69’ Maioli, 74’ Fumagalli) 1984/85: 24/02/1985 Napoli 4 – 0 Lazio (58’, 84’ e 87’ Maradona, 78’ aut. Filisetti) Per ben 8 volte le due formazioni si sono affrontate nel mese di gennaio ed anche in questo caso il bilancio è in parità, sebbene a favore dei biancocelesti vi sia un successo a tavolino: 27/01/1929: Napoli 1 – 2 Lazio (7’ Tiburzi, 73’ Radice, 77’ aut. Ramello) – Div. Naz. 03/01/1937: Napoli 3 – 5 Lazio (4’, 9’ 17’ e 68’ Busani, 8’ Piola, 18’ Ferrara II, 43’ Rossetti, 72’ Biagi) – Serie A 07/01/1979: Napoli 0 – 2* Lazio (*per decisione g. s. – sul campo 1 – 1) – Serie A 17/01/1993: Napoli 3 – 1 Lazio (29’ Crippa, 59’ Fonseca, 70’ Careca, 78’ Signori) – Serie A 07/01/1996: Napoli 1 – 0 Lazio (25’ Di Napoli) – Serie A 17/01/2008: Napoli 1 – 1 Lazio (54’ Tare, 78’ Domizzi) – Coppa Italia
20/01/2008: Napoli 2 – 2 Lazio (5’ e 94’ Hamsik, 26’ Ledesma, 31’ Pandev) – Serie A 29/01/2014: Napoli 1 – 0 Lazio (82’ Higuain) – Coppa Italia La miglior sequenza di vittorie consecutive del Napoli (5) è abbastanza recente, andandosi a collocare in un periodo nemmeno troppo felice per i campani: 12/03/1995 Napoli 3 – 2 Lazio (20’ e 40’ Casiraghi, 49’ e 56’ Rincon, 87’ Buso) – Serie A 07/01/1996 Napoli 1 – 0 Lazio (25’ Di Napoli) – Serie A 14/11/1996 Napoli 1 – 0 Lazio (2’ Aglietti) – Coppa Italia 22/12/1996 – Napoli 1 – 0 Lazio (90’ Cruz) – Serie A 19/11/1997 – Napoli 3 – 0 Lazio (33’ Protti, 79’ Giannini, 88’ Rossitto) – Coppa Italia La Lazio, invece, non è mai andata oltre le 2 vittorie, evento che si è verificato, per ben 4 volte: Totali incontri: 75 Vittorie Napoli: 34 (30 in A, 4 in Coppa Italia) Pareggi: 25 (23 in A, 1 in Div. Naz., 1 in Coppa Italia) Vittorie Lazio: 16 (10 in A, 1 in Div. Naz., 1 in B, 4 in Coppa Italia) Reti Napoli: 116 (102 in A, 1 in Div. Naz., 13 in Coppa Italia) Reti Lazio: 78 (63 in A, 2 in Div. Naz., 2 in B, 11 in Coppa Italia)
Un calcio azzurro alla monotonia Carlo Longobardi L’anno nuovo calcistico, in Italia, dovrebbe avere un imperativo assoluto: provare a rompere questa egemonia bianconera che ha invaso tutto il segmento dell’italico pallone di una monotonia totale e spesso più che stucchevole. Un dominio, che non ha precedenti nella storia e che coinvolge ogni singolo ambito, sportivo, economico, organizzativo ed…oltre; uno strapotere già definito a priori che, incredibilmente, non trova opposizione da parte di nessuno, se non una inspiegabile acquiescenza che sembra aver contagiato ogni componente delle compagini avversarie. La Juventus non gioca per niente bene e non è divertente da guardare, applica degli schemi “tradizionali” e continua a basare la sua forza in campo sul carattere dirompente e non facilmente replicabile di alcuni suoi interpreti storici, un atteggiamento sportivamente encomiabile tuttavia talvolta rappresentato con protervia e con un’aura da “intoccabili”; posizione ugualmente riscontrabile, seppur camuffata da falso aplomb/snobismo che si ritrova nella sua dirigenza che, in modo altrettanto inspiegabile, ha la capacità di incutere soggezione anche (forse soprattutto) negli apparati decisionali della politica calcistica di qualsivoglia livello. Una ricetta già scritta, un copione già noto nel quale i pochi protagonisti sono sempre gli stessi e con una grande folla di comprimari, più agnelli sacrificali che altro, che devono recitare in un campionato ormai vissuto nell’attesa di assistere alla sfilata, sempre la stessa, di quelle quattro bandierine di plastica cinese in giro per poche strade e paesini sperduti tra le montagne. Lo scenario di stagioni fotocopia e con l’attuale che, forse anche più delle precedenti, ha azzerato qualsiasi spunto interessante e stuzzicante tale da rendere un movimento vivo ed entusiasmante, qualsiasi elemento di divertimento sembra essere disperso in questo triste palinsesto sempre uguale.
Si faccia pertanto richiamo all’amor proprio, all’appartenenza ai propri colori, al blasone di squadre che pure hanno segnato il corso del calcio italiano e si pianti una volta e per tutte con la rassegnazione dell’attesa del gol da subire, spesso l’unico in partite sempre più noiose, e da non poter mai rimontare. Nel frattempo, mentre giungono echi rinunciatari da Milano, Roma e Firenze l’unica piazza che sembra ribollire sul piano meramente calcistico, su quello ambientale e sulla voglia di replica non sottomessa è quella nostra, di Napoli, al momento abilmente condotta dal Carletto che si è ottimamente inserito nel solco già scavato da Maurizio Sarri, attribuendo ancor più peso e valore ai suoi puntuali interventi postpartita e con la stampa in genere. L’eterogeneità è sempre stata uno dei valori che meglio si coniuga con le vicende della vita, si faccia in modo di riavere la bellezza della reale e leale contrapposizione, diamo un calcio a colori a questo mondo che attualmente, pur mischiandoli, non potrà mai esser più che grigio, meglio ancora se sarà tutto azzurro. Forza Napoli, Sempre.
Campionato, Coppa Italia ed Europa League: un 2019 tutto da vivere.
Francesco Basile Passate le vacanze natalizie e le due settimane di pausa forzata, il campionato riprende a pieno regime. La parentesi Coppa Italia, che ha visto domenica scorsa il Napoli avere ragione sul Sassuolo dell'ex De Zerbi, ha fatto riassaporare ai tifosi di Fuorigrotta le soddisfazioni del calcio giocato. Il passaggio del turno nel trofeo nazionale, proietta il Napoli tra le pretendenti alla vittoria finale, anche se c'è sempre la squadra bianconera che, con le buone o con le cattive, è in agguato per accaparrarsi tutto quello che c'è da vincere (almeno in campo nazionale). Questo mese di gennaio, come consuetidine del resto, è anche il periodo del mercato riparatore invernale. Mai come quest'anno non ci saranno grossi movimenti tra le squadre. Da qualche anno infatti questa finestra non vede grosse operazioni. Anche il Napoli non sarà da meno relativamente a questa tendenza. Probabilmente qualche giocatore lascerà la casacca azzurra per trovare più spazio altrove, primo fra tutti Marko Rog. Alla corte di Ancelotti tutti i giocatori hanno trovato un ruolo e si sono ritagliati il proprio spazio, anche se c'è sempre chi gioca di meno. In ingresso, invece, le parole del mister non lasciano spazio a novità: "Non faremo grandi operazioni, speriamo che il mercato finisca presto in modo da concentrarsi sul calcio giocato. Il campionato? Per la rosa che abbiamo dobbiamo giocarcela con tutti alla pari, in campionato abbiamo 9 punti di svantaggio ma non si molla”. Queste le parole del tecnico che, a meno di sorprese dell'ultima ora, lascia intendere che nulla accadrà sul fronte acquisti. Domenica al San Paolo si riprende col botto. E' di scena la Lazio che con i suoi 32 punti, occupa la quarta posizione in classifica. Il match sarà diretto dall'arbitro Rocchi di Firenze. Una sfida entusiasmante visto il bel gioco che offre la squadra di Simone Inzaghi. Inutile dire che la vittoria azzurra è d'obbligo, sia per
continuare a rincorrere la capolista, sia per iniziare al meglio il nuovo anno solare. Ancelotti sostiene che la squadra sia forte e il gruppo ben coeso, e manca davvero poco per ottenere risultati. E chissà che questo 2019 non ci porti delle belle soddisfazioni.
Quelli che.....aspettano il Presidente
Raffaele Castiello Tra i vari è fatta, è quasi fatta, Allan al PSG, Kouamè in arrivo ma non subito, Barella un giorno azzurro e un giorno no, e chi più ne ha più ne metta, si è consumato il primo appuntamento del Napoli in Coppa Italia o Coppa della consolazione, come da molti viene ormai vista dopo l’esito scontato che sembra aver preso il campionato, e non solo da quest’anno. Il Napoli ha battuto un onesto Sassuolo senza nemmeno penare più di tanto soprattutto dopo il gol del momentaneo pareggio degli ospiti annullato dal VAR e, pertanto, incontrerà nei quarti di finale, che si annunciano insidiosi, il Milan di Gattuso probabilmente orfano del Pipita, amato ed odiato in egual maniera dai tifosi azzurri, attratto dalla gloria londinese dove potrebbe ritrovare, oltre alla stima incondizionata di Maurizio Sarri, anche quegli stimoli che sembra aver smarrito al NORDE. E così, tra piacevoli conferme come quella di un ritrovato Milik, regolarmente a segno per il suo undicesimo sigillo, ed allarmanti segnali di involuzione di uno stralunato Hysaj che ha mal ripagato la fiducia concessagli da Ancelotti, l’incontro è scivolato via tra gli sguardi non proprio entusiasti del presidente De Laurentiis accomodato, si fa per dire, in poltrona al S.Paolo a cui avrà fatto sicuramente piacere cogliere, invece, l’emozione che ha accompagnato Gaetano, un ragazzo di cui speriamo poter sentir parlare benissimo in futuro, nel debutto assoluto in serie A regalatogli da Ancelotti, il leader calmo. Un presidente però più che mai assorto nei suoi pensieri, proiettati verso l’incombente fase cruciale del mercato di gennaio sempre avaro, negli ultimi anni, di sorprese rispetto alle aspirazioni di tutti i tifosi azzurri. E anche quest’anno sembra essere così con il susseguirsi di voci che, ci si augura, rimarranno tali a meno di clamorose ed indecenti proposte che dovessero pervenire a don Aurelio, diviso tra le giuste aspirazioni di Ancelotti che non prevedono uscite eccellenti e
la consapevolezza che, in alcuni casi e a certe cifre alcune cessioni vanno fatte anche se impopolari. Sotto questo aspetto, Lavezzi, Cavani e…Higuain, sono tre storie di trasferimenti che, anche se diverse tra loro, hanno certamente lasciato il segno nella tifoseria azzurra che di FPF ( Fair Play Finanziario) non ne vuole assolutamente sentir parlare. Ma la storia, purtroppo sembra ripetersi con un Napoli apparentemente impotente rispetto alle sirene che richiamano con il loro suono forte e deciso i vari Koulibaly ed Allan corteggiati da club con storia, trofei in bacheca e fatturati notevolmente superiori a quelli della società azzurra. Ragion per cui mantenere gli equilibri sarà molto difficile per De Laurentiis nelle cui mani Il testimone passa, ovviamente, ancora una volta. L’impressione è che sia già tutto deciso o quasi in considerazione di storie già viste, passate attraverso rinnovi sontuosi di contratto, come già avvenuto nel caso di KK, o di smentite come per Allan. Ecco, i tifosi, quelli che sognano lo scudetto e forti emozioni sulle note del motivetto Champions, sperano che sia solo un’impressione e quindi di sbagliarsi, godendosi, nel frattempo, le magnifiche giocate di Koulibaly e le battaglie da gladiatore, in campo, del brasiliano. Che dire: è tutto nelle mani del presidente che ha fortemente voluto mister Ancelotti e, mai come questa volta, sembra essere ad un bivio pericoloso nel rispetto soprattutto del programma con lui condiviso. Bisogna quindi decidere se ricostruire cedendo alle logiche di mercato perdendo molto probabilmente uno o entrambi gli oggetti dell’altrui desiderio o partire proprio da loro per puntare in alto. Ad Aurelio, ex mister Cinepanettone la scelta, a noi tifosi …..speriamo che ce la caviamo!#FORZANAPOLISEMPRE
La vignetta della settimana Armando Lupini