Cuore azzurro n°136 del 19/04/2016

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club-Anno XI-Nr.1 36 del 1 9/04/201 6

GRAZIE RAGAZZI!!!





Risultati 33°Giornata Bologna-Torino Carpi-Genoa Inter-Napoli Atalanta-Roma Fiorentina-Sassuolo Verona-Frosinone Juventus-Palermo Udinese-Chievo Lazio-Empoli Sampdoria-Milan

0-1 Juventus 4-1 Napoli 2-0 Roma 3-3 Inter 3-1 1 -2 Fiorentina 4-0 Milan 0-0 Sassuolo 2-0 Lazio 0-1 Chievo Torino Programma 34°Giornata Genoa Napoli-Bologna Empoli Sassuolo-Sampdoria Atalanta Chievo-Frosinone Bologna Empoli-Verona Sampdoria Genoa-Inter Udinese Juventus-Lazio Carpi Palermo-Atalanta Roma-Torino Frosinone Udinese-Fiorentina Palermo Milan-Carpi Verona

Classifica

Programma 35°Giornata Inter-Udinese 79 70 Frosinone-Palermo 65 Atalanta-Chievo 61 Bologna-Genoa Sampdoria-Lazio 59 Torino-Sassuolo 52 Fiorentina-Juventus 48 Roma-Napoli 48 Verona-Milan 45 Carpi-Empoli 42 Classifica marcatori 40 Higuain 30 Nap 39 15 Mil 37 Bacca Icardi 15 Int 37 Dybala 14 Juv 36 Ilicic 13 Fio 35 Insigne 12 Nap 31 Salah 12 Rom 12 Samp 30 Eder Kalinic 1 2 Fio 28 12 Gen 22 Pavoletti

Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Francesco Basile,Fabrizio Piccolo,Armando Lupini ,Carmine Tascone Carlo Longobardi,Bruno Marra, Marco Martone,Mario Passaretti, Ciro Piemonte Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 51 2/2007

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Martedì 1 9 Aprile 201 6


Napoli足Bologna 4-3-3

4-3-3

All.Sarri Ghoulam

Hamsik Giaccherini

Koulibaly Reina Albiol

Hysaj

Jorginho

Floccari

Brienza Allan


o

All.Donadoni Mbaye

Taider Callejon

Rossettini Diawara

Gabbiadini

Mirante Maietta

Insigne Brighi

Masina


Napoli...al rush finale! di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.) Gli azzurri escono sconfitti dal primo serio ostacolo, senza attenuanti la sconfitta per 2 a 0 contro l’Inter di Mancini , le polemiche dell’andata ormai dimenticate con una cordiale stretta di mano con il Mister Sarri. Solo quattro i minuti che ha determinato la debacle a S. Siro, un gol in fuorigioco di Icardi che si ripeterà a fine primo tempo con un’azione simile ma stavolta conclusa con un assist vincente pro Brozovic, ambedue le volte battuto Reina con un beffardo pallonetto. Il Napoli ha espresso delle belle trame di gioco ma assolutamente inconcludente in fase realizzativa, Handanovic impegnato solo da tentativi sulla distanza, ininfluenti i cambi, anzi l’uscita immeritata di Lorenzigno ha spento le ultime velleità, una scelta poco felice per il Mister poiché il napoletano aveva creato qualche problema alla retroguardia nerazzurra. Deve constatarsi che l’assenza di Gonzalo si sente veramente tanto, il test Verona al S.Paolo ha illuso i tifosi, la capacità offensiva di Manolo Gabbiadini non è e non può essere quella di punta centrale, il giovane si esprime al meglio quando può intervenire dalle retrovie, una seconda punta che solo in questo ruolo diventa letale. Grande la delusione in tutto l’ambiente ma, a onor del vero, era nell’aria una strana sensazione di impotenza verso alcuni episodi che hanno determinato lo scivolamento del Napoli e il sogno scudetto ormai diventato una chimera, anzi in pericolo anche la seconda posizione con la Roma in netto recupero. Mai avvilirsi… che inaspettato è arrivato il pareggio dei giallorossi a Bergamo dove il napoletano nonché ex romanista Borriello ha avuto il merito di riuscire a rimontare da uno 0 a 2 addirittura al 3 a 2, solo nel finale il neo entrato Totti in mischia riporta l’equilibrio. Solo un punto per la corsa Champion per la Roma e quindi puro ossigeno per i nostri depressi giocatori. Giustizia è fatta almeno per le prossime sfide si potrà contare sul vantaggio di ben 5 punti, fermo restando che con il Bologna nell’anticipo si dovrà dare il massimo ed oltre, indimenticata la sconfitta al Dall’Ara che è stato forse l’episodio chiave del progressivo declino azzurro. Sarà l’ultimo stop per Higuain “graziato” di un turno e pronto all’agognato ritorno proprio a Roma, la sfida decisiva per riuscire ad addolcire il momento non certo esaltante, un risultato che può salvare un campionato giocato ad altissimo livello, espressione di modernità e concretezza. La Juve, ormai lontana, strapazza anche il povero Palermo del ritrovato Ballardini, un 4 a 0 che sancisce la fine virtuale di questa stagione, tocca a noi rilanciare il progetto con un finale degno di quanto fino ad ora espresso, finire in crescendo è d’obbligo per i tifosi e la città.

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VIP azzurri:Massimo D'Alessandro si racconta

di Mario Passaretti Nella puntata odierna di Cuore Azzurro intervistiamo Massimo D'Alessandro,famoso giornalista di Radio Marte e conduttore radiofonico sempre sulle frequenze marziane di Notte Azzurra:Una sorta di “bar sport” allargato, la trasmissione, di tre ore, dalle 22 all’una di notte di lunedì e di venerdì, è realizzata in sostanza dagli ascoltatori che, tramite telefono, sms o e­mail, commentano le vicende del Napoli e talvolta anche di Napoli. La bacheca del gruppo ufficiale su Facebook (Notte Azzurra Official Group) è l’altro modo per interagire. I conduttori (Vittorio Raio,Gianluca Gifuni,Dario Sarnataro,Giuseppe Varriale e lo stesso Massimo D'alessandro)lanciano news e argomenti, trattati poi dai tifosi, che a loro volta introducono altri temi.Il tutto grazie all'aiuto attento della regia di Gigi Soriani. Parliamo dei tuoi esordi? Sono un calciatore mancato ma nonostante tutto, il mondo calcistico mi ha sempre attratto ed ancor di più il giornalismo per me era un sogno.Mi affascinava tanto ed ero cosciente che avrei dovuto sudare tanto per raggiungere certi traguardi soprattutto nella realtà napoletana.Armato di pazienza e dopo tanta gavetta sono riuscito a perseguire il sogno di essere un giornalista.Ho cominciato tantissimi anni(non ricordo quando di preciso) fa quando iniziai con l'agenzia di stampa Rotopress,che mi inviò al Centro Paradiso a seguire la conferenza stampa di Renzo Ulivieri e da lì dandomi sempre da fare,facendo tanta gavetta raggiunsi la soglia della porta di Radio Marte e nonostante per un periodo mi sia allontanato tra di noi c'è sempre stato un grande amore.Di sicuro non è stato un bel momento calcistico,visto il lento declino del Napoli,ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Come ritieni la gestione De Laurentiis? Degli anni d'oro di Maradona non possiamo dimenticarcene ma nemmeno di quelli bui e se da docini anni a questa parte,facendo una escalation dalla C all'Europa che conta siamo diventati uno dei club più solidi del mondo,lo dobbiamo solo ed esclusivamente ad una gestione oculata e manageriale che il patron ha avuto.Magari per i suoi modi a molti non sarà simpatico ma non credo ci sia qualcuno che possa imputargli colpe.Anzi sta portando avanti il suo obiettivo di consolidare sempre più il club,rendendolo uno dei più forti al mondo e credo che avendo la giusta pazienza possiamo ritornare ai fasti di un tempo. Pag.1 0

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La scelta di Sarri?Un vero e proprio azzardo? La scelta è stata coraggiosa nonostante le critiche iniziali.Lo scetticismo che accompagnava l'arrivo del tecnico toscano era enorme ed invece lui in barba a tutti ha costruito un giocattolo perfetto capace di incantare la gente di tutta Italia con il suo magnifico calcio in cui non eccelle un solo elemento ma bensì tutta la squadra,partendo da Reina,vero uomo leader a finire ad Higuain,vero terminale della manovra azzurra. Credi che bisognava intervenire sul mercato di gennaio? Il Napoli ha pagato nuovamente per l'inesperienza e solo i top­Player possono essere top­leader e capaci di far sopperire a questa mancanza.Ma da tanti anni che sono nel mondo calcistico non ho mai sentito che le squadre si potenziassero durante il mercato di gennaio tranne che in rari casi.Più che potenziare forse avrei puntato ad implementare l'organico ma non è certo il mercato di riparazione che ti fornisce queste opportunità.I fatti dicono che il Napoli è riuscito a realizzare un'impresa mostruosa che ad inizio stagione nessuno preventivava.Credo che in maniera palese il Napoli abbia pagato l'inesperienza di certi traguardi Come finirà questa stagione? Finirà come purtroppo non vorremmo che finisse e che cioè la Juventus,mio malgrado,vincerà ancora una volta lo scudetto(peraltro da noi perso in quel di Torino) ma il Napoli resterà saldamente al secondo posto per la qualifficazione Champions.E sfido chiunque a dire che questo non è un grande traguardo,inaspettatamente raggiunto contro i pronostici dei media.E chissà che si possano mettere ulteriori basi per una crescita nazionale fino al raggiungimento della vittoria finale e perchè no anche in campo internazionale già in passato teatro di grandi imprese sia fuori casa che al San Paolo Un saluto affettuoso a te per questa piacevole intervista, alla Associazione Italiana Napoli Club,al suo presidente Saverio Passaretti ed a tutti i club associati ed un caloroso e virtuale abbraccio ai lettori del giornale web Cuore Azzurro.

Con stima ed affetto: M as s im o D'A le s s andr o Pag.11

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Napoli-Verona 3-0 (primo tempo 2-0) MARCATORI: Gabbiadini al 33', Insigne su rigore al 47' p.t.; Callejon al 25' s.t. NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Chiriches, Albiol, Ghoulam (dal 42' s.t. Strinic); David Lopez, Jorginho, Hamsik (dal 34' s.t. Chalobah); Callejon, Gabbiadini (dal 23' s.t. El Kaddouri), Insigne. (Gabriel, Rafael, Grassi, Regini, Maggio, Chalobah, Valdifiori, Allan, Luperto). All. Sarri (squalificato, in panchina Calzona) VERONA (4-2-3-1 ): Gollini; Pisano, Samir, Bianchetti, Souprayen; Viviani (dal 7' s.t. Greco), Ionita; Rebic (dal 27' s.t. Marrone), Emanuelson, Wszolek (dal 7' s.t. Pazzini); Juanito Gomez. (Coppola, Moras, Marcone, Siligardi, Gilberto, Jankovic). All. Delneri ARBITRO: Celi di Bari NOTE: espulso Souprayen (V) al 45' p.t. per gioco scorretto. Ammoniti Samir (V), Albiol (N), Bianchetti (V), Chiriches (N)



Bonus esauriti,non roviniamo la stagione

di Carmine Tascone Non c’è tempo per piangersi addosso ma analizzare la sconfitta di San Siro è doveroso per capire dove e come si è sbagliato. Che l’errore di Rocchi sul fuorigioco di Icardi possa aver condizionato l’arbitro è una verità, tutto il resto alibi che non reggono. Dov’è finito il Napoli di qualche mese fa? Non è la prima partita giocata sotto tono, senza nerbo, senza variazioni: se prima il calendario ci aveva messo di fronte squadre battibili anche rendendo sotto lo standard iniziale, i nodi sono venuti al pettine nelle gare più insidiose. Non basta l’assenza di Higuain a spiegare il tonfo con l’Inter, inutile aggrapparsi a questo. Il Napoli non ha fatto il Napoli e quando questo è successo, si è sempre perso. Nelle ultime trasferte dopo la Juve è stato un decrescere continuo, solo una vittoria a Palermo contro una squadra allo sbando, poi tanta sofferenza a Firenze e solo sconfitte pesanti, come a Udine. La squadra deve ricompattarsi, non si può sbagliare più niente. Il bonus è esaurito altrimenti si rischia di rovinare tutta una stagione e sarebbe delittuoso. Parliamoci chiaro: arrivare secondi è un obbligo anche se alla vigilia un terzo posto sarebbe stato accolto con entusiasmo. Vanno stimolati i calciatori e il tecnico deve ritrovare serenità e tranquillità. Col Bologna non si deve commettere l’errore di pensare a una squadra demotivata solo perché ha perso due partite di fila in casa: avete visto che combinò a Roma? Ci fece un regalo importantissimo e state pur certi che anche al San Paolo Donadoni vorrà fare bella figura. Bisogna arrivare allo scontro diretto con la Roma con fiducia, a testa alta e con energie fisiche e mentali ritrovate perché in questo momento loro stanno meglio di noi. Il San Paolo deve stringersi intorno al Napoli in questo momento difficile: non conta nient’altro che vincere, poi ci sarà modo di capire i motivi – e ce ne sono – del calo degli ultimi mesi e pensare a come non ripeterli più in futuro. Ora c’è però un presente da difendere con i denti. Mi aspetto una grande prova da Gabbiadini, che col Verona aveva fatto benissimo e che a Milano ha deluso come tutti. Perché con l’Inter davvero non è piaciuto nessuno.

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Non prendiamocela con i calendari di Fabrizio Piccolo Si gioca di martedì oggi col Bologna, c’è chi sarà contento e chi no. Eppure bisognerebbe essersi fatti una ragione di cos’è diventato il calendario nel mondo del pallone e mica solo da noi: in Inghilterra giocano anche a Natale e il primo dell’anno – come qualcuno auspica si facesse anche qui – e lo spezzatino è regola ovunque in Europa. Colpa delle pay­tv? Sì ma sono quegli stesse televisioni che grazie ai soldi dei diritti consentono di acquistare e pagare gli ingaggi a quei pochi campioni che il nostro torneo può ancora permettersi. Invocare nostalgicamente il calcio bello d’una volta con tutte le partite alle 14.30 è come rimpiangere la macchina da scrivere in luogo del computer. Fuori tempo. Chiedere la contemporaneità – che vale solo per l’ultima giornata e solo quando ci sono club che hanno obiettivi comuni – anche. Il calcio moderno nasce con i nuovi format delle coppe europee, con la differenza atletico­fisica che richiede giocare tante partite in una stagione, con anticipi e posticipi che non sono dettati dai capricci di Sky o Mediaset – che pure giustamente orientano alcune scelte – ma dai calendari internazionali. Chi gioca di giovedì in coppa in trasferta è ovvio che giocherà in campionato il lunedì sera. Non è un complotto: è la regola. Giocare alle12.30 è un “obbligo” che tocca a tutti prima o poi. Non è una macchinazione ordita ai danni di qualcuno, è una tappa da rispettare. Giocare di sabato capita più spesso a chi fa la Champions, quasi mai a chi non la fa, salvo situazioni particolari. Non è mai stato acclarato che giocare prima o dopo una diretta concorrente sia un vantaggio o meno, ovvio che dipende da cosa fa quella squadra. Giocare dopo può essere un immenso vantaggio se la rivale perde punti. Poi però bisogna saperne approfittare, cosa che ad esempio non fece il Napoli quando giocò di lunedì sera in casa col Milan dopo che la Juve di venerdì era stata frenata dal Bologna. Gli azzurri quel giorno avrebbero potuto riprendersi la vetta. Non successe, ma il calendario e gli anticipi c’entravano nulla. Oggi il Napoli gioca prima di Juve e Roma, è un vantaggio? Sì, no, forse. Inutile parlare di “macigni” sul capo appellandosi ai calendari. Sbagliato non solo creare alibi ai propri giocatori ma soprattutto alimentare la cultura del sospetto nei tifosi. Ecco, questa è la prima cosa in cui bisogna crescere a Napoli. Perché anche così si vince. Senza piagnistei e pensando solo al campo.

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Eccoci alla resa di Marco Martone Siamo alla resa dei conti, non c’è che dire. La sfida all’ex Donadoni, mai troppo tenero quando incontra il Napoli, diventa il crocevia della stagione. Un punto cruciale per sapere se allo scontro diretto con la Roma si andrà con il vantaggio di giocare per due risultati su tre oppure se ci sarà da giocarsi il tutto per tutto. Il Bologna, che all’andata fece festa contro Higuain e compagni, non è uno scoglio insormontabile, almeno sulla carta e almeno per il Napoli che eravamo abituati a vedere, fino a qualche settimana fa. Si perché quello visto a Milano, contro l’Inter, è l’ombra di una squadra. A tale proposito c’è da aprire una pagina, molto ampia, dedicata a tutto quanto nella formazione di Sarri non funziona, o più semplicemente sta funzionando nel peggiore dei modi. Chi attribuisce alla direzione di gara, comunque insufficiente, la disfatta di Milano, non fa il bene del Napoli, non fa buon giornalismo. La sensazione, dopo aver visto e rivisto la gara è che Hamsik e compagni ne sarebbero usciti comunque con le ossa rotta, anche se il guardalinee avesse visto quei centimetri di fuorigioco a vantaggio della punta argentina di Mancini. Il Napoli ha perso perché ha smarrito lo smalto dei tempi migliori, perché alcuni suoi elementi giocano a corrente alternata, Hamsik perfetto con il Verona è tornato un fantasma contro i neroazzurri. Il Napoli è crollato perché Sarri non ha il coraggio di mettere un po’ a riposo Insigne, inguardabile negli ultimi tempi, a vantaggio di un Mertens che non sarà Maradona ma che peggio dell’attuale Lorenzinho non può proprio fare. Il Napoli perde perché senza Higuain è dura, molto dura e Gabbiadini è un gran bel calciatore ma non sa vincere da solo le partite, come fa il Pipita. Il Napoli è naufragato al Meazza perché alle partite, da un po’ di tempo, si arriva dopo settimane trascorse non a parlare di calcio e di tattica, quanto di arbitri, di complotti, di aiuti politici e di calcio malato, oltre che di orari e altre amenità del genere. Questo è il quadro, rispetto a un campionato che è ancora tutto da giocare e che nonostante tutto è stato, fino a d ora, esaltante per i colori azzurri. La partita con il Bologna di Donadoni sarà una vera finale, quelle da vincere e basta. Senza Higuain ma, si spera, con una condizione fisica e mentale, diversa da quella mostrata a Milano. Poi ci sarà la Roma e dunque la resa dei conti. Ma in quel caso, almeno, ci sarà il Pipita…

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Continuate a lottare fino alla fine!

di Mario Passaretti I tanti punti di distanza dalla capolista facevano già presagire che era finito un sogno e la sconfitta di ieri sera a Milano vale più di qualsiasi certezza matematica.Non perché la capolista può allungare ancor di più ma per il semplice fatto che a Milano(sponda Inter,ndr) il Napoli ha palesato i suoi limiti.Una squadra senza mordente,senza idee,senza quell’aggressività che l’ha sempre contraddistinta e la frittata è fatta.Risultato finale:Inter­Napoli 2­0.Un risultato amaro ma ancor di più lo è il verdetto.Sconfitta decisiva e frutto di una prova anonima.Troppe le cose che non andavano per cui gli interisti,molto più motivati forse,hanno messo grinta,carattere e gioco ed alla fine hanno avuto ragione di un avversario senza mordente.Archiviata moralmente la pratica scudetto a favore della Juventus,che si appresta a vincere il quinto scudetto di fila,ora il Napoli si deve guardare dai giallorossi che hanno lo scontro casalingo che potrebbe determinare nel bene o nel male l'esito di una stagione.Tutti noi abbiamo sognato che si potesse ambire a qualcosa di grande ma poi mettendo i piedi sulla terra,ma soprattutto dando uno sguardo alla realtà,ci siamo resi conto che bisognava ammettere i propri limiti(in primis l'esperienza di lottare per il vertice) e quindi far svanire tutti i sogni.Ma attenzione non eravamo partiti per vincere ma solo con l'obiettivo di migliorare il quinto posto dello scorso anno,per cui adesso piedi ben piantati a terra,sveglimoci e lottiamo fino alla fine.Sarri ha la possibilità di scrivere la storia,la sua.Quella di essere venuto ad allenare in una grande piazza ed aver conquistato contro i pronostici iniziali,un grande obiettivo,la qualificazione diretta in Champion's League.La competizione che conta,la più importante di tutte che porterà gli azzurri a calcare grandi campi.Eccezionali palcoscenici europei degni dei più grandi giocatori al mondo.Sogno che si può concretizzare con l'impegno finale per le ultime partite in cui si potrà contare sull'apporto del bomber Higuain,che deve scontare l'ultima giornata di squalifica.Ma poi tutti all'assalto per rimanere ben saldi al secondo posto,con qualificazionediretta in coppa e cosa molto gradita per le casse economiche della società che del gruzzolo

economico

della

champions

potrebbe

molto

beneficiare. Avanti fino alla fine senza mai lottare!Siamo tutti con voi!

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Totò,quasi mezzo Secolo fa l'ultimo saluto ad un mito immortale

di BRUNO MARRA Sono passati 49 anni da quel 15 aprile del 1967. Pochi giorni fa si è celebrato l’anniversario della memoria del nostro Principe più nobile: Antonio De Curtis. Per il mondo intero è stato e sarà sempre Totò, la più splendente maschera della nostra Terra, l’effigie della dicotomia che anima la nostra città che intreccia come nessuno allegria e malinconia in un corpo unico a significare semplicemente: “napoletanità”. La stessa napoletanità che Totò ha portato con orgoglio e fierezza fino all’ultimo suo giorno. Malato da tempo, avvertì a 69 anni i suoi ultimi palpiti ed il giorno prima di spirare disse: “portatemi a Napoli, portatemi a casa mia”. Una frase da brividi che rivela l’indissolubile appartenenza alle radici di un uomo tanto istrionico e strepitoso sulle scene, quanto introspettivo e malinconico nella vita privata. La sua emotività e le vicissitudini esistenziali rappresentavano la parte oscura del personaggio pubblico, della sua maschera irriverente, del suo sorriso mai veramente disteso. Come se la drammaturgia gli fosse insita e trovasse nella comicità il contraltare ideale. Totò diceva sempre: “far piangere è semplice, far ridere è difficilissimo”. Rivendicava l’arte della risata, perché in fondo c’è la tragedia alla base della sua comicità. L’allegria come antidoto della malinconia, la più grande e fedele interpretazione della filosofia napoletana vibrava nelle sua corde e continua a risuonare ancor oggi nell’aria. Lui che è nato nel quartiere Sanità , in quel fatale 15 aprile di 49 anni fu salutato nella Chiesa del Carmine con un funerale assolutamente popolare. Una marea di gente comune per il quale era emblema, simbolo, sogno e ricchezza. Soprattutto di umanità e valori. Se avesse potuto scegliere il suo vero Totò, Antonio De Curtis avrebbe scelto quello che si è raccontato a bassa voce, scrivendo senza ridere, piangendo senza recitare. Quello dei sonetti disperati, quello di “Core analfabeta” e di “Malafemmina” nell’impeto travolgente dell’amore, e quello de “’a Livella” che prende le distanze dalla vita e si eleva sulla effimere miserie umane con ironia ridondante e definitiva. Oggi non c’è più, ma nessuno se n’è mai accorto. Perché Totò rivive in ogni forma d’arte e di comunicazione, di intrattenimento e recitazione, dal Teatro alla televisione. E se fosse qui oggi, sorriderebbe delle miserie umane e della sua stessa sorte. Sussurrando semplicemente: “nuje simm seri, appartenimm ‘a morte…

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il VIGNETTONE di ARMANDO LUPINI


Le tre giornate di Gonzalo di Francesco Basile E' stata una settimana particolarmente travagliata quella appena trascorsa. Il Napoli ha dovuto fare i conti nuovamente con il Sistema, quello dei poteri forti che, negli ultimi anni, non permette ad altre squadre, se non a quelle di "potere", di stare lassù in alto e vincere l'ambito tricolore. Venerdì scorso Gonzalo Higuain, accompagnato dal presidente Aurelio de Laurentiis e assistito dall' avvocato Mattia Grassani, si è recato a Roma, nell'aula dove si è riunita la Corte d'appello della Federcalcio, per discutere in prima persona, per spiegare i fatti e provare così a ridurre la squalifica di quattro giornate comminatagli dal giudice sportivo Gianpaolo Tosel, dopo i fatti di Udine. Di certo nella capitale non poteva mancare il Pipita,che ha provato a spiegare le sue ragioni, quelle ragioni dettate da un sogno: Irrati con quel secondo cartellino giallo aveva infranto un sogno, e non solo quello del campione argentino, ma quello di milioni di tifosi sparsi nel mondo. E, mai come in quel frangente, Gonzalo ha difeso la città, come recita cantando quel motivetto che tanto gli piace. La squalifica è stata ridotta di una sola giornata; da quattro giornate si è passati a tre, mentre l'ammenda pecuniaria è rimasta immodificata. La decisione della corte ha lasciato l'amaro in bocca non soltanto ai tifosi azzurri (che speravano che la pena fosse ridotta a due sole giornate), ma alla stessa società che, attraverso un comunicato ufficiale, ha palesato tutta la delusione con queste parole forti e inequivocabili: "Si è persa un'occasione per dare credibilità all'intero sistema. Siamo profondamente delusi". E in effetti c'è tanto per cui essere delusi. Sfogliando le pagine del regolamento, la squalifica all'asso del Napoli, ci sta tutta. Anzi c'è da dire che Higuain avrebbe anche potuto buscarsi una squalifica più lunga, se il referto arbitrale avesse evidenziato una condotta violenta nei confronti del direttore di gara. Il nostro punto interrogativo è legato, però, alla vicenda che ha visto protagonista il difensore bianconero Leonardo Bonucci, che, in occasione del derby cittadino col Torino, protestando contro l'arbitro gli ha "delicatamente poggiato" la fronte sul viso ( a mo' di testata, diremo noi). In quell'occasione nemmeno un giallo per il difendente juventino. Dinnanzi a queste continue e chiare espressioni di un calcio malato alla radice, non ci si può meravigliare se in tanti scelgono di volgere le proprie passioni verso altri sport. Noi però continuiamo a crederci, continuiamo a credere nelle genuinità della nostra squadra, dei nostri campioni, dei nostri valori. E crediamo fermamente che prima o poi, anche in Italia, possa realizzarsi una favola simile a quella del Leicester in Premier League. E prima o poi, protagonista di quella favola sarà proprio il nostro amato Napoli.

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Rivendita Tabacchi


L'amore richiede rispetto di Carlo Longobardi Il pubblico, anche se più stanco e

deluso, ancora una volta darà dimostrazione di

maturità e amore per la squadra nella prossima, imminente, partita contro il Bologna, provando a fornire il necessario valore in più ora più che mai necessario. Il pareggio della Roma, per il quale dobbiamo ringraziare l'indimenticato e sempre amato Edy Reia, ci riattribuisce l'esclusiva possibilità di accedere alla prossima Champions League, tramontato definitivamente il sogno scudetto, potendo far riferimento solo alle nostre capacità. In attesa del rientro del Pipita dallo stop forzato quanto spropositato, pur considerando lo "sconto" ottenuto, e in previsione dell'altro match decisivo (e molto probabilmente definitivo) con i giallorossi, bisognerà rimettere velocemente in ordine i pensieri e grattare il fondo del barile delle forze residue, per poter concludere degnamente un campionato comunque straordinario se rapportato agli obiettivi prefissati all'avvio. È obbligatoria, tuttavia, una mini rivoluzione: psicologica, fisica e perché no, tattica. La partita del Meazza è stato il primo vero passo falso della stagione per il modo in cui si è sviluppata. Una squadra svogliata, leziosa, senza cattiveria agonistica, che si è beata a guardarsi, imbambolata nel suo lungo e improduttivo possesso di palla è stata sopraffatta dai nerazzurri per niente irresistibili che hanno però dimostrato, questa volta, di essere una squadra cinica e speculare. Una manna dal cielo per la compagine di Mancini che si era immaginato proprio l'atteggiamento che poi gli azzurri hanno avuto. Non serve, adesso, fare la lista degli errori commessi, di un mercato di riparazione inutile, di aver lasciato andare via con troppa facilità un giocatore come Duvan Zapata che sarebbe stato utilissimo in varie fasi della stagione, di avere assunto una posizione integralista sul modo di schierare la squadra in campo, della discutibile gestione della rosa che ha risentito dell'utilizzo quasi esclusivo dei "titolarissimi" oggi in forte debito di ossigeno. A poco vale recriminare sugli errori arbitrali che pure hanno influito fortemente sui esiti finali. La delusione per aver fallito finora tutti i "match point" della stagione, che ci fa ritornare in mente una ansia da prestazione sempre riscontrata nel recente passato, deve essere accantonata. Ci sono ancora dei desideri a portata di mano da esaudire: la qualificazione diretta, che per noi rappresenta lo scudetto degli onesti, significa anche linfa vitale per i programmi futuri. A condizione che si voglia veramente osare. Cuore oltre l'ostacolo ma antenne ritte, grandissimo e meraviglioso popolo azzurro, l'amore richiede rispetto.

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Quattro giornate ad Higuain.E' l'ora della verità

di Ciro Piemonte La pesante squalifica di Higuain ha scosso gli animi dei tifosi partenopei che hanno visto sgretolare il sogno scudetto un po’ per volta. L’atto finale sono state queste 4 giornate del fuoriclasse argentino, che ha segnato da solo più della metà dei goal del Napoli. Come sempre però non tutti i mali vengono per nuocere, queste quattro giornate sono un banco di prova importante per la prossima stagione, chissà forse dovremmo abituarci a giocare senza il “pipita”, supposizione questa da non sottovalutare visti i trascorsi di mercato del Napoli. Col Verona ho visto un Napoli tutto sommato ben messo in campo, tonico ma poco cinico, come sempre si costruisce bene la manovra, tante azioni da goal permettono di vincere contro una squadra a tratti assente. E’ il caso del Verona, che come termine di giudizio in questa fase della stagione vale veramente poco, sarò curioso di valutare il Napoli contro l’Inter. Sicuramente una delle partite più difficili della stagione affrontarla senza il top player sarà un banco di prova importante per testare le qualità del resto della squadra, che stavano quasi riuscendo in un miracolo sportivo, che è il tricolore. Come sempre in campo non è mancato il nervosismo, il gesto di Albiol ad esempio, era evitabile, ma va’ capito anche il momento , strattonato in quel modo magari ci potevano essere gli estremi per un rigore ma è sempre meglio evitare proteste plateali, visto anche che Albiol è facile bersaglio dei giornali milanesi, dal punto di vista delle valutazioni della gara, non è la prima volta, un gesto del genere non fa altro che dare man forte a critiche che per il Napoli sono sempre pane quotidiano da affrontare. La mancanza di Higuain ha permesso anche al nostro capitano di tirar fuori voglia e carattere che nelle partite importanti sono un po’ mancati, da Hamsik tutti ci aspettiamo tanto, oltre alle qualità tecniche indiscutibili che lo caratterizzano, dove batto sempre è il carattere, anche se in squadra ci sono molti uomini spogliatoio (vedi Reina), quello del capitano è un ruolo importante, a tratti fondamentale, Hamsik deve prendere per mano la squadra in momenti difficili della stagione come questa e più volte ha dimostrato di poterlo fare.

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Aprile 201 6



INTER-NAPOLI 2-0(primo tempo 2-0) MARCATORI: Icardi al 4', Perisic al 44' p.t. INTER (4-3-3): Handanovic; D'Ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Brozovic, Medel, Kondogbia (dal 23' s.t. Biabiany); Jovetic (dal 32' s.t. Melo), Icardi (dal 43' s.t. Palacio), Perisic. (Carrizo, Berni, Juan Jesus, Telles, Gnoukouri, Manaj, Eder, Ljajic). All. Mancini. NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Strinic (dal 5' s.t. Ghoulam); Allan, Jorginho (dal 28' s.t. ,El Kaddouri), Hamsik; Callejon, Gabbiadini, Insigne (dal 6' s.t. Mertens). (Rafael, Gabriel, Maggio, Regini, Chiriches, Grassi, Valdifiori, David Lopez, Chalobah). All. Sarri. ARBITRO: Rocchi di Firenze. NOTE: Ammoniti Nagatomo (I) per fallo di mano, Jorginho (N), Murillo (I), Perisic (I), Albiol (N), Kondogbia (I), Mertens (N) per gioco scorretto. Recuperi: 1 ’ p.t.; 3’ s.t.





EXTRA TIME ZONA NAPOLI LA TRASMISSIONE UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB

EXTRA TIME ZONA NAPOLI-In onda in diretta il martedì alle 20.30 su Capri Event,canale 271 del digitale terrestre ed in replica il mercoledì alle 1 4.30 sempre su Capri Event ed alle 23.00 su TeleCapri Sport.Ed infine il giovedì alle 23.30 di nuovo su Capri Event


RISTORANTE LA CAMPANELLA via G. di vittorio 58 - 53048 Sinalunga (SI) - Fraz. Bettolle Tel: 0577 62451 6 E-mail: brunellamarsico@gmail.it



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