Cuore Azzurro n°146 del 02 12 2016

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XII­Nr.146 del 02/12/2016

Napoli­Inter


CALENDARIO pag.5­6:Calendario

RISULTATI E CLASSIFICA

pag.7:Risultati e Classifica

FORMAZIONI

pag.8­9:Le probabili formazioni


TABELLINI E FOTO pag.12­13:Tabellini e Foto

SCHEDE TECNICHE pag.16:Le schede tecniche

IL VIGNETTONE pag.21: La "Vignetta"





Programma 16°Giornata 2­1 Crotone­Pescara 1­4 Juventus 33 Sampdoria­Lazio 0­1 Milan 29 Cagliari­Napoli 1­1 Roma 29 Palermo­Chievo 3­1 Lazio 28 Atalanta­Udinese 2­1 Atalanta 28 Bologna­Empoli 0­2 Torino 25 Torino­Juventus 3­2 Napoli 25 Inter­Genoa 1­1 Inter 21 Fiorentina­Sassuolo 4­2 Fiorentina 20 Roma­Milan 19 Classifica marcatori Programma 15° Giornata Genoa 12 Sampdoria 19 Dzeko Napoli­Inter M.Icardi 12 Cagliari 19 Juventus­Atalanta Belotti 10 Chievo 18 Milan­Crotone Immobile 9 Bologna 16 Sassuolo­Empoli Salah 8 Udinese 15 Higuain 7 Pescara­Cagliari Sassuolo 14 Callejon 7 Sampdoria­Torino Empoli 10 Nestorovski Lazio­Roma 7 Pescara 7 I.Falquè Fiorentina­Palermo 7 Chievo­Genoa Palermo 6 Bacca 6 Udinese­Bologna Crotone 6 Defrel 6 Risultati 14°Giornata Torino­Chievo Empoli­Milan Palermo­Lazio Crotone­Sampdoria Genoa­Juventus Cagliari­Udinese Bologna­Atalanta Roma­Pescara Napoli­Sassuolo Inter­Fiorentina

Classifica

Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Francesco Basile,Fabrizio Piccolo,Armando Lupini,Raffaele Belfiore, Carlo Longobardi,Bruno Marra,Marco Martone,Ciro Piemonte,Mario Passaretti,Anna Mottola Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 512/2007

Venerdì Pag.5 02 Dicembre 2016


Napoli­Inter Venerd 4­3­3

4­2­3­1

All.Sarri Strinic

Ham Candreva

Koulibaly

Reina

Icardi

Brozovic Diaw

Albiol Perisic

Maggio

Ziel


dì 02 Dicembre ore 20.45 All. Pioli

msik

Joao Mario

wara

D'Ambrosio Insigne Miranda Gabbiadini

Kongodbia

linski

Handanovic

Ranocchia Callejon Ansaldi


Scalata....Champions

di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.)

Dopo la buona prestazione degli azzurri ad Udine, coincisa con il ritorno al gol di Lorenzo Insigne, autore di una splendida doppietta, la squadra ha smarrito quel percorso di ripresa dimostrato, disputando una scialba partita contro la Dinamo Kiev in Champions League. Un vero peccato non essere riusciti ad ottenere la vittoria soprattutto sotto l'aspetto morale, il mister ha motivato nelle interviste post partita che l'appannamento evidenziato nella sfida europea è stato causato tali notizie giunte dalla Turchia dov'è il Benfica in vantaggio di ben 3 reti aveva subito la rimonta incredibile del Besiktas vanificando di fatto la possibilità di una qualificazione anticipata con la vittoria azzurra sugli ucraini. Vero è che, ironia della sorte, con il pareggio dei Portoghesi bisognerà aspirare alla conquista di almeno un punto nell'ultima partita del girone a Lisbona. Una giustificazione che ha un sapore amaro in quanto ai più è apparso evidente la volontà di un uomo che abbia voluto in tal modo fungere da scudo ai suoi ragazzi autori di una deludente prestazione. Siamo alle solite composto di attacco risulta leggero sia in termini di peso che di centimetri, innumerevoli calci d'angolo vanificati dagli arcigni è strutturalmente dotati difensori ucraini, un tema che si è riproposto durante tutta la partita, la mancanza di un centrale d'attacco costringe la squadra ad un estenuante lavoro di costruzione chi sottrae energie e talvolta anche concentrazione. Bisogna rassegnarsi, la soluzione al problema d'attacco è rinviata almeno al prossimo anno quando, probabilmente, assisteremo anche al ritorno del polacco Milik la cui assenza ha pesato tantissimo sul rendimento della squadra. A suggellare il momento non certo fortunato degli azzurri arriva al San Paolo il Sassuolo reduce dalla sconfitta in Europa League contro l’Atletico , ci sarà da soffrire per ottenere tutta la posta in gioco, occorrerà il pubblico delle grandi occasioni anche per scacciare i fischi, stavolta giustificati. ascoltati a chiusura della deludente partita di Champions. Dispiace assistere allo sfogo dei tifosi contro i propri beniamini ma a volte può essere utile come sprono agli stessi per reagire a una situazione alquanto delicata, solo una vittoria potrebbe scacciare la tristezza che aleggia sul San Paolo. Reagire con veemenza alle negatività è l’unica via d’uscita per rilanciare il gruppo e ridare ai tifosi l’entusiasmo che da qualche mese latita dal palcoscenico di Fuorigrotta. Venerdì Pag.8

02 Dicembre 2016



NAPOLI­DINAMO KIEV 0­0 NAPOLI (4­3­3) Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Zielinski (dal 33' s.t. Allan), Diawara, Hamsik; Callejon, Mertens (dal 41' s.t. Giaccherini), Insigne (dal 21' s.t. Gabbiadini) (Rafael, Jorginho, Maggio, Chiriches). All.: Sarri. DINAMO KIEV (4­5­1) Rudko; Morozyuk, Chacheridi, Vida, Makarenko; Yarmolenko, Sydorchuk (dal 21' s.t. Orikhovskiy), Rybalka, Garmash, Tsygankov (dal 15' s.t. Derlis Gonzalez); Besedin (dal 36' s.t. Junior Moraes. (Shovkovskiy, Antunes, Korzun, Buyalskiy). All.: Rebrov. ARBITRO Hategan (Romania). NOTEAmmoniti: Sydorchuk, Koulibaly. Angoli: 17­2 per il Napoli. Recupero: 0'; 3'.


NAPOLI­SASSUOLO 1­1 (primo tempo 1­0) MARCATORI: 42' pt Insigne (N); 37' st Defrel (S) NAPOLI (4­3­3): Reina; Hysaj, Chiriches, Koulibaly, Strinic; Allan, Jorginho (32'st Diawara sv), Hamsik; Callejon, Gabbiadini (18'st Mertens), Insigne (40'st Giaccherini). (Sepe, Rafael, Maggio, Maksimovic, Tonelli, Zielinski, Rog, El Kaddouri). All. Sarri. SASSUOLO (4­3­3): Consigli; Gazzola, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Mazzitelli (15'st Pellegrini), Magnanelli, Missiroli (25'st Defrel); Politano (37'pt Ricci), Matri, Ragusa. (Pomini, Pegolo, Terranova, Dell'Orco, Antei, Adjapong, Lirola). All. Di Francesco. ARBITRO: Valeri di Roma. NOTE: serata fredda, terreno in ottime condizioni. Ammoniti: Strinic, Allan, Peluso, Mazzitelli, Ricci, Mertens, Ragusa. Angoli: 7­3 per il Napoli. Recupero: 2', 3'.


Ritrovare la strada maestra

di Fabrizio Piccolo

Il guaio è che a furia di dire che il Napoli gioca il calcio più bello del Paese, può capitare anche che ci sia chi ci crede. Se lo si ripete anche dopo l'ennesimo flop, stavolta contro una medio­piccola che veniva da sconfitte in serie e con il morale a pezzi, vuol dire che l'idea è entrata nell'immaginario. Forse non in quello collettivo ma in quello del tecnico che ­ tra un BIP e l'altro nelle sue colorite dichiarazioni condite dal consueto turpiloquio cui però proprio non riusciamo ad abituarci – ripete quanto gli dia gusto allenare questa squadra che più bella quasi non potrebbe essere. Se altrove allenatori di ben altro spessore si mettono in discussione a ogni mezzo passo falso (l'ha fatto Spalletti, l'ha fatto Allegri), a Napoli in un anno e mezzo mai si è sentito un mea­culpa dell'attuale tecnico. Oltre agli alibi antichi (calendario, orari, campi brutti, arbitri e via continuando) le motivazioni delle mancate vittorie sono sempre attribuibili a colpe della squadra che dopo il Sassuolo è immatura e adolescenziale. La squadra. Che qualche volta è anche vero ma non sarà sempre colpa delle “stupidaggini” (per evitare il termine volgare normalmente adoperato) di un difensore o di un centrocampista se il Napoli oggi è sesto e in piena crisi di identità. La verità è che questo Napoli – ahimè – non gioca il calcio più bello d'Italia. Non sfrutta tutte le potenzialità della rosa. Non ha diversi modi di giocare, ne conosce uno e mezzo e se manca l'intensità giusta non basta. Ritrovare la strada maestra è un paradosso per dire che qui dobbiamo invece dimenticare certi termini, basta con i Maestri, gli auto­elogi, basta col recitare il mantra della squadra­spettacolo perchè è fumo negli occhi. Quando si dirada il fumo vien fuori una squadra che ha un potenziale importante e che può dire ancora tanto in Italia come in Europa. Ed ora che arrivano gare decisive per il futuro della stagione, dove davvero ci si gioca tutto, il Napoli – in tutte le sue componenti – deve smettere di guardarsi allo specchio e di cercare alibi per ritrovare condizione, testa, concentrazione e per sfruttare tutta la forza che ha. Venerdì Pag.14

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Le schede tecniche della squadra:Jorgihno

di Raffaele Belfiore

JORGIHNO

Nome completo: Jorge Luiz Frello Filho Data di nascita: 20/12/1991 Luogo di nascita: Imbituba (BRA) Altezza: 1,80m Peso: 65kg Posizione: Centrocampista Centrale (Ruolo Principale); Mezzala; Trequartista (Altre attitudini di ruolo) Piede: Entrambi (Destro piede prevalente) Umiltà, determinazione, convinzione nei propri mezzi, sono questi gli ingredienti che Jorginho ha palesato a Castelvolturno nel corso della conferenza stampa di presentazione. Il neo acquisto del Napoli ha risposto alle domande lasciando intravedere immediatamente le sue qualità umane e la sua forte personalità. Jorge Luiz Frello nasce il 20 dicembre 1991 a Imbituba, nello stato di Santa Catarina in Brasile, inizia a giocare a calcio fin dalla tenera età nelle selezioni locali, poi il grande salto: a soli 15 lascia la sua nazione per cercare fortuna in Italia. Si allena un mese con il San Martino Speme, poi Riccardo Prisciantelli, decide di tesserarlo per il settore giovanile dell’Hellas Verona dove attraversa tutta la trafila delle giovanili. Nel 2010 viene girato in prestito alla Primavera del Sassuolo, per permettergli di disputare il torneo di Viareggio, la stagione seguente viene mandato in prestito alla Sambonifacese dove colleziona 31 presenze segnando una rete. L’anno dopo entra in prima squadra, appena tornata nella serie cadetta, ed inizia ben presto a ripagare la fiducia di Mandorlini con prestazioni sempre migliori; a fine stagione totalizzerà trenta presenze e due reti. Con il Verona conquista la Serie A e da subito si mette in luce come una delle note più sorprendenti della massima divisione, attirando su di sé le attenzioni di tutte le migliori squadre d’Italia ed Europa (Arsenal). Nel Gennaio 2014 approda al Napoli di Rafa Benitez, da subito dimostra le sue doti tecniche sopraffine quali una capacità eccellente di giocare sullo stretto, passaggi millimetrici e una grande capacità nel possesso­palla. L’anno seguente non dimostra altrettanto, in particolare inizia a soffrire l’utilizzo in una mediana a due elementi. Nel 2015, con l’avvento di Maurizio Sarri sulla panchina del Napoli ed il passaggio ad un centrocampo a tre come a Verona, Jorginho diventa un giocatore fondamentale per la propria squadra, qui si impone per passaggi effettuati e per palloni recuperati e per la capacità di creare occasioni da rete per i compagni. Il “faro” è pronto per illuminare sempre più il gioco azzurro. Venerdì Pag.16

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Venerdì Pag.17

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Mio caro Napoli dove sei finito? di Mario Passaretti

Sei stato sulla bocca di tutti in maniera positiva.Eri diventata la cenerentola del campionato,esprimendo il più bel gioco della serie A e forse anche in campo europeo facevi la tua bella figura.Ed ora sembra finita la favola?Dove sei finito mio caro Napoli? Meravigliavi tutti con il tuo tiki­taka fatto di passaggi corti,continui e mai improvvisati. Un vero e proprio ciclone calcistico capace di affrontare chiunque senza nessuna sbavatura. Sarri,giudicato da tutti il migliore allenatore di tutto il campionato, un uomo venuto dal nulla che partiva non proprio con i migliori auspici,forse per la sua poca esperienza nei campionati che contano.L’uomo in tuta che ha meravigliato tutto e tutti. E poi tutto all’improvviso è svanito e caso vuole che il periodo nero abbia avuto inizio con l’infortunio di Arek Milik.L’ariete azzurro chiamato a sostituire il discusso Higuain e soprattutto il peso di un attacco senza alcuna esperienza.Ma nonostante i dubbi iniziali,il giovane ventiduenne,da subito idolo di noi tifosi,ha gonfiato tante volte la rete tanto da diventare indispensabile nello scacchiere sarriano.Ma è l’unica prima punta capace di scardinare le difese ed il fato ha voluto che si infortunasse. Da qui nascono le critiche contro la società,perché noi tifosi avremmo tanto desiderato un altro grande colpo o almeno un rimpiazzo immediato capace di sopperire all’assenza del polacco e mantenere su la squadra che invece sembra cadersene a pezzi giorno dopo giorno.In champions si mette a rischio una qualificazione ed in campionato scivoliamo sempre più vertiginosamente dal podio fino ad arrivare ad essere settimi in classifica. Tutti noi sappiamo che le cose così non vanno e la paura di un fallimento totale si fa sempre più forte a meno che venerdì sera non ci si riprenda contro i nerazzurri dell’Inter.Magari una risalita immediata,una qualificazione strappata al Da Luz di Lisbona e magari torniamo a sorridere. Nel bene o nel male saremo li a sostenerti. Mio caro Napoli,rialzati in fretta! Venerdì Pag.18

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kit maglie stagione 2016-2017


Napoli dal "Black Monday"al Venerdì azzurro

di BRUNO MARRA

A Napoli il Black Friday è duranto tutto il week end e pure oltre. Dal “venerdì nero” siamo passati al “lunedì nero”, il “Monday night” si è trasformato nel “black Monday”. Tutto a metà prezzo, pure il risultato. Dal successo al pareggio, tutto dimezzato. Ma davanti alla volontà del destino nulla si può fare. Il Napoli sembra in balìa dei numi celesti (non certo azzurri), perché a spiegare ciò che sa accadendo in termini di risultati è davvero arduo. L’equazione è esattamente questa. La fortuna sta al Napoli come X sta alla vittoria. E quella x è l’incognita che come risultato porta sempre il pareggio, nostro malgrado. Perché il Napoli domina, comanda il gioco, dà anche spettacolo, crea infinitesime occasioni da gol, poi però passa alla cassa della fatalità e si prende le briciole del resto che avanza. Verrebbe da dire: mettiamoci una croce sopra. Ma proprio quella croce del’X è diventata in senso metaforico la “croce” che si portano addosso Sarri e la sua Falange azzurra. Un incantesimo che non si scioglie sia in Italia che in Europa. Un “final destination” che soprattutto alla luce della cultura del risultato che vige in Italia da sempre diventa una specie di condanna popolare, in barba alla virtù che il Napoli esprime e manifesta come espressione di gioco. Ma siamo tutti al vaglio della gogna mediatica, dove un 1­0 striminzito al 93esimo vale più di qualsiasi altra alchimia tattica e sostituisce magicamente una idea di calcio. Sarà colpa del “black Friday”, ma adesso è giunta l’ora di passare alla cassa per prendersi il bottino che meritiamo, senza più deprezzare il valore che stanno mostrando i Guerrieri azzurri. Si ricomincia con l’Inter al San Paolo. In un altro venerdì, che stavolta – abbiate bontà – non vogliamo più battezzare nero, ma solamente azzurro. Passiamo dalla croce ai punti esclamativi! Per cominciare un dicembre sereno e limpido, pieno di giorni felici e ricco di “happy days”. Venerdì Pag.20

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il VIGNETTONE

di ARMANDO LUPINI


Un film che ormai si ripete di Francesco Basile

Ancora un pareggio, ancora delusioni. Questo è quanto è riuscito a regalare il Napoli ai tifosi che, lunedì sera, sono accorsi allo stadio San Paolo. Una partita, quella con il Sassuolo, che doveva essere necessariamente vinta, in primis per recuperare tre punti sulla Juve, asfaltata domenica in casa dei fratelli genoani, ma soprattutto per ridare vigore e slancio a una stagione che ormai sembra indirizzata nel limbo. Una stagione di transizione come, da qualche tempo, amo definirla. Una stagione sterile, iniziata nel peggiore dei modi, in estate, con la cessione di Gonzalo Higuain. E quanto manca alla squadra intera lo spessore del numero 9 argentino! Contro gli emiliani dell'ex capitano azzurro Paolo Cannavaro, il Napoli ha creato ancora una volta occasioni da gol a raffica, ma ha raccolto un misero punto, che ai fini della risalita in classifica serve a ben poco. Un gol di Insigne da cineteca, di quelli che il talento di Frattamaggiore sa fare, destro a giro che non lascia alcuna chance a Consigli, l'unica nota positiva di una partita che, tuttavia, mister Sarri ha definito come una delle più belle giocate da quando allena il Napoli. Ma a cosa serve giocare bene, creare tanto e poi raccogliere poco? Assolutamente a nulla se non a deludere ulteriormente l'animo dei tifosi bramosi di raggiungere qualche traguardo importante. E venerdì altra partita casalinga con l'Inter di Stefano Pioli. Una gara estremamente delicata per gli azzurri, considerando la necessità di fare risultato. Mertens dovrà scontare la squalifica di una giornata, avendo rimediato, nell'ultima gara, un giallo pesante (essendo diffidato). Il ruolo da protagonista del "falso nueve" sarà affidato a Manolo Gabbiadini, ancora una volta chiamato a far bene in un ruolo però non suo. Martedì poi gli azzurri voleranno in Portogallo ospiti del Benfica, per l'ultima giornata dei sedicesimi di Champions. E contro i lusitani, il Napoli si giocherà la permanenza in Champions, in un macth difficilissimo che deciderà il futuro europeo di entrambe le squadre. Due partite fondamentali, quindi, le prossime. Sarà necessario, per gli azzurri, ritrovare fiducia, gamba e concretezza, oltre alla consapevolezza di giocare per i colori di una grande squadra. Venerdì Pag.22

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Sono solo parole

di Carlo Longobardi

Quando le “cose” a sensazione non vanno bene, quando l’esperienza pluriennale di tifoso autentico lo suggerisce, si sviluppa un tacito sentimento comune. Nell’intimo di tutti coloro che erano allo stadio, ma questo sarà avvenuto anche a casa, ognuno, lunedì sera, avrà fatto i conti con quella tremenda frase, formulata in napoletano ed irripetibile ad alta voce perché foriera di sventure, che ripete come un ritornello subdolo: “votta a fernì sta partita!!”. Una richiesta che era forte ed era dettata dalla maledetta classifica che si aggiornava mentalmente e che ti faceva, tutto sommato sorridere: “pigliamo i tre punti e andiamo sorridenti a casa”. E già, perché era sotto gli occhi di tutti l’incapacità a dare impulso e sveglia ad una partita che ormai sollecitava soltanto un sonnellino pre­cena, stimolato adeguatamente dall’infinito quanto improduttivo fraseggio che avrà fatto impallidire finanche il rotondo spagnolo attualmente al Newcastle e che sicuramente ha frastornato gli stessi giocatori in campo. Una gestione forsennata e oltranzista che sta fruttando veramente poco oltre ad essere altrettanto poco confacente alla situazione “senza puntale” ormai arcinota. Purtroppo è accaduto ciò che appare come una conseguenza logica, come una risposta, prima psicologica e poi tecnica, sollecitata ad un avversario in grande difficoltà e con i suoi migliori interpreti impossibilitati. Il gol di Defrel, che a tanti sostenitori azzurri piace da prima di essere accostato al Napoli, ha ricordato che l’altra squadra fa il tuo stesso mestiere e che se si gioca per non produrre nulla prima o poi si viene puniti, anche perché, è corretto ricordarlo, siamo sempre nel massimo campionato di calcio italiano. Sarri ha avuto, ed ha, tutta la stima e la considerazione, ma ora dovrebbe comprendere che questa condizione di “carta bianca” (e non pensate a Totò) significa che tutto l’affiancamento sarà immutato a patto che si dia la sensazione di duttilità, di poter modificare un teorema che non è quello di Pitagora, che far partire Gabbiadini da destra per poter liberare con facilità il suo sinistro imperioso senza l’obbligo di doversi girare non è un peccato mortale, come non lo sarebbe dall’altro lato con Insigne (il suo passato pescarese lo ricorda), magari arretrando Mertens che è l’unico che ha memoria di ciò che è un dribbling e della sua utilità, che, anche per zittire troppi “rumors” sarebbe interessante vedere, una volta che sia una, il gioiellino Rog, del quale ormai vengono replicate di continuo tutte le sue azioni salienti grazie ai filmati rivisti su you tube fino alla noia, che applaudiremmo con gioia finanche l’ultimo centravanti della squadra Primavera (caratteristica che in un calcio che non ci sta più sembrava quasi scontata e che ora appare come una bestemmia), che un cross, un tiro da fuori anche sbilenco, un tentativo di inserimento, in determinate fasi dell’incontro, può essere sempre più produttivo di un possesso palla buono ad alimentare le statistiche totalmente inutili dei malati del settore ed altrettanto efficace ad aumentare il volume di tante altre per decenza meglio celate. Che la conquista dei calci d’angolo non costituisce graduatoria a se stante e che, soprattutto a tempo scaduto, questi si devono calciare direttamente per trarne una residua, possibile, utilità. Ma, alla fine e con rassegnazione, sappiamo che chi gestisce la squadra conosce la condizione dei singoli, la capacità di adattamento agli schemi ed è l’unico a cui spetta l’ultima decisione. Quindi, caro Maurizio, va bene tutto, ma non fare in modo di toglierci anche la possibilità di replica, il popolo azzurro, tutto sommato, ha più volte dimostrato una adeguata competenza che, con franchezza e ad alta voce, talvolta è necessario riaffermare, pur consapevoli che, ahinoi: “sono solo parole, le nostre…”. A buon intenditor. Venerdì Pag.24 02 Dicembre 2016



Gabbiadini,valore aggiunto o oggetto misterioso?

di Ciro Piemonte

La cosa più facile che oggi si può fare vedendo questo Napoli è puntare il dito. Contro la società, contro il presidente, contro l’allenatore, contro i giocatori e perché no, contro la tifoseria. Sull’ultimo punto, il tifo partenopeo, contro il Sassuolo, con prezzi decisamente onesti ha risposto presente. Finalmente la società è venuta incontro alle esigenze delle persone. Dal punto di vista del campo, uno dei problemi di questo Napoli è ad oggi Manolo Gabbiadini. Arriva a Napoli con Benitez, in sei mesi tra coppe e campionato mette a segno ben 11 goal, naturalmente nel ruolo per lui più indicato, esterno. Ottime doti fisiche, buona adattabilità allo spogliatoio, uno dei migliori mancini del panorama europeo , e non si esagera, oggi non riesce, in questo Napoli, a farsi spazio. A soli 23 anni sembrava concretizzarsi un sogno, era all’apice della carriera, con Higuain, allora, il Napoli già sognava. In soli due anni, Gabbiadini si ritrova a dover giocare in un ruolo non consono alle sue caratteristiche, essere preso di mira da un gruppo di tifosotti che puntualmente siede al San Paolo. Il presidente De Laurentis è intervenuto sulla vicenda chiedendo al mister di trovare una soluzione tattica per mettere in condizione di far giocare l’attaccante bergamasco, cambiando modulo magari o posizione a quest’ultimo ma ahinoi! nulla è cambiato. Sarri si ostina farlo giocare punta, in un anno e mezzo Gabbiadini è stato letteralmente declassato a un ruolo marginale, un giocatore che farebbe la fortuna di tante squadre in Italia e all’estero non può essere messo in queste condizioni da scelte inspiegabili di un allenatore che non fa altro che mettere in risalto i propri limiti tecnici. Oggi trovare una soluzione è molto difficile, ma un allenatore è pagato per tirare il meglio dai suoi calciatori, cercare di creare un ruolo per sfruttare le migliori caratteristiche. Gabbiadini che ha bisogno di accentrarsi, di provare il tiro, si ritrova a fare continui movimenti (da attaccante puro, che non è) trovandosi più volte in fuorigioco o in ritardo, ma a mio avviso senza colpe. Vederlo giocare così fa male, fa ancora più male per un amante del calcio vederlo uscire al 60’ ogni volta, senza fare goal e senza fare bene alla squadra. Quelle continue bocciature da parte del mister non giovano allo spogliatoio, non giovano al ragazzo che oggi mentalmente è distrutto e Sarri non ha poche colpe. Probabilmente andava ceduto, su questo non c’è dubbio, probabilmente Sarri sta facendo capire alla dirigenza che errore è stato fatto nel mercato estivo ma a farne le spese, oltre alla tifoseria napoletana, è Gabbiadini che sta pagando il prezzo di scelte scellerate da parte della società e del coach. Il discorso è questo, oggi Gabbiadini è un giocatore del Napoli, con Mihajlovic ha fatto benissimo, con Benitez era strepitoso , all’arrivo di Sarri aveva solo 24 anni ma era già un giocatore affermato e nel giro della nazionale. Il post Sarri è facile da valutare, il problema è chiaro ed evidente: la posizione in mezzo al campo. In questo momento così difficile sfruttare Gabbiadini può essere la soluzione di tutti i problemi del Napoli, speriamo che qualcuno se ne accorga.

Venerdì Pag.26 02 Dicembre 2016




L'angolo Rosa.....colorato d'azzurro

di Anna Mottola

Partiamo dalla Champions. Dalla possibilità di stabilire un record alla terza partita, siamo passati ai due risultati su tre utili per avere la possibilità il 06/12 a Lisbona di qualificarci e sbarcare agli Ottavi. Sappiamo quanto sia fondamentale andare avanti, ma chi di voi è sicuro dell’esito positivo di questa impresa? Passiamo al Campionato. “Se quel pareggio del Beᶊiktaᶊ condizionò la partita contro la Dinamo Kiev, la sconfitta della Juve dovrebbe essere energia pura” e invece no! Due partite in casa, 'sperando di riuscire a raccogliere tutto il bottino a disposizione' e già alla prima ci troviamo a contare i punti persi, come le speranze che si sono stampate contro quel palo insieme al tiro finale di Callejón. Il problema di questa squadra qual è? Un Napoli incapace di essere concreto e di blindare il risultato. Il gioco c’è, parlano le statistiche, manca SOLO qualcuno là davanti che ci trascini alla vittoria a suon di goal, alias un CENTRAVANTI che non è arrivato né in estate, né dopo l’infortunio di Milik, preferendo caricare M. Gabbiadini di una responsabilità inaudita. Alcuni puntano il dito contro Sarri, “s’intestardisce peggio di Mazzarri, mette sempre gli stessi”, ma la scelta sta tra: sconvolgere tutto e rischiare o trovare un equilibrio e puntare su quello in attesa dei risultati, quindi, siamo sicuri che sia così semplice la sua situazione? Il Presidente, l’allenatore, la squadra…potremmo stare ore qui a discuterne senza trovare un’unica spiegazione. Abbiamo di fronte a noi una squadra che sembra quasi aver dimenticato il gusto dolce della vittoria, la brutta copia di quel Napoli che tanto ci ha entusiasmato, e sarebbe facile ora dire “basta, cambio sport!” ma come dice quel coro “Nella mia vita ci sono due colori, sono i colori che a me fanno soffrire” e nonostante tutto continueremo a sceglierli. Venerdì ospitiamo l’Inter, non sarà facile, ma in qualche modo dovremmo pur reagire e allora RIALZATI NAPOLI, FALLO PER NOI! FORZA NAPOLI SEMPRE!

Venerdì Pag.29 02 Dicembre 2016


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Il periodo più delicato di Mister Sarri

di Silvio Messinetti

Il deludente pareggio casalingo con il Sassuolo ha evidenziato, ancora una volta, i limiti strutturali della compagine partenopea in particolare l’assenza conclamata del centravanti. Le ultime prestazioni, tutte di buon livello dal punto di vista meramente tecnico, hanno però dimostrato lacune sia di personalità che di coraggio, evidenti in taluni giocatori e in certi momenti anche nel tecnico toscano. Lo stesso Sarri infatti al termine della gara ha dichiarato di essere stato deluso dall’assenza di cattiveria agonistica da parte dei suoi giocatori nel chiudere la partita, senza però considerare che il perpetuarsi di queste difficoltà, di giornata in giornata, sono sintomatiche di qualcosa di più profondo e radicato che affonda le sue più profonde ragioni nella scarsa comunicazione evidente all’interno della società azzurra. Le continue esternazioni del presidente stanno incrinando progressivamente il rapporto con l’allenatore, insinuando dei dubbi sulla condivisione delle scelte, destabilizzando l’ambiente e diminuendo l’ autorevolezza del mister all’interno dello spogliatoio. Le prossime partite, a partire dalla sfida con l’Inter di venerdì sera al San Paolo a quella di martedì in casa del Benfica, diranno se questa stagione potrà essere semplicemente un’annata di transizione finalizzata esclusivamente alla crescita dei giovani o invece un anno ricco di soddisfazioni sia in campionato che in champions. Un fattore essenziale che farà la differenza nel far propendere questa stagione in un modo o nell’altro sarà probabilmente l’unità con cui tutte le varie componenti che ruotano intorno alla squadra, dal presidente, all’allenatore, ai giocatori, ai tifosi, agli addetti ai lavori, si cementeranno nell’affrontare questo momento di difficoltà, con l’auspicio che questa coesione di intenti possa riportare il Napoli ai vertici sia in Italia che in Europa.

Venerdì Pag.34 02 Dicembre 2016



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