Cuore azzurro n°154 del 12 03 2017

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XII­Nr.154 del 12/03/2017


CALENDARIO pag.5­6:Calendario

RISULTATI E CLASSIFICA

pag.7:Risultati e Classifica

FORMAZIONI

pag.8­9:Le probabili formazioni


TABELLINI E FOTO

pag.12­13;22­23:Tabellini e Foto

IL VIGNETTONE

pag.19: La "Vignetta"





Risultati 27°Giornata Classifica Programma 29°Giornata Roma­Napoli 1­2 Torino­Inter Sampdoria­Pescara 3­1 Juventus 67 Milan­Genoa Milan­Chievo 3­1 Roma 59 Empoli­Napoli Atalanta­Fiorentina 0­0 Napoli 57 Sampdoria­Juventus Cagliari­Inter 1­5 Lazio 53 Atalanta­Pescara Torino­Palermo 3­1 Atalanta 52 Cagliari­Lazio Empoli­Genoa 0­2 Inter 51 Crotone­Fiorentina Udinese­Juventus 1­1 Milan 50 Bologna­Chievo Crotone­Sassuolo 0­0 Fiorentina 42 Udinese­Palermo Bologna­Lazio 0­2 Torino 39 Roma­Sassuolo 38 Programma 28° Giornata Sampdoria Chievo 35 Classifica Marcatori Juventus­Milan 22 Sassuolo 31 Belotti Genoa­Sampdoria 19 Cagliari 31 Dzeko Sassuolo­Bologna Higuain 19 Udinese 30 Inter­Atalanta Mertens 18 Chievo­Empoli Genoa 29 Icardi 17 Fiorentina­Cagliari Bologna 28 Immobile 16 Pescara­Udinese Empoli 22 Kalinic 12 Napoli­Crotone Palermo 15 Borriello 12 Palermo­Roma Crotone 14 Bacca 11 Lazio­Torino Pescara 12 Hamsik 10

Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Francesco Basile,Fabrizio Piccolo,Armando Lupini,Carlo Longobardi, Bruno Marra,Ciro Piemonte,Mario Passaretti,Anna Mottola Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 512/2007

Sabato Pag.7 12 Marzo 2017


Napoli­Crotone 4­3­3

4­4­2

All.Sarri Strinic

Ro

Koulibaly Acosty

Jorgin

Reina Albiol Falcinelli

Maggio

Zieli


og

Nicola Sampirisi

Rhodèn Mertens

Dussenne

Capezzi

Milik

nho

Cordaz

Crisetig

inski Stojan

Ferrari Callejon

Martella


Ripartire subito

di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.)

Superata la sbornia Real Madrid il Napolii ritorna a vivere la routine del campionato di calcio di Serie A, senza dimenticare l’esaltante esperienza vissuta insieme ai tifosi base per la costruzione di una squadra di livello superiore. E’ ora di bilanci, bisogna capire, metabolizzare ed elaborare queste grandi sfide vissute nel doppio scontro con i madrileni, il gol di Mertens, eseguito alla perfezione dopo un'azione travolgente degli azzurri, ci hai esaltato perché frutto di un dominio in campo durato oltre 50 minuti. Ci si chiede allora dov'è il limite reale di questa squadra che se avesse avuto la forza e anche la fortuna di resistere almeno per i primi 20 minuti del secondo tempo, probabilmente, la storia da raccontare sarebbe stata un'altra, nel calcio nulla è impossibile lo ha dimostrato alla grande il sontuoso Barcellona che dopo la sconfitta per ben 0 a 4 subita con il Paris Saint Germain ha offerto una prestazione di incredibile bellezza concentrazione e forza, vincendo addirittura per 6 a 1 contro i parigini spediti all'inferno negli ultimi 5 minuti. Tantissimi complimenti sono giunti ai partenopei da parte di autorevoli personaggi del mondo dello Sport ma cosa può contare visto la doppia sconfitta con il medesimo punteggio quel 3 a 1 che sancisce di fatto una superiorità chiara non nel gioco, questo è sicuro, ma nella capacità di realizzare il dominio in gara con poche ma efficaci azioni anche se eseguite da fuoriclasse indiscussi. La difesa del Napoli ha dimostrato la sua fragilità emersa per la verità anche in altre sfide di campionato, molte le reti subite da palle inattive poche le realizzazioni nella medesima situazione, è bastata l’esuberanza atletica di Sergio Ramos per annientare in un attimo quanto di buono fatto fino a quel momento. In tutta obiettività il calcio è davvero un gioco spietato, non vale la proporzione bel gioco uguale risultato positivo anzi, spesso, emerge più la cattiveria agonistica e la capacità di controllare il match, doti che il Napoli sta dimostrando di non possedere, grandi incertezze con una media di reti subite che giustifica in pieno sia la posizione in classifica che l’eliminazione dalla ambita Coppa Europea. Cosa occorre ancora per il salto di qualità in considerazione di una media di età dei giocatori veramente incoraggiante, probabilmente soltanto la consapevolezza e la sfrontatezza di essere un gruppo forte, una questione mentale, psicologica che Sarri dovrà in qualche modo diffondere nei nostri ragazzi. La sfida casalinga con il Crotone giunge al momento opportuno per poter rilanciare l'ambiente e dare al Mister la possibilità di trovare altre soluzioni di impiego di nuovi elementi, conservando appieno tutta l'esperienza accumulata e ripartendo semmai dall’ottima prestazione offerta all'Olimpico contro la Roma, quello è il Napoli che tifosi vogliono ammirare, cancellando unicamente gli ultimi dieci minuti che potevano, anche in quell'occasione, buttare alle ortiche una prestazione impeccabile. Questo ennesimo test deve consentire il riordino delle idee, ridare entusiasmo all' ambiente per puntare con decisione alla posizione classifica utile per ritornare subito a competere con le regine europee. Sabato Pag.10 12 Marzo 2017



NAPOLI­REAL MADRID 1­3(primo tempo 1­0) MARCATORI: Mertens (N) al 24' p.t.; Ramos (R) al 6' e al 12', Morata (R) al 46' s.t. NAPOLI (4­3­3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan (dall'11' s.t. Rog), Diawara, Hamsik (dal 30' s.t. Zielinski); Callejon, Mertens, Insigne (dal 25' s.t. Milik). (Rafael, Maggio,Maksimovic, Jorginho). All. Sarri. REAL MADRID (4­3­3): Navas; Carvajal, Pepe, Ramos, Marcelo; Modric (dal 35' s.t. Isco), Casemiro, Kroos; Bale (dal 22' s.t. Vazquez), Benzema (32' s.t. Morata), Ronaldo. (Casilla, Nacho, Danilo, James). All. Zidane. ARBITRO: Cakir (Turchia). NOTE: ammoniti Allan (N) e Diawara (N) per gioco scorretto.



Più forti dei piagnistei

di Fabrizio Piccolo

C'è un'altra vittoria che deve cercare il Napoli e Napoli tutta, e forse è più importante di quelle sul campo. Dopo il sacco di Roma sarà chiaro a tutti che questa rosa ha un potenziale straordinario e se si farà tesoro di tutto quello che si è visto in queste ultime settimane va da sé che le cose non potranno che andar sempre meglio nei risultati, ma per vincere anche fuori dal campo bisognerà maturare tutti. Non si è ancora esaurito il carico di veleni e polemiche legate a tutto quello che è successo durante e dopo la partita di coppa Italia con la Juventus ed è opportuno imparare la lezione anche da tutto questo. I titoloni offensivi, l'ironia di parte dei media e gli eccessi di quei giorni devono insegnare anche a Napoli che bisogna reagire meglio a torti veri o presunti e a offese reali o provocatorie. Napoli e il Napoli sono più forti dei piagnistei, il vittimismo deve uscire fuori definitivamente dal dna di questa città. Non significa che bisogna abbassare sempre la testa, no, ma che non si deve cadere nelle trappole che passano anche per l'emotività di parte dell'ambiente ove per ambiente si intende un calderone dove ci stanno tutti dentro: media, tifosi, politici, scrittori, vip e gente della strada. Guai a pensare di essere sempre Calimero, di essere continuamente vessati in malafede, a offenderci appena qualcuno solo osa parlare di Napoli. E' quello che spesso ci si attende dalle provocazioni che spesso toccano i nervi scoperti della città. Prendiamo le critiche col sorriso, reagiamo con la pernacchia di Eduardo quando ci sembrano campate in aria. Niente odio, niente contro­insulti. Napoli si ponga come esempio della città della Gioia anche fuori dal campo, visto che quando gioca come sa le regala sempre queste gioie. Ora c'è il Crotone e bisogna continuare sulla strada di Roma, la stagione può ancora riservare sorprese e traguardi ma quando Napoli sarà cresciuta in tutto quello sì che sarà uno scudetto da festeggiare.

Sabato Pag.14 12 Marzo 2017



Torniamo alla realtà di Mario Passaretti

Un San Paolo da brividi quello che martedì ha dato lezione di civiltà a tutta Italia con un comportamento esemplare nonostante la sconfitta ed eliminazione.Che questa cosa potesse accadere era ben preventivabile già dai tempi dei sorteggi non per niente clementi verso gli azzurri.Mai timorosi di nulla hanno giocato due partite contro i campioni del mondo davvero esemplari.A Madrid le gambe non hanno tremato nonostante la grandezza dell’avversario.Sconfitti per 3­1 al Bernabeu si è provato ugualmente a realizzare l’impresa di giocarsela fino alla fine.Martedì il Napoli ha prodotto cinquanta minuti di spettacolo puro.Non si è temuta la squadra avversaria,portandole comunque il rispetto che si deve ad una grande ma sempre a testa alta.Un gioco spettacolare,fraseggi brevi,passaggi corti e pressing asfissiante hanno fatto venire un po’ di mal di testa al Real. Una situazione ben diversa rispetto a trent’anni fa ma dal fascino spettacolare anche stavolta.Esito in entrambe le circostanze del tutto negativo ma con la consapevolezza di aver giocato un gran calcio,di averci provato con tenacia senza timori.Ma alla fine i valori tecnici troppo differenti hanno preso il sopravvento e la compagine spagnola ha dimostrato la sua forza chiudendo in 5 minuti ogni speranza.Ma non proprio tutte, perché da questa esperienza ne viene fuori un Napoli compatto,arcigno che adesso si rigetta nella realtà del campionato in cui proverà a conquistare il secondo posto e di sicuro,dopo i torti subìti all’andata,di ribaltare il match dello Juventus Stadium e centrare la finale di Coppa Italia,ultimo obiettivo concreto raggiungibile.Gli uomini di Sarri faranno di tutto per fare bella figura sperando di poter nuovamente marciare …..sulla Roma

Sabato Pag.16 12 Marzo 2017


kit maglie stagione 2016-2017


Da Vialli a Mertens, quando l’esultanza diventa emozione

di Bruno Marra

Se fossimi stati negli Anni 90, l’esultanza di Mertens contro la Roma sarebbe passata quasi inosservata. Perché il mondo del Calcio ha attraversato un ventennio in cui la gioia per un gol diventò una sceneggiatura a tema, ognuno con la sua coreografia più bizzarra. Sabato all’Olimpico, Dries ha mimato la pipì con la gamba alzata in onore del suo cane, gesto che subito ha riportato alla mente quello di George Finidi, nigeriano che ai Mondiali del 1994 in Usa non solo fece lo stesso gesto del cane, ma segnò praticamente un gol identico a qeullo di Mertens. Ma la vetrina delle esultanza bizzarre è ampia. Si potrebbe cominciare dal “Cobra” Tovalieri che segnò una caterva di gol al Bari ed inventò il “trenino”, ovvero si metteva in ginocchio sulla linea di fondo e dietro di lui tutta la squadra lo seguiva carponi. Poi c’è chi faceva le capriole per segnare. Il primo fu Skuhravy, attaccante del Genoa che, anche grazie al fisico possente, dopo ogni gol metteva le mani a terra e si lanciava in una piroetta. Lo imitò poco dopo Gianluca Vialli, appena passato dalla Sampdoria alla Juventus, con una capriola senza mani, stile circense. E così, il suo compagno di attacco, Ravanelli, pensò bene di inventarsene una tutta sua: “l’uomo mascherato”. Penna bianca, che visse un periodo d’oro in biancobero, accompagnava ogni sua rete mettendosi la maglietta sulla faccia. Gesto che fu ripreso anni dopo da Andriy Shevchenko, lo zar milanista, che vinse il Pallone d’Oro e la Champions League in rossonero. Non poteva stare a guardare la Capitale. E così arrivò il primo matador, Salas, quando Cavani non era manco in calendario. L’attaccante cileno della Lazio dopo ogni gol imitava il gesto dell’inchino davanti alla Curva. Molto meno romantico dall’altro lato il mitico capitano della Roma Francesco Totti che sfoderò la moda delle sottomaglie. Prima mise fuori la scritta: “vi ho purgato ancora” dopo aver segnato un gol nel derby e poi fece una vera e propria dichiarazione alla sua attuale moglie Ilary Blasi, con la maglia amorevole: “6 Unica”. Sempre a Roma ci vinse lo scudetto Vincenziono Montella, che segnava come un diluvio e cominciava il suo volo planare a braccia aperte, grazie al quale si prese il soprannome di “aeroplanino”. Nello stesso anno, il 2001, in cui Batistuta traslocò la sua “mitragliatrice” da Firenze alla Capitale. Fino ai giorni nostri con la linguaccia di De Piero che in azzurro fu mutuata dal Pampa Sosa. Poi i gesti stravaganti di esultanza sono scemati perché le norme hanno ricondotto tutti al buon senso evutando gesti irridenti. Ma nella memoria resteranno sempre pagine ludiche di calcio e divertimento. Quando il calcio sembrava ancora un gioco. Per fortuna che Dries c’è! Per restituire al pallone la giusta dimensione di una sana emozione.

Sabato Pag.18 12 Marzo 2017


il VIGNETTONE

di ARMANDO LUPINI


L'Interminabile marcia su Roma di Francesco Basile

In casa Napoli, le ultime tre settimane sono state particolarmente intense e significative per il prosieguo della stagione. Dalla sconfitta di Madrid contro il Real, alla "presa" dell'ostica Verona (sponda clivense), dalla rocambolesca e inaspettata disfatta, in casa, contro l'Atalanta, alla sconfitta dello 'Stadium' (coppa Italia), sopraggiunta con, neanche a dirlo, il solito, immancabile, aiutino arbitrale, fino all'inaspettata e, quanto mai sperata, vittoria dell' 'Olimpico' contro la Roma: questi in sintesi gli eventi calcistici che hanno segnato in negativo e in positivo una porzione del periodo più impegnativo per la squadra di Maurizio Sarri. Accanto al calcio giocato però, come spesso accade quando si parla di Napoli, la stampa e i media in generale, hanno contribuito ad ingigantire un caso, montato ad hoc, in seguito alle dichiarazioni del presidente De Laurentiis al termine del match del Benabeu. In effetti, il patron azzurro ci è andato particolarmente pesante con il mister e la squadra: al primo le critiche circa la sua presunta attitudine a schierare in campo sempre gli stessi giocatori, trascurando l' acquisto "riparatore" di gennaio, spedito, nella trasferta madridista, in tribuna; ai ragazzi, gli ammonimenti circa uno scarso impegno in campo, fatta eccezione per lo scugnizzo frattese, Lorenzo Insigne, autore della rete del vantaggio azzurro in terra spagnola. Ebbene, quelle parole pronunciate davanti alle telecamere, nel momento in cui la squadra aveva bisogno dell'appoggio del suo primo tifoso, sono pesate come un macigno e, hanno avuto l'effetto devastante di destabilizzare, almeno in parte, l'ambiente . Ne sono seguiti il silenzio stampa della squadra e della società, e le tante dicerie circa il futuro del tecnico del Napoli, ormai considerato in rotta con il presidente e già lontano dalla panchina azzurra. Ma mister Sarri ha saputo tener la squadra lontana dalle vicissitudini esterne ai campi d'allenamento di Castelvolturno, e la partita contro la Roma ne è stata la dimostrazione più eloquente. La trasferta romana ha mostrato ai tifosi azzurri il Napoli forse più intelligente della stagione. Quel Napoli, coscente di giocarsi tutto in quei 90 minuti (una eventuale sconfitta, infatti, avrebbe significato un quasi certo addio al secondo posto), con grande personalità, qualità e forza fisica, ha saputo tener testa alla squadra capitolina portando a casa tre punti fondamentali per la classifica e soprattutto per il morale. Domenica sarà il Crotone a varcare i cancelli dello stadio di Fuorigrotta. Anche in questo caso la vittoria sarà l'unico risultato possibile per continuare la cavalcata verso il secondo posto, sperando in un ulteriore passo falso della squadra giallorossa.

Sabato Pag.20 12 Marzo 2017



ROMA­NAPOLI 1­2 (0­1) MARCATORI: Mertens (N) al 26' p.t.; Mertens (N) al 5', Strootman (R) al 44' s.t.. ROMA (4­2­3­1) Szczesny; Rüdiger, Fazio (dal 7' s.t. Bruno Peres), Manolas, Juan Jesus; De Rossi (dal 34' s.t. Paredes), Strootman; El Shaarawy (dal 7' s.t. Salah), Nainggolan, Perotti; Dzeko (Alisson, Lobont, Mario Rui, Emerson, Vermaelen, Grenier, Gerson, Totti). All. Spalletti. NAPOLI (4­3­3) Reina; Hysay, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Rog, Jorginho (dal 21' s.t. Diawara), Hamsik (dal 34' s.t. Milik); Callejon, Mertens (dal 29' s.t. Zielinski), Insigne (Sepe, Rafael, Maggio, Maksimovic, Chiriches, Strinic, Giaccherini, Allan, Pavoletti). All. Sarri. ARBITRO Banti di Livorno. NOTE: spettatori 30.909, incasso 1.142.991 euro. Espulso Sarri al 25' s.t. Per proteste. Ammoniti: Rog, Manolas e De Rossi per gioco scorretto, Ghoulam per comportamento non regolamentare, Perotti per simulazione. Angoli: 7­6. Recupero: 0' p.t., 5' s.t..



I have a dream

di Carlo Longobardi Come sarebbe bello se riuscissimo a fare quel passo in avanti che ancora ci differenzia dalla normalità e dalla consapevolezza di essere un pubblico, un popolo, rappresentativo di anni di cultura millenaria; invece, purtroppo, ci manca ancora, e in maniera chiara, quel miglio che ci separa dal confine ideale. Questo pensiero è ritornato proprio alla fine della partita con il Real, quando noi tutti presenti sembravamo Aldo, Giovanni e Giacomo nella famosa sequenza sulla spiaggia del film “tre uomini e una gamba” nel momento in cui, dopo aver celebrato le giocate mirabolanti fatte nell’incontro con i tunisini, alla fine uno dei tre dice: “ma se abbiamo giocato così bene, come abbiamo fatto a perdere 10 a 3?”. Il paragone è forse eccessivo e senz’altro ingiusto nei confronti dei nostri ragazzi che effettivamente hanno espresso per lungo tempo un gioco splendido, ma che, tuttavia, appare plausibile se si riporta tutto al risultato finale. Abbiamo vissuto giorni di grande gioia condivisa e di entusiasmo incontenibile che si sono distinti anche per i nostri atteggiamenti “eccessivi” che hanno determinato la chiusura di una parte della città, la necessità di dotare il pullman dei “Galacticos” di una scorta che neanche il Papa o il G8 e caricato tutto l’ambiente di una adrenalina brutalmente prosciugata dalle capocciate di Sergio Ramos che, con una semplicità disarmante e avvalendosi del suo rinomato marchio di fabbrica, ha posto fine ai sogni di gloria facendoci rituffare nella più ordinaria ruotine quotidiana. Tutto si sarebbe dovuto chiudere in quel momento, fatta salva la semplice discussione post­partita; invece, non paghi del risultato conseguito che avrebbe richiesto un profilo più elevato e distaccato, ci siamo immediatamente ritrovati invischiati nella disputa stimolata dall’inviperito Presidente (giustificata dalla passione ma molto pericolosa se si rapporta alle vicende occorse al noto giornalista napoletano della “gazzetta”) tra nord e sud che ha riavviato anche il furore dei neoborbonici ancora dolenti per le vicende appartenute al passato e si è proseguito, poi, sui social con la celebrazione del “miglior pubblico del mondo”, della “coreografia più bella” e dalle false dichiarazioni di Cristiano Ronaldo, veicolate ad arte da qualche buontempone, che avrebbe dichiarato di aver tremato al solo ingresso al San Paolo. Ma ci rendiamo conto del tenore delle nostre affermazioni e da quanto queste ci riportino verso un tempo che ci connotava tanto per provincialità? Stiamo parlando di calciatori che girano quotidianamente il mondo negli stadi più belli e infuocati, che hanno visto e strabuzzato gli occhi per coreografie come quelle delle tifoserie del Dortmund, del Barcellona, dello stesso Real e anche di tante squadre italiane, perché continua a perseguitarci questa pretesa di primeggiare, del tutto autoreferenziale, che ci fa perdere quella connotazione di simpatia che ci ha sempre contraddistinto? Penso ai calciatori madrileni e a quanto avranno sorriso nel ripensare alle urla notturne sentite, alle ali di folla entusiasta, a tutta quella brace infuocata spenta senza sforzo con due calci d’angolo consecutivi. Guarda avanti, Napoli, e liberati dai legacci che ci zavorrano e che ci mantengono legati ad un mondo che sta camminando a tutt’altra velocità e che costringe i nostri migliori giovani a spendere i loro talenti altrove. “I have a dream”, ma è un sogno molto più semplice, che immagina il passaggio di Salvini in città nell’indifferenza generale, che pensa ad un popolo che si preoccupa di più del suo stesso concittadino che ha avvelenato per anni la nostra meravigliosa terra, del ragazzo che deturpa per gioco un patrimonio unico e irripetibile e dei gruppi criminali che fanno affari finanche con l’ISIS. Di tutto quello che ci impedisce di guardare lontano, che rende tutto più confuso lasciando anche la squadra del cuore colorata e pirotecnica, ma poco vincente. Sabato Pag.24 12 Marzo 2017



Non basta la voglia di fare.Manca la mentalità

di Ciro Piemonte

Da quattro anni a questa parte, dall’era Benitez, questo Napoli a febbraio­marzo comincia a tirare le somme, che sono perlopiù sempre le stesse. Ebbene si, ci ritroviamo a questo punto della stagione con un nulla di fatto, forse con Benitez eravamo ancora in gioco in coppa italia, invece oggi ci ritroviamo contro una Juve, mai cosi cinica, a giocarci la finale. Sotto di un risultato (3­1) che con le grandi squadre è quasi un classico. Come sempre un primo tempo da grande squadra, poi lgli uomini di Sarri crollano nel secondo tempo. Per qualcuno sono errori arbitrali, per altri errori tattici, ma in entrambe le situazioni si riscontrano errori di mentalità. La cosiddetta mentalità nel calcio, è un modo di fare, un qualcosa che ti permette di essere vincente. Si può avere questa mentalità sia a 20 che a 30 anni, non è questo il punto, ma a questo Napoli manca lo spirito di vittoria. La gestione della gara non c’è mai , quando siamo in vantaggio è fondamentale continuare a fare la partita per non ritrovarci a subire le scorribande della squadra avversaria con un difesa altissima. Dopo atalanta, Juventus anche con il Real Madrid è arrivato il goal da calcio piazzato, calcio d’angolo in questo caso. Una falla alla quale non si riesce a sopperire, probabilmente anche per gli uomini in campo, non all’altezza e non dell’altezza necessaria. Col Real abbiamo assistito ad un grande spettacolo sugli spalti terminato con un giro di campo e col canto dei tifosi, gesto che nobilita il tifo partenopeo ma che a mio avviso non gratifica abbastanza la squadra. Una sconfitta in casa, che sia col Real, che sia con qualsiasi altra squadra è pur sempre una sconfitta. I tifosi vogliono vincere, chiedere di più a questa squadra non è reato, dopo i 100 milioni spesi nel mercato esito, a mio avviso applaudire ad una sonora sconfitta non è il miglior modo di fare. Gli uomini vanno motivati, accontentarci di un’ottima prestazione ci rende una provinciale, appellativo di cui siamo stanchi, già da un po’. Il tuor de force è quasi alla fine, si avvicinano partite giocabili , molto alla portata, dove il Napoli può agguantare il secondo posto, anche quest’anno. I sogni scudetto si sono spenti già da un po’, speriamo in un gran ritorno con la Juventus, perché è lì che ci giocheremo tutta la stagione.

Sabato Pag.26 12 Marzo 2017



RISTORANTE LA CAMPANELLA via G. di vittorio 58 ­ 53048 Sinalunga (SI) ­ Fraz. Bettolle Tel: 0577 624516 E­mail: brunellamarsico@gmail.it


L'angolo Rosa.....colorato d'azzurro

"15 giorni di grande passione" di Anna Mottola Chi l’avrebbe mai detto che questo tour de force sarebbe partito con una sconfitta, eppure l’Atalanta arriva al San Paolo senza paura interrompendo la lunga scia di risultati utili proprio nel momento in cui potevamo approfittarne per ridurre la distanza dalla Roma in attesa dello scontro diretto. E poi ancora una sconfitta, contro la Juventus in Coppa Italia, come in campionato, a nulla serve il goal di Callejón, nel secondo tempo un Napoli non pervenuto, al netto di evidenti errori arbitrali, permette alla Juventus di mettere buone basi per la qualificazione in finale di Coppa Italia, ma ci sono ancora 90minuti da giocare e nulla è ancora scritto. Poi finalmente una vittoria, contro la Roma, utile a non perdere terreno per la conquista del secondo posto, in un’atmosfera quasi surreale all’Olimpico, per 86minuti vede il Napoli dominare, per poi perdere la testa fino al 95’, senza fare danni, grazie alla lucidità di Reina che s’immola per la causa azzurra ed evita il pareggio. Ma passiamo al giorno dei giorni. 7 Marzo 2017, l’appuntamento con la storia, Napoli – Real Madrid. Che non fosse un giorno qualunque ne ho avuta conferma in treno, Reggio Emilia era piena di tifosi in partenza, in qualsiasi stazione c’era un po’ di azzurro. Una volta arrivati, l’atmosfera che si respirava in città era carica di emozione e ansia, come se il destino di tutti noi tifosi partenopei fosse legato a quei 90 minuti. L’attesa l’abbiamo vissuta tutti insieme, stadio quasi pieno molte ore prima della partita, si parlava di tutto e niente tenendo sempre sotto controllo l’orologio. Le note di Pino, le prove della musichetta, Careca emozionato sotto la curva, l’ingresso in campo, la coreografia, l’urlo, il tifo incessante. Un primo tempo sublime, Mertens ad illuderci tutti e poi è andata com’è andata, si chiude il sipario europeo in gran stile partenopeo. Ora testa al Crotone e senza perdere di vista il nostro obiettivo, continuiamo a scrivere il nostro destino! #ForzaNapoliSempre

Sabato Pag.29 12 Marzo 2017






Dott. Antonio Malfi Parafarmacia Farmamed Via Roma, 440 80038 Pomigliano D'Arco Tel/Fax 0813658980 website: www.parafarmaciamalfi.it


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