Cuore Azzurro n°162 del 30.09.2017

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XII­Nr.162 del 30/09/2017

Torna presto campione!





Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo,Marco Martone,Armando Lupini,Bruno Marra,Mario Passaretti,Carlo Longobardi,Fabio Rea Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 512/2007


Il Napoli cala....il tris d'assi

di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.)

Il Napoli ritrova la verve di inizio stagione e torna a sorridere in Champios, dopo la falsa partenza con lo Shakhtar Donetsk, due settimane fa, cancellata definitivamente con una bella prestazione casalinga contro il Feyenoord condita da tre acuti dei tenori di attacco, gli olandesi sono apparsi troppo leggeri contro la corazzata azzurra. La squadra ha messo in scena la solita liturgia, inarrestabile (per ora) dentro confine e, convincente fuori: contro i primi della classe in Olanda una stagione fa serviva anche vincere qualche faccia a faccia in mezzo al campo dove, spesso, gli ospiti sanno mostrare i muscoli. La missione è riuscita, con un Allan vivace ed un Hamsik sempre lontano dal suo volto migliore, ma sulla strada buona: il resto l’hanno confezionato i soliti maghetti della linea d’attacco. Simpatico il siparietto sulla dedica di Lorenzigno al compagno Milik, veramente destinato ad un pellegrinaggio almeno a Pompei, ed è così che con una mira infallibile il portiere australiano Jones va al tappeto: Insigne vuole festeggiare mostrando al pubblico ed in tv la maglia numero 99 di Milik, per omaggiare il compagno infortunato, ma fra le mani si ritrova la 20 di Zielinski, la sua espressione da buon napoletano è inequivocabile ….. ! Di fronte si specchia in un Feyenoord che di olandese ha soltanto le intenzioni: l’attacco dei ragazzi di Van Bronckhorst è spuntato per le troppe assenze, ma i campioni di Olanda non vanno mai oltre le buone intenzioni, fotografia di un movimento che sembra essersi perso e che rischia, fortemente, di guardare i prossimi Mondiali dal salotto di casa. Così si assiste ad un duello senza grandi colpi di scena e, a dire la verità, senza sussulti degni di nota: a strappi il Napoli appare in tutta la sua grandezza anche se manca la consueta varietà nelle trame offensive. Stavolta eccellente la prova di Reina che para un rigore concesso con troppa leggerezza dall’arbitro Collum e , subito dopo, chiude la propria porta in almeno due occasioni. La notte di Napoli è anche nel flash che spinge Callejon al tris con un diagonale di rara precisione e, all’ultimo istante di gara, nell’inutile rete di Amrabat con super … incazzatura del Mister che per poco non sfascia la panchina. Gli azzurri si rimettono in linea di galleggiamento in un gruppo che si annuncia aperto fino alla fine: la sconfitta in Ucraina ha complicato i piani di Sarri, costretto, per non giocarsi tutto nel ritorno con lo Shakhtar, a costruirsi una dote nel doppio impegno con il forte Manchester City di Guardiola. La macchina da gol azzurra è sempre in moto: se si esclude proprio il viaggio in Europa ed il doppio due a zero al Nizza nei preliminari di Champions, il Napoli non è mai sceso sotto le tre reti segnate nelle restanti sette partite. Neanche il tempo di respirare che arriva al S.Paolo l’insidioso Cagliari, una squadra da non sottovalutare ma che non puo’ essere da ostacolo al nostro cammino, in un anticipo domenicale con i tifosi che sicuramente non hanno intenzione di rovinarsi …il ragù …! Il sostegno sarà sempre ad altissimo livello. Forza Azzurri !!!



E se Ounas facesse il falso nueve?

di Fabrizio Piccolo

Che sfortuna Arek, davvero. Sfortunato Milik e sfortunato il Napoli ma chissà che la sventura del polacco non possa trasformarsi anche stavolta nella grande chance per qualcun altro. L'anno scorso il crack del bomber spalancò le porte a Mertens per reinventarsi centravanti, anziché dover fare a spallate con Insigne per un posto sulla sinistra e successe quello che sappiamo. Dries è diventato un bomber straordinario, del livello dei più forti d'Europa. Ora detto che toglierlo da lì deve essere una soluzione sempre meditata (anche se necessaria ogni tanto, perchè il turnover intelligente resta l'unica maniera per arrivare sulla spiaggia senza affogare prima), ecco che potrebbe esserci qualcun altro a riscoprire un ruolo differente e a provare a fare il centravanti. Per le idee di Sarri probabilmente non sarebbe servito più di tanto tenere un Pavoletti o un Zapata: l'abbiamo visto l'anno scorso, l'ex Genoa è stato sempre un corpo estraneo, come spesso era anche Gabbiadini. No, non è quello il punto terminale che serve per quel gioco palla a terra, tutto tocchi in velocità, uno­due ed imbucate ma perchè non tentare anche con Ounas l'esperimento felicemente riuscito con Mertens? Il francese ha doti, colpi, tecnica ma si è capito già che Sarri non lo vede né come vice­Callejon né come vice­Insigne. Nell'unico spezzone in cui si è visto, col Benevento quando il risultato era già in ghiaccio, ha strappato applausi al pubblico ma non ha convinto il tecnico (“deve crescere mentalmente, fisicamente e tatticamente”) ma se sulla fascia deve osservare posizioni e compiti cui è poco abituato, messo come centravanti “alla Mertens” potrebbe essere più utile alla causa. Segnare sa segnare (non come Dries, chiaro, ma il tiro ce l'ha), gli scambi in velocità sembrano il suo pane. Serviranno allenamenti, chiaro (ma la sosta dopo il 1 ottobre consente di provare e riprovare) ma aspettando Milik sembra una soluzione valida. E, chissà, vincente.



Napoli­Cagliari: i precedenti

di Fabio Rea

Ultimo ostacolo prima della sosta per le Nazionali è il Cagliari dell’ex Rastelli (azzurro nella stagione 2001/02), reduce da due sconfitte consecutive e desideroso di fermare il Napoli, autentico rullo compressore di questo inizio di campionato. I precedenti arridono agli azzurri che, dopo un periodo buio (tra i 90 e i 2000), negli ultimi anni hanno quasi sempre superato gli ostici sardi. Ecco alcuni numeri del match: 1° partita in assoluto ­ 1° vittoria Napoli 23/02/1964 ­ Napoli 2 – 1 Cagliari (56’ Greatti, 59’ Gilardoni, 76’ Bolzoni) – Serie B 1° partita in A 02/01/1966 ­ Napoli 2 – 0 Cagliari (2’ rig. Bean, 70’ rig. Altafini) 1° pari 27/02/1972 ­ Napoli 0 – 0 Cagliari – Serie A 1° vittoria Cagliari 26/10/1969 ­ Napoli 0 – 2 Cagliari (16’ e 80’ Riva) – Serie A Miglior sequenza di vittorie consecutive Napoli: 5 23/02/1964 ­ Napoli 2 – 1 Cagliari (56’ Greatti, 59’ Gilardoni, 76’ Bolzoni) – Serie B 02/01/1966 ­ Napoli 2 – 0 Cagliari (2’ rig. Bean, 70’ rig. Altafini) – Serie A 18/12/1966 ­ Napoli 1 – 0 Cagliari (13’ Orlando) – Serie A 11/02/1968 ­ Napoli 1 – 0 Cagliari (42’ Sivori) – Serie A 04/05/1969 ­ Napoli 2 – 1 Cagliari (28’ Nielsen, 32’ Canè, 85’ Riva) – Serie A Miglior sequenza di vittorie consecutive Cagliari: 0 Più lunga striscia di imbattibilità Napoli: 13 partite (9 vittorie – 4 pari) Dal 10/01/1971 (Napoli 1 – 0 Cagliari) al 03/06/1987 (Napoli 4 – 1 Cagliari) Più lunga striscia di imbattibilità Cagliari: 5 partite (1 vittorie – 4 pari) Dal 27/02/1993 (Napoli 1 – 2 Cagliari) al 30/09/2001 (Napoli 0 – 0 Cagliari) Totale incontri: 38 Vittorie Napoli: 23 (18 in A, 3 in B, 2 in Coppa Italia) Pareggi: 11 (9 in A, 1 in B, 1 in Coppa Italia) Vittorie Cagliari: 4 (tutte in A) Reti Napoli: 64 (52 in A, 5 in B, 7 in Coppa Italia) Reti Cagliari: 29 (25 in A, 1 in B, 3 in Coppa Italia)



Chi proverà a fermare la musica?

di Mario Passaretti

Quella partenopea non è una squadra ma una vera orchestra realizzata da mister Sarri che produce una dolcissima sinfonia di calcio.La sinfonia si abbina con la musica ma nel caso del tecnico toscano parliamo di calcio,il più bello d’Italia e forse d’europa. Un tecnico molto attento ai movimenti,alla fase offensiva e che per aver preso un gol al 93’ in Champion stava per distruggere la panchina.Sanguigno e passionale che mette l’anima in tutto quello che fa,curando ogni minimo particolare e che non concepisce una minima distrazione. Sempre all ricerca di una perfezione che sa di non poter avere in ogni momento e che fa di tutto per tenere alta la tensione dei suoi uomini. E’ riuscito a creare un giocattolo perfetto capace di incantare tutto e tutti.Sono piovute parole di elogio non solo dall’Italia ma anche da un certo Pep Guardiola,estasiato dal gioco prodotto dal Napoli.Una vera e propria sinfonia capace di lasciar senza fiato gli avversari,lottando fino allo strenuo delle sue forze fino a demolirlo tecinamente e moralmente. Una squadra accusata negli scorsi anni di peccare di cinismo,qualità necessaria per chiudere le partite ma che invece sembra aver dalla sua acquistato la mentalità giusta per calpestare l’undici avversario. Quest’anno gira frequente la voce che sia l’annata giusta per trionfare ed ovviamente sarebbe un sogno per tutti i tifosi azzurri,ma il tecnico tiene tutti sulle corde pretendendo sempre il massimo da tutti senza sentire scusanti.La sua orchestra deve suonare sempre una musica di qualità cercando sempre di allietare il pubblico senza mai fermarsi. Nessuno deve fermare la macchina da guerra Napoli Nessuno deve fermare la musica!!!!


1° Maglia

2° Maglia

3° Maglia


La Trinità azzurra e gli Angeli con la faccia pulita

di Bruno Marra

Li chiamavano Trinità. Se 3 è il numero perfetto, il Napoli ha trovato la perfezione in 3 angeli dalla faccia pulita che stanno facendo vedere l’Inferno a mezza Europa. Chiamatelo il tridente “napofiammispanico”, con l’oro di Napoli Insigne, l’artista fiammingo Mertens e l’Hidalgo ispanico Callejon. La suggestione riporta alla mente il meraviglioso tridente MAGICA che ha Napoli ha fatto non solo la storia ma la leggenda nella epica epopea maradoniana. L’iperbole è alquanto ardita, però è anche vero che per la prima volta tre “diavulill”, piccirilli e “mal’ncavati” stanno facendo sognare un’intera città. Nell’Era DeLaurentiis ne abbiamo avuti di attaccanti straripanti e di tridenti importanti. Il più romantico forse è stato Lavezzi­Hamsik­Cavani, che con Mazzarri diedero per la prima volta l’ingresso Champions League nell’epoca moderna. Poi è stato il tempo del Pipita, oggi core ‘ngrato, che al fianco di Callejon e Insigne ha battuto ogni record nella storia dei bomber. E paradossalmente, proprio quando Higuain è andato via quasi scappato di notte lasciando un vuoto che sembrava incolmabile, il Napoli è ripartito alla grande dal quel “ground zero”. Il tempo di abbracciare il “povero” Milik, “Armadius” al quale la sorte ha strappato le ante, ed ecco che dalle ceneri dell’Araba Fenice appaiono i 3 Moschettieri. Mertens scopre che la vita comincia quasi a 30 anni e si mette a segnare come neppure nei suoi più spericolati e fervidi sogni. Insigne diventa non solo bandiera e simbolo, ma incarna il sogno napoletano anche in chiave Nazionale. E poi c’è lui, il Buitre andaluso, l’avvoltoio dell’area, l’uomo giusto al momento giusto, Josè Maria Callejon, che nel nome porta il battesimo biblico di Giuseppe e Maria e fa fare le croci alle difese avversarie. Il Napoli conferma che ha un filo con il destino che lo lega ai grandi attaccanti di ogni epoca ed estrazione. Questa volta i 3 della piazza sono piccoli e feroci, agili e impietosi, affammati e folli. Quella sana follia che fa sognare l’impossibile e fa sperare l’impensabile. Li chiamavano Trinità. I 3 Angeli dalla faccia pulita che sulle ali dorate portano al cielo la preghiera di un’intera città…


il VIGNETTONE

di ARMANDO LUPINI


Dieci giorni per affermarsi di Francesco Basile

Una dieci giorni importante quella che ha dovuto affrontare la squadra azzurra. Una dieci giorni significativa, in cui il Napoli ha imposto in maniera più che netta la sua candidatura per la vittoria finale in campionato; la vittoria in Champions poi, contro gli olandesi del Feyenoord, ha cacciato via i fantasmi della deludente sconfitta in terra ucraina. La partita a Roma contro la Lazio è stata un esame di maturità, superato a pienissimi voti; quella a Ferrara contro la Spal ha mostrato le capacità di una squadra che non si arrende fino al 90', in grado di mettere in luce le individualità di certi giocatori, vedi Ghoulam ( in uno stato di grazia assoluta), che, grazie alla cura Sarri, sono diventati dei campioni nel loro ruolo. La tegola Milik ha tuttavia rovinato la favola di questi giorni. L'attaccante polacco ha subito, nuovamente, un infortunio importante, al ginocchio destro questa volta. Rottura del crociato e cinque mesi di stop per questo giovane calciatore che non è riuscito ancora ad esprimere in toto, causa sventure, il suo enorme potenziale con la maglia azzurra. Adesso toccherà al mister trovare una soluzione a questa problematica. Venduto Pavoletti, che tra l'altro il Napoli ritroverà da avversario, domenica prossima nel lunch match, contro il Cagliari, si esclude del tutto la via degli svincolati. Considerando i tempi necessari per assimilare gli schemi di gioco di Sarri, probabilmente un giocatore nuovo non entrerebbe in campo nemmeno per fine stagione. Una soluzione probabile, per far rifiatare Mertens, vedrà Callejon vestire i panni del "falso nueve". Quindi l'ex Real Madrid schierato come punta centrale e Ounas e Giaccherini che si alterneranno a ricoprire il suo ruolo naturale sull'out di destra. Dopo la sfida contro i sardi, la compagine azzurra affronterà Roma, Manchester City e poi Inter. Partite sicuramente difficili per i nostri avversari.


Il giornale dei tifosi solo sui social in uscita il giorno prima della partita casalinga

La radio dei tifosi ,in onda il giovedì alle 18 su Spreaker,sulla pagina Facebook di Cuore Azzurro e il giorno dopo sul sito www.cuoreazzurro.it


Coerenza e mentalità di Carlo Longobardi

L’intervista di Sarri, furioso alla fine di Napoli – Feyenoord, è stata probabilmente la cosa più bella, per la determinazione e l’attaccamento dimostrato, dell’allenamento di Champions League svolto “a porte quasi chiuse” lo scorso martedì. L’aver concesso gol allo scadere ad avversari apparsi francamente disorganizzati, dopo aver causato un rigore (più che dubbio) e qualche altra occasione per superficialità è stato, giustamente, considerato l’errore più imperdonabile e non solo per improbabili alchimie da differenza reti. A farne le spese, prima ancora della ignara panchina napoletana presa violentemente a pugni, è stata l’affidabilità nervosa della squadra che ha dimostrato, proprio quando occorreva di più, una inutile supponenza; il gol subito, infatti, non è stato frutto di una casualità ma il prodotto di un giochino a perdere esattamente contrario alla meravigliosa melina di Callejon giunta alla fine del match di Ferrara che qualche travaso ai tifosi della Spal ha senz’altro causato. Quest’episodio, di per sé poco rilevante, è invece uno degli snodi principali da cui passare per misurare l’esatta grandezza di una compagine che punta a consolidarsi nel panorama calcistico nazionale ed oltre; è necessario pertanto ricordare che l’aver dovuto finora recuperare in quasi tutti gli incontri svolti, azione peraltro avvenuta con buona autorevolezza, qualche interrogativo deve provocarlo, pur considerando i punti di forza che risiedono nello spettacolare gioco espresso e la conseguente vocazione al gol. Tuttavia, è evidente che non si sta chiedendo di sminuire la qualità o concludere le azioni difensive con rinvii alla “viva il parroco”, ma di avere la possibilità di poter contare, per i novanta minuti e più, di un livello standard di concentrazione, quella che differenzia le super squadre dal resto del mondo. La disperazione di Allan, che non sarà sfuggita a tanti, insieme alla capacità rapida di Raul Albiol di sbrogliare le azioni più intrigate, che invece tanto è mancata, sono gli esatti punti da cui ripartire per provare a costituire quella dorsale di autentica “cazzimma napoletana” invocata più volte a gran voce. “Coerenza e mentalità” è uno striscione che spesso aleggia nelle curve e che può apparire come ridondante o forse poco puntuale ma che, riletto attraverso sinonimi differenti può assumere un altro vigore e significato: “compattezza e impostazione” questo si chiede agli azzurri. Zio Maurizio, il nostro insostituibile condottiero con le nocche un poco più spellate, sta già operando alacremente in tal senso. Forza AM99!




La regola del 3 anche in Champions e i detrattori non sanno a che santo votarsi

di Marco Martone

La vittoria di Champions non sarà stata delle più esaltanti, non è arrivata contro un avversario di rango, non ha messo in mostra giocate mirabolanti e trame di gioco da stropicciarsi gli occhi. Ed è bastato questo per far parlare, sui siti online soprattutto (che proprio non perdono occasione per dare voce a tromboni stonati e pifferai magici), i soliti detrattori di professione, che ormai non sanno più a che santo votarsi per sparlare del Napoli, di Sarri e di Aurelio De Laurentiis. E così la sarabanda delle amene stupidità è stata come una risibile escalation. C’è chi ha parlato di avversario troppo morbido, di errori difensivi, di formazione sbagliata e di prestazione appena sufficiente. Il Napoli continua a vincere, con una media di oltre tre gol a partita, eppure c’è chi preferisce parlare degli errori di Reina (che pure ci sono ci mancherebbe), della campagna acquisti sbagliata (visto l’infortunio di Milik), della cocciutaggine di Sarri e della fortuna della squadra, che sembra quasi le vinca grazie alla de bendata le partite in campionato. La realtà, per fortuna, è un’altra e parla di un gruppo unito, che il presidente fa bene, ogni tanto a “zittire” per tenere lontano dall’assalto di avvoltoi della comunicazione, che sembrano godere solo quando la squadra perde (poche volte per fortuna) e rodersi l’animo quando, invece, fioccano gol e risultati. Sarri però è un toscano scaltro e poco propenso a farsi prendere per il naso e così fa la cosa che più di ogni altra tutela il suo lavoro e irretisce chi lo attacca: l’ignoranza, intesa come la totale noncuranza di tutto quanto gli viene vomitato addosso da giornali e tv, tra una partita e l’altra. Questo è lo stato delle cose, se ne facciano una ragione tutti quelli che provano a minare un gruppo coeso e, per ora, vincente. Domenica a pranzo il Napoli affronterà il Cagliari. Una partita abbordabile, almeno sulla carta. Attenzione però, perché le cosiddette “piccole” (vedi la Spal) hanno sempre dato filo da torcere agli azzurri (Benevento a parte) e c’è da giurare che anche la squadra di Rastrelli non si scanserà al San Paolo per fare strada alla capolista.



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