Cuore azzurro n°169 del 28.01.2018

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XII­Nr.169 del 28/01/2018





Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo,Mario Passaretti Bruno Marra,Carlo Longobardi,Fabio Rea,Marco Martone Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007


La capolista alla prova del nove

di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.)

Il Napoli capolista ritorna tra le mura di casa dopo aver raccolto il massimo risultato con uno sforzo relativo a Bergamo contro l’insidiosa Atalanta, da troppi considerata la “bestia nera” per gli azzurri. Un ritrovato Dries Mertens pescato sul filo “var”, buca la porta con un sontuoso incrocio, una felicità immensa in considerazione del periodo non proprio idilliaco attraversato dal nostro amatissimo “folletto”, il suo apporto, pur indispensabile, si riduceva nelle ultime gare ad ottime prestazioni in qualità di assist­man. Con la stessa concentrazione si affronta il Bologna nell’ottica di una corsa ad ostacoli, senza troppi calcoli dimenticando finalmente il tormentone rinforzi invernali per i quali, in verità, in pochi ci speravano, troppi nomi in una girandola poco credibile. A riguardo grande lucidità ha espresso Mister Sarri rimarcando che l’innesto di nuovi arrivi comporta un periodo di ambientamento certamente non breve e che resta molto più utile pensare al programma futuro e a quando potranno essere recuperati Ghoulam e Milik, due pilastri nei loro ruoli. Le partite di infrasettimanali hanno visto protagoniste le due squadre capitoline, restituendo un nuovo scenario sulle potenziali avversarie per lo scudetto, oltre a Napoli e Juve c’è da inserire anche la Lazio apparsa brillante specie in attacco tanto più che risulta la prima proprio in quel settore. Neanche la mancanza di Super Ciro Immobile ha modificato una impostazione a trazione anteriore degli uomini di Inzaghi che sta confermando quanto sia aumentato la sua qualità di giovane allenatore, il Patron Claudio Lotito lo ha prontamente premiato lasciando in squadra l’ottimo Savic corteggiato da mezza Europa. Sul fronte Europa League tra poco si ricomincia e gli azzurri dovranno dimenticare in fretta l’esclusione Champions che potrebbe avere un effetto narcotico ritardato, le squadre nella competizione sono eccellenti e non bisogna snobbare il torneo, giocatori come Ounes o Tonelli possono reinserirsi nel contesto per riacquistare fiducia nei loro indiscutibili mezzi. Il recupero degli infortunati può apportare quelle modifiche tattiche necessarie ad acquistare la imprevedibilità di gioco che potrebbe essere l’arma vincente per la conquista dell’agognato primato. Tutto passa, per ora, attraverso la sfida con i felsinei di Donadoni, un gruppo che talvolta a sorpresa ha creato un inaspettato ostacolo al nostro cammino, sottovalutarli è impensabile soprattutto per le incursioni di Verdi la cui telenovela ha infiammato a lungo l’ambiente. Il suo mancato passaggio nelle nostre fila ha il sapore della beffa ed a poco sono servite le scuse del giocatore proiettato, evidentemente, in un futuro milanese con un super ingaggio, molto più onesto sarebbe stato interrompere da subito ogni trattativa. L’ambiente sarà ostico per lui non certo per una reazione antisportiva, resta un ottimo giocatore che ben avrebbe figurato negli schemi sarriani …. Ma come si dice dalle nostre parti ..: Ca’ nisciun e fess’ .. “ caro Simone … Forza Azzurri !!!



Fischiare Verdi si può ma senza esagerare

di Fabrizio Piccolo

La valanga di insulti, offese e addirittura minacce che ha travolto Simone Verdi nello sfogatoio preferito delle masse, ovvero i social network, si è acuita quasi in vista della gara di stasera. Il primo posto da difendere, gli obiettivi da raggiungere passano quasi in secondo piano di fronte alla voglia di gettar fango e veleno sul giocatore, dopo il “no” dell'attaccante del Bologna, che ha preferito rimanere (e giocare) in un club medio­piccolo piuttosto che venire alla corte di una grande a fare la comparsa. Che il vero motivo del rifiuto sia la paura di fare sempre panchina con un tecnico poco amante del turnover, che sia la voglia di non lasciare la bella fidanzata bolognese o che dietro ci sia un'altra grande che lo prenderebbe a giugno, poco importa. Quello che risalta è che una scelta libera e personale di un giocatore possa portare a degenerazioni che vanno evitate. Anche per non correre un altro rischio, quello di dare apparecchiato e pronto un piatto tutto da gustare a chi non aspetta altro per mettere all'indice il popolo napoletano e sottolinearne la presunta inciviltà. Napoli non cada nell'errore di esagere. Fischiare va bene ma niente striscioni volgari, niente che possa alimentare un fastidio snob di certe persone e certe piazze che già sono infastidite nel vedere gli azzurri lassù, davanti a tutti e a dispetto di tutti. Sarebbe una colpa e un errore. Un errore che il popolo napoletano non deve e non può commettere. Perchè offende la sua cultura e la sua intelligenza. Napoli è la città dove succede tutto e il contrario di tutto, ma quasi ci si offende di più per chi la rifiuta o la offende che non per le nefandezze che pure accadono con sconcertante frequenza (ultima “moda” le baby gang assassine). Chi elogia Napoli e i napoletani è un Santo, chi ne mette in risalto difetti e orrori è un Diavolo. Il nemico. Chi non la sceglie commette un delitto d'onore. Arrabbiarsi per il rifiuto di Verdi è più che lecito, fischiarlo è accettabile, andare oltre no.



Napoli­Bologna: i precedenti

di Fabio Rea

Gli azzurri tornano al San Paolo affrontando l’insidioso Bologna di Verdi, che in trasferta non conosce mezze misure: o vince o perde. Tuttavia, i partenopei non possono mollare nulla, avendo alle calcagna la famelica Juve. Ecco alcuni numeri di questa “classica” del Calcio italiano: 1° partita in assoluto 17/03/1929 ­ Napoli 0 – 4 Bologna (10’ e 58’ Della Valle, 84’ Busini III, 86’ Muzzioli) – Div. Naz. 1° partita in A ­ 1° vittoria Napoli 23/03/1930 ­ Napoli 2 – 1 Bologna (35’ Buscaglia, 75’ Della Valle, 89’ Zoccola) 1° pari 24/01/1932 ­ Napoli 1 – 1 Bologna (15’ Maini, 54’ Vojak I) – Serie A 1° vittoria in A Bologna 13/10/1935 ­ Napoli 0 – 1 Bologna (40’ Sansone) Miglior sequenza di vittorie consecutive Napoli: 7 29/03/1981 ­ Napoli 2 – 1 Bologna (36’ Speggiorin, 38’ Damiani, 43’ Garritano) – Serie A 04/04/1982 ­ Napoli 2 – 0 Bologna (44’ Bruscolotti, 52’ aut. Fabbri) – Serie A 29/04/1987 ­ Napoli 3 – 0 Bologna (44’ Giordano, 61’ Carnevale, 86’ Maradona) – Coppa Italia 03/09/1988 ­ Napoli 1 – 0 Bologna (81’ Maradona) – Coppa Italia 18/12/1988 ­ Napoli 3 – 1 Bologna (26’ Careca, 53’ e 75’ Maradona, 79’ rig. Demol) – Serie A 17/12/1989 ­ Napoli 2 – 0 Bologna (3’ Careca, 76’ Baroni) – Serie A 10/01/1990 ­ Napoli 2 – 0 Bologna (10’ Francini, 38’ Alemao) – Coppa Italia Miglior sequenza di vittorie consecutive Bologna: 2 (2 volte) •

13/10/1935 ­ Napoli 0 – 1 Bologna (40’ Sansone) – Serie A

22/11/1936 ­ Napoli 0 – 1 Bologna (64' Reguzzoni) – Serie A •

16/12/2012 ­ Napoli 2 – 3 Bologna (10’ Gabbiadini, 50’ Gamberini, 70’

Cavani, 86’ Konè, 89’ Portanova) – Serie A 19/12/2012 ­ Napoli 1 – 2 Bologna (11’ Cavani, 83’ Pasquato, 92’ Konè) – Coppa Italia


Più lunga striscia di imbattibilità Napoli: 14 partite (6 vinte – 8 pari) Dal 05/05/1963 (Napoli 0 – 0 Bologna) al 11/01/1976 (Napoli 2 – 2 Bologna) Più lunga striscia di imbattibilità Bologna: 8 partite (4 vinte – 4 pari) Dal 02/06/1935 (Napoli 1 – 1 Bologna) al 18/01/1942 (Napoli 1 – 2 Bologna) Risultati più ricorrenti (i primi 5) Napoli 1 – 1 Bologna (13 volte); Napoli 2 – 1 Bologna (10 volte); Napoli 0 – 0 Bologna (7 volte); Napoli 2 – 0 Bologna (7 volte); Napoli 1 – 0 Bologna (5 volte); Incontri alla 22° Giornata 1933/34: 18/02/1934 ­ Napoli 1 – 0 Bologna (73’ rig. Vojak I) 1950/51: 04/02/1951 ­ Napoli 4 – 1 Bologna (17' Formentin, 43' Matteucci , 55' Krieziu, 68' rig. Remondini, 88' Astorri) Totali incontri: 68 Vittorie Napoli: 34 (26 in A, 1 in B, 7 in Coppa Italia) Pareggi: 23 (tutti in A) Vittorie Bologna: 12 (9 in A, 1 in Div. Naz., 2 in Coppa Italia) Reti Napoli: 112 (97 in A, 1 in B, 14 in Coppa Italia) Reti Bologna: 73 (63 in A, 4 in Div. Naz., 6 in Coppa Italia)


Senza paura!

di Carlo Longobardi

Un’atmosfera diversa si percepisce, qualcosa che va oltre i numeri straordinari, il gioco e lo spettacolo: è un’aria differente che coinvolge tutto l’ambiente e, soprattutto, lo splendido gruppo azzurro. E’ stupido fingere sul diverso atteggiamento dei nostri alfieri, sul loro affiatamento, sul loro essere “gruppo”, brigata e combriccola complice e divertita. Si sprecano le pubblicazioni dei video postati dagli spogliatoi, sugli aerei, nei pullman e quelli degli sfottò irrefrenabili, così come netta è la sensazione che trasmettono circa la voglia di esserci, di voler partecipare a tutti i costi alle singole vittorie. In questo alveo è da riportare anche il disappunto di Insigne avuto dopo la sostituzione contro l’Atalanta, momento totalmente sovvertito alla fine della gara quando era presente a far “capriole” con tutti gli altri nello stadio mai stato “atleti AZZURRI d’Italia” come domenica scorsa. La stessa determinazione la si ritrova nell’instancabile Gohulam, che è stato capace di gestire dei carichi di lavoro fisico da superman pur di ritornare al più presto, condizione comune a Milik che ugualmente scalpita per il rientro; senza dimenticare il bellissimo, fraterno, affetto che Kalidou, il nostro irripetibile gigante d’ebano, diventato napoletano doc, ha dimostrato nei confronti dello stesso Faouzi affiancandolo materialmente e psicologicamente nel suo percorso di recupero. Questo è lo scenario interno alla squadra, che si riverbera anche in tutti in consessi della città, nel quale hanno la grande possibilità di calarsi coloro che faranno parte degli acquisti del mercato in corso. Qualcuno, che ha dimostrato chiaramente di non aver le capacità di affrontare tutto questo, di non aver capito veramente nulla ­ oltre ad aver compiuto un suicidio sportivo ­ si è tirato in disparte, ma, invece, gli altri chiamati a far parte di una armata ambiziosa che aspira ad essere “invincibile” hanno già giurato amore per la piazza di Napoli. E’ il caso di Younes e di Politano che hanno compreso perfettamente la delicatezza e l’adrenalina del momento che si vive sulle sponde di Partenope, e non si sono tirati indietro di un centimetro. E’ ciò che occorre!! Entusiasmo, consapevolezza e voglia di aggiungere il proprio contributo alla causa. La società sta lavorando con grande intelligenza, il mister è pronto dal primo istante dell’inizio stagione e la tifoseria è alle stelle: senza voler fare a tutti i costi un volo con la fantasia e spostare il pensiero in maniera ansiosa ai mesi che verranno, è necessario ora cavalcare questa onda felice e supportare con ogni mezzo possibile un sogno da troppo tempo nel cassetto. Noi siamo pronti, e senza paura.


Il Vignettone

di Armando Lupini


IL VAR E' CASSAZIONE NON UN ESPEDIENTE di Bruno Marra Prima di avanzare qualsiasi considerazione su moviola, Var e affini nel nostro calcio occorre fissare un assunto fondamentale. In Italia non si brama veramente un arbitro equlibrato, bensì un arbitro a favore. Questo in perfetta buonafede, per carità, ma se un arbitraggio per eventualità più o meno casuali favorisce una squadra, i sostenitori di quella squadra lo ritengono un arbitro illuminato e serio. Se di contro, inevitabilmente, sfavorice l’altra squadra, i tifosi di quella squadra lo ritengono un mediocre da radiare e gli mandano giù accuse di qualsiasi genere. Questo è il quadro che vige, ahinoi, nel calcio nostrano (e forse anche in quello internazionale). Sarà perché il pallone è l’oppio dei popoli, sarà perché molto spesso assurge a ragione di vita, sarà perché è una passione inestirpabile ed endemica. Sta di fatto che neppure l’introduzione del VAR (Video Assistence Referee) ha cambiato la nostra forma mentale. Anzi il mezzo elettronico che doveva spazzar via polemiche, le sta alimentando. Prima esisteva solo la moviola, adesso esiste persino la moviola del Var. Insomma il problema non è risolto ma raddoppiato. Questo per il semplice fatto che non c’è volontà di placare le polemiche da parte di nessuno. Principalmente degli organi di stampa che si sentirebbero orfani del chiacchiericcio pallonaro, del voyuerismo moviolistico, dell’indugio sull’episodio e su tutto l’ambaradan che tiene viva la dialettica morbosa del pallone. L’episodio del gol di Mertens a Bergamo ne è stato un fedele esempio. L’immagine è stata scissa e riguardata come fosse sottoposta ad artroscopia o una proiezione ortogonale di un progetto ingegneristico. Non voglio entrare nel merito specifico, ma è evidente che il caso di Mertens non è assolutamente ascrivibile alla supervisione del VAR. E come quello di Dries, per par condicio, tantissimi altri episodi arbitrali non rientrano nel cono visivo del VAR. Ma spesso questo non viene spiegato per bene. O in maniera strumentale o per una eccessiva passionalità partigiana. Allora scriviamo una volta per tutte quali sono i principi e le regole alle quali è ispirata la tecnologia applicata al calcio: IL VAR SUPERVISIONA SOLEMENTE CASI DI ACCLARATA EVIDENZA, SFUGGITI ALL’ATTENZIONE DELLA QUATERNA ARBITRALE. I caratteri cubitali possono essere un incentivo al promemoria. Tradotto significa che un caso deve essere eclatante ed evidente per essere giudicato dal VAR. L’assistenza video arbitrale non viene usata liddove c’è spazio per l’opinabilità. Il VAR è una specie di Cassazione che sigilla il vizio certo. Se si entra anche percentualisticamente nella interpretabilità dell’episodio, allora vale il giudizio arbitrale.


Per dirla in soldoni, e tornare al caso emblematico di Mertens a Bergamo, il fuorigioco deve essere netto. Ci deve essere spazio o luce tra l’attaccante e l’ultimo difendente (che poi sono due perché si conta anche il portiere). Se si tratta di un piede o di un braccio, nessuna tecnologia può e deve intervenire, ma ci si affida alla bandiera dell’assistente. Se si alza va sanzionato il fuorigioco, se non si alza va assegnato il gol. Amen. E questo vale anche per i falli di mano. Se non è un caso di acclarata evidenza che ferma una azione da gol o impedisce il gol stesso, non può decidere il VAR. Bensì vale l’interpretazione arbitrale. E meno male che esiste la “gol line” che ci evita finalmente gli obbrobri della palla dentro o fuori. Ecco tutto spiegato in breve. Evitiamo di raccontarci storie e tramutare il VAR in un eterno sospetto o in un grottesco espediente italico. E questo valga per tutti. Nessuno escluso…


A Bergamo una grande prova di maturità di Francesco Basile

Quella degli azzurri, domenica a Bergamo, contro l'Atalanta, può essere considerata non una partita qualunque di questo straordinario campionato, ma bensì un vero e proprio esame di maturità. Che la partita fosse ostica, lo si sapeva dal principio; la squadra nerazzurra è stata sempre una bestia nera per il Napoli; non a caso basti accennare alla sconfitta subita da Hamsik e compagni al San Paolo, sconfitta che ha sancito l'uscita degli azzurri dalla Coppa Italia. Nonostante le difficoltà tecniche della gara, e nonostante l'ostilità storica dell'ambiente, il Napoli è riuscito a portare a casa il risultato. Alla fine era quello che contava, perché in questo momento, fino a fine stagione, ciò che è importante non è più il bel gioco, ma vincerle tutte. La Juventus è sempre lì dietro ad un punto e ben sappiamo che non mollerà la presa fino a fine campionato. Molto probabilmente, anzi, quasi sicuramente, evitendo passi falsi, Sarri si giocherà la stagione in quel di Torino, in uno stadio che è una fortezza per i non colorati. Pertanto occorrerà vincere anche soltanto di misura, partite sporche, come quella disputata agli "Atleti Azzurri d'Italia", partite in cui bisognerà anche saper attendere, studiare a fondo l'avversario e colpirlo quando cala l'intensità del gioco proposto. Gli ultimi campionati non son stati vinti dalla squadra che ha macinato più gioco e segnato di più, bensì da quella che ha avuto la difesa più massiccia. Oggi il Napoli, paradossalmente, considerando tutti i problemi che ha quasi sempre avuto nel reparto difensivo, è la squadra che ha subito meno reti. E, non a caso, questo sancisce la sua posizione in classifica. Pertanto in un campionato tecnicamente difficile, come quello italiano, ben vengano partite come quelle di Bergamo, per continuare a sognare il tricolore da cucire in petto sulle maglie della prossima stagione.


Il giornale dei tifosi solo sui social in uscita il giorno prima della partita casalinga

La radio dei tifosi ,in onda il giovedì alle 19 su Facebook e sul sito www.cuoreazzurro.it


Ricordate Paolo Rossi?Quindi non fischiate Verdi,porta male

di Marco Martone

Non porta bene fischiare chi si è reso colpevole del grande rifiuto. Lo tengano bene in mente i tifosi del Napoli, domenica pomeriggio, quando dal ventre del San Paolo spunterà la testa di Simone Verdi. Fischi, insulti, sberleffi e pernacchie hanno fatto male, storicamente, più alla formazione azzurra che al destinatario di tante attenzioni. Accadde tanti anni fa, in occasione del ritorno a Fuorigrotta di Paolo Rossi, che qualche mese prima aveva detto No a Ferlaino, scatenando la rabbia e il rancore della torcida partenopea. Era il 1979. Lo stadio si trasformò in una bolgia. Quel Napoli­ Perugia diventò una sfida tra 80 mila spettatori e un ragazzo con la maglietta numero 9. Urla, gestacci e striscioni, con tanto di aeroplano che sorvolò lo stadio, con la scritta “non sei degno di Napoli”. Paolo Rossi giocò la sua partita e segnò, su calcio di rigore. Finì 1­1 e la rabbia restò tutta a chi era sugli spalti. In tempi più recenti la storia si è ripetuta, per ben due volte, quando il bersaglio si chiamava Gonzalo Higuain. Non un rifiuto, in questo caso, ma la scelta di andare via, all’odiata Juventus. Anche in questo caso i fischi rivolti al giocatore non hanno prodotto che la reazione, spietata, del grande accusato. Gol e vittoria per lui, amarezza e sconfitta per i tifosi imbufaliti. Vero è che Verdi non ha lo spessore tecnico di Paolo Rossi, né la forza dirompente del Pipita ma almeno questa volta, se non altro per scaramanzia, sarebbe bene accogliere il traditore di turno con una sana indifferenza. Perché battere il Bologna, impresa che solo sulla carta può sembrare facile, non è importante ma addirittura fondamentale in questa fase del torneo.






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