Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli ClubAnno XIIINr.171 del 17/02/2018
Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Mario Passaretti,Fabrizio Piccolo, Armando Lupini,Bruno Marra,Carlo Longobardi,Fabio Rea Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007
Carnevale......napoletano!!!!!
di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.)
Il Napoli reagisce alla grande nella prova Lazio, anche in questa occasione è passato in svantaggio nei primissimi minuti ma reagisce alla grande a partire dal 30’ del primo tempo concludendo la prima fase con un gol di rapina del fantasma Callejon materializzatosi in un attimo davanti al portiere su un sontuoso assist dell’ottimo Jorgighno. Il secondo tempo è da annoverare nelle lezioni tecniche sul calcio moderno, un esempio di affiatamento, concentrazione, intensità e concretezza, lo spavento era passato e farne le spese è stato il Mister espulso per le sacrosante proteste dopo un fallaccio di Sergej. Quello che conta è aver conservato la vetta ed aver risposto alla contestata vittoria della Juve sulla Fiorentina, un solo punto di vantaggio che ha un valore inestimabile da conservare fino allo scontro diretto dove si deciderà definitivamente le sorti del campionato 201718. Dal fonte coppe europee si è assistito a due contrapposte situazioni, i bianconeri al completo non hanno saputo conservare il vantaggio iniziale concludendo con un pareggio rocambolesco di 2 a 2 , il Tottenham si è dimostrato un avversario ostico non an caso imbattuto in Champion, il Napoli ha, invece, illuso i pochissimi tifosi presenti sugli spalti con il vantaggio sui tedeschi del Lipsia ad opera di Ounas alla sua prima segnatura ufficiale seguita da una autentico crollo travolti dagli ottimi avversari, ben tre le reti in sequenza senza alcuna reazione dei nostri giocatori risultati demotivati e senza mordente. Furioso il Mister che in conferenza stampa è esploso nella critica contro i suoi ragazzi che dovevano e non potevano fare di più, una delusione profonda sia dai titolari che dalle riserve, un atteggiamento che se dovesse ripetersi in campionato potrebbe determinare la fine di un ciclo. Attende tutti al varco a partire dalla sfida domenicale contro la Spal per finire al ritorno in Germania dove attende uno scatto di orgoglio almeno per salvare la faccia considerando quasi impossibile ribaltare il risultato del S.Paolo. Nell’ultima partita di Champions contro il Feyenoord, ha dichiarato il Mister, si è capito che il risultato maturato in contemporanea in Ucraina ha spento in modo irreversibile entusiasmo e motivazioni ma contro i tedeschi era tutto nelle mani degli azzurri. Focalizzarsi esclusivamente sullo scudetto ha distorto tutto l’ambiente mandando alle ortiche sia la TIM Cup che l’Europa League, proprio questo aspetto sarà oggetto di lunghe discussioni tra allenatore e giocatori, ridurre il gap europeo sarà la futura sfida, una questione di mentalità ed esperienza. La riflessione è doverosa anche analizzando le due partite successive alle sfide con il Manchester City, due i pareggi raccolti che la dicono lunga sulla questione mentale, i ragazzi non reggono più di tanto lo stress ed ad ogni fase esaltante corrisponde un incomprensibile calo. Scaricare le giustificazioni con i mancati rinforzi di gennaio è almeno riduttivo, quello che conta è far girare al meglio la rosa dei disponibili, ognuno dei quali è in possesso di un grosso bagaglio tecnico, fiducia rinnovata, quindi, per non assistere ad una squadra che come a Carnevale può cambiare maschera passando da un super eroe a un insignificante fantasma. Rialzati Napoli!
L'orgoglio figlio di un Dio minore
di Carlo Longobardi
Ci può stare la condizione psicologica “distaccata” e inversamente proporzionale a quella dell’avversario, la ridotta disponibilità della rosa, il momento contingente di forma, la rotondità e imprevedibilità del pallone, il freddo e il buco nell’ozono; ci può stare, per questo e per altro il congedo dall’Europa League (dopo quello in Coppa Italia, si vede che con le coppe da tempo non ci siamo proprio), ma nessuno si azzardi a ripetere quella stupida litania che ci ha condotti ad affrontare da smidollati un incontro di rilevanza internazionale e che ripete: “è meglio così, pensiamo al campionato”. Me è meglio che? L’uscita da una competizione, da qualsiasi competizione, e la sconfitta nel proprio stadio (dire davanti al proprio pubblico, viste le presenze di giovedì è fuori luogo) sono condizioni che tendono a incamerare negatività per tutto l’ambiente, soprattutto per i giocatori che acquisiscono l’inevitabile sindrome della “battibilità” oltre a sentirsi veramente seconde, e perdenti, scelte. E’ vero che qualche errore significativo nel mercato di riparazione è stato compiuto, è altrettanto vero che chi è andato via non è mai stato risolutivo e/o incisivo, è vero che più di un bastone ci è stato messo tra le ruote e che la fortuna ci è stata avversa, e allora? Allora riduciamo qualsiasi velleità ulteriore e ci convinciamo di questa stupidaggine, trascinando nel gorgo di idiozia della “perdita salvifica”, tutta la squadra, che nel frattempo non si è trasferita nell’iperspazio e vive il sentire comune più di ogni altro. Questo maledetto turn over, figlio di un calcio impazzito, che è utilizzato a piene mani soltanto dalle compagini iper miliardarie – e neanche sempre – quando effettivamente le partite poco incidono su qualsiasi tipo di esito, ci fa confondere e pensare all’altro torneo continentale come ad un ripiego da sopportare con malcelata noia; noi, che annoveriamo nella nostra bacheca e ricordiamo ogni istante quell’unica coppa continentale conquistata, “la Coppa Uefa”, sorella gemella dell’attuale Europa League. Forse dovremmo ricollegare adeguatamente le nostre sinapsi con la memoria storica e provare ad avere un atteggiamento meno snob. Diversamente, tutti hanno schierato le migliori linee in campo, soprattutto a partire dai sedicesimi, dall’ultimo turno, momento in cui la competizione entra nel vivo; tutti, anche quelli che vantano blasoni clamorosamente superiori al nostro hanno giocato con la giusta grinta: noi invece, ossessionati dall’inseguimento bianconero, semplicemente glissiamo, passiamo la mano e salutiamo. Figli di un becero provincialismo aspettiamo la partita allo Stadium come la battaglia delle battaglie che per qualcuno dovrà per forza costituire una disfatta, senza considerare che per “altro” neanche ci avremo provato. Effettivamente che vergogna la coppa di serie b, la nostra bacheca potrebbe arrossire. E’ più che opportuno, invece, ritornare con i piedi ben piantati a terra, smetterla con le critiche che sono soltanto nocive, serrare nuovamente le fila come si deve e andare avanti come abbiamo fatto finora splendidamente. Domenica ci attende la Spal che non ha nessuna intenzione di stendersi a mò di scendiletto: è “un avversario” che come tale deve essere necessariamente affrontato con il piglio, quello sì, della grande Squadra. La maglia, i colori e l’orgoglio non possono essere calpestati, c’è da fare pubblica e sincera ammenda. Così come i complimenti, che vanno sempre agli irriducibili di giovedì sera ai quali soltanto spetterebbe di diritto la parola e non agli attizzatori di professione. Forza Napoli, sempre.
NapoliSpal: i precedenti
di Fabio Rea
Dopo la splendida goleada contro la Lazio, per gli azzurri un altro impegno casalingo contro la Spal di Semplici, avversario in crisi ma non certo da sottovalutare. Ecco alcuni numeri del match: 1° partita in assoluto 06/02/1949 Napoli 0 – 0 Spal – Serie B 1° partita in A 01/06/1952 Napoli 2 – 1 Spal (30’ Bulent, 35’ Amadei, 89’ aut. Macchi) 1° vittoria Napoli 26/03/1950 Napoli 3 – 1 Spal (35’ De Vito, 68’ Morgia, 85’ Krieziu, 88’ Suprina) – Serie B 1° vittoria Spal 31/03/1957 Napoli 0 – 1 Spal (76’ aut. Del Bene) – Serie A Incontri nel mese di febbraio 06/02/1949 Napoli 0 – 0 Spal – Serie B 21/02/1954 Napoli 3 – 1 Spal (37’ Bulent, 53’ Castelli, 57’ e 87’ Amadei) – Serie A 03/02/1963 Napoli 2 – 0 Spal (9’ e 40’ Corelli) – Serie B 18/02/1968 Napoli 1 – 0 Spal (76’ aut. Stanzial) – Serie A 27/02/2005 Napoli 1 – 0 Spal (77’ Sosa) – Serie C1 Partita con più reti in assoluto: 6 05/09/1965 Napoli 4 – 2 Spal (37’ rig., 59’ e 71’ Canè, 44’ Capello, 49’ aut. Nardin, 80’ Altafini) – Serie A Migliori marcatori del match 1° Amadei: reti 3 Napoli 2 – 1 Spal (01/06/1952) – (Serie A) Napoli 3 – 1 Spal (21/02/1954) – (Serie A) – (2) 1° Canè: reti 3 Napoli 4 – 2 Spal (05/09/1965) – (Serie A) – (3)
Massima vittoria Napoli 03/09/1967 Napoli 4 – 1 Spal (21’ Reif, 26’ Orlando, 62’ Altafini, 83’ Canè, 86’ Barison) – Coppa Italia Massima vittoria Spal 20/09/1959 Napoli 0 – 3 Spal (61’ e 62’ Rossi, 68’ Morbello) – Serie A Totali incontri: 20 Vittorie Napoli: 12 (9 in A, 1 in B, 1 in C1, 1 in Coppa Italia) Pareggi: 5 (2 in A, 2 in B, 1 in Coppa Italia) Vittorie Spal: 3 (tutte in A) Reti Napoli: 28 (20 in A, 3 in B, 1 in C1, 4 in Coppa Italia) Reti Spal: 15 (13 in A, 1 in B, 1 in Coppa Italia)
NOI siamo il NAPOLI!
di Mario Passaretti
Bruttissima sconfitta in casa nella partita di Europa League con quasi esclusione da questa competizione.Durissimo ribaltare il risultato di 13 subito dai tedeschi del Lipsia e fortissimo rischio di abbandonare questa competizione. Quasi annunciata visto l’impiego delle seconde linee,per niente all’altezza dei big.Eppure il Napoli non ha prestato il fianco almeno nel primo tempo.Poi il crollo e conseguente ko casalingo molto difficile da digerire.Il ritorno rischia di essere una perdita di tempo per una squadra che sembra aver puntato tutto sul campionato. Fuori dalla Coppa Italia, quasi fuori dalla Europa League e quindi a conti fatti resta un solo obiettivo,quello di trionfare in Italia.Mi auguro che la sconfitta di giovedì non abbia risvolti negativi sui calciatori perché poi si rischierebbe di rendere la stagione fallimentare.Non voglio essere pessimista ma il peso di essere obbligati a vincere a qualche calciatore può pesare. Ma mi auguro che non sia così e che invece il Napoli già domenica pomeriggio possa riprendere il suo cammino.Il blasone della Spal non esiste e non può certo spaventare gli uomini di Sarri che ormai hanno dimostrato su tutti i campi di avere una propria identità di gioco indipendentemente dalla squadra avversaria.L’augurio è che gli azzurri domenica riescano a chiudere senza ansie un match che è totalmente alla loro portata.Del resto adesso è il momento di non sbagliare nessun colpo e se si può aumentare il vantaggio sulla inseguitrice Juventus per arrivare poi allo sconto diretto con un po’ di tranquillità e mettere il sigillo fondamentale per la conquista del titolo. Adesso è arrivato il momento di dimostrare che siamo il NAPOLI
Il Vignettone
di Armando Lupini
Dalle nuvole di fumo al sogno meraviglioso di un intero popolo
di Bruno Marra Da qualche settimana il mondo non è più lo stesso. Esattamente dal 31 gennaio. Che non è l’ultimo giorni del primo mese dell’anno: assolutamente no! E’ il giorno in cui si chiude il Calciomercato. Ed è un giorno quasi ferale per chi ha vive 30 giorni sospeso su una nuvola, che molto spesso risulta essere una nuvola di fumo. Vedo le persone attorno private di adrenalina, volti televisivi spenti, non c’è il clima carnevalesco ma anzi un clima soporofero, mogio, cupo come se ci mancasse qualcosa. Perché signori miei, noi una volta eravamo un popolo di poeti, santi e navigatori. Oggi siamo diventati un popolo di esperti di calciomercato. Siamo tutti manager, agenti, broker, commercialisti, segretari e dirigenti. Ci sediamo al nostro tavolo della stanza da pranzo e pensiamo di essere dritti dritti al tavolo delle trattative dell’Ata Quark Hotel. Un Residence che per un mese diventa una specia di fabbrica dei sogni per milioni di italiani. Il Calciomercato da noi tira più di Sanremo, forse è per questo che si dividono i primi due mesi dell’anno senza sovrapporsi. Per non scannarsi a vicenda nella corsa alla concorrenza. Oltre venti anni di frequentazioni redazionali mi conferiscono la facoltà di poter scavare nei meandri degli impeti e delle derive populistiche, per dire chiaramente che il Calciomercato invernale non è altro che un Castello di carta. Un falò delle illusioni messe sotto il naso dell’avido lettore. Che d’altro canto non manifesta altro che il desiderio di essere ipnotizzato, sedotto e abbandonato da frottole esponenziali, pur di godersi anche per un giorno i suoi sogni calcistici proibiti. La verità è che c’è la totale consapevolezza tra chi scrive e chi legge, tra chi “crea” e chi “subisce”, che la percentuale di veridicità delle notizie di mercato è pari al 5%, a occhio e croce. Eppure, nulla. Pur di far girare la giostra tutti son pronti a tuffarsi in emozioni artificiali, come immersi in immense sale da Oppio. Delizia per i lettori che si godono la loro dose personale. Croce per i giornalisti che devono estrarre la qualunque da ogni dove per poter sostenere il minimo sindacale di interesse. Ma il reale fenomeno di massa è l’influenza che i presunti “scoop” hanno sul popolo pallonaro. Un vero e proprio Quinto Potere che dà vita ad una cultura tanto gustosa quanto grottesca. In un meccanismo di auto alimentazione per il quale nessuno più sa dov’è la bufala e dov’è la verità. Ma tanto la via di uscita è sempre la stessa e l’alibi è a portata di mano con la classica frase: il calciomercato è volatile. Come volatili sono le nuvole di fumo che puntualmente si dissolvono il 31 gennaio. Amici miei, lasciamo il mercato e godiamoci il calcio. Abbracciamo il campo ed emozioniamoci col pallone. Le illusioni lasciamole agli altri. Noi napoletani il nostro sogno ce l’abbiamo saldo in fondo al cuore. Il sogno meraviglioso di un intero popolo…
Una sconfitta per definire il traguardo di Francesco Basile
La partita di giovedì sera, giocata al San Paolo contro il Lipsia, valida per i sedicesimi di finale di Europa League, ha tolto definitivamente ogni dubbio a tutti quei tifosi ancora insicuri su quelle che fossero le reali intenzioni della società. La partita è stata malemente e "volutamente" persa da una squadra che, quasi certamente, avrà fatto i conti sulle proprie potenzialità. Quante volte si è parlato di coperta corta, di una rosa numericamente e qualitativamente incapace di poter competere su più fronti. Il Napoli gioca il miglior calcio d'Italia e sicuramente uno dei più entusiasmanti calci d'Europa. Ha migliorato tantissimo nel reparto che faceva più acqua, la difesa; ha ulteriormente rafforzato con l'esperienza, le qualità del centrocampo e del tridente d'attacco; nonostante ciò pecca, ancora, nel gap palesemente esistente tra i giocatori che formano la rosa dei titolarissimi e quelli che siedono in panchina. Vuoi o non vuoi, questo costituisce un grosso limite per la squadra, limite, che non permette certo di poter ambire a più traguardi insieme. Ad oggi possiamo affermare alcune certezze: il Napoli non può competere su più fronti a livelli alti, l'obiettivo dichiarato, il campionato, resta l'unico traguardo raggiungibile; la competizione cadetta europea, è stata snobbata da squadra e pubblico ( si considerino i poco più di diecimila tifosi presenti giovedì sugli spalti dell'impianto di Fuorigrotta). Altro punto fermo è quello relativo al prosieguo del campionato. Tutte le restanti partite non possono essere in alcun modo sbagliate. Bisogna vincerle tutte, o quasi, per poter essere padroni del destino, in quanto la Juventus non mollerà la presa, e quel punticino di distacco è davvero troppo poco. Mancano 14 partite e gli azzurri dovranno affrontarle come 14 finali. Questa è l'unica ricetta per poter portare a casa quel tricolore che, ormai, manca alla città da troppi, lunghi anni.
Il giornale dei tifosi solo sui social in uscita il giorno prima o in concomitanza della partita casalinga
La radio dei tifosi ,in onda il giovedì alle 18 su Facebook sulla pagina AINC e sul sito www.cuoreazzurro.it