Cuore Azzurro n°125 del 07/11/2015

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club-Anno XI-Nr.1 25 del 07/11 /201 5

Napoli-Udinese Domenica ore 18,00足Stadio San Paolo





Risultati 11 °Giornata Bologna-Atalanta 3-0 Carpi-Hellas Verona 0-0 Chievo VR-Sampdoria 1 -1 Fiorentina-Frosinone 4-1 Genoa-Napoli 0-0 Inter-Roma 1 -0 Juventus-Torino 2-1 Lazio-Milan 1 -3 Palermo-Empoli 0-1 Udinese-Sassuolo 0-0 Programma 1 2°Giornata Empoli-Juventus Frosinone-Genoa Hellas Vr-Bologna Milan-Atalanta Napoli-Udinese Palermo-Chievo Vr Roma-Lazio Sampdoria-Fiorentina Sassuolo-Carpi Torino-Inter

Classifica Fiorentina Inter Roma Napoli Sassuolo Milan Lazio Atalanta Sampdoria Juventus Torino Empoli Chievo Udinese Genoa Palermo Frosinone Bologna Carpi Verona

24 24 24 22 19 19 18 17 16 15 15 14 13 12 12 11 10 9 6 6

Programma 1 3°Giornata Atalanta-Torino Bologna-Roma Carpi-Chievo Vr Fiorentina-Empoli Genoa-Sassuolo Hellas Vr-Napoli Inter-Frosinone Juventus-Milan Lazio-Palermo Udinese-Sampdoria Classifica marcatori Eder C. 9 Samp Higuain 8 Nap Insigne 6 Nap Kalinic 6 Fio Bacca 6 Mil Gervinho 6 Rom Pjanic 6 Rom Salh 5 Rom Felipe Anderson 4 Laz Baselli 4 Tor

Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Francesco Basile,Fabrizio Piccolo,Armando Lupini ,Carmine Tascone Carlo Longobardi,Bruno Marra, Marco Martone,Mario Passaretti, Ciro Piemonte Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 51 2/2007

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Sabato 07

Novembre 201 5


Napoli足Udinese FISC 4-3-3

All.Sarri Ghoulam

3-5-1 -1

Hamsik

Koulibaly Reina Albiol

Hysaj

Thereau

Jorginho

Bruno Fernand

Allan


CHIO DI INIZIO 18.00

All.Colantuono Edenilson Callejon Wague' Badu'

des

Lodi Iturra

Adnan

Higuain

Danilo

Insigne Felipe

Karnezis


Napoli da sogno di Saverio Passaretti(presidente A.I.N.C.) Definibile davvero tra sogno e realtà l’attuale splendido momento dello squadrone azzurro:un Mister che sbalordisce i più scettici con una striscia incredibile di eccellenti risultati, il tutto condito con un entusiasmo crescente ma maturo e contenuto dei nostri appassionati tifosi. In barba agli uccelli del malaugurio, tira piedi del Napoli si risponde sul campo con tutti i giocatori della rosa azzurra pronti a qualsiasi sacrificio pur dovendo, talvolta, aspettare l'occasione per dimostrare la propria validità. Anche in Europa league strapazzati i danesi nella gara di ritorno al San Paolo, ben cinque le realizzazioni che hanno ipotecato il passaggio al turno successivo con ben due giornate di anticipo. Corre l'obbligo chiedersi cosa sia successo nella testa dei nostri giocatori che in pochi mesi hanno acquisito la giusta mentalità e una volontà di sacrificio senza precedenti;anche quelli in lista di partenza, recuperati e quanto mai utili, in un'annualità calcistica che spesso ci vede impegnati ogni tre giorni. La risposta è chiara:il merito è di un allenatore con doti umane e tecniche fuori dal comune, un personaggio aldilà degli schemi, semplice nei modi e nelle dichiarazioni,che ci ha abituato immediatamente a capirne la schiettezza, il suo modo di essere.Un allenatore concreto capace di gestire situazioni complicate e spogliatoio, tant’è che tutti gli dimostrano un rispettoso attaccamento. Siamo così positivamente impressionati, quasi increduli, che ad ogni partita restiamo puntualmente sbigottiti da come la squadra gestisce gli avversari e con quanta convinzione nei propri mezzi si affrontino a prescindere dal loro blasone. Il timore che ci assale è che questo “ magic moment” possa interrompersi improvvisamente perché non siamo abituati, nonostante i brillanti trascorsi degli azzurri, a vedere un simile spettacolo ed un’organizzazione di gioco praticamente perfetta. Dobbiamo credere, allora, alle dichiarazioni di Maurizio Sarri che invita alla calma senza mai minimamente accennare a quanto possa raccogliere il Napoli in termini di risultati ed anche alla sua simpatica scaramanzia ritornando al tocco e ritocco dei personali “gioielli”. L’Udinese prossimo ostacolo nel mirino del tecnico che, archiviato immediatamente la brillante vittoria in Europa League, come fa di solito, dopo il suo accorato ringraziamento a tutti i suoi uomini ha semplicemente esclamato a voce alta: “Udinese”. Il gruppo come un plotone di marines sull’attenti ha risposto in coro, pronti ad affrontare con rinnovata energia gli avversari bianco­neri. Sembra una favola per noi tifosi poter rispondere alle provocazioni con orgoglio, nella certezza che nessuno può smentire una realtà sportiva esaltante e gratificante, siamo forti per unanime opinione! Non citiamo, volutamente, alcun giocatore perché tutti indistintamente meriterebbero infiniti elogi per l’attaccamento e la voglia di emergere, ci limitiamo soltanto ad ergere la figura di Maurizio Sarri al quale non basteranno mai i ringraziamenti per quante emozioni sta facendo vivere ai nostri “Cuori Azzurri”.

Grazie MAURIZIO ! Forza Azzurri ! Pag.8

Sabato 07

Novembre 201 5


Nike Ordem 3-I Palloni della stagione 2015-16


NAPOLI-PALERMO 2-0(primo tempo 1 -0) MARCATORI:al 40' p.t. Higuain; al 35' s.t. Mertens NAPOLI(4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Chiriches, Ghoulam; Lopez (dal 1 8’ s.t. Allan), Jorginho, Hamsik; Callejon (dal 31 ’ s.t. El Kaddouri), Higuain, Insigne (dal 20’ s.t. Mertens). (Rafael, Gabriel, Maggio, Henrique, Koulibaly, Strinic, Valdifiori, Chalobah, Gabbiadini). All.: Sarri PALERMO(3-5-2):Sorrentino; Struna, Gonzales, Andelkovic; Rispoli, Rigoni (dal 21 ’ s.t. Quaison), Maresca (dal ‘9 s.t. Brugman), Hilijemark, Lazaar (dal 34’ s.t. Chocev); Vasquez, Gilardino (Colombi, Vitiello, Goldaniga, Trajkovski, Jajalo, Daprela, El Kaoutari, La Gumina, Pezzella) All.: Iachini. ARBITRO:Massa di Imperia (Di Liberatore-Crispo/Gava; IrratiBaracani). NOTE:Spettatori 25mila circa. Ammoniti:. Recuperi: 0’ p.t., 3'

s.t.



NON E' SUCCESSO NIENTE MA STOP A POLEMICHE

di Carmine Tascone Dico la verità: l’atteggiamento del Napoli domenica scorsa a Marassi col Genoa non mi ha entusiasmato, non era la squadra che avevamo ammirato nelle partite precedenti. In particolare abbiamo sofferto a centrocampo dove loro ci pressavano in continuazione senza palla, una soluzione tattica studiata bene da Gasperini che è un signor allenatore. Viene dalla gavetta, come me e come lo stesso Sarri, prima di allenare in A ha diretto il settore giovanile della Juve e ha fatto il corso a Coverciano. E si vede. Il Napoli ci ha messo del suo con una mancanza di lucidità sotto porta: tutti e 5 gli attaccanti hanno sbagliato troppi gol, uno come Hamsik non può fallire quell’occasione ma la stessa cosa vale per Callejon, Higuain, Insigne e Gabbiadini. Detto questo aggiungo però che non è successo niente, un pari ci può stare dopo tante vittorie di fila, inutile creare problemi che non esistono. Dopo la partita col Palermo la verità è che si è parlato troppo delle polemiche relative a Insigne e Mertens. Giorni e giorni a discutere sulle loro reazioni e si è finito col pensare poco alla partita col Genoa, cosa che abbiamo finito col pagare. Ripeto però che non è successo niente e oggi con l’Udinese abbiamo la grande chance di tornare a vincere. Non è più l’Udinese di qualche anno fa, ha venduto i migliori, come fa sempre – e le manca uno proprio come Allan, ad esempio – ma non ha saputo sostituirli bene. E’ un avversario più che abbordabile ma come dico sempre dipende soprattutto dal Napoli. Se gioca come sa, vince. E questa domenica il calendario ci è anche abbastanza favorevole, visto che c’è Torino­Inter che per i nerazzurri non sarà facile e il derby Roma­Lazio. Mi sbilancio e dico che nelle prossime due partite il Napoli può arrivare al primo posto, anche assieme all’Inter nel caso. E mi chiedo: cosa diranno in tv al “Brutto del calcio”? Pag.1 2

Sabato 07 Novembre 201 5



Quella volta che Diego, Daniel, la pioggia e il vento…

di Fabrizio Piccolo Per me Napoli­Udinese è una partita speciale. Ma come, direte, non è la Juve o la Roma. Lo so, lo so. Ma è speciale perché mi ricorda quella sfida del gennaio 1985, giorno della Befana, quando un Napoli malmesso in classifica, nonostante Maradona, iniziò il suo vero viaggio verso la gloria. Non ingranava quella squadra, non c’era sintonia nonostante tanti campioni ma quel pomeriggio l’alchimia creò il miracolo. E da quel giorno il Napoli volò verso i traguardi più belli della sua storia. Era una giornata da bolgia dantesca: pioggia, vento, gelo. Ricordo che allo stadio dovetti togliermi le scarpe nell’intervallo per riscaldarmi i piedi con le mani ma non dimenticherò mai soprattutto quel 4­3 rocambolesco: due gol di Daniel Bertoni e due di Maradona entrambi su rigore: 1­0 per loro con Edinho e 1­1, 2­1 per noi e 2­ 2 con Miano (futuro azzurro) poi il 4­2 ma Billia segnò ancora e i 10 minuti finali furono una sofferenza atroce. Quando l’Udinese sfiorò il 4­4 con un tiro di Gerolin che un Castellini ormai rassegnato vide uscire di un amen fuori capimmo che era fatta. Nei secondi finali il terzino Marco De Simone rimase a terra per un banale contrasto e alle mie spalle udii una voce rimbombare: “De Simò, fatte venì ‘na mossa”, bisognava guadagnare secondi preziosi. Finì 4­3 e il Napoli non si sarebbe più fermato. Dei tanti Napoli­Udinese degli ultimi anni ce ne sarebbero ancora altri da ricordare, belli e soprattutto brutti come il pari per 1­1 con Maradona prima goleador e poi espulso nell’anno dello scudetto, il 2­2 con Di Natale e Quagliarella a rimontare una partita che sembrava chiusa o quella sconfitta nell’anno di Mazzarri con gol di un Inler al passo d’addio con i friulani ma io mi tengo quel 4­3 stretto e oggi che si rigioca contro l’Udinese mi piacerebbe rivivere un po’ le stesse emozioni. Magari senza quella pioggia e quel freddo e senza tremare tanto alla fine, basta che si vinca. Sì ci stiamo abituando proprio bene, ma di smettere sinceramente non ne abbiamo voglia. Pag.1 4

Sabato 07 Novembre 201 5



La spinta dei "panchinari"per l'assalto alla vetta

di Marco Martone La “manita” inflitta ai danesi del Midtjylland ha iniettato un’ulteriore dose di ottimismo e di entusiasmo alla squadra e all’ambiente azzurro, per nulla depresso dopo il pareggio beffa di Genova con i rossoblù di Gasperini ma certo desiderosi di riprendere, in campionato, la serie di vittorie che hanno portato i partenopei a ridosso della capolista. L’Udinese, priva dell’ex Zapata e forse anche di Di Natale (ma questa non sarebbe una novità rispetto agli anni passati), è sulla carta un avversario assolutamente alla portata di Higuain e compagni, quanto più che la squadra allenata da Colantuono, quest’anno, è solo lontana parente della formazione brillante e temeraria che ha tanto impressionato nelle scorse stagioni. C’è da giurare, quindi, che Sarri avrà tenuto tutti sulla corda, concentrati, per evitare passi falsi contro una delle cosiddette “piccole” del torneo. Sulla formazione meglio non azzardare pronostici, perché dopo la convincente prova contro i danesi, in Europa League, offerta da molte delle cosiddette “seconde scelte”, non è escluso che il tecnico possa sorprendere con qualche cambio nello schieramento. Alcuni dei panchinari rivendicano uno spazio che, sul campo, hanno dimostrato di meritare. Su tutti Manolo Gabbiadini, poco impegnato in campionato ma cecchino infallibile in coppa, con una media gol e minuti giocati davvero impressionante. Anche negli altri ruoli Sarri ha il piacevole problema dell’abbondanza. Il dualismo Mertens­ Insigne si ripresenta ma questa volta al termine di una settimana serena e contraddistinta dai sorrisi e dal buonumore di Lorenzo. C’è da verificare, però, le condizioni fisiche del belga. A centrocampo non cambierà nulla, ma anche qui le prove di El Kaddouri, Lopez e lo stesso Valdifiori, fanno tirare un bel sospiro di sollievo all’allenatore, perché le alternative ci sono e sono di primissima qualità. La giornata di campionato offre altre due sfide al vertice, cui il Napoli guarderà con grande interesse. Torino­Inter e il derby capitolino. Forse non è ancora il momento di guardare a cosa fanno gli altri ma certo l’occasione per provare l’aggancio o il sorpasso è ghiotta e va sfruttata nel migliore dei modi. Il Napoli è pronto, con i suoi titolari e con un gruppo di “riserve” di lusso che affilano le armi. L’Udinese è avvertita! Pag.1 6

Sabato 07 Novembre 201 5



Riprendiamo la cavalcata di Mario Passaretti Ecco uno stop in campionato e ne seguono tanti mugugni.Dubbiosi che temono l'inizio di un calo,disfattisti pronti a criticare quello che di buono è stato creato fin'ora.E tutto questo perche'?Per un semplice pareggio avvenuto domenica a Marassi contro il Genoa,squadra con la quale perdura da vent'anni un gemellaggio unico e spettacolare da fare invidia a molti.Io penso che la critica,i giudizi siano consentiti fino a che risultano essere costruttivi.Ma non si può certo sminuire tutto per un misero 0­0 maturato contro un avversario tenace,il cui modulo tattico è stato snaturato contro gli azzurri offrendo una marcatura ad uomo a centrocampo e conseguente riformulazione del modulo.Non può certo essere uno stop a creare dubbi e perplessità nell'ambiente,che a dirla tutta non sembra per niente preoccupato.Anzi,aggiungerei che i rumors e mugugni vari sono stati creati solo dalla stampa.In maniera obiettiva bisogna però riconoscere un dato e cioè che stavolta negli azzurri è mancata la solita cattiveria e determinazione che ha contraddistinto le apparizioni dell'undici di Sarri.Ma da qui ad arrivare anche solo minimamente ad un calo fisico e conseguente debacle azzurra,ce ne passa.Siamo sinceri e diciamo che oggi i ritmi calcistici sono diventati quasi insopportabili.Squadre come la nostra,o forse quasi tutte le migliori,costrette a giocare ogni tre giorni,con prestazioni alternanti per una logica carenza fisica.L'unico modo per sopperire a questo temendo tour de force a cui si è sottoposti,sarebbe quello di avere in organico valide alternative.Quasi occorrerebbero due squadre di pari livello che si alternano nelle varie competizioni.Ma non credo che questo sia realmente possibile,anche perchè i giocatori che si hanno in rosa sono di tutto rispetto e quindi ci sono i ricambi giusti e non può certo essere il pareggio di Genova a far arrestare le nostre aspirazioni.Non ci è dato sapere quali siano realmente le nostre aspettative ma fatto sta che il Napoli di Sarri esprime,a detta di tutti,il più bel calcio della serie A offrendo concretezza e determinazione.Con queste caratteristiche non possiamo porci dei limiti,quindi consapevoli che una piccolissima battuta di arresto può starci nell'arco di un campionato,pensiamo in positivo e speriamo che già da domenica contro l'Udinese gli azzurri possano riprendere la cavalcata trionfale che si alimenta giorno dopo giorno nell'immaginario dei tifosi.Buon proseguio e forza Napoli! Pag.1 8

Sabato 07 Novembre 201 5



Il trentennale della punizione di Diego alla Juve 3 Novembre 1985: il guanto di Maradona che schiaffeggiò la Signora

di BRUNO MARRA Da trentanni l’inizio del mese di Novembre per i napoletani non ha solo 2 ricorrenze ma 3. Il primo novembre è “Ognissanti”, il 2 novembre è la ricorrenza dei defunti, il 3 novembre è l’anniversario del gol su punizione di Maradona alla Juve. Quello che Diego definì il “guanto”, perché la palla sembra raccolta con una mano anziché col piede e catapultata in porta con una forza inerziale che annulla le leggi della fisica. Era il 3 novembre del 1985. Ora, a quel tempo, io neppure sapevo che fosse il 3 novembre, per me era semplicemente il giorno di Napoli­Juve al San Paolo. Tenevo 14 anni ed una smania mai sopita di vedere il Napoli battere la Juve, perché in vita mia, per quanto ancora giovane e breve, io non avevo mai visto il Napoli vincere sulla Juventus. E a dir la verità non credevo neppure che accadesse quel giorno. La speranza sì, quella c’è sempre, ma immaginate bene che la Signora era veramente Signora e padrona di quel campionato. Aveva vinto le prime 8 partite ed a punteggio pieno. I giornali titolavano: “La Juve cerca la nona sinfonia”. Ma la musica stava per cambiare. . Il Napoli non batteva la Juventus al San Paolo da oltre dieci anni. E Diego in quella settimana continuava a dire: “la prima cosa che mi chiedono i tifosi per strada non è lo scudetto, ma è battere la Giuventus”. Perché il Pibe la pronunciava così: la Giuve. Nel giro di due anni sarebbero arrivati sia lo scalpo della Signora che il tricolore, ma non lo sapevamo ancora. Però quel 3 novembre 1985 segnò una delle prime date salienti che scolpirono l’era maradoniana. Quella domenica pioveva. Sin dalla mattina presto. Qualcuno lo prese come segno nefasto, come se dall’aldilà ci volessero avvisare che manco stavolta questa vittoria doveva arrivare. Ma la fede di Napoli è incrollabile. La partita si giocava alle classiche ore 15, quando il calcio non era ancora attraversato ed invaso da diritti ed esigenze televisive. Nessun anticipo e nessun posticipo. Il mondo si fermò davanti a Napoli­Juve alle 3 del pomeriggio. Il San Paolo era una piscina, non c’era ancora la copertura dello stadio, e quella pioggia ce la sentivamo fin dentro le ossa. Ma ci sentivamo anche nel cuore che quella era la volta giusta. E’ battaglia pura. Bagni e Brio per poco non si prendono a cazzotti. Espulsi tutti e due: si gioca dieci contro dieci. Ma il vero 10 ce l’abbiamo noi. L’orizzonte del San Paolo è scuro come la notte. Si accendono i riflettori, ma ad un quarto d’ora dalla fine arriva la LUCE dell’aldilà. Bertoni entra in area e Scirea lo stende. L’arbitro fischia un anomalo calcio di punizione in area per gioco pericoloso. Roba che oggi sarebbe rigore tutta la vita. Ma va bene lo stesso. Sta per andare in scena la punizione del Secolo. Pecci mette il piede sul pallone e tocca appena per Maradona che di sinistro accarezza la palla all’incrocio con la barriera a 5 metri. Tacconi quasi prende una commozione cerebrale sbattendo con la testa nel palo. Un urlo così non si era mai sentito. Il San Paolo è la fine del Mondo. Vinciamo 1­0. Esultano anche le anime del Purgatorio. Anni dopo Maradona definirà quella punizione come: il guanto. Il giorno dopo la celebrazione dei morti, l’aldilà sceso in Terra ci ha fatto la grazia. Sono passati 30 anni e proprio in settimana si è celebrato l’anniversario di un evento che per molti di noi segnò l’inizio di un’Epoca. Tornammo a casa e pioveva ancora, ma erano lacrime di gioia. Un popolo intero da quel giorno cominciò ad alzare un pugno al cielo come un vanto mentre nell’altra mano indossava un guanto. Quello che schiaffeggiò la Signora, nel primo miracolo di Diego Maradona.

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Sabato 07 Novembre 201 5


il VIGNETTONE di ARMANDO LUPINI


Insigne – Mertens e il dualismo infinito

di Francesco Basile Ci risiamo. Siamo alle solite. Arriva il 60­esimo, sulla panchina azzurra si prospetta il cambio. Ancora una volta la staffetta in attacco sull’out di sinistra: Lorenzo Insigne deve lasciar spazio a Dries Mertens. Il solito cambio tattico alla pari, mirato a far riposare il talento di Frattamaggiore, ormai titolare fisso. In occasione della partita col Palermo, al San Paolo, (vinta da un Napoli spettacolare per due reti a zero), però, la sostituzione è stata mal digerita dal “Magnifico”, che ha abbandonato il campo lanciando chiarissimi segnali di disappunto e protestando con l’allenatore. << Mister, ma perché devo uscire io? >> , il labiale di Insigne mentre percorreva quella porzione di campo che lo conduceva alla panchina. Lorenzo voleva chiudere la partita con un gol, continuare a duellare con il “Pipita” Higuain, per mettere a sicuro il risultato ( in quel momento della partita il Napoli stava vincendo di misura) e portare a casa i tre punti. Dal canto suo poi, Mertens non ha per niente gradito l’atteggiamento del compagno di reparto, che in un certo qual modo, ha mancato di rispetto proprio al giocatore belga che stava attendendo a bordo campo: il “folletto” ha poi segnato (incrementando così il vantaggio), ma per protesta non ha esultato. I media poi hanno ricamato sull’accaduto e l’ennesima prestazione stratosferica della squadra è stata messa in secondo piano. In questo Napoli delle meraviglie, che tanto bene sta facendo in campionato ed Europa League, alla fine tutti scalpitano per un posto in prima squadra. Tutti vogliono giocare e, nonostante l’armonia e la compattezza dello spogliatoio, episodi del genere possono verificarsi. E’ poi compito del tecnico e della società tenere a bada gli spiriti irruenti e riportare tutto alla normalità. E’ quanto poi ha fatto mister Sarri, che ha pubblicamente ammonito il comportamento di Insigne pretendendo che il numero 24 azzurro rivolgesse le proprie scuse ai compagni. Alla fine questi giocatori, a cui va il merito di far sognare un’intera piazza, son ragazzi, e talvolta bisogna fare i conti con l’”immaturità” dei vent’anni. L’importante è tenere sempre in considerazione che quello che conta è il bene della squadra e, nella maggior parte dei casi, chi entra dalla panchina è più importante del titolare. Solo così si potranno raggiungere traguardi importanti. Pag.22

Sabato 07 Novembre 201 5



I l tri on fo d e l l a n orm a l i ta '

di Carlo Longobardi Ogni giorno, durante le nostre relazioni interumane, si assiste (spesso subendola) ad una continua critica: nei confronti di altre persone in particolare e contro l’intero creato in genere. E’ facile, nonché perfido, attribuire sempre le colpe ad altri, ridurne le capacità e compiere costantemente l’apologia di se stessi. Un auto referenzialità quantomeno discutibile. L’opposto, vale a dire riconoscere i meriti e le virtù altrui, è sempre più difficile, così come appare strano conferire un naturale quanto immotivato rispetto nei confronti dei burberi, degli altezzosi e dei presuntuosi a discapito delle persone miti e disponibili. Il nostro Maurizio, a puntuale esempio, si è presentato in punta di piedi, munito esclusivamente del suo bagaglio di modestia e intelligenza ed ha dovuto far fronte, quasi inevitabilmente, ai continui quanto subdoli attacchi scagliati in ogni momento dalla folta schiera dei geneticamente avvelenati già pronti e in attesa sulla riva del fiume. Ora che la bellezza del gioco, la serenità della (quasi) totalità dei calciatori (sicuramente di quelli particolarmente vivaci di intelletto) e i numeri spaventosi e senza precedenti hanno scavato una traccia indelebile, in tanti si sono resi conto del migliore acquisto compiuto negli ultimi tempi. Sarri è riuscito a replicare sempre nel miglior modo possibile fornendo risposte che hanno spiazzato anche gli irriducibili, è riuscito a voltare sempre pagina tra un incontro e l’altro senza compromettere mai il livello di concentrazione dei propri ragazzi. Ha chiuso una potenziale disputa con Diego, che avrebbe potuto generare altri fronti bellicosi, con rispetto e semplicità incredibile, ha “benedetto” pubblicamente il proprio compenso ricordando le sue origini, ha fatto ricorso ai gesti più napoletani per rappresentare adeguatamente la sua scaramanzia, ha sorriso sempre e comunque mai più del necessario, sudato, abbracciato, stretto mani senza riferirsi mai ai tanti formalismi che imbrigliano l’esistenza quotidiana. Insomma, finalmente stiamo assistendo al doveroso e raro trionfo della normalità. La nostra società ha un disperato bisogno di esempi positivi, di uomini da seguire per i quali “ne vale la pena”. Così come vale la pena ricordare e omaggiare Vittorio Pisani, l’ex capo della squadra mobile di Napoli, uno dei migliori ad aver mai diretto il complicatissimo ufficio di Via Medina, amatissimo dai suoi uomini e costretto a subire un ingiusto processo che lo ha visto definitivamente assolto. O, ancora, come l’adorato Papa Francesco che sta faticando non poco a pulire tanto lerciume presente in Vaticano. Scandali e ingordigie varie che stanno trasformando lo slogan per la richiesta della firma in dichiarazione dei redditi a favore della Chiesa (come già veicolato sul web) in: “fotto per mille”. Sempre Forza Napoli. S a b a to Pag . 24 07

N ove m b re

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Questo Napoli fa paura di Ciro Piemonte 16 goal fatti in 4 partite di Europa leauge, 21 goal in campionato in 11 partite per un totale di 37 goal in 15 gare. Numeri da capogiro, per una squadra che ci sta abituando al bel calcio. Non siamo comunque abituati a questa continuità che in tutta l’era De Laurentis non è mai arrivata, fin da Mazzarri allo scudetto perso in casa con l’Udinese dopo una bella cavalacata che ci portò al secondo posto, discorso analogo per la gestione Benitez, dove il mister non è riuscito a imprimere al meglio il proprio “modus operandi” finendo pian piano nel baratro. Oggi mister Sarri si sta togliendo qualche sassolino dalla scarpa, sta zittendo non pochi scettici, Maradona su tutti, che sul calcio giocato non ha eguali, ma forse prima di parlare dovrebbe pensarci un po’ su. Oltre al forte attacco, il quale negli ultimi anni ha sempre caratterizzato la squadra partenopea, il Napoli mostra quest’anno una solidità in difesa che nessuno si aspettava. Solo 8 i gol subiti dalla squadra difesa da Reina che mantiene la porta inviolata il più delle volte. E’ paradossale il fatto che il cambiamento nel reparto difensivo riguarda semplicemente l’innesto di Hisay al posto di Maggio, dai 4 titolari della passata stagione che era pari ad un colabrodo, con uno score di più di 50 reti subite solo in campionato. L’impronta del mister ad oggi, è chiara e visibile, Sarri che il più delle volte chiede alla difesa di rimanere ancora più alta, cosa che con la velocità che si ritrovano possono facilmente fare, entrare in quel tipo di schema con difesa alta, ripartenze veloci farebbe di questa squadra una pretendente al titolo, ancor più di oggi. Altro fattore positivo di questa gestione è lo spogliatioio: nella sfida col Palermo ,infatti, Insigne ha fatto trapelare qualche “mal di pancia” quando è stato sostituito da Mertens, dico Mertens, un giocatore di pari livello che accetta la panchina quando deve e si fa trovare sempre pronto e in quanto tale merita rispetto. La diatriba è subito rientrata con le scuse di Insigne, sintomo questo di un grande spogliatoio, che deve essere la vera forza per raggiungere quel tanto ricercato traguardo che aspettiamo da più di 20 anni. Pag.26

Sabato 07 Novembre 201 5



GENOA-NAPOLI 0-0 GENOA (4-3-3) Perin; Diogo Figueiras, Munoz (dal 35' p.t. Izzo), Burdisso, Ansaldi; Dzemaili (dal 45' p.t. Ntcham), Tino Costa, Rincon (dal 27' s.t. Cissokho); Laxalt, Pavoletti, Perotti. (Lamanna, Ujkani, Lazovic, Tachtsidis, Gakpe). All.: Gasperini. NAPOLI (4-3-3) Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan (dal 37' s.t. David Lopez), Jorginho, Hamsik; Callejon (dal 22' s.t. Gabbiadini), Higuain, Mertens (dall'11 ' s.t. Insigne). (Gabriel, Rafael, Strinic, Henrique, Valdifiori, Maggio, Chiriches, El Kaddouri, Chalobah). All.: Sarri. ARBITRO Doveri di Roma. NOTE Ammoniti: Izzo, Ntcham, Gabbiadini, Tino Costa, David Lopez. Angoli: 6-1 per il Napoli. Recupero: 2'; 4'.


Rivendita Tabacchi



Napoli-Midtjlland 5-0 primo tempo 3-0 Napoli (4-3-3): Reina; Maggio, Chiricheș, Koulibaly, Strinić (68′ Hysaj); López, Valdifiori, Hamšík (53′ Allan); El Kaddouri, Gabbiadini, Insigne (57′ Callejón). A disp.: Gabriel, Albiol, Jorginho, Higuaín. All.: Sarri Midtjylland (4-2-3-1 ): Andersen; Rømer, Banggaard, Sviatchenko, Novák; Hansen (47′ Ureña), Sparv; Olsson (69′ Sisto), Poulsen, Royer; Onuachu (62′ Pušić). A disp.: Raahauge, Lauridsen, Duelund, Rasmussen. All.: Thorup. Arbitro: Bastien (Francia). Reti: 1 3′ El Kaddouri (N), 23′ e 38′ Gabbiadini (N), 55′ Maggio (N), 77′ Callejón (N). Note – Ammoniti: López (N).



RISTORANTE LA CAMPANELLA via G. di vittorio 58 - 53048 Sinalunga (SI) - Fraz. Bettolle Tel: 0577 62451 6 E-mail: brunellamarsico@gmail.it



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