Dall’oncologia molecolare le indicazioni per le cure SIGARETTE ELETTRONICHE
Una moda che lascia qualche interrogativo
Armando Rotoletti
in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479
Numero 2 - aprile 2013 - Anno XLI - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped.
MARCATORI
PROGRAMMA 5 PER MILLE
La nuova cura per il cancro del colon è già arrivata al letto dei pazienti
Anna Chiara De Luca, dalla Scozia a Napoli
UN NUOVO LASER PER LA DIAGNOSI
SOMMARIO
FONDAMENTALE aprile 2013
07
Le Start-up sono la porta d’ingresso verso l’autonomia del giovane scienziato
In questo numero: 04
07 10 12 14 16 19 20 22 24 26 28 29 30 32 33 38
VITA DI RICERCATORE Studiare il cancro sotto una nuova luce FINANZIAMENTI AIRC I bandi che fanno crescere gli scienziati di domani DAL LABORATORIO ALLA CURA Le spie che aiutano a scegliere la terapia giusta PREVENZIONE Alla paternità si pensa anche da giovani ATTUALITÀ Anche svapare può far male alla salute PROGETTI 5 PER MILLE Un cocktail efficace contro il tumore resistente RICERCA IN VETRINA Una nuova mutazione apre a terapie future NOTIZIE FLASH Dal mondo PROFESSIONI PER LA RICERCA Il medico che doma la radioattività a fin di bene BIOLOGIA MOLECOLARE Piccoli frammenti ma armi potenti DIAGNOSI PRECOCE Meno diagnosi precoci aumentano la diseguaglianza GRANDI SCIENZIATI 103 anni di lotta contro l’ignoranza LASCITI Lina Wertmüller e la ricerca sul set e nella vita IFOM Un setaccio naturale per i geni del cancro RACCOLTA FONDI Meglio prima che poi Un frutto solidale da 3,3 milioni di euro SPECIALE COMITATI Le iniziative dei nostri Comitati regionali IL MICROSCOPIO Una ricerca di qualità
FONDAMENTALE
Anno XLI - Numero 2 Aprile 2013 - AIRC Editore DIREZIONE E REDAZIONE: Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro sede legale: via Corridoni, 7 - 20122 Milano sede operativa: Via San Vito, 7 - 20123 Milano tel. 02 7797.1 - www.airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973. Stampa Roto 2000 Casarile (Milano) DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci
12
14
I limiti e i rischi di una nuova moda: la sigaretta elettronica
Anche i ragazzi devono pensare alla futura paternità
26 Biella 37,5% Romagna 45,1%
Modena 45,4%
Umbria 38,5%
Napoli 26,7% Sassari 36,7% Palermo 35,1%
CONSULENZA EDITORIALE Daniela Ovadia (Agenzia Zoe) COORDINAMENTO REDAZIONALE Giulia Cauda REDAZIONE Martina Perotti, Cristina Zorzoli, Cristina Ferrario (Agenzia Zoe) PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Umberto Galli RESPONSABILE EDITORIALE Emanuela Properzj TESTI Giulia Cauda, Agnese Codignola, Cristina Ferrario, Agnese Gazzera, Daniela Ovadia, Fabio Turone, Cristina Zorzoli
Ragusa 25,7%
In calo il numero delle adesioni agli screening oncologici. Un grave errore che può compromettere i successi ottenuti
FOTOGRAFIE Armando Rotoletti (copertina e servizio a p. 4), Corbis, Simone Comi, Istockphoto, Herb Weitman, Becker Medical Library Wusl
Fondamentale è stampato su carta Grapho Crystal certificata e proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
EDITORIALE
Piero Sierra Presidente AIRC
TANTI MODI PER AIUTARE LA RICERCA. • con conto corrente postale n. 307272; • con carta di credito, telefonando al numero verde 800 350 350, in funzione tutti i giorni 24 ore su 24 o collegandosi al sito www.airc.it; • con un piccolo lascito nel suo testamento; per informazioni, www.fondazionefirc.it oppure tel. 02 794 707; • in banca: Intesa Sanpaolo IBAN IT14 H030 6909 4001 0000 0103 528; Banca Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 87 E 01030 01656 000001030151; Unicredit PB SPA IBAN IT96 P020 0809 4230 0000 4349 176; • con un ordine di addebito automatico in banca o su carta di credito (informazioni al numero verde 800 350 350)
L’Istituto italiano della donazione certifica con un marchio di eccellenza le organizzazioni non profit che forniscono elementi di garanzia sull’assoluta trasparenza ed efficacia nella gestione dei fondi raccolti.
UN SERVIZIO PER I SOCI Per segnalare corrispondenza doppia, aggiornare i vostri dati o conoscere la vostra storia contributiva, potete contattarci, 7 giorni su 7, chiamando il nostro numero verde 800 350 350
Per garantire grandi risultati ci vuole continuità
I
nostri sostenitori rinnovano di anno in anno la propria fiducia in AIRC e nel lavoro dei nostri ricercatori: ancora una volta ne abbiamo avuto conferma alla fine del 2012. Tuttavia l’entità dei fondi raccolti non è prevedibile, soprattutto in anni di grande incertezza come quelli che stiamo vivendo. Le centinaia di progetti che l’Associazione finanzia hanno un respiro pluriennale ed è indispensabile assicurarsi la disponibilità di fondi sufficiente a coprire i progetti approvati. Come garantire continuità alla ricerca? La liquidità disponibile, temporaneamente investita, è garanzia di stabilità della ricerca, per assicurare la continuità necessaria al percorso che porta ai grandi risultati scientifici. AIRC da sempre, e a maggior ragione da quando è beneficiaria del 5 per mille, si impegna su questo fronte. Sarebbe una scelta poco lungimirante selezionare progetti promettenti tramite un lungo e severo processo di valutazione per poi approvarne il finanziamento senza assicurare la copertura per tutta la durata degli studi. Interrompendoli vanificheremmo gli sforzi intellettuali ed economici fatti fino a quel momento. Inoltre, per premunirsi contro i rischi legati all’instabilità economica, dobbiamo garantire che le ricerche pluriennali continuino, tenendo delle riserve temporanee, investite con criteri di massima prudenza grazie alla supervisione del Comitato finanza. Infine, non dimentichiamo che la vera base della continuità siete voi, soci di AIRC, che continuate ad assicurare alla ricerca il vostro costante supporto, a dispetto delle congiunture.
Convocazione assemblea L’Assemblea ordinaria dei soci AIRC, a norma dell’articolo 8 dello Statuto sociale, è convocata presso la sede operativa AIRC, in via S. Vito 7 a Milano, per il giorno 29 maggio 2013 alle ore 13:30 in prima convocazione e alle ore 14:30 in seconda convocazione, con il seguente ordine del giorno: 1. Relazioni del Consiglio Direttivo, del Collegio dei Revisori e della Società di revisione. Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. Deliberazioni inerenti e conseguenti. 2. Nomina, previa determinazione del loro numero, di membri del Consiglio Direttivo per gli esercizi 2013-2014-2015 a norma dell’art. 9 dello Statuto. 3. Nomina del Collegio dei Revisori dei conti per gli esercizi 2013-2014-2015 a norma dell’art. 17 dello Statuto. 4. Nomina e conferimento dell’incarico alla Società di revisione per gli esercizi 2013-2014-2015 a norma dell’art. 8 dello Statuto.
VITA DI RICERCATORE LL Anna Chiara De Luca, CNR di Napoli
In questo articolo: Start-up microscopia laser strumenti diagnostici
A chi le chiede di che cosa si occupa, Anna Chiara De Luca risponde: “Sono un fisico”. Per i colleghi con cui si è formata è rimasta ’a piccirilla, la piccolina. Molto piccoli sono anche gli strumenti che usa per osservare e manipolare la materia biologica: i fotoni, componenti elementari della luce, utilizzati nella spettrometria laser a cura di FABIO TURONE uando nel gennaio del 2009, fresca di dottorato di ricerca in fisica, si ritrovò nel rigido inverno scozzese, con le giornate scandite dalla pioggia e il cielo sempre coperto di fitte nuvole, pianse calde lacrime per la nostalgia del sole e della luce di Napoli. A 29 anni, aveva sempre vissuto con i genitori, a Gallo di Comiziano, non lontano da Nola, e ancora non poteva immaginare che il metodo che era andata a studiare nel laboratorio del professor Kishan Dholakia l’avrebbe portata nel giro di pochi anni a brevettare una promettente scoperta, vincere un sostanzioso grant e stringere la mano al suo più illustre “concittadino”, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione dei Giorni della Ricerca AIRC. “Quando, su sollecitazione del mio professore Antonio Sasso, mi candidai per il posto di ricercatore post dottorato nel labora-
Q Un nuovo modo di studiare campioni biologici sani e malati
4 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
torio di Dholakia – mostro sacro della ricerca internazionale soprattutto nel campo delle pinzette ottiche (uno strumento che usa gli impulsi laser per tenere o spostare fisicamente oggetti microscopici), e più volte in odore di Nobel – ero convinta che non mi avrebbero mai preso” racconta oggi Anna Chiara De Luca, nel laboratorio che sta attrezzando al CNR di Napoli grazie al cospicuo Start-up grant ricevuto da AIRC. Invece fu scelta e così cominciò la sua avventura all’estero.
Armando Rotoletti
Studiare il cancro sotto una nuova luce
stato per me a St Andrews. Il rapporto con Kishan Dholakia è stato da subito fantastico, anche se all’inizio il mio inglese era davvero terribile e l’accento scozzese rendeva tutto più difficile”. L’affiatamento che si instaura subito con i colleghi viene rinforzato dalla passione di Anna Chiara per i modi di dire partenopei, che si diverte a tradurre in inglese arricchendo il lessico internazionale del laboratorio, per cui le cose inutili sono descritte “like a fork in the soup”, come la forchetta nel brodo. Alla base del legame, però, c’è anche la stoffa della ricercatrice, che viene subito valorizzata: “Appena quattro mesi dopo il mio arrivo sono stata incoraggiata a presentare la domanda per un grant di cinque anni a un’importante istituzione scientifica scozzese, che me lo ha assegnato”. L’investimento è ben presto ripagato: insieme al medico Simon Herrington mette a punto un sistema che aumenta notevolmente le potenzialità di impiego in medicina – e in particolare
In un’antica università scozzese tutto è costruito per il ricercatore
Da Napoli alle Highlands Il traumatico impatto con il clima venne comunque presto superato sulle ali dell’entusiasmo per l’accoglienza cordiale e l’opportunità di mettersi per la prima volta alla prova: “Finché sei studente, i successi e le sconfitte non sono mai del tutto tuoi, ma dopo il dottorato le cose cambiano, e così è
nella diagnosi precoce del cancro – di una tecnica molto sofisticata e potente di microscopia laser basata sul cosiddetto effetto Raman (vedi box a p. 6).
Vocazione precoce Il clima che si respira nell’Università di St Andrews – la più antica e prestigiosa di Scozia, e tra le più apprezzate del Regno Unito – prende il sopravvento sulla pioggia: per la qualità della vita decisamente più alta rispetto al resto delle università del Paese, St Andrews è soprannominata “the bubble”, la bolla. “Era la pace dei sensi. Mi mancavano solo le verdure” ricorda Anna Chiara con un sorriso. La distanza da Francesco, con cui è fidanzata da sempre, l’ha messa in conto da quando ha ricevuto il finanziamento quinquennale e per l’altra, grande, insopprimibile passione per fortuna c’è Internet: “Con un amico spesso andavamo in istituto anche il sabato e alla domenica, perché il collegamento di casa non era veloce a sufficienza, ma non potevo perdermi le partite del Napoli!” Una passione trasmessa dal papà Gennaro, che da
bambina la portava allo stadio a guardare giocare Maradona, mentre nel corso della settimana condivideva con lei l’amore per la matematica e per la fisica. Un amore che sarebbe sbocciato appieno al liceo scientifico di Cicciano, a qualche chilometro da casa: “Quando ero piccola avevo deciso che da grande avrei fatto la ballerina, l’attrice o la scienziata, ma fu al terzo anno del liceo, grazie all’insistenza della mia professoressa di matematica, Tina Spampanato, che presi la decisione, e optai per la facoltà di fisica. Condivisi la scelta con il mio compagno di banco Ivo, con cui avrei poi condiviso anche il giorno della laurea e quello del dottorato di ricerca. Quell’anno fummo gli unici del liceo a iscriverci a fisica” racconta la ricercatrice, che da allora è rimasta legatissima alla professoressa e ogni anno partecipa alle giornate di orientamento all’università per raccontare ai ragazzi il bello della sua professione.
Le potenzialità in medicina La laurea in fisica della materia arriva nel 2003, poi nel corso del dottorato comincia a studiare l’effetto Raman e le applicazioni della microscopia laser in ambito clinico: con l’ematologo Vincenzo Martinelli, del secondo Policlinico di Napoli, lavora a un sistema per distinguere i globuli rossi sani da quelli colpiti dalla talassemia, e impara a usare il laser e l’effetto Raman per creare le pinzette ottiche capaci di afferrare e deformare i globuli rossi, solo con la forza della luce. L’opportunità di fare il salto di qualità lavorando con uno dei massimi esperti mondiali e l’ottimo stipendio con annesso finanziamento quinquennale offerti dalla Scozia fanno passare in secondo piano i progetti di mettere su famiglia. In Italia, nella casa familiare dove prima di partire ha sempre vissuto con la mamma Angela, il papà e il fratello minore Vincenzo, torna solo per le vacanze: “Fu proprio durante le vacanze che, quasi per
Tornare in Italia non è stato facile come può sembrare
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 5
VITA DI RICERCATORE
Armando Rotoletti
Anna Chiara De Luca con i suoi colleghi del CNR di Napoli
“
L’EFFETTO RAMAN
e Luca sfrutta un effetto che prende il nome da un fisico indiano che per primo lo osservò, all’inizio del Novecento, e per questo vinse il premio Nobel per la fisica nel 1930, e fu nominato baronetto: Sir Chandrasekhara Venkata Raman (che, fra l’altro, è zio dell’astrofisico Subrahmanyan Chandrasekhar, che il premio Nobel per la fisica lo avrebbe ricevuto nel 1983, per gli studi sui buchi neri). Si chiama “effetto Raman” un particolare tipo di modificazione che la luce laser subisce entrando in contatto con il campione studiato: in un certo senso la luce cambia colore (cioè lunghezza d’onda), e assume una colorazione diversa secondo la diversa composizione del campione stesso. Da molti anni questo tipo di microscopia (anche nella variante della spettroscopia) è usato per verificare la purezza dei grandi stock di materiali pregiati ma finora era inadatto ai campioni biologici. La fluorescenza provocata dalla stessa luce laser, infatti, in un
D
6 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
”
certo senso abbagliava la scena, coprendo qualsiasi tipo di “sfumatura delicata”. La ricerca condotta in Scozia da Anna Chiara De Luca con Simon Herrington dell’Università di St Andrews ha permesso di mettere a punto e brevettare un sistema innovativo per filtrare la fluorescenza – in un certo senso mettendo gli occhiali scuri al microscopio – così da ottenere una visione nitida di ciò che succede all’interno della cellula, grazie alla quale si stanno sperimentando nuovi metodi più rapidi e precisi per la diagnosi precoce del cancro.
caso, il professor Sasso, cui ero andata a fare visita, mi segnalò il bando AIRC, e ancora una volta fu lui a suggerirmi di fare domanda. Poiché il bando imponeva di trovare un laboratorio in cui non avessi mai lavorato prima, mi sono messa a cercare disperatamente chi credesse in me” ricorda “e in extremis ho conosciuto, al telefono, la direttrice dell’Istituto di biochimica delle proteine del CNR, Daniela Corda, che mi ha dato fiducia”. È il 2011, e l’assegnazione del finanziamento AIRC le cambia la vita: “Tornare in Italia è stato difficile. È stato un salto nel buio, il trauma più grosso della mia vita. Senza contare che ho abbandonato lì il finanziamento quinquennale, che terminava nel 2014. Sono tornata per l’uomo che è diventato mio marito, e perché avevo finalmente la possibilità di creare un mio laboratorio” ricorda. Il matrimonio viene celebrato quando lei sta ancora concludendo l’esperienza scozzese, nel 2011, poi dal marzo del 2012 mette su casa a Cicciano, dove il divano del salotto, quando gioca il Napoli, “si trasforma nella curva B”, e appronta il suo laboratorio al CNR: “Ora mi trovo benissimo, anche perché qui ho trovato un ambiente molto sano, in cui la competenza è davvero premiata”. Dopo AIRC, a riconoscere le doti straordinarie di questa piccola scienziata – che in questo momento lavora alla messa a punto di un metodo di diagnosi dei tumori dell’apparato genito-urinario basato sull’esame con spettroscopia Raman di un campione di urine – ci hanno pensato anche il ministero della Ricerca, che le ha assegnato un finanziamento “Futuro in Ricerca 2013”, e il CNR stesso, che l’ha selezionata tra i 61 ricercatori che dall’inizio del 2013 sono stati assunti a tempo indeterminato. Ora la vita è ancora scandita dal lavoro in laboratorio e dai passatempi di sempre – con in prima fila il teatro popolare napoletano in dialetto, che occupa un paio di serate alla settimana – ma finalmente, tra un rompicapo scientifico e l’altro, c’è posto anche per l’idea di far crescere la famiglia in parallelo con la sua carriera scientifica.
FINANZIAMENTI AIRC Le Start-up
In questo articolo: riparazione del DNA diagnosi precoce cachessia
I bandi che fanno crescere gli scienziati di domani Nati per favorire la carriera autonoma di giovani che hanno terminato il loro periodo di formazione, gli Start-up grant permettono loro di avere un laboratorio proprio per prepararsi al grande salto a cura della REDAZIONE il finanziamento di AIRC che maggiormente può incidere sul futuro. Su quello del singolo ricercatore ma anche su quello della ricerca in Italia: gli Start-up grant, che consentono a giovani di età inferiore a 35 anni di mettere in piedi il loro primo laboratorio “da grandi”, sono un traguardo ambito da molti giovani scienziati italiani che stanno temporaneamente all’estero. “Nel mondo della ricerca oncologica è ormai quasi obbligatorio mettere in conto un periodo all’estero, per completare la propria formazione e per creare legami con istituzioni e colleghi che costituiranno la preziosa rete di
’ E
relazioni internazionali che ogni ricercatore deve avere” spiega Maria Ines Colnaghi, direttore scientifico di AIRC. CIRCOLAZIONE DI IDEE E PERSONE L’importante, però, è poter tornare in Italia a mettere in pratica quanto appreso. A questo serve il bando Start-up che prevede che tutti i costi di un progetto di ricerca per ben cinque anni siano coperti da AIRC, compreso, se necessario, lo stipendio del giovane scienziato e quello di un paio di borsisti o di tecnici di laboratorio per completare lo staff. “Per poter accedere a questo bando, chi applica deve trovare un’istituzione italiana che accetti di ospitarlo e di mettergli a disposizione un
Un’occasione per mettersi in proprio nella ricerca
laboratorio attrezzato. Deve preferibilmente essere un posto diverso da quello da cui si proviene, proprio per favorire la circolazione delle idee e delle persone” continua Colnaghi. Negli anni, il numero delle richieste è andato crescendo ma è diventata più stringente la selezione, operata da esperti stranieri. Quest’anno, per esempio, tra tutte le richieste pervenute (di buon livello generale) solo una è sembrata davvero d’eccellenza e quindi meritevole di un finanziamento così consistente e, soprattutto, tanto importante proprio per l’autonomia che concede al giovane, permettendogli di fare un notevole salto di carriera. ECCELLENZE RICONOSCIUTE “Chi va all’estero si trova paradossalmente in difficoltà a tornare in Italia anche quando ha un ottimo curriculum”
spiega ancora Colnaghi. “Questo dipende in parte dai meccanismi di carriera interna alle nostre istituzioni che non sempre sono aperti all’esterno”. Anche in questo ambito, però, AIRC ha svolto un’attività pionieristica, premiando esclusivamente il merito. E oggi si cominciano a vedere alcuni segnali di inversione di tendenza. “I nostri erogati vengono accolti sulla fiducia anche da istituzioni dove non hanno mai lavorato. Non solo: adesso vincono anche concorsi pubblici sia in ambito accademico sia nei grandi istituti di ricerca. È la riprova della capacità di AIRC di selezionare l’eccellenza”. Al momento attuale le Start-up nazionali attive sono 11. “Dobbiamo mantenerle fino alla fine del quinquennio previsto, ovviamente a fronte di una verifica in itinere dei risultati ottenuti”. E al termine di questo periodo, che cosa accade a quelli che erano giovani alla prima esperienza autonoma e si ritrovano ora ricercatori esperti e formati, con un buon curriculum di pubblicazioni? “Anche da questo punto di vista abbiamo buone notizie” conclude Colnaghi. “Molti dei nostri ex titolari di Start-up grant sono stati stabilizzati dalla struttura in cui hanno operato o sono diventati professori universitari. Li ritroviamo spesso tra coloro che partecipano ai bandi di AIRC per scienziati già consolidati”.
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 7
FINANZIAMENTI AIRC Le Start-up
Gli ultimi arrivati: grant 2013 SIMONE SABBIONEDA Nato nel 1977 a Milano, laureato in biologia all’Università degli Studi di Milano, Sabbioneda si è specializzato in genetica molecolare. Ha trascorso sei anni in Gran Bretagna, all’Università del Sussex, dove si è specializzato nello studio di un particolare meccanismo di riparazione della cellula, la sintesi translesione. “Il mio progetto di ricerca si prefigge di studiare come le cellule siano in grado di replicare il DNA in condizioni di stress. La replicazione è infatti una delle attività fondamentali della vita cellulare ed è necessario che avvenga in maniera accurata. Nel caso questo non accada è possibile
che compaiano delle mutazioni che possono portare allo sviluppo di tumori” spiega l’esperto. A protezione della replicazione si sono sviluppati dei sistemi di riparazione dei danni al DNA. “Uno di questi, chiamato sintesi translesione, costituisce il principale interesse del mio progetto di ricerca. Questo meccanismo utilizza delle speciali polimerasi, gli enzimi in grado di replicare il DNA, che possono replicare anche in presenza di danno sul DNA. L’enzima maggiormente studiato in questo campo è la polimerasi eta, la cui funzione è particolarmente importante in risposta ai raggi ultravioletti; la sua assenza è infatti responsabile
8 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
della malattia genetica XPV, i cui soggetti affetti presentano un frequente sviluppo di tumori della pelle”. Tuttavia l’utilizzo stesso delle polimerasi translesione non è privo di rischi per la cellula, in quanto la loro capacità di replicare il DNA anche in presenza di un danno avviene a scapito della loro precisione. “Lo scopo del mio progetto è quindi quello di capire come questi enzimi siano regolati in modo da essere utilizzati dalla cellula solo nel momento del bisogno. Come tutti i progetti di base nel campo dei tumori, ci
aspettiamo che una miglior descrizione dei processi coinvolti possa contribuire a disegnare nuove strategie di cura”. Quando non è impegnato a mettere in piedi il suo nuovo laboratorio presso l’Istituto di genetica molecolare del CNR di Pavia, Sabbioneda ama cucinare, viaggiare e scattare fotografie.
Quattro giovani promesse della ricerca oncologica
ROSANNA PICCIRILLO Nata a Milano nel 1977, Rosanna Piccirillo, laureata in
Simone Comi
MARILENA IORIO Nata nel 1978, laureata in biologia, Marilena Iorio dirige il suo nuovo laboratorio di ricerca presso l’Istituto tumori di Milano, occupandosi in particolare di cancro del seno. “Il carcinoma alla mammella è un tumore estremamente eterogeneo, e nonostante i numerosi e incoraggianti progressi ottenuti negli ultimi decenni nell’ambito sia della ricerca sia delle applicazioni terapeutiche e nello sviluppo di tecniche di diagnosi precoce, miete ancora numerose vittime” dice Iorio. Circa 15 anni fa, i ricercatori hanno scoperto che una parte del genoma non codificante, un tempo ritenuta di scarsa o nulla utilità, svolge in realtà un ruolo cruciale nella regolazione dell’espressione genica, e quindi del destino di ogni cellula: i microRNA, piccolissime molecole di RNA non codificante, sono coinvolti in praticamente tutti i processi biologici più importanti, e risultano espressi in modo alterato in diverse malattie umane, inclusi i tumori. “Durante un periodo di
studio negli Stati Uniti, prima a Philadelphia e poi in Ohio, ho iniziato a interessarmi allo studio di queste molecole nel carcinoma della mammella, che è sempre stato il mio princ i p a l e campo di interesse. Dopo aver scoperto che il profilo di espressione dei microRNA è completamente alterato nel tumore alla mammella rispetto al tessuto sano, ho deciso di approfondire questo studio” continua Iorio. Lo scopo del progetto di ricerca per il quale ha vinto lo Start-up grant di AIRC è quello di identificare i microRNA coinvolti nei più importanti sottogruppi di tumore alla mammella: i tumori che esprimono il recettore per gli estrogeni, quelli che esprimono il recettore HER2, e infine i tripli negativi, così chiamati perché a oggi non sono ancora stati identificati dei veri e propri marcatori per questo sottotipo, per il quale manca di conseguenza una terapia mirata specifica. “L’identificazione dei microRNA più importanti per questi sottotipi tumorali ci permetterà non solo di chiarire i meccanismi molecolari alla base della loro insorgenza, ma anche di usare queste piccole molecole come marcatori molecolari, come bersagli o come strumenti per una cura mirata ed estremamente efficace.
Simone Comi
ANNA CHIARA DE LUCA Laureata - e dottorata - in Fisica, esperta di spettroscopia laser su cui si è specializzata in Scozia, la napoletana Anna Chiara De Luca sta oggi finendo di allestire il suo laboratorio al CNR di Napoli dove lavora a un nuovo metodo per la diagnosi non invasiva dei tumori con luce laser. Per la sua storia e i dettagli del progetto vi rimandiamo all’articolo di apertura in questo numero di Fondamentale (vedi pagina 4).
Simone Comi
Grant 2012
biotecnologie mediche, è tornata in Italia dopo cinque anni passati tra l’Università della California a Los Angelese e la Harvard di Cambridge, negli Stati Uniti. Ora sta avviando il suo nuovo laboratorio presso l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. “Il mio scopo è quello di studiare la cachessia, il fenomeno per cui i pazienti tumorali vanno incontro a una progressiva perdita di massa muscolare e di forza, che a volte può essere anche la causa della morte” spiega Piccirillo. La cachessia è infatti un fenomeno di autodegradazione di cui non sono ancora note tutte le cause. “Io e i miei collaboratori cercheremo di capire perché, come e quando i muscoli si atrofizzano durante la progressione tumorale. Lo scopo è di fermare questo processo e quindi allungare la vita dei pazienti o almeno migliorarne la qualità”. Poiché è un’esperta di funzionamento e metabolismo del muscolo, Piccirillo ha anche un secondo scopo scientifico: capire come mai l’esercizio fisico previene l’insorgenza di alcuni tumori o ne ritarda la crescita in chi ne è già affetto. “Grazie alle tecniche per studiare il muscolo in vivo che ho imparato alla Harvard, cercherò di chiarire proprio questi aspetti. La speranza è di mettere a punto, un giorno, dei farmaci antitumorali che lavorino con gli stessi meccanismi dell’esercizio fisico”. Dall’alto: Anna Chiara De Luca, Marilena Iorio e Rosanna Piccirillo
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 9
DAL LABORATORIO ALLA CURA Biomarcatori e farmaci
Le spie che aiutano a scegliere la terapia giusta I farmaci intelligenti agiscono solo in presenza di determinati bersagli. Ecco perché oggi è importante sapere se la cura che si sta per iniziare è davvero quella che può debellare il cancro in un paziente specifico
MOLECOLE UTILI
L’ITALIA IN PRIMA FILA ricercatori italiani sono coinvolti a pieno titolo negli studi sui marcatori e AIRC sostiene molte delle ricerche che stanno portando a compiere importanti passi in avanti. Così, Alberto Bardelli ha dimostrato, in un articolo pubblicato pochi mesi fa su Nature, che più che nei tessuti prelevati durante l’intervento, i marcatori vanno cercati (in questo caso KRAS per il carcinoma del colon-retto) nel sangue, con quella che lui ha chiamato biopsia liquida (si veda in merito l’articolo a p.16). Lo studio, finanziato da AIRC, è considerato molto importante e un probabile passo verso test che saranno eseguiti con un semplice prelievo di sangue. Ruggero De Maria, direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma, si è invece da tempo concentrato sui marcatori delle cellule staminali tumorali, contribuendo a identificare quelle del carcinoma del colon-retto e, di recente, del leiomiosarcoma. Infine, Maurizio D’Incalci, del Dipartimento di oncologia dell’Istituto Mario Negri di Milano, ha scoperto che un farmaco derivato da un mollusco marino, la trebectedina, può funzionare molto bene nel tumore ovarico e in alcuni sarcomi, ma solo se questi esprimono un certo corredo genetico che va ricercato prima ancora di iniziare la terapia (vedi articolo a p. 21).
I
Lisa Licitra lavora con pazienti che spesso rifiutano le cure
10 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
In questo articolo: biomarcatori farmaci biologici medicina personalizzata a cura di AGNESE CODIGNOLA nuovi farmaci antitumorali sono chiamati intelligenti perché anziché agire a tappeto su tutte le cellule, colpendo quelle malate più di quelle sane, vanno a uccidere o a bloccare soltanto alcuni bersagli specifici, presenti nelle cellule neoplastiche e assenti in quelle sane. In un mondo ideale, questa sarebbe la soluzione al problema cancro: un bersaglio, un farmaco selettivo. Ma nel mondo reale i tumori sono sistemi complessi ed eterogenei, in cui le cellule possono presentare difetti, anomalie e particolarità diverse, al punto che, secondo alcuni ricercatori, ogni tumore di ogni singolo paziente fa storia a sé. E ciò significa che non tutti i malati di uno stesso tumore esprimono un certo bersaglio. Infatti, pur essendoci – per fortuna – tratti comuni in ogni tipo di tumore, un gene difettoso può trovarsi solo in una certa percentuale di malati e non in altri.
I
INDIVIDUARE BERSAGLI È quindi ovvio che il primo passo verso una terapia realmente efficace è l’individuazione a priori della presenza o meno del bersaglio del farmaco intelligente, cioè
di quello che i medici e i ricercatori chiamano marcatore molecolare. Spiega Alberto Bardelli, ricercatore dell’Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo, che di recente ha pubblicato su Nature i risultati di un importante studio sull’argomento (vedi box), sostenuto anche dai fondi AIRC: “Fino a qualche anno fa non si aveva la percezione esatta delle potenzialità dei marcatori molecolari, ma da quando è stato decrittato il genoma umano le cose sono cambiate. Oggi disponiamo di almeno 78 marcatori che siamo in grado di individuare con esattezza (vedi la tabella a p. 11) e che ci forniscono risposte molto accurate sul fatto che un certo farmaco possa funzionare o meno. Per questo ormai la Food and Drug Administration (FDA) americana e la European Medicines Agency (EMA) autorizzano il rimborso di alcuni dei cosiddetti farmaci intelligenti solo dopo che si è eseguito il test specifico”.
I MARCATORI BIOMOLECOLARI APPROVATI DALL’EMA MARCATORE MOLECOLARE
TIPO DI TUMORE
BCR-ABL
Leucemia mieloide cronica e leucemia linfoblastica acuta imatinib, dasatinib, nilotinib
KIT e PDGFRA
Tumore gastrointestinale stromale
imatinib
HER2
Carcinoma della mammella
trastuzumab, lapatinib
HER2
Carcinoma gastrico
trastuzumab
KRAS
Carcinoma del colon-retto
panitumumab, cetuximab
EGFR
Tumore polmonare non a piccole cellule
gefitinib, erlotinib
ALK
Tumore polmonare non a piccole cellule
crizotinib (non ancora approvato)
BRAF V600
Melanoma
vemurafenib
CENTRI SPECIALIZZATI I marcatori ammessi dall’EMA permettono di capire se un farmaco è destinato a funzionare o meno in diverse forme tumorali: la leucemia mieloide cronica e quella linfoblastica acuta, il tumore gastrointestinale stromale (GIST), il carcinoma mammario, il cancro del colon-retto, il tumore polmonare non a piccole cellule e il melanoma, e molti altri sono in corso di convalida per l’impiego di ulteriori nuove molecole. Ma ci si può sempre fidare di questi test? E dove vanno eseguiti? Risponde Bardelli: “Rispetto a qualche anno fa, oggi gli strumenti forniscono risposte certe, del tipo
tutto o nulla. Pertanto, anche se esistono metodiche diverse e qualche errore ci può essere, in generale i test per i marcatori sono affidabili. Tuttavia, non tutti i centri che hanno un servizio di anatomia patologica sono in grado di fare questi esami, soprattutto se si tratta di piccoli reparti dove m a g a r i viene richiesto qualche test solo saltuariamente. Per questo sia a livello nazionale sia a livello europeo si stanno formando delle reti, con dei laboratori di riferimento per i diversi test, con ottimizzazione anche
Non tutti i laboratori sono attrezzati per ricercarli
FARMACO PER IL QUALE SI USA
dei costi. Ciò implica, tra l’altro, una raccolta di dati molto utili che permette di valutare quanto una certa terapia ha avuto successo su grandi numeri di pazienti”. QUESTIONI ECONOMICHE Capire come è fatto il tumore che si vuole curare con un farmaco selettivo è dunque il primo passo per avere un’efficacia che in alcuni casi è davvero molto alta, e sta diventando sempre di più un obbligo anche economico. Spiega ancora Bardelli: “Scegliere la molecola giusta significa ottenere il massimo da quella terapia e non perdere tempo prezioso (subendo anche gli effetti collaterali) se essa è destinata a fallire. Oltretutto questi nuovi farmaci sono costosissimi (un mese di cura costa me-
diamente qualche decina di migliaia di euro), quindi è giusto che vengano impiegati soltanto per chi può realmente beneficiarne eseguendo preventivamente un test che costa poche centinaia di euro”. Il futuro delle cure anticancro sarà quindi sempre più personalizzato, e la personalizzazione passa necessariamente da questi esami che, nei prossimi anni, saranno multipli (si cercherà cioè di capire contemporaneamente se ci sono più bersagli). Ma passa anche da laboratori adeguatamente attrezzati per limitare al massimo il rischio di risposte errate.
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 11
PREVENZIONE Infertilità maschile
Alla paternità si pensa anche da giovani Le cure contro il cancro possono compromettere la possibilità dei ragazzi di diventare padri. La soluzione esiste e deve essere colta senza ritrosie, perché rappresenta una concreta speranza per il futuro a cura di AGNESE CODIGNOLA ragazzi più giovani, quando si ammalano di cancro, tendono a sottostimare gli effetti che le cure possono avere sulla loro fertilità futura. Lo afferma un’indagine svolta dal National Cancer Institute statunitense che mette in luce anche quelle che sono le maggiori barriere psicologiche che impediscono di prendere le precauzioni per preservare la possibilità di diventare, un gior-
I
no, padri, prima tra tutte la conservazione del seme. “Si tratta di tecniche oggi più che convalidate” spiega Monica Terenziani, oncologo pediatra della Struttura complessa di pediatria dell’Istituto nazionale tumori di Milano (INT), diretta da Maura Massimino, uno dei gruppi italiani specializzati nelle neoplasie dell’adolescente. “La conservazione del seme è un intervento per nulla invasivo, che richiede soltanto un esame preliminare del sangue per la verifi-
12 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
ca delle infezioni da epatite (B e C) e HIV, e che permette a chi ha superato la malattia di vivere negli anni successivi anche la paternità”. RITROSIE E IMBARAZZI Se l’indagine americana rivela che l’imbarazzo nel trattare un argomento che ha a che vedere con la sessualità è uno dei primi ostacoli, Terenziani, che lavora ogni giorno a contatto sia con bambini sia con adolescenti e giovani, dimostra, con la sua esperienza, che quando si affronta l’argomento con i toni giusti le difficoltà vengono presto superate. “Le famiglie di solito aderiscono subito al programma di conservazione dello sperma, perché vedono in questo un messaggio di speranza, un futuro ancora tutto da inventare. Ma anche i ragazzi, sebbene spesso all’inizio nutrano
altre preoccupazioni, poi capiscono l’importanza di questo atto e danno il loro assenso, se non ci sono ostacoli tecnici”. Una struttura come la pediatria dell’INT, dove sono sempre presenti, oltre agli oncologi-pediatri, psicologi e specialisti che possono aiutare la famiglia e il malato ad affrontare anche questo aspetto, ha dei livelli molto alti di adesione ai programmi per la conservazione della fertilità. E lo stesso vale per molti dei grandi centri oncologici italiani. Terenziani, insieme a colleghi europei, per conto di PanCare (Pan Euro-
IL NETWORK DEDICATO
In questo articolo: fertilità chemioterapia adolescenti
pean Network for Care of Survivors after Childhood and Adolescent Cancer) ha effettuato un’indagine conoscitiva tra i circa 190 centri di oncoematologia pediatrica europei. Estrapolando i dati dei soli centri italiani, ha notato che la percentuale dei centri che consigliano la raccolta del seme è molto alta (attorno all’87 per cento) e nella media continentale, rilevando che solo in quattro centri non c’è la possibilità di conservare
il seme. In tutti gli altri casi, la preoccupazione per la paternità futura rientra a pieno titolo nell’approccio terapeutico, oggi sempre più globale e centrato sulla persona, più che sulla malattia. UNA RETE DI RAPIDO INTERVENTO “Qui siamo organizzati oramai da anni e in collegamento diretto con centri pubblici che analizzano la qualità del seme, lo processano e lo conservano in specifiche banche. Quando si decide di iniziare una cura chemioterapica, in genere si ha molta fretta. Per questo malato e famiglia devono decidere in fretta, nell’arco di due-tre giorni: poi vengono contattati i centri pubblici, che hanno sempre un atteggiamento di estrema collaborazione e di assoluta disponibilità” spiega Terenziani. A Milano, per esempio, i centri di riferimento sono l’Unità di andrologia dell’Ospedale San Paolo e quella dell’Istituto Regina Elena del Policlinico di Milano: in entrambi i casi, racconta l’oncologapediatra, quando arriva la telefonata, il posto per il ragazzo si trova subito e, se il paziente non può andare di persona perché ricoverato, si organizza il trasporto del campione, con grande sensibilità, unita alla consapevolezza che un gesto in fondo poco impegnativo può cambiare la vita di un (ex) paziente. “Molte delle terapie necessarie a curare il cancro danneggiano in parte o compromettono in toto la fertilità maschile, in alcuni casi già alterata dalla malattia” spiega Terenziani. “Il grado di tossicità verso le cellule riproduttive è variabile a seconda del tipo di farmaco usato e della dose somministrata. Tuttavia le indicazioni internazionali consigliano,
UN LAVORO MULTIDISCIPLINARE ncologi ed esperti di fertilità e procreazione medicalmente assistita non sempre hanno un linguaggio condiviso, perché i primi sono proiettati verso la cura del tumore, mentre i secondi non sempre riescono a far comprendere appieno l’importanza di fare o non fare determinate terapie e procedure per preservare la fertilità futura. Per lavorare meglio, in piena sintonia tra specialisti diversi, e fare tutto ciò che si può per assicurare la genitorialità futura di ragazzi e ragazze, Francesco Raspagliesi, direttore della Struttura complessa di ginecologia oncologica dell’Istituto nazionale tumori di Milano, ha dato vita al progetto Cryo-Onco network, una rete che comprende, oltre agli oncologi, anche ematologi, pediatri, chirurghi insieme ad andrologi e ginecologi esperti di procreazione medicalmente assistita. Il network è aperto a tutti i medici che vogliano saperne di più ed è nato con lo scopo di favorire il dialogo per individuare e risolvere i problemi che si presentano di volta in volta, anche discutendo i singoli casi. L’idea, inoltre, è quella di individuare procedure condivise, che possano diventare standard per tutti, in modo che non si verifichino mai ostacoli dovuti a incomprensioni o a ritardi e doppioni.
O
Una Piccola accademia per sconfiggere i pregiudizi
prima di intraprendere un trattamento chemioterapico, e nei casi in cui sia tecnicamente possibile, di suggerire sempre la raccolta del seme, poiché non si può sapere a priori che cosa succederà”. IMPORTANTI ANCHE I CONTROLLI Un recente studio dell’Università di Sheffield, in Gran Bretagna, punta invece il dito sulla fase post terapia e successiva al prelievo dello sperma. Secondo quanto verificato su 500 ex pazienti che avevano conservato il seme nei precedenti cinque anni, solo uno su tre si era sottoposto a controlli regolari, un altro terzo lo aveva fatto una sola volta e il restante 30 per cento mai. “Nel nostro caso” spiega Terenziani “quando il seme è custodito in una banca, il rapporto tra paziente, genitori e banca stes-
sa non si interrompe, anche perché, allo stato attuale, il mantenimento dello stesso ha un costo annuo a carico del malato (mentre tutte le procedure precedenti sono a carico del Sistema sanitario nazionale). Gli oncologi-pediatri, dal canto loro, ricordano ai ragazzi, nel corso degli anni successivi alle terapie, di effettuare un esame dello sperma, anche se l’adesione a questa richiesta è in genere bassa”. Più complicato è, al momento, il caso di bambini prepuberi che affrontano un tumore, perché in quel caso il prelievo di tessuto testicolare è una tecnica del tutto sperimentale e non ancora supportata dai dati di efficacia nella pratica clinica: questi ragazzi, una volta cresciuti, dovranno essere correttamente informati e seguiti per la valutazione della fertilità.
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 13
ATTUALITÀ Sigarette elettroniche
In questo articolo: fumo sigarette elettroniche nicotina
Anche svapare può far male alla salute L’Istituto superiore di sanità dà voce, in un documento apposito, ai dubbi che circondano la nuova moda che dilaga nelle città italiane a cura della REDAZIONE e nei panni di Calvin Candie in Django, sul grande schermo, fuma la pipa e sigarette arrotolate a mano, nelle foto di gossip capita che Leonardo Di Caprio si faccia immortalare con in mano una sigaretta elettronica. Anche lui, come molti milioni di fumatori in tutto il mondo, è stato evidentemente affascinato dalla promessa di poter fumare – o meglio “svapare”, come si dice con un neologismo ispirato dal marketing – anche nei luoghi pubblici in cui vige il divieto antifumo, e soprattutto di farlo senza rischi per la salute. Proprio riguardo alla pretesa innocuità, sbandierata anche in aggressive campagne pubblicitarie televisive negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, si sono però di recente levate molte voci assai critiche, tra cui quella dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità (ISS) che ha emesso un rapporto ad hoc. Nelle ultime settimane alcune partite di sigarette elettroniche sono state sequestrate perché non presentavano il marchio di sicurezza CE, ma gli inviti alla cautela riguardano anche quelle prodotte a norma di legge. Attualmente la sigaretta elettronica è regolamen-
S
La sigaretta vera è pericolosa perché contiene prodotti di combustione
14 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
tata come un prodotto di libero mercato, quindi è sufficiente che presenti il marchio della Comunità europea, e sia venduta – a chi ha compiuto 16 anni – con la raccomandazione di tenere le cartucce di ricarica contenenti nicotina fuori dalla portata dei bambini.
Senza foglietto illustrativo Anche se “svapare” non emette prodotti di combustione come la sigaretta, la nicotina stessa ha un effetto procancerogeno, poiché facilita l’infiammazione dei bronchi e favorisce la crescita di nuovi vasi (neoangiogenesi), un fenomeno che favorisce la disseminazione delle cellule maligne. Non solo. Spiegano gli esperti dell’ISS: “Non basta un marchio di produzione per garantire la sicurezza del prodotto, perché in
“
primo luogo in chi fuma c’è un’esposizione alla nicotina che ha effetti sulla salute, in quanto provoca vasocostrizione, quindi aumento della pressione e della frequenza cardiaca. Inoltre è una sostanza che di per sé crea dipendenza. Va chiarito che i potenziali livelli di esposizione variano in base alla concentrazione di nicotina del prodotto, diversa da un marchio all’altro”. Giacché molte di queste sigarette elettroniche contengono sostanze che, in elevate quantità, sono note per avere effetti potenti sull’organismo, per saperne di più sul contenuto esatto, e quindi sui potenziali effetti di ciascun diverso prodotto, occorrerebbe, secondo l’ISS, un foglietto illustrativo, proprio come per i farmaci. È bene tenere presente che i potenziali dubbi sulla sicurezza e sull’efficacia vanno valutati diversamente secondo il tipo di consumo che se ne fa.
CHE COS’È LA SIGARETTA ELETTRONICA
”
La sigaretta elettronica è un cilindretto erogatore che funziona a batteria e rilascia le sostanze contenute in una cartuccia ricaricabile. La classica forma cilindrica, e spesso anche i colori, servono a dare l’impressione della sigaretta, rafforzata dalla lampadina colorata che con ogni
boccata si accende a simulare la brace, garantendo un effetto molto realistico che contribuisce a simulare l’esperienza sensoriale legata alla combustione del tabacco della sigaretta vera e propria. Il contenuto delle sigarette elettroniche è molto variabile,
poiché ripropone la gestualità e la ritualità della normale sigaretta, per i giovani rischia di diventare una porta d’ingresso al vizio vero e proprio, anche perché i prodotti che contengono la nicotina attivano un processo di dipendenza.
Una mania internazionale
Utile sotto controllo medico “Spesso a scegliere la sigaretta elettronica sono fumatori che, consapevoli dei rischi che si corrono con le sigarette di tabacco, vogliono solo sostituirle con un’alternativa di certo meno tossica” spiega l’ISS, che però sottolinea come lo strumento abbia dimostrato di funzionare quando fa parte di una strategia controllata, in cui un medico o uno psicologo consegnano cartucce con un contenuto di nicotina noto e decrescente, mentre potrebbe non essere altrettanto effica-
giacché sul mercato ce ne sono molte: in linea di massima chi le usa inala aria in cui è presente una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi alimentari. Lo scopo è quello di assicurare sensazioni, gestualità e ritualità identiche, senza però le oltre 400 sostanze prodotte dalla combustione del tabacco che sono corresponsabili delle malattie associate al fumo, con in cima il
ce con l’autogestione. Vi sono poi fumatori che non intendono affatto abbandonare la nefasta abitudine, ma anzi vogliono continuare a coltivarla anche dove è vietato, come i luoghi pubblici: “Il rischio è di perdere un vantaggio culturale che in 10 anni di divieto ha costruito una vera e propria cultura antifumo, dove sono gli stessi cittadini che diventano vigilanti affinché venga rispettata” spiega il rapporto. Infine la preoccupazione maggiore riguarda i giovanissimi non fumatori, sempre più attratti dalla moda:
L’Italia non è l’unico Paese che non sa resistere al fascino di queste sigarette: secondo il Financial Times, nell’ultimo decennio, mentre i consumi di tabacco continuavano a calare in virtù di divieti e tassazione, le vendite delle sigarette elettroniche sono aumentate raggiungendo negli Stati Uniti i 300 milioni di fatturato annuo nel 2012 e, secondo gli analisti del settore, sono destinate a scavalcare il tabacco nei prossimi 10 anni. Questa crescita ha però spinto le autorità a mettersi in moto e, mentre in Gran Bretagna le pubblicità che dichiaravano l’innocuità delle sigarette elettroniche sono state sanzionate come ingannevoli, in molte parti d’Italia – a partire da treni e aerei, fino ad alcuni uffici pubblici – si è deciso di estendere il divieto anche all’abitudine di “svapare”.
... l’articolo continua su: www.airc.it/sigaretta
tumore del polmone. Tuttavia le affermazioni dei produttori secondo cui questi prodotti sono innocui non hanno ancora un riscontro nella letteratura scientifica, per cui le autorità sanitarie hanno deciso di approfondire le ricerche, giungendo alla conclusione che questi prodotti – utilissimi per aiutare i fumatori a smettere in un contesto in cui sono seguiti – potrebbero diventare pericolosi in caso di uso generalizzato. APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 15
PROGETTI 5 PER MILLE Cancro del colon
In questo articolo: 5 per mille cancro del colon-retto sperimentazioni
Un cocktail efficace contro il tumore resistente Il progetto che punta a sconfiggere la resistenza alle terapie biologiche nel cancro del colon ha bruciato le tappe, accorciando in breve tempo la lunga strada necessaria per arrivare dal laboratorio al letto del paziente
a cura di DANIELA OVADIA obiettivo dei progetti finanziati da AIRC con i fondi del 5 per mille è molto chiaro: arrivare, nel corso dei cinque anni di finanziamento, dopo aver superato una valutazione al termine del terzo anno, a una nuova terapia o un
’ L
nuovo strumento diagnostico immediatamente trasferibile ai pazienti. “Possiamo dire che nel nostro progetto abbiamo raggiunto l’obiettivo di trasferire i risultati della ricerca di base alla clinica ancora prima della scadenza triennale prevista per giugno 2013” spiega Paolo Comoglio, coor-
MUTAZIONI PERICOLOSE
SOTTO ACCUSA ANCHE KRAS noto che una mutazione del gene KRAS può provocare la resistenza ai farmaci biologici in pazienti affetti da tumore al colonretto. Utilizzando la nuova metodologia della biopsia liquida (vedi articolo principale) Alberto Bardelli, insieme a Salvatore Siena e a un gruppo di oncologi del Memorial Sloan Kettering di New York, ha scoperto che la mutazione di KRAS può essere individuata nel DNA tumorale che circola nel
E’
dinatore del progetto che vede al lavoro i ricercatori e i clinici dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo IRCC (Torino) e i clinici dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano. UN’ALTERAZIONE GENETICA INATTESA Al momento in cui scriviamo, è in piena fase di reclutamento lo studio clinico Heracles su pazienti con cancro del colon che non rispondono alle terapie convenzionali. Livio Trusolino e il suo gruppo di Candiolo hanno scoperto che circa il 10 per cento di questi pazienti presenta un’alterazione del gene HER2, un’anomalia finora trovata nel cancro del seno e nel cancro gastrico. “Contro HER2 esistono diversi farmaci biologici già in uso per altri tumori” spiega Silvia Marsoni, che si occupa specificamente di progettare gli studi clinici. “Questo ci ha permesso di passare rapidamente in clinica dove stiamo valutando diverse combinazioni terapeutiche di farmaci anti HER2.”
sangue. Questa scoperta ha permesso loro di studiare il decorso della malattia nei pazienti e diagnosticare nel sangue la recidiva con mesi di anticipo rispetto alle sue manifestazioni cliniche. È in corso di studio la possibilità di usare la biopsia liquida per intervenire più tempestivamente affiancando alle terapie classiche farmaci mirati. La scoperta è stata resa possibile dall’impiego di sofisticate tecnologie, sviluppate all'IRCC di Candiolo anche con fondi AIRC, che velocizzano l'esame dei campioni di sangue e potenziano la capacità di cogliere anche le mutazioni più piccole. I protocolli clinici per la terapia del
“I risultati ottenuti sui primi sei pazienti sono molto promettenti” aggiunge Salvatore Siena, direttore della Divisione di oncologia Falck dell’Ospedale Niguarda di Milano, che coordina a sua volta i cinque centri clinici che partecipano alla fase di somministrazione delle cure. “Si sono viste risposte significative e in molti casi la stabilizzazione della malattia, con effetti collaterali minimi e senza la caduta dei capelli, per esempio”. Si tratta di risultati iniziali, che però danno già un’idea dei possibili esiti della sperimentazione. BENEFICI EVIDENTI Lo sforzo più impegnativo di Heracles riguarda il reclutamento dei pazienti, poiché solo quelli con l’alterazione del gene HER2 possono beneficiare della terapia offerta dal protocollo. Il test per trovare HER2 nei tumori del colon non viene ancora fatto di routine negli ospedali. C’è quindi il rischio che questi pazienti non vengano individuati. Perciò è stato lanciato un appello al reclutamento (trovate le in-
cancro del colon-retto sono stati raffinati in anni di sperimentazioni condotte nell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano.
CERCASI VOLONTARI: dicazioni per partecipare allo studio Heracles nell’articolo in queste pagine). “Siamo davvero soddisfatti, perché vediamo già dei benefici nei malati. E questo è tutto merito del lavoro fatto a monte, cioè della ricerca condotta in laboratorio, senza la quale, per esempio, non avremmo mai scoperto che per curare la malattia che stiamo studiando non basta bloccare HER2 sulla superficie cellulare, ma dobbiamo anche bloccarlo dentro la cellula tumorale associando un secondo farmaco. Ora che ne siamo consapevoli, combiniamo i farmaci di conseguenza” spiega ancora Siena.
C’è poi un’altra importante innovazione alla base di questi promettenti risultati: “L’altra gamba di questa impresa è la biopsia liquida” spiega Marsoni. “Si tratta di una tecnica assai innovativa messa a punto da Alberto Bardelli, biologo responsabile del laboratorio di genetica molecolare dell’IRCC di Candiolo. In pratica, per verificare se un farmaco biologico sta funzionando o meno bisogna guardare l’espressione dei geni del tumore durante la cura. Ovviamente non si può sottoporre un paziente a ripetute biopsie per vedere cosa succede nel DNA del suo tumore”. È qui che interviene la biopsia liquida. Poiché le cellule tumorali, quando muoiono, si disintegrano, è possibile recuperare il DNA tumorale nel sangue del paziente e analizzarlo seguendo nel tempo l’evoluzione della malattia e l’azione delle terapie. “Il progetto però non si ferma qui” conclude Comoglio. “Altre mutazioni che rendono il cancro del colon resistente alle cure sono ora sotto osservazione. Contiamo, entro la fine del progetto, di contribuire significativamente alla conoscenza delle alterazioni molecolari che rendono il cancro del colon sensibile o insensibile alle terapie mirate. Con questa conoscenza saremo in grado di disegnare altri studi clinici sperimentali sul modello di Heracles.”
Soddisfazione per la rapidità dei primi risultati
UN APPROCCIO DISPIEGATO SU PIÙ FRONTI “La strategia disegnata da AIRC per finanziare, coi fondi del 5 per mille, il trasferimento dei risultati della ricerca di base alla clinica, si è rivelata vincente” commenta Comoglio. “La scoperta dell’importanza di HER2 nel cancro del colon” aggiunge Livio Trusolino, dell’IRCC di Candiolo, docente di istologia all’Università di Torino “è stata resa possibile grazie a una tecnologia innovativa messa a punto a Candiolo. Il nostro modello sperimentale permette di ‘personalizzare’ le terapie in base alle ‘firme molecolari’ delle neoplasie. I tumori HER2 del colon, infatti, rispondono molto bene solo a specifiche combinazioni di farmaci, mentre sono insensibili al trattamento standard”.
LE ISTRUZIONI PER PARTECIPARE I responsabili coinvolti nel progetto Heracles hanno messo a punto una guida essenziale per i pazienti che volessero partecipare COS’È LA SPERIMENTAZIONE HERACLES PER IL CARCINOMA DEL COLON E DEL RETTO? Heracles è uno studio clinico in cui si sperimentano nuove terapie biologiche a bersaglio molecolare in pazienti con tumore metastatico del colon-retto che non abbiano tratto beneficio clinico dalla terapia biologica con i farmaci cetuximab o panitumumab.
A CHI È RIVOLTO? Un ammalato su dieci tra quelli il cui tumore è resistente ai farmaci cetuximab o panitumumab ha nel tumore un difetto del gene HER2 (amplificazione). Le cure proposte nella sperimentazione Heracles sono adatte solo per i pazienti nel cui tumore si trova questa alterazione, che provoca la produzione eccessiva della proteina HER2 nelle cellule del tumore. Abbiamo a disposizione farmaci che sono stati specificatamente prodotti per bloccare questo difetto. Heracles valuta due diverse combinazioni di questi farmaci che, in laboratorio, si sono dimostrate efficaci nel trattare questi tumori. COME FACCIO A SAPERE SE IL TUMORE DEL COLON-RETTO DAL QUALE SONO AFFETTO HA L’AMPLIFICAZIONE DI HER2?
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 17
PROGETTI 5 PER MILLE Cancro del colon
REGIONE E CITTÀ
CENTRO CLINICO
RIFERIMENTO
LOMBARDIA – Milano
Ospedale Niguarda Ca’ Granda
Andrea Sartore-Bianchi
PIEMONTE – Candiolo (Torino)
Istituto per la ricerca e la cura del cancro
Francesco Leone
VENETO – Padova
Istituto oncologico veneto
Vittorina Zagonel
EMILIA ROMAGNA – Bologna
Ospedale S. Orsola Malpighi
Carmine Pinto
CAMPANIA – Napoli
Seconda Università di Napoli
Fortunato Ciardiello
Per poter partecipare alla sperimentazione Heracles bisogna che il difetto (amplificazione) di HER2 nel tumore sia certificata dall’Anatomia patologica dell’Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano. Tuttavia un primo esame di HER2 sul tumore può essere effettuato mediante immunoistochimica in uno qualsiasi degli altri ospedali partecipanti o addirittura nel tuo stesso ospedale. COME FACCIO A PARTECIPARE? Guarda la lista dei centri clinici partecipanti alla sperimentazione Heracles. Se sei già seguito da uno dei centri partecipanti, parlane col tuo oncologo curante. Se invece NON sei seguito in uno dei
centri clinici elencati, parlane con il tuo oncologo ed eventualmente chiedigli di mettersi in contatto con uno degli ospedali in cui la sperimentazione è attiva per avere ulteriori informazioni. IN QUALI OSPEDALI È ATTIVA LA SPERIMENTAZIONE HERACLES? La sperimentazione Heracles si svolge in cinque ospedali italiani con il coordinamento di Salvatore Siena, dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano. Nella tabella l’elenco completo dei centri clinici partecipanti e il nome di riferimento per ciascun centro.
18 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
COME È STRUTTURATA LA SPERIMENTAZIONE HERACLES? I primi 27 pazienti eleggibili (ovvero con le caratteristiche cliniche e molecolari richieste per partecipare con le migliori probabilità di beneficio clinico) verranno trattati con la combinazione dei farmaci lapatinib e trastuzumab. Successivamente altri 27 nuovi pazienti riceveranno la combinazione trastuzumab e pertuzumab. Il lapatinib è un farmaco che si assume ogni giorno sotto forma di compresse a casa del paziente. Il trastuzumab e il pertuzumab sono somministrati in endovena con cadenza setti-
manale presso l’ospedale che esegue la sperimentazione. Tutti questi sono dei farmaci biologici contro HER2. Il trastuzumab e il pertuzumab sono anticorpi monoclonali, mentre il lapatinib è una piccola molecola che oltre a HER2 blocca anche HER1 (un “cugino” molecolare di HER2). La partecipazione alla sperimentazione Heracles è gratuita ed è sostenuta con fondi AIRC, mentre i farmaci sono donati dalle case produttrici. PER SAPERNE DI PIÙ: http://bit.ly/XYcSSL tel: 011.99.33.842 email: cosimo.martino@ircc.it
... l’articolo è anche online: www.airc.it/heracles
RICERCA IN VETRINA Leucemia mieloide cronica atipica
Una nuova mutazione apre a terapie future Identificata una mutazione che potrebbe aiutare a trattare anche la forma atipica della leucemia mieloide cronica, per la quale non esistono terapie mirate
a cura della REDAZIONE l primo farmaco biologico immesso sul mercato, ormai molti anni fa, aveva come bersaglio il gene, chiamato Philadelphia in onore della città in cui era stato identificato, che provoca la leucemia mieloide cronica. Da allora i pazienti affetti da questa forma di cancro ematologico hanno ampie possibilità di guarigione. Non si può dire lo stesso, invece, per coloro che presentano la forma atipica della stessa malattia, nella quale il responsabile non è il gene Philadelphia ma un altro, che ora è stato scoperto grazie a un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca guidato da Carlo Gambacorti-Passerini, titolare di un grant di AIRC. Oltre ad aver scoperto il gene coinvolto, gli scienziati hanno identificato il meccanismo con cui la mutazione in corso provoca il cancro, aprendo così le porte alla messa a punto di una cura mirata.
I
In questo articolo: nuovi oncogeni leucemia mieloide cronica
Un nuovo oncogene Secondo i dati pubblicati su Nature Genetics, il responsabile è il gene SETBP1, mutato nel 25-40 per cento dei pazienti con leucemia mieloide cronica atipica. “Questo lavoro ci ha consentito di identificare per la prima volta mutazioni ricorrenti di un gene in pazienti affetti da questa forma di leucemia. Il gene in questione, prima del nostro lavoro, non era mai stato associato al cancro. Stiamo dunque parlando di un nuovo oncogene”. Al gene mutato corrisponde una proteina difettosa che perde la capacità di essere degradata, trasformandosi in una scoria perenne che si accumula e provoca il tumore. “La quasi totalità delle mutazioni identificate nel gene SETBP1 era concentrata in una piccolissima porzione del gene. Immaginando che esso sia composto da 5.000 mattoncini, la mutazione si concentra solo su 12 di essi, tutti vicini tra loro” racconta Rocco Piazza, primo autore della pubblicazione. “La leucemia mieloide cronica atipica è relativamente poco comune ma come accade per tutte le malattie difficili da diagnosticare i casi tendono a essere sottostimati” spiega ancora Gambacorti-Passerini. La forma atipica colpisce sia gli uomini sia le donne, con un’età media in generale un po’ superiore rispetto alla leucemia mieloide cronica (55-60 anni contro 45-50). In Italia i pazienti sono circa 200 l’anno. L’avere identificato una mutazione genetica molto probabilmente causa del tumore è il primo passo verso la messa a punto di una terapia efficace.
Possibili bersagli “Purtroppo, contrariamente al prodotto del gene Philadelphia, la proteina SETBP1 non è un enzima, quindi è più difficile trovare piccole molecole che vadano a inibirne l’effetto in modo diretto” continua l’esperto. Per aggirare l’ostacolo, gli scienziati hanno cercato
LA RICERCA IN BREVE Cosa si sapeva La leucemia mieloide cronica è provocata dal gene Philadelphia, contro il quale esiste un farmaco mirato La forma atipica è provocata da una mutazione diversa, finora sconosciuta Fonte: Andrew V. Biankin La prognosi della forma atipica è et al., “Pancreatic cancer molto peggiore di quella tipica genomes reveal Cosa aggiunge questa ricerca aberrations in axon La causa della leucemia mieloide guidance pathway genes”. cronica atipica èNature una mutazione del (2012), doi:10.1038 gene SETBP1, un nuovo oncogene Questo gene provoca un accumulo dell’omonima proteina che a sua volta provoca la degenerazione delle cellule Ora è possibile cercare una terapia mirata contro questo bersaglio
di capire se a valle esistono molecole alterate a causa della mutazione e che potrebbero essere bloccate più facilmente. Hanno così osservato che la mutazione di SETBP1 altera la regolazione della citochina TGF-beta1, per la quale sono già disponibili inibitori specifici. Se le ricerche future confermeranno il ruolo di TGF-beta1, allora nel giro di due-tre anni potrebbero iniziare studi clinici in pazienti affetti da leucemia mieloide cronica atipica o da altri tumori causati da mutazioni di SETBP1.
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 19
NOTIZIE FLASH
Dal mondo Una diagnosi in pillole Una minuscola macchina fotografica, non più grande di una pillola, potrà sostituire l’endoscopia nella diagnosi precoce dei tumori dell’esofago. L’hanno messa a punto alcuni ricercatori della Harvard University, a Boston, e utilizza laser infrarossi. Inoltre ruota ad alta velocità a 360 gradi, scattando immagini in alta definizione che vengono ricostruite in 3D da un computer. L’apparecchio viene deglutito come una normale pillola, ma può essere recuperato grazie a un filo sottilissimo al quale è collegato. Al momento è stato testato solo su 13 persone, ma sembra così promettente da meritarsi la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Nature. Rispetto all’endoscopia classica, infatti, è molto meno fastidiosa e più rapida.
Fumatori (ed ex) cercansi per salvare i polmoni Il gruppo di ricercatori guidati da Ugo Pastorino e Gabriella Sozzi dell’Istituto nazionale tumori di Milano cerca volontari tra fumatori ed ex fumatori per uno studio di diagnosi precoce del cancro del polmone. Se avete tra i 50 e i 75 anni, siete fumatori o ex fumatori da meno di 10 anni, avete fumato una media di un pacchetto al giorno per 30 anni, oppure più pacchetti per meno anni (fate una stima di quanti ne avete fumati nella vita e dividetela per la vostra età) oppure avete fumato meno ma siete affetti da broncopneumatia cronica ostruttiva, avete familiarità per questo tumore o siete stati esposti a 20 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
Non ci si può fidare delle app Tra le mille applicazioni per smartphone, ve ne sono alcune che promettono di aiutare a controllare i propri nei e a diagnosticare quelli sospetti che potrebbero nascondere un melanoma. Ma quanto ci si può fidare? Pochissimo, a detta di uno studio appena uscito su JAMA Dermathology: in tre casi su quattro la diagnosi del telefonino è sbagliata. La semplicità di utilizzo (basta scattare una foto del neo sospetto e lasciar fare all’apparecchio) ha distolto alcuni pazienti dai controlli consigliati e questo non piace agli esperti: la migliore delle app analizzate ha dato per “benigni” ben 3 melanomi maligni su 10. Il tutto funziona un po’ meglio se la fotografia viene esaminata, seppure a distanza, da un dermatologo. In quel caso si registra un solo errore su 10. Dal vero, però, è tutto più facile: la consistenza della pelle e la possibilità di variare l’incidenza della luce permettono al medico di fare diagnosi migliori.
cancerogeni come l’asbesto potete partecipare a questa sperimentazione. Si tratta di validare un test basato sui microRNA, piccole molecole provenienti dall’ambiente tumorale e che è possibile individuare nel sangue con un semplice prelievo. Alla prima visita sarete anche sottoposti a una TC spirale ma se in base ai primi risultati non risulterete ad alto rischio, il programma di prevenzione proseguirà solo con la valutazione periodica dei microRNA. La caratteristica di questo studio è proprio la possibilità di attribuire a ognuno il proprio rischio di ammalarsi di cancro polmonare, limitando l’uso dei raggi ai casi assolutamente necessari, con un vantaggio per il paziente e anche per il Sistema sanitario, dati i costi ridotti dell’esame del sangue. La partecipazione è gratuita. Per partecipare: www.biomild.org (compilare il modulo di registrazione online – n. verde: 800.213.601 tel: 02.2390.3008 – e-mail: info@biomild.org
A chi giova aspettare Malgrado tutti gli studi dimostrino che avere un figlio in giovane età e allattarlo sono fattori protettivi nei confronti dello sviluppo del tumore del seno, esiste un’eccezione: le donne che hanno una familiarità per cancro del seno triplo negativo, cioè privo dei recettori per gli ormoni, dovrebbero attendere almeno 15 anni dal menarca, ovvero dalla prima mestruazione, prima di procreare. Si tratta di non più del 10-20 per cento di tutte le forme di cancro della mammella, ma purtroppo anche delle più
aggressive. La ricerca, pubblicata su Breast Cancer Research and Treatment, ha analizzato i dati di oltre 1.960 donne tra i 20 e i 44 anni, tra le quali ve ne sono 1.021 con una storia di cancro del seno, di cui 180 triplo negativo. Le donne che hanno un figlio almeno 15 anni dopo il menarca riducono il rischio di contrarre questa forma tumorale del 60 per cento rispetto al resto della popolazione femminile. Tra le possibili cause, un’esposizione più prolungata agli estrogeni che potrebbe “spingere” la cellula a esprimere i recettori ormonali.
Un poliziotto buono dalle profondità marine
Troppi fritti nuocciono alla prostata Il fritto non rientra tra i cibi più salutari, come è noto. Ora uno studio pubblicato dalla rivista Prostate dai ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, negli USA, afferma che può anche favorire il cancro della prostata. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 3.000 americani di età compresa tra i 35 e i 74 anni. Chi consuma almeno una volta a settimana patatine, ciambelle e fritti in generale ha un rischio di sviluppare questo tumore più elevato rispetto ai consumatori saltuari. Il vero pericolo, però, risiede nel consumo frequente. Inoltre è possibile che il fritto sia una sorta di “alimento civetta”, un indicatore di abitudini alimentari e di stili di vita non molto salutari.
Proviene da un mollusco marino il nuovo farmaco, la trabectedina, che agisce sulle cellule del sistema immunitario che “tradiscono” l’organismo e si alleano col tumore. Ora uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto clinico Humanitas, coordinati da Paola Allavena, responsabile del Laboratorio di immunologia cellulare dell’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano) e da Maurizio D’Incalci dell’Istituto Mario Negri di Milano, in collaborazione con l’Istituto nazionale tumori, ha scoperto che la trabectedina ha anche un altro meccanismo d’azione e che la sua efficacia si basa anche sulla capacità di colpire il microambiente tumorale, uccidendo proprio un sottogruppo di cellule immunitarie traditrici che popolano il tessuto tumorale e sono note come macrofagi associati al tumore (TAM). La ricerca, pubblicata su Cancer Cell, potrebbe aiutare i medici a usare il nuovo farmaco anche in altri tumori oltre a quelli per i quali è stato registrato, cioè i sarcomi dei tessuti molli e il carcinoma dell’ovaio.
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 21
PROFESSIONI PER LA RICERCA Il medico nucleare
Il medico che doma la radioattività a fin di bene Con lo sviluppo delle tecniche di oncologia molecolare, il ruolo del medico nucleare si è fatto più prezioso, sia nella fase diagnostica sia in quella terapeutica a cura di CRISTINA FERRARIO è chi ne fa risalire l’origine ai lavori di Marie Curie, la grande scienziata che scoprì la radioattività e, a dire il vero, ne rimase vittima: la medicina nucleare, così chiamata perché sfrutta le proprietà del decadimento dell’atomo per curare le malattie o per fare diagnosi, vive in questi anni una seconda giovinezza, soprattutto nel campo dei tumori. “Con lo sviluppo dell’oncologia molecolare, cioè di una conoscenza delle basi genetiche e metaboliche dei diversi tipi di cancro, la possibilità di accoppiare sostanze radioattive con altre mirate direttamente alla cellula tumorale consente da un lato di fare diagnosi molto precise e dall’altro di trattare ed eliminare alcuni tessuti maligni” spiega Emilio Bombardieri, presidente dell’Associazione italiana di medicina nucleare e imaging molecolare e docente all’Università di Milano. Il medico nu-
’ C
22 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
In questo articolo: medicina nucleare formazione radioterapia
cleare si è così trovato, in anni recenti a lavorare fianco a fianco con l’oncologo da un lato e col ricercatore dall’altro, poiché il suo strumento, la radioattività, può agire a tutti i livelli dell’organismo, dal più piccolo al più grande.
Medici e anche tecnici La formazione di queste figure è tra le più classiche: laurea in medicina e successiva specializzazione. Esistono poi figure di tipo tecnico, incaricate di preparare le sostanze radioattive o di trattare direttamente i pazienti con l’aiuto dei diversi macchinari, che in genere sono in possesso di una laurea triennale. Il diploma universitario di tecnico di radiologia o tecnico di medicina nucleare è infatti presente in quasi tutte le facoltà di medicina, tra le offerte formative nell’area sanitaria. “La forma più classica di applicazione della medicina nucleare è l’uso di radionuclidi artificiali, cioè prodotti da laboratori esterni, che, coniugati a cellule o a molecole, vengono introdotti nell’organismo soprattutto a fini diagnostici” spiega Bombardieri. Funzionano così, per esempio, la scintigrafia o la SPECT (tomografia a emissione di fotone singolo). Contrariamente alle radiografie, che sfruttano l’attenuazione dei raggi X quando incontrano un tessuto più o meno denso, in medicina nucleare è il paziente che emette raggi gamma o X che vengono registrati da apparecchiature in grado di ricostruire l’immagine corrispon-
dente. La sostanza radioattiva (chiamata tracciante), però, si deposita solo nei tessuti con determinate caratteristiche. Per questo deve essere “costruita” conoscendo bene il metabolismo delle cellule che si vogliono identificare. “L’esempio più comune è quello della tiroide, la ghiandola posta nel collo che produce ormoni che contengono iodio. Se introduco nell’organismo dello iodio radioattivo, andrà a depositarsi proprio nella tiroide e permetterà al medico di valutare, in base a quanta radioattività emette, se il tessuto lavora bene, troppo o troppo poco” spiega Bombardieri. In oncologia, la messa a punto del tracciante è ancora più importante, perché la funzione della maggior parte di questi esami è identificare la presenza di cellule maligne, anche in piccola quantità, in qualsiasi area del corpo. È così, infatti, che si diagnosticano le metastasi, che costituiscono il pericolo principale per il malato. “Con il progresso dell’oncologia molecolare abbiamo imparato a conoscere, per esempio, i recettori specifici dei diversi tipi di cellula tumorale e quindi a costruire traccianti in grado di scovarle anche negli anfratti più nascosti” continua l’esperto. Rispetto alle altre tecniche di diagnostica per immagini, come la risonanza magnetica o la TC, le tecniche usate dalla medicina nucleare hanno un grosso vantaggio: studiano i tessuti durante la loro attività vitale e quindi dicono qualcosa anche sulla loro capa-
COME SI DIVENTA… MEDICO NUCLEARE er poter lavorare come medico nucleare o radioterapista è necessario conseguire la laurea in medicina (6 anni) e la specialità in radioterapia (5 anni), presente in quasi tutte le facoltà di medicina. Chi non volesse intraprendere un percorso così impegnativo può conseguire una laurea triennale che abiliti al ruolo di tecnico di radiologia medica, per immagini e radioterapia. Si tratta di una figura tecnica, che somministra le terapie o esegue gli esami diagnostici su indicazione del medico. Nei centri che svolgono ricerca, queste figure sono parte integrante dello staff scientifico, con ruoli legati alla preparazione dei traccianti o alla somministrazione delle terapie sperimentali.
P
cità metabolica. Ecco perché il suo ruolo in oncologia è fondamentale, dato che il metabolismo dei tessuti tumorali è in genere molto diverso da quello del tessuto sano.
Dal laboratorio al paziente Infine il medico nucleare può anche curare i pazienti: invece di somministrare radiazioni dall’esterno, come si fa con la radioterapia classica, oggi è possibile farlo dall’interno. In caso di tessuti particolari, come appunto la tiroide, si somministrano sostanze radioattive (con una radioattività molto maggiore di quella che si usa a scopi diagnostici) che vanno a depositarsi nella ghiandola distruggendo le cellule più attive, che sono in genere quelle tumorali. Il vantaggio? Si irradiano solo i tessuti malati e si risparmiano quelli sani. “In anni recenti il medico nucleare ha fatto il suo ingresso anche in sala operatoria, con lo sviluppo della radioterapia intraoperatoria” continua Bombardieri. “Si irradiano i tessuti durante l’intervento, con una tecnica chiamata radioterapia intraoperatoria o ROT, subito dopo la rimozione della massa tumorale, per evitare al paziente di dover tornare in ospedale dopo il ricovero, oppure si lasciano nella cavità tumorale dei ‘semi’ radioattivi (brachiterapia) che lentamente decadono e fanno il loro lavoro senza la necessità di ulteriori interventi”. Sempre più importante è il coinvolgimento del medico (e dei tecnici) di medicina nucleare nei progetti di ricerca. “Il nostro è davvero un ruolo di confine: conosciamo le caratteristiche metaboliche dei tessuti sani e patologici, come il medico che sta in laboratorio o il biologo, ma nello stesso tempo curiamo i malati e siamo dei clinici a tutti gli effetti” spiega Bombardieri. “Senza contare che le tecniche che utilizziamo sono preziose anche nella ricerca di base, poiché possiamo aiutare gli scienziati a studiare il funzionamento delle cellule in coltura o dei campioni bioptici. Alla fine, siamo davvero l’anello di congiunzione tra la provetta e il paziente”.
... l’articolo continua su: www.airc.it/mediconucleare
BIOLOGIA MOLECOLARE MicroRNA
Armando Rotoletti
Piccoli frammenti ma armi potenti Scoperti meno di venti anni fa, i microRNA sono oggi considerati una grande promessa sia per la diagnosi precoce sia per la terapia dei tumori
a cura della REDAZIONE e fino a qualche anno fa non se ne conosceva la funzione, tanto da venir chiamati spazzatura, oggi i microRNA sono le nuove star della ricerca oncologica: le potenzialità che offrono, in ambito sia diagnostico sia terapeutico, sono tali da aver suscitato molte speranze. “Si tratta di frammenti di acido ribonucleico non codificante. Tradotto in parole più semplici, cortissimi filamenti di RNA, la molecola formata dalla cellula usando il DNA come stampo al fine di produrre proteine. La differenza è che i microRNA non servono a questo scopo. Il loro ruolo è quello di regolare l’e-
S
spressione degli altri geni” spiega Pierfrancesco Tassone, che all’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro guida uno dei gruppi di ricerca legati al Programma 5 per mille di AIRC e dedicato proprio al ruolo che i microRNA svolgono in alcuni cancri ematologici. Ecco perché su questi minuscoli frammenti si concentra l’attenzione dei ricercatori: da un lato sono presenti sia nelle cellule sane sia in quelle tumorali, ma con attività diverse, per cui è possibile usarli come marcatori della malattia, anche in chiave di diagnosi precoce; dall’altro possono diventare armi potenti se si riesce a utilizzarli per regolare (attivandoli o disattivandoli) i geni
Piccoli ma indispensabili nella diagnosi e nella cura
24 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
implicati nella comparsa di un tumore. SCOPERTE RECENTI I microRNA sono stati scoperti nel 1993 da Victor Ambros, Rosalind Lee e Rhonda Feinbaum, tre biologi americani che stavano studiando un gene coinvolto nello sviluppo di un verme nematode, il Caenorhabditis elegans. Gli scienziati si accorsero che tale gene, chiamato lin-14, veniva regolato a sua volta dal prodotto di un gene vicino, lin-4. Inizialmente nessuno diede grande im-
portanza a questa nuova forma di regolazione dei geni. Negli anni successivi, però, si scoprì che i microRNA sono moltissimi, tutti coinvolti nella regolazione
Identificare i microRNA tipici dei tessuti sani per distinguerli da quelli prodotti dalle cellule malate
EVOLUZIONE
I DINOSAURI DELLA GENETICA microRNA sono sotto la lente d’osservazione dei biologi evoluzionisti perché costituiscono una sorta di “dinosauro genetico”: hanno infatti tassi di evoluzione (cioè di cambiamento nella sequenza dei nucleotidi che li compongono) molto modesti. D’altro canto, dicono gli esperti, sono stati probabilmente proprio loro a promuovere l’evoluzione degli organismi
I
noto come lisi cellulare). I prodotti di scarto entrano nel sistema circolatorio e si possono trovare nel sangue. Tra questi ci sono dell’espressione dei geni anche i microRNA, che che determinano il modo sono in genere contenuti in in cui le cellule si dividono piccole vescicole chiamate e riproducono. esosomi. “Poiché i micro“È stato un grande pas- RNA tumorali sono diversi saggio concettuale che ha da quelli normali (oppure anche aperto le porte alla sono presenti in quantità ricerca sul cancro” spiega diverse rispetto alla Tassone. In effetti il cancro norma), se comprendiamo è un “errore di regolazione” come distinguerli dagli della duplicazione delle altri possiamo andare a cercellule e i microRNA sem- carli nel sangue, magari brano proprio essere la per identificare precocechiave di questo processo. mente la presenza di un tuAttualmente ne sono stati more quando è ancora identificati molto piccolo, circa 5000, invisibile con ma si suppoi comuni strune che siano menti” spiega TUTTI GLI USI molti di più. Ugo Pastorino, che ha DEL MICRORNA DIAGNOSI a NELLA DIAGNOSI messo PRECOCI punto, insieDI CANCRO CON UN me a Gabriella PRELIEVO Sozzi, ambeQuando due dell’Istiuna cellula tuto tumori di muore, va incontro a diMilano, un test per la diasfacimento (un processo gnosi precoce del cancro
In questo articolo: microRNA ricerca di base nuove terapie
Trovare i microRNA che circolano nel sangue per fare diagnosi precoce di tumore con un semplice prelievo
Studiare alcune caratteristiche dei microRNA e dei geni da loro regolati per valutare la predisposizione di un individuo ad ammalarsi di cancro
poiché consentono una modulazione fine dei caratteri espressi dal DNA. Quando, nella storia dell’evoluzione degli organismi viventi, si assiste alla rapida comparsa di caratteri nuovi, si può riscontrare, contemporaneamente, anche un accumulo di microRNA. La cosa certa è che, una volta che acquista una specifica funzione regolatoria nella cellula, il microRNA ha un bassissimo tasso di mutazioni. Questa stabilità può essere sfruttata anche nella diagnostica dei tumori dove invece le mutazioni a carico dei geni veri e propri sono molto frequenti.
polmonare sulla base di un semplice prelievo. Sulla falsariga di quanto già ottenuto col tumore del polmone, altri gruppi di ricerca, in tutto il mondo, lavorano per individuare strumenti efficaci su altri tipi di cancro. UTILI ANCHE COME FARMACI Dato che i microRNA sono coinvolti in ogni tipo di funzione fisiologica, dalla differenziazione cellulare alla proliferazione, dall’apoptosi al metabolismo ormonale, posso agire anche come farmaci. “Si tratta di una nuova forma di terapia genica” spiega Massimo Negrini dell’Università di Ferrara, membro del Comitato tecnico-scientifico di AIRC. “Invece di cercare di sostituire o di eliminare un gene malfunzionante, si agisce sulla sua modulazione. I microRNA sono come interruttori genetici, tutto sta nel sapere come accenderli e spegnerli”.
Nella pagina accanto Pier Francesco Tassone (in alto), Ugo Pastorino e Gabriella Sozzi. Sopra Massimo Negrini
nalizzata, molto più precisa persino di quella ottenibile con i farmaci biologici. “Diversi microRNA con funzione terapeutica sono in sperimentazione” conclude Negri-
Utilizzare i microRNA per scoprire da quale organo provengono le cellule tumorali che formano le metastasi, per scoprire quindi il tumore primario
Distinguere diversi sottotipi di uno stesso tumore usando le caratteristiche dei microRNA per scegliere le terapie più giuste
I minuscoli frammenti di materiale genetico hanno inoltre un vantaggio non indifferente: sono costruiti a misura del loro bersaglio e quindi interagiscono in modo davvero selettivo solo con esso, costituendo una terapia perso-
ni. “Vi sono ancora ostacoli da vincere, in primo luogo per stabilire secondo quali regole queste nuove ‘sostanze terapeutiche’ potranno essere immesse sul mercato, ma i ricercatori sono obiettivamente molto ottimisti”.
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 25
DIAGNOSI PRECOCE Rapporto sugli screening
In questo articolo: screening diseguaglianze prevenzione
Meno diagnosi precoci aumentano la diseguaglianza
L
Se il rapporto dell’Osservatorio nazionale screening lancia l’allarme crisi e la diminuzione degli investimenti in prevenzione, uno studio fotografa le differenze ancora presenti nel Paese
“
MANCANZA DI STRUTTURE
Lo studio Eurocare 5 ha voluto scoprire anche se le differenze locali in termini di sopravvivenza dopo una diagnosi di tumore riflettono un diverso utilizzo da parte delle strutture sanitarie degli strumenti diagnostici più avanzati e delle terapie più efficaci. Per determinare il miglior livello qualitativo delle cure, lo studio ha individuato per ogni tumore gli strumenti di diagnosi e i trattamenti raccomandati dalle linee guida internazionali della European Society for Medical Oncology e ha verificato se a livello locale questi standard sono rispettati. Sono stati analizzati i dati raccolti da 14 Registri tumore italiani: Biella, Ferrara, Modena, Romagna, Reggio Emilia, Firenze, Umbria, Latina, Napoli, Palermo, Ragusa, Sassari e Trapani. Seguono gli standard internazionali sia gli ospedali del
26 | FONDAMENTALE | APRILE 2013
a cura di DANIELA OVADIA a crisi si sente anche nell’ambito della salute. E, dovendo risparmiare, sia gli individui sia le istituzioni tagliano dove sembra meno urgente investire, ovvero nella prevenzione. “È un grave errore che può portare, nel tempo, a un aumento dei casi di tumore grave per mancata diagnosi precoce” spiega Marco Zappa, direttore dell’Osservatorio nazionale screening (ONS) e membro dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze. L’ONS ha recentemente pubblicato il suo decimo rapporto sullo stato degli screening oncologici in Italia, il primo in grado di registrare gli effetti delle difficoltà economiche che stiamo vivendo, poiché si riferisce all’attività svolta dal Sistema sanitario nazionale nel 2010 per invitare le persone che rientrano nelle categorie a rischio a sottoporsi ai diversi test. In molte Regioni, infatti, si è scelta una strategia di prevenzione detta attiva: in sostanza, non si aspetta che la persona si rivolga spontaneamente a un medico per fare i test, ma si manda una lettera di invito. È questo, infatti, secondo gli studi in materia, il sistema migliore per ottenere il maggior numero di diagnosi precoci. Poiché si tratta di un’attività dispendiosa, molte Regioni, specie nel Sud Italia, non l’hanno attivata e attendono che le persone si presentino spontaneamente. “Malgrado qualche flessione, però, non possiamo considerare del tutto negativa la situazione nel nostro Paese, dato che, nel solo 2010, quasi 9,5 milioni di persone sono state invitate a un esame di screening (3.450.000 per lo screening del cancro della cervice uterina mediante Pap-test, 2.496.000 per esegui-
”
Centro sia quelli del Nord, mentre al Sud si assiste a una lieve flessione. La causa non è la scarsa preparazione dei medici, ma la carenza di strutture. In alcune città, per esempio, mancano le radioterapie, che sono un requisito essenziale per procedere a interventi meno invasivi. Il chirurgo, non essendo sicuro di poter trattare la sua paziente con la radioterapia dopo l’intervento, preferisce essere più aggressivo col bisturi, in modo da garantire la guarigione. Un altro punto critico è quello della frammentazione dei centri oncologici: tanti piccoli reparti non possono garantire la stessa qualità di cure di un grande centro con una esperienza fatta su migliaia di pazienti. Ecco perché dal Sud molti pazienti si spostano verso i grandi centri specialistici del Centro-Nord.
re una mammografia e 3.464.000 per il cancro del colon-retto, mediante esame del sangue nelle feci o colonscopia, a seconda delle indicazioni)”.
Pap-test e mammo in calo Rispetto all’anno precedente, però, si registra una lieve diminuzione dei Pap-test e delle mammografie, in parte dovuta al fatto che due Regioni tra le più attive, l’Emilia-Romagna e il Piemonte, hanno esteso l’invito a farsi controllare anche alle donne tra i 45 e i 49 anni di età, cosa che ha reso più difficile l’accesso alle over 50. Chi non riusciva a farsi visitare attraverso il SSN, un tempo ricorreva al privato (soprattutto per la visita ginecologica e il Paptest), cosa che oggi, con le difficoltà economiche che molti incontrano, è diventata più difficile. “Nonostante ciò, lo screening attivo è servito a identificare e trattare ben 6.015 cancri della mammella, ovvero il 31 per cento di tutti quelli diagnosticati nel corso dell’anno in donne tra i 50 e 69 anni di età” continua Zappa. Col Pap-test preventivo sono stati trovati 4.597 tumori della cervice in stadio medio-avanzato e 2.916 cancri del colon-retto, pari al 15 per cento di tutti i casi tra i 50 e i 69 anni, e più di 15.000 adenomi, cioè forme pretumorali che però è meglio asportare per evitare che si trasformino in cancro vero e proprio. “Queste indagini servono a dare una misura di quanto importante sia l’attività di screening, che purtroppo non sempre è condotta con tutti i mezzi necessari, specie nel Sud Italia” conclude Zappa.
Il peso della geografia L’ONS non è l’unico a puntare il dito sulle diseguaglianze geografiche. Uno studio dell’Istituto nazionale tumori (INT) di Milano, chiamato Eurocare 5 e pubblicato su Cancer Epidemiology, denuncia lo stesso problema: la diagnosi precoce dei tumori e l’accesso a trattamenti ade-
Biella 37,5% Romagna 45,1%
Modena 45,4%
Umbria 38,5%
Diagnosi di tumore del seno allo studio 1: forti diseguaglianze in italia
Napoli 26,7% Sassari 36,7% Palermo 35,1% Ragusa 25,7%
guati non sono disponibili in Italia in modo omogeneo. Al Nord viene diagnosticato in stadio precoce il 45 per cento dei tumori della mammella, mentre al Sud le percentuali scendono, arrivando al 26 per cento a Napoli e Ragusa, dove i casi che presentano già metastasi quando vengono scoperti sono, rispettivamente, il 9,6 e l’8,1 per cento del totale. “Più che sulla sopravvivenza, che grazie alle cure oggi disponibili è di poco inferiore al Sud rispetto al Nord, il ritardo diagnostico influenza il tipo di cura che
viene offerto: quando la malattia è avanzata, i trattamenti chirurgici sono molto più invasivi e il costo sociale è molto più elevato” spiega Milena Sant, responsabile della Struttura complessa di studi descrittivi e programmazione sanitaria dell’INT e coordinatrice di Eurocare 5. “La probabilità che una donna colpita da tumore del seno residente a Napoli o Sassari sia trattata con un intervento di chirurgia demolitiva invece che con la chirurgia conservativa è del 30-40 per cento superiore alla media italiana complessiva” continua l’esperta. Ciò non significa che gli ospedali del Sud siano meno buoni o i medici meno esperti, ma che se si arriva troppo tardi non c’è alternativa. Ecco perché lo screening deve restare al centro delle politiche sanitarie delle diverse Regioni ma anche dei pensieri di ciascuno.
APRILE 2013 | FONDAMENTALE | 27
GRANDI SCIENZIATI Rita Levi-Montalcini
Becker Medical Library Wusl
103 anni di lotta contro l’ignoranza
a cura della REDAZIONE 103 anni, Rita Levi-Montalcini aveva ancora molte cose da dire. Il premio Nobel per la medicina, conseguito nel 1986, l’aveva resa nota al grande pubblico, in Italia e nel mondo. Da allora non aveva mai smesso di spendersi per la ricerca scientifica. «La più grande battaglia, però, l’ha fatta per riportare la scienza in primo piano nella società e anche nel dibattito politico» dice Alberto Mantovani, direttore scientifico della Fondazione Humanitas. E, da donna che aveva dovuto lottare contro non pochi pregiudizi agli inizi della sua carriera (anche perché le sue origini ebraiche la esclu-
A
La vita della grande scienziata è stata caratterizzata dal suo costante amore per la scienza e la ricerca devano dall’ambito accademico durante gli anni delle leggi razziali), ha fatto molto per promuovere le carriere femminili nella scienza, innanzitutto col proprio esempio, ma non solo: con la fondazione che porta il suo nome aveva promosso l’istruzione e lo sviluppo delle donne africane, nella consapevolezza che le menti brillanti di domani potrebbero venire proprio dal continente più negletto. La sua scoperta principale, quel fattore di crescita neuronale (NGF) che funge da “concime” per lo sviluppo e la proliferazione delle cellule del sistema nervoso, ha aperto un nuovo filone di ricerca, essenziale per la comprensione del funzionamento delle cellule sane ma anche per il mondo dell’oncologia. È stato il primo fattore di crescita cellulare a essere identificato. Dopo l’NGF, gli scienziati sono andati a cercare altre sostanze promotrici della crescita di diverse tipologie di cellu-
le, essenziali anche per lo sviluppo dei tumori. Contro queste, e in particolare contro il fattore di crescita epiteliale o EGF, oggi esistono farmaci molto efficaci, utilizzati con successo in diverse forme tumorali. Anche se sono tipiche di un determinato tessuto, queste sostanze sono importanti in qualsiasi organo. Un studio italiano, condotto dal CNR di Roma, aveva per esempio dimostrato che proprio l’NGF è presente in quantità 25 volte superiori alla norma nei tumori epatici. Inoltre l’NGF è cruciale nei meccanismi di riparazione dei tessuti del polmone e della pelle. Levi-Montalcini stessa aveva contribuito, con la propria fondazione, anche al finanziamento delle ricerche sul ruolo dell’NGF in oncologia: perché, come ha scritto lei stessa, la scienza non procede a compartimenti stagni.
IL RICORDO DI MARIA INES COLNAGHI, DIRETTORE SCIENTIFICO DI AIRC Ho incontrato Rita Levi-Montalcini solo qualche volta (i temi delle nostre ricerche erano in aree diverse ma gli incontri con i colleghi avvengono frequentemente durante i congressi che riuniscono ricercatori affini). Le poche volte, comunque, hanno lasciato in me un segno indelebile. Da subito ti rendevi conto di trovarti di fronte a una persona straordinaria sotto ogni aspetto. Era bellissima, di quella bellezza interiore che illumina e permea anche le umane fattezze. La voce unica, il sorriso accattivante, gli occhi d’acciaio ma dolcissimi, tutto colpiva di lei. Anche poco tempo in sua compagnia ti faceva percepire una donna proiettata nel futuro sia nella scienza sia nel suo ideale di un mondo migliore. Di lei e della sua ricerca credo sia stato detto tutto.
La scoperta del primo fattore di crescita ha lanciato la biologia delle cellule in un’altra dimensione, con ricadute in tutti gli ambiti della ricerca, dallo studio del normale a quello dell’anomalo e quindi delle malattie, incluso il cancro. Una pietra miliare nella lunga strada del sapere. Rita Levi-Montalcini non è stata solo una grande scienziata ma anche una donna forte e determinata, partecipe di tante battaglie per uscire da ogni tipo di oscurantismo e per portare avanti le idee e i sogni di due popolazioni fortemente discriminate, le donne e i giovani. Per loro ha combattuto, in ogni modo e fino all’ultimo, una donna che ha sempre anticipato i tempi, la donna che ha vissuto nel futuro.
LASCITI Chi ha scelto di fare testamento per FIRC
Lina Wertmüller e la ricerca sul set e nella vita La regista ha disposto un lascito a FIRC: “Far finta che la malattia non esista non la cancella. Meglio impegnarsi, per sé e per gli altri”
a cura di AGNESE GAZZERA avanti alla macchina da presa Lina Wertmüller ha sempre messo la realtà così com’è, senza filtri, raccontandone le problematiche sociali più delicate e controverse. Uno sguardo che continua nella sua vita privata, in cui si impegna per gli altri e per offrire un buon esempio da seguire. Dopo aver perso la madre per un tumore e il marito per una leucemia fulminante, la regista ha scelto di destinare una parte dei suoi beni a FIRC, la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, attraverso un lascito testamentario, e di diventare testimonial della campagna. “Per me solidarietà signifi-
D
ca vivere insieme agli altri rendendosi conto di far parte di un tessuto comune, in cui noi siamo anche gli altri e gli altri sono anche noi” spiega la regista romana. “Non serve a niente non parlare del cancro, non pensarci e non agire” continua Wertmüller. Per questo, avendo vissuto la sofferenza e l’impotenza nei confronti della malattia, la regista ha scelto di inserire FIRC tra i beneficiari del proprio testamento. “Io ho una figlia, ed è anche pensando a lei che spero che la ricerca possa fare grandi passi e che nuove scoperte possano migliorare la prevenzione e la cura del cancro” afferma. L’impegno di Lina Wertmüller con FIRC ricorda quello del protagonista del suo film In una notte di chiaro di luna, del 1989. Un giornalista si finge sieropositivo per studiare le reazioni della gente, finché scopre di essere veramente malato e si dedica al finanziamento della ricerca. “Quello era il momento storico in cui parlare di AIDS. Oggi, invece, a farla da padrone è il cancro, che è entrato nella vita di tutti. Io ho fatto l’incontro più doloroso con questa malattia circa un anno fa, quando ha colpito mio marito” spiega Wertmüller. Enrico Job, infatti, si è ammalato di leucemia e si è spento in meno di un mese. Storico collaboratore di Luca Ronconi, con lui la regista ha condiviso non solo la vita familiare, ma anche quella lavorativa, affidandogli scenografie e costumi di molti suoi film. “Mio marito era un grande artista, un fine intellettuale e un uomo raro. Gli debbo quasi 50 anni di vita insieme, in cui abbiamo condiviso tutto” dice. “Vivere al suo fianco è stato meraviglioso, perché un artista sa rendere la vita speciale. Perderlo, per me, è stata un’esperienza durissima, ma guardando indietro non posso che ringraziare per tutto il tempo trascorso insieme”.
UN LASCITO PER LA RICERCA cegliere di fare testamento in favore della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, lasciandole anche solo una parte dei propri beni, significa dare un sostegno concreto e significativo alla ricerca oncologica in Italia. Pur riconoscendo i diritti dei propri eredi si può sempre lasciare una parte del patrimonio a favore della ricerca sul cancro. Per questo FIRC offre gratuitamente la Guida al testamento, uno strumento utile per sapere come si effettua un lascito testamentario: chi sono gli eredi e come vengono stabiliti; quali sono le quote di riserva a favore dei figli e del coniuge e come si redige, in pratica, un testamento, che può essere: testamento olografo: basta scrivere su un foglio cosa si vuole destinare (per esempio una somma di denaro) e a chi, datarlo e firmarlo. Il testamento potrà essere poi affidato a una persona di fiducia o a un notaio; testamento pubblico: viene ricevuto dal notaio alla presenza di due testimoni e poi custodito dal notaio stesso.
S
Con la Guida al testamento, aggiornata secondo le leggi vigenti, effettuare un lascito testamentario è diventato un gesto semplice, per tutti: basta richiederla gratuitamente contattando tel. 02 79 47 07 www.fondazionefirc.it
GENNAIO 2013 | FONDAMENTALE | 29
IFOM - ISTITUTO FIRC DI ONCOLOGIA MOLECOLARE Malattie ereditarie rare
Un setaccio naturale per i geni del cancro Studiando le patologie rare ereditarie che si manifestano anche con la comparsa di tumori è più facile individuare il gene responsabile della stessa forma anche nella persona non affetta dalla malattia
a cura di DANIELA OVADIA ra malattie rare e tumori vi è un collegamento che la scienza sta cercando di sfruttare. Ambedue hanno infatti origine nel genoma e molte malattie rare sono caratterizzate dalla comparsa più o meno precoce di tumori. Per questa ragione presso l’Istituto FIRC di oncologia molecolare vi sono gruppi di ricerca che studiano i processi molecolari alla base di malattie apparentemente lontane da quelle oncologiche eppure molto utili per capire anche i meccanismi di formazione dei tumori. “Conosciamo i geni coinvolti nella genesi di alcune malattie rare e possiamo pre-
T
Le immagini sono tratte dal film I bambini della notte
sumere che possano giocare un ruolo nella trasformazione della cellula da sana a maligna” spiega Marco Foiani, direttore scientifico di IFOM. “Questo ci consente di fare delle analisi predittive sia sul paziente affetto da malattia rara sia sui suoi familiari”. In sostanza lo studio delle malattie rare funge da “setaccio” e permette di andare a cercare il responsabile di un cancro all’interno di un gruppo ristretto di sospetti, accelerando l’identificazione della causa molecolare e facilitando la messa a punto di terapie mirate contro il gene chiave del processo. Il contesto patologico che determina la predisposizione tumorale nei pazienti che soffrono di alcune sindromi
Le stesse mutazioni provocano tumori comuni
In questo articolo: xeroderma pigmentosum atassia-telangiectasia geni del cancro
ereditarie rare viene spesso replicato nei tumori che insorgono spontaneamente (quindi in pazienti che non soffrono di sindromi ereditarie). Conoscere le basi molecolari che causano il cancro nelle patologie ereditarie rare può quindi aiutare a comprendere il processo tumorale in generale. BAMBINI DELLA NOTTE Una delle patologie studiate in IFOM è lo xeroderma pigmentosum, che priva le cellule dell’epidermide della capacità di riparare i danni del DNA indotti dai raggi solari. I bambini (e gli adulti) che ne sono affetti vivono di notte o sono obbligati a girare completamente coperti per evitare che la luce solare possa provocare alterazioni del patrimonio genetico tali da indurre la formazione di tumori cutanei. Gli stessi geni mutati nello xeroderma sono danneggiati nei pazienti che manifestano tumori della pelle per eccessiva esposizione al sole e possono essere un bersaglio per cure mirate. LEUCEMIE E LINFOMI Un gene studiato dagli scienziati di IFOM, ATM, ha un ruolo cruciale nella com-
“
prensione di atassia-telangiectasia, una malattia ereditaria rara che provoca la degenerazione della corteccia del cervelletto e di alcune vie nervose, oltre ad alterazioni del sistema immunitario e predisposizione a sviluppare leucemie e linfomi, ma anche altri tumori, come il carcinoma gastrico. Il gene che la causa è presente nel due per cento circa della popolazione, ma la malattia si manifesta, a seconda dei Paesi, in un bambino ogni 50-100.000 nati. In IFOM sono stati studiati alcuni geni che innescano un meccanismo di riparazione del DNA: uno di questi è appunto ATM, in assenza del quale aumenta anche il rischio di formazione di neoplasie. Tra le varie funzioni, ATM ha infatti anche quella di regolare p53, il più noto gene oncosoppressore (cioè capace di impedire la trasformazione maligna). Gli individui colpiti da atassiatelangiectasia sono quindi esposti all’insorgenza di tumori (da 100 a 1.000 volte di più). “I pazienti che possiedono una sola copia del gene mutato (che sono, cioè, eterozigoti) sono ‘portatori sani’, ossia non manifestano
IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare di FIRC, la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici grazie a quanti sostengono concretamente la Fondazione. Dai anche tu il tuo contributo e senza versare denaro! Come? Aggiungi un piccolo lascito nel tuo testamento, è facilissimo: visita il sito www.fondazionefirc.it o telefona allo 02 79 47 07. Grazie.
alcun sintomo, ma sono più esposti della media all’insorgenza di tumori” spiega Foiani, che ha studiato in maniera approfondita come la cellula reagisce all’assenza delle proteine riparatrici attivate dal gene ATM. Anche in questo caso, oltre a mettere a punto test genetici per i casi di familiarità per
QUATTRO GRUPPI DI RICERCA
Sono quattro i gruppi di ricerca che in IFOM lavorano su geni associati a sindromi ereditarie che predispongono all’insorgenza tumorale. Marco Foiani dirige il programma di ricerca Integrità del genoma, che studia geni coinvolti nell’atassiatelangiectasia, nello xeroderma pigmentosum, nella sindrome di Nijmegen, nella sindrome di Seckel e
”
nella sclerosi laterale amiotrofica. Dana Branzei è a capo del programma di ricerca Meccanismi di riparazione del DNA, che studia geni coinvolti nella sindrome di Bloom, nell’atassia-telangiectasia e nella sindrome di Werner. Fabrizio d’Adda di Fagagna, col suo programma di ricerca Risposta al danno al DNA e senescenza cellulare, analizza i geni coinvolti
l’atassia, si stanno studiando approcci terapeutici personalizzati. Data l’incapacità di riparare i danni del DNA in portatori sani di questa patologia si è infatti scoperto che è bene non somministrare loro i comuni chemioterapici perché la prognosi peggiora.
nelle seguenti malattie rare e genetiche: atassia-telangiectasia, Atassia-Telangiectasia Like Disorder (ATLD), sindrome di Nijmegen e sindrome di Riddle. Vincenzo Costanzo, recentemente entrato in forze in IFOM con un programma focalizzato sulla regolazione della stabilità dei cromosomi, studia i processi molecolari alterati nei pazienti che soffrono di atassia-telangiectasia, Atassia-Telangiectasia Like Disorder (ATLD) e sindrome di Nijmegen.
RACCOLTA FONDI Arance e azalee
Un frutto solidale da 3,3 milioni di euro
Meglio prima che poi
a cura della REDAZIONE ono 370.000 le reticelle di arance che, il 26 gennaio scorso, nelle piazze di tutta Italia si sono trasformate in 3.300.000 euro: un grande frutto della generosità di migliaia di sostenitori che hanno voluto offrire il proprio contributo alla ricerca sul cancro, insieme allo straordinario impegno dei volontari AIRC che hanno completato la distribuzione delle Arance della Salute, in tutti gli angoli del Paese. In 20.000, infaticabili, si sono adoperati con qualsiasi condizione climatica. Un grande risultato, che assume ancor più significato nella crisi economica attuale e testimonia quanto la missione di AIRC sia condivisa. Con i fondi raccolti si è raggiunto l’obiettivo prefissato: garantire la continuità dei progetti di ricerca triennali – gli Investigator Grants – attivi nelle più qualificate istituzioni di ricerca italiane. Oltre al contributo della Regione Siciliana è stato prezioso, come sempre, quello degli studenti di 672 scuole, impegnati nella distribuzione del prezioso frutto.
S
a cura della REDAZIONE ltre 600.000 azalee distribuite in circa 3.000 Comuni italiani: domenica 12 maggio è il giorno in cui un fiore si trasforma in una grande forza che sostiene la ricerca. Ma non solo. In piazza troverete anche una guida con tanti consigli sulla prevenzione e sugli screening oggi disponibili. Quando si pensa alla ricerca sul cancro, si immaginano scienziati impeSimone Comi
O
gnati a studiare nuove cure. È così, ma non dimentichiamo che, secondo le stime degli esperti, quasi il 70 per cento dei tumori potrebbe essere prevenuto o almeno diagnosticato precocemente se tutti agissimo correttamente sia negli stili di vita sia aderendo ai protocolli di screening e diagnosi precoce. AIRC ha finanziato un Programma speciale, legato ai fondi del 5 per mille, che è dedicato proprio alla messa a punto di nuovi strumenti di diagnosi. Nel frattempo possiamo tutte (e tutti) ricordarci di aderire alle iniziative di prevenzione di cui vi parliamo nella guida. Insieme all’Azalea della Ricerca, portiamo dunque a casa un vero e proprio “manuale di sopravvivenza”.
Per le Arance della Salute 2013 sono scesi anche quest’anno in campo gli YouTubers4AIRC, star del web seguite soprattutto dai più giovani, per raccontare il grande impegno a sostegno della ricerca sul cancro e offrire utili consigli per uno stile di vita sano. Zizzomagic, tra i meravigliosi portici e le piazze rinascimentali di Ferrara, ha seguito volontari e donatori impegnati nei banchetti delle arance. Sostegno all’evento è arrivato anche dagli altri YouTubers4AIRC, con i reportage dalle piazze e con le clip video Dieci consigli per vivere meglio: sigarette, alcol, sale, sport, ricette salutari, utili indicazioni perché la prevenzione inizi fin da giovani.
YouTubers4AIRC
Molto altro ancora su www.airc.it/comitati
Abruzzo - Molise...
Basilicata...
Tel. 085 352 15 - com.abruzzo.molise@airc.it - www.airc.it/abruzzo
Tel. 0971 411 208 - com.basilicata@airc.it - www.airc.it/basilicata
Una quattro ruote rossa per la ricerca
Primo Trofeo Gigi Liguori per AIRC Policoro (Matera) Grandi campioni della pallavolo si sono sfidati nel primo Trofeo di volley dedicato alla memoria di Gigi Liguori, a Policoro. Coserplast Matera e Caffè Aiello Corigliano hanno giocato la loro partita a sostegno della ricerca sul cancro. In serata il figlio di Gigi Liguori, Mario, ha partecipato alla “Lotteria pro AIRC”, unendosi all’impegno di Pina Parziale e di tutta la cittadina per la ricerca oncologica.
In breve dalla Basilicata Marconia (Matera) Sport e divertimento aiutano la ricerca targata AIRC: l’Associazione culturale Emanuele 11 e 72 ha organizzato la V edizione della StraMarconia, gara podistica per bambini, dilettanti e professionisti, con tre percorsi che si sono snodati per le vie della città. Il ricavato delle iscrizioni è stato devoluto al Comitato Basilicata.
Campobasso Studenti, ricercatori e l’entusiasmo di chi ha partecipato alla lotteria provinciale: un appuntamento ricco e interessante per l’estrazione dei biglietti della lotteria in favore di AIRC. All’evento, preceduto da un dibattito, hanno partecipato Melania Dovizia, ricercatrice dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, Maria Franca De Cecco, presidente Comitato Abruzzo-Molise, Annamaria Palmieri, consigliera, gli studenti dell’Itas Pertini. Fondamentale il contributo della De Benedittis Motors srl, che ha fornito il primo premio, una Hyundai i10 like.
Matera L’allegria delle uova al cioccolato anche quest’anno ha sostenuto la ricerca: il Comitato Basilicata ha portato nelle scuole le uova di Pasqua per AIRC.
In breve dall’Abruzzo-Molise L’Aquila Grande successo per la lotteria provinciale: i primi tre fortunatissimi si sono visti assegnare un’automobile Hyundai i10 like, una bici elettrica Wayel “l’eco” e un TV color LCD.
Calabria... tel. 0984 41 36 97 - com.calabria@airc.it - www.airc.it/calabria
Una cena davvero “Gioiosa” Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) È tornata per il quarto anno la cena di beneficenza organizzata dalla consulta giovanile di Gioiosa Jonica al ristorante Barone Rosso. Una serata di festa a favore di AIRC.
In breve dalla Calabria Laino Borgo (Cosenza) Si è svolta all’Hotel Chiar di Luna la serata a favore di AIRC “In ricordo di un amico - Omaggio a Nuccio Malancone”, giunta alla IX edizione. Cosenza Al JJ Club i giovani di AIRC hanno organizzato il II torneo di burraco in ricordo di Eleonora. A conclusione dell’iniziativa a favore della ricerca sul cancro una gustosa apericena.
Emilia-Romagna...
Friuli - Venezia Giulia...
Tel. 051 244 515 - com.emilia.romagna@airc.it www.airc.it/emiliaromagna
Tel. 040 365 663 - com.friuli.vg@airc.it - www.airc.it/fvg
Tra storia e antiquariato
Da Bononia a Bologna – 189 a.C. - 2011 Un itinerario in 39 capitoli, ad opera di qualificati esperti di storia dell’arte bolognese, per conoscere gli artisti e gli episodi che hanno lasciato il segno non solo a Bologna, ma in tutta Europa. Un viaggio ininterrotto, iniziato oltre 2.200 anni fa, che continua a proporre nuove mete. Il volume, edito per AIRC da Umberto Allemandi & C., 2012, è disponibile presso il Comitato Emilia-Romagna.
In breve dall’Emilia-Romagna San Lazzaro di Savena (Bologna) Il meglio della cucina emiliana alla “Sagra dei sapori”: il Circolo Arci San Lazzaro ha proposto vari menù, raccogliendo, grazie all’impegno di tanti volontari e all’adesione di molti partecipanti, un generoso contributo per AIRC. Ravenna Tutti i bambini in coro per AIRC al Circolo Ravennate e dei Forestieri: il coro “Libere Note” della scuola primaria “F. Mordani” ha organizzato un concerto benefico di canti popolari e natalizi. Un grazie particolare ai bambini, a Lions Club International e al Circolo Ravennate. Gragnano Trebbiense (Piacenza) Presso la chiesa di Gragnano Trebbiense AVIS e i musicisti dell’Ensemble Strumentale Scaligero hanno organizzato il tradizionale concerto in favore del Comitato Emilia-Romagna. Un evento di successo che ha raccolto l’entusiasmo del pubblico.
Campania... Tel. 081 403 231 - com.campania@airc.it - www.airc.it/campania
Uova e perle per AIRC Napoli “Una perla per la ricerca” è stato il tema della serata a Casa Ascione, a favore di AIRC: per il quinto anno lo showroom ha offerto generosamente spazio al cocktail di presentazione delle uova di Pasqua di Gay Odin, con i doni preziosi di Casa Ascione.
Trieste AIRC ha partecipato alla tradizionale Mostra mercato dell’antiquariato, presso il Salone degli Incanti, con uno stand a soggetto, in cui è stata allestita la mostra collaterale “L’elmo da combattimento”. L’esposizione comprendeva la parte significativa di una grande collezione privata triestina: circa 1.000 elmetti utilizzati dai vari eserciti, in diverse parti del pianeta, nei conflitti che hanno caratterizzato il XX secolo. Un’occasione per ricordare e riflettere sulle grandi guerre del secolo passato e per sostenere AIRC.
Lazio... Tel. 06 446 336 5 - com.lazio@airc.it - www.airc.it/lazio
St. Regis Rome per AIRC Roma The St. Regis Rome ha fatto da sfondo alla tradizionale serata di gala realizzata dal Comitato Lazio con Starwood Hotels & Resorts, per raccogliere fondi a favore della ricerca oncologica. Cena di gala offerta da St. Regis e estrazione di premi esclusivi, in collaborazione con Jason Wu, Damiani, Fendi, Tory Burch, Gucci, Valextra, Pirelli, Giambattista Valli, Hogan, Fay, Tecnogym e molti altri. Alla serata hanno partecipato i vertici sia di AIRC nazionale sia del Comitato Lazio e personaggi del mondo dello spettacolo, della finanza, dell’industria e della cultura. La serata ha permesso di raccogliere fondi per una borsa di studio.
In breve dal Lazio Napoli Villa Imperiale, a picco sul mare di Posillipo, è stata la splendida cornice per il 3° torneo di burraco con ricchi premi. L’evento è stato seguito da una meravigliosa cena con 200 partecipanti. Caivano (Napoli) Serata danzante all’auditorium Caivano Arte con la prima edizione di “Dance for Life”, per AIRC, organizzata dal volontario Fabio Gison insieme a ArteDanza Chorea, al Centro studi danza “Mena Di Maio”, con la partecipazione straordinaria dell’étoile Giuseppe Picone. 17 aprile - Napoli Al Teatro San Carlo va in scena per AIRC l’Olandese Volante di Richard Wagner: si tratta della prova generale in costume, con il parterre delle grandi serate. 34 | SPECIALE COMITATI | APRILE 2013
Fabrica di Roma (Viterbo) Arte e gusto per AIRC nella manifestazione “Mangia una pizza e friggi il cancro”: in occasione della festa patronale dei SS. Matteo e Giustino i volontari di AIRC hanno distribuito pizze fritte e crêpe. All’evento ha collaborato anche il Gruppo GIAD di Carbognano con lo spettacolo teatrale “Toccata e fuga”. Roma Le meraviglie della boutique Damiani sono state protagoniste dell’asta silente a favore di AIRC.
Liguria...
Lombardia...
Tel. 010 277 058 8 com.liguria@airc.it www.airc.it/liguria
Tel. 02 779 71 - com.lombardia@airc.it - www.airc.it/lombardia
Un’originale Rossella O’Hara…
Biumo Superiore (Varese) Nella splendida location di Villa Mozzoni si è tenuta una sfilata di alta moda della sartoria Selia, presentata da Max Frattini, in favore del Comitato Lombardia. Il portico della Villa ha incorniciato dieci radiose modelle con capi firmati Selia che hanno sfilato tra gli amici di AIRC. L’elegante pomeriggio è stato allietato anche da un’estrazione a premi tra gli ospiti (in palio anche un abito della sfilata) e da un cocktail. Un ringraziamento particolare a Cristina Litta Modignani, che ha ospitato l’evento, ad Anna Carla Bassetti Fornasetti di Selia e a tutti i partner della manifestazione.
Sfilata Selia per la ricerca
Genova Grande successo al Teatro dell’Opera Carlo Felice per il musical in forma parodiata di Via col vento, per la regia di Massimo Ratti, interpretato dalla compagnia teatrale “En travesti”, composta solo da attori maschi, dei “Professionisti allo sbaraglio” del Lions Club La Spezia “Host”. L’evento è stato patrocinato dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova. I proventi sono stati devoluti a varie associazioni tra cui AIRC Comitato Liguria.
In breve dalla Liguria Genova Alla II edizione di Moda & glamour per la ricerca, presso l’hotel Sheraton aeroporto, è stata presentata la collezione autunno/inverno 2012-13 dell’atelier genovese Adaesse della stilista Ada Spanio. La serata, condotta da Massimo Giletti, ha visto sfilare anche Angela Tuccia. L’evento è stato allietato da un cocktail e un’estrazione di fantastici premi. Genova È stato presentato presso l’hotel Melià Un sacchetto profumato e altre storie, raccolta di racconti di noti autori. Sono intervenuti Victor Uckmar, Umberto La Rocca, direttore de “Il Secolo XIX”, Isabella Bossi Fedrigotti, autrice, Gabriele Sabatosanti Scarpelli e Fernando D’Angelo in rappresentanza dei Lions, la giornalista Mariangela Rossi, l’attrice Carola Stagnaro. Giugno – Portofino (Genova) Si tiene la tradizionale serata di gala, in collaborazione con i volontari Baia di Portofino.
In breve dalla Lombardia Milano Al Chiosco Giannasi di piazza Buozzi si è svolta la sesta edizione de “Il pollo allo spiedo più buono della città”, con grande successo. L’intero incasso della giornata è stato devoluto ad AIRC. Milano Anche quest’anno si è tenuto al Teatro alla Scala il tradizionale concerto in favore del Comitato Lombardia. La Filarmonica della Scala è stata eccezionalmente diretta da Alexander Lonquich, che si è esibito anche da solista al pianoforte. Grazie ad Aon, Coeclerici, Italiana Assicurazioni e Studio Spiniello partner dell’evento.
Marche...
Piemonte - Valle d’Aosta...
Tel. 071 280 413 0 - com.marche@airc.it www.airc.it/marche
Tel. 011 993 335 3 - com.piemonte.va@airc.it - www-airc.it/piemonte
2° Memorial Patrizia Baroni Sirolo (Ancona) Nella splendida cornice del Conero Golf Club si è svolta la II edizione del Torneo di golf memorial Patrizia Baroni. Moltissimi i partecipanti che hanno ricordato con affetto e solidarietà la storica segretaria del Comitato Marche prematuramente scomparsa. A seguire un torneo di burraco e un aperitivo per brindare con i vincitori.
In breve dalle Marche Macerata È giunto alla III edizione il Torneo di tennis IV categoria maschile memorial Fabrizio Liuti, presso l’Associazione tennis Giuseppucci. Grande partecipazione per l’evento in onore del giornalista maceratese, volontario AIRC. Ancona Lo sport per AIRC fa il giro dell’orologio: presso l’Associazione tennis per 24 ore consecutive sportivi di ogni disciplina (tennis, beach volley, beach tennis, burraco…) hanno gareggiato per rendere il cancro sempre più curabile, in ricordo di Ferdinando Zannini. Tutte le quote di partecipazione sono state devolute ad AIRC. Sirolo (Ancona) Nell’incantevole scenario dell’Hotel Monteconero e della riviera si è svolto un Torneo di burraco per sostenere la ricerca sul cancro.
Grandi chef portano in tavola la solidarietà Cervere (Cuneo) Quattro grandi chef per una cena a sette stelle Michelin: l’Associazione NordOvest 2020 ha organizzato una prestigiosa cena di gala benefica, il cui ricavato è stato destinato in parte ad AIRC. L’evento ha visto ai fornelli Pino Cuttaia (ristorante La Madia, Licata), Gennarino Esposito (ristorante O Sarracino, Vico Equense), Giampiero Vivalda (ristorante Antica Corona Reale, Cervere), Shiqin Chen (ristorante Rei, Il Boscareto).
In breve da Piemonte-Valle d’Aosta Torino Divertimento solidale al Teatro Agnelli, con il gruppo teatrale Patch Adams del Cral ASL TO2, che ha messo in scena la commedia brillante Peggio per chi muore, che chi vive si consola, in favore di AIRC. Asti Quattro squadre di calcio sono scese in campo per il I Memorial Pino Liberti, appuntamento organizzato grazie all’impegno della famiglia e della Polisportiva Cassa di Risparmio di Asti. Il ricavato dell’offerta libera è stato devoluto ad AIRC. Torino Sappiamo ancora raccontare una storia? Questo il tema del dibattito al Circolo dei lettori, per presentare il libro Un sacchetto profumato e altre storie. Sono intervenuti Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Philippe Daverio, autore di “il cibo dei miei ricordi”, la regista teatrale Andrèe Shammah.
Sardegna... Tel. 070 664172 - com.sardegna@airc.it - www.airc.it/sardegna
Vele al vento per AIRC Alghero Una gara di vela e di solidarietà: la sezione algherese della Lega navale italiana ha organizzato il Trofeo AIRC, quarta prova del campionato Vento de l’Alguer. Le sfide in mare e la premiazione dei vincitori della regata sono state seguite da una cena, per sostenere la ricerca sul cancro, con un’ampia partecipazione.
In breve dalla Sardegna Orotelli (Nuoro) Grande festa folcloristica e sfida sportiva nella serata “Ricerca rossonera”, per sostenere AIRC. Uras (Oristano) Si è svolto nel parco del comune la sfilata di moda con cena e musica a favore di AIRC, con il supporto di tanti volontari e del comune. Budoni (Olbia-Tempio) Comune di Budoni e Rotary Club di Siniscola hanno organizzato una conferenza e concerto per coro a favore di AIRC, all’auditorium cittadino. Sassari Tutti in libreria per AIRC: durante la “Lettura in piazza”, presso la libreria Petali di carta, l’attore Carlo Valle ha letto brani del libro Un sacchetto profumato e altre storie. A seguire, alla libreria Dessì Mondadori, Valle ha raccontato una toccante testimonianza di chi ha sconfitto il cancro. La serata si è conclusa con un buffet e la distribuzione del libro. Cagliari È arrivato alla quinta edizione il “Nutella Party” promosso dal Comitato Sardegna, presso “La Corte in Giorgino”, con giochi, mercatino delle torte, lotteria, mostra di presepi e, soprattutto, tanto pane con nutella, per la gioia dei tanti bambini presenti.
Puglia...
Sicilia...
Tel. 080 521 870 2 - com.puglia@airc.it - www.airc.it/puglia
Tel. 091 611 034 0 - com.sicilia@airc.it - www.airc.it/sicilia
Dalla scienza alla tavola
Lotteria di San Valentino
Bari Tanti gli eventi organizzati dal Comitato Puglia, in occasione dei Giorni della Ricerca. Michele Mirabella ha guidato la conversazione “Dalla complessità del cancro nascono nuove opportunità di cura” con Dammacco, Vacca e Silvestris, professori dell’Università di Bari. In collaborazione con la Fondazione lirico sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, si è tenuta la “Guida all’ascolto de l’Italiana in Algeri” di Rossini, conversazione con Nicola Scardicchio, professore del Conservatorio, al pianoforte il M.° Leonardo Smaldone. Antonio Moschetta, ricercatore AIRC, e Nicola Sbisà, giornalista e Accademico della Cucina Italiana, hanno discusso sul tema “Cioccolato: istruzioni per l’uso”, mentre Antonio De Rosa, chef e professore ha offerto una lezione sull’uso del cioccolato in cucina.
Caltanissetta Per la festa degli innamorati si è svolta la lotteria provinciale, seguita con impegno dalla delegata AIRC Romana D’Aquila, insieme alle delegazioni della Provincia. Ad aggiudicarsi il primo premio, una nuova Fiat Panda, un fortunato vincitore di Niscemi.
In breve dalla Sicilia Milazzo (Messina) Grande concerto al Teatro Trifiletti con il trio “Hasta La Vista” e la star Cheryl Porter che con umanità e allegria ha conquistato il pubblico. Palermo In ricordo di Nino Romano, professore di igiene e medicina preventiva all’Università di Palermo, recentemente scomparso, delle sue doti umane e di grande scienziato, il fratello Franco Maria ha donato all’AIRC un importante contributo a sostegno della ricerca. Acireale (Catania) Il Credito siciliano ha consegnato ad AIRC un importante contributo di beneficenza, che rappresenta un terzo dei diritti d’asta incassati per la vendita all’incanto di preziosi. Alla cerimonia hanno preso parte il direttore generale della banca Saverio Continella, il vice direttore Vittorio Pellegatta, il presidente Paolo Scarallo, il presidente del Comitato Sicilia AIRC Riccardo Vigneri.
In breve dalla Puglia Barletta (BT) Sesta edizione del pranzo tradizionale per AIRC, curato dalla famiglia Nigro e dallo chef Vincenzo De Palo al ristorante Il Brigantino: un grande successo per sostenere la ricerca sul cancro. Bari Presso il Circolo della Vela “Al Margherita”si è tenuta la presentazione del libro Un sacchetto profumato e altre storie, con lo scrittore Gianrico Carofiglio e Michele Mirabella. 2 maggio – Taranto Nella Sala degli specchi del Palazzo di Città ci sarà il concerto “La musica ama la ricerca - Un concerto per AIRC” tenuto dal M°. Jacopo Raffaele e organizzato dalla responsabile AIRC di Taranto, Nella Abruzzese. Giugno – Massafra (Taranto) Torna l’VIII edizione delle “Masserie aperte alla ricerca”: Carla Martucci, consigliera AIRC, e i suoi infaticabili volontari vi aspettano tutti in una splendida location. Giugno – San Severo (Foggia) I Leo Club di Puglia si uniscono per sostenere la ricerca, in occasione del 2° Memorial “Enzo Manduzio”.
Catania Grande successo per la lotteria di San Valentino, seguita con entusiasmo da Rosa Maria Baiamonte Mazza insieme alle delegazioni della Provincia: in palio una Chevrolet Spark, vinta da un fortunato di Catania.
RICCARDO VIGNERI NUOVO PRESIDENTE SICILIA Un saluto al nuovo presidente del Comitato Sicilia Riccardo Vigneri, professore di endocrinologia all’Università degli studi di Catania, con l’augurio di buon lavoro. Inoltre, il nostro ricordo va a Arabella Salviati, recentemente scomparsa, presidente del Comitato dalla sua costituzione.
Toscana...
Umbria...
Tel. 055 217 098 - com.toscana@airc.it - www.airc.it/toscana
Tel. 075 583 813 2 - com.umbria@airc.it - www.airc.it/umbria
Un’asta per rilanciare la ricerca
I love Futsal, in campo per AIRC
Firenze Argenti, gioielli, antiquariato, quadri… ma anche soggiorni, visite ai musei in esclusiva, vacanze: anche quest’anno si è svolta con successo la 28° edizione dell’asta per AIRC, presso la casa d’aste Pandolfini a Firenze, promossa dal Comitato Toscana.
Terni Una vera e propria maratona calcistica al Paladivittorio, per sostenere AIRC: l’associazione BarMario, insieme alla redazione di c5umbria.it ha organizzato la manifestazione benefica I love Futsal. Il pomeriggio calcistico ha visto l’incontro di calcio a cinque, serie A femminile, Ternana Futsal-Atletico Ardea, il Torneo giovani promesse (classi 2001, 2002,2003), le premiazioni e l’assegnazione dei Golden Futsal awards e il quadrangolare tra giocatori regionali di calcio a cinque (serie B, C1, C2, D).
In breve dalla Toscana Porcari (Lucca) Presso il ristorante Stefan, Pierangelo e Edi Granucci e Gino e Nicoletta Toschi hanno organizzato una cena per sostenere la ricerca sul cancro. Bettolle (Siena) In occasione della tradizionale Mostra dei Presepi nel Comune senese, AIRC era presente con un mercatino di orecchini a favore della ricerca.
8 marzo – Perugia Per la festa delle donne il Gingillo lounge café organizza l’“Aperidonna”, serata conviviale dedicata alle protagoniste della giornata, con contributo a favore di AIRC.
NUOVO PRESIDENTE DELL’UMBRIA Un saluto e un augurio di buon lavoro a Elisabetta Puccetti Margaritelli, dal 13 dicembre 2012 nuovo presidente del Comitato Umbria.
Veneto... Tel. 041 528 917 7 - com.veneto@airc.it - www.airc.it/veneto
30 candeline sul Canal Grande Venezia Nella suggestiva cornice del Canal Grande, l’hotel Westin Europa & Regina ha offerto una cena, grazie alla generosità della direzione, per festeggiare i 30 anni del Comitato Veneto. Hanno preso parte alla serata molti amici di AIRC, tra cui imprenditori e personalità del mondo della cultura. Ad allietare gli ospiti, la generosa presenza del cantante Peppino di Capri.
Volontari in festa Venezia In occasione del trentennale del Comitato Veneto, si è svolta una giornata di festa dedicata ai volontari. Ospiti della Scuola Grande San Giovanni Evangelista, volontari del Veneto e Trentino Alto Adige, ricercatori e direttivo hanno ricordato i primi passi del Comitato. Gli interventi del presidente nazionale Piero Sierra e del presidente del Comitato Vittorio Coin hanno sottolineato il ruolo cruciale e indispensabile dei volontari sul territorio. In omaggio ai presenti un disegno offerto dall’artista Fabrizio Plessi. Venezia Grande serata di musica all’Hard Rock Cafe Venice che ha ospitato, in un evento per AIRC, l’artista brasiliana Heloisa Lourenco (Luma); al pianoforte il M.° Paolo Vianello, Stefano Ottogalli alla chitarra e Luca Bortoluzzi alle percussioni. Presente anche il ricercatore di Padova Antonio Rosato APRILE 2013 | SPECIALE COMITATI | 37
IL MICROSCOPIO
Maria Ines Colnaghi direttore scientifico AIRC
Una ricerca di qualità
A
ATTENTI ALLE TRUFFE AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, cioè non ha incaricati che vanno di casa in casa a raccogliere contributi. Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando la polizia (113) o i carabinieri (112).
nche nel 2012 i ricercatori finanziati da AIRC hanno pubblicato migliaia di articoli su riviste scientifiche internazionali. Questo dato riflette il livello della ricerca prodotta e conferma la qualità delle nostre scelte nell’impiego dei fondi. La rilevanza scientifica delle ricerche italiane non passa inosservata nel panorama mondiale: queste sono ripetutamente citate da studiosi stranieri che lavorano nello stesso ambito e diversi nostri ricercatori sono leader mondiali nel proprio campo. La citazione dei dati pubblicati da ricercatori AIRC da parte di altri scienziati non è solo sinonimo di qualità, ma anche un contributo concreto alla costruzione e agli scambi di nuove conoscenze a vantaggio della collettività mondiale. Il cancro non è una, ma tante malattie differenti, che come tali vanno curate in modo diverso e specifico. La ricerca è l’unica soluzione per raggiungere l’obiettivo: sviluppare cure disegnate ad hoc per ogni tipo di tumore. Ciò è reso possibile dalle nuove tecnologie che negli ultimi dieci anni hanno permesso un’accelerazione epocale nella ricerca sul cancro. Non solo si sono ottenute molte più informazioni in molto meno tempo rispetto al passato, ma è stato possibile mettere a fuoco contemporaneamente l’immagine d’insieme e il dettaglio: il corpo intero accanto alle cellule e alle molecole. E questa nuova visione ha cam-
biato radicalmente la prospettiva con cui guardiamo oggi alla malattia e alla cura. Per raggiungere la meta abbiamo bisogno delle idee, della fantasia, del coraggio e dell’azzardo dei giovani cervelli sempre più preziosi per la ricerca italiana e non solo. Per questo AIRC ha sviluppato un programma per far crescere una nuova generazione di scienziati dediti alla ricerca oncologica nel nostro Paese, offrendo loro un percorso che prevede prima di tutto esperienze formative in Italia ma soprattutto all’estero, creando anche le condizioni per incoraggiarne il rientro in Italia, con bandi appositamente studiati. Poiché la distanza tra il laboratorio e la clinica si è estremamente accorciata, le loro scoperte innovative derivate dagli studi effettuati al bancone di laboratorio avranno un rapido impatto sulla diagnosi e sulla cura dei tumori. Nell’insieme, con i Programmi speciali 2010 e 2011, finanziati coi proventi del 5 per mille, e con i progetti finanziati con la raccolta convenzionale i cittadini, tramite AIRC, sostengono l’attività di oltre 4.000 ricercatori attivi nella filiera della ricerca oncologica, dai laboratori di ricerca di base dove avvengono le scoperte, ai laboratori di ricerca di trasferimento in cui vengono vagliate ed elaborate, fino ai laboratori preclinici e poi al letto del paziente, dove approdano non solo nuove cure, ma anche diagnosi e prognosi innovative.