Fondamentale Aprile 2019

Page 1

Numero 2 - aprile 2019 - Anno XLVII - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479

Numero 2 - aprile 2019

TUMORI RARI

Lavorare in rete è l’unica soluzione per trovare una cura efficace

I risultati dei progetti 5 per mille

DAL LABORATORIO AL PAZIENTE


SOMMARIO

FONDAMENTALE aprile 2019

In questo numero:

5 PER MILLE 04 Con i progetti di AIRC la ricerca italiana ha cambiato marcia 08 RUBRICHE Progressi della ricerca AIRC ONCOLOGIA CLINICA 09 Crescono il numero dei guariti e i bisogni sanitari ICARE2 12 C’èBORSE chi viene e c’è chi va FLASH 14 DalNOTIZIE mondo RARI 16 RTUMORI come raro, R come rete ONCOLOGIA MEDICA 19 Fatigue, la stanchezza che non passa SISTEMI SANITARI 22 Buone intenzioni spesso disattese ANIMALE 24 ISPERIMENTAZIONE veterinari degli OPBA a tutela degli animali IFOM 26 GliRICERCA ibridi che risvegliano i geni riparatori 27 IEVENTI ricercatori AIRC tra la gente DNA: che spettacolo la scienza! TESTIMONIAL 30 “Mi ha salvata la diagnosi precoce” RACCOLTA FONDI 31 Arance - Aziende - Memorie COMITATI 34 LeSPECIALE iniziative dei nostri Comitati regionali IL MICROSCOPIO 38 CRISPR/Cas9: una sigla verso il futuro

FONDAMENTALE Anno XLVII - Numero 2 Aprile 2019 - AIRC Editore

DIREZIONE E REDAZIONE Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro Viale Isonzo, 25 - 20135 Milano tel. 02 7797.1 - airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973. Stampa Rotolito S.p.A. DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci

09

Gli ex malati di cancro sono sempre più numerosi: per loro è necessario sviluppare una rete di assistenza

12

16

In rete per studiare i tumori rari e identificare cure efficaci

CONSULENZA EDITORIALE Daniela Ovadia (Agenzia Zoe) COORDINAMENTO EDITORIALE Anna Franzetti REDAZIONE Anna Franzetti, Simone Del Vecchio PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Umberto Galli TESTI Cristina Ferrario, Carlotta Jarach, Daniela Ovadia, Elena Riboldi, Fabio Turone FOTOGRAFIE E ILLUSTRAZIONI Maurizio D’Avanzo, Giulio Lapone, Marco Pacini, Francesco Poroli (illustrazione copertina, p. 4 e p. 6)

La ricerca è sempre più internazionale. AIRC, con la Commissione europea, facilita la mobilità dei giovani ricercatori

22

Un sito ministeriale per combattere le liste d’attesa in sanità

Fondamentale è stampato su carta Grapho Crystal certificata e proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.


EDITORIALE

Pier Giuseppe Torrani

TANTI MODI PER AIUTARE LA RICERCA. • con conto corrente postale n. 307272; • con carta di credito, telefonando al numero verde 800 350 350, in funzione tutti i giorni 24 ore su 24 o collegandosi al sito airc.it; • con un piccolo lascito nel suo testamento; per informazioni, www.fondazionefirc.it oppure tel. 02 794 707; • in banca: UBI Banca S.p.A. IBAN: IT49 C03111 01665 0000 0000 9390 Banco BPM IBAN: IT18 N050 3401 633 00000000 5226 Intesa Sanpaolo IBAN IT14 H030 6909 4001 00000103 528; Banca Monte dei Paschi di Siena IBAN IT87 E 01030 01656 00000 1030151; Unicredit PB S.p.A. IBAN IT96 P020 0809 4230 0000 4349176; • con un ordine di addebito automatico in banca o su carta di credito (informazioni al numero verde 800 350 350)

SEI UN’AZIENDA? Scopri come possiamo collaborare. Scrivi a partnership@airc.it

Presidente AIRC

Il 5 per mille, un impegno di partecipazione

C

ari amici, è tempo di 5 per mille. Nelle prossime settimane, infatti, deciderete a chi destinare la vostra firma e ci auspichiamo che sia ancora una volta a favore di AIRC. Questa scelta è fondamentale per continuare a finanziare la ricerca sul cancro: ogni anno sosteniamo più di 5.000 scienziati che lavorano nelle università, negli ospedali e nei centri di ricerca italiani e senza il vostro contributo sarebbe impossibile farlo. L’istituzione del 5 per mille è stata una decisione lungimirante del Legislatore italiano: quella di consentire ai contribuenti di dedicare a particolari soggetti o a particolari iniziative una parte delle imposte da loro versate. È stata una grande innovazione, di stimolo diretto ai contribuenti: un’iniziativa importante di democrazia fiscale in cui lo Stato riconosce che le indicazioni del contribuente abbiano valore vincolante per l’Amministrazione Pubblica. Il 5 per mille è un modo intelligente per riconoscere che i settori beneficiari hanno una grande rilevanza generale e che ciascuno di noi può direttamente partecipare con le sue indicazioni allo sviluppo, nel nostro caso, della ricerca scientifica. Inoltre, il codice del terzo settore ha definitivamente confermato quella scelta legislativa e ha fatto assumere a tutte le iniziative di volontariato, che rientrano in quelle identificate come di interesse comune, un preciso rilievo costituzionale. È il cittadino che interviene nel riparto delle risorse tributarie scegliendo il settore che lui intende promuovere. È un’indagine che lo Stato promuove per conoscere gli interessi strategici che i cittadini desiderano che siano promossi. È un vero e proprio patto fra i contribuenti e lo Stato che si impegna a riservare una parte di quanto ricevuto attraverso le imposte a quei settori che stanno a cuore ai suoi contribuenti. Impegniamoci, quindi, a dare un segnale forte a sostegno di questa scelta del Legislatore. Siamo noi con questo patto con lo Stato che possiamo contribuire direttamente al finanziamento della ricerca sul cancro. La comunità di AIRC (i suoi 4,5 milioni di sostenitori, i 3,5 milioni di ammalati di cancro che hanno superato la loro malattia, i 350.000 cittadini che ogni anno vengono attaccati dal cancro, i 20.000 volontari che impegnano il loro tempo in questa lotta) conta, quindi, sul vostro aiuto e sul vostro supporto. Siamo stati più di un milione e mezzo di cittadini in questi anni ad attivarci con il 5 per mille per finanziare la ricerca sul cancro: confermiamo questo impegno e cerchiamo di superarci. È una vera prova di partecipazione e di cittadinanza. Partecipiamo, quindi, tutti assieme a raccogliere le risorse per consentire ad AIRC di continuare con successo nel suo impegno pluriennale. È la speranza quella che ci stimola a impegnarci sempre di più sapendo che la strada imboccata ha già portato e ancor più ci porterà a sconfiggere questa malattia.

La ricerca del 5 per mille su Fondamentale

Gli articoli contrassegnati dal simbolo qui a destra sono dedicati ai risultati di alcuni dei Programmi speciali finanziati da AIRC grazie alle donazioni del 5 per mille. Per info: www.programmi5permille.airc.it APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 3


5 PER MILLE Finanziamenti

Con i progetti di AIRC la ricerca italiana ha cambiato marcia Il finanziamento alla ricerca, che AIRC porta avanti grazie alle scelte consapevoli di tanti contribuenti, sta creando una nuova mentalità e un nuovo approccio vincente alla lotta contro il cancro

In questo articolo: metastasi cure personalizzate

D

a cura della REDAZIONE all’esordio del 5 per mille AIRC ha raccolto mediamente 60 milioni di euro l’anno. Cosa ha reso possibile questo risultato straordinario? Merito della generosità degli italiani e della risposta di AIRC a questa eccezionale adesione. Negli ultimi anni, infatti, AIRC ha dato il via a una vera e propria rivoluzione nella ricerca oncologica del nostro Paese. Questa rivoluzione è tuttora in atto ed è sostenuta appunto dal denaro raccolto grazie alle scelte di oltre 1,6 milioni di italiani. “Il cancro è un problema enorme, che richiede di conse-

guenza un grande sforzo collettivo per arrivare a soluzioni concrete” spiega Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di AIRC, che poi aggiunge: “In effetti, l’idea di fondo dei finanziamenti basati sul 5 per mille è mettere insieme più forze, anche molto diverse tra di loro. Si tratta di far collaborare tante persone di valore e portarle a lavorare sullo stesso progetto affrontandolo da angolature diverse.” E anche se, almeno in teoria, la matematica non è un’opinione, “come risultato netto di tale collaborazione, la somma di 2+2 potrebbe non essere 4, ma addirittura 8” dice Caligaris Cappio, alludendo ai grandi risultati ottenuti in tempi relativamente brevi dai ricercatori impegnati nei progetti 5 per mille di AIRC. I TRE PILASTRI DEL SUCCESSO Grandi gruppi multidisciplinari, controlli costanti e trasparenza estrema. “Ogni progetto prevede la partecipazione di diversi gruppi e decine di ricercatori” afferma Michele Maio, direttore del Centro di immunoterapia oncologica al Policlinico Santa Maria alle Scotte a Siena e beneficiario di uno dei finanziamenti destinati allo studio delle metastasi. “Avere a disposizione in un’unica cordata un gruppo di ricercatori di diversa formazione permette di costruire una sorta di centro oncologico virtuale, sul modello dei grandi istituti esteri, dove è possibile contare su cervelli e tecnologie che mettendosi insieme possono rispondere praticamente a ogni nuova domanda” precisa l’oncologo, ricordando che questo nuovo

4 | FONDAMENTALE | APRILE 2019


LE TAPPE DEL LUNGO VIAGGIO modo di lavorare sta producendo un vero e proprio cambio di mentalità nei ricercatori che in Italia si occupano di oncologia. A tutto ciò si unisce un rigoroso processo di revisione, anche in corso d’opera, da parte di esperti internazionali: “Vogliamo essere certi che tutto ciò che investiamo sia utilizzato nel miglior modo possibile. È un dovere nei confronti dei donatori, ma soprattutto dei pazienti, destinatari finali di ogni singolo euro che va lla ricerca” aggiunge Caligaris Cappio. “Da ricercatore penso che le revisioni periodiche siano fondamentali, perché ti permettono di tirare le fila di quanto realizzato fino a quel momento e di aggiustare il tiro per le future ricerche” gli fa eco Alessandro Maria Vannucchi, dell’Università degli Studi di Firenze, beneficiario di due finanziamenti nell’ambito dei programmi 5 per mille. Tutto questo però non potrebbe arrivare e fare presa sui “non addetti ai lavori” senza la

grande trasparenza con la quale AIRC comunica i risultati e la destinazione esatta dei fondi raccolti. “Comunicare alla gente in modo chiaro, semplice e costante è senza dubbio una delle carte vincenti di AIRC” afferma Vannucchi. NON COSTA NULLA, MA VALE MOLTO “Donare il 5 per mille non costa nulla, e donarlo ad AIRC può davvero fare la differenza per la ricerca oncologica italiana.” Lo sostiene Michele Maio, ricordando una caratteristica importante di questa misura fiscale, ovvero il fatto che non toglie nulla al reddito. Non si tratta infatti di una “tassa” da pagare o di una classica donazione, ma piuttosto dell’opportunità di scegliere in modo consapevole a chi donare una parte del proprio IRPEF (l’Imposta sul reddito delle persone fisiche, che comunque il contribuente deve pagare). In altre parole è una quota dovuta allo Stato (parte dell’IRPEF), ma alla quale lo Stato ri-

Il 5 per mille permette di scegliere il destinatario

S

ono trascorsi quasi 10 anni da quando nel 2010 hanno preso il via i primi studi finanziati grazie ai fondi 5 per mille, 14 grandi progetti che hanno prodotto in pochi anni risultati sorprendenti. 10 appartenevano allo speciale programma “Oncologia clinica molecolare”, e 4 a quello denominato “Diagnosi precoce e analisi del rischio”. Dopo 5 anni di grande lavoro e ottimi risultati, 8 di questi 14 progetti hanno ottenuto un ulteriore finanziamento di due anni grazie al bando di estensione lanciato nel maggio 2015. Lo scorso anno ha preso il via il nuovo programma AIRC 5 per mille destinato allo studio di un problema cruciale per i pazienti oncologici, “La malattia metastatica”; sono stati selezionati 6 progetti dedicati in modo specifico allo studio dei meccanismi di disseminazione tumorale in base ai quali mettere a punto nuove terapie per affrontare e curare le metastasi.

nuncia, dando la possibilità ai contribuenti di destinarla a organizzazioni non profit per sostenere le attività. “Lavorando con l’etichetta di AIRC, e in particolare col finanziamento 5 per mille, mi sento onorato ma anche investito di una responsabilità particolare” spiega Vannucchi. “Parlo a mio nome, ma sono certo di interpretare il pensiero di molti altri colleghi che come me hanno avuto il privilegio di ricevere questi fondi, che creano una sorta di filo diretto tra ricercatore e citta-

dino, insieme in prima linea, seppur con ruoli differenti, per sconfiggere la malattia.” Senza dubbio gli italiani stanno dimostrando di credere in AIRC, come emerge dal numero di firme in costante crescita negli anni, e questo permette di guardare al futuro con ottimismo. “Tenendo ben presenti gli insegnamenti che arrivano dal passato, il nostro sguardo è rivolto al futuro. Un futuro che poggia sulle solide basi costruite in oltre cinquant’anni di sostegno alla ricerca” conclude Caligaris Cappio.

80051890152 ISTRUZIONI PER LA FIRMA

COME SOSTENERE I PROGETTI AIRC 5 PER MILLE

B

astano pochi minuti, una firma e qualche numero per destinare il proprio 5 per mille ad AIRC, ma è importante ricordare che si tratta di una scelta consapevole e attiva, che deve essere compiuta dal contribuente, anche nel caso in cui si utilizzi la dichiarazione dei redditi “precompilata” messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Ma andiamo con ordine. Per scegliere a chi

destinare la propria quota 5 per mille, il cittadino deve apporre la propria firma negli appositi riquadri presenti nel modello della dichiarazione dei redditi (Modello Unico, 730 o CU/Certificazione unica). Ci sono 6 riquadri, ciascuno corrispondente alla finalità di destinazione. Per scegliere come beneficiario finale AIRC occorre firmare nella casella denominata “Finanziamento della ricerca scientifica e università” e poi inserire nell’apposito spazio il codice fiscale dell’Associazione: 80051890152. Attenzione però, la scelta vale solo per un anno. È quindi fondamentale ripetere questa procedura a ogni nuova dichiarazione dei redditi. APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 5


Per saperne di più www.programmi5permille.airc.it

5 PER MILLE Finanziamenti

Gli obiettivi raggiunti Sono centinaia i ricercatori coinvolti nei programmi 5 per mille e in oltre tremila giorni di instancabile ricerca hanno raggiunto risultati importanti per la cura e la diagnosi di molti tipi di tumore. Decine di questi traguardi si sono meritati una pubblicazione sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali. Di seguito ne riportiamo alcuni tra i più concreti e significativi per il futuro dei pazienti.

Metodiche di laboratorio per realizzare trapianti di midollo efficaci anche con donatori non compatibili al 100 per cento (per esempio genitori)

Identificazione di nuovi bersagli molecolari per la leucemia linfatica cronica e il mieloma multiplo, su cui si stanno sperimentando farmaci mirati

Riclassificazione, grazie a moderni metodi di analisi genetica, delle leucemie e linfomi a cellule B, grazie alla quale è possibile trattare i pazienti in modo mirato e migliorare la prognosi

Scoperta, grazie all’identificazione di una specifica mutazione del gene BRAF, di una cura efficace per la leucemia a cellule capellute a base di vemurafenib che inibisce BRAF

Creazione di una biobanca dei tessuti per il tumore al pancreas, necessaria per studiare questo tumore ancora poco curabile

6 PROGRAMMI SPECIALI DEDICATI ALLO STUDIO DELLE METASTASI

2018

Studiare i cambiamenti molecolari delle cellule del tumore del colon-retto dalle sue prime fasi fino alla metastasi Alberto Bardelli

Comprendere il vero significato della “malattia minima residua” nei tumori del sangue

Sfruttare l’immunità per sconfiggere il tumore di colon-retto e pancreas e le loro metastasi

Robin Foà

Alberto Mantovani

Istituto per la ricerca e la cura del cancro, Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – Candiolo (TO)

Università degli Studi la Sapienza – Roma

Università Humanitas – Rozzano (MI)

Focus sui tumori metastatici con sede primaria sconosciuta, un enigma dell’oncologia

Capire come le modifiche epigenetiche nel melanoma possono determinare la capacità della malattia di diffondersi Michele Maio

Studiare l’evoluzione delle cellule dei tumori mieloidi come modello per altri tumori

Azienda Ospedaliera Universitaria – Siena

Università degli Studi di Firenze

Paolo Comoglio Istituto per la ricerca e la cura del cancro, Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – Candiolo (TO) 6 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

Alessandro Maria Vannucchi


2010

10 PROGRAMMI DI ONCOLOGIA CLINICA MOLECOLARE

Il sistema immunitario come arma contro il tumore

I geni guidano la cura dei tumori del sangue

Alberto Mantovani

Robin Foà

Fondazione Humanitas per la Ricerca – Rozzano (MI)

Università degli Studi la Sapienza – Roma

Dalle cellule staminali tumorali, nuovi marcatori e nuovi farmaci contro il cancro del colon e del polmone Ruggero De Maria Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma

Alla scoperta dei segreti delle malattie mieloproliferative

Tutte le strategie per il cancro al seno triplo negativo

Alessandro Maria Vannucchi

Giannino Del Sal

Università degli Studi di Firenze

CIB – Consorzio interuniversitario biotecnologie – Trieste

Come si vincono le resistenze del tumore del colon-retto

Paolo Comoglio Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (TO)

I piccoli RNA che governano leucemie e mielomi

Il cavallo di Troia che induce il cancro a suicidarsi

Pierfrancesco Tassone

Alessandro Massimo Gianni

Università degli Studi “Magna Græcia” – Catanzaro

Istituto nazionale tumori – Milano

Pier Paolo Di Fiore IEO Istituto europeo di oncologia, Università degli Studi di Milano

Comprendere meglio le comunicazioni tra tumori del sangue e microambiente verso terapie personalizzate

2011

4 PROGRAMMI DI DIAGNOSI PRECOCE E ANALISI DEL RISCHIO DI SVILUPPARE UN TUMORE

Staminali tumorali: il tallone di Achille del tumore al seno

Battere sul tempo il cancro del pancreas

Paolo Ghia

Aldo Scarpa

Ospedale San Raffaele – Milano

Università degli Studi di Verona

Molecole spia per identificare i tumori in fase precoce

La coagulazione è il campanello d’allarme per il cancro

Nanotech e nuovi materiali per la diagnosi precoce e la terapia personalizzata

Gabriella Sozzi

Anna Falanga

Giuseppe Toffoli

Istituto nazionale tumori – Milano

Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII – Bergamo

Centro di riferimento oncologico – Aviano (PN) APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 7


SURVIVOR 5 PER MILLE Leucemia a cellule capellute

In questo articolo: survivor gene BRAF

Una cura risolutiva nata dalla ricerca AIRC Giuseppe Martino è uno dei pazienti che hanno beneficiato dei risultati del programma 5 per mille. I ricercatori di Perugia hanno infatti identificato una versione mutata del gene BRAF che causa la leucemia a cellule capellute e il farmaco mirato (il vemurafenib) che può interferire con esso e curare i malati

A

a cura della REDAZIONE Perugia è arrivato quando la sua malattia aveva già ripreso a dare segnali preoccupanti, dopo un primo ciclo di terapia e un paio d’anni in cui il peggio sembrava passato. Giuseppe Martino era infatti in cura all’Ospedale di Monza, non lontano dalla casa di Biassono in cui tuttora vive con la compagna di vita Sabina, ed era seguito dal 2013: “Avevo fatto gli esami del sangue a causa di un’improvvisa tendenza all’affaticamento anche solo salendo le scale, e gli approfondimenti avevano subito portato alla diagnosi di leucemia a cellule capellute” racconta Martino, oggi cinquantenne. “Dopo alcuni cicli di terapia, i valori degli esami del sangue erano molto migliorati e il tipico ingrossamento della milza si era ridotto decisamente, tanto che le visite di controllo erano passate dalla frequenza di una ogni 45 giorni a una ogni tre me8 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

si, e i medici mi avevano detto di riprendere a fare una vita normale da tutti i punti di vista.”

Una ricerca in rete Martino aveva quindi ripreso il suo lavoro di tecnico elettricista, alle prese con installazioni di impianti di refrigerazione e condizionamento su terrazze e tetti, quando un lieve senso di malessere accompagnato da giramenti di testa gli suggerì di anticipare i soliti esami rispetto alla visita di controllo programmata: “Avevo già un’idea chiara di quali fossero i valori da guardare con più attenzione, ed erano decisamente sballati. Anche l’ecografia mostrava che la milza era di nuovo molto ingrossata. Mandai i referti alla dottoressa che mi seguiva, che mi disse di non preoccuparmi e che avremmo valutato la situazione alla visita di controllo già programmata, a quel punto imminente”. Per un caso fortuito, al controllo Martino trova una sostituta, che rinvia ogni decisione alla visita successiva, rimandandolo a casa con molte incertezze e mille domande. È allora che si mette a cercare informazioni su Internet, trovando molte pagine in cui ricorrono i nomi di Brunangelo Falini, dell’Università di Perugia, e di

Enrico Tiacci. Scopre che è in corso uno studio sperimentale sulla terapia della leucemia a cellule capellute finanziato da AIRC. Quando alla nuova visita a Monza gli prospettano di ripetere la terapia che ha già fatto, decide di chiedere un secondo parere, e chiama l’ospedale di Perugia: “Spiegai tutto a una gentile addetta, che raccolse i dati salienti. Il pomeriggio stesso mi chiamò il professor Tiacci, che mi chiese di inviargli tutta la documentazione”. Al risveglio l’indomani mattina Giuseppe trova una email spedita alle 4 del mattino: “Era il professor Tiacci, che dopo essersi consultato con il professor Falini mi proponeva di vederci la settimana seguente, per valutare la partecipazione alla sperimentazione clinica”.

Un lieto fine rimandato

È il luglio del 2016. Per metà settembre Giuseppe e Sabina avevano fissato la data del matrimonio, che avevano già rinviato due volte: nel 2008, quando lei aveva avuto una diagnosi di tumore al seno, e alla comparsa della leucemia di lui, nel 2013: “I medici mi dissero che erano fiduciosi, e in effetti dopo aver vissuto insieme a Perugia 40 giorni nell’accoglientissimo residence Daniele Chianelli, con il controllo quasi quotidiano e la terapia sperimentale, all’inizio di settembre siamo tornati a Biassono, e in cinque giorni abbiamo ultimato i preparativi per il matrimonio che Sabina aveva gestito da Perugia. Poi, il giorno dopo le nozze, siamo tornati a Perugia per il successivo appuntamento per la terapia”. Nel capoluogo umbro i due non hanno trovato solo un’équipe medica di eccellenza, ma anche un’associazione di familiari di malati da cui sono stati accolti con un’umanità e una socievolezza che li ha colpiti nel profondo: “Le visite di controllo in ospedale si sono diradate, ma noi continuiamo ad andare a Perugia ogni volta che è possibile, perché a dispetto della malattia la mia esperienza umana è stata davvero positiva”.


ONCOLOGIA CLINICA I survivor

Cresce il numero dei guariti e con esso i bisogni sanitari Grazie ai progressi nella cura del cancro e all’allungamento della durata media della vita, aumenta il numero di coloro che sono sopravvissuti alla malattia con effetti fisici, psicologici e sociali anche sulla lunga distanza. I sistemi sanitari sono alla ricerca del miglior modello di assistenza

a cura di CARLOTTA JARACH aranno 26 milioni, su una popolazione stimata di circa 380 milioni di abitanti, gli individui sopravvissuti a un tumore (i cosiddetti survivor) nel 2040 negli Stati Uniti. Lo affer-

S

ma, in una revisione pubblicata sul New England Journal of Medicine, l’esperto della Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York, Charles Shapiro. “Quasi tutti gli operatori sanitari incontreranno almeno un sopravvissuto al cancro” spiega l’esperto che ricorda come, secondo la definizio-

ne del National Cancer Institute statunitense, la qualifica di “sopravvissuto” si attribuisce nel momento stesso della diagnosi e dura tutta la vita. “Questa definizione olistica incoraggia i medici a prendere in carico chi si è lasciato la malattia alle spalle come un continuum all’interno dell’assistenza oncologica.” In pratica, anche gli oncologi e i centri specializzati devono attrezzarsi per dare supporto a quelli che normalmente considerano ex pazienti, che però hanno esigenze di salute diverse da quelle di chi non si è mai ammalato di cancro. Non solo: nella definizione di survivor sono inclusi anche i familiari e i caregiver, cioè coloro che assistono il malato.

“I caregiver sono gli eroi non riconosciuti, che forniscono supporto fisico e psicologico ai pazienti, e in tal modo subiscono alcuni effetti negativi sulla salute legati alla malattia del congiunto.” Anche in Italia, secondo EpiCentro, il dipartimento di epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità (ISS), i sopravvissuti al cancro sono in crescita e sono oltre tre milioni. E crescono soprattutto tra le donne, grazie agli innegabili progressi compiuti nella cura del tumore alla mammella. Le ragioni? I miglioramenti nella diagnosi precoce, i trattamenti all’avanguardia e l’invecchiamento generale della popolazione, che si traduce in un aumento in termini assoluto del numero di ex pazienti.

I caregiver sono gli eroi sconosciuti

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 9


ONCOLOGIA CLINICA I survivor LE ESIGENZE DEGLI EX PAZIENTI La qualità della vita e i bisogni di chi ha superato la fase acuta del cancro sono nodi cruciali per i sistemi sanitari di tutto il mondo, che si trovano ad affrontare la grande sfida di dover sostenere la cronicità degli (ex) pazienti. Molti lungo-sopravviventi stanno benissimo, ma almeno un quarto di loro si trova a fare i conti con altre patologie dopo la guarigione. Alcuni sviluppano secondi tumori legati alle cure oppure alla stessa predisposizione genetica che ha provocato il primo; altri soffrono di tossicità da farmaci, con precoce perdita di udito, vista, oppure altri ancora devono fronteggiare la perdita della fertilità. La revisione di Shapiro elenca altre malattie che vanno tenute sotto controllo: depressione, deficit neurologici e cognitivi, esiti di interventi chirurgici, malattie endocrine, dolore cronico, cardiopatie, fibrosi polmonari, senza dimenticare obesità e disturbi immunitari legati rispettivamente all’uso di terapie ormonali e di immunoterapie. “Una categoria a parte è costituita dagli ex pazienti pediatrici” spiega ancora Shapiro. “Oggi per fortuna i tumori pediatrici guariscono in moltissimi casi, ma abbiamo dati che confermano un invecchiamento precoce in alcuni ex pazienti, a volte persino a partire dai 45 anni. Bisogna saper affrontare questi casi con farmaci opportuni, come ormoni o cardioprotettori.” Le spese mediche per que-

sta categoria di pazienti sono aumentate negli ultimi decenni e si prevede che cresceranno più velocemente di qualsiasi altra area dell’assistenza sanitaria. ASSISTENZA DOPO LA CURA Curare gli effetti collaterali e prevenire le patologie aggravate dalle terapie antitumorali dipende dalle competenze del medico (che deve sapere quali siano i rischi cui va incontro chi è sopravvissuto grazie a chemio e radioterapia, oppure alle nuove terapie immunologiche) ma anche dal paziente stesso, che deve essere educato a segnalare tempestivamente al proprio medico curante eventuali anomalie. È pertanto fondamentale istituire controlli a cadenze predeterminate, i cosiddetti follow-up, anche subito dopo la conclusione dei trattamenti. Si tratta di visite, esami e accertamenti descritti dalle linee guida nazionali e internazionali, per identificare precocemente eventuali recidive o problemi correlati al tumore. Una categoria particolarmente fragile è quella degli anziani. Per loro è necessario mettere a punto protocolli di valutazione periodica mirati, più che all’allungamento della vita a tutti i costi, a un miglioramento della qualità di vita, che può essere compromessa dalle malattie secondarie ai trattamenti antitumorali che si sommano alle comuni malattie della vecchiaia. “La valutazione geriatrica dei sopravvissuti de-

Gli effetti collaterali compaiono dopo anni

10 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

In questo articolo: oltre la malattia effetti collaterali follow-up

ve concentrarsi sulle aree di fragilità, come l’autonomia e la protezione delle funzioni cognitive” spiega ancora Shapiro. “Esistono già strumenti sviluppati con questo obiettivo da specialisti in oncologia e geriatria, e prendono pochi minuti di tempo. Possono essere usati anche dai medici di famiglia nel corso delle normali visite di controllo.” GLI ASPETTI PSICOSOCIALI La riabilitazione oncologica non è soltanto fisica, ma riguarda anche la ripresa di stili di vita sani, soprattutto a livello nutrizionale e psicologico. Rabbia, depressione, ansia e solitudine paradossalmente peggiorano dopo la sconfitta della malattia, e spesso conta anche un diverso rapporto con la sessualità. “Dai dati che abbiamo raccolto su oltre un centinaio di pazienti tra i 18 e i 39 anni, abbiamo scoperto che per le donne che hanno una relazione, le probabilità di soffrire di disturbi nell’intimità cresce nel tempo” spiega Chiara Acquati, ricercatrice di origini italiane che lavora all’Università di Houston, autrice principale di uno studio pubblicato sulla rivista Cancer. “Nel sesso femminile la malattia lede proprio l’immagine corporea.” Non è solo la sfera privata a essere oggetto di disparità di genere quando si parla di vita dopo il cancro. Secondo l’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) e l’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM), nel 2016 vivevano in Italia 3.136.709 persone che avevano superato un cancro (di cui 1,4 milioni maschi e

1,7 milioni femmine). Le donne, come dimostrato da interviste condotte dalle associazioni di pazienti, sperimentano diverse forme di discriminazione sia sul luogo di lavoro sia nella vita privata. Sono ad alto rischio di licenziamento e hanno maggiori probabilità di divorziare o di chiudere le proprie relazioni affettive. Ciò si traduce in insicurezza emotiva e mentale, talvolta a livelli allarmanti. “Lavorare è terapeutico e complementare alle cure: è necessario per dimostrare a se stesse e agli altri di stare bene, e in più ci si sente utili” spiega Nicoletta Orthmann, responsabile medico di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna. COME OFFRIRE ASSISTENZA CORRETTA Come affrontare l’assistenza di tutte queste persone è quindi diventata una questione prioritaria per i sistemi sanitari. Di recente l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) ha prodotto un documento per il miglioramento della qualità di vita dei sopravvissuti che chiede una più efficiente organizzazione sanitaria, con la messa a punto di piani di trattamento personalizzati, il finanziamento di progetti di ricerca dedicati a risolvere i problemi dei survivor e un più immediato accesso alle cure. “I survivor aumentano grazie a migliori trattamenti e una migliore gestione della malattia” spiega Francoise Meunier, direttore generale di EORTC, European Organisation for Research and Treatment of Cancer. “Tuttavia i governi non tengono conto di ciò che accade alla perso-


na dopo il trattamento. Non essere in grado di tornare alla vita normale è un enorme problema per i gli ex malati e una sfida sociale per tutti.” La European Society for Medical Oncology (ESMO), con il contributo di ECPC (European Cancer Patient Coalition) e IPOS (International Psycho-Oncology Society) ha prodotto la Patient Guide on Survivorship, una vera e propria guida per gli ex pazienti. “L’assistenza corretta com-

prende la sorveglianza postoperatoria, la gestione degli effetti collaterali tardivi del trattamento, il miglioramento della qualità della vita e la salute psicologica ed emotiva. Anche familiari, amici e operatori sanitari dovrebbero essere considerati parte dell’esperienza di sopravvivenza” ribadiscono anche da ESMO.

INIZIATIVE

UN PASSAPORTO PER GLI EX BAMBINI

C

ompie dieci anni l’idea di fornire a tutti i pazienti oncologici pediatrici un “passaporto” elettronico in grado di conservare tutti i dati e le informazioni riguardanti la loro salute. Si chiama European Survivorship Passport, ed è nato in seguito ad un congresso del 2006 tenutosi a Erice, in provincia di Trapani. “Nel 2006 si cominciava a capire che il numero di bambini sopravvissuti al cancro stava crescendo. E che, per loro, il passaggio dal mondo della pediatria a quello della medicina degli

adulti comportava non pochi problemi. A cominciare dal follow-up generico fino alle cure eventualmente necessarie per una serie di possibili patologie tardive derivanti dal tumore che li aveva colpiti da piccoli o dalle cure necessarie a guarirlo” spiegava Riccardo Haupt, tra i promotori del progetto. Il documento elettronico (traducibile automaticamente in diverse lingue per tenere conto della sempre maggiore mobilità dei giovani) contiene i dati sul tumore primitivo e sugli interventi e le cure (con dosaggi) a cui il paziente è stato sottoposto nel passato. Propone anche, sulla base delle linee guida internazionali, uno schema per i follow-up e divide gli esami di controllo tra raccomandati, non utili e potenzialmente utili in base alla storia del paziente. APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 11


BORSE iCARE-2 Finanziamenti

C’è chi viene e chi va grazie ad AIRC e all’Unione Europea Le borse di ricerca del programma iCARE-2 sono finanziate in parte da AIRC e in parte dall’Unione Europea con lo scopo di favorire la mobilità internazionale dei ricercatori. È una collaborazione prestigiosa che conferma la serietà dei criteri di selezione di AIRC

A

a cura di CARLOTTA JARACH lmeno 30 borse di studio triennali destinate ad altrettanti giovani perché possano portare avanti il proprio progetto di ricerca sul cancro in importanti istituzioni italiane ed europee: è l’obiettivo dell’iniziativa iCARE-2 (International Cancer Research Fellowships), cofinanziata da AIRC e dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon 2020. Con iCARE-2, AIRC promuove la mobilità da e verso l’Italia, rafforzando così il proprio impegno a raggiungere l’obiettivo della Commissione Europea per un mercato aperto ai ricercatori di tutto il mondo.

questi fondi, scienziati non italiani interessati a trascorrere un periodo di ricerca in un’istituzione scientifica in Italia possono trovare i finanziamenti adatti e contribuire alla crescita della ricerca oncologica nel nostro Paese. Infine la Reintegration Fellowship è pensata per i ricercatori italiani che hanno lavorato all’estero per almeno due anni negli ultimi 36 mesi e che desiderano tornare a fare ricerca sul cancro in un centro in Italia. Matteo, Maria e Linda sono tre dei borsisti che hanno iniziato nel 2019 il loro progetto grazie ad iCARE-2.

Il sistema immunitario nelle metastasi cerebrali Matteo Massara ha un dottorato di ricerca in medicina sperimentale e biotecnologie mediche. Ha lavorato all’Istituto clinico Humanitas e si trova ora a Losanna grazie alla borsa Outgoing per studiare il ruolo dei macrofagi e della microglia nelle metastasi al cervello, generate da diversi tumori primari (soprattutto cancro al seno, al polmone e melanoma). Ha sempre amato la biologia applicata e la vita da laboratorio, e ha trovato nell’immunologia la propria strada. “Il mio è un progetto di biologia di base, quindi le conoscenze che verranno generate non avranno una immediata ricaduta clinica ma saranno fondamentali per futuri sviluppi” ci tiene a precisare. La risposta immunitaria è essenziale nel controllo del tumore: conoscerne i meccanismi permetterà di sfruttarla al massimo per migliorare la prevenzione e la cura. La scelta di Losanna non è casuale: “qui si trova il gruppo di ricerca di Johanna Joyce. È un gruppo di lavoro che ha identificato in passato diver-

Tre opportunità Sono tre le tipologie di borse di studio proposte nei bandi di iCARE-2: c’è la borsa Outgoing Fellowship, indirizzata ai ricercatori di qualsiasi nazionalità che hanno lavorato in Italia per più di tre anni e che sono interessati a un’esperienza all’estero. Il secondo tipo di borsa si chiama Incoming Fellowship: grazie a

12 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

Queste borse di studio sono state co-finanziata da AIRC e dal programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea Horizon 2020 mediante il contratto Marie Skłodowska Curie numero 800924


In questo articolo: borse di studio mobilità Unione Europea

si meccanismi biologici che hanno portato a nuovi approcci di cura nei tumori del cervello. Ho voluto combinare la mia attività in immunologia sviluppata a Milano con le loro conoscenze sulla biologia dei tumori cerebrali”.

Riprogrammare il cancro del colon-retto Da Barcellona a Torino, passando per gli Stati Uniti: Maria Serra è una ricercatrice spagnola specializzatasi a Boston con studi sulle cellule staminali. Dopo sette anni ha deciso di tornare in Europa e di applicare le proprie conoscenze in ambito tumorale all’Istituto di Candiolo in Piemonte. “Esistono prove scientifiche che alcune cellule presenti all’interno dei tumori possiedano caratteristiche tipiche delle cellule staminali” spiega Maria Serra. La borsa Incoming di iCARE-2 le permetterà di studiare il ruolo del metabolismo del glucosio nel carcinoma del colon-retto, uno dei vari meccanismi alterati nelle cellule tumorali, che rendono le stesse più aggressive e in grado di adattarsi all’ambien-

te circostante. La ricercatrice studierà infatti il ruolo della riprogrammazione metabolica, ovvero quella capacità delle cellule tumorali di alterare il proprio metabolismo per supportare la crescita e la rapida proliferazione. “Fare la ricercatrice non è qualcosa che ho deciso. È parte di me. Sono sempre stata attratta dalla conoscenza e ho sempre cercato di trovare da me le risposte ai miei interrogativi, perché non mi bastava semplicemente imparare e leggere delle scoperte fatte da altri. È un lavoro duro sotto molti aspetti, ma altrettanto gratificante.”

cerche all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Lo scopo del suo progetto è consolidare la linea di ricerca che ha perseguito negli ultimi anni e studiare come i glucocorticoidi modifichino la funzione delle cellule natural killer, cellule del sistema immunitario che svolgono un ruolo importante nel riconoscimento e nella distruzione delle cellule tumorali. I glucocorticoidi sono ormoni endogeni, ma esistono dei farmaci, chiamati corticosteroidi, che sono la forma sintetica di questi ormoni. Vengono somministrati ai pazienti malati di cancro soprattutto per tollerare gli effetti avversi della chemio e altre terapie. “Vogliamo studiare come questi farmaci possano regolare positivamente o negativamente la funzione delle cellule natural killer. È fondamentale capire sempre più nel dettaglio come funzionano il nostro organismo e il sistema immunitario, quali sono le basi cellulari e molecolari e quali i meccanismi, per poi agire a beneficio del paziente.”

La mobilità dei giovani crea la rete internazionale

Il sistema immunitario e i farmaci cortisonici Nata e cresciuta a Roma, Linda Quatrini è una delle borsiste iCARE-2 Reintegration. Grazie ad AIRC nel 2014 si era trasferita a Marsiglia per un periodo di ricerca dopo il dottorato (post doc), e sempre grazie ad AIRC è riuscita a tornare in Italia per continuare le sue ri-

VUOI FARE UNA GRANDE DONAZIONE PER UNA BORSA DI STUDIO? CONTATTACI! Se desideri legare il tuo nome, o il nome di una persona cara, alla lotta contro il cancro, puoi scegliere di istituire una borsa di studio per l’Italia o per l’estero intitolata. Con una donazione minima di 25.000 euro, contribuirai concretamente al sostegno della ricerca oncologica tramite la

formazione di un giovane e brillante ricercatore. Per ogni domanda specifica e per individuare la formula di donazione più giusta per te contatta Eleonora Erdas dell’ufficio Grandi Donatori. Tel. 027797289 eleonora.erdas@airc.it

APRILE 2017 | FONDAMENTALE | 13


NOTIZIE FLASH

Dal Mondo Fammi vedere la lingua I microbi presenti sulla lingua potrebbero essere spie utili per identificare precocemente i pazienti con tumore al pancreas. Un gruppo di ricercatori cinesi ha confrontato il microbioma della lingua (cioè l’insieme di tutti microbi che vivono sulla lingua) di 30 pazienti con tumore al pancreas in uno stadio iniziale e quello di 25 soggetti sani e ha pubblicato i risultati sul Journal of Oral Microbiology. Alcune specie di microbi erano più abbondanti nel microbioma dei malati che in quello dei sani. Se questo dato venisse confermato in studi su larga scala, l’analisi del microbioma potrebbe aiutare a formulare diagnosi precoci in un tumore, come quello al pancreas, per il quale al momento mancano strumenti efficaci.

Vitamina E e rischio cancro I dati riguardo al ruolo della vitamina E nei tumori sono discordanti: alcuni studi dicono che riduca il rischio di tumore, altri concludono che non lo modifichi e qualche dato su modelli animali suggerisce che possa persino aumentarlo. Alcuni ricercatori dell’Università di Harvard (USA) hanno scoperto una possibile spiegazione, pubblicata sul Journal of the National Cancer (JNCI). Analizzando i dati di circa 28.000 partecipanti a due studi clinici, hanno visto che tra coloro che avevano assunto supplementi di vitamina E l’incidenza dei tumori era più alta per chi aveva una variante di un certo gene e più bassa per chi aveva un’altra variante. Non a caso oggi c’è molto interesse per la medicina di precisione: le risposte ai farmaci e alle sostanze bioattive sono condizionate dal corredo genetico individuale.

I bambini in provetta non sono a rischio I bambini nati grazie alle tecniche di riproduzione assistita non hanno un rischio di tumore più alto degli altri bambini. Lo dimostra uno studio olandese pubblicato su Human Reproduction che ha analizzato i dati relativi a quasi 48.000 bambini nati da fecondazione assistita seguiti fino all’età di 21 anni. Il loro rischio di sviluppare un tumore era del tutto paragona-

14 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

bile a quello delle persone nate naturalmente da donne con problemi di fertilità e a quello della popolazione generale. Questo studio mette la parola fine al timore che le manipolazioni a cui è sottoposto l’embrione nella fase preimpianto o che gli ormoni somministrati alle madri possano avere a lunga distanza effetti in ambito oncologico.


Una spugna assorbi-chemio

Anche la scienza dei materiali è al servizio dell’oncologia: un gruppo di ricercatori dell’Università della California (USA) ha messo a punto un metodo che potrebbe ridurre alcuni effetti collaterali della chemioterapia. I risultati di questo lavoro sono stati di recente pubblicati su ACS Central Science. Gli scienziati hanno ideato un dispositivo che può catturare il farmaco dopo che ha agito sul tumore, ma prima che dia luogo a effetti tossici in altri organi. Il dispositivo è costituito da speciali polimeri assorbenti depositati su una struttura stampata in 3D e viene inserito temporaneamente, mediante una procedura mininvasiva, in un vaso sanguigno a valle del tumore. Nel test eseguito sul modello animale si è dimostrato efficace nell’intrappolare la doxorubicina, un farmaco chemioterapico molto usato. Se funzionerà anche nell’uomo, permetterà di aumentare le dosi di farmaco, in caso di tumori molto resistenti, senza ulteriori danni per l’organismo.

Cattive amicizie Alcune cellule del sistema immunitario, i neutrofili, favoriscono la diffusione delle cellule tumorali nell’organismo. La rivista scientifica Nature ha appena pubblicato una ricerca dell’Università di Basilea (Svizzera) che dimostra come i neutrofili facilitino la formazione delle metastasi nel tumore del seno. I ricercatori sono già all’opera da tempo per studiare come modificare il comportamento delle cellule del sistema immunitario, in modo da combattere anziché aiutare il tumore. L’interazione tra cellule tumorali e neutrofili potrebbe diventare un nuovo bersaglio dell’immunoterapia.

Fiutare il tumore del polmone col grafene Cosa lega la punta di una matita a un sensore per la diagnosi del tumore del polmone? Dalla grafite di cui è fatta la prima si ottiene il grafene per costruire il secondo. All’Università di Exeter (in Gran Bretagna) stanno testando nuovi sensori fatti di grafene con cui analizzare il respiro per cercare la presenza di marcatori tumorali volatili, ovvero sostanze prodotte dal tumore che vengono espirate dalla bocca. L’approccio è quello del “naso elettronico” e i sensori di grafite sembrano molto sensibili nel rilevare la presenza di molecole abbondanti nel respiro dei pazienti con tumore del polmone. Gli studi sono solo nella fase preliminare, ma dimostrano l’utilità per l’oncologia di un approccio multidisciplinare: la scienza dei materiali e la bioelettronica.

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 15


TUMORI RARI Reti e collaborazioni

R come raro, R come rete Esistono 200 tipi diversi di tumori rari: le persone colpite sono tante, ma i casi di ogni singola patologia sono pochi. Solo facendo rete si creano le conoscenze necessarie per rendere disponibili nuove terapie e migliorare la qualità di cura

S

a cura di ELENA RIBOLDI u quattro pazienti malati di cancro, uno ha un tumore raro. Nel loro insieme le neoplasie rare sono perciò un problema numericamente importante. I pazienti con tumori rari sono tuttavia penalizzati dall’esiguo numero di casi di ognuno dei diversi tipi esistenti. Studiare pochi casi rende difficile capire l’evoluzione e i “punti deboli” della malattia. Gli studi clinici richiedono di testare i nuovi farmaci su migliaia di pazienti. In più, essendo pochi i destinatari dei medicinali, le industrie farmaceutiche hanno meno interesse a promuovere la sperimentazione clinica. I tumori rari sono dunque malattie “orfane”: l’esperienza clinica sul territorio è scarsa, mancano linee guida e gli investimenti per la ricerca sono insufficienti.

CONDIVIDERE ESPERIENZE Raro non è comunque sinonimo di incurabile. “È vero che cumulativamente la sopravvivenza dei pazienti con tumori rari è un po’ più bassa di quella dei pazienti con tumori frequenti, ma molto dipende dal tipo di tumore: dal tumore del testicolo si guarisce quasi sempre, mentre tumori come il mesotelioma hanno una prognosi sfavorevole” spiega Paolo Casali, direttore del Reparto di oncologia medica dell’Istituto nazionale dei tumori (INT) di Milano. Il primo passo per lo studio e la cura delle malattie è una diagnosi corretta. “Nei tumori rari la diagnosi può essere problematica. Il medico non ha mai visto la malattia e non la riconosce. Nel caso di una neoplasia rara, il medico sa che si tratta di tumore, ma l’anatomopatologo ha difficoltà a classificarlo. Ci sono alcuni


In questo articolo:

I DATI DEI REGISTRI TUMORI

tumori rari biobanche epidemiologia

I TUMORI RARI IN ITALIA

tumori rari che sono particolarmente complessi e la percentuale di diagnosi inappropriate può arrivare anche al 30 per cento. La risposta a questo problema è la collaborazione in rete: si inviano gli esami a un centro di riferimento e la diagnosi è confermata o corretta.” Solo avendo la possibilità di esaminare numerosi casi l’anatomopatologo riesce a farsi un’esperienza sufficiente per distinguere malattie molto simili tra loro, che possono essere tali al microscopio ma magari vanno trattate in modo completamente diverso. RETI DI RIFERIMENTO Per dare accesso a questo genere di competenze, nel 2017 sono state create le Reti di riferimento europee (European Reference Network, ERN). Le reti di riferimento per i tumori rari sono tre: una per i tumori ematologici dell’adulto, una per i tumori solidi dell’adulto e una per i tumori pediatrici. A supporto delle reti di istituzioni oncologiche, l’Unione Europea ha finanziato la Joint Action sui Tumori Rari (JARC), un’iniziativa coordinata dall’INT di Milano. Vi partecipano 34 partner provenienti da 18 Paesi europei, assieme ad associazioni di pazienti e società scientifiche. “La Joint Action si concluderà alla fine del 2019. Pubblicheremo un volume in cui saranno raccolte le raccomandazioni su cosa andrebbe fatto per i tumori rari, con particolare attenzione a quello che andrebbe fatto dalle ERN” spiega Casa-

li. “Le reti europee sono reti di centri di eccellenza, che in realtà lavoravano già insieme per fare ricerca. È importante che si crei collaborazione per la qualità di cura dei pazienti.” Nei tumori rari la qualità di cura è più critica che in quelli frequenti: sono tanti, nessuna istituzione vede tutti i tipi di tumori rari e una qualità di cura inadeguata può influire negativamente sulla sopravvivenza. In Italia, sempre nel 2017, è stata raggiunta un’intesa Stato-Regioni per la creazione della Rete nazionale tumori rari. Alcuni centri di eccellenza (centri hub) fanno da supporto a centri periferici (centri spoke). Hub e spoke sono i termini inglesi che indicano il mozzo e i raggi della ruota: la specializzazione di alto livello viene concentrata per distribuire competenze e professionalità sul territorio. “All’interno della Rete nazionale ci sono tre reti professionali che forniscono servizi di consultazione a distanza (telepatologia). La rete per i tumori solidi dell’adulto è coordinata dall’INT di Milano, la rete per i tumori ematologici dell’adulto dal Policlinico Umberto I di Roma e la rete per i tumori pediatrici dall’Ospedale Regina Margherita di Torino. La creazione della Rete Nazionale permette di limitare la migrazione sanitaria: a migrare è la conoscenza, non il paziente. Inoltre, dalla formazione di queste reti beneficia anche la ricerca: si possono fare studi più grandi con una qualità di cura elevata”.

Q

uando un tumore è considerato raro? “Quando si verificano meno di sei nuovi casi all’anno ogni 100.000 persone” spiega Paolo Casali. Esistono 198 tipi di tumori che sono classificati come “rari”, quindi complessivamente l’incidenza dei tumori rari è tutt’altro che insignificante. Dal volume I numeri del cancro in Italia 2018, realizzato dall’Associazione italiana registri tumori e dall’Associazione italiana di oncologia medica, ricaviamo queste informazioni: un nuovo tumore su 4 è un tumore raro; ci sono circa 90.000 nuovi casi all’anno, che vanno ad aggiungersi a quelli degli anni precedenti; nel 2010 erano 900.000 gli italiani che convivevano con una diagnosi di neoplasia rara. Possono essere tumori del sangue (tumori ematologici) o tumori solidi. Tutte le neoplasie dei bambini sono definite rare. Tra i tumori solidi rari più frequenti negli adulti ci sono quelli epiteliali del distretto testa e collo, quelli dell’apparato genitale femminile, i sarcomi e le neoplasie del sistema nervoso centrale. Per alcuni, come il tumore del testicolo, esistono da tempo protocolli di cura. Per altri, invece, le informazioni sono molto scarse e questo complica la diagnosi e l’individuazione di percorsi di cura efficaci.

Il supporto arriva dalle istituzioni europee

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 17


TUMORI RARI Reti e collaborazioni

CERCARE UN AGO NEL PAGLIAIO “Dal punto di vista della ricerca di base non ci sono modalità di studio specifiche per i tumori rari: i tumori rari sono tumori come gli altri” dice Casali. “Il che può essere un vantaggio perché, rispetto ad altre malattie rare, la ricerca può sfruttare gli strumenti dell’oncologia. Per esempio, i tumori rari vengono censiti dai Registri tumori, mentre per le malattie rare non tumorali è necessario creare registri appositi”. Uno strumento importante per lo studio delle malattie sono le biobanche: organizzazioni senza fini di lucro che raccolgono, catalogano e conservano campioni biologici, rendendoli disponibili per scopi di

ricerca. Creare biobanche per i tumori rari o molto rari è estremamente difficile. “Uno degli scopi delle reti è proprio facilitare la creazione di biobanche. Si possono centralizzare i campioni biologici, ma anche ‘virtualizzarli’ ossia mettere a disposizione l’informazione che presso una certa istituzione ci sono materiali utili, in modo tale che se necessario possano essere recuperati”. Dall’analisi del DNA dei tumori si ricavano informazioni sulle alterazioni molecolari che li caratterizzano e che possono diventare bersaglio di un farmaco. Creare delle banche dati che raccolgono tutte le analisi genomiche fatte sui tumori rari è un altro strumento prezioso per la ricerca. Inol-

Collaborare è essenziale per trovare la soluzione

18 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

tre, oggi si fa ricorso sempre più spesso alle cartelle elettroniche, che rendono più facile andare a rivedere la documentazione clinica di sottogruppi di pazienti. “La tecnologia e la condivisione dei big data possono generare nuove ipotesi da testare e favorire la ricerca clinica” spiega Casali. “La collaborazione in rete è essenziale per trasferire i risultati delle ricerche alle applicazioni cliniche”. LA LEGGE DEI GRANDI NUMERI Gli studi più solidi sull’efficacia di un farmaco sono gli studi randomizzati controllati: un gruppo di pazienti riceve il farmaco sperimentale e un altro gruppo un farmaco già noto o eventualmente in studi specifici un placebo (sostanza senza nessun effetto). Questi studi richiedono grossi investi-

menti e coinvolgono moltissimi pazienti. E se i pazienti non si trovano, come nei tumori rari? I ricercatori stanno cercando soluzioni per ovviare a questo problema. Si possono utilizzare disegni sperimentali modificati rispetto a quelli usuali e applicare analisi statistiche diverse. Dalla condivisione dei dati può arrivare un grosso contributo. “Si possono fare studi clinici non controllati, ossia studi che non hanno un controllo interno, ma in cui si utilizzano controlli esterni identificati grazie a registri clinici e clinico-biologici”. Si confronta l’evoluzione della malattia in pazienti che ricevono un certo farmaco con quelli che avevano caratteristiche simili, ma non avevano utilizzato il farmaco. Gli stessi controlli possono essere usati per studi diversi e quindi si possono testare vari farmaci senza avere bisogno tutte le volte di un gruppo di controllo. Tale approccio potrebbe essere adeguato a ottenere la registrazione dei farmaci da parte dell’autorità di regolamentazione. Probabilmente aiuterebbe un po’ meno di rigidità nelle regole. “Bisognerebbe accettare il principio che negli studi cinici e nelle richieste di registrazione di farmaci per i tumori rari va tollerato un grado di incertezza più elevato rispetto a quello a cui siamo abituati nelle malattie più comuni” conclude Casali. “Altrimenti il paziente con tumore raro viene discriminato poiché nel suo caso non arriveremo mai a fare sperimentazioni con i margini di certezza richiesti e quindi non avrà mai una cura disponibile”.


ONCOLOGIA MEDICA Fatigue da cancro

Fatigue, la stanchezza che non passa Molte delle persone malate di cancro devono anche fare i conti con una spossatezza continua che in alcuni casi è ancora più debilitante degli stessi trattamenti. Conoscerla e parlarne con il proprio medico sono due modi per gestirla al meglio

IMPATTO SULLA VITA

È UNA QUESTIONE MOLTO PERSONALE

Q

a cura di CRISTINA FERRARIO er i medici è “uno stressante, persistente e soggettivo senso di stanchezza e spossatezza fisica legato al tumore o ai trattamenti oncologici che non è proporzionato all’attività svolta e interferisce con

P

il normale svolgimento delle azioni quotidiane”. Per i pazienti è invece quella stanchezza che ti fa vivere “a energia ridotta”, che non ti permette di giocare con tuo figlio o di continuare a lavorare, e in alcuni giorni nemmeno di leggere un libro. È la cosiddetta fatigue legata al cancro, una condizione che ac-

uanto pesa la fatigue sulla vita quotidiana del paziente? Non è possibile dare una risposta generica che vada bene per tutti: le variabili in gioco sono davvero molte e proprio per questo l’unico modo per affrontare efficacemente il problema è utilizzare un approccio personalizzato. Per una persona giovane e in età lavorativa la fatigue che impedisce di tornare al lavoro rappresenta un grave ostacolo al recupero di quella normalità che tanti pazienti cercano. Il dialogo con il medico rappresenta senza dubbio il modo migliore per capire come gestire la fatigue, ma anche l’attenzione a piccoli dettagli può fare la differenza. Potrebbe essere per esempio utile verificare se la stanchezza si presenta soprattutto in determinati momenti o dopo particolari azioni: così facendo diventa più facile “risparmiare” le energie e utilizzarle nei momenti migliori. E se anche questo non bastasse ci sono addirittura app disegnate su misura come Untire, dell’olandese Tired of Cancer (“Stanchi del cancro”) che fornisce al paziente consigli su come comprendere e gestire la fatigue nella vita di tutti i giorni.


ONCOLOGIA MEDICA Fatigue da cancro

compagna molte delle persone che si trovano a dover affrontare un tumore e le terapie per cercare di eliminarlo. “La fatigue è ben diversa dalla normale stanchezza che tutti noi sperimentiamo per esempio

in seguito a una lunga giornata di lavoro o dopo una sessione di attività fisica intensa” spiega Massimo Di Maio, professore associato al Dipartimento di oncologia dell’Università di Torino e direttore dell’Oncologia medica dell’Ospedale Mauriziano. “La principale differenza è che la fatigue non è proporzionale allo sforzo compiuto e soprattutto non si risolve con un adeguato riposo, per esempio un buon sonno” aggiunge..

RICERCA

LA FATIGUE COME LA MARATONA

L’

unica strategia che i medici attualmente raccomandano per contrastare la fatigue è l’esercizio fisico, adattato alle esigenze del singolo paziente. Un articolo recentemente pubblicato su Qualitative Health Research da un gruppo di ricercatori canadesi è andato ben oltre, valutando un piccolo gruppo di maratoneti per analizzare 20 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

CORPO E MENTE NE RISENTONO Anche se tecnicamente il termine fatigue si riferisce prevalentemente agli aspetti fisici del disturbo, in realtà chi ne soffre viene debilitato anche a livello psicologico e una delle ragioni principali alla base di questo effetto è la durata del sintomo. “Chi riceve una diagnosi di tumore sa di dover affrontare una serie di problematiche fisiche e di effetti collaterali più o meno gravi, ma naturalmente spera sempre che questi fastidi siano di durata limitata nel tempo” dice l’esperto, che poi precisa: “La fatigue, invece, è un sintomo che può durare anche molto a lungo e che può essere presente praticamente in tutte le fasi della malattia”. E proprio questa sua caratteristica ne fa un problema particolarmente frustrante per il malato, dato che in molti casi – e non vale solo per i sintomi legati al tumore – è più semplice sopportare un effetto negativo intenso ma di breve durata piuttosto che uno più lieve ma che non se ne vuole andare. Non tutte le persone affette da tumore vanno incontro a fatigue, ma i dati disponibili in letteratura dimostrano che si tratta di uno dei sintomi oncologici più comuni, presente nell’80-90 per cento dei pazienti che ricevono radioterapia o chemioterapia, ma anche nel 17-

53 per cento (la variabilità dei dati dipende dalle diverse definizioni utilizzate negli studi e dalle caratteristiche dei pazienti esaminati) di chi ha già terminato i trattamenti: la fatigue si verifica, seppur con frequenze diverse, in tutti i tipi di tumore. NON SOLO LA CHEMIO “Siamo abituati a vedere la fatigue come una conseguenza diretta della chemioterapia, che nella percezione comune è caratterizzata da diversi inevitabili effetti collaterali, ma in realtà sono molte le cause alla base del problema” afferma Di Maio, ricordando innanzitutto che anche gli altri trattamenti oncologici presentano la fatigue tra i propri effetti collaterali. “Persino

le strategie utilizzate per contrastare la fatigue, presente in chi svolge questo tipo di attività. Ebbene, i ricercatori sono convinti che alcune delle tecniche messe in campo dai maratoneti potrebbero rivelarsi utili anche in popolazioni diverse, forse perfino nei malati oncologici. Qualche esempio? Programmare l’alternanza tra attività e riposo, utilizzare il supporto sociale per gestire la stanchezza o puntare su strategie dissociative per “distrarsi” e non pensare al problema.


In questo articolo:

stanchezza qualità di vita relazione col medico

terapie insospettabili e in linea di massima ben tollerate come l’immunoterapia, i farmaci a bersaglio molecolare o le terapie ormonali” precisa. Spesso è il tumore stesso a causare fatigue, per le modifiche che genera nell’organismo (come mancanza di appetito o difficoltà respiratorie); in altri casi hanno un ruolo le cosiddette comorbidità, ovvero eventuali patologie o disturbi presenti in concomitanza con il tumore. Tra le cause della fatigue si possono inoltre ricordare anche fattori di tipo sociale o psicologico, primi tra tutti l’ansia o la depressione che possono subentrare dopo la diagnosi e durante i trattamenti, e fattori legati allo stile di vita, quali problemi con il sonno o una riduzione dell’attività fisica. “Per ciascuna persona i diversi fattori in gioco hanno un peso differente e per questo è fondamentale che medico e paziente abbiano un rapporto stretto e costruttivo lungo tutto il percorso di cura” commenta Di Maio.

do che per diverse ragioni può succedere che la fatigue non sia inclusa tra i sintomi che l’oncologo tiene sotto controllo, magari con domande dirette al paziente. Eppure si sa che questa spossatezza continua può influenzare in modo importante la qualità di vita: trascurandola si rischia che anche il paziente si senta a sua volta trascurato. “Gli strumenti per misurare la fatigue, in aggiunta al classico colloquio tra medico e paziente, ci sono, per esempio questionari che raccolgono informazioni su diversi aspetti della qualità di vita del paziente, ma spesso non sono utilizzati negli ambulatori di oncologia, per mancanza di tempo, risorse o volontà” spiega Di Maio, che nel suo ospedale ha introdotto, grazie alla collaborazione di tutto il personale medico e infermieristico, uno strumento ad hoc proprio per mettere il paziente al centro della cura. “Quando una persona si presenta nel nostro day hospital per una visita in corso di trattamento, le facciamo compilare un breve questionario nel quale chiediamo anche informazioni sulla fatigue e su altri sintomi o effetti collaterali che possono influenzare la sua qualità di vita e l’attività quotidiana” spiega l’oncologo, che poi aggiunge: “Le risposte sono valutate dal medico pochi minuti dopo e in presenza del paziente: una sorta di traccia che guida la visita e permette di non tralasciare aspetti che magari in una visita meno strutturata potrebbero sfuggire”. A

Il medico deve interrogare il paziente

RICONOSCERLA PER GESTIRLA MEGLIO Capita a volte che chi si ammala di tumore e sperimenta la fatigue si convinca che questo sintomo sia inevitabile e non valga nemmeno la pena riferirlo al medico nel corso delle visite periodiche. “Questo è un mito da sfatare. Non bisogna sottovalutare la fatigue, ma purtroppo dobbiamo riconoscere che in alcuni casi i medici sono i primi a farlo” dice Di Maio, ricordan-

quanto pare questo strumento funziona: i dati raccolti nell’ospedale torinese dimostrano infatti che la qualità di vita dei pazienti che, a partire dal 2018, hanno utilizzato il questionario è migliore di quella dei pazienti che, fino all’anno prima, avevano seguito le procedure standard, che non prevedevano alcun questionario. DI BUON PASSO CONTRO LA FATIGUE “Se ne faccia una ragione” oppure “si abitui a questa sua nuova vita” sono frasi che un paziente non dovrebbe mai sentirsi dire quando parla al proprio medico di fatigue. Eppure va riconosciuto che, nonostante l’attenzione al tema sia sempre più forte, ancora non ci sono trattamenti che permettano di eliminare del tutto il problema. “Le soluzioni farmacologiche non sono consigliate, soprattutto perché non sono particolarmente efficaci e potrebbero portare con sé ulteriori effetti collaterali in un paziente già fragile” dice Di Maio che ricorda come anche l’efficacia del Ginseng americano, sperimentato in alcuni studi clinici, sia in realtà limitata. Terapie psicologiche come la cognitivo-comportamentale possono dare una mano a superare la fatigue, così come possono rivelarsi utili approcci alternativi basati su yoga, rilassamento o massaggio, ma l’unica vera raccomandazione con solide basi scientifiche riguarda l’esercizio fisico. “Potrebbe sembrare contraddittorio consigliare di muoversi a chi si sente stanco e spossato, ma in realtà numerosi studi hanno

dimostrato che l’attività fisica può innescare un circolo virtuoso in chi soffre di fatigue” osserva Di Maio. Resta fondamentale stabilire un programma specifico per ciascun paziente e ciascuna situazione, ma una camminata all’aria aperta, magari in piacevole compagnia, spesso è sufficiente per recuperare energia fisica e psicologica. “Con il movimento non si azzera il problema, ma di certo si possono ottenere benefici e per questo noi medici non ci stanchiamo di raccomandarlo.”

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 21


SISTEMI SANITARI Liste d’attesa

In questo articolo:

www.s liste d’attesa Sistema sanitario nazionale screening

Buone intenzioni spesso disattese La legge parla chiaro e prevede tempi massimi da rispettare per le liste d’attesa di numerose prescrizioni mediche ma, nonostante le regole, la teoria si scontra spesso con una realtà fatta di tempi molto lunghi

I

a cura della REDAZIONE l ministero della Salute ha attivato nel mese di ottobre scorso un numero telefonico speciale dedicato alle liste d’attesa. È il numero di pubblica utilità 1500, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16, al quale i cittadini possono rivolgersi per raccontare la propria esperienza e per chiedere informazioni sulle prestazioni garantite dal Servizio sanitario nazionale (SSN). Attenzione, però: il numero 1500 non serve per effettuare prenotazioni di prestazioni sanitarie, per raccogliere denunce che andrebbero rivolte all’autorità giudiziaria o per fornire valutazioni sulle prescrizioni effettuate da un medico. Si può invece chiedere quali sono i tempi previsti per legge per un determinato esame o come ottenere ciò di cui si ha bisogno in tempi ragionevoli.

tenzione al problema. Eppure, stando a quanto emerge da alcuni recenti sondaggi, i cittadini non sono soddisfatti e la gestione del sistema – di competenza delle singole Regioni – non funziona sempre come previsto. I dati del Rapporto Italia 2017 di Eurispes dicono, per esempio, che le lunghe liste d’attesa per esami e visite mediche rappresentano un disagio per il 75,5 per cento degli italiani, mentre un sondaggio sulla gestione delle liste d’attesa condotto dalla Fondazione Gimbe spiega che sono ancora troppo poche le Regioni davvero trasparenti sul tema. “Solo in cinque casi possiamo contare su sistemi avanzati di rendicontazione pubblica, tra l’altro previsti dalla legge, mentre per tre Regioni non si dispone di alcun dato” spiegano dal Gimbe.

Il parere dei cittadini

Tutti i dati raccolti attraverso il numero speciale 1500 verranno uniti a quelli che il Ministero ha raccolto interrogando direttamente le Regioni e serviranno per disegnare un nuovo Piano nazionale di governo delle liste d’attesa (PNGLA). Fino ad allora resta in vigore il PNGLA 2010-2012, nel quale si prevede che

La soluzione per le attese è solo organizzativa

Iniziative come l’attivazione di un numero telefonico dedicato o l’esistenza di un’intera sezione del sito del Ministero della salute dedicata al tema delle liste d’attesa (http://www.salute. gov.it/portale/listeAttesa/homeListeAttesa.jsp) dicono che nel Paese c’è at22 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

Cosa dice la legge

Regioni e aziende sanitarie rispettino i tempi d’attesa stabiliti dal PNGLA stesso e dai singoli piani regionali. In particolare, il PNGLA elenca 58 prestazioni per le quali devono essere fissati e garantiti tempi massimi di attesa. Tra queste sono compresi sia esami diagnostici come la mammografia, la colonscopia e diverse tipologie di ecografia, sia interventi chirurgici per pazienti ricoverati e prestazioni in day hospital. Naturalmente, una volta fissati i tempi massimi, nessuno vieta di poterli migliorare: l’importante è non superarli e non costringere i cittadini ad aspettare troppo. In linea generale poi, il medico è tenuto a indicare sulla prescrizione una lettera che segnala la priorità della richiesta per una prima visita o un esame strumentale: U (urgente) da eseguire entro 72 ore, B (breve) entro 10 giorni, D (differibile) entro 30 giorni per visite specialistiche e 60 giorni per accertamenti diagnostici, P (programmata) entro 180 giorni.

Binario preferenziale “È necessario che gli esami diagnostici (diagnostica per immagini, endoscopia, patologia clinica) e i trattamen-

COSA PREVEDE IL MINISTERO PER I MALATI DI CANCRO

Q

uesto è quanto la legge prevede per la diagnosi di un sospetto di cancro:


w.salute.gov.it Alternativo significa che sostituisce le vere cure

ti per pazienti con diagnosi accertata o con fondato sospetto di patologia oncologica abbiano accoglienza prioritaria rispetto ad altre patologie.” Lo dicono gli esperti del ministero della Salute, che hanno previsto per l’oncologia (oltre che per la cardiologia) un percorso ad hoc, il percorso diagnostico terapeutico (PDT) che ciascuna Regione de-

ve definire per le liste d’attesa legate a queste patologie. In particolare, è previsto un tempo massimo di 30 giorni per la fase diagnostica e di 30 giorni anche per l’inizio della terapia dal momento della diagnosi certa. Anche in questo caso, i pazienti e le prestazioni vengono suddivisi in gruppi e per ognuno si specificano i tempi d’attesa massimi, guar-

dando però anche agli aspetti organizzativi, particolarmente difficili da risolvere quando si parla di liste d’attesa per le terapie dato che per abbattere i tempi non basta la buona volontà, ma serve “una profonda riorganizzazione del sistema assistenziale”, come dice il Ministero stesso sulla pagina del sito dedicata proprio alla cura del cancro.

È necessario che gli esami diagnostici (diagnostica per immagini, endoscopia, patologia clinica) e i trattamenti per pazienti con diagnosi accertata o con fondato sospetto di patologia oncologica abbiano accoglienza prioritaria rispetto ad altre patologie.

- complicanze gravi correlate ai trattamenti erogati.

3. Follow-up di pazienti già trattati per patologia neoplastica (entro i limiti delle Linee guida).

1. Priorità diagnostiche urgenti (entro 3 giorni): - pazienti con patologia oncologica in rapida evoluzione/ sintomatica;

2. Priorità diagnostiche per un’adeguata programmazione terapeutica (entro 10 giorni): - pazienti con diagnosi accertata o sospetta di patologia tumorale o di recidiva/ricaduta; - pazienti in stadiazione iniziale o per recidiva/ricaduta di patologia neoplastica; - rivalutazione in corso o alla fine di trattamento antitumorale.

4. Screening (entro i limiti definiti dalle Linee guida). Le liste d’attesa per gli esami di screening dovrebbero essere separate da quelle delle precedenti categorie e, ove possibile, questi esami devono essere praticati in strutture dedicate e certificate per queste specifiche attività.

OTTOBRE 2016 | FONDAMENTALE | 23


SPERIMENTAZIONE ANIMALE Benessere animale

I veterinari degli OPBA a tutela degli animali Le leggi che governano la sperimentazione in vivo hanno creato in tutte le principali istituzioni di ricerca gli Organismi preposti al benessere di topi e conigli (OPBA). Il loro compito è valutare come sono trattati i modelli sperimentali

DIFENSORI DELLA SCIENZA, PROTETTORI DEGLI ANIMALI

C

oloro che lavorano come veterinari specializzati in benessere animale (per la ricerca scientifica o per l’allevamento) applicano norme etiche basate sul concetto di “welfarismo”, un termine adottato dall’inglese e intraducibile che fa

24 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

riferimento al concetto di welfare, ovvero di benessere. Se da un lato ci sono i movimenti che vorrebbero abolire qualsiasi uso strumentale degli animali (quindi anche quello alimentare) e, all’estremo opposto, quanti ritengono che l’essere umano abbia diritto di vita e morte

su tutte le creature viventi, i welfaristi hanno un approccio pratico e sostengono che, in mancanza di alternative, sia obbligo morale garantire all’animale il maggior benessere possibile. È questo, per esempio, il principio ispiratore delle 3R (replacement - sostituire, reduction - ridurre e refinement - migliorare), norme finalizzate a limitare al massimo il numero degli animali da esperimento.


In questo articolo: OPBA benessere animale 3R

S

a cura di DANIELA OVADIA e un ricercatore vuole condurre un esperimento che coinvolge modelli animali, chi verifica che il loro utilizzo sia davvero necessario? E chi fornisce l’autorizzazione a procedere? In questo settore molte cose sono cambiate dopo l’entrata in vigore della direttiva 2010/63 dell’Unione Europea, dedicata proprio alla “Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”. In Italia la legge europea del 2010 è diventata pienamente operativa solo nel 2014, ma ha cambiato molti aspetti della ricerca scientifica con animali, con lo scopo dichiarato di limitare al massimo il loro utilizzo, e riservarlo solo alle situazioni in cui non vi siano alternative. Inoltre la legge garantisce il massimo benessere compatibile con lo svolgimento delle sperimentazioni.

Un cambiamento culturale

Prima del decreto del 2014, in molti casi era possibile “autocertificare” la necessità di ricorrere agli animali attraverso una serie di moduli che permettevano al ricercatore di descrivere il disegno sperimentale. Oggi qualsiasi utilizzo di animali da sperimentazione deve essere espressamente autorizzato dal Ministero della salute. “Si tratta di un cambiamento culturale importante, che ha avuto e ha tuttora effetti sulle modalità con cui si fa ricerca in Italia” spiega Angelo Peli, presidente del Comitato per il benessere degli animali (COBA) dell’Università di Bologna. Il COBA di Bologna svolge le funzioni di Organismo preposto al benessere degli animali (OPBA) per tutto l’ateneo. L’OPBA è un organo di cui tutte le istituzioni che fanno ricerca hanno dovuto dotarsi. Ne sono corresponsabili un ricercatore e un veterinario specializzato nel benessere animale che devono verificare, tra le altre cose, in quale modo gli esemplari vengano trattati durante tutte le fasi della sperimentazione. “I veterinari degli OPBA sono degli

specialisti del settore e, da quando queste istituzioni sono state aperte in tutti i grandi centri di ricerca pubblici e privati e nelle università, si ritrovano regolarmente per aggiornarsi e scambiarsi informazioni su come tutelare allo stesso tempo l’animale e la ricerca scientifica” spiega Peli, che ha partecipato anche a un’indagine conoscitiva nazionale sugli OPBA e soprattutto sul tipo di formazione più adatto a garantire agli operatori le competenze necessarie.

Una valutazione scientifica

Il percorso di una richiesta di autorizzazione a sperimentare su animali è tutt’altro che semplice. Il ricercatore deve compilare un gran numero di moduli e dichiarazioni per dimostrare che la sua ricerca è davvero necessaria e, soprattutto, che ha applicato tutte le regole delle 3R (replacement - sostituire, reduction - ridurre e refinement - migliorare), l’insieme di normative volte a ridurre il numero degli animali utilizzati, ottimizzare i protocolli di ricerca e sostituire l’animale con altri sistemi ogni volta che ciò è possibile. A questo punto intervengono gli esperti dell’OPBA locale che hanno il compito di verificare le condizioni degli stabulari e delle attrezzature che verranno utilizzate e stimare il grado di sofferenza che il protocollo proposto potrà causare agli esemplari coinvolti. “Questa valutazione è essenziale per il passaggio successivo, che consiste nella valutazione tecnico-scientifica fatta dall’Istituto superiore di sanità per

conto del Ministero della salute, spiega Luca Guidotti, patologo sperimentale dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e membro dell’OPBA dell’ospedale universitario. “Solo se tutto risulta in regola, arriva l’autorizzazione per la ricerca.” E non è finita: in qualsiasi momento, nel corso della sperimentazione, sia i membri dell’OPBA sia gli ispettori del Ministero della salute possono chiedere di accedere agli stabulari e di assistere alle sperimentazioni, per essere certi che gli animali siano trattati bene e che la sofferenza sia ridotta al minimo. I risultati delle loro ispezioni sono pubblici, disponibili sulla pagina degli OPBA sul sito del Ministero della salute. Le infrazioni sono poche e sono quasi tutte di tipo amministrativo e non pratico. Le istituzioni di ricerca hanno infatti tutto l’interesse ad applicare le leggi sul benessere animale nel modo più efficace, perché in caso di contestazione rischiano di perdere dati preziosi per i loro studi. Infine gli OPBA verificano anche il destino degli animali a fine esperimento: qualunque istituzione utilizzi animali da esperimento, si impegna automaticamente a mantenerli nelle migliori condizioni possibili fino alla loro morte naturale. La legge, tra l’altro, vieta espressamente di utilizzare lo stesso animale per più di una sperimentazione. In alcuni casi sono gli stessi istituti di ricerca a stipulare accordi con enti non profit che gestiscono rifugi e oasi naturali in cui gli animali da laboratorio possono vivere dopo aver dato il loro contributo al progresso scientifico.

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 25


RICERCA IFOM Ricerche in vetrina

In questo articolo:

BRCA1 e BRCA2 cancro del seno geni oncosoppressori

Gli ibridi che risvegliano i geni riparatori LA RICERCA IN BREVE Cosa si sapeva I geni BRCA1 e BRCA2 sono responsabili della riparazione del DNA nelle cellule Quando sono mutati, i danni cellulari si accumulano e portano allo sviluppo di tumori a carico di seno e ovaio Cosa aggiunge questa ricerca Quando un filamento della doppia elica viene danneggiato, si creano degli ibridi composti da un filamento di DNA e uno di RNA Sono gli ibridi ad attivare l’azione riparatrice di BRCA1 e BRCA2 Conoscendo questo meccanismo, si potranno sviluppare terapie basate sul blocco della riparazione nelle cellule tumorali, in modo che queste non possano sopravvivere

L

a cura della REDAZIONE e proteine codificate dai geni BRCA1 e BRCA2 mantengono la stabilità del genoma e, in particolare, contribuiscono a riparare il DNA quando è danneggiato. In caso di mutazioni di BRCA1 e BRCA2, i difetti non riparati si accumulano e aumenta il rischio di sviluppare un tumore, in particolare a carico di seno e ovaio.

IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici, è sostenuto dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro-AIRC.

26 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

I geni BRCA1 e BRCA2 sono noti per produrre proteine in grado di riparare i danni del DNA. Un gruppo di ricercatori di IFOM ha scoperto che questi geni si attivano quando nel punto del danno si formano ibridi DNA:RNA. Il meccanismo potrà essere sfruttato per bloccare la riparazione nelle cellule tumorali Una ricerca condotta dal gruppo di Fabrizio d’Adda di Fagagna dell’IFOM di Milano e dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia (CNR-IGM) ha permesso per la prima volta di osservare un nuovo aspetto del meccanismo di funzionamento delle proteine BRCA1 e BRCA2 nella riparazione del DNA. STRATEGIE TERAPEUTICHE Nel sito del danno viene sintetizzato un filamento di RNA che si appaia al DNA da cui è trascritto, formando una struttura ibrida, chiamata ibrido DNA:RNA, dove la doppia elica è costituita da un filamento di DNA e da uno di RNA. Sono proprio questi ad attivare i geni BRCA1 e successivamente BRCA2 perché facciano partire i meccanismi di riparazione. “Tramite potenti microscopi in super-risoluzione” spiega Giuseppina D’Alessandro, prima autrice dello studio “abbiamo osservato come BRCA1 sia capace di associarsi a queste strutture ibride. Mescolando in vitro la proteina BRCA1 con questi ibridi abbiamo

notato un’attrazione immediata. In un secondo momento gli ibridi vengono smantellati grazie alla proteina BRCA2, che trasporta fino al punto danneggiato la proteina RNaseH2, un enzima in grado di degradarli, favorendo la riparazione del filamento”. Senza gli ibridi DNA:RNA, i “riparatori” BRCA1 e BRCA2 non si attivano. Gli scienziati, oltre ad aver chiarito il meccanismo, stanno individuando una strategia terapeutica per intervenire sulla formazione e sulla funzione di questi ibridi tramite l’utilizzo di particolari molecole chiamate antisenso. In questo modo si può impedire la riparazione del DNA nelle cellule tumorali, attaccandole proprio nel punto debole. Questa ricerca è stata supportata da FIRC-AIRC e dalla European Research Commission; i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.

Gli ibridi tra DNA e RNA sono target per nuove cure

Fonte : D’Alessandro G. et al. “BRCA2 controls DNA:RNA hybrid level at DSBs by mediating RNase H2 recruitment”, Nature Communication 2018; 9 :5376.


EVENTI Festival scientifici

In questo articolo:

edutainment incontri con la ricerca scienza in piazza

Dai lab ai festival: i ricercatori AIRC tra la gente Dal capoluogo ligure ad Andrano, in provincia di Lecce, dalle valli del Friuli al centro di Milano: i ricercatori e divulgatori di AIRC sono pronti ad attraversare l’Italia per raccontare l’incredibile avventura della ricerca

I

a cura della REDAZIONE festival della scienza stanno diventando sempre più popolari anche in Italia e AIRC ha deciso da tempo di partecipare attivamente a queste iniziative. Il Festival della scienza di Genova, TriesteNEXT e BergamoScienza sono solo alcune tra le quindici piattaforme che

nel 2018 hanno ospitato cicli di conferenze con ricercatori AIRC e laboratori didattici con animatori scientifici. Questi appuntamenti sono eventi di promozione della cultura scientifica e occasione di incontro tra chi vive per la ricerca – ricercatori, divulgatori scientifici – e cittadini curiosi, scuole e famiglie. Conferenze, spettacoli e

attività didattiche interattive su varie tematiche vengono organizzate con lo scopo di rendere più accessibile a tutti il mondo della ricerca e della scienza.

Perché AIRC ha deciso di partecipare?

Tra le missioni di AIRC c’è anche la condivisione dei progressi della ricerca oncologica e dei comportamenti migliori da attuare quotidianamente per prevenire il cancro. I festival scientifici sono il luogo ideale per incontrare i cittadini interessati a saperne di più su questi argomenti, ma anche relazionarsi con gli studenti di ogni ordine e grado e gli insegnanti che vogliono approfondire queste tematiche in una cornice ludico-didattica. Le attività sono informative e divertenti, un’occasione per passare una giornata diversa con la propria famiglia o con i propri amici, ricordando insieme l’importanza che la ricerca ha nella vita di tutti i giorni. Studenti delle superiori nel laboratorio di AIRC al Festival della scienza di Genova

I PROSSIMI APPUNTAMENTI dal 3 al 5 maggio:

Festa della scienza Andrano (LE)

dal 9 all’11 maggio:

Galileo Festival Padova

dal 17 al 19 maggio:

Food and Science Festival Mantova

dal 25 al 26 maggio

Wired NEXT Fest Milano

Per conoscere le date dei festival autunnali rimani aggiornato su airc.it

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 27


EVENTI Musica e scienza

In questo articolo: genoma ricerca serendipità

DNA: che spettacolo, la scienza! Dall’incontro di AIRC con quattro artisti italiani e un frontman d’eccezione, è nato un progetto innovativo e coinvolgente, uno spettacolo di musica e scienza alla portata di tutti

C

a cura della REDAZIONE i sono dei mondi che sembrano così distanti da non potersi incontrare mai: cos’hanno in comune, nell’immaginario collettivo, il rigore di uno scienziato e la creatività di un musicista? Eppure, a volte le cose accadono, e il risultato non è solo originale, ma anche emozionante e istruttivo. È questo il

LE PROSSIME DATE DNA è in tournée in tutta Italia a partire da aprile 2019, con venti date complessive nell’arco di due anni.

9 aprile:

Teatro Grande Brescia

11 aprile:

Festival delle Scienze

Auditorium Parco della Musica, Roma

18 maggio:

Food and Science Festival Mantova

Il calendario si arricchirà presto di nuovi appuntamenti, resta informato e visita il sito airc.it!

caso di DNA, il nuovo progetto di AIRC e dei Deproducers, con la preziosa collaborazione del filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani e la consulenza scientifica del professore e ricercatore Pier Paolo Di Fiore. Si tratta di uno spettacolo appassionante che offre al pubblico un’esperienza immersiva, fatta di brani musicali inediti e immagini suggestive, da vivere all’interno di una cornice scenografica costruita ad hoc. Assistendo a DNA, lo spettatore può ripercorrere la storia che accomuna ogni essere umano, dalla formazione delle prime cellule alla comparsa dell’Homo sapiens, fino alle nuove conquiste della genetica. DNA è un viaggio in teatro alla scoperta di alcuni dei temi più affascinanti con cui l’uomo si sia mai confrontato, che sottolinea il valore della ricerca scientifica, sia come strumento fondamentale contro il cancro, sia come metafora del processo di miglioramento di se stessi attraverso la conoscenza.

tate in maniera rigorosa ma accessibile. Planetario, il primo capitolo della loro produzione, risale al 2012 e unisce la musica alle conferenze spaziali dell’astrofisico e direttore del Planetario di Milano Fabio Peri, il tutto con il corredo delle immagini originali concesse dall’ESA. Botanica, il secondo capitolo, vede la luce nel 2016 e crea una colonna sonora organica e ricca per le incredibili rivelazioni sulla vita segreta delle piante, narrate da Stefano Mancuso, uno dei massimi neurobiologi viventi. Telmo Pievani, narratore di DNA, è invece un filosofo, storico della biologia ed esperto di teoria dell’evoluzione, autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali. È Ordinario presso il Dipartimento di biologia dell’Università degli Studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle scienze biologiche. Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare degli insegnamenti di Bioetica e di Divulgazione naturalistica. Dal 2017 è presidente della Società italiana di biologia evoluzionistica.

Le frontiere della ricerca

Lo spettacolo ha una durata di circa 70 minuti e diversi capitoli dedicati ciascuno a uno specifico tema. Pievani, che affianca i musicisti sul palcoscenico diventando a tutti gli effetti il frontman dell’iniziativa, illustra al pubblico i contenuti. I musicisti, sovrastati dalle proiezioni sincronizzate create dal videomaker Marino Capitanio, accompagnano il viaggio disegnando mondi sonori pulsanti e coinvolgenti, che potenziano la comunicazione dello scienziato e catturano la platea. “DNA è come un cavallo di Troia” ha commentato Pievani “che attraverso la musica, la poesia e le immagini trasmette al pubblico contenuti scientifici importantissimi e aggiornati, in particolare le frontiere della ricerca

Musica, poesia e immagini al servizio della scienza

Non solo musicisti I Deproducers sono Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Max Casacci e Riccardo Sinigallia: quattro musicisti e produttori che si ripropongono di musicare dal vivo conferenze scientifiche raccon-


Da sinistra Riccardo Sinigallia, Telmo Pievani, Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo e Max Casacci.

sul cancro. Il messaggio finale” ha aggiunto Telmo” sarà quello della serendipità della scienza, ossia dell’importanza della ricerca di base: partire con una grande domanda guidata dalla curiosità senza sapere dove si arriverà. Questa è la ricerca che dobbiamo sostenere.” Attraverso questo progetto, che toccherà grandi centri ma anche città più piccole, AIRC vuol dare a tutti la possibilità di informarsi con semplicità e puntualità su grandi temi scientifici, per rafforzare il legame con chi crede nella sua missione da tempo, ma anche per intercettare i gusti e gli interessi di pubblici nuovi. In questa direzione, DNA andrà in scena nei più classici teatri ma anche in contesti innovativi, come festival scientifici, musicali e culturali. Un’occasione da non perdere, per assistere allo spettacolo della scienza!

BANCO BPM DIVENTA PARTNER ISTITUZIONALE AIRC

A

IRC e i suoi ricercatori possono contare sul supporto di una nuova importante collaborazione. Infatti Banco BPM ha deciso quest’anno di diventare partner istituzionale bancario di AIRC, e dà avvio a questo nuovo sodalizio aderendo al progetto di divulgazione scientifica DNA, uno spettacolo tra musica e scienza. La partnership bancaria con Banco BPM è particolarmente importante per AIRC per tre motivi. In primo luogo sarà fonte di finanziamento diretto alla ricerca o a progetti specifici della nostra missione; in secondo luogo, Banco BPM sarà il canale principale con cui ideare progetti di marketing sociale in cui i prodotti e i clienti diventino dei veri protagonisti della raccolta di fondi per AIRC. Infine, come in questo caso, Banco BPM sarà principale veicolo di divulgazione e coinvolgimento verso la scienza. Partecipando alla realizzazione di attività come DNA, Banco BPM diventa at-

tore principale e canale privilegiato nella sensibilizzazione del pubblico, nella comunicazione del progresso scientifico e nella diffusione di una corretta informazione. Il valore della collaborazione tra un’azienda e AIRC si inserisce, quindi, in una più ampia visione di Responsabilità sociale d’impresa, per costruire un rapporto continuativo e corale che coinvolga tutti: i dipendenti e le loro famiglie, i clienti e le comunità locali di riferimento. Banco BPM favorisce così lo sviluppo di una maggiore sensibilità sociale, attraverso concrete manifestazioni di solidarietà e sostenibilità. Nel corso dell’anno, i clienti di Banco BPM e tutti i cittadini italiani potranno sostenere AIRC e i suoi ricercatori attraverso una delle tante attività organizzate. Dai canali tradizionali alle applicazioni più innovative, molte saranno le occasioni per donare e scoprire il percorso delle proprie donazioni e della ricerca.


e e

a

TESTIMONIAL Rita Forte

In questo articolo:

Azalea della Ricerca cancro del seno prevenzione

“Mi ha salvata la diagnosi precoce” Sono passati vent’anni da quando la cantante e musicista Rita Forte ha dovuto fare i conti con una diagnosi di cancro al seno. Una vicenda conclusasi felicemente grazie alla prevenzione e a un pizzico di fortuna

A

a cura della REDAZIONE nche se ai medici era apparso chiaro fin da subito che il suo cancro al seno era di quelli meno aggressivi “poiché era stato individuato quando era ancora un puntino nel seno sinistro”, la cantante e musicista Rita Forte ha faticato un bel po’ a gestire spavento e preoccupazione: “I giorni prima della conferma della diagnosi, fino alla decisione di operarmi, sono stati pochi ma comunque tremendi” ricorda oggi, a distanza di vent’anni esatti.

Buoni consigli All’epoca Rita, molto amata dal pubblico televisivo fin dagli esordi nella trasmissione Il tappeto volante condotta da Luciano Rispoli, lavorava in Mediaset, a Roma: “Informai i miei colleghi che mi sarei assentata per alcune visite e, dopo la prima conferma dei medici cui mi ero affidata a Roma, accettai il suggerimento di Sandra Mondaini e presi un appuntamento a Milano, per un secondo parere da Umberto Veronesi”. Il tumore era in effetti di dimensioni molto limitate: “Mi dissero che ero stata

brava a permettere ai medici di scoprirlo in tempo. Ma io non avevo alcun merito, e confessai subito che ero solo stata molto fortunata” racconta oggi. “Avevo fatto un’ecografia mammaria, e il medico si era insospettito per la presenza di un puntino nel seno sinistro.” Gli esami successivi confermarono la diagnosi: “Era un carcinoma lobulare in situ, per il quale medici di Roma non sapevano bene cosa consigliarmi, mentre quelli di Milano mi suggerirono di rimuoverlo: non era urgentissimo, mi disse il professor Veronesi, ma andava fatto”.

L’Azalea della Ricerca

D

omenica 12 maggio, in occasione della festa della mamma, i volontari AIRC saranno presenti con i banchetti in 3.600 piazze italiane, dove con un contributo minimo di 15 euro distribuiranno l’Azalea della Ricerca, per raccogliere risorse fondamentali per la ricerca sui tumori femminili. Per informazioni da fine aprile visita il sito www.lafestadellamamma.it

Gestire l’ansia Per via del tipo di tumore, e anche grazie alla diagnosi molto precoce, non ebbe bisogno di fare né radioterapia né chemioterapia: “Anche in quello fui fortunata, perché dovetti solo farmi controllare ogni tre mesi per due anni”. Dopo la conferma della guarigione, gli appuntamenti si sono diradati, ma ogni volta è una nuova sfida: “A distanza di vent’anni, ancora oggi prima di ogni controllo ho un’ansia tremenda, anche se so bene quanto è importante”. Una cosa che col tempo è cambiata è la sua propensione a condividere la propria esperienza: “All’epoca ne parlai con amici e colleghi, ma mi ci è voluto un po’ prima di capire che raccontando la mia vicenda posso aiutare gli altri a fare la cosa giusta. Voglio consigliare a tutti di non saltare mai neppure un controllo. Neanche uno. Qualsiasi cosa presa in tempo è sempre più curabile. Ma se ci trascuriamo, se non ci controlliamo, per pigrizia o per timore, rischiamo molto di più. Gli appuntamenti con la salute non vanno saltati anche se ci si sente bene. Neanche l’ansia o la paura ci devono fermare: la paura c’è, e non si può negare, ma va superata”.


RACCOLTA FONDI Arance della Salute

Le Arance invadono piazze e scuole! Grazie a volontari, insegnanti, studenti e sostenitori, le Arance della Salute hanno permesso di raccogliere 2,5 milioni di euro da destinare alla migliore ricerca oncologica

S

ono state tremila le piazze mobilitate sabato 26 gennaio per le Arance della Salute, precedute il venerdì da settecento scuole che hanno distribuito oltre 75mila reticelle! Tra i tanti istituti scolastici a fianco di AIRC ci sono il Terzo Circolo Didattico di Mondragone e la scuola media Doganella dell’Istituto comprensivo Donna Lelia Caetani di Sermoneta, che grazie all’impegno della docente Giuseppina Cappelletti e di molti colleghi, da sette anni partecipa all’iniziativa “Cancro io ti boccio”. La scuola si è trasformata in una piazza e gli studenti hanno distribuito le Arance della Salute in cambio di un contributo destinato a sostenere la ricerca sul cancro: i bambini si sono dimostrati i più generosi e hanno devoluto ad AIRC i soldi custoditi nei loro piccoli salvadanai. Il risultato ha superato ogni aspettativa! Il sindaco di Sermoneta Claudio Damiano e il delegato alla pubblica istruzione Antonio Di Lenola hanno espresso il loro orgoglio nei confronti di questa iniziativa, che mira a sensibilizzare i ragazzi nell’importanza della prevenzione e della ricerca: “Grazie al lavoro del dirigente scolastico, della docente Cappelletti e di tutti gli insegnanti, è stato affrontato con straordinaria semplicità ed efficacia un tema delicato”.

Per sensibilizzare i bambini, le famiglie e l’intera comunità territoriale nei confronti di scottanti, delicate problematiche di carattere socio-sanitario, ho proposto alla nostra scuola di aderire, per il secondo anno consecutivo, all’iniziativa dell’AIRC Le arance della salute. Il 25 e il 26 gennaio il nostro istituto si è tinto di arancione, portando avanti numerose attività con il fattivo coinvolgimento della comunità: dalle centinaia di spremute alla realizzazione di ricette all’arancia, dai cartelloni a tema fino ai banchetti con le reticelle gestiti dai bambini più grandi. Un successo! Carmelina Patrí, dirigente Terzo Circolo Didattico di Mondragone (CE)

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 31


RACCOLTA FONDI GDO - Margherite - Aziende

La prevenzione inizia dalla spesa

I

a cura della REDAZIONE supermercati della grande distribuzione sono il luogo dove la maggior parte degli italiani rifornisce la dispensa, e lo fa in modo sempre più attento alle regole della prevenzione, scegliendo alimenti sani ed equilibrati. Secondo un’indagine Nielsen, nel 2018 la metà degli italiani ha dichiarato di fare la spesa soprattutto al supermercato, stando attenti a ciò che mettono nel carrello e al controllo sulla filiera di produzione garantito dalla grande distribuzione. Aumenta infatti il consumo di frutta e verdura (anche tra i bambini, secondo un’indagine dell’Università LUMSA nel 2019) e quello di cereali a chicco intero e di prodotti integrali. I legumi vanno a sostituire almeno in parte le proteine animali. Frutta, verdura, proteine vegetali e cereali integrali sono elementi fondamentali per una dieta

I PARTNER NELLA CAMPAGNA ARANCE NELLA GDO

A dimostrazione del ruolo della grande distribuzione nella promozione di uno stile di vita salutare, a febbraio in migliaia di supermercati sono tornate le Arance rosse per la Ricerca. Un’occasione per fare prevenzione e sostenere la ricer-

32 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

anticancro e costituenti essenziali della dieta mediterranea. L’educazione alimentare deve iniziare dall’infanzia: proprio la ricerca dell’Università LUMSA dimostra che, come risultato di un progetto di educazione scolastica sulla corretta alimentazione, il 6 per cento dei bambini mangia più frutta e il 13 per cento mangia più verdura. La missione fondamentale di AIRC è diffondere il più possibile la cultura della prevenzione e orientare il pubblico verso scelte consapevoli sui corretti stili di vita. Un obiettivo comune agli operatori della grande distribuzione, sempre più attenti alla salute a al benessere dei propri clienti. La posta in gioco è importante: secondo uno studio del 2018 dell’American Institute for Cancer Research, un’alimentazione sana può ridurre il rischio di ammalarsi di tumore del 30 per cento circa. 7

ca oncologica. Bennet, Carrefour in collaborazione con FdAI (Firmato dagli agricoltori italiaArance Rosse: buone per te, buone per la Ricerca. ni), le insegne del Gruppo Selex, Coop Liguria, Coop Lombardia, Coop di vicinato Lombardia, Italmark, Novacoop Piemonte e Unes hanno aperto le porte di oltre 2.500 punti vendita per AIRC, donando 0,50 centesimi per ogni reticella di arance rosse vendute nel periodo. Nome Azienda sostiene AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

SCEGLI DI SCHIERARTI CON NOI AL FIANCO DELLA RICERCA SUL CANCRO!

Acquista la nostra confezione di arance rosse e noi aiuteremo la ricerca oncologica donando 50 centesimi ad AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

NASCE IL FONDO IMPRESE CONTRO IL CANCRO

L

’unione fa la forza e ognuno può fare la differenza. Per questo è nato il Fondo-Imprese contro il Cancro, dedicato alle piccole e medie imprese che vogliono abbracciare la sfida di rendere il cancro sempre più curabile. Con una donazione e un programma di prevenzione e informazione costante, sono già centinaia le aziende che hanno aderito a una delle linee di ricerca proposte dal Fondo e a novembre conosceremo i primi giovani borsisti che beneficeranno dei finanziamenti. Per tutte le info è attivo il numero verde dedicato 800 777 222.

MARGHERITA PER AIRC

D

all’8 marzo al 25 aprile torna Margherita per AIRC, la margherita solidale italiana al 100 per cento dedicata ad AIRC. Nei Centri giardinaggio associati ad AICG (Associazione italiana centri giardinaggio) aderenti all’iniziativa, sarà possibile sostenere la ricerca oncologica, acquistando una pianta di margherita al prezzo di 4,50 euro, di cui 1,50 euro sarà devoluto ad AIRC. L’elenco dei centri è disponibile su www.airc.it. Nata nel 2014, negli ultimi tre anni l’iniziativa ha permesso di finanziare una borsa di studio triennale. I fondi raccolti in questa edizione saranno destinati a una nuova borsa di studio per un giovane ricercatore. Testimonial dell’iniziativa Margherita Granbassi, campionessa mondiale di scherma e volto di AIRC.


RACCOLTA FONDI Donazioni in memoria

Rivivere nella ricerca Dare forza a un futuro senza cancro con una donazione in ricordo delle persone amate

R

a cura della REDAZIONE icordare una persona cara che non c’è più sostenendo la ricerca è un gesto che parla di speranza e di fiducia. Molte persone scelgono di rinnovare in questo modo il ricordo di un parente o di un amico scomparso, e legare così il suo nome alla missione di AIRC. Se lo desideri, anche tu puoi mantenere vivo il ricordo di chi ti ha amato con una donazione in memoria ad AIRC. Le modalità sono diverse: per esempio, puoi effettuare una donazione in memoria scegliendo un importo da destinare alla ricerca, e puoi inviare ai familiari una lettera personalizzata con un ringraziamento dedicato da parte del presidente di AIRC.

E se vuoi condividere la tua generosità, puoi creare una pagina web completamente dedicata a una persona scomparsa, personalizzandola con testi e immagini: la realizzi in pochi e semplici passaggi, e puoi invitare altre persone a sostenere la ricerca mantenendo vivo il suo ricordo. Tutti i dettagli sulle modalità di donazione in memoria sono sul sito. www. airc.it/inmemoria

www.airc.it/inmemoria Da associazione a fondazione, per essere ancora più forti contro il cancro La trasformazione appena avvenuta da Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro in Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro è stata necessaria per corrispondere alle nuove disposizioni introdotte dalla Riforma del Terzo Settore (D. Lgsl. 117/2017), che prevedono una serie di adempimenti per garantire sempre maggiore efficienza, efficacia e trasparenza nello svolgimento delle attività degli Enti del Terzo Settore (volontariato e no-profit). Questa importante innovazione renderà ancora più forte la nostra azione per rendere il cancro sempre più curabile, in un quadro di assoluta continuità

rispetto al passato. La vostra generosità, senza la quale nulla di quello che facciamo sarebbe possibile, otterrà la deducibilità fiscale per le donazioni effettuate attraverso bollettino postale, finora non deducibili in quanto quote associative. Questo beneficio deriva dal fatto che tutti coloro che in precedenza erano Soci dell’associazione AIRC, dopo questa trasformazione, hanno acquisito automaticamente la qualifica di Sostenitori della Fondazione AIRC. Per gli interessati, è possibile prendere visione del nuovo statuto all’indirizzo www.airc.it


Abruzzo-Molise...

Tel. 085 35215 - com.abruzzo.molise@airc.it – airc.it/abruzzo

Le donne colorano la vita

Pescara “Trent’anni di viaggi attraverso i colori dei continenti non mi sono stati sufficienti a comprendere il motivo del fascino esercitato dalle minoranze etniche... di certo non dimenticherò mai la pura gioia reciproca del nostro incontro e la tristezza altrettanto vera e reciproca del nostro addio.” Con queste parole la dottoressa Silvia Proni ha ricordato la collega e compagna di viaggi Rossella Covello. A celebrare questa amicizia anche una mostra organizzata i primi di marzo a Pescara. Sono stati esposti decine di ritratti di persone incontrate nei loro viaggi in giro per il mondo. Durante la mostra è stato possibile avere la stampa di uno o più quadri esposti, dietro contributo a favore di Airc. La mostra, patrocinata dal Comune di Pescara, si è aperta con un convegno sul tema della prevenzione del tumore femminile.

Calabria...

Basilicata...

Tel. 0835 303751 com.basilicata@airc.it – airc.it/basilicata

Uova della ricerca

Varie località Anche quest’anno torna l’appuntamento con le Uova della Ricerca che saranno distribuite dai volontari del Comitato AIRC Basilicata nelle scuole e nelle imprese del territorio. La distribuzione delle uova continuerà fino a Pasqua. Per non rischiare di rimanere senza contatta subito il Comitato!

In breve dalla Basilicata

Matera – Potenza Arance, miele e marmellata: sono andati a ruba i prodotti solidali di AIRC sia nelle piazze di tutta la regione sia nelle scuole che da tanti anni sostengono la ricerca con l’iniziativa “Cancro io ti boccio!”. Grazie a tutti!

Campania...

Tel. 0984 413697 com.calabria@airc.it – airc.it/calabria

Tel. 081 403231 com.campania@airc.it airc.it/campania

Al cinema con AIRC

Pepe in grani

Cosenza La tata più famosa del cinema è tornata! Il 20 dicembre, al cinema Citrigno, la Walt Disney Company Italia ha organizzato con il Comitato AIRC Calabria un’anteprima cinematografica del film Il ritorno di Mary Poppins. La serata ha permesso di sostenere la ricerca sui tumori pediatrici ed è stata allietata da momenti di gioco nel foyer. I fondi raccolti contribuiranno al finanziamento di una borsa di studio dedicata allo sviluppo di nuove terapie e farmaci sempre più efficaci per la cura dei piccoli pazienti.

In breve dalla Calabria

Crotone Natale con noi... e con la ricerca grazie alla delegazione AIRC di Crotone che lo scorso dicembre ha organizzato una splendida serata. Tritanti (RC) Iniziate ad allenarvi! Ad agosto torna Una Corsa per la Vita, gara benefica non competitiva a favore della ricerca. Il ricavato della quota di iscrizione sarà devoluto al Comitato AIRC Calabria. 34 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

UOVA GETTY

Caiazzo (CE) Il famoso Franco Pepe della pluripremiata pizzeria Pepe in Grani, in occasione de I Giorni della Ricerca, ha dedicato ad AIRC parte del ricavato della serata del 10 novembre. Grazie all’organizzazione mirabile della nostra consigliera Maria Teresa Schettino e alla calorosa partecipazione della clientela!

In breve dalla Campania

Caserta - 24 settembre Peppe Servillo e Danilo Rea, straordinari artisti ed eccellenze del panorama culturale italiano, hanno portato al Teatro Don Bosco il loro progetto Io Te Vurria. Grazie alla nostra consigliera Maria Teresa Schettino la serata è stata anche occasione per una raccolta fondi. Un tributo alla tradizione napoletana, un viaggio in duo tra le perpetue trame della canzone partenopea. Grande partecipazione di un pubblico entusiasta.

Napoli - 23-24 maggio Al Teatro delle Palme la Compagnia amatoriale del Corso diretta dal bravissimo Alberto Angiuoni si esibirà a favore del Comitato AIRC Campania con la divertentissima commedia francese Le Pillole di Ercole.


Emilia-Romagna... Tel. 051 244515 - com.emilia.romagna@airc.it airc.it/emiliaromagna

The Queen Bag

Bologna Fabrizio Cocchi Showroom ha ospitato lo scorso novembre una serata dedicata ad AIRC con Cocktail&Sale del prestigioso archivio di Maddalena Marconi. Fashion e charity insieme per uno straordinario successo il cui ricavato è andato a sostegno della ricerca oncologica.

In breve dall’Emilia-Romagna

Venezia Nel tour Venezia Private View, i visitatori sono stati accompagnati da direttori, curatori e guide dedicate attraverso i meravigliosi spazi della Fondazione Giorgio Cini, della V-A-C Foundation, del Guggenheim Museum e della Fondazione Vedova. Il ricavato delle quote di partecipazione è stato devoluto ad AIRC. Bologna Le Arance di Basket City è l’iniziativa promossa da AIRC e Pensare Basket con il patrocinio del Comune di Bologna, del CONI Emilia-Romagna e FIP Emilia-Romagna, che ha coinvolto le squadre Virtus Bologna, Fortitudo Bologna, Progresso Basket Bologna e la Nazionale di Basket Over 40 nella promozione e distribuzione de Le Arance della Salute di Piazza di Porta Ravegnana a Bologna.

Lazio... Tel. 06 4463365 com.lazio@airc.it airc.it/lazio

Friuli-Venezia Giulia... Tel. 040 365663 - com.friuli.vg@airc.it – airc.it/fvg

Trieste Next!

Trieste Una regione ad alta densità scientifica che ha portato Trieste a diventare Capitale Europea della Scienza 2020. In questo contesto anche nel 2018 AIRC ha partecipato al Trieste Next, festival scientifico tra i più importanti in Italia. Gli scienziati hanno raccontato progressi e orizzonti dell’oncologia e, in piazza, appassionati, famiglie e bambini hanno “toccato con mano” la ricerca. Appuntamento a ottobre!

In breve dal Friuli-Venezia Giulia

Udine Lo scorso novembre, all’Università degli Studi presso il Dipartimento di scienze mediche e biologiche, si è tenuto il secondo appuntamento con gli attivissimi volontari del Comitato. Friuli-VG L’Associazione Mozart ha organizzato tre concerti sacri con coro di voci bianche e archi nelle chiese di San Giovanni in Tuba (TS), Udine e Monfalcone (GO). Trieste - 18 maggio Paolo Conte torna a Trieste per una serata di musica e impegno. Accompagnato dall’orchestra, guiderà il pubblico in un viaggio a ritroso nei grandi classici di una carriera lunga più di cinquant’anni.

Liguria...

Tel. 010 2770588 - com.liguria@airc.it - airc.it/liguria

Notte in rosa

Roma Durante la Edoardo Bernardi, Amministratore Delegato e Direttore Gecampagna Nastro nerale The Estée Lauder Companies Italia, e Ginevra Carrassi Rosa AIRC, lo scor- Cavalletti, presidente del Comitato so 2 ottobre nella cornice di Palazzo Doria Pamphilj a Roma, si è svolto il pranzo per sostenere la ricerca sui tumori al seno. Partner della serata, The Estée Lauder Companies Italia.

In breve dal Lazio

Roma Per Natale la Scuola ufficiali carabinieri di Roma ha organizzato una lotteria a sostegno di AIRC. Durante la serata si è esibita la Jumpin’Jive Orchestra e sono stati distribuiti I Cioccolatini della ricerca. Ariccia (RM) Il liceo James Joyce di Ariccia ricorda Veronica Graziani e sostiene AIRC con Una merenda per la Ricerca: ogni secondo giovedì del mese presso il liceo linguistico e ogni secondo venerdì presso il liceo Scienze Umane. Grazie alla collaborazione della Pasticceria Cimoroni e del Forno Da Ciccio di Genzano di Roma (RM)!

Lombardia...

Tel. 0277971 - com.lombardia@airc.it – airc.it/lombardia

Suonala ancora, Paolo! Milano Un eccezionale Paolo Conte è stato protagonista della serata dedicata al Comitato AIRC Lombardia al Teatro degli Arcimboldi con uno straordinario concerto per i cinquant’anni di Azzurro.

Alassio in gol

Alassio (SV) Strepitoso successo di pubblico e di raccolta fondi per Footgolf in spiaggia 12 buche per 12 befane. Il tradizionale appuntamento goliardico-sportivo giunto alla sua quarta edizione, organizzato dai tenaci delegati di Eccoci Eventi, ha visto la partecipazione di vecchie glorie dello sport, di personaggi della Tv e del giornalismo.

In breve dalla Liguria

Sarzana (SP) Un grande ringraziamento al delegato Enrico Nardi per la serata Disco party all’insegna della musica anni 70’ e 90’ allo Jux Tap di Sarzana (SP). Chiavari (GE) Continuano le regate solidali de le Falchette di AIRC della Women’s Sailing Academy capitanate dalla skipper Lucia Pozzo. L’obiettivo è raccogliere fondi per una borsa di studio biennale a favore di un giovane ricercatore che svolgerà il proprio lavoro in Liguria.

Teatro sold out con mesi di anticipo e grande partecipazione del pubblico. Un ringraziamento particolare ai partner Aon, Coeclerici, Credit Suisse, Lindt e Reale Foundation e a tutti i partecipanti che hanno permesso di raccogliere fondi a sostegno dei tumori pediatrici.

In breve dalla Lombardia

Brescia Anche quest’anno il Teatro Grande di Brescia ha visto salire sul suo palcoscenico uno straordinario artista come Mario Biondi. Due ore di musica e divertimento dedicate alla raccolta fondi a sostegno della ricerca sul tumore al polmone. Milano Il 28 gennaio scorso si è concluso in musica l’evento Creatività, ricerca, solidarietà realizzato dall’Università Bicocca in collaborazione con AIRC, HangarBicocca e LaVerdi, per sostenere la ricerca sul cancro. Un’occasione unica per ascoltare l’Orchestra sinfonica di Milano LaVerdi e l’Ensemble laBarocca, entrambe dirette dal maestro Ruben Jais. OTTOBRE 2018 | FONDAMENTALE | 35


Marche... Tel. 071 2804130 com.marche@airc.it airc.it/marche

Concerto per AIRC

pubblico, l’entusiasmo e l’estro degli artisti, la generosità dei sostenitori, primi tra tutti Paolo Signore e il sindaco di Porto San Giorgio Nicola Loira, hanno reso la serata magica e indimenticabile. I contributi raccolti sono stati destinati alla borsa di studio in ricordo di Maria Cristina Cocca.

In breve dalle Marche

Porto San Giorgio (FM) Incredibile successo del concerto Napulecantanno dei Lazzari Felici che lo scorso 5 gennaio hanno interpretato un emozionante tributo alla musica napoletana di ieri e di oggi. Il calore del

Piemonte-Valle d’Aosta...

Tel. 011 9933353 - com.piemonte.va@airc.it – airc.it/piemonte

Macerata Lo scorso dicembre Lucia Tancredi ha guidato numerosi ospiti alla riscoperta del prezioso patrimonio lottesco riunito a Palazzo Buonaccorsi in occasione della mostra Lorenzo lotto, il richiamo delle Marche. L’evento ha rappresentato un meraviglioso momento di solidarietà e cultura. Dalle Marche a Milano Grande entusiasmo per il viaggio a sostegno di AIRC di due giorni alle Isole Borromee e ai laboratori dell’Istituto FIRC di oncologia molecolare. I partecipanti sono rimasti incantati dalla sorprendente bellezza dell’Isola Bella e colpiti dalla preparazione e dall’impegno dei ricercatori.

Puglia...

Tel. 080 5218702 com.puglia@airc.it - airc.it/puglia)

Ricerca e salute

Annie & The Rockers

Torino Anche quest’anno, per ricordare Anna, un gruppo di amici ha suonato e cantato realizzando molto più di un concerto. Molti i partecipanti, tante le famiglie con bambini. La manifestazione è cominciata nel pomeriggio per spostarsi poi nell’ampia sala dove le emozioni del ricordo si sono mescolate all’entusiasmo della musica rock.

In breve dal Piemonte-Valle d’Aosta

Varie località Palazzo Civico e cupola del Guarini a Torino e i principali monumenti di molti altri Comuni illuminati di rosa per aderire alla campagna Nastro Rosa AIRC. A Fossano hanno tinto di rosa l’acqua della fontana! Caresanablot (VC) Lo scorso ottobre la farmacia Gallo ha organizzato una passeggiata ludico-motoria, con testimonianze e merenda, per sostenere la campagna AIRC di prevenzione del tumore al seno. Settimo Torinese (TO) In autunno si è svolta la sesta edizione del Festival della Scienza dedicato alla salute e AIRC ha partecipato con i suoi laboratori di divulgazione scientifica.

Bari Si è svolta anche quest’anno l’attesa conferenza presso il Policlinico di Bari, organizzata dai ragazzi dell’associazione studentesca Studenti Per… Presenti il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari, prof. Antonio Felice Uricchio, e il presidente della Scuola di Medicina, prof. Loreto Gesualdo. Intervenuti gli scienziati AIRC, Antonio Moschetta, Vito Racanelli, Cristiano Simone e Patrizia Pasanisi, i quali hanno presentato il progresso della ricerca nell’ambito della prevenzione, anche a tavola, della diagnosi e della cura del cancro. Ospiti d’eccezione gli studenti e i docenti dell’Istituto Perotti di Bari che, capeggiati dallo chef Antonio De Rosa, hanno preparato piatti della tradizione pugliese. Si ringraziano: Olio Mimì, Pastificio Martimucci, Consorzio di Altamura Biscò.

In breve dalla Puglia

Molfetta (BA) Grande risultato nell’ormai tradizionale lotteria Insieme per la Ricerca organizzata dall’azienda Network Contacts Srl di Molfetta: ben 51.460 euro raccolti! Si ringrazia tutto lo staff dell’azienda che, con amicizia e dedizione, è da sempre a fianco di AIRC. Puglia Polo degli ulivi, a cura di Asd Horse Club Piana degli Ulivi, ritorna con 4 attesi appuntamenti: 24-25/05 Relais Histo’, Taranto; 31/05–1/06 Horse Club Piana degli Ulivi, Fasano (BR); 7-8/06 circolo ippico Arena Green Village, Alezio (LE); 14-15/06 masseria Palombara, Oria (BR).

Sardegna...

tel. 070 664172 - com.sardegna@airc.it – airc.it/sardegna

Una cena per la vita

Cagliari Giunta ormai alla quarta edizione, si è svolta a luglio l’attesa e magica Cena sotto le stelle. Quest’anno si è scelta la via del Corso Vittorio Emanuele, recentemente restaurata, allestita con un’immensa tavolata da 200 posti, che ha permesso di trascorrere gustosi momenti uniti nella solidarietà.

In breve dalla Sardegna

36 | FONDAMENTALE | APRILE 2019

Nuoro All’interno di un delizioso negozio del Corso Garibaldi, le consigliere e volontarie di Nuoro hanno allestito un mercatino per sostenere AIRC. Tanti i manufatti e i prodotti dei nostri sostenitori per arricchire il bellissimo mercatino di Natale. Santa Margherita di Pula (CA) Durante il mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del tumore al seno, 250 donne hanno partecipato alla Challenge Women, una camminata ludico-motoria di cinque chilomentri interamente al femminile. L’evento si è svolto all’interno del Forte Village Resort.


Sicilia...

Toscana...

Musica e Ricerca

Di corsa (o camminando) per la ricerca

Tel. 091 6110340 com.sicilia@airc.it airc.it/sicilia

Catania Teatro Massimo Bellini gremito di fan per uno spettacolo pro AIRC con DNA tutto siciliano! Mario Venuti, Giovanni Caccamo, gli Sugar Free e tanti altri insieme a Salvo La Rosa hanno regalato una bella serata agli spettatori accettando con entusiasmo, insieme al pubblico e a tanti partner, l’invito della delegazione AIRC di Catania.

In breve dalla Sicilia

Castellammare del Golfo (TP) La generosità del ristorante Mirko’s e la partecipazione dei visitatori interessati alla degustazione di un ottimo cous cous hanno dato vita a una preziosa occasione per sostenere AIRC. Siracusa Il 21 febbraio si è conclusa la lotteria Vincere con la Ricerca che ha coinvolto migliaia di amici di tutta la provincia di Siracusa: il vincitore del primo premio si è aggiudicato un viaggio del valore di tremila euro. In palio anche gioielli e accessori moda.

Umbria...

Tel. 075 5838132 - com.umbria@airc.it – airc.it/umbria

Concerto per AIRC

Perugia Anche quest’anno, grazie alla preziosa collaborazione di Laura Musella, a conclusione de I Giorni della Ricerca, si è svolto alla Sala dei Notari il concerto Tango, Jazz… e non solo dedicato ad AIRC, con la voce e la chitarra di Mauro Mela, la splendida fisarmonica di Sandro Paradisi e le percussioni di Juri Pecci. Un grande successo!

In breve dall’Umbria

Ponte San Giovanni (PG) Il 3 febbraio si è rinnovato l’appuntamento con la 30° edizione della Maratonina del Campanile, organizzata dalla Podistica Volumnia, e con la Camminata per la Vita, anche quest’anno dedicata ad AIRC. Perugia Ha compiuto dieci anni la festa della pallavolo, ideata dalla testata giornalistico-sportiva Pianeta Volley, Festa della pallavolo umbra. Ringraziamo gli organizzatori, in particolare il direttore Alberto Aglietti, che è sempre molto vicino ad AIRC! Umbria - 25-26 maggio Torna il grande evento enogastronomico Cantine Aperte: un’occasione per visitare le splendide campagne dell’Umbria, degustare le specialità del territorio e contribuire con Un calice per la Ricerca al finanziamento di una borsa di studio biennale.

Tel. 055 217098 - com.toscana@airc.it airc.it/toscana)

Forte dei Marmi (LU) Si è svolta l’11 novembre scorso la prima edizione di Run for AIRC. La corsa/camminata non competitiva, aperta a tutti compresi gli amici a quattro zampe, è stata realizzata con la collaborazione del Comune di Forte dei Marmi e con grandissima partecipazione di tutto il paese. Appuntamento al 6 ottobre 2019 per la seconda edizione!

In breve dalla Toscana

Marina di Castagneto Carducci (LI) Nel bel mezzo della stagione estiva, il 15 agosto scorso, si è svolta un’asta per AIRC presso il Bagno Sirena grazie alla straordinaria disponibilità del proprietario Daniele Venturi.

Veneto-Trentino Alto Adige...

Tel. 045 8250234 - com.veneto@airc.it – airc.it/veneto

Concerto di Stefano Bollani

Verona Presso il Teatro Filarmonico di Verona si è svolto il concerto di Natale Piano Solo di Stefano Bollani. La serata è stata or-

ganizzata con il sostegno di Banco BPM e l’intero incasso è stato destinato a progetti di ricerca per la cura dei tumori pediatrici. Bollani ha eseguito i suoi pezzi passando da Bach ai Beatles, da Stravinskij ai ritmi brasiliani, terminando con un medley di 10 canzoni scelte direttamente dal pubblico: uno spettacolo indimenticabile in favore della ricerca!

In breve dal Veneto-Trentino Alto Adige

Campagna Lupia (VE) Il Gruppo Pro Lughetto ancora una volta lascia il segno con la manifestazione Arriva la Befana al Circo. Dal 24 al 27 gennaio il Circo di Mosca ha allietato a Campagna Lupia grandi e piccini. Il ricavato della manifestazione sarà destinato alla ricerca sul cancro. Santa Maria d’Adige (PD) Il 14 aprile si svolgerà un evento organizzato da Gita Famiglia e Spina Tour culminante con un pranzo sociale. Durante la giornata verranno raccolti fondi per la ricerca sul cancro.

APRILE 2019 | FONDAMENTALE | 37


IL MICROSCOPIO

Federico Caligaris Cappio Direttore scientifico AIRC

CRISPR/Cas9: una sigla verso il futuro

ATTENTI ALLE TRUFFE AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, con incaricati che vanno di casa in casa. Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando la polizia (113) o i carabinieri (112).

L

a possibilità di modificare il genoma umano in laboratorio utilizzando una tecnica dal nome astruso, CRISPR/Cas9, ha suscitato, per le enormi potenziali applicazioni, un notevole clamore mediatico. Come spesso capita in ricerca, questa tecnologia è stata sviluppata grazie a scoperte di biologia di base, in questo caso partendo da studi sui batteri. Questi piccoli organismi, così come le cellule umane, possono essere infettati dai virus, ma dispongono di un meccanismo difensivo molto efficace, per l’appunto il sistema CRISPR/Cas9, che permette loro di individuare e distruggere il DNA virale. La sigla CRISPR, derivata dall’inglese, indica la presenza nel DNA batterico di una serie di segmenti ripetuti, residui di pregresse infezioni virali: questi “lavorano” insieme alla proteina Cas9 che si comporta come una forbice molecolare. Nei batteri CRISPR/Cas9 è un sistema che con estrema precisione si orienta lungo il DNA batterico, riconosce il DNA virale, lo taglia eliminandolo e mantiene la memoria delle informazioni ottenute. I ricercatori hanno modificato in laboratorio il sistema CRISPR/Cas9 per adattarlo a riconoscere geni, o parti di geni (in gergo “sequenze bersaglio”), nelle cellule di molteplici organismi, inclusi gli esseri umani. Ancora più importante, CRISPR/Cas9 può essere riprogrammato per inserire, al posto di uno specifico tratto di DNA, un’altra sequenza, in tal modo modificando il genoma della cellula. La tecnica può essere vista come un sistema di “taglia e incolla” simile a quello che utilizziamo quando scriviamo al computer, ma impiegata per correggere sequenze di DNA nocive presenti nel genoma delle cellule.

38 | FONDAMENTALE | APRILE 2014

La tecnologia CRISPR/Cas9 ha larghe applicazioni in laboratorio ed è estremamente attraente per un utilizzo terapeutico al fine di eliminare o correggere mutazioni patologiche: ha quindi creato grandi aspettative nei pazienti con malattie sia ereditarie sia tumorali. Dal momento che i tumori sono causati da molteplici mutazioni genetiche e che CRISPR/Cas9 consente di modificare simultaneamente molti geni, il suo potenziale in oncologia e l’interesse dei ricercatori oncologi sono altissimi. Una tecnologia capace di modificare il genoma ha cruciali implicazioni etiche. L’accordo generale è che debba essere bandito (e condannato dalla comunità scientifica, come di recente avvenuto nel caso delle gemelle cinesi) l’impiego nelle cellule germinali, ossia nelle cellule che trasmettono il materiale genetico dai genitori alla prole. Viceversa, possono avere un grande valore terapeutico le applicazioni alle cellule cosiddette “somatiche” in cui eventuali modificazioni genetiche non sono trasmissibili alla prole. Tuttavia saranno ancora necessari molti studi per rendere questa tecnologia non solo efficace ma anche sicura prima di passare alle applicazioni terapeutiche. Al momento non siamo in grado infatti di escludere possibili errori o effetti imprevedibili che potrebbero emergere anche a distanza di tempo. AIRC è molto attenta agli aspetti di innovazione tecnologica volti a ottenere terapie sempre più efficaci e risolutive. Ha anche piena consapevolezza del fatto che le innovazioni richiedono tempo, impegno costante, investimenti adeguati, e, come in questo caso, cautela ed estrema attenzione agli aspetti etici.


SCOPRI LE NUOVE IDEE SOLIDALI!

DAI VOSTRI MOMENTI SPECIALI PRENDE FORMA NUOVA RICERCA. La vita è piena di occasioni che vale la pena di celebrare: dal matrimonio al battesimo, dalla cresima alla laurea. Scegliendo le idee solidali AIRC donerete un sostegno concreto a chi lavora ogni giorno per rendere il cancro sempre più curabile.

Potete scoprire tutte le nuove proposte su shop.airc.it o chiamando il numero 02 901.692.90


DOMENICA

MAGGIO

L’AZALEA DELLA RICERCA

®

PER SAPERE DOVE TROVARLA: AIRC.IT - 840.001.001*

CONTRO IL CANCRO, IO CI SONO. UNISCITI AI NOSTRI VOLONTARI PER RENDERE LA RICERCA SEMPRE PIÙ FORTE.

Airc2019_Azalee_Fondamentale_Definitivo_EXE.indd 1

*Uno scatto da tutta Italia, attivo a partire dal 23 aprile, 24 ore su 24.

12

PER LA FESTA DELLA MAMMA REGALA

27/02/19 12:25


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.