12 minute read

PREVENZIONE

PREVENZIONE Stili di vita

Il giusto cibo e l’attività fi sica per prevenire i tumori e invecchiare meglio

Per aiutarci a prevenire i tumori a tavola servono poche regole generali, le stesse che aiutano a rallentare l’invecchiamento e che al contempo proteggono il pianeta in cui viviamo

a cura di da quello genetico e molecoCRISTINA FERRARIO Oggi sappiamo con certezza che alimentazione squilibrata, peso corporeo eccessivo e se“ lare” aggiunge, ricordando il ruolo fondamentale di Fondazione AIRC nel sostenere questo fi lone di ricerca. LA PAROLA ALLA SCIENZA dentarietà sono responsabili Non ci sono dubbi: il cibo di una quota piuttosto eleva- è un fattore determinante per ta di tumori: dal 30 al 40 per lo sviluppo di molte malattie cento secondo le stime.” Esor- e il cancro non fa eccezione. disce così Giovanna Masala, “Molti studi che ci hanno fatdell’Istituto per lo studio, la to scoprire questo legame soprevenzione e la rete oncolo- no di tipo cosiddetto osservagica (ISPRO), da anni im- La ricerca va zionale, ovvero studi nei pegnata nello studio del legame tra alidal piatto ai meccanismi quali i ricercatori hanno seguito grupmentazione e cancro. molecolari pi di persone per diver“Studiare queste associa- si anni alla ricerca di un lezioni non è affatto semplice, game tra ciò che dicevano di ma la ricerca ha già permesso mangiare e le malattie che di raggiungere risultati molto sviluppavano” afferma Mainteressanti in termini di co- sala, citando lo studio Euronoscenza di questo legame, sia pean Prospective Investigadal punto di vista generale sia tion into Cancer and Nutri-

DAL WCRF IL DECALOGO DELLA PREVENZIONE

Poche ma effi caci, le regole di prevenzione frutto del lavoro degli esperti del World Cancer Research Fund. E molte di queste puntano proprio su una dieta sana.

01 Mantieni un peso sano – cerca di non accumulare peso in età adulta. 02 Fai attività fi sica ogni giorno – muoviti di più e passa meno tempo seduto. 03 Segui una dieta ricca di cereali integrali, frutta, verdura e legumi – basa la dieta su questi alimenti. 04 Limita i “fast-food” – ma anche i cibi lavorati e ricchi di grassi o zuccheri. 05 Limita il consumo di carne rossa e lavorata – se riesci, evita gli insaccati. 06 Limita il consumo di bevande zuccherate – prediligi l’acqua. 07 Limita il consumo di alcol – per la prevenzione del cancro è meglio eliminarlo. 08 Non utilizzare supplementi per prevenire i tumori – cerca di ottenere tutti i nutrienti dalla dieta. 09 Allatta al seno, se puoi – fa bene alla mamma e al bambino. 10 Segui le raccomandazioni anche dopo una diagnosi di tumore, se possibile – chiedi sempre consiglio al medico su come comportarti.

tion (EPIC), uno dei principali nel settore, al quale lei stessa partecipa assieme al suo gruppo. Si tratta di uno sforzo enorme, partito negli anni Novanta del secolo scorso e che ha coinvolto oltre mezzo milione di persone in 10 Paesi europei, alle quali è stato chiesto di fornire informazioni su alimentazione e attività fisica. Inoltre, da ogni partecipante è stato prelevato un campione di sangue per poter poi procedere, con l’acquisizione di nuove conoscenze, alla ricerca di specifici marcatori, tracce biologiche di come si è mangiato nella vita e delle abitudini che si sono acquisite.

L’Italia è tra i protagonisti di questa ricerca con 47.000 persone coinvolte in cinque diversi centri (Torino, Varese, Firenze, Napoli e Ragusa). “Molte raccomandazioni sulla prevenzione del cancro atto digerente (colon-retto, stomaco, eccetera), ma anche di altri tipi di cancro, come quello al seno o alla prostata.

SPEGNERE L’INFIAMMAZIONE I cambiamenti nell’alimentazione e nell’attività fisica hanno un effetto biologico dimostrabile anche sui processi di invecchiamento, di cui il cancro è una delle tante espressioni. Lo ha dimostrato proprio il gruppo di ricerca di Masala nell’ambito dello studio DAMA (dieta, attività fisica e mammografia), finanziato da AIRC e che ha coinvolto oltre 200 donne in post menopausa, tra i 50 e i 69 anni. “Di tutte abbiamo raccolto dati personali e clinici e un campione di sangue da cui estrarre il DNA per le analisi moletraverso l’alimentazione e lo colari, poi le abbiamo suddistile di vita derivano proprio vise in quattro gruppi” spiega da questo sforzo” dice l’esper- Masala. “Alle donne dei primi ta, sottolineando l’enorme ric- tre gruppi abbiamo proposto chezza rappresentata dai dati un intervento attivo di modie dai campioni biologici rac- fica rispettivamente della diecolti all’interno di EPIC. Per Cambiare ta, dell’attività fisica o di enesempio è possibile confrontare l’impatabitudini ha un effetto trambe. Le partecipanti del primo e del terto di abitudini alimentari biologico zo gruppo sono state invitamolto diverse, come quelle ti- te a preferire un’alimentaziopiche dell’area mediterranea e ne basata soprattutto su prodei Paesi del Nord Europa, sul dotti vegetali, tra cui cereali rischio di sviluppare un can- integrali e frutta secca, e pocro, ma anche affrontare il vera di prodotti raffinati e traproblema dal punto di vista sformati, a tenere un diario molecolare. “L’analisi dei cam- alimentare e a partecipare a pioni di sangue ci aiuta a iden- incontri periodici di cucina. tificare i meccanismi più fini Alle donne del secondo e del alla base del legame alimenta- terzo gruppo è stata proposta zione-cancro” precisa Masala, un’ora al giorno di attività fisiricordando che l’alimentazio- ca moderata (come la cammine sana non è legata alla pre- nata veloce) e un’ora alla settivenzione solo dei tumori più mana di un’attività più intendirettamente legati all’appara- sa in palestra, oltre a incontri

stili di vita prevenzione invecchiamento

periodici con passeggiate di gruppo.” Alle donne del quarto gruppo, infine, sono state date informazioni sulle scelte alimentari e di movimento più indicate per la prevenzione, senza tuttavia proporre interventi attivi. Dopo due anni, è stato raccolto di nuovo un campione di sangue da tutte le partecipanti.

Tra gli obiettivi c’era verificare se queste modifiche prolungate delle abitudini di vita avessero un effetto su alcuni marcatori biologici associati all’infiammazione, che nella sua forma cronica è un fattore noto per lo sviluppo dei tumori. “Abbiamo notato che i cambiamenti negli stili di vita, in particolare quelli legati all’attività fisica, permettono di rallentare il naturale aumento legato all’età di alcuni marcatori dell’infiammazione come la interleuchina-6” spiega Masala. E i ricercatori hanno inoltre osservato che mangiando in modo sano e facendo regolare attività fisica si invecchia più lentamente. “Parliamo di modifiche in marcatori epigenetici dell’invecchiamento, che non riguardano la sequenza del DNA, ma meccanismi che regolano l’espressione genica, cioè il fatto che i geni siano accesi o spenti” precisa l’esperta.

TANTE SFUMATURE DI GUSTO

Uno degli errori da evitare quando si pensa alla prevenzione del cancro a tavola è credere che esistano alimenti “anticancro”, sufficienti da soli a tenere alla larga la malattia. “Dobbiamo allargare lo sguardo” spiega Masala. “Lo hanno fatto gli esperti del

PREVENZIONE Stili di vita

World Cancer Research Fund (WCRF) quando hanno definito il loro decalogo di prevenzione, una delle fonti più autorevoli cui affidarsi” aggiunge. Le raccomandazioni non parlano di specifici alimenti da consumare ma puntano piuttosto a definire un regime alimentare fatto di tanta frutta e verdura, cereali integrali, poca carne e prodotti di origine animale, pochi grassi e zuccheri. La dieta mediterranea rappresenta un buon modello da seguire, che si contrappone a quello della cosiddetta “dieta occidentale”, ormai diffusa anche in Italia e basata su cibi pronti, molto calorici e ricchi di grassi e zuccheri.

Esiste inoltre un legame indissolubile tra la salute dell’uomo, quella degli animali e quella dell’ambiente. È il concetto di OneHealth, la salute globale. E le regole da seguire per mantenersi in buona salute sono le stesse per uomini e ambiente. “La produzione e il consumo di cibo sono tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra, dello sfruttamento del suolo e dell’insorgenza di malattie come il cancro” scrivono i ricercatori dello studio EPIC in un articolo pubblicato a ottobre 2021 sulla rivista Lancet Planet Health.

Nel loro lavoro gli autori hanno dimostrato che, con una dieta prevalentemente basata su cibi vegetali (la EAT-Lancet diet), si potrebbero prevenire, in un periodo di vent’anni, fino al 63 per cento dei decessi e al 39 per cento dei tumori. “Inoltre, seguendo lo stesso regime alimentare, avremmo una riduzione fino al 50 per cento nelle emissioni di gas serra e fino al 62 per cento nell’utilizzo di suolo” spiegano gli esperti. Un’altra buona ragione per mangiare sano.

Alcol e cancro, c’è poco da brindare

Pochi sanno che questa sostanza può provocare non solo il tumore del fegato, ma anche altri tipi di tumori, tra cui quelli del distretto testa-collo, spesso diagnosticati in stadio avanzato. Il rischio aumenta quando il consumo di bevande alcoliche si abbina al fumo di sigaretta

a cura di ELENA RIBOLDI Diecimila casi di tumore diagnosticati in Italia nel 2020 dipendono dal consumo di alcol. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Oncology, in cui è stato analizzato il peso del consumo di alcol sulla genesi dei tumori. Gli autori hanno stimato che in tutto il mondo i casi annuali di cancro attribuibili a questa sostanza siano più di 740.000, tre quarti dei quali si sviluppano in individui di sesso maschile. Pensando alle malattie legate all’abuso di alcol, vengono subito in mente la cirrosi epatica e il tumore al fegato; tuttavia, quello epatico non è l’unico tipo di cancro che può essere provocato da un consumo irresponsabile di alcol. A livello globale, al primo posto per numero di casi vi è infatti il tumore dell’esofago, seguito dal cancro al fegato e dal tumore mammario. L’elenco comprende però altre neoplasie meno note, come quelle di testa e collo. La scarsa conoscenza del problema ostacola la diagnosi tempestiva, riducendo le probabilità di guarire. È bene quindi che se ne parli.

UN DANNO DIRETTO

“In Italia ci sono circa 13.000 casi all’anno di tumori del distretto testa-collo, i cui principali fattori di rischio sono alcol, fumo e infezione da papillomavirus” spiega Laura Locati, direttore dell’Ambulatorio di oncologia traslazionale degli Istituti clinici scientifici Maugeri di Pavia. “Fumo e alcol, specie se combinati, agiscono a livello delle mucose del cavo orale e creano un danno locale che aumenta significativamente la probabilità di sviluppare un cancro.” I tumori testa-collo comprendono quelli del cavo orale (lingua, pavimento della bocca, palato, guancia, tonsilla) e quelli della faringe, della laringe, dei seni mascellari e delle ghiandole salivari; il consumo di alcol si associa nello specifico ai tumori del cavo orale, della faringe e della laringe. “Fumo e alcol operano quello che viene detto sinergismo con potenziamento: la somma dell’effetto dei due fattori è maggiore del risultato aritmetico” aggiunge Franco Ionna, direttore della Struttura complessa di chirurgia maxillo-facciale e otorinolaringoiatrica dell’Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale di Napoli. “È come se uno più uno fosse uguale a tre.”

IL PARADOSSO DELLA VISIBILITÀ

“I forti fumatori e i forti bevitori sono soggetti ad alto rischio” prosegue Locati. “Purtroppo, spesso si tratta di persone poco inclini a sottoporsi a cure o a visite preventive, e di conseguenza i tumori del cavo orale vengono diagnosticati in uno stadio tardivo. Questo è un paradosso, perché la sede in cui sono localizzati e i sintomi dovrebbero renderli identificabili più facilmente rispetto ad altri tipi di tumore.”

Chi è colpito dalla malattia, semplicemente ignora che si possa trattare di un cancro. “In presenza di una lesione in bocca che non regredisce con un antinfiammatorio ma anzi tende a crescere, a dare dolore, a sanguinare, è necessario andare dal medico o dallo specialista il prima possibile” raccomanda Locati. “Diagnosticare il tumore precocemente aumenta le probabilità di guarirlo: più il cancro è di grandi dimensioni più è difficile eliminarlo e controllarlo nonostante cure più intensive.” Esistono inoltre problematiche di contorno. “Spesso il soggetto che beve tanto e che fuma tanto è una persona che ha poca cura di sé, che mangia male”

racconta Locati. “Frequentemente si presenta alla prima diagnosi in condizioni generali già non ottimali e con un profilo nutrizionale scarso. Diventa quindi difficile persino sottoporlo ai trattamenti.”

IL PESO DELLA DISINFORMAZIONE

“Nel 70 per cento dei casi i pazienti che arrivano da noi hanno tumori avanzati, con metastasi al collo” riferisce Ionna. “Le diagnosi tardive sono in gran parte legate al comportamento del paziente e solo in minima parte a errori diagnostici.” I tumori del cavo orale rischiano infatti di non essere riconosciuti dal medico. “I tumori avanzati vengono individuati dagli specialisti in chirurgia maxillo-facciale o in otorinolaringoiatria; i tumori in stadio iniziale potrebbero invece essere identificati correttamente dai dentisti, sempre che il soggetto vada dal dentista, ma non sempre è così, e a quel punto progrediscono a tumori avanzati.” È perciò importante educare sia i soggetti a rischio sia i medici. “L’Associazione ospedaliera italiana centromeridionale otorinolaringoiatrica, di cui sono presidente, sta portando avanti campagne di sensibilizzazione per la prevenzione e la diagnosi precoce” spiega. “È fondamentale coinvolgere i dentisti e i medici di base, cioè coloro che per primi intercettano i pazienti. Se le lesioni vengono sottovalutate, il paziente può essere sottoposto a trattamenti con antibiotici, antinfiammatori, collutori che risultano inefficaci. Riconoscere le lesioni iniziali significa invece poter guarire il paziente in oltre il 90 per cento dei casi e con interventi minimi.”

GUARDARE LONTANO

I tumori provocati dall’alcol hanno tempi di latenza lunghi – l’età media dei pazienti è di 55-60 anni –, ma la prevenzione deve partire da lontano. “Bisogna cominciare a parlare di questi problemi con i ragazzi e generare consapevolezza dei rischi che derivano dall’assunzione di alcol e fumo” afferma con convinzione Locati. “Il punto fondamentale è quello di ridurre l’esposizione: più si beve e per più tempo si beve, maggiore è il rischio di sviluppare un cancro. Bisogna spiegare che l’alcol non ha solo effetti acuti, come la perdita del controllo o il rischio di andare incontro a incidenti stradali, ma anche effetti importanti sul lungo periodo che dipendono da quanto alcol bevi e per quanto tempo. E fumare peggiora la situazione.”

LINEE GUIDA DIMMI QUANTO E COME

Il rischio di sviluppare tumori non riguarda solo gli alcolisti cronici: esistono altre modalità di consumo altamente dannose. Per descriverle, le linee guida internazionali fanno riferimento a un’unità di misura chiamata unità alcolica (UA), ossia una quantità pari a 12 grammi di etanolo; una lattina di birra (330 ml), un bicchiere di vino (125 ml) e un bicchierino di liquore (40 ml) contengono mediamente un’unità alcolica (detto altrimenti, bere 6 “shottini”, pratica oggi molto comune specie tra i giovani, equivale a scolarsi un’intera bottiglia di vino). Tipologie di consumo alcolico ad alto rischio sono, oltre a quello elevato abituale (cioè più di 2 UA medie giornaliere per gli uomini e più di 1 UA per le donne), anche il consumo episodico eccessivo, o “binge drinking” (l’assunzione di diverse UA in un’unica occasione), e il consumo esclusivo/prevalente fuori pasto (indipendentemente dalla quantità di alcol assunta).

This article is from: