Fondamentale Ottobre 2019

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Numero 4 - ottobre 2019 - Anno XLVII - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479

Numero 4 - ottobre 2019

RIABILITAZIONE

Quando le terapie fisiche aiutano a recuperare ciò che la malattia ha compromesso

RECIDIVE

Il tamoxifene riduce il rischio di ricadute anche a basse dosi DREAMLAB

Il tuo smartphone al servizio della ricerca

Stefano Piccolo e la meccanobiologia

UNO SGUARDO ATIPICO SUL TUMORE


SOMMARIO

FONDAMENTALE ottobre 2019

In questo numero:

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VITA DA RICERCATORE 04 Uno sguardo d’insieme alla meccanica della cellula RUBRICHE 07 I traguardi dei nostri ricercatori 08 LeSTART-UP promesse dell’oncologia italiana si incontrano a Milano TESTIMONIANZA 10 Quando il dolore è seme di speranza DOPO LA CURA 11 Riabilitazione oncologica per ritrovare l’autonomia 14 2019 14 IlASCO paziente al centro della cura TUMORE AL SENO 16 Farmaci a basse dosi per ridurre le recidive ONCOLOGIA CLINICA 18 fanno Nel tumore renale le dimensioni la differenza NASTRO ROSA 20 diTanti strumenti per valutare il rischio sviluppare un tumore della mammella SPERIMENTAZIONE ANIMALE 22 Uomini e topi più simili di quanto sembri IFOM 18 24 Una seconda vita per vecchi farmaci FLASH 26 DalNOTIZIE mondo RACCOLTA FONDI 28 Tutti in rosa per la ricerca INIZIATIVE 30 DreamLab, l’app per aiutare la ricerca RACCOLTA FONDI 31 Giorni della Ricerca - Partner - Love Design La diagnosi precoce SPECIALE COMITATI 34 Le iniziative dei nostri Comitati regionali è la chiave per la cura IL MICROSCOPIO 38 Curare ogni paziente, imparare da ogni paziente dei tumori renali

FONDAMENTALE

Anno XLVII - Numero 4 Ottobre 2019 - AIRC Editore DIREZIONE E REDAZIONE Fondazione AIRC Viale Isonzo, 25 - 20135 Milano tel. 02 7797.1 - airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973. Stampa Rotolito S.p.A. DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci

I giovani di AIRC, diventati indipendenti, si riuniscono per fare networking

Sempre più pazienti coinvolti nella ricerca clinica: da ASCO le novità per una medicina più umana

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Quello che si scopre nel modello animale è applicabile all’uomo

CONSULENZA EDITORIALE Daniela Ovadia (Agenzia Zoe) COORDINAMENTO EDITORIALE Anna Franzetti REDAZIONE Anna Franzetti, Simone Del Vecchio PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Umberto Galli TESTI Alessia Di Chiara, Cristina Ferrario, Carlotta Jarach, Antonino Michienzi, Daniela Ovadia, Elena Riboldi, Fabio Turone FOTOGRAFIE E ILLUSTRAZIONI Giulio Lapone, Armando Rotoletti

Fondamentale è stampato su carta Grapho Crystal certificata e proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.


EDITORIALE

Pier Giuseppe Torrani

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Alcuni articoli di questo numero di Fondamentale sono dedicati alla salute del seno e sono riconoscibili grazie al simbolo del Nastro Rosa

Presidente AIRC

Il percorso della ricerca

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ari amici, innanzitutto desidero ringraziare il Presidente della Repubblica per aver rinnovato l’annuale appuntamento della Cerimonia al Quirinale dedicata ad AIRC, che quest’anno si svolge il 24 ottobre. L’occasione mi spinge a dedicare una riflessione ai ricercatori, coloro che interpretano e attuano i principi su cui si fonda l’azione della nostra organizzazione: essere partecipi al dolore che provoca la malattia, essere portatori del messaggio di speranza ed essere attori di quell’impegno dominato dalla intelligenza curiosa che li spinge a ricercare. In primo luogo un giovane ricercatore per diventare scienziato deve essere portatore di idee innovative partendo dal patrimonio delle conquiste già raggiunte. Quindi deve partecipare ai bandi di AIRC sottoponendo il progetto innovativo. La platea dei concorrenti è numerosa e agguerrita, mediamente solo un terzo dei progetti viene approvato e finanziato. Il ricercatore che vuole partecipare al bando deve poi avere un rapporto con un centro di ricerca che metta a sua disposizione le strutture necessarie. Se il progetto viene approvato il ricercatore avvia il lavoro con il gruppo di ricerca da lui selezionato e nei tempi previsti deve rendicontare i risultati. Inizia quindi un’ulteriore sfida. Nel mondo scientifico acquistano rilievo per il curriculum i risultati che vengono ritenuti interessanti dalla comunità scientifica. Il ricercatore è sempre soggetto alla verifica della sua comunità che si esprime dopo la pubblicazione del rapporto di ricerca. Ma chi pubblica i rapporti scientifici e ne riconosce la validità? Le riviste specializzate. Più una rivista è importante, più il suo giudizio positivo dà lustro al ricercatore. Le riviste più prestigiose sono dotate di strutture redazionali molto sofisticate che valutano l’importanza e l’innovatività della ricerca, la sua correttezza e serietà (in questi ultimi anni ha assunto un rilievo determinante l’esame della documentazione fotografica per valutare che non esistano manipolazioni nelle figure). Per concludere, il ricercatore è sempre assoggettato a verifiche continue. La prima fase è quella per ottenere le risorse economiche per avviare la sua attività, e poi per dimostrare a chi ha finanziato la ricerca che non vi sia stato un uso distorto delle risorse ricevute. È questa la fase che vede AIRC impegnata come soggetto finanziatore. La seconda fase, quella della valutazione scientifica del rapporto di ricerca, ha invece quali arbitri assoluti gli editori scientifici. La ricerca vale infatti se è stata ritenuta significativa dagli editori. È un processo duro e a ostacoli: queste verifiche richiedono oltre che l’intelligenza e la curiosità iniziale anche un concreto e entusiasta impegno e una grande determinazione. Doti non comuni, ma che richiedono il nostro sostegno perché con questi ragazzi si forma la classe scientifica dirigente del futuro.

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VITA DA RICERCATORE Stefano Piccolo

Uno sguardo d’insieme alla meccanica della cellula Attraverso uno studio delle proprietà meccaniche delle cellule di cancro al seno, Stefano Piccolo spera di ottenere importanti risultati combinando la biologia molecolare, che studia le alterazioni genetiche, con la meccanobiologia, che studia le forze fisiche a cui le cellule tumorali sono sottoposte

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STUDIARE LA MECCANICA ATTRAVERSO I GENI

er studiare il fitto dialogo e la “meccanicità” delle cellule del tumore mammario, Piccolo e colleghi passeranno attraverso lo studio della regolazione dei meccano-trasduttori YAP e TAZ e ATR. Lavorando su campioni e modelli cellulari prelevati da pazienti, i ricercatori vogliono verificare se e come le metastasi possano cambiare comportamento in funzione del microambiente in cui vengono poste e che potrà avere caratteristiche

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diverse, per esempio essere più o meno rigido. Un altro approccio sarà quello di agire sulle cellule e cambiarne le caratteristiche meccaniche per permettere all’ambiente di riportarle alla normalità o a un comportamento meno aggressivo. Per questa parte del progetto saranno utilizzati campioni specifici per ogni singolo paziente, che verranno analizzati in dettaglio grazie a tecniche avanzate. Prima di arrivare al paziente, inoltre, i risultati saranno anche valutati

in modelli animali sviluppati ad hoc. Modificare la “meccanicità” agendo sulle cellule metastatiche o sul microambiente che le circonda potrebbe non bastare per eliminare il problema in modo definitivo. Ecco perché all’interno del progetto sono previsti studi clinici che andranno a valutare potenziali nuovi approcci terapeutici, come il ricorso a un trattamento che punti a colpire gli aspetti meccanici, in combinazione per esempio con la chemioterapia.


In questo articolo: 5 per mille meccanobiologia cancro del seno

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a cura di DANIELA OVADIA oi siamo le persone che incontriamo e la fortuna di uno scienziato è data dai suoi maestri.” Esordisce così Stefano Piccolo, professore ordinario di biologia molecolare presso il Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, affiliato anche all’Istituto FIRC di oncologia molecolare (IFOM) di Milano, dove coordina il programma “Biologia dei tessuti e tumorigenesi”. La sua attività di ricerca studia come le cellule si relazionano con l’ambiente e con i segnali che da esso derivano per mantenere la propria forma e funzione e il modo in cui la rottura di questo equilibrio possa portare allo sviluppo di un tumore.

Tre principi di base Di buoni maestri Piccolo ne ha avuti diversi, da ambedue i lati dell’oceano. Dopo la laurea e il dottorato di ricerca conseguiti presso l’Università di Padova, si è spostato in California, a Los Angeles, allo Howard Hughes Medical InstituteUCLA, lavorando presso il laboratorio di Edward De Robertis, per poi tornare in Italia dopo quattro anni. “Le persone con cui ho studiato mi hanno insegnato tre cose che hanno influenzato il modo in cui faccio ricerca: non essere soddisfatti dello status quo e chiedersi cosa c’è oltre ciò che già sappiamo, mai fare qualcosa senza prima chiedersi se e quanto sia importante e far sì che ogni nostro contributo quotidiano serva a un disegno più grande, perché nella vita di un ricercatore troppe volte si rischia di essere distratti da obiettivi di breve termine, da successi o insuccessi che sono in realtà effimeri” spiega Piccolo.

Obiettivo cancro del seno

Per il ricercatore padovano, la ricerca contro il cancro deve occuparsi del fenomeno nella sua complessità. “In 40 anni di ricerca abbiamo guardato soprattutto nella direzione delle mutazioni geneti-

che. Abbiamo raggiunto alcuni traguardi, ma la metastasi, cioè la diffusione del tumore nell’organismo, rimane una sorta di montagna inviolata, un problema ancora insormontabile.” Piccolo riconosce che la scelta di AIRC di dedicare uno dei suoi programmi legati alle erogazioni provenienti dal 5 per mille allo studio delle metastasi sia una strategia vincente e racconta perché ha deciso di partecipare al bando. L’obiettivo principale del suo progetto è infatti studiare in dettaglio il ruolo di meccanismi di “meccano-trasduzione” nelle metastasi del tumore mammario. In altre parole, si tratta di comprendere come i segnali e le spinte di tipo meccanico e fisico siano in grado di dare alle metastasi quei “superpoteri” che permettono loro di crescere in ambienti diversi. Verranno studiate in particolare le caratteristiche del microambiente metastatico e sarà prestata grande attenzione al ruolo di alcune molecole – tra cui ATR, coinvolta nella riparazione del danno al DNA – e dei geni YAP e TAZ, la cui attivazione dipende proprio dagli stimoli meccanici che arrivano dal microambiente. Il progetto punta anche a identificare nuovi bersagli contro i quali indirizzare terapie mirate e nuove strategie terapeutiche per la cura del cancro al seno che, agendo sugli aspetti meccanici delle metastasi, possano migliorare l’efficacia delle attuali terapie, prima tra tutte l’immunoterapia.

gia dei tessuti: capire che cosa rende la cellula un’entità sociale che si aggrega in tessuti che crescono e si riproducono secondo regole condivise. E che cosa fa della cellula cancerosa il prototipo del comportamento antisociale, un tessuto in cui ciascun elemento si comporta come se non fosse vincolato da regole comuni.” Per comprendere fenomeni complessi come questi sono necessari strumenti multidisciplinari: per studiare le proprietà dei tessuti Piccolo si ispira anche alle competenze della fisica e dell’ingegneria, e non solo alle conoscenze classiche della biologia molecolare. “Pensiamo agli stormi di uccelli in primavera: hanno regole di comportamento comuni che vanno oltre il comportamento del singolo componente” spiega ancora Piccolo. “Quando in un sistema compare una proprietà che è maggiore della somma delle proprietà dei singoli componenti, ci si trova di fronte a una proprietà detta emergente, tipica dei sistemi complessi. Ho quindi deciso di studiare le proprietà emergenti del tessuto canceroso, che fanno sì che abbia un comportamento diverso da quello atteso.”

Un nuovo sguardo sulle metastasi

Sistemi complessi Agli esordi della sua carriera Piccolo si era dedicato allo studio della matrice extracellulare, quella sorta di “colla” che tiene insieme le cellule e all’interno della quale avvengono molti scambi importanti per la comunicazione tra un elemento cellulare e l’altro. Negli Stati Uniti si era poi focalizzato sul trasferimento di informazioni tra le cellule e sui segnali che utilizzano a tale scopo. “Ho capito che dovevo concentrarmi su un aspetto specifico della biolo-

Proprietà meccaniche I tessuti del corpo umano sono sistemi complessi in cui molte delle regole sono dettate dalle proprietà meccaniche delle singole cellule. Per esempio, un tessuto smette di crescere quando lo spazio che ha a disposizione è tutto occupato. “La singola cellula percepisce la presenza di tutte le altre che le stanno intorno e invia segnali che, attraverso la modulazione dei geni, influenzano il comportamento del tessuto” spiega ancora l’esperto. “Nel cancro questi segnali sono diversi e talvolta mancano, portando a una crescita incontrollata.” In biologia si è studiato a lungo il sistema di messaggi chimici che le cellule si mandano. “Nel caso di un tessuto, però, non si può pensare che tutte le inforOTTOBRE 2019 | FONDAMENTALE | 5


VITA DA RICERCATORE

Stefano Piccolo insieme al suo gruppo di ricerca

mazioni viaggino solo attraverso la chimica, che influenza le 5 o 6 cellule limitrofe a quella che ha emesso il segnale. Sono invece le proprietà meccaniche, la compressione e distensione delle cellule, le forze fisiche impresse sul tessuto a fare la differenza” racconta il ricercatore. “Misuriamo quindi la tensione cellulare, ovvero l’insieme di forze dovute ai tessuti che si aggrappano alla matrice extracellulare. È questa la vera benzina del tumore, la base della sua crescita e malignità.” Piccolo ha scoperto che le forze sono “lette” dalla cellula attraverso YAP, un potentissimo oncogene, ovvero un gene che può favorire la crescita dei tumori: in sostanza, il sistema di forze meccaniche si manifesta anche a livello molecolare attraverso la modulazione dei geni. L’approccio genetico alla malattia non viene quindi eliminato, ma i geni su cui intervenire dipendono dalle proprietà meccaniche del tessuto. “Il vero Santo Graal della ricerca on-

cologica è l’identificazione dei meccanismi chiave di questo complesso passaggio dalla chimica alla meccanica alla genetica e viceversa” spiega Piccolo, che aggiunge: “Così come i gruppi criminali hanno regole al loro interno diverse da quelle della parte sana della società, così anche i tumori devono avere delle proprie regole. A me interessa capire in che modo queste vengono modulate dal microambiente, cioè da tutto ciò che sta intorno al tumore vero e proprio.”

Le forze vengono “lette” dai geni

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Non solo genetica “L’idea alla base del nostro progetto finanziato da AIRC è guardare alle cellule metastatiche in un modo diverso da come sono state viste fino a ora. Le metastasi sono entità che sfuggono alla classica definizione di cancro come malattia genetica. Non esistono, nonostante siano stati cercati in modo estensivo, dei drivers genetici di metastasi, cioè non esistono geni che le provocano in senso stretto. Nelle cellule metastati-

che troviamo le stesse lesioni che sono presenti nei tumori primari. Quindi, se non esiste un programma genico apposito, vuol dire che i tumori acquisiscono le loro proprietà attraverso meccanismi non genetici. È il microambiente, in ultima analisi, che determina la capacità di crescere di una metastasi.” Un secondo obiettivo del progetto è studiare farmaci in grado di interferire con la particolare rigidità delle cellule tumorali, rigidità che si sviluppa soprattutto quando queste diventano resistenti alle terapie e che dipende da un meccanismo microambientale. La collaborazione con IFOM costituisce una parte importante dell’attività di Piccolo e del suo laboratorio, come spiega: “L’Italia è diventata un leader nel campo della ricerca in meccanobiologia, e IFOM è uno dei centri più importanti in questo settore. Essere affiliati a questa istituzione, anche se facciamo parte dell’Università di Padova, ci dà più forza e ci permette di acquisire nuove competenze. Ma per il progetto legato al 5 per mille i centri coinvolti sono ben 16 e vanno dal Veneto all’Emilia, dal Lazio alla Sicilia”.


I TRAGUARDI DEI NOSTRI

Donne informate, scelte consapevoli

Nuovi farmaci per bloccare TRF2

Sono stati presentati all’Istituto Mario Negri di Milano, che ha coordinato il progetto finanziato da AIRC, i risultati di DonnaInformata-Mammografia. I ricercatori hanno messo a punto uno strumento di informazione via web rivolto alle donne, invitate per la prima volta a partecipare a uno screening mammografico organizzato. L’obiettivo dello studio, a cui hanno partecipato più di 2000 donne, era sviluppare e testare l’efficacia del sito internet a supporto della decisione di sottoporsi a screening, per favorire una scelta consapevole sulla base del rischio individuale e delle proprie preferenze, come suggerito dalle ultime ricerche in materia. Coloro che avevano utilizzato questo nuovo strumento hanno dimostrato di prendere decisioni più informate e consapevoli rispetto a chi aveva letto solo una brochure informativa. Per la precisione hanno preso una decisione consapevole il 44 per cento delle donne che hanno navigato il sito contro il 37 per cento del gruppo di controllo, e la partecipazione allo screening mammografico organizzato è risultata maggiore dell’80 per cento nel gruppo più informato. Lo studio, evidenziano i ricercatori, ha anche messo in luce come ci sia ancora confusione circa le differenze tra mammografia fatta per scelta individuale e screening (ovvero un esame proposto a un gruppo specifico di soggetti sulla base di caratteristiche come l’età e il sesso), o tra prevenzione (il cui scopo è evitare che compaia la malattia) e diagnosi precoce (il cui scopo è diagnosticare la malattia quando è presente, ma in fase iniziale).

In due articoli pubblicati sulle riviste Nucleic Acid Research ed EMBO Journal, l’équipe guidata da Anna Maria Biroccio all’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma ha chiarito due funzioni della proteina TRF2 coinvolte nello sviluppo e progressione dei tumori. I ricercatori, grazie al sostegno di AIRC, hanno potuto evidenziare che, in alcuni tumori, una versione particolare di questa proteina regola l’espressione di determinati geni che a loro volta alterano la struttura del glicocalice. Si tratta della porzione più esterna della membrana della cellula e la sua alterazione favorisce due fenomeni chiave per la progressione tumorale: l’inibizione delle cellule del sistema immunitario che impediscono lo sviluppo del tumore, e il rilascio di un fattore di crescita che favorisce la creazione di nuovi vasi sanguigni per alimentare il cancro. “Il prossimo passo è identificare molecole che possano bloccare TRF2” afferma Biroccio. “Stiamo già valutando sia farmaci in commercio sia piccole molecole di RNA (microRNA) che potrebbero inibire l’espressione del gene.” La speranza è proporre una nuova terapia, da sola o in combinazione con altri farmaci, contro tumori particolarmente aggressivi come quelli del colon-retto con mutazioni di KRAS o quelli del seno triplo-negativi.

... continua su: airc.it/traguardi-dei-ricercatori OTTOBRE 2019 | FONDAMENTALE | 7


START-UP Incontro nazionale

Le promesse dell’oncologia italiana si incontrano a Milano In una riunione carica di tutto l’entusiasmo e la curiosità propri della ricerca più giovane e brillante, i vincitori dei finanziamenti AIRC Start-up si sono ritrovati nel capoluogo lombardo per condividere esperienze e progetti

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a cura di CRISTINA FERRARIO IFOM di Milano è stato sede di un incontro speciale cui hanno partecipato i giovani ricercatori che, dopo un periodo trascorso all’estero, sono oggi rientrati a lavorare in Italia grazie al sostegno di AIRC e dei finanziamenti Start-up. Un’importante occasione di confronto per le ragazze e i ragazzi che hanno presentato i propri progetti ai colleghi in un’atmosfera di grande collaborazione e condivisione. “Gli Start-up Grant sono finanziamenti che AIRC ha pensato appositamente per i ricercatori junior desiderosi di contribuire in modo attivo allo sviluppo della ricerca nel loro Paese di origine dopo un’esperienza oltre confi8 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2019

ne” ha spiegato in apertura dell’incontro Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di AIRC, che ha dato il benvenuto ai partecipanti e ha seguito con attenzione i lavori della giornata. “La missione della nostra fondazione è chiara: vogliamo trovare la cura per il cancro attraverso la ricerca” ha aggiunto Caligaris Cappio, ricordando ai ricercatori presenti il loro ruolo da protagonisti in questa missione. “Grazie agli sforzi dei ricercatori di tutto il mondo sono già stati raggiunti grandi risultati, ma tanta strada deve ancora essere fatta e il vostro contributo è fondamentale.”

Un investimento sul futuro

Quanto costa la ricerca? Sicuramente molto in termini di tempo, energia e denaro. Lo sa benissimo AIRC, che ogni anno investe milioni di euro in progetti che coprono molte aree della ricerca oncologica italiana, sostenendo scienziati sia giovani sia più esperti. Per quanto riguarda in particolare i finanziamenti Start-up, è importante sottolineare come da oltre 20 anni – era il 1998 quando sono stati istituiti – questi contributi aiutino brillanti menti italiane a tornare nel nostro Paese dopo mesi o anni trascorsi in laboratori stranieri, spesso molto prestigiosi. Con questo tipo di finanziamento, unico nel suo genere, AIRC si propone di porre le basi per il miglior futuro della ricerca e, come emerso nel corso dell’incontro, di costruire l’asse portante dell’oncologia italiana, grazie a progetti che negli anni hanno assunto un respiro sempre più internazionale. “La malattia non ha confini e non c’è ragione per cui la scienza debba averne” ha affermato Caligaris Cappio, che quando sente dire che la ricerca è troppo costosa risponde citando l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama: “Se pensate che la ricerca sia costosa, provate la malattia!”

Selezione dura per scelte vincenti Come accade per tutti i grant AIRC, anche l’assegnazione dei finanziamenti Start-up deve passare per un processo di revisione e supervisione molto selettivo, che ogni anno premia in media solo tre progetti su tutti quelli che vengono presentati (erano 21 nel 2018). “Il cosiddetto tasso di successo, ovvero il numero di persone che riesce a ottenere il finanziamento rispetto a quelle che hanno fatto domanda, è molto basso per questo tipo di progetti” ha spiegato Caligaris Cappio, ricordando che i numeri riflettono la filosofia di AIRC. “Vogliamo puntare su coloro che diventeranno i leader di domani della ricerca italiana in oncologia e per questa ragione dobbiamo essere severi nelle nostre selezioni” ha aggiunto. Selezioni che si basano sul lavoro e l’impegno di un gruppo di esperti internazionali chiamati a valutare le proposte degli aspiranti assegnatari del finanziamento. E non finisce qui. Nell’ottica della grande trasparenza che caratterizza i grant AIRC, i ricercatori devono obbligatoriamente presentare rendiconti precisi su come sono stati spesi i fondi ricevuti. Un sistema che, per quanto possa sembrare rigido, funziona, come ha testimoniato Anna Mondino, oggi affermata ricercatrice presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, rientrata in Italia dagli Stati Uniti proprio grazie a un New Unit Start-up Grant nel 1999. Un’ottima testimonial della lungimiranza delle scelte AIRC. “Continuate a divertirvi con i risultati che ottenete, cercate di trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata e soprattutto siate consapevoli del fatto che siete stati scelti tra tanti. Siate fieri di lavorare per il vostro Paese e rappresentatelo al meglio oltre confine” ha detto la ricercatrice ai giovani scienziati.

Da 20 anni AIRC sostiene i più bravi


In questo articolo:

Start-up Grant giovani ricercatori criteri di finanziamento

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GENERAZIONI E GENERI

econdo Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di AIRC, tra le grandi sfide dell’oncologia di oggi il ricambio generazionale e le differenze di genere occupano un posto di primo piano. Lo confermano i dati da lui presentati nel corso dell’incontro milanese. Il numero di richieste che arrivano ad AIRC per gli Investigator Grant, ovvero i finanziamenti dedicati a ricercatori più esperti, sta diminuendo in modo lento ma co-

stante, mentre le richieste da parte dei giovani ricercatori sono in netto aumento. “Non dimentichiamo che molti ricercatori junior che riescono a ottenere un finanziamento sono successivamente in grado di ottenere un sostegno da AIRC anche come ricercatori senior” ha fatto notare Giorgio Scita, direttore dell’Unità di ricerca sui meccanismi di migrazione delle cellule tumorali all’IFOM di Milano. “Questo ovviamente non significa che si possa dormire sugli

allori, ma che chi ottiene uno Startup Grant ha già raggiunto un grande traguardo” ha spiegato ai ricercatori presenti al meeting. Anche in termini di parità tra i generi le giovani generazioni sembrano muoversi nella giusta direzione: “Tra i ricercatori senior gli uomini rappresentano ancora la maggioranza, ma se guardiamo ai giovani notiamo che il 58,7 per cento dei finanziamenti è stato ottenuto da donne” ha fatto notare Caligaris Cappio, ricordando inoltre che due dei tre assegnatari del più recente finanziamento AIRC 5 per mille sulle metastasi sono donne.

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TESTIMONIANZA Grandi donatori

Quando il dolore è seme di speranza In ricordo di Mariaelena, la sua famiglia ha deciso di sostenere il programma Start-up AIRC, perché la sua forza continui a vivere nella passione dei giovani ricercatori

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a cura di ANTONINO MICHIENZI entusiasmo e la capacità di prendere tutto seriamente; la pazienza di aspettare il momento giusto senza forzare i tempi; la positività. Così era Mariaelena e queste sono le qualità che la sua famiglia vorrebbe rimettere in circolo sostenendo l’attività

VUOI FARE UNA GRANDE DONAZIONE? CONTATTACI!

Se desideri legare il nome di una persona cara alla lotta in prima linea contro il cancro, puoi scegliere anche tu, come la famiglia Maio, di sostenere il programma Start-up. Con una donazione di 5.000 euro contribuirai in modo importante a far rientrare in Italia i più brillanti tra i nostri giovani ricercatori. Per qualsiasi domanda e per avere maggiori dettagli contatta Anna Massimiliani dell’ufficio Grandi Donatori.

tel. 02 779 72 94 anna.massimiliani@airc.it

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dei ricercatori rientrati in Italia grazie a un finanziamento Start-up di AIRC. Mariaelena è morta lo scorso 4 gennaio a 29 anni per un raro tumore ginecologico: “Era unica, una forza; faceva mille cose” ricorda la sorella minore Federica, che ci ha accolto con la mamma Melina e l’amica storica Valentina nella casa di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia. Mamma professoressa di lingue, papà medico di famiglia, i Maio sono una famiglia felice. “Avevamo tutto quello che una famiglia può desiderare. Realizzati sul lavoro, tre figlie eccezionali” racconta mamma Melina nel salone pervaso dall’odore di gardenia. “In pochi mesi avevamo festeggiato il matrimonio di Mariaelena, la laurea, poi i sessant’anni di mio marito: avevamo quasi pudore a mostrare tanta felicità.” Ma in poche settimane cambia tutto: all’inizio di luglio dello scorso anno una visita ginecologica rivela quello che ha tutto l’aspetto di essere un fibroma uterino. In realtà si tratta di un raro tumore maligno che in breve tempo si diffonde in tutto l’organismo. Per Mariaelena comincia un periodo

fatto di visite, ricoveri, quattro cicli di chemioterapia. “In questi mesi” racconta Melina “ha continuato a vivere pienamente, nonostante la stanchezza. Era lei a darci la forza.” Mariaelena non è una che si piange addosso. Il 26 settembre, per esempio, c’è da festeggiare il suo compleanno e quello di suo marito Matteo. Ma lei è in ospedale per il primo ciclo di chemio; allora decide di chiedere di usare una stanza vuota per tagliare lì la torta. “Abbiamo pianto soltanto una volta, di fronte a un referto che continuava a mostrare la progressione del tumore” dice ancora la mamma. “‘Ma io mi sento bene!’ mi disse piangendo. Un attimo dopo, però, era già pronta a rincuorarmi.” E per far sì che l’energia di Mariaelena continui a vivere, la famiglia ha deciso di sostenere con una grande donazione il programma Start-up di AIRC, che punta a riportare in Italia ricercatori capaci con meno di 35 anni sparsi per il mondo, consentendo loro di costruire un laboratorio e un team di ricerca nel nostro Paese. Una donazione in memoria di Mariaelena per legare il suo nome a una causa – la ricerca sul cancro – in cui credeva con tutta se stessa. “Mi è piaciuta l’idea di aiutare giovani ricercatori bravissimi a rientrare in Italia” dice Melina, che ricorda i sentimenti contrastanti che le ha suscitato leggere il nome della figlia nel bando Startup di AIRC di quest’anno. “Da un lato la tristezza di vedere il nome di Mariaelena in un elenco di persone scomparse. Dall’altro, però, l’orgoglio e la felicità di renderci utili aiutando altre persone. Bisognerebbe sostenere la ricerca in modo più importante: è questa l’unica strada per trovare presto una cura.”


DOPO LA CURA Recupero funzionale

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a cura di ELENA RIBOLDI a parola “riabilitazione” fa pensare alla convalescenza dopo una frattura o al lento recupero dopo un ictus, mentre è meno scontato associarla al cancro. Ma la riabilitazione oncologica esiste e può davvero aiutare i pazienti a limitare le disabilità dovute al tumore e alle terapie e a ritornare a standard di vita quanto più simili a quelli precedenti la malattia. SERVE IN ACUTO “La riabilitazione oncologica si articola su due versanti: la riabilitazione immediata e la riabilitazione cronica” spiega Augusto Caraceni, direttore della Struttura complessa di cure palliative, terapia del dolore e riabilitazione dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. “La riabilitazione immediata si svolge nel corso del trattamento (chirurgico, chemioterapico, radioterapico) e serve a recuperare la validità fisica e a venire incontro alle difficoltà che il tipo di intervento comporta.” Ne sono un esempio il recu-

pero motorio e funzionale dopo un intervento chirurgico e la gestione delle stomie temporanee (il “sacchetto” per la raccolta delle feci o dell’urina). Beneficiano della riabilitazione anche i pazienti sottoposti a chemioterapia che incontrano difficoltà legate agli effetti collaterali e i pazienti in fase avanzata, per esempio i pazienti con metastasi ossee che hanno bisogno di supporti e di training per adeguare la deambulazione alle condizioni in cui si trovano. SULLA LUNGA DISTANZA La riabilitazione cronica serve invece per affrontare gli esiti di alcuni tipi di interventi. “Oggi i trattamenti oncologici, anche chirurgici, sono molto avanzati, perciò i pazienti che hanno bisogno di un aiuto per il recupero possono essere una minoranza, ma questo non vuol dire che siano meno importanti” sottolinea Caraceni. Per esempio, in alcuni pazienti è necessario asportare i linfonodi e questo compromette la circolazione linfatica. È il caso delle donne opera-

Riabilitazione oncologica per ritrovare l’autonomia La riabilitazione oncologica può migliorare notevolmente la qualità di vita del paziente sia durante il percorso terapeutico sia quando il tumore è vinto o è sotto controllo

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DOPO LA CURA Recupero funzionale

te per tumore al seno a cui vengono rimossi i linfonodi ascellari e che vanno incontro alla formazione di linfedemi (accumuli di linfa che circola nei vasi linfatici e viene drenata dai linfonodi) negli arti superiori. “Il linfedema ha sicuramente un impatto sulla qualità della vita e queste pazienti hanno bisogno di essere seguite nel tempo. I trattamenti sono palliativi perché non possiamo ripristinare la circolazione linfatica in assenza dei linfonodi, ma il deficit può essere migliorato con diversi tipi di esercizi e trattamenti fisici.” Altri esempi di pazienti che beneficiano della riabilitazione nel lungo periodo sono quelli sottoposti a interventi agli arti o all’area della testa e del collo (molto critica per la deglutizione e l’articolazione del linguaggio) o a interventi ginecologici o alla prostata in cui risulta compromesso il controllo degli sfinteri.

SPECIALIZZAZIONE NECESSARIA “È l’oncologo ad avviare il percorso di riabilitazione, interfacciandosi con la struttura specializzata dell’ospedale per concordare un piano riabilitativo di lungo termine. Il paziente, dopo la dimissione, viene poi inviato alle strutture presenti nell’area di residenza” spiega Caraceni. Purtroppo i centri specializzati nella riabilitazione oncologica, come l’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma e la Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia, non sono molti e sono più numerosi al Nord che al Centro-Sud. “In Italia, le strutture che si occupano in modo specifico di riabilitazione del bambino con tumori cerebrali sono l’Ospedale Bambino Gesù a Roma e l’Istituto scientifico Eugenio Medea, che ha sede cen-

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trale in Lombardia ma è presente in altre tre regioni italiane, Friuli, Veneto e Puglia” afferma Enrico Castelli, responsabile della Neuroriabilitazione pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù. Dato che si tratta di percorsi molto lunghi, la riabilitazione deve però essere svolta non solo in centri specializzati, ma anche in realtà locali. “I bambini vengono inviati alle strutture specializzate per la fase iniziale più complessa, ma poi è necessario che intervengano i servizi territoriali per proseguire il trattamento e per il followup” spiega Castelli. “Questi servizi sono disponibili su tutto il territorio nazionale, anche se ci sono aree più fornite di altre. In particolare, operatori specializzati per terapie come il training per la disfagia (difficoltà a deglutire) o della respirazione si trovano solo in strutture che trattano tanti bambini.”

associazioni di volontariato in oncologia (FAVO). Il progetto è scaturito in un volume, Il Libro Bianco sulla riabilitazione oncologica, che contiene un’analisi dei vari aspetti della riabilitazione oncologica e un censimento delle strutture esistenti. “Sarebbe necessario un aggiornamento, ma mi sembra che l’interesse su questo tema sia calato nel tempo” commenta Caraceni. “Si parla molto di presa in carico del paziente, ma per farlo sono necessarie più risorse di quelle disponibili. Il personale, in particolare, è l’elemento determinante per quanto riguarda la qualità dell’assistenza e la sua multidimensionalità.” Castelli sottolinea come per essere veramente efficace l’intervento debba coinvolgere molte figure professionali: “Non è possibile lavorare da soli, ci vuole un team. Nella riabilitazione dei bambini in ambito neurologico, per esempio, sono coinvolti il neurologo, il neuropsichiatra, lo psicologo, il fisiatra, i terapisti, gli infermieri e così via. È necessario interagire con gli altri servizi dell’ospedale: l’oncologia, la radiologia, la neurochirurgia, la pediatria e in certi casi anche con la terapia intensiva.” Aumentando le risorse per il personale sanitario, spiega l’esperto, si potrebbe aumentare l’offerta dei servizi riabilitativi e di riflesso migliorare la qualità di vita dei pazienti colpiti dal cancro.

Molte discipline per ottenere i risultati

SCARSA CONSIDERAZIONE Nel 2008 era stato fatto uno sforzo per il coordinamento nazionale della riabilitazione oncologica, promosso dalla Federazione italiana delle


In questo articolo: riabilitazione fisioterapia pediatria

Un cavallo robot per i bambini

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a riabilitazione è particolarmente importante per i bambini colpiti da tumori del sistema nervoso centrale. “La riabilitazione in questo ambito ha cominciato a ricevere maggiore attenzione solo di recente, perché fino a pochi anni or sono la prognosi di questi bambini era infausta. Oggi, grazie alla diagnosi precoce, agli interventi neurochirurgici e alle terapie, circa il 75 per cento dei bambini con tumori cerebrali, presi complessivamente, è vivo a 5 anni dalla diagnosi. Questi pazienti presentano però problemi legati alla sede del tumore e agli interventi fatti per eliminarlo” spiega Enrico Castelli, responsabile della Neuroriabilitazione pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. “L’intervento parte dalla valutazione delle problematiche presenti, quindi si identificano le priorità del progetto riabilitativo e si prepara un programma, ossia si scelgono le tipologie di trattamento utili per raggiungere gli obiettivi previsti dal progetto. Il programma viene poi applicato in modo intensivo e, con il progressivo miglioramento del bambino, progetto e programma vengono aggiornati.” Le azioni necessarie possono essere di vario tipo: riabilitazione motoria, trattamento dei disturbi sensoriali (soprattutto vista e udito), tratta-

mento delle funzioni cognitive, potenziamento dell’autonomia del bambino nella vita quotidiana, supporto psicologico al piccolo e alla famiglia. “Se il bambino è in età scolare abbiamo la possibilità di fargli frequentare la scuola interna all’ospedale” racconta Castelli. “Anche l’ambiente è importante, per questo abbiamo curato molto il contesto in cui il bambino è inserito in modo che sia ricco di stimoli, che ci siano attività svolte da volontari e la pet therapy.”

Nella sede di Santa Marinella vengono utilizzati dispositivi ad alta tecnologia sia per valutare in modo oggettivo i problemi presentati dai bambini, sia per effettuare un training intensivo per il recupero dell’equilibrio, del controllo del capo, del tronco, degli arti e del cammino. “L’ultimo dispositivo arrivato è un cavallo robotico. Sulla sella possono salire il bambino o il bambino e il terapista insieme, se necessario. Viene utilizzato per il training del controllo di capo, tronco e bacino. Certo, non essendo un cavallo vero manca la componente affettiva, però ha dei vantaggi, come la possibilità di modificare alcune variabili

per un intervento personalizzato e di operare in completa sicurezza.” Non va mai dimenticato che il bambino non affronta questo percorso da solo. “La famiglia è un attore fondamentale dell’intervento riabilitativo: nessuno conosce il bambino meglio dei genitori. Vanno però coinvolti nel modo corretto: non devono trasformarsi in terapisti, ma collaborare con le figure professionali. Devono affidarsi all’équipe: se durante il percorso di cura non c’è fiducia, si rischia che l’intervento sul bambino abbia un’efficacia inferiore. I genitori vanno sempre coinvolti e motivati.”

La famiglia è un attore importante nel percorso


ASCO 2019 Novità dai congressi

Il paziente al centro della cura Il più grande congresso oncologico al mondo, che si tiene ogni anno a Chicago, è stato l’occasione per fare il punto sulle novità nella cura del cancro. Il tema principale, quest’anno, era mettere i malati al centro del dibattito

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a cura di DANIELA OVADIA rendersi cura di ogni paziente, imparare da ogni paziente”: con questo slogan l’American Society of Clinical Oncology (ASCO), la più grande società scientifica di oncologia, ha aperto la scorsa estate a Chicago il suo meeting annuale, un evento che ha riunito oltre 45.000 esperti da tutto il mondo. È l’internazionalità a fare del meeting ASCO un congresso importante: vengono infatti presentati i risultati dei grandi studi farmacologici sulle nuove terapie, ma c’è spazio e tempo anche per discutere come vengono cu-

rati i pazienti nei diversi Paesi, con sistemi sanitari e contesti culturali molto differenti. “Fino a qualche anno fa si poteva pensare di fare ricerca clinica in oncologia senza coinvolgere direttamente i pazienti. Oggi non è più così” spiega Richard Schilsky, professore emerito di oncologia all’Università di Chicago e vicepresidente di ASCO. “I nuovi protocolli di cura molto personalizzati richiedono un’analisi altrettanto personalizzata degli effetti, compresi quelli non voluti. I nuovi farmaci

Cartelle cliniche elettroniche per tutti

reclutando un gran numero UNA SPERANZA studio di pazienti, come spiega Lucia Del Mastro, responsabile della Breast PER LE DONNE Unit dell’Ospedale San Martino di Genova: “L’obiettivo era valutare GIOVANI l’efficacia e la tollerabilità di una

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a presentazione ad ASCO dei risultati della fase 3 dello studio clinico MONALEESA-7 è stata la notizia più ribattuta dai giornali di tutto il mondo. Si tratta infatti di dati che offrono una speranza in più alle donne giovani malate di cancro al seno in fase avanzata. L’Italia ha partecipato allo

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sono molto costosi e talvolta, con i parametri che utilizziamo per valutarne l’efficacia (per esempio il guadagno in termini di durata della vita), non sembrano vantaggiosi. Ma se chiediamo ai pazienti quale farmaco consente loro non solo di vivere più a lungo ma di vivere meglio, con una qualità di vita più elevata, allora possiamo fare scelte più appropriate.” Nel corso delle diverse sessioni sono stati presentati molti strumenti in grado di facilitare la raccolta di queste informazioni, comprese app che consentono ai pazienti di segnalare gli effetti collaterali 24 ore su 24 e database di cartelle cliniche. La stessa ASCO ha lanciato la propria: si tratta di mCODE, una piattaforma online che permette di consultare la cartella clinica di un paziente oncologico da qualsiasi computer. I dati raccolti, che comprendono anche informazioni genetiche, demografiche, test di laboratorio, cure somministrate e risultati ottenuti, possono essere utilizzati, se i pazienti forniscono il consenso, in forma anonima anche per studi e ricerche. “Con oltre 15 milioni di pazienti con cancro che aderiranno alla piattaforma negli Stati Uniti, avremo a disposizione una quantità enorme di informazioni per capire meglio come curare ciascuno di loro più efficacemente” conclude Schilsky.

Italia, circa il 10 per cento dei casi di cancro al seno colpisce donne sotto i 50 anni, come quelle coinvolte in questo studio, e in teoria il 70 per cento di esse, avendo una forma sensibile agli ormoni, può particolare combinazione di farmaci essere curato col nuovo trattamenormonali nelle donne giovani che to”. Proprio in Italia sono in corso comprende anche una nuova mole- studi per identificare con maggiore precisione chi beneficerà della cola chiamata ricociclib. Dopo tre nuova cura: “Si tratta comunque anni e mezzo di osservazione, il 70 di risultati molto incoraggianti che per cento delle donne curate con cambieranno il nostro modo di la nuova combinazione è ancora in vita, contro il 46 per cento di quelle curare queste pazienti” conclude Del Mastro. curate con la terapia standard. In


In questo articolo: ASCO congressi pazienti

Coinvolti nella ricerca I grandi congressi di oncologia ospitano spesso sessioni organizzate dalle associazioni di pazienti per sensibilizzare i medici e i decisori politici sulle loro esigenze. È successo anche a Chicago, dove si è molto discusso del coinvolgimento dei pazienti nella fase di progettazione di una ricerca, una tendenza che sta affermandosi anche in Europa e che, secondo chi l’ha fatta propria, migliora la qualità e l’applicabilità dei risultati sia nella ricerca clinica sia in quella di base. “Inserire un paziente nel gruppo che pianifica una ricerca non è facile, perché obbliga il ricercatore a spiegare che cosa vuole fare, come lo vuole fare e perché utilizzando un linguaggio non tecnico” spiega Monica Bertagnolli, presidente di ASCO. “Ma è un apporto davvero prezioso, perché aiuta a focalizzare il proprio interesse sui risultati concreti. Come società scientifica abbiamo contribuito a formare alcuni rappresentanti dei pazienti perché possano capire il funzionamento di uno studio clinico e possano portare il loro vissuto nella fase di disegno sperimentale. E a Chicago anche alcune case farmaceutiche sono venute a raccontare la loro esperienza positiva con l’inseri-

mento di pazienti nelle fasi di elaborazione di un protocollo sperimentale. È un cambiamento epocale, ma necessario, perché i malati non sono più soggetti passivi ma protagonisti delle scelte di cura.” A rinforzare l’importanza del messaggio ci ha pensato Atul Gawande, chirurgo oncologo al Brigham and Women’s Hospital di Boston e autore di best seller di divulgazione scientifica (l’ultimo, pubblicato da Einaudi nel mese di luglio scorso, si intitola Con cura. Diario di un medico deciso a fare meglio) incentrati proprio sul tema dei meccanismi psicologici alla base delle scelte in materia di salute. Davanti a migliaia di partecipanti riuniti in quella che è considerata la più grande sala congressi del mondo, ha raccontato di avere iniziato la carriera come giornalista scientifico riportando i misfatti della sanità privata americana, per poi diventare consigliere in tema di salute pubblica del presidente Barack Obama e infine chirurgo oncologo, percorso scelto in età non più giovanile (si è iscritto a medicina solo nel 2004). “Ho imparato ad ascoltare i pazienti quando dovevo scrivere di loro, e non ho mai smesso di farlo” ha detto. “Sono la fonte più preziosa su cui baso la valutazione di efficacia del mio lavoro.”

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TUMORE AL SENO Tamoxifene e recidive

Italia, pubblicati sul Journal of Clinical Oncology, l’organo ufficiale dell’American Society of Clinical Oncology. Si tratta di un dato che potrebbe cambiare drasticamente la pratica clinica delle terapie post-intervento per i tumori della mammella non invasivi, che rappresentano il 20-25 per cento dei casi.

Farmaci a basse dosi per ridurre le recidive Uno studio clinico tutto italiano ha dimostrato che bastano 5 milligrammi al giorno di tamoxifene per tre anni per ridurre del 50 per cento circa il rischio di recidiva della malattia, senza effetti collaterali importanti a cura di CARLOTTA JARACH gni tumore richiede un approccio personalizzato e, spesso, anche tempi di cura diversi. Alcuni tipi di cancro, come per esempio la maggior parte di quelli della mammella, rispondono generalmente bene alle terapie e regrediscono del tutto. Il tumore può però ripre-

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sentarsi anche dopo uno o più cicli di trattamento: si parla di metastasi se la malattia compare in un altro organo per via della diffusione delle cellule cancerose nell’organismo; si parla invece di recidiva se si sviluppa nello stesso sito in cui si è presentata la prima volta, a opera di alcune cellule maligne inattive che hanno resistito alla chirurgia e ai trattamenti e si risvegliano all’improvviso.

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A questo proposito, per quanto riguarda il tumore della mammella non invasivo, arriva proprio dal nostro Paese una buona notizia: una terapia con basse dosi di tamoxifene (5 milligrammi al giorno) sembra in grado di ridurre il rischio di recidiva di circa il 50 per cento, senza intaccare la qualità di vita delle donne. A sostenerlo sono i risultati di uno studio clinico (chiamato TAM-01) condotto in 14 centri in tutta

MENO EFFETTI COLLATERALI “Diversi studi avevano già dimostrato che il tamoxifene ad alte dosi, pari a 20 milligrammi al giorno per cinque anni, protegge dalle recidive del tumore della mammella. Questa terapia non è però utilizzabile come prevenzione per via di alcuni effetti collaterali, tra i quali l’aumento del rischio di tumore all’endometrio e di tromboembolia o la comparsa di sintomi della menopausa e di disturbi ginecologici e sessuali” spiega Andrea De Censi, direttore dell’Oncologia medica dell’Ospedale Galliera di Genova e consulente scientifico dell’Istituto europeo di oncologia di Milano, che ha coordinato il gruppo di ricerca. Allo studio, finanziato anche grazie ai fondi AIRC, hanno preso parte 500 donne con tumore della mammella non invasivo (in situ), già trattato con intervento chirurgico ed eventuale radioterapia. Una metà delle pazienti è stata sottoposta per tre anni a una terapia con basse dosi di tamo-


In questo articolo: tamoxifene cancro del seno recidive

xifene (Baby Tam), l’altra a un placebo; tutte le partecipanti sono poi state seguite per altri cinque anni. “Le donne trattate con Baby Tam hanno mostrato il 52 per cento in meno di ripresa della malattia o di nuovo tumore” commenta De Censi. “Si tratta, in numeri assoluti, di 14 casi, rispetto ai 28 riscontrati nelle donne che hanno assunto placebo. Inoltre vi è una riduzione del 75 per cento di probabilità di comparsa di un nuovo tumore all’altra mammella (tumore controlaterale). Infine gli effetti collaterali più gravi del farmaco sono stati addirittura più frequenti tra le donne nel gruppo con placebo rispetto alle pazienti che hanno assunto tamoxifene a basse dosi, segno che si tratta di sintomi che si

verificano indipendentemente dall’assunzione del farmaco, causati da qualcuno dei tanti fattori di rischio che concorrono al manifestarsi della malattia, primo tra tutti la stessa età della donna.” Tra i due gruppi non sono state rilevate differenze significative soprattutto in merito ai sintomi legati alla menopausa – in particolare le vampate di calore, la secchezza vaginale e i dolori alle articolazioni – e, in generale, alla sfera sessuale: “Si tratta invece di disturbi molto frequenti con la dose da 20 milligrammi di tamoxifene o con altri farmaci antiormonali, che hanno fino a oggi allontanato le pazienti dalla terapia preventiva, aumentando il loro rischio di riammalarsi” spiega De Censi.

Dosi più basse, meno disagi

UN PUNTO DI PARTENZA Questo studio, oltre ad avere una rilevanza clinica immediata, è diventato uno spunto per nuove ricerche: per esempio, il gruppo di ricerca italiano sta ora valutando, in collaborazione con l’Università di Bergen in Norvegia, gli aspetti genetici che influenzano la capacità di ogni donna di metabolizzare il farmaco, in modo da poter personalizzare ancora di più la dose. Durante il congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology, dove lo studio è stato presentato, è stato chiarito meglio chi beneficia maggiormente dal regime a basse dosi. “Il rischio di recidiva si abbatte del 70 per cento circa per donne già in menopausa e del 90 per cento per donne che hanno vampate di calore prima di iniziare la cura. Al contrario, le fumatrici non

ricevono benefici, probabilmente per un’interferenza dei prodotti del tabacco con il recettore degli estrogeni sul quale agisce il farmaco.” De Censi e colleghi stanno anche lavorando all’ipotesi di utilizzare il Baby Tam per la prevenzione primaria della malattia (cioè per evitare che si manifesti) in donne ad alto rischio, come quelle portatrici di una mutazione del gene BRCA2, oppure con mammella rilevata densa alla mammografia. “L’obiettivo è condurre una sperimentazione nazionale o internazionale non solo in donne con lesioni precancerose, ma anche in chi non ha sviluppato la malattia eppure si trova, per varie ragioni, in una fascia di rischio elevato” conclude l’esperto. “Il tamoxifene a basse dosi può così diventare uno strumento di prevenzione e non solo di cura.”

SAPERNE DI PIÙ

COS’È IL TAMOXIFENE

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li ormoni sono molecole prodotte nell’organismo da ghiandole appartenenti al sistema endocrino. Poiché la crescita di alcuni tumori al seno è stimolata da ormoni come gli estrogeni, la terapia ormonale ha lo scopo di contrastarli, inibendone la produzione o l’azione a sostegno del tumore. Il tamoxifene è un farmaco che appartiene alla classe dei “modulatori selettivi del recettore degli estrogeni”, ed è usato da più di trent’anni come ormonoterapia nei pazienti positivi al recettore per gli estrogeni (cioè che presentano tale recettore sulla superficie delle cellule tumorali). Agisce “ingannando” i recettori, ovvero occupando di fatto il posto riservato agli estrogeni: questi non riescono pertanto a comunicare con le cellule tumorali, e non ne stimolano la proliferazione. Il tamoxifene riduce il rischio di recidiva e abbassa la probabilità che si sviluppi un nuovo tumore nell’altro seno. Di solito causa effetti collaterali di lieve entità, tra i quali vampate di calore e sudorazione, aumento di peso e insonnia. Nelle donne in età postmenopausale il tamoxifene accresce leggermente il rischio di sviluppare, a distanza di anni, tumore dell’endometrio, trombosi agli arti inferiori e ictus. Fortunatamente si tratta di eventi molto rari, curabili anche grazie a diagnosi tempestiva garantita da controlli di routine.

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ONCOLOGIA CLINICA Tumore renale

Nel tumore renale le dimensioni fanno la differenza Oggi il tumore del rene è quasi sempre diagnosticato quando ha ancora dimensioni relativamente modeste: questo consente interventi chirurgici meno drastici e aumenta molto le possibilità di guarigione

a cura di ELENA RIBOLDI irca il 90 per cento delle diagnosi di tumore del rene sono “diagnosi incidentali”. Questo vuol dire che la presenza del tumore viene scoperta per caso, quando il paziente si sottopone ad accertamenti medici, tipicamente a un’ecografia dell’addome, per altri motivi. Fino a 10-15 anni fa, quasi la metà dei tumori del

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rene era diagnosticata in pazienti i cui sintomi facevano già sospettare la malattia. La diagnosi precoce ha cambiato, più di ogni altra cosa, la prospettiva di guarigione dei pazienti che vengono colpiti da questo tumore subdolo e potenzialmente aggressivo. UN KILLER SILENZIOSO Il tumore del rene è infatti difficile da diagnosticare perché il paziente non presenta alcun disturbo per lungo

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tempo e i sintomi si manifestano solo quando la malattia ha raggiunto uno stadio avanzato. “I sintomi del tumore del rene si dividono in due categorie: sintomi locali e sintomi paraneoplastici” spiega Umberto Capitanio, dirigente medico presso il Reparto di urologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano. “I sintomi locali includono la sensazione di avere una massa nell’addome, dolore persistente al fianco e la presenza di sangue nelle urine. I sintomi paraneoplastici invece sono dovuti al fatto che il tumore produce alcune molecole, come le citochine, che mimano i sintomi generici di molte malattie, per esempio la febbre, e quindi non fanno immediatamente pensare a un problema renale.”

ABITUDINI PERICOLOSE Il tumore del rene di solito colpisce persone che hanno superato i 50 anni. “I fattori di rischio più importanti sono tre: il fumo di sigaretta, l’obesità e l’ipertensione arteriosa” dichiara Capitanio. Appartengono tutti alla categoria dei fattori di rischio considerati modificabili: cambiando o rinunciando ad alcune abitudini (consumo di tabacco, sedentarietà, alimentazione scorretta) si può ridurre in maniera drastica il rischio di essere colpiti da questo come da molti altri tipi di tumore. In alcuni casi il tumore del rene è associato a sindromi genetiche, come la sindrome di Von Hippel-Lindau, che prende il nome dall’oftalmologo tedesco Eugen von

I sintomi possono essere generici


In questo articolo:

PROGNOSI

IL RISCHIO DI RICADUTA

tumore renale diagnosi precoce chirurgia robotica

Hippel e dal patologo svedese Arvid Lindau, i primi a descriverla. La sindrome è causata dalla presenza di mutazioni ereditarie nel gene VHL e i pazienti affetti hanno un rischio elevato di sviluppare anche altri tumori come quelli della retina, del cervelletto, del midollo spinale e delle ghiandole surrenali. L’approccio terapeutico dipende molto dalle caratteristiche della malattia e soprattutto dalle caratteristiche del paziente. “Ormai sempre più spesso le diagnosi avvengono in fase precoce e in persone anziane” dice Capitanio. “Di conseguenza nella maggior parte dei casi i tumori sono masse piccole e, in molte occasioni, in alternativa all’intervento chirurgico si possono usare altri approcci come la sorveglianza attiva e la terapia focale.” Nel primo caso si monitora nel tempo la massa e si interviene solo se cresce, nel secondo caso si inserisce un ago nella massa tumorale per distruggerla con il caldo (termoablazione) o con il freddo (crioablazione). FARMACI 4.0 “Quando alla diagnosi ci si trova di fronte a una malattia in stadio più avanzato, la terapia standard è la chirurgia, per rimuovere la massa tumorale o in alternativa tutto il rene. Se alla diagnosi la malattia è già in fase metastatica, ossia si è diffusa nell’organismo, il primo approccio consiste nella terapia farmacologica. Sono disponibili molti farmaci di ultima generazione che intervengono sui meccanismi coinvolti nella patogenesi della malattia.” Si tratta delle cosiddette “tera-

pie a bersaglio molecolare”, che riconoscono e agiscono su specifiche molecole che contribuiscono alla crescita del tumore. Nel trattamento del tumore del rene metastatico si usa anche l’immunoterapia. “All’ultimo congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO) che si è tenuto a Chicago sono state presentate due nuove combinazioni di farmaci basate sull’immunoterapia che sono ora considerate terapie di prima linea per il tumore renale metastatico” continua Capitanio. I farmaci immunoterapici utilizzati fanno parte dei cosiddetti inibitori dei checkpoint immunologici, anticorpi che “tolgono il freno” ai linfociti, un tipo di globuli bianchi in grado di distruggere le cellule tumorali ma che, essendo “frenati”, non riescono ad agire. ROBOT CHIRURGHI In passato diversi pazienti colpiti da questa malattia e sottoposti a nefrectomia radicale (ovvero asportazione di tutto il rene) mentre l’altro rene era assente o non funzionante erano costretti a ricorrere alla dialisi. “Nel 2019 la percentuale di pazienti che vanno incontro a dialisi è veramente molto bassa, inferiore al 2 per cento. Questo grazie alla possibilità di fare interventi meno invasivi e alla disponibilità di nuove terapie” spiega l’esperto. “Per le piccole masse renali oggi si usa la chirurgia robotica” racconta Capitanio, precisando come la chirurgia robotica non abbia comunque sostituito del tutto l’intervento chirurgico classico e la laparoscopia (l’intervento chirur-

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no degli aspetti favorevoli di avere a che fare con tumori in stadio iniziale è che la ricaduta (recidiva) è molto poco frequente, inferiore al 10 per cento nei primi 10 anni dalla diagnosi. Il problema insorge se la diagnosi è tardiva. Il tumore renale localmente avanzato o metastatico ha un andamento molto più aggressivo: la probabilità di avere una ripresa di malattia è superiore al 50 per cento nei primi 5 anni. Se il tumore ricresce localmente si può intervenire di nuovo chirurgicamente, se invece si formano metastasi in altri organi si usano terapie farmacologiche che possono allungare la vita del paziente. “Più di 90 pazienti su 100 a cui viene diagnosticata una piccola massa renale sono vivi a 5 anni di distanza” spiega Capitanio. “Fortunatamente il tumore del rene viene trattato e curato nella stragrande maggioranza dei casi. Esiste però ancora una minoranza di pazienti in cui la malattia ha una storia molto aggressiva, ed è su questi casi che si concentrano gli sforzi di clinici e ricercatori.”

gico in cui si accede alla cavità addominale mediante piccole incisioni), che si usano ancora quando le dimensioni del tumore sono più importanti o la malattia è localmente avanzata. “Sono ancora tutte e tre

tecniche utilizzate, bisogna scegliere l’approccio migliore caso per caso: in questo tumore, la personalizzazione delle cure comincia dalla chirurgia per finire alla scelta del farmaco più adatto.”

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NASTRO ROSA Prevedere il rischio di tumore al seno

a cura di CRISTINA FERRARIO i chiamano IBIS, BOADICEA, BRCAPRO e BCRAT, e sono quattro dei principali modelli per fare previsioni sul rischio di sviluppare un tumore al seno, utilizzati dai medici quando una donna si rivolge loro per sapere se rientra in una categoria ad alto rischio. Questi modelli sono stati confrontati in uno studio pubblicato dalla rivista Lancet Oncology per valutarne l’accuratezza nel predire il rischio di malattia. “Uno studio interessante che mette in luce alcune differenze tra i diversi modelli, gli stessi che utilizziamo da tempo nella pratica clinica quotidiana” spiega Bernardo Bonanni, direttore della Divisione di prevenzione e genetica oncologica dell’Istituto europeo di on-

S Tanti strumenti per valutare il rischio di sviluppare un tumore della mammella I test e i modelli che permettono di calcolare il rischio di ammalarsi di tumore o quello di sviluppare una recidiva della malattia forniscono oggi risultati affidabili, a patto che siano usati da professionisti esperti 20 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2019


In questo articolo: prevenzione tecnologia cancro del seno

cologia (IEO) di Milano. “Non dimentichiamo però che questi sono solo strumenti, per quanto molto utili. Ciascun modello ha i suoi pregi e i suoi limiti e per questo è fondamentale che ogni valutazione del rischio venga effettuata in un centro specializzato, dove sono disponibili non solo gli strumenti utili allo scopo, ma anche un’équipe multidisciplinare in grado di decidere come procedere prima e dopo l’esame” aggiunge.

E quando si parla di familiarità ed ereditarietà non si può fare a meno di citare il DNA. Nel corso degli anni sono stati identificati numerosi geni legati al rischio di sviluppare la malattia – BRCA1 e BRCA2 sono solo i più noti per il tumore di seno e ovaio – e sono stati anche sviluppati test per scovare mutazioni all’interno di questi geni che possano modificare il rischio oncologico individuale.

QUESTIONI DI FAMIGLIA Quali sono i fattori che vengono presi in considerazione quando si valuta il rischio di sviluppare un tumore mammario? La lista è decisamente lunga e include per esempio la densità mammografica, la presenza di condizioni precancerose o una storia passata di altri tumori al seno, ma è soprattutto indispensabile prestare grande attenzione alla familiarità. “Non è un caso che alcuni degli strumenti già citati considerino la storia oncologica familiare fino ai parenti di terzo grado” precisa Bonanni, ricordando l’importanza di avere informazioni chiare e precise sugli eventuali casi di tumore presenti in famiglia. “In alcuni casi i dettagli possono fare la differenza e per questa ragione può essere necessario rivolgersi agli ospedali dove sono stati curati i propri familiari per richiedere la relativa documentazione istologica. È un diritto del paziente che non può essere negato” spiega.

NON È SOLO COLPA DEI GENI In un’era della medicina nella quale la genetica e le tecnologie sono sempre più importanti, si tende a dimenticare altri aspetti altrettanto rilevanti per la determinazione del rischio di ammalarsi. “Parliamo per esempio di tutta una serie di fattori endocrini e metabolici come la presenza di diabete o sindrome metabolica” afferma Bonanni. La buona notizia è che su questi fattori si può lavorare in modo attivo dal momento che sono tutti modificabili. Ridurre il sovrappeso e i problemi metabolici, aumentando l’attività fisica e osservando una dieta più sana, aiuta anche a ridurre la probabilità di sviluppare la malattia. “Ecco perché quando si procede con i consulti per la valutazione della possibilità di ammalarsi, si dedica tempo anche all’esplorazione di questi elementi e di come possono influenzare il rischio personale” aggiunge l’esperto, ricordando quanto sia com-

Fondamentale prestare attenzione alla familiarità

plesso ottenere informazioni precise su fattori di questo tipo e su quelli legati ad aspetti psicologici, più difficili da misurare in modo oggettivo. UN PUNTO DI PARTENZA La valutazione del rischio di ammalarsi non è il punto di arrivo, ma solo il primo passo di un percorso di prevenzione o di cura personalizzato. Facendo un passo indietro, vale la pena di sottolineare che questa valutazione accurata non è raccomandata a tutti: c’è una sorta di “selezione” che viene effettuata nei centri che si occupano di questi temi, una prima valutazione generale che, in caso di rischio nella norma, non prevede alcun intervento particolare rispetto a quelli già fissati dalle linee guida generali. Se invece la possibilità di ammalarsi risulta elevata,

è necessario cautelarsi attraverso, per esempio, esami di controllo più approfonditi o ravvicinati nel tempo, l’uso preventivo di farmaci o, in casi particolari, anche il ricorso alla chirurgia profilattica, cioè all’asportazione di seno e ovaio. “Si tratta di percorsi assolutamente personalizzati, che vengono stabiliti dopo consulti con il genetista che esegue il test in laboratorio, l’oncologo esperto di genetica, il chirurgo e lo psiconcologo, e che, in ultima analisi, devono rispettare la volontà e le necessità della paziente” conclude Bonanni. “Sono convinto che la grande sfida del futuro sia conciliare la nuove tecnologie applicate alla medicina, come questi strumenti predittivi, con gli aspetti più umani della medicina stessa.”

PREVENIRE IL RISCHIO

MODIFICARE IL MODIFICABILE

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cco alcuni dei fattori di rischio modificabili per il tumore al seno, ovvero aspetti sui quali è possibile agire per ridurre la probabilità di ammalarsi:

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Sedentarietà: l’esercizio aiuta a ridurre il rischio; Sovrappeso/obesità: i chili in eccesso aumentano sempre il rischio; Ormoni: alcune forme di terapia ormonale sostitutiva possono aumentare il rischio; Storia riproduttiva: il rischio è più elevato nelle donne che non hanno figli, hanno partorito dopo i 30 anni e non hanno allattato al seno; Consumo di alcol: per ridurre il rischio meglio evitare di consumare alcol in eccesso.

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SPERIMENTAZIONE ANIMALE Trasferibilità

Uomini e topi più simili di quanto sembri Gli studi preclinici utilizzano modelli animali e le agenzie regolatorie richiedono espressamente la sperimentazione in vivo prima di approvare l’immissione in commercio di nuovi farmaci. Ciò che si scopre nell’animale è applicabile anche all’uomo, con qualche limite. Ecco perché

“ I

9 SU 10 SONO RODITORI

n Italia, l’88 per cento degli animali usati per la ricerca nel 2017 è costituito da roditori: 2 su 3 sono topi e 1 su 5 è un ratto. Un altro 11 per cento è rappresentato da pesci e uccelli (quasi esclusivamente polli). I dati, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, vengono raccolti dal Ministero della salute che rilascia le autorizzazioni alla sperimentazione animale e tiene traccia di ogni

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(per esempio anticorpi) e genetici che non sono invece disponibili per altre specie. “Gli studi di animale coinvolto. Perché si usano i biologia di base in cui si esplotopi? Perché il loro genoma è molto rano i meccanismi fondamentali simile a quello dell’uomo (in media di funzionamento della cellula si possono condurre in vitro, sulle l’85 per cento delle sequenze di colture cellulari. Anzi, probabilDNA che contengono le informamente sono persino più accurati. zioni necessarie per sintetizzare Ma gli studi applicativi, in cui c’è le proteine è identico tra uomo e un intervento terapeutico speritopo), perché sono animali piccoli e quindi facili da allevare, perché si mentale, devono per forza essere fatti in vivo, ovvero impongono il riproducono velocemente e perché nel tempo i ricercatori hanno messo passaggio nell’animale” conclude a punto molti strumenti molecolari Trusolino.


In questo articolo:

modello animale ricerca di base sperimentazione clinica

U

a cura di ELENA RIBOLDI na domanda che viene spesso rivolta ai ricercatori è: “È davvero possibile trasferire all’uomo i risultati ottenuti nei topi e in altri animali?”. La domanda è non solo lecita ma molto naturale, visto che a chiunque balza all’occhio come un essere umano sia molto diverso da un topo. Ne abbiamo parlato con Livio Trusolino, che dirige il Laboratorio di oncologia traslazionale dell’Istituto oncologico di Candiolo (Torino). In ricerca, l’aggettivo “traslazionale” è una parola chiave perché indica proprio la capacità di trasferire alla clinica (quindi all’uomo) le scoperte fatte negli studi di base, di cui la fase animale è una delle tappe più importanti.

Un passaggio fondamentale

I risultati ottenuti nell’animale sono considerati indicativi di ciò che avviene nell’uomo perché la maggior parte dei geni che ci sono nel DNA umano esistono anche in quello degli animali. Questo fa sì che i processi biochimici e le risposte cellulari siano, se non identici, perlomeno molto simili. “Oltre ai geni, condividiamo con l’animale un sistema complesso, il che permette di utilizzare il cosiddetto ‘principio di analogia’. Nel caso dell’oncologia si tratta dell’ambiente che circonda il tumore e lo condiziona, nel caso della neurologia delle intricate connessioni neurali. Inoltre l’attività degli enzimi del fegato è analoga, e questo è importante per gli studi di tossicità, dato che il fegato è l’organo che metabolizza i farmaci. Si può dire che il principio di analogia si applica a tutti i sistemi dell’organismo” spiega Trusolino. “Nell’ambito dell’oncologia, la sperimentazione animale è un passaggio fondamentale per la valutazione dell’efficacia di qualunque tipo di terapia. I risultati che noi otteniamo nelle linee cellulari coltivate in vitro suggeriscono una possibile effica-

cia terapeutica, ma non la dimostrano in modo definitivo. Questo perché soltanto la complessità di un organismo intero, in questo caso dell’animale, permette di verificare le influenze reciproche dei vari organi e sistemi che nelle linee cellulari (semplici colture in vitro di un tipo solo di cellule) non ci sono: quello dell’animale è un sistema più stringente, che fornisce ulteriore affidabilità a uno studio.”

Successi e fallimenti È innegabile che la sperimentazione animale non sia infallibile: alcune molecole che si sono dimostrate attive nei modelli animali non hanno soddisfatto le aspettative quando sono state sperimentate sull’uomo, ma se non altro i ricercatori erano sufficientemente certi che non fossero tossiche. La soluzione ideale sarebbe testare le terapie direttamente sull’uomo, ma questo ovviamente non è considerato etico ed è quindi illegale. “Il modello animale rappresenta dunque la situazione più vicina a ciò che si verifica davvero nell’essere umano. Molto spesso il mancato successo nell’uomo di terapie che hanno funzionato nel topo è legato anche al modo in cui si sperimenta: non sempre si riesce a essere così precisi nella selezione dei pazienti come invece si riesce a fare con gli animali, nei quali si controllano tutti i parametri fisiologici. In oncologia, molti studi sull’uomo sono falliti non perché il farmaco non funzionasse, ma perché i pazienti erano stati selezionati in maniera non corretta.”

Un disegno ben fatto Per chiarire il concetto, Trusolino ci descrive i risultati di una ricerca, pubblicati sulla rivista The Lancet, svolta dal suo gruppo anche grazie al contributo AIRC. Analizzando il DNA dei tumori del colon, i ricercatori hanno notato che in alcuni malati invece che esserci due copie di un certo gene ci sono più copie (un’anomalia chiamata “amplificazione genica”). Prelevando frammenti di tumore dai pazienti e impiantandoli nei topi, hanno osservato che somministrando all’animale una combinazione di due farmaci antitumorali il tumore si riduceva solo se esprimeva molte copie del gene oggetto dello studio: essendoci molte copie, venivano prodotte grandi quantità della proteina codificata da quel gene e il tumore diventava “dipendente” dalla proteina che rappresentava il bersaglio dei farmaci. “Abbiamo deciso, per la selezione dei pazienti su cui testare la terapia, che dovessero avere almeno sei copie del gene che stavamo studiando. Questa scelta ha ridotto drasticamente il numero di soggetti che potevano entrare a fare parte della sperimentazione, ma lo studio ha avuto successo. Se fossimo stati più permissivi nella selezione probabilmente sarebbe fallito, perché avremmo incluso pazienti con un’amplificazione bassa che non avrebbero risposto. Il fallimento di uno studio clinico, quindi, spesso è legato a un disegno sperimentale non corretto, a fronte di studi sul topo che sono invece positivi e che lo sarebbero anche sull’uomo se trasferiti con la stessa precisione.”

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IFOM – ISTITUTO FIRC DI ONCOLOGIA MOLECOLARE Ricerca farmacologica

Una seconda vita per vecchi farmaci Dalla talidomide all’aspirina, farmaci nati con indicazioni diverse a volte tornano sul mercato in una veste rinnovata e aiutano a curare il cancro grazie a un percorso relativamente breve ed economico, ma non per questo privo di ostacoli

RIPOSIZIONAMENTI DI SUCCESSO E NUOVE OPPORTUNITÀ FARMACI RIPOSIZIONATI CON SUCCESSO Nome farmaco

Indicazione originale

Nuova indicazione

Celecoxib

Dolore e infiammazione

Poliposi adenomatosa familiare

Rituximab

Diversi tumori

Artrite reumatoide

Raloxifene

Osteoporosi

Tumore mammario

FARMACI CANDIDATI AL RIPOSIZIONAMENTO (ORA IN STUDI CLINICI DI FASE AVANZATA) Nome farmaco

Indicazione originale

Nuova indicazione

Saracatinib

Farmaco anti-cancro

Alzheimer, dolore osseo oncologico, psicosi, linfoangioleiomiomatosi

Ribavirina

Antivirale (epatite C)

Leucemia mieloide acuta, tumore mammario

Nelfinavir

HIV

Vari tumori

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In questo articolo:

riposizionamento dei farmaci IFOM nuove terapie

N

a cura della REDAZIONE on è solo un modo per dare nuova vita a un vecchio farmaco, ma una vera e propria strategia per ridurre tempi e costi necessari per portare un trattamento efficace al letto del paziente: il riposizionamento di un farmaco – che gli anglofoni chiamano drug repositioning o drug repurposing – è la ricerca di una nuova indicazione per un farmaco già approvato in precedenza dalle autorità regolatorie nazionali e internazionali o già utilizzato in studi clinici anche se non ancora approvato per il commercio (investigational drug). Gli esempi sono numerosi. Uno dei più noti è sildenafil, nato come farmaco per l’angina pectoris e poi diventato famoso con il nome commerciale di Viagra per trattare la disfunzione erettile. In ambito oncologico si può ricordare la talidomide: inizialmente commercializzata per combattere la nausea in gravidanza, è stata poi ritirata dal mercato perché responsabile di gravi malformazioni agli arti nei bambini nati da madri che la avevano assunta. Nel 1999

si è scoperto che il farmaco è efficace nel mieloma multiplo. Proprio per riposizionare vecchi farmaci e utilizzarli nella cura del cancro (vedi il riquadro in queste pagine) IFOM si è dotato di un laboratorio specializzato. PRO E CONTRO DEL RIPOSIZIONAMENTO La riduzione dei costi e dei tempi per passare dal laboratorio al paziente rappresenta senza dubbio il principale vantaggio del riposizionamento di un farmaco. “Quando una molecola già approvata o una investigational drug viene riposizionata (le viene cioè assegnata una nuova indicazione) si elimina la scoperta della molecola, vale a dire la fase iniziale del processo definita drug discovery, responsabile di circa il 35-40 per cento dei costi e del tempo totali” spiega Mario Varasi, esperto di drug discovery che dal 2016 dirige all’IFOM di Milano il programma di Experimental Therapeutics, grazie al sostegno di un’importante donazione da parte della famiglia Ravelli. “Secondo alcuni studi, solo il 27 per cento dei farmaci, meno di uno su tre, supera la fase di discovery e passa alle fasi successive. Di conseguenza con il riposizionamento si riducono notevolmente anche i rischi di fallimento” aggiunge. Tuttavia il riposizionamento di un farmaco ha alcuni rischi non trascurabili. Per esempio può accadere che, anche se le basi teoriche o precliniche che hanno portato a proporre una indicazione alternativa per una molecola sono solide, gli studi clinici non diano risultati posi-

tivi e non dimostrino l’efficacia clinica del nuovo ruolo del farmaco. Inoltre, è spesso necessario valutare dosi e tempi di somministrazione che possono essere diversi da quelli originali, mediante studi che richiedono investimenti importanti in termini di tempo e denaro. “Non dimentichiamo poi gli ostacoli di tipo regolatorio e burocratico che non sempre permettono di mettere sul mercato un farmaco, per motivi di brevetto o di proprietà intellettuale” ricorda Varasi, sottolineando che alcune agenzie regolatorie quali la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti o la European Medicines Agency (EMA) in Europa stanno lavorando per facilitare le procedure di riposizionamento, ma la strada da compiere è ancora lunga. NON È PIÙ SOLO FORTUNA Si può dire che un tempo la scoperta di una nuova indicazione per un farmaco era in genere legata a osservazioni casuali, in un certo senso a un colpo di fortuna. È il caso di minoxidil, farmaco originariamente nato per curare l’ipertensione che aveva come effetto collaterale l’irsutismo (crescita di peli). Proprio questo effetto è diventato la nuova forza della molecola, attualmente impiegata contro la perdita dei capelli. “Oggi le cose sono cambiate e i laboratori di ricer-

ca cercano la via migliore per il riposizionamento di un farmaco in modo più sistematico” dice Varasi, precisando che per arrivare al risultato finale si possono utilizzare approcci definiti computazionali oppure sperimentali. Gli approcci computazionali si basano sull’analisi di una grande mole di dati di tipo diverso, dal livello di espressione dei geni alla forma delle molecole, passando anche per i dati clinici relativi a un paziente e alla malattia. Per esempio, nel cosiddetto molecular docking si analizza la struttura delle molecole e in base a questa si ipotizzano interazioni tra un ligando (il farmaco) e un bersaglio (in genere una proteina). Negli approcci sperimentali si possono utilizzare tecniche come lo screening fenotipico nel quale centinaia o migliaia di composti vengono valutati contemporaneamente su modelli in vitro o in vivo di una malattia in modo da identificare molecole che potrebbero rivelarsi utili nella pratica clinica. Le vie per identificare una nuova indicazione sono dunque molte e variano di caso in caso, spesso unendo approcci computazionali e sperimentali. Si tratta sempre di strategie che prevedono l’impiego di tecnologie piuttosto sofisticate e l’intervento di ricercatori esperti che sappiano non solo utilizzarle ma anche interpretarne al meglio i risultati.

Non più scoperta casuale ma ricerca sistematica

IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici, è sostenuto dalla FIRC.

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NOTIZIE FLASH

Dal Mondo Una bocca malata è un fattore di rischio Una scarsa igiene orale è associata a un aumento del 75 per cento del rischio di ammalarsi di carcinoma epatocellulare, la forma più comune di cancro al fegato. Lo studio che lo ha dimostrato, condotto da ricercatori della Queen’s University di Belfast, ha analizzato oltre 469.000 persone nel Regno Unito, per evidenziare l’associazione tra le cattive condizioni di salute orale (come gengive dolorose o sanguinanti, ulcere della bocca e perdita di denti) e il rischio di sviluppare una serie di tumori gastrointestinali, tra cui tumori al fegato, colon-retto e pancreas. “La cattiva salute orale era già stata associata al rischio di sviluppare diverse malattie croniche, come malattie cardiache, ictus e diabete” ha spiegato Haydée WT Jordão, autore principale dello studio che offre nuove possibilità di analisi dei fattori che predispongono allo sviluppo del carcinoma epatocellulare.

Il microbioma cambia col tumore Le alterazioni del microbioma intestinale, cioè dei microrganismi che vivono nell’intestino, possono essere utili a segnalare la presenza del tumore del colon-retto. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Osaka, in Giappone, ha valutato campioni fecali ottenuti da oltre 600 pazienti sottoposti a colonscopia per studiare la relazione tra il loro microbioma intestinale e i tumori individuati. I risultati mostrano che esistono marcatori specifici in presenza di malattia, indicando di fatto che il microbioma potrebbe essere un utile strumento diagnostico.

Troppo tempo per un farmaco pediatrico Un’analisi pubblicata sull’European Journal of Cancer ha rilevato che i farmaci antitumorali approvati dalla FDA degli Stati Uniti in un periodo di 20 anni hanno impiegato una media di 6,5 anni per passare dalla prima sperimentazione clinica negli adulti alla prima sperimentazione nei bambini. “Alcuni potrebbero obiettare che questo ritardo è appropriato per garantire la sicurezza in una popolazione più vulnerabile quale è quella pediatrica” afferma Steven DuBois, autore dello studio condotto presso il Dana-Farber Boston Children’s Cancer and Blood Disorders Center “altri che si tratta di un ritardo eccessivo per chi si trova ad affrontare una malattia potenzialmente letale, senza contare che molecole non efficaci negli adulti possono comunque dimostrarsi utili in ambito pediatrico.” Gli autori concludono chiedendo che le ricerche sui farmaci pediatrici siano più comuni e più rapide.

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Lo yogurt contro gli adenomi del colon

Circa tre quarti dei tumori del colon hanno origine da polipi chiamati adenomi derivanti da cellule ghiandolari che si trovano nel colon. Mangiare due o più porzioni di yogurt alla settimana sembra aiutare nel ridurre il rischio di sviluppare adenomi – almeno negli uomini. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Gut che ha analizzato le diete di 32.606 uomini (dati ottenuti dal noto Health Professionals Follow Up Study) e 55.743 donne (dal Nurses Health Study). La ricerca ha dimostrato che gli uomini che mangiavano due o più porzioni di yogurt a settimana avevano il 19 per cento di probabilità in meno di sviluppare un adenoma comune, e il 26 per cento in meno di sviluppare una forma aggressiva.

Alimentazione e cancro, nuove conferme

Un nuovo studio statunitense dell’Università Tufts di Boston ha quantificato il numero e la proporzione di nuovi casi di cancro attribuibili a una cattiva dieta: è stato stimato che oltre 80.000 casi di cancro verificatisi nel 2015 negli Stati Uniti siano dovuti a una scorretta alimentazione. “Si tratta del 5,2 per cento circa di tutti i casi di cancro invasivo diagnosticati” commentano gli autori. “È una percentuale simile a quella dei tumori dovuti all’alcol; all’eccessivo peso corporeo è associato il 7-8 per cento del carico oncologico e all’inattività fisica il 2-3 per cento.” La cattiva alimentazione è caratterizzata da un basso apporto di verdure, frutta, cereali integrali e latticini e un elevato apporto di carni lavorate, carni rosse e bevande zuccherate.

Il tumore cerebrale lascia traccia I sopravvissuti ai tumori cerebrali sottoposti a radioterapia e molto giovani al momento della diagnosi potrebbero avere conseguenze cognitive e socioeconomiche negative anche decenni dopo il trattamento, secondo un nuovo studio pubblicato su Cancer. Gli autori hanno confrontato 181 sopravvissuti a un glioma pediatrico di basso grado di malignità con 105 fratelli. Sia i sopravvissuti (cui il tumore era stato mediamente diagnosticato a otto anni) sia i fratelli sono stati sottoposti a vari test cognitivi e a valutazioni socioeconomiche presso 16 centri negli Stati Uniti e in Canada. Complessivamente, i sopravvissuti – specialmente quelli trattati sia con chirurgia sia con radioterapia – sono risultati meno istruiti, con redditi più bassi e occupazioni di minor prestigio rispetto ai fratelli. Terapie cognitive e servizi educativi e professionali sono necessari per mitigare tali effetti a lungo termine, suggeriscono gli esperti.

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RACCOLTA FONDI Nastro Rosa

Tutti in rosa per la ricerca Anche quest’anno AIRC promuove la campagna Nastro Rosa per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione e sostenere la ricerca

5 TAPPE FONDAMENTALI DELLA RICERCA SUL TUMORE AL SENO TARGATE AIRC

I

a cura della REDAZIONE l tumore al seno è una delle forme di cancro per la quale si sono ottenuti i maggiori successi negli ultimi trent’anni, grazie a nuovi efficaci strumenti di screening per la diagnosi precoce e a una conoscenza sempre più approfondita dei meccanismi molecolari alla base della neoplasia. Non per questo si può però abbassare la guardia nel combattere la malattia, il tumore più frequente nel sesso femminile, che colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita. Solo negli ultimi cinque anni AIRC ha messo a disposizione dei ricercatori quasi 47 milioni di euro per la ricerca sul tema, in modo da alzare sempre di più la percentuale delle pazienti ancora vive a cinque anni dalla diagnosi, passata dall’81 all’87 per cento negli ultimi vent’anni secondo i dati forniti da AIOM, AIRTUM, Fondazione AIOM e Passi nel 2018. Sempre con questo traguardo in mente, AIRC promuove la campagna 28 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2019

1981

Umberto Veronesi introduce, in Italia, la cosiddetta quadrantectomia, che prevede l’asportazione della sola zona del seno interessata dal tumore. La tecnica chirurgica sarà poi adottata in tutto il mondo.

1991

Umberto Veronesi dimostra l’utilità della tecnica del linfonodo sentinella: asportando il linfonodo più vicino al tumore, si scopre se ci sono già metastasi.

1998

Dopo anni di ricerche sul recettore HER2 per gli estrogeni, condotte anche dai ricercatori AIRC Maria Ines Colnaghi e Sylvie Ménard all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, negli USA viene approvato il trastuzumab,

un anticorpo monoclonale che agisce riconoscendo le cellule tumorali e impedendone crescita e riproduzione.

2015

Lucia Del Mastro dimostra l’efficacia della triptorelina nel proteggere la fertilità delle donne dagli effetti tossici della chemioterapia. L’Italia è tra i primi Paesi al mondo a effettuare studi volti alla preservazione della fertilità nelle pazienti colpite da cancro.

2018

I risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani guidato da Andrea De Censi dimostrano che il tamoxifene contro le recidive funziona anche a basse dosi in pazienti con tumore al seno intraepiteliale in stadio iniziale.


... maggiori informazioni su: nastrorosa.it Nastro Rosa, dedicata proprio a informare sui progressi delle terapie per il tumore al seno e raccogliere fondi per dare continuità agli studi sull’argomento. Nastro Rosa ha il grande pregio di radunare attorno a un unico obiettivo una rete di aziende, permettendo così di raggiungere un pubblico ancora più ampio rispetto a quello degli abituali sostenitori AIRC. Main partner della campagna è anche quest’anno The Estée Lauder Companies Italia, a cui si deve l’ideazione dell’iniziativa internazionale nel 1992, e che in Italia coinvolge oltre 3.500 profumerie su tutto il territorio nazionale, raccogliendo fondi grazie alla vendita di una selezione di sette prodotti. Partecipa tramite il sostegno concreto alla ricerca e la diffusione di messaggi informativi anche Acqua Vitasnella, che, oltre a finanziare una borsa di studio sul tumore al seno, colora di rosa le sue bottiglie per l’occasione. Per il primo anno, la piattaforma

europea online leader per il fashion e il lifestyle Zalando lancia una campagna internazionale di sensibilizzazione sulle neoplasie mammarie in tutti i 15 Paesi in cui opera. In Italia ha scelto di sostenere la ricerca di AIRC, finanziando due borse di studio di giovani ricercatori sul tumore al seno. Nella settimana dal 21 al 27 ottobre, promuove inoltre una serie di prodotti a tema nastro rosa, con attività di sensibilizzazione delle proprie clienti su prevenzione, screening e cura, e le inviterà a sostenere a loro volta la ricerca di AIRC sulla malattia. Il gruppo di supermercati tedesco ALDI aderisce alla campagna donando una quota a sostegno della ricerca AIRC per ogni chilogrammo di melagrana venduto dal 7 ottobre al 3 novembre, presso tutti i punti vendita in Italia. Si rinnova poi il supporto di Alphe-

ga Farmacia, Federfarma e Gruppo Gabrielli, che ospitano nelle farmacie aderenti e nei loro punti vendita le spillette Nastro Rosa, distribuite l’anno scorso in più di 111.000 esemplari, grazie anche all’impegno dei Comitati regionali AIRC. Come ogni anno, simbolico inizio alla campagna sarà dato il 1 ottobre dall’illuminazione in rosa di un monumento iconico in Italia. Nel 2018 erano stati i Fori Imperiali, questa volta toccherà al Ponte Vecchio di Firenze, sempre a cura di The Estée Lauder Companies. Il 31 ottobre segnerà invece la fine della campagna Nastro Rosa, ma i frutti del lavoro di squadra di AIRC, dei suoi partner e dei tanti sostenitori che si uniranno a noi potranno essere raccolti nei prossimi anni e non solo, per far sì che tutte le forme di tumore al seno siano più curabili.

Una campagna internazionale per il tumore al seno

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INIZIATIVE DreamLab

DreamLab, l’app per aiutare la ricerca Arriva anche in Italia l’iniziativa di Fondazione Vodafone Italia per mettere a disposizione di un progetto di ricerca la potenza di calcolo del proprio smartphone

A

a cura della REDAZIONE iutare la ricerca sul cancro? Si può fare a occhi chiusi. Non è un modo di dire, ma la nuova brillante idea di Fondazione Vodafone Italia. Tutto ciò che serve è uno smartphone, un caricabatterie, l’app DreamLab e qualche buona ora di sonno. Dopo aver scaricato l’app e collegato il telefono al caricabatterie, DreamLab si attiverà automaticamente, facendo sì che la potenza di elaborazione dello smartphone sia messa a disposizione della ricerca, per velocizzare i complicatissimi calcoli che sono sempre necessari al giorno d’oggi per gli studi oncologici. Fondazione Vodafone ha già lanciato l’app

nel Regno Unito, in Australia e in Nuova Zelanda, e in Italia l’ha messa al servizio del progetto Genoma in 3D di IFOM, l’Istituto FIRC per l’oncologia molecolare. Come spiega Francesco Ferrari, a capo del progetto di ricerca e responsabile del laboratorio di genomica computazionale di IFOM, Genoma in 3D punta a caratterizzare in modo accurato la struttura tridimensionale del DNA. “Finora la maggior parte della ricerca molecolare sul cancro si è concentrata sulle mutazioni che riguardano la porzione di DNA codificante per le proteine. Questa porzione, però,

... maggiori informazioni su: airc.it/dreamlab

rappresenta solo una piccolissima parte del nostro DNA, circa il 2 per cento. Il restante 98 per cento contiene, tra le altre cose, istruzioni che servono a regolare se e quando i geni codificanti devono essere attivati, per fabbricare le rispettive proteine, e in che misura lo devono fare.” Capire cosa facciano queste regioni e come loro eventuali mutazioni influiscano sull’insorgenza e lo sviluppo del cancro è uno degli obiettivi principali del gruppo di ricerca guidato da Ferrari. L’équipe si interessa in particolare degli effetti della struttura tridimensionale del DNA sulla funzionalità delle regioni non codificanti. “Il fatto è” precisa Ferrari “che all’interno del nucleo di una cellula i filamenti di DNA sono avvolti attorno a una serie di proteine e insieme a esse sono ripiegati in una architettura in tre dimensioni che non è casuale, e anzi contribuisce a modulare la funzione delle regioni sia regolatorie sia codificanti.” Per svolgere questo tipo di analisi servono strumenti bioinformatici e statistici molto potenti. È qui che entra in campo DreamLab. Più alto sarà infatti il numero di utilizzatori di smartphone che aderiranno al progetto, maggiore sarà la velocità di calcolo a disposizione dell’analisi dell’enorme quantità di dati sull’architettura 3D del DNA. “I risultati ci aiuteranno a interpretare il significato delle mutazioni nelle regioni non codificanti del genoma in pazienti con tumore” conclude Ferrari, sottolineando che all’inizio il progetto si concentrerà sul tumore del seno, uno dei più diffusi, per poi passare ad altri tipi di neoplasie come quelle del polmone e del pancreas. Non resta quindi che andare su Google Play (per cellulari Android) o App Store (per iPhone), cercare DreamLab nell’elenco app e scaricarla, per cominciare da subito ad aiutare la ricerca.


IL CALENDARIO DEI GIORNI DELLA RICERCA 24 OTT

RACCOLTA FONDI I Giorni della Ricerca

Cerimonia al palazzo del Quirinale

3-10 NOV RAI per AIRC

6-7 NOV

Incontri con la Ricerca nelle scuole

9 NOV

I Cioccolatini della Ricerca

9-10 e 18 NOV

Un Gol per la Ricerca

La ricerca entra nelle case per i Giorni della Ricerca

S

a cura della REDAZIONE arà come ogni anno il Presidente della Repubblica con una cerimonia al Quirinale il 24 ottobre a inaugurare i Giorni della Ricerca, alla presenza dei rappresentanti AIRC, delle istituzioni, delle autorità e di centinaia di ricercatori e sostenitori. Dal 3 al 10 novembre, attraverso un programma ricco di eventi e il fondamentale supporto delle reti RAI, vi racconteremo i progressi della ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro e presenteremo le sfide che ancora attendono i ricercatori.

Un appuntamento che ritorna puntuale ogni anno dal 1998 e che nel tempo ha ampliato il suo raggio d’azione dalle piazze alle scuole, dalle università ai campi da calcio. Proprio questi ultimi ospiteranno l’iniziativa Un Gol per la Ricerca, che il 9 e il 10 novembre vedrà schierarsi a fianco della ricerca oncologica i protagonisti del campionato di serie A, e il 18 novembre quelli della nazionale italiana di calcio in occasione della partita contro l’Armenia valida per le qualificazioni ai campionati europei.

Il Quirinale, la RAI e il mondo del calcio per AIRC

Nell’ambito del progetto Incontri con la Ricerca, 30 eventi con ricercatori AIRC sono invece previsti il 6 e il 7 novembre nelle scuole di tutta Italia per ispirare e avvicinare i bambini al mondo della ricerca scientifica, ai corretti stili di vita e alla professione del ricercatore, mentre la golosità dei nostri sostenitori sarà sollecitata il 9 novembre, quando 2.500 volontari invaderanno più di 1.200 piazze in tutta Italia per distriAl Quirinale il buire le borse dei Presidente Cioccolatini della Sergio Mattarella Ricerca. inaugura i Giorni Il ricavato deldella Ricerca ribala raccolta fondi dendo la vicinanza ottenuta grazie alla migliore ricerca alla distribuzione oncologica. dei Cioccolatini e al numero solidale, pubblicizzato nel corso delle trasmissioni RAI e di Un Gol per la Ricerca, sarà destinato a sostenere e dare continuità al lavoro dei 5.000 scienziati AIRC impegnati quotidianamente nei laboratori di università, ospedali e istituzioni di ricerca in tutto il Paese.

... dal 24 ottobre su: airc.it e scuola.airc.it OTTOBRE 2019 | FONDAMENTALE | 31


RACCOLTA FONDI Partner ed eventi

BANCO BPM PER AIRC

F

ondazione AIRC per la ricerca sul cancro e Banco BPM hanno firmato un accordo in esclusiva per cinque anni, durante i quali l’istituto bancario sarà a fianco di AIRC come partner istituzionale di raccolta fondi a sostegno della ricerca scientifica e di divulgazione della corretta informazione sulla prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro. La partnership porterà valore aggiunto in ambiti strategici per la missione di Fondazione AIRC: attraverso i grandi eventi di raccolta fondi Banco BPM contribuirà a sostenere la ricerca sui tumori femminili e sui tumori pediatrici, la formazione e specializzazione dei giovani talenti dell’oncologia italiana, la divulgazione della conoscenza sui temi della prevenzione e della cura dei tumori e l’informazione dei cittadini sui risultati e sui progressi della ricerca. Infine, la banca si impegna a coinvolgere attivamente tutti i suoi stakeholder – dipendenti, clienti, partner – nella raccolta fondi per AIRC. Inoltre Banco BPM sarà in piazza con Fondazione AIRC in occasione dell’atteso appuntamento di comunicazione e raccolta fondi legato ai Giorni della Ricerca, nel corso del quale, a partire dall’11 novembre, saranno distribuiti i Cioccolatini della Ricerca in tutte le filiali della banca sul territorio. Banco BPM e AIRC insieme per la ricerca.

IMPRESA CONTRO IL CANCRO: COME PARTECIPARE

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e aziende socialmente responsabili che accompagnano le proprie strategie d’impresa con una visione etica, partecipando al progresso scientifico sociale e culturale dell’intera comunità, sono sempre più numerose. Solo nel 2018 quasi 7.000 imprese hanno sostenuto la Fondazione AIRC con donazioni libere o aderendo ai programmi dedicati al mondo aziendale. Una delle proposte di collaborazione che le aziende hanno accolto con maggior entusiasmo è “Imprese contro il cancro”, strumento attraverso il quale il tessuto imprenditoriale può essere protagonista nella lotta al cancro. Con oltre 1.500 adesioni e la nascita del primo “Fondo Impresa contro il cancro”, le imprese possono fare fronte comune nel sostenere la migliore ricerca italiana attraverso l’investimento nella formazione di giovani ricercatori o impegnandosi a finanziare linee di ricerca su tumori di difficile diagnosi e per cui la cura è ancora lontana. Per informazioni e per aderire al Fondo Impresa contro il Cancro: impresacontroilcancro@airc.it oppure 800.777.222 atale 2019. Si rinnova da oltre trent’anni la campagna “Regali di Natale per le Aziende”, un invito alle aziende e agli imprenditori a donare in occasione del Natale quanto abitualmente destinato agli omaggi ai propri clienti. I fondi raccolti sono destinati alla ricerca sui tumori pediatrici. A pagina 39 di questo numero si possono trovare tutte le proposte per essere anche a Natale un’Impresa contro il Cancro. Per informazioni e per aderire alla campagna Regali di Natale: regalidinatale@airc.it oppure 0363.349130

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RUN4AIRC

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ontinuano gli appuntamenti di AIRC in occasione dei più grandi eventi sportivi del prossimo autunno. Corri per AIRC una mezza o l’intera maratona, oppure organizza una coinvolgente staffetta per dividere l’impegno con un team di amici o colleghi! Con il progetto #oggicorroperAIRC powered by Iberdrola, saremo al tuo fianco durante tutto il percorso, nell’allenamento e nella raccolta fondi, insieme verso l’obiettivo comune: rendere i tumori pediatrici sempre più curabili. Potrete sperimentare questa originale attività di aggregazione e wellness correndo per le strade di Roma il 22 settembre, di Venezia il 27 ottobre o di Firenze il 23 e il 24 novembre, sostenendo la nostra missione e affermando così il vostro impegno verso il traguardo più importante: un futuro libero dal cancro! Per ricevere ogni dettaglio su questi appuntamenti del progetto #oggicorroperAIRC e tutte le istruzioni per attivarsi, scrivete a run4@airc.it


www.lovedesign.airc.it

02 77 97 223 – segreteria.lovedesign@airc.it Fabbrica del Vapore – Milano, Via Procaccini 4 11-13 ottobre 2019 – Ingresso libero

Il design italiano torna per aiutare la ricerca e fare del bene Dall’11 al 13 ottobre la nona edizione di Love Design alla Fabbrica del Vapore

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a cura della REDAZIONE l binomio design e ricerca oncologica sarà protagonista della nona edizione di Love Design®, evento biennale nato nel 2003 e organizzato da Fondazione AIRC – Comitato Lombardia in collaborazione con ADI – Associazione per il disegno industriale, entrambe costantemente impegnate a migliorare e salvaguardare la vita dell’uomo attraverso la ricerca, la sperimentazione, la produzione.

Ospitata anche quest’anno all’interno della Fabbrica del Vapore, grazie al patrocinio del Comune di Milano e al generoso sostegno di Banco BPM, l’iniziativa raccoglie bellissimi oggetti di design messi a disposizione da decine di brand, tra cui Ares Line, Caimi Brevetti, De Padova, Fiat, Flos, Kartell, Martinelli Luce, Molteni & C., Poliform, Rimadesio. Madrine d’eccezione di questa edizione saranno due volti noti della televisione, Benedetta

e Cristina Parodi, mentre i contributi raccolti nei tre giorni di mostra saranno destinati al finanziamento di tre borse di studio triennali, ciascuna del valore di 75.000 euro, rivolte ad altrettanti giovani ricercatori selezionati da AIRC attraverso l’abituale metodologia peer review, garantita da principi di meritocrazia, rigore e trasparenza. Imperdibile anche la lotteria che mette in palio una Fiat Cinquecento, uno scooter Honda Vision, wi-bike Piaggio, soggiorni e pacchetti benessere sul Garda e tantissimi altri fantastici premi. Partecipare a Love Design® è un’opportunità imperdibile per gli appassionati di design e, al contempo, una fruttuosa risorsa per la ricerca oncologica, proprio nel mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno e all’interno della campagna Nastro Rosa promossa da AIRC per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce e per raccogliere fondi per la ricerca sui tumori che colpiscono prevalentemente l’universo femminile. OTTOBRE 2019 | FONDAMENTALE | 33


Abruzzo-Molise...

Tel. 085 35215 - com.abruzzo.molise@airc.it – airc.it/abruzzo

Axa Golf Cup

Miglianico (CH) Si è tenuto il 29 e 30 giugno il secondo torneo di golf Axa Golf Cup per AIRC, organizzato dal presidente Mario Dragonetti presso il Miglianico Golf & Country Club, seguito da un’asta di oggettistica sportiva griffata messa a disposizione da importanti campioni dello sport italiano lì presenti. Circa 100 i partecipanti alla gara e grande affluenza di pubblico. Anche quest’anno tutto il ricavato della gara e dell’asta sono stati devoluti interamente ad AIRC.

Basilicata... Tel. 0835 303751 com.basilicata@airc.it airc.it/basilicata

Uova della ricerca

Varie località Grande successo per la manifestazione, grazie all’impegno dei volontari del Comitato Basilicata, delle scuole, dei docenti e degli alunni nella distribuzione delle uova. Un ringraziamento speciale va anche ad Antezza Tipografi, Bawer, Calia e a tutte le aziende che hanno partecipato donando le uova a dipendenti e clienti.

In breve da Abruzzo-Molise

Vasto (CH) Presso lo stadio Aragona di Vasto il 30 maggio per la 10a edizione di Segniamo e doniamo sono scesi in campo, insieme a genitori e insegnanti, i ragazzi degli Istituti superiori di Vasto e San Salvo per raccogliere fondi per la ricerca. L’iniziativa, ideata e coordinata dal presidente di istituto dell’Istituto R.Mattioli di San Salvo Nicandro Gambuto, permette di coniugare sport e solidarietà e di spiegare ai ragazzi l’importanza di uno stile di vita sano.

Calabria...

Tel. 0984 413697 - com.calabria@airc.it – airc.it/calabria

Un pranzo per la ricerca

Amaroni (CZ) 12 maggio 2019 presso l’Albergo della Posta è stato organizzato un pranzo per la festa della mamma. Le offerte raccolte sono state devolute ad AIRC Comitato Calabria.

Campania...

Tel. 081 403231 - com.campania@airc.it - airc.it/campania

Le Pillole di Ercole

Napoli Presso il Teatro delle Palme il 24 e il 24 maggio, gli amici della compagnia teatrale Del Corso hanno dedicato due serate di gala al Comitato, con la brillante commedia Le Pillole di Ercole. Lo spettacolo ideato da Alberto Angiuoni, Giovanni Cimmino e Gigi Porcelli e messo in scena insieme ad attori, attrici e al corpo di Ballo della Labart Dance ha registrato il tutto esaurito in entrambe le serate.

In breve dalla Calabria

Villapiana (CS) Anche quest’anno la signora Maria La Vitola del salone Fiori di Loto, il 28 luglio, ha organizzato la manifestazione a favore dell’AIRC Un Taglio per la Ricerca. Cosenza - 9 dicembre il Comitato Calabria organizzerà al Teatro Alfonso Rendano di Cosenza lo spettacolo di Christian De Sica “Christian racconta Christian De Sica”. L’intero incasso sarà devoluto ad AIRC Comitato Calabria. Per info e biglietti AIRC Comitato Calabria tel. 0984790470 com.calabria@airc.it. Inprimafila tel. 0984795699 info@ inprimafila.net. 34 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2019

In breve dalla Campania

Napoli Il 4 aprile le “Uova per la Ricerca” sono state ospitate per l’undicesimo anno da Casa Ascione, che ha sostenuto come sempre Airc con i suoi preziosi gioielli. Lo showroom ha fatto da cornice alla presentazione delle Uova di Mario Gallucci, con la partecipazione di tantissimi amici e il sostegno di tanti negozi della città. Napoli Grande partecipazione al Tennis Club Napoli il 16 maggio per il vernissage della mostra dell’architetto Alessandro Ciambrone che ha donato il ricavato delle prime 5 opere vendute al Comitato.


Emilia-Romagna...

Friuli-Venezia Giulia...

Reggio Emilia private view

Fifty Years of Azzurro

Tel. 051 244515 - com.emilia.romagna@airc.it - airc.it/emiliaromagna

Reggio Emilia Appuntamento con l’arte contemporanea il 7 maggio con la visita guidata alla Fondazione Maramotti, seguita dalla visita ai Chiostri di San Pietro per il festival Fotografia Europea 2019 e dalla visita alla chiesa dei Santi Girolamo e Vitale guidati dal monsignor Ghirelli. Chiusura con cocktail nelle eleganti sale di Palazzo Villa Levi Terrachini. Il ricavato della giornata è stato destinato ad AIRC.

In breve dall’Emilia-Romagna a

Bologna Dal 13 al 15 settembre si è svolta la 9 edizione di Tutto Molto Bello, tre giorni di concerti, sport e divertimento, cui hanno partecipato volontari, ricercatori e sostenitori AIRC con punti di raccolta offerte e informazione. Dodici Morelli (FE) Giovedì 25 aprile si è tenuto il classico pranzo di solidarietà organizzato da Leda Cavicchi e dal gruppo di volontari di Dodici Morelli che quest’anno ha battuto ogni record raccogliendo oltre 6.600 € per AIRC!

Lazio... Tel. 06 4463365 com.lazio@airc.it airc.it/lazio

Facciamo gol al cancro

Genzano (RM) A.P.S. Genzano in Movimento ha organizzato lo scorso 10 gennaio un quadrangolare di calcio a 5 presso il Palazzetto dello sport di Genzano di Roma. Francesco Acerbi, calciatore italiano della SS Lazio che è riuscito a vincere la propria battaglia contro il cancro, è stato testimonial dell’evento insieme ad altre personalità del mondo dello sport e dello spettacolo.

In breve dal Lazio

Roma Lega Serie A ha dedicato ad AIRC la serata di gala in occasione della finale della TIM Cup il 13 maggio. Ospiti i nostri testimonial Remo Girone e Tiberio Timperi. Con i fondi raccolti saranno bandite la “3a borsa di studio Federica Cipolat Mis” e una borsa di studio annuale per l’estero. Roma L’11 aprile l’Auditorium Parco della Musica ha ospitato con grande successo lo spettacolo di divulgazione scientifica DNA, ideato da AIRC e i Deproducers con la collaborazione di Telmo Pievani. Si ringrazia Banco BPM per il sostegno all’evento.

Lombardia...

Tel. 040 365663 - com.friuli.vg@airc.it – airc.it/fvg

Trieste Dopo 15 anni il 18 maggio è tornato a Trieste Paolo Conte con un concerto a favore del Comitato FVG. Presenti il presidente AIRC Pier Giuseppe Torrani, il presidente del Comitato Guido Perelli-Rocco e il responsabile area Triveneto Banca Aletti Giovanni Giroldi per Banco BPM.

In breve dal Friuli-Venezia Giulia

Grado (GO) Il 22 e il 23 giugno alla Spiaggia Costa Azzurra di Grado si sono tenuti una cena di gala e un torneo di Footgolf Beach. Presenti gli ex calciatori Evaristo Beccalossi e Paolo Monelli e l’ex ciclista Claudio Chiappucci. Hanno animato le due giornate Luca Galtieri di Striscia la notizia e Marco Dottore. Udine L’8 giugno il presidente del Comitato FVG Guido Perelli-Rocco ha partecipato all’assemblea Federmanager sul tema Il valore del manager nel lavoro, nella società, nella famiglia, nel volontariato, portando la sua testimonianza. Trieste 27 settembre, nell’ambito di Trieste NEXT, incontro tra il Comitato AIRC FVG e Confindustria per informare sulle sfide che aspettano i nostri ricercatori.

Liguria...

Tel. 010 2770588 com.liguria@airc.it - airc.it/liguria

Serata d’Autore

Genova In uno dei maggiori edifici storici della città, il Palazzo Reale, il 13 giugno si è svolto un concerto esclusivo a inviti in ricordo di Victor Uckmar, presidente di AIRC Comitato Liguria dal 1990 al 2016. Il pianista giapponese di fama internazionale Takahiro Yoshikawa ha eseguito brani di Debussy, Liszt e Chopin.

In breve dalla Liguria

Vignole Borbera (AL) Grande grazie alle Casalinghe pasticciere per i fondi raccolti con i loro squisiti dolci il 5 maggio per la 34a edizione di Un dolce per la vita. Genova Tanti i partecipanti a Nuota24Ore presso le Piscine di Albaro il 4 e 5 maggio, la maratona solidale dedicata al nuoto e non solo, tra tuffi, nuoto sincronizzato, pallanuoto, fitness, “staffettone non competitivo” e cabaret. Varie località Una Serata per la Ricerca a Portofino il 14 settembre e un concerto di Paolo Conte il 4 novembre al Teatro Carlo Felice di Genova contribuiranno a raccogliere fondi per la migliore ricerca oncologica.

Tel. 0277971 - com.lombardia@airc.it – airc.it/lombardia

Giornata al Golf Club L’Albenza

Almenno S. Bartolomeo (BG) Il 29 giugno al Golf Club L’Albenza di Almenno S. Bartolomeo tantissimi giocatori amici di AIRC hanno letteralmente “invaso” il green per partecipare alla gara Tutti in campo per la ricerca. A fine giornata, inoltre, la Golf

House del club ha ospitato la cena e l’estrazione dei biglietti vincenti della lotteria legata all’evento. Un grande ringraziamento ai donatori di questa giornata.

In breve dalla Lombardia

Milano Una cena in una casa privata nel cuore di Milano eccezionalmente aperta per AIRC, con protagonisti 15 tra i nostri migliori ricercatori, che hanno conversato con gli ospiti per spiegare il proprio lavoro e l’importanza dei finanziamenti AIRC. Una serata resa possibile anche grazie al sostegno di Banco BPM. Brescia Appuntamento al Teatro Grande il 30 ottobre con il concerto di Stefano Bollani e Chucho Valdés per raccogliere fondi a sostegno della ricerca. OTTOBRE 2019 | FONDAMENTALE | 35


Marche... Tel. 071 2804130 com.marche@airc.it airc.it/marche

Ovomania

Filottrano (AN) In occasione della Pasqua, nel centro storico di Filottrano, l’Associazione Quelli di Vico-

Piemonte-Valle d’Aosta...

Tel. 011 9933353 - com.piemonte.va@airc.it – airc.it/piemonte

Turin Kayak Canoe Marathon

Torino Si è svolta dal 21 al 23 giugno la prima edizione della Turin Canoe Kayak Marathon, maratona internazionale di specialità organizzata dal Circolo Amici del Fiume con la International Canoe Federation, la Federazione Italiana Canoa e Kayak e le società rivierasche. Particolarmente significativa la sfida di un gruppo sportivo di donne operate al seno dedite al dragonboating, le Dragonette, affiancate da ricercatori e volontari AIRC.

In breve dal Piemonte-Valle d’Aosta

Valle d’Aosta Un ringraziamento speciale a tutti i volontari, alla stampa locale, alle scuole e ai sostenitori che da anni si impegnano per la riuscita degli eventi nazionali AIRC e la distribuzione delle spillette del Nastro Rosa. Varie località Il Distretto Interact Club 2031 ha collaborato a tutte le iniziative nazionali AIRC di quest’anno e si è attivato per raccolte fondi a favore di AIRC in tutta la regione Piemonte. Nella serata che conclude la loro attività prima dell’estate, i giovanissimi soci del club hanno consegnato quanto raccolto sentendosi pienamente volontari. #generazioneairc

Sardegna... tel. 070 664172 com.sardegna@airc.it airc.it/sardegna

Aziende e AIRC unite contro il cancro

Cagliari A giugno, presso la sede della Fondazione di Sardegna, si è tenuto un incontro tra AIRC e le aziende con l’obiettivo di presentare i risultati di raccolta fondi e di ricerca raggiunti nell’isola e promuovere nuove opportunità di partnership. 36 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2019

lo Beltrami ha organizzato con entusiasmo e creatività la IV Mostra Ovomania, rivisitazione dell’antica tradizione dell’ovo pinto, un’usanza pasquale molto diffusa nel centro Italia. Il ricavato è stato interamente devoluto alla Fondazione AIRC.

In breve dalle Marche

Macerata A Palazzo Bourbon del Monte, nelle magnifiche sale della Società filarmonico drammatica, si è tenuto il Torneo di burraco organizzato dall’Inner Wheel Club di Macerata. L’evento si è concluso con la premiazione dei vincitori e un delizioso light dinner. Treia (MC) Si è tenuta il 1 maggio l’ottava edizione della Magnalonga, una passeggiata enogastronomica non competitiva organizzata dalla Pro Loco di Treia, all’insegna della solidarietà, della salutare attività fisica e del divertimento.

Puglia...

Tel. 080 5218702 com.puglia@airc.it - airc.it/puglia)

Conferenza al castello Otranto (Le) Nel prestigioso Castello Aragonese, grazie all’ospitalità del Comune di Otranto, il Comitato Puglia e i ricercatori Antonio Moschetta e Silvia Piconese hanno organizzato un evento di divulgazione scientifica su alimentazione e cancro, seguito da un buffet preparato dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero, cooordinati dai docenti Benvenga, Cozza e Foscarini, utilizzando prodotti donati da agriturismi Fontanelle e Salos, Greensmile, cantine Menhir Salento e Maglio, che il Comitato ringrazia insieme ai volontari di Otranto e di Uggiano La Chiesa.

In breve dalla Puglia

San Ferdinando di Puglia (Bt) Grazie a Orogel e all’idea della responsabile di San Ferdinando di Puglia, Giovina d’Addato, con il gruppo dei suoi volontari, è stato organizzato “Musica e Solidarietà”: un favoloso concerto dell’orchestra da camera I Suoni del Sud che ha consentito di raccogliere fondi a favore di AIRC. Un ringraziamento per la partecipazione artistica all’I.C. De Amicis. Bari Si riconferma l’appuntamento previsto per novembre con la conferenza organizzata dai ragazzi dell’Associazione studentesca Studenti Per… presso l’Aula Magna De Benedictis del Policlinico di Bari, dove si discuterà di scienza, salute e progressi della ricerca.

L’evento, organizzato con Confindustria Sardegna e con la Fondazione di Sardegna, ha visto la partecipazione di numerose imprese diventando il primo passo di un percorso condiviso tra AIRC e gli imprenditori sardi.

In breve dalla Sardegna

Alghero (SS) Un pomeriggio di svago al luna park, all’insegna della solidarietà. A gennaio, grazie al Matherland Park, che ha devoluto ad AIRC l’intero ricavato della serata, i nostri sostenitori hanno scelto un modo alternativo e divertente per contribuire alla ricerca.

Porto Cervo (OT) Torna a ottobre l’appuntamento con i golfisti solidali al Pevero Golf Club, dove si svolgerà la 5a edizione del Torneo di Golf dedicato ad AIRC. Nel pomeriggio si terranno la premiazione della gara e la consegna dei premi.


Sicilia...

Tel. 091 6110340 - com.sicilia@airc.it - airc.it/sicilia

Giornata della Famiglia

Agrigento Giovedì 11 luglio, nell’ambito delle celebrazioni in onore di San Calogero, Santo Nero e Taumaturgo, sul sagrato del santuario si è svolta la quarta edizione della Mega torta di San Calò, ideata e coordinata dal Pastry Chef Giovanni Mangione insieme a chef e pasticcieri provenienti da tutta la Sicilia. La torta, del peso di circa 450 chili, è stata distribuita ai cittadini e ai presenti in cambio di un’offerta simbolica devoluta ad AIRC. Hanno collaborato attivamente i membri della delegazione AIRC di Agrigento.

In breve dalla Sicilia

Gela (CL) Il 25 e il 26 maggio ancora una volta l’Associazione culturale Gli amici di Antifemo ed Eschilo presieduta da Francesco Città ha sostenuto la ricerca, devolvendo ad AIRC parte del ricavato dello spettacolo Noi fummo i gattopardi, rappresentato al teatro Eschilo di Gela davanti a un pubblico numeroso ed entusiasta. Siracusa Il 21 febbraio si è conclusa la lotteria Vincere con la Ricerca che ha coinvolto migliaia di amici di tutta la provincia di Siracusa: il vincitore del primo premio si è aggiudicato un viaggio del valore di tremila euro. In palio anche gioielli e accessori moda. Siracusa Torna la lotteria provinciale di Siracusa Vincere con la Ricerca. A febbraio 2020 verranno estratti i biglietti dei fortunati vincitori dei premi messi in palio: primo premio un buono viaggio del valore di 3.000 €!

Umbria...

Toscana...

Tel. 055 217098 - com.toscana@airc.it airc.it/toscana)

La Magia fa la forza

Certaldo (FI) Il 9 maggio Elisa Marzuoli e il Gruppo Toscano Prestigiatori hanno organizzato uno spettacolo di magia presso la discoteca Ypsilon di Certaldo, ricordando il padre di Elisa, un famoso prestigiatore.

In breve dalla Toscana

Piancastagnaio (SI) Il 14 e 15 giugno si è tenuta l’attesissima ottava edizione di Un Mojito per la Vita, due giornate dedicate alla raccolta fondi per AIRC e al ricordo dell’amico vigile del fuoco Enrico Eugeni. Grande partecipazione di tutta la cittadinanza e dei paesi limitrofi. Firenze Nella splendida cornice di Palazzo Gondi, il 1 ottobre si terrà una cena di gala per finanziare la ricerca sui tumori al seno. Forte dei Marmi (LU) Il 6 ottobre si terrà la seconda edizione di RunforAirc, corsa/camminata non competitiva per raccogliere fondi per la ricerca sui tumori al seno. Per info airc.it/run4airctoscana

Veneto-Trentino Alto Adige...

Tel. 045 8250234 - com.veneto@airc.it – airc.it/veneto

AIRC torna a scuola!

Orvieto (TR) 17-18 maggio, Teatro Mancinelli: immancabile l’appuntamento con la Compagnia Mastro Titta che quest’anno sotto la direzione artistica di Paola Cecconi ha portato in scena Dancing Queen. Grande successo ed entusiasmo per questi bravissimi ragazzi.

Verona Lo scorso 5 settembre AIRC ha incontrato insegnanti ed educatori alla Giornata della Didattica promossa dal Comune di Verona al Palazzo della Gran Guardia per presentare i laboratori didattici per gli studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Inoltre, in occasione di Kidsuniversity Verona, in collaborazione con l’Università, il 22 settembre in piazza Bra i ricercatori AIRC hanno promosso l’evento “La Salute in gioco” interagendo con i bambini sui temi della prevenzione e dei corretti stili di vita.

In breve dall’Umbria

In breve dal Veneto-Trentino Alto Adige

Tel. 075 5838132 - com.umbria@airc.it airc.it/umbria

Dancing Queen

Isola Fossara (PG) Si è rinnovata anche quest’anno il 13 agosto la quinta edizione del memorial a Luca Biasini, serata a favore del Comitato Umbria AIRC in compagnia del duo cabarettistico Pablo & Pedro e della loro comicità originale e sempre innovativa. Scheggia (PG) Anche quest’anno alla fine dell’estate Manuel Mattei ha organizzato a Scheggia un evento a favore del nostro Comitato: il 31 agosto al Teatro Comunale ricercatori AIRC hanno parlato di corretti stili di vita e di una sana alimentazione. Perugia Sono passati 25 anni dall’apertura del Comitato Umbria! Vi invitiamo a festeggiarli insieme a Perugia, alla Sala dei Notari sabato 16 novembre ore 17.00: Michele Mirabella incontrerà i nostri ricercatori per ripercorrere i successi raggiunti. A seguire concerto organizzato da Laura Musella.

Treviso Nella cornice del Cantiere Gallery si è svolta una serata charity in favore di AIRC organizzata da Rossella Benetton e Mariano Moritsch, consiglieri del Comitato Veneto - Trentino Alto Adige. 190 ospiti hanno potuto trascorrere una piacevole serata tra arte, musica e buffet. Verona Il 21 giugno, in occasione della prima del Festival Lirico all’Arena, su iniziativa dell’amministrazione comunale e della Fondazione Arena, i volontari AIRC hanno accolto gli spettatori della Traviata, compreso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per promuovere la continuità della ricerca coinvolgendo la città nella raccolta fondi. Verona Showcooking e cena d’eccezione per 200 invitati la sera del 26 novembre nella cornice dell’Hotel Due Torri a Verona con lo chef Giancarlo Perbellini intervistato dall’attore Riccardo Rossi. L’incasso sarà devoluto ad AIRC.

OTTOBRE 2019 | FONDAMENTALE | 37


IL MICROSCOPIO

Federico Caligaris Cappio Direttore scientifico AIRC

Curare ogni paziente, imparare da ogni paziente

ATTENTI ALLE TRUFFE AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, con incaricati che vanno di casa in casa. Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando il numero unico per le emergenze 112.

“C

urare ogni paziente, imparare da ogni paziente” è la frase simbolo del congresso 2019 dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), la più grande società al mondo di oncologia clinica. Il messaggio per la ricerca è ancora una volta la assoluta centralità del paziente da cui tutto parte e a cui tutto deve ritornare, messaggio rafforzato dal rapporto annuale presentato da ASCO per illustrare i progressi nella lotta contro il cancro. In questo rapporto viene presentato come “progresso dell’anno” il significativo miglioramento dei risultati nel trattamento dei tumori rari. Un tumore è considerato “raro” quando il numero di diagnosi è inferiore a 6 ogni 100.000 diagnosi di cancro, ma sommando tutti i cosiddetti “tumori rari” si arriva a circa il 20 per cento delle diagnosi annuali di neoplasie limitatamente agli Stati Uniti. Il miglioramento nella terapia, di cui parla il rapporto, per il momento riguarda solo una frazione delle neoplasie rare, tuttavia è un risultato particolarmente importante perché sottolinea come la ricerca collaborativa fra diversi centri e ospedali possa sopperire, con la condivisione di casistiche singolarmente poco numerose, alle difficoltà di studiare i tumori che colpiscono uno “scarso” numero di persone. Il rapporto ASCO ha anche proposto una lista di priorità di ricerca per accelerare il progresso nella lotta contro il cancro. Queste priorità sono: 1. Identificare strategie per individuare quali pazienti risponderanno meglio alla immunoterapia; gli spettacolari risultati ottenuti dagli attuali trattamenti immunoterapici in alcuni tipi di tumore portano a domandarsi perché non abbiano invece

38 | FONDAMENTALE | APRILE 2014

successo in altri generi di neoplasie e in determinate categorie di pazienti. 2. Trasferire ai tumori solidi gli eccellenti risultati delle terapie cellulari ottenuti nei tumori del sangue e in particolare dalla tecnologia dei cosiddetti linfociti CAR-T, cioè i linfociti T prelevati dal paziente, modificati geneticamente in laboratorio per potenziarne l’attività anticancro e reintrodotti nello stesso paziente. 3. Migliorare la medicina di precisione nei tumori dell’età pediatrica, soprattutto in quei tipi di tumore che attualmente non rispondono alle moderne terapie molecolari. 4. Ottimizzare la terapia nei tumori degli anziani: spesso infatti questi pazienti non possono beneficiare dei trattamenti che hanno successo nei soggetti più giovani. 5. Migliorare la possibilità per i pazienti di accedere agli studi clinici, soprattutto agli studi che valutano e validano nuovi farmaci. 6. Definire con maggior precisione quali tipologie di pazienti beneficeranno della terapia medica dopo la chirurgia oncologica (cosiddetta terapia adiuvante). 7. Ridurre le conseguenze a lungo termine delle terapie oncologiche, studiando meglio i pazienti guariti dal cancro che spesso pagano un prezzo pesante in termini di qualità di vita. 8. Combattere l’obesità considerando il suo impatto sia nel favorire lo sviluppo dei tumori sia nel rendere più difficile il loro trattamento. 9. Delineare le migliori strategie volte a identificare (e conseguentemente trattare) precocemente le lesioni pre-tumorali. AIRC è pienamente consapevole della importanza di individuare le priorità più impellenti e lavora al fine di ottimizzare le proprie strategie di finanziamento della ricerca affinché queste rispondano sempre meglio alle priorità stabilite.


AMICI E SOSTENITORI, COINVOLGETE LE VOSTRE AZIENDE IN UNA NUOVA IMPRESA, CONTRO IL CANCRO!

A NATALE CI SONO REGALI CHE LASCIANO IL SEGNO

Lettera di auguri a firma del Presidente AIRC

Calendario da tavolo

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I nostri messaggi di auguri personalizzati possono accompagnare, o sostituire, i tradizionali doni e testimoniano a clienti e collaboratori tutto l’impegno della vostra Azienda a favore della ricerca sui tumori pediatrici. Una scelta di grande valore che lascia il segno nella vita di tanti bambini, perchÊ colora di speranza il loro futuro. Grazie per il vostro aiuto!

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