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Miss Olimpia Miss Olympia

Veloce, esplosiva, astuta: Arianna Fontana è alla quinta partecipazione olimpica ed è ancora una delle atlete favorite per le medaglie dello short track Miss Olympia Fast, dynamic and as smart as a whip, Arianna Fontana is participating in her fifth Olympic Games and is still one of the favourites for short track medals Miss Olimpia

Come un messia che

indica la strada, Arianna Fontana ha segnato la storia dello short track italiano, a suon di trionfi: 8 medaglie olimpiche, 16 allori mondiali e 46 volte sul podio in gare europee. Numeri da fuoriclasse per la nativa di Sondrio, che con il bronzo nella staffetta 3.000 metri vinto a Torino nel 2006 è ancora la più giovane atleta a conquistare una medaglia ai Giochi Olimpici Invernali: aveva 15 anni e 10 mesi all’epoca, la Fontana, e adesso è pronta a prendersi altri successi sul ghiaccio di Pechino (gare in programma dal 4 al 20 febbraio), dove la 31enne è una delle punte di diamante della spedizione azzurra. “Non voglio ancora fermarmi perché devo finire il lavoro”, dice alla vigilia della sua quinta Olimpiade.

Like some sort of messiah illuminating

the path ahead, Arianna Fontana has made her mark on the history of Italian short track, with a trunk full of triumphs: 8 Olympic medals, 16 world championship and 46 assorted medals in European competitions. At just 15 years and 10 months old Fontana became the youngest athlete to win a medal at the Winter Olympics when she snaffled the bronze in the 3,000-metre relay in

by ALESSIO CAPRODOSSI

Turin in 2006. A record she still holds. And now the 31-year-old is aiming high yet again as one of Italy’s hopes when she takes to the ice rinks in Beijing, where races are scheduled from 4 to 20 February. “I don’t want to stop yet because I still have a job to do” she says on the eve of her fifth Olympics.

Arianna, what hopes do you have for Beijing?

“At least to reach the finals and be in with a chance,

“Ci sono 6-8 ragazze che valgono la finale olimpica sia nei 500 metri che nei 1.500 metri. La competitività è molto alta, spero solo di non avere problemi fisici nei giorni di gara” (Archivio Coni – Foto Mezzelani GMT) “There are 6-8 girls who could make the Olympic final in both the 500m and 1,500m. The competition is really stiff, I just hope I don’t have any physical issues on race days” (Archivio Coni – photo Mezzelani GMT)

Record imbattuto

Con il bronzo nella staffetta 3.000 metri vinto a Torino nel 2006, all’età di 15 anni e 10 mesi, Arianna Fontana è ancor oggi la più giovane atleta a conquistare una medaglia ai Giochi Olimpici Invernali (Archivio Coni – Foto Mezzelani GMT)

Unbeaten record

When Arianna Fontana won the bronze medal in the 3,000-metre relay in Turin in 2006 at just 15 years and 10 months old, she became the youngest athlete to win a medal at the Winter Olympics. A record she still holds (Archivio Coni – photo Mezzelani GMT)

Arianna, con quali ambizioni arrivi a Pechino?

“L’obiettivo minimo è la finale e poi giocarsela, con l’ambizione di tornare a casa con una medaglia. L’importante è arrivare alle gare con la forma ideale e serena per il lavoro fatto, poi se le altre dovessero andare più veloce di me, non avrei comunque rimpianti”.

La pandemia di Covid-19 e lo stop forzato cosa ti hanno lasciato?

“Essendomi già presa in passato due pause dall’attività, non ho patito particolarmente la sosta forzata, gestendo il tempo a disposizione per allenarmi e guardare anche ad altri aspetti di vita. Resta, tuttavia, il dispiacere per lo stop che ha bloccato i Mondiali, ai quali ero arrivata in ottima forma, pronta per giocarmi la vittoria”.

L’esperienza aiuta a gestire la pressione verso le gare più importanti?

“Aiuta tanto ed è un vantaggio rispetto alle giovani che sono alle prime armi. Alle Olimpiadi, per esempio, è decisiva la capacità di resettare subito la mente al termine di ogni gara. Si pattina ogni due giorni e non c’è tempo per felicità o amarezze, bisogna restare concentrati. A volte è un peccato, perché magari non puoi goderti neppure l’attimo del trionfo, ma è necessario per puntare al massimo, perché poi alla fine della gare c’è il tempo per godersela”.

ph. Giulio Busi

Dopo 15 anni ai massimi livelli e un palmares con oltre 100 successi, come si trovano le motivazioni per lavorare duro ogni giorno?

“Dopo le Olimpiadi in Corea del Sud del 2018 ho sentito dentro di me che non avevo ancora finito con lo short track. Avevo qualcos’altro da dare ed ero curiosa di vedere dove sarei potuta arrivare, anche seguendo nuovi allenamenti. Ora posso dire che rispetto a quattro anni fa sono molto più forte”.

“Non ho invidie verso atlete di altri sport più celebrate di me, mi spiace solo che lo short track non abbia la visibilità che merita” “I don’t envy athletes from other sports who are more famous than me, but I do get upset that short track isn’t as well-known as it deserves to be”

Primi passi

“Ho iniziato a pattinare a 4 anni per inseguire e battere mio fratello maggiore. Lui mi ha spinto a dare sempre qualcosa in più” (Archivio Coni – Foto Mezzelani GMT)

First steps

“I started skating at the age of four, chasing my older brother and trying to beat him. He always pushed me to give that little bit extra” (Archivio Coni – photo Mezzelani GMT) hoping to bring home a medal. The important thing is to make sure you’re at your peak for the events and know you did all you could, then if other people are faster than me, I won’t have any regrets”.

What effect did the Covid-19 pandemic and the enforced break have on you?

“Having already taken two breaks from the sport in the past, not being able to compete for a period didn’t worry me particularly. I went on training and used the time to explore other dimensions of life. However, I do regret the World Championships being cancelled, because I was in really good shape and hoping for a win”.

Does experience help to handle the pressure of the really important competitions?

“It helps a lot and is definitely an advantage over youngsters who are just starting their careers. At the Olympics, for example, being able to reset your mind immediately after each race is essential. You skate every two days and there’s no time for happiness or bitterness, you have to just stay focused. That’s a pity in some ways, because maybe you can’t even revel in a moment of triumph, but it’s what you have to do if you want to go straight through, because then at the end of the whole competition there’ll be time to enjoy it”.

After 15 years at the top and over 100 wins, how do you find the motivation to work so hard every day?

“After the 2018 Olympics in South Korea I felt that I still wasn’t done with short track. I felt I had more to give and I was curious to push myself further and see what I could actually achieve, even following on with a new training

Se non ci fosse stato lo sport, cosa avresti fatto nella vita?

“Avrei studiato storia dell’arte, che è da sempre un mio pallino. A me però piace fare le cose per bene, quindi ho preferito concentrarmi sulla carriera, anche perché conosco molti atleti che hanno pagato il doppio impegno. Spero di riprendere lo studio più avanti”.

Come ti piacerebbe essere ricordata tra 100 anni?

“L’auspicio è che guardando indietro ci sia ancora lo short track e mi vedano come un modello che stimola a fare meglio per superarmi”.

“A Pechino, l’obiettivo è la finale e poi giocarsela, con l’ambizione di tornare a casa con una medaglia” “My hope for Beijing? At least to reach the finals and be in with a chance, hoping to bring home a medal”

programme. Now I can say that compared to four years ago I am much stronger”.

If there hadn’t been sport in your life, what would you have done?

“I would have studied art history, which has always been a passion of mine. But I like to do things well, so I preferred to focus on my career, partly because I’ve seen so many other athletes pay a high price for trying to pursue two different paths. I hope to resume my studies later”.

How would you like to be remembered in 100 years’ time?

“My hope is that short track will still be a thing and looking back my successors will see me as a role model, someone to beat”.

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