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Carso chamois head seawards

Ai camosci del Carso piace il mare by GIACOMO MENTA

Popolazione in calo

L’avanzare delle boscaglia sta incidendo negativamente sul numero di camosci che vivono in queste zone

Declining Population

Encroaching woodlands are having a negative effect on the numbers of chamois living in this area

Meraviglie del Friuli Venezia Giulia, dove una piccola popolazione di questi animali si è insediata in un ambiente poco consono alla specie, a pochi chilometri dal golfo di Trieste Carso chamois head seawards One of the wonders of the Friuli Venezia Giulia region, a small herd of these typical mountain goats has set up home in an unusual environment, just a few miles from the Gulf of Trieste

Origine misteriosa

Sulle modalità con cui questi camosci siano arrivati sul Carso il dibattito è ancora aperto

Shrouded in mystery

Exactly how this herd of Chamois arrived in the Carso is still a matter for debate

Per veri appassionati

L’arrivo dei camosci ha spinto molti fotografi naturalisti a visitare il Carso

For real enthusiasts

the arrival of the chamois has attracted many wildlife photographers to the Carso

L’idea che la maggior parte delle persone ha

del camoscio è, giustamente, quella di un animale che vive in montagna fra balze rocciose, praterie di alta quota e, in inverno, distese innevate. Sul Carso, un altipiano pietroso situato fra Trieste e Gorizia, tristemente famoso per i feroci combattimenti avvenuti durante la Prima Guerra Mondiale fra l’esercito italiano e austriaco, vive invece da alcuni decenni una piccola popolazione di camosci che si trova, in linea d’aria, vicinissima al mare azzurro del Golfo di Trieste. Il dibattito fra chi dice che questi soggetti arrivino dalle montagne della confinante Slovenia e chi giura che siano frutto di una introduzione dovuta a qualche naturalista mai reo confesso appare ora del tutto superflua. Sino ad oggi, pur lontani dalle montagne e praticamente in vista dell’Adriatico, hanno vissuto senza grossi problemi rendendo ancora più affascinanti questi territori che durante l’autunno si ricoprono di colore rosso vivo e giallo intenso.

Salto nel vuoto

Per i camosci l’asperità del terreno non è mai un problema

Daring leaps

chamois have no problem with the rough terrain

When most people

think of chamois they imagine them in the setting of some mountain fastness on rocky spurs, surrounded by green alpine meadows in the summer and swathes of pristine snow during the winter months. But on the rocky Carso plateau between Trieste and Gorizia, sadly famous for the fierce battles fought during the First World War between the Italian and Austrian armies, a small herd of chamois has been settled for the last few decades on a site which is just a stone’s throw from the deep blue sea of the Gulf of Trieste. The debate between those who hold that the herd arrived from the mountains of neighbouring Slovenia and those who are convinced the animals were surreptitiously introduced by some anonymous nature lover now appears superfluous. So far, despite being far from their more usual mountain habitat and living virtually in sight of the sea, they have survived here quite happily, making this corner of Italy, which explodes into a riot of red and green

Lo scotano, vero protagonista della vegetazione carsica in autunno Smoke trees star in the Carso autumn scene

Lo scotano (Cotinus coggygria) è l’arbusto responsabile di queste meravigliose colorazioni che attirano innumerevoli escursionisti e fotografi in queste lande, spesso spazzate dalla Bora che spira da Nord Est. Attualmente la situazione sta cambiando però e non in meglio. Il numero dei camosci appare in declino e le zone prima frequentate in cui era facile osservarli sono ora appannaggio di pochi esemplari fra cui poche madri con al seguito i figli. Quali siano le cause non è semplice stabilirlo. Certo il Carso sta cambiando e, da un mosaico di prati coltivati fra muretti di pietra e boschetti di Scotano, si assiste alla scomparsa delle zone prative sempre più soffocate dall’avanzare della boscaglia in cui aumentano il cervo ed il cinghiale, mentre diminuisce il capriolo che meno si adatta alle mutate condizioni. Fra le cause del minor numero di camosci non è da escludere la consanguineità che nel tempo si è venuta a creare in questa popolazione che non ha interscambio con altre della vicina Slovenia. I cacciatori del posto trovano invece nello sciacallo dorato, un canide con dimensioni intermedie fra il lupo e la volpe, proveniente dai paesi dell’Est Europa, la causa principale della diminuzione del capriolo e naturalmente del camoscio. Di idea opposta altri amanti del Carso che non capiscono come si possa cacciare, un seppur numero limitato di esemplari, visto che il loro numero appare in decremento. Quale sia il futuro di questa popolazioni di camosci non è facile presumere. Certo è che l’idea di non vederli più correre fra i colori autunnali accesi della boscaglia carsica, fra le rocce di un bianco intenso, riempie il cuore di tristezza. foliage in autumn, even more fascinating. It is the so-called Smoke Tree, or Cotinus coggygria, that is mainly responsible for the stunning autumn display of colour, which draws large numbers of excursionists and photographers here to this land so frequently swept by the powerful north-easterly Bora wind. But now the situation has taken a turn for the worse. The number of chamois appears to be in decline and sightings in areas where they were previously common have become rarer, with very few mothers and their kids in evidence. The reasons behind this decline are difficult to identify. Certainly the Carso is changing. What was once a mosaic of meadows delineated by stone walls and thickets of Smoke trees it increasingly being suffocated by advancing woodlands, the reign of a growing number of deer and wild boars, while the chamois find it more difficult to adapt to this changing habitat. Another reason for the fall in numbers that can’t be ruled out is consanguinity, given that the current herd has lived isolated from its fellows in nearby Slovenia for so many years. Local hunters blame the decline in the populations of mountain goats and chamois chiefly on the golden jackal, a medium-sized canid somewhere between a wolf and a fox, that comes from East Europe. Other Carso enthusiasts retort that the very idea that the increasingly rare chamois should be hunted is totally incomprehensible. What the future holds for this particular family of chamois is difficult to tell, but the very thought of not being able to enjoy watching them bounding from one white rock to another amidst the bright autumn hues of the Carso undergrowth is a dismal one.

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