21 Professione Golf Club Inverno 2019

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by GOLF&TURISMO

PROFESSIONE GOLF

RIVISTA QUADRIMESTRALE - ANNO 7 - N°21 - 8 EURO

SCUOLA

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 - Lo - Mi - ISSN 1123-4830 - GO.TU. S.u.r.l. Editore

30 anni di tappeti erbosi

ECO-GOLF I premiati del 2019

AITG - Cronache dal Meeting #82 CLUB - Il giallo di Donnafugata AUTUNNO-INVERNO COVER PG autunno 21.indd 6

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Massima attenzione ai piccoli dettagli: i particolari che nessun altro nota. Accettare solamente il meglio. La perfezione è una mentalità. Ed è qualcosa di cui vale la pena essere orgogliosi.

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»UN LAVORO BEN FATTO.«

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Sommario / Autunno

- inverno 2019 EDITORIALE - Operazione 2020 Fulvio Golob

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NOTIZIE a cura della redazione

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Direttore Responsabile: Fulvio Golob fulvio.golob@golfeturismo.it

FORE! - A caccia di nuovi golfisti Donato Di Ponziano

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Creative Director: Patrizia Chiesa

AITG - CRONACHE DA UN MEETING a cura dell’Associazione Italiana Tecnici di Golf

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ICS - Verso un golf sempre più “verde” a cura della redazione

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Quadrimestrale dedicato agli operatori dei circoli di golf Anno VII - numero 21 - Autunno - inverno 2019 - 8,00 euro

Redazione: redazione@golfeturismo.it Andrea Ronchi (02 42419218) Federica Rossi, Roberta Vitale (02 42419315) Comitato tecnico: Stefano Boni (Dottore Agronomo e Superintendent Diplomato), Paolo Croce (consulente tecnico), Alessandro De Luca (Tappeti Erbosi Federgolf), Mariano Merlano (Area Verde AITG), Fabrizio Pagliettini (Presidente AITG), Marta Visentin (Impegnati nel Verde) Hanno collaborato a questo numero: Antonio Bozzi, Salvatore Brancati, Diego Cassetta, Paolo Croce, Marco Dal Fior, Gian dell’Erba, Alessandro De Luca, Donato Di Ponziano, Corrado Graglia, Davide Maria Lantos, Roberto Lanza, Paolo Montanari, Luca Porcu, Alberto Ricca, Graziano Semiani, Andrea Vercelli Editore: Go.Tu. Surl Presidente: Alessandro Zonca Vice Presidente: Silvio Conconi Direzione, redazione, amministrazione: Via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Telefono: 02 42419.1 r.a. - Fax: 02 48953252 redazione@professionegolfclub.it amministrazione@professionegolfclub.it Sito web: www.professionegolfclub.it Abbonamenti: 02 424191 - 02 42419217 - abbonamenti@professionegolfclub.it (L’abbonamento alla rivista parte dal primo numero raggiungibile all’atto dell’effettivo pagamento) Pubblicazione periodica mensile registrata al tribunale di Milano con il numero 255 del 19/7/2013. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 - DCB Milano.

RICONOSCIMENTI - Un applauso per Sergio Bertaina Gian dell’Erba 24 ANNIVERSARIO - C’era una volta la Scuola... Paolo Croce

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DOSSIER - Il giallo di Donnafugata Alberto Ricca

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CIRCOLI ITALIANI - La rinascita de Le Madonie Salvatore Brancati 46 ECO RECORD - Festa in famiglia Stefano Boni

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ROMA 2022 - Sarà una grande Ryder Cup Federica Rossi

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GRANDI EVENTI - I conti della Ryder Cup 2018 a cura della redazione

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INDAGINE - Golf in Europa - Calma piatta. O quasi a cura della redazione 58 GOLF’US - Nuove sinergie al servizio del golfista Andrea Vercelli 64 ACQUAFERT - La soluzione de Le Rovedine a cura della redazione

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Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Publimaster Surl, Via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Tel. 02 42419.1 r.a. - Fax 02 47710278 - publimaster@publimaster.it

ANGOLO GIURIDICO - L’arbitro federale Paolo Montanari

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Amministratore Delegato: Alessandro Zonca

REGOLE - Il nuovo sistema Handicap mondiale Antonio Bozzi 74

Ufficio traffico/commerciale: Nadja Terzolo (02 42419229) - nadja.terzolo@professionegolfclub.it Diritti di riproduzione: è vietata la riproduzione, anche se parziale, e con qualsiasi mezzo, di fotografie, testi e disegni. Testi e foto inviati in redazione non verranno restituiti eccetto dietro esplicita richiesta. L’Editore resta a disposizione degli interessati quando, nonostante le ricerche, non sia stato possibile contattare il detentore di riproduzioni di eventuali fotografie o testi. Ai sensi dell’art. 2 comma 2 del Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di via Winckelmann 2, 20146 Milano. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati - sig.ra Federica Vitale - per esercitare i diritti previsti dal Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003.

Stampa: Tiber Spa - Via della Volta, 179 - 25124 Brescia © 2019 Go.Tu. Surl

GIOCO IN CAMPO - Regole e decisioni Corrado Graglia e Davide Maria Lantos

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PALLINE DA GOLF - 20 anni sott’acqua a cura della redazione

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TERRE DEI CONSOLI - Una clubhouse nuova di zecca a cura della redazione 90 CAVAGLIÀ - Un angolo di Caraibi Roberto Lanza

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BACKTEE - L’apologo del green Marco Dal Fior

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Editoriale /Fulvio Golob

Fulvio Golob

OPERAZIONE 2020 IL MONDO STA CAMBIANDO ALLA VELOCITÀ DELLA LUCE, IL GOLF INVECE NO. ADEGUARSI A QUESTA EVOLUZIONE È VITALE PER NON PERDERE TRENI CHE PASSANO SEMPRE PIÙ RAPIDI. DAVVERO FONDAMENTALE IL RUOLO DEGLI ADDETTI AI LAVORI

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econdo la consueta e annuale indagine pubblicata da KPMG, che esaminiamo in dettaglio in un servizio dedicato, il golf in Europa resta stabile. In momenti davvero difficili a livello economico, sia in campo italiano che internazionale, tutto sommato non è una brutta notizia. L’importante è non perdere praticanti soprattutto nei Paesi cosiddetti “maturi”, Gran Bretagna in primis, in attesa che crescano quelli più “giovani”, quali gli stati dell’est. È comunque vero che la tipologia del golfista sta cambiando con una rapidità impressionante. Sono ormai tanti i giocatori di lunga data che virano dall’associazione piena a un circolo a tesseramenti alternativi, con l’intenzione di pagare poi un green fee solo per le volte che andranno a giocare. È l’ormai sempre più diffuso “pay and play”, che anche all’estero rappresenta una pratica in continua crescita. Per far quadrare i bilanci della maggioranza dei circoli bisogna perciò puntare su entrate alternative, a cominciare appunto da introiti giornalieri, legati ai flussi del turismo golfistico. Anche perché si riscontra un dato molto chiaro che deve far

riflettere. Sono in evidente diminuzione i golfisti juniores in tutta Europa, rendendo più complicato il ricambio generazionale. L’abbiamo detto spesso: il golf è troppo statico e invece ha bisogno di adeguarsi per quanto possibile a un mondo che va alla velocità della luce. Ecco i temi che crediamo gli addetti ai lavori debbano affrontare per non restare indietro. L’Obiettivo 2020 ci piacerebbe fosse proprio questo: guardare in faccia la realtà e lavorare insieme per non perdere treni che passano sempre più rapidi. Il giusto momento d’incontro non può che essere il Meeting AITG, vero crocevia di tutti coloro che operano nel nostro settore. In questo numero diamo spazio per la prima volta agli interventi dell’ultimo Convegno di Paradiso del Garda (nella foto qui sotto), secondo un accordo con il nuovo Consiglio dell’Associazione. Ci auguriamo che il prossimo appuntamento, il 16 e 17 marzo a Le Robinie, sia l’occasione per confrontarsi su un futuro che ha bisogno di essere interpretato, capito e affrontato con decisione. La posta in palio è davvero vitale. fulvio.golob@golfeturismo.it

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Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / N LA PGA È DIVENTATA CPG Ha cambiato nome la più importante Associazione di professionisti europei, che riunisce maestri di 32 Paesi

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n nome nuovo, ma anche una svolta nella sostanza», ha detto Filippo Barbè, presidente di PGA Italiana e membro del consiglio di PGAs of Europe dal 2015. L’Associazione, infatti, che dentro e fuori l’Europa raggruppa le PGA nazionali di 32 Paesi e rappresenta 12.700 professionisti, vuole mantenere identità ed elementi costitutivi dei suoi trent’anni di storia, ma guardando al futuro con nuovi focus strategici. Condivisione, collaborazione e sviluppo saranno i principi guida. La forza di un collettivo più unito è destinata a incrementare l’impatto nazionale e internazionale di ogni singola PGA, benefi ciando inoltre di economie di scala capaci di ottimizzare opportunità commerciali e di sviluppo per i singoli e per l’intero settore. «È un momento emozionante e di grande fermento nella storia di questa organizzazione, ha detto Frank Kirsten, presidente di CPG. «Operare sotto licenza del marchio PGA ha presentato una serie di restrizioni per lo sviluppo dell’attività e per offrire un servizio completo ai nostri membri e al gioco del golf. Così il Consiglio direttivo, con il supporto unanime di tutti i membri, ha deciso che questo cambiamento al nome e all’identità visiva ci consente di avere in controllo il nostro destino e di costruire un futuro migliore». «Ora siamo una voce più forte», ha aggiunto Ian Randell, amministratore delegato di CPG. «Rafforzando il nostro impegno per unire, promuovere e supportare le PGA nazionali, tutti insieme metteremo in campo una forza lavoro qualificata ed esperta, continuando a sviluppare le nostre competenze». Da ricordare che CPG è il solo membro del Ryder Cup European Development Trust, dedicato allo sviluppo del golf, a creare nuovi giocatori e a dare loro soddisfazioni in questo sport. Dal 2004, ha sostenuto 35 progetti in 30 nazioni, investendo due milioni e mezzo di euro. Intanto è stato inaugurato il nuovo headquarter presso il Centurion Club, poco fuori Londra, ma saranno anche utilizzati gli uffici delle PGA associate nelle principali città europee, ad Amsterdam, Madrid, Malmö, Milano e Parigi.

PGA ITALIANA IN GRAN FORMA Nel Meeting annuale CPG, in Algarve, la squadra azzurra è giunta seconda nell'International Team Championship. Da sinistra, Andrea Rota, Gregory Molteni, il presidente della PGA Italiana Filippo Barbè e Mauro Bianco

ROMA I 30 anni della sezione tappeti erbosi FIG

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ltre 70 Superintendent provenienti da tutta Italia hanno celebrato i 30 anni di attività della Sezione Tappeti Erbosi della FIG .isale difatti al 1989 la sua inaugurazione presso il Centro Tecnico Federale di Sutri, con l’avvio del 1° Corso per Superintendent. Da allora, tra Superintendent, Greenkeeper, Direttori, Segretari e Maestri sono stati oltre 2.000 i tecnici ed i professionisti che hanno avuto la possibilità di conoscere quanto necessario per effettuare una corretta costruzione ed una appropriata manutenzione di un percorso di golf. A celebrare l’evento presso il Centro Tecnico Federale i docenti (Alessandro De Luca, Massimo Mocioni, Marta Visentin, Stefano Boni) e i collaboratori vecchi e nuovi della Sezione. Nella prima giornata sono stati illustrati i progetti degli imminenti lavori di ristrutturazione del percorso del Golf Nazionale, mentre la mattina del giorno successivo ci si è spostati all’Olgiata. Il programma è proseguito nel pomeriggio al Marco Simone, dove è in piena attività il cantiere dei lavori in vista della Ryder Cup 2022. I Direttori Riccardo Tirotti e Ivan Marin ed il Superintendent Dario Anastasi hanno esposto il progetto di rivisitazione del tracciato e quindi descritto i dettagli tecnici degli interventi. NUOVI CORSI PER ADDETTI ALLA MANUTENZIONE A seguito delle numerose richieste arrivate dai Circoli, nel mese di febbraio 2020 la Sezione Tappeti Erbosi della FIG ha in programma di riprendere il ciclo di corsi brevi dedicati agli Operai Addetti alla manutenzione dei percorsi di golf. I corsi prevedono due giornate all’anno per tre anni e si articolano quindi in tre livelli: •1° livello, 2020, con argomento “Specie da tappeto erboso” •2° livello, 2021, argomento “Manutenzione di un percorso di golf”. •3° livello, 2022, argomento “Costruzione di un percorso di golf”. Il corso sarà itinerante e ogni livello si svolgerà in quattro sedi diverse. Queste quelle previste per il 2020: Le Fronde per il nord-ovest, Montecchia per il nord-est, CTF di Sutri per il centro-sud e Is Molas per la Sardegna. Rispetto al passato, la novità di quest’anno consiste nell’apertura dei corsi agli Uditori. Potranno partecipare quindi Tecnici vari, Addetti di segreteria, Manutentori del verde, Giocatori ed ogni altra figura interessata all’argomento. Per maggiori informazioni contattare la segreteria del C.T.F. LE ISCRIZIONI PER “IMPEGNATI NEL VERDE 2020” Sono aperte le candidature per il Riconoscimento Impegnati nel Verde – INV –, il progetto federale che ha l’obiettivo di stimolare il mondo del golf ad una sempre maggiore attenzione nei confronti delle problematiche ambientali. Cinque le Categorie ambientali per le quali è possibile richiedere il Riconoscimento INV 2020: Acqua, Energia, Biodiversità, Paesaggio, Patrimonio storico artistico e culturale Ogni Circolo che abbia effettuato interventi significativi in una o più di queste categorie, dovrà semplicemente compilare il Modulo di iscrizione allegato alla Circolare FIG n.25/2019, unitamente ad una documentazione adeguata atta a evidenziare l’intervento o gli interventi eseguiti. I Tecnici della Sezione Tappeti Erbosi della FIG sono a completa disposizione per ogni necessità e/o supporto. Le candidature saranno valutate dal Comitato Tecnico Scientifico ‘Impegnati nel Verde’. In caso di esito positivo, i Circoli premiati riceveranno il Riconoscimento al prossimo Open d’Italia.

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s / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie ROVIGO Nuova sede per il golf club

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orgerà presso l’Istituto Agrario, in base a un accordo stipulato con la scuola e con la Provincia. Sarà realizzato nei terreni dell’Itas Munerati di Sant’Apollinare, a sua volta facente parte dell’Itis Viola Marchesini. Questo accordo fa parte di un progetto che coinvolge Itas, Provincia di Rovigo (soggetto proprietario del complesso scolastico) e il club. “La scuola - si legge nella bozza preliminare dell’accordo - nell’ambito di una visione allargata

della propria attività didattica, con intento di ricerca e innovazione, intende procedere ad attività sperimentali per la produzione di tappeti erbosi, finalizzati a impianti sportivi. Il tutto all’interno di un percorso allargato di orientamento e di formazione curricolare degli studenti”. Se dalla sperimentazione dovessero arrivare risultati positivi, il Golf Club Rovigo sarebbe interessato a gestire il campo da gioco che, in questo modo, verrebbe realizzato.

Due i momenti previsti dall’intervento. Nel primo la scuola metterà a disposizione una superficie di circa 15mila metri quadrati, che verranno seminati. Nel secondo, l’Itas Munerati garantirà altri 20mila metri quadrati di terreno libero da fabbricati. Per i primi due anni verrà versato un contributo economico di 3mila euro annui, mentre, a partire dal terzo anno, si passerà a 5mila. La convenzione entrerà in vigore il 1° gennaio del 2020 e avrà una durata di cinque anni.

MILANO Sport, divertimento e cura del verde All’interno del Parco Lambro è nato il primo percorso in Italia di Disc Golf, un 12 buche pubblico e gratuito

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apita che durante una passeggiata nel verde a Milano, ci si imbatta in un percorso a 12 buche “alternativo”. Siamo al Parco Lambro in viale Turchia, a pochi passi dall’ingresso di Segrate lato Milano 2, e quello che compare davanti ai nostri occhi è il primo campo italiano di Disc Golf, versione inedita del nostro amato golf ma invece che con palline si gioca con i frisbee. Dopo l’inaugurazione avvenuta a giugno, i giocatori di Disc Golf hanno mostrato alcuni lanci base e trucchi del mestiere per avvicinarsi al gioco. Una disciplina intuitiva, salutare, ecologica, aperta a tutte le fasce di età, per principianti e giocatori esperti, che rappresenta una realtà consolidata nei paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti. in

espansione anche in Italia.

ROMA MARCO SIMONE 50 milioni di euro per la Ryder Cup

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l 12 dicembre in Commissione Bilancio al Senato è stato approvato un emendamento in cui vengono stanziati 50 milioni di euro per le infrastrutture e la viabilità legate alla Ryder Cup del 2022, che com’è noto si terrà al Marco Simone. Le risorse saranno assegnate alla Regione Lazio che dopo aver redatto i progetti preliminari gestirà anche la realizzazione degli stessi. Fra gli interventi compresi nel piano di investimenti, il completamento della Nomentana Bis, la riqualificazione delle rotatorie, la messa in sicurezza e l’allargamento della Palombarese, il rifacimento e messa in sicurezza di via Marco Simone. Qui sotto, Lavinia Biagiotti, presidente del Marco Simone

Il percorso è pubblico e gratuito e sarà possibile rivolgersi a Cascina Biblioteca per ricevere i dischi, da restituire al termine della sessione di gioco.

“GOLF A SCUOLA” GUARDA AL FUTURO

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valori sani del golf come contributo all’educazione. I nuovi campioni del green italiano sono pronti a nascere anche tra i banchi attraverso una disciplina rispettosa, educativa e inclusiva. È tempo di bilanci per “Golf a scuola” - l’iniziativa ideata nell’ambito del progetto Ryder Cup 2022 dalla Federazione Italiana Golf - che spegne la sua prima candelina.Trentadue Istituti coinvolti in tutta Italia (con protagonisti i giovani studenti di Terza, Quarta e Quinta primaria), da nord a sud, per un totale di 102 classi. Tre ore di lezione a settimana - una per ogni singola classe coinvolta - tra divertimento, istruzione, inclusione sociale e aggregazione. Lo sport e il golf sempre più tra i banchi di scuola. Come valore aggiunto per gli alunni che attraverso questa disciplina possono conoscere i propri limiti provando a superarli con sacrificio e dedizione. Fino a capire l’importanza di regole, avversari e sana competizione. Elementi cardine di uno sport che vuole continuare ad andare in buca guardando al futuro.

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Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / N NOVITÀ IN PROSHOP Accoppiata vincente

SARDEGNA Sculture da abitare

Chervò ha firmato un nuovo accordo con la Ryder Cup, l’evento golfistico più importante ed emozionante di sempre

Esclusività, design e riservatezza nelle ville progettate a Is Molas da Massimiliano e Doriana Fuksas

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ella notizia per il Made in Italy. Chervò, che già aveva siglato un accordo con la più importante manifestazione del golf mondiale, ora ha il diritto di utilizzare la denominazione “Official License” in ogni edizione di Ryder Cup, in relazione alla commercializzazione e alla vendita di tutti i suoi prodotti, abbigliamento e accessori. L’accordo che è stato siglato fra la Casa di Costermano (Verona) e gli organizzatori della Ryder riguarda tre edizioni, che si terranno rispettivamente a Whistling Straits (Wisconsin) nel 2020, al Marco Simone (Roma) nel 2022 e a Bethpage Black (New York) nel 2024. La collezione Chervò sfoggerà il logo Ryder Cup Shield, con la menzione dell’anno di ciascuna edizione giocata. Su una più ristretta selezione di capi, in particolare femminili, al posto del logo Shield verrà utilizzato il marchio Ryder Cup Trophy.

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culture da abitare” sono le ville ideate dal famoso architetto italiano Massimiliano Fuksas e da sua moglie Doriana, e costruite all’interno della macchia mediterranea al Circolo Golf Is Molas. Tutte in un’area che copre 500 ettari di un meraviglioso paesaggio con viste mozzafiato sul mare, sono situate sulla costa sud occidentale della Sardegna, vicino alla cittadina di Pula e a circa 30 km da Cagliari. Queste autentiche opere d’arte sono uniche e

al tempo stesso ecocompatibili. Il progetto è infatti nato prendendo ispirazione dalla natura, dal territorio e dalle tradizioni sarde. È stata usata solo pietra locale e legno, gli impianti sono a risparmio energetico ed è stato studiato un uso sostenibile dell’acqua che viene riutilizzata per l’irrigazione e gli impianti di raffreddamento e riscaldamento delle ville. Il tutto progettato per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e secondo i dettami della bioarchitettura.

MODENA - NUOVO INCONTRO AITG

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un mese dal meeting di novembre, AITG ha organizzato nella giornata del 9 dicembre un incontro a Modena per la programmazione del 2020. La mattina è stata dedicata a un incontro con i partner dell’associazione. Oltre a

presentare alcune novità nei contratti 2020 tanti punti interessanti sono stati toccati in un dibattito molto costruttivo tra i presenti. Oggetto della discussione la crescita del numero di associati e le attività di formazione nei prossimi anni. Nel

pomeriggio tavola rotonda sul tesseramento stranieri. Come noto, si tratta di un argomento complesso che dovrebbe essere affrontato nei prossimi mesi da una commissione tecnica, di cui faranno parte anche associati e consulenti AITG.

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GLI SVIZZERI CI AMANO

econda edizione degli Swiss Golf Awards. I premi sono stati assegnati in base a una votazione, che ha stabilito le classifiche grazie a 18.691 voti validi, un aumento del 14% rispetto alla prima edizione dello scorso anno. Interessanti i risultati di alcune categorie che vi proponiamo e soprattutto quella che riguarda le destinazioni turistiche di golf preferite in Europa. I migliori golf a 18 buche della Svizzera: Bad Ragaz, Crans sur Sierre e Domaine Imperial I migliori golf a 9 buche della Svizzera: Heidiland, Meggen e Winterberg Migliore destinazione di golf in Europa: Italia, Portogallo e Spagna Migliore destinazione di golf in Europa: Mauritius, Sudafrica, U.S.A.

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s / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie / News / Notizie REGGIO EMILIA Nuova gestione al Matilde di Canossa

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far data dal 1° gennaio 2020 novità in vista per il più noto golf in provincia di Reggio Emilia. La gestione sarà affidata a Contessa Matilde Srl, una società di nuova costituzione, la cui compagine, formata da imprenditori e professionisti del territorio, presenta un progetto di sporting club totalmente rinnovato, innovativo nell’asset, nella forma e nell’offerta. Un progetto in linea con le più moderne tendenze, finalizzato a migliorare la qualità di tutti i servizi e che ponga l’accento sulla figura del socio. Spiega Daniele Montagnani, Presidente della nuova SSD Matilde Golf: “In linea con le moderne tendenze, ci poniamo l’obbiettivo di creare una struttura in grado di soddisfare l’esigenza degli appassionati, diventata primaria, di poter trascorrere il tempo libero nella massima serenità e all’aria aperta, per momenti di divertimento e relax. Intendiamo porre la massima attenzione alla qualità, consentendo un gioco tecnicamente all’altezza dei migliori campi

a livello nazionale. Abbiamo tante idee e vogliamo svilupparle nell’ottica di una moderna gestione imprenditoriale. Affinché la gente sia attratta e coinvolta, la rosa dei servizi deve essere di qualità e a un prezzo abbordabile. A differenza di molti altri golf club, la gestione non sarà delegata a un consiglio di soci che si improvvisano gestori. Da qui, la prospettiva di intervenire, in futuro, anche su altre strutture.”

Sono state costituite due società: Contessa Matilde Srl si occuperà di tutta la struttura immobiliare, gestione del bar/ ristorante e della piscina, con eventi e feste; Matilde Golf SSD si occuperà invece di tutto quanto connesso al gioco del golf (segreteria, manutenzione, rapporti con i maestri, organizzazione di corsi tutta l’attività sportiva agonistica). Il progetto di rinnovamento avrà una durata stimata di cinque anni.

GARDAGOLF Dodicesimo Meeting per Golfimpresa

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i è svolto lunedì 2 e martedì 3 dicembre il XII Meeting Golfimpresa al Gardagolf Country Club di Soiano del Lago (Brescia). I responsabili dei Circoli di golf italiani si sono ritrovati per fare il punto della situazione e per trovare nuovi strumenti di intervento che consentano uno sviluppo più incisivo del mercato golfistico tricolore. Il Meeting - Lunedì, giornata dedicata al dibattito, dopo il saluto del presidente Giuliano Bagnoli, i temi affrontati sono stati numerosi. Si è andati dalla Green Economy (relatore Paolo Croce) ai metodi per incrementare il flusso di giocatori stranieri (ne hanno trattato diffusamente Chiara Cappon e Laura Bortolato). Sono stati poi affrontati argomenti legati alla jungla di norme fiscali (“Giocatori stranieri: Iva sì, Iva no?” con Francesco Ciribì, uno dei massimi esperti di disciplina contabile per le Associazioni Sportive e Dilettantistiche) e alla comunicazione nell’era dei

social network (relatore Fabio Fabbi), per affrontare poi il tema dell’attività giovanile con gli interventi di Matteo Delpodio e Maria Paola Casati. Martedì 3 dicembre l’assemblea dei soci di Golfimpresa ha avuto il compito di rinnovare gli organi sociali del Consorzio prima della tavola rotonda dedicata al quesito che coinvolge tutti gli attori del vasto mondo imperniato sui green della Penisola: “Golf italiano, quale futuro?”. Le nuove cariche sociali Alla presidenza è stato confermato Giuliano Bagnoli. Paolo Casati e Arturo Filippini continueranno la loro opera come vicepresidenti. In consiglio per il prossimo biennio siederanno: Nicola Bianchi, Andrea Bonatti, Fabio Giuliani, Giampaolo Grecu, Enrico Lulli, Veronica Marianelli, Manola Neri e Alessandro Orlandi. Completano i vertici il segretario Alessio Di Pardo, i past president Ivan Rota, Alberto Schellino e Alberto

Sciatti, oltre al consigliere onorario Franco Piras. GolfImpresa - È un Consorzio nato nel dicembre 2003 per riunire i proprietari di campi da golf. Da una decina di anni si è aperto anche alle società senza fine di lucro che gestiscono percorsi e clubhouse. La missione del Consorzio è quella di “promuovere, coordinare e tutelare tutte le attività di gestione di impianti sportivi adibiti al gioco e alla pratica del golf, che abbiano sede sul territorio Nazionale.” In concreto, considerando che le finalità di tutte le aziende consorziate sono le stesse (produrre e

distribuire una serie di servizi, prima attraverso la costruzione degli impianti, poi con la gestione degli stessi con l’obiettivo di conseguire il massimo risultato economico), il Consorzio opera e promuove, a favore dei membri, tutte quelle attività e azioni volte all’ottimizzazione della gestione e di tutela nei confronti di soggetti terzi. Oggi GolfImpresa raggruppa più di 60 strutture consorziate in 11 regioni italiane, per un totale di 940 buche di golf, 30.00 giocatori, 700mila green fee venduti all’anno, per un giro d’affari complessivo che supera i 50 milioni di euro.

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Fore! /Donato Di Ponziano

A CACCIA di nuovi golfisti Donato Di Ponziano

MOLTISSIMI SFORZI SONO STATI FATTI PER AUMENTARE IL NUMERO DEI PRATICANTI, MA CON RISULTATI ABBASTANZA LIMITATI. E DOPO AVER PROVATO TANTE STRADE DIFFERENTI, FORSE L’UNICA SOLUZIONE È QUELLA DI REALIZZARE STRUTTURE A BASSO COSTO

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iamo anche su Facebook. È iniziata in Italia una nuova campagna di avvicinamento al golf promossa sui social dalla Federazione. Qualche bella immagine accattivante, qualche slogan ad effetto e via alla ricerca di nuovi proseliti, nuovi giocatori che tanto servono all’economia del nostro

golf italiano. Chi, come me, è stato spettatore nel tempo di decine e decine di iniziative promosse allo scopo di portare all’interno dei club coloro che il golf non lo conoscono, sa bene che forse l’unica soluzione per riuscire ad apprezzare un cambiamento signifi cativo contro la stasi dei numeri del

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nostro movimento è quella di realizzare strutture golfistiche a basso costo, facilmente accessibili, all’interno delle città più importanti del paese. È una scelta già compiuta con un buon successo in Francia, Germania, Svizzera, Olanda e Svezia, per non parlare dei paesi anglosassoni. Non ci sono segreti, non ci sono magie, non servono campagne a effetto e nemmeno i social potranno da soli far la differenza. Se non si prova ad aumentare l’apertura al gioco attraverso la nascita di campi pratica e campi promozionali, unici serbatoi per creare quel flusso virtuoso di giocatori che serve anche a riempire i circoli che oggi stanno soffrendo la mancanza di nuovi soci, si rischia di non riuscire a portare a casa nulla di significativo. Per carità, tanto sacrificio apprezzabile, ma ciò che rimane in mano non paga l’investimento e il tempo dedicato se non si guarda all’unica soluzione che potrebbe aiutarci, quella che ha procurato nei numeri degli effetti tangibili in altri paesi. Non è facile e non è una soluzione con effetti a breve termine, bisogna dircelo, ma credo che sia l’unica strada da dover percorrere. Quanti convegni, quanti progetti promozionali sviluppati al fine di incrementare il numero dei soci da parte dei club, quante esortazioni provenienti dai presidenti e consiglieri preoccupati per i numeri in discesa. E come rispondere con

successo senza essere in grado di contare sulla richiesta di un mercato dinamico portatore di interesse? È inutile girarci intorno, ci si può provare in tutti i modi, magari concedendo un nuovo sconto speciale, un nuovo abbassamento della quota per accalappiare qualche giocatore che viene tolto alle fila di un club vicino. Oppure puntare su qualche “nuova” iniziativa promozionale giocando sempre sul prezzo abbassato del green fee, qualche “nuova” formula di associazione sempre al ribasso. Ma la situazione di sofferenza, ben che vada, viene soltanto in parte alleviata, posticipata, certamente non risolta. Serve sicuramente un cambiamento deciso, magari iniziando dalla semplice analisi che permetta in primis di individuare ed escludere ciò che non è servito nel tempo a raggiungere l’obiettivo di far crescere i numeri. Sarebbe già un esercizio virtuoso, una sorta di autocritica senza pregiudizi. Poi guardiamo agli esempi di chi prima di noi ha avuto successo e copiamo. Quale migliore dimostrazione di una politica inefficace rivolta alla crescita dei numeri perpetrata nel tempo è la situazione che oggi sta vivendo il golf italiano? Siamo dietro a paesi infinitamente più piccoli come la Svizzera. E molto lontani da altri, come per esempio Francia e Germania, che solo 40 anni soffrivano come noi di mancanza di giocatori. Perché non seguire il loro esempio?

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AITG / Convegno

Cronache da un MEETING a cura dell’Associazione Italiana Tecnici di Golf

DIARIO DELLA DUE GIORNI CHE SI È SVOLTA A METÀ NOVEMBRE NEL CENTRO CONVEGNI DI PARADISO DEL GARDA. OLTRE 300 GLI ADDETTI AI LAVORI DEL GOLF ITALIANO PRESENTI

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radizionale incontro di fine stagione per l’Associazione Italiana Tecnici di Golf. Appuntamento per la due giorni del meeting nella più volte sperimentata location del Parc Hotels di Paradiso del Garda, lunedì 11 e martedì 12 novembre. Durante il convegno, che ormai ha raggiunto la sua 86ma edizione, AITG ha condiviso con i propri associati, con tutti gli sponsor e con tutti i relatori momenti importanti di formazione e confronto. Anche stavolta, a livello di partecipazione, il meeting si è rivelato un successo, visto che in tutto il suo complesso ha avuto oltre 300 presenze nei due giorni. Si tratta di numeri in costante crescita, a prova del grande lavoro portato avanti in questi anni dai Consigli Direttivi di AITG.

Spirito di squadra, collaborazione tra colleghi, formazione e aggiornamenti continui sono gli obiettivi principali di AITG. Obiettivi che siamo consapevoli essere fondamentali, sia per i Club Manager sia per i Course Manager, per avere una completa competenza nella gestione quotidiana di tutti i nostri circoli e mantenere un confronto con i Consigli Direttivi e le proprietà dei nostri club. In queste pagine, vi presentiamo un breve riassunto dei numerosi e interessanti interventi che si sono svolti nel grande Centro Convegni di Paradiso del Garda. E nel contempo, appuntamento già fissato con l’edizione numero 87 del meeting AITG. Si svolgerà presso il circolo de Le Robinie, a Solbiate Olona (Varese), lunedì 16 e martedì 17 marzo 2020.

Gli interventi di lunedì 11 novembre LA NORMATIVA PAN Piero Catelani & Marco Magnano (AMIA) - Il consulente di AITG Piero Catelani ha aggiornato gli associati e i Presidenti presenti sulla questione delicata della normativa PAN. Il percorso effettuato da parte di AITG in collaborazione con la FIG ha portato a ottenere nella bozza della legge la possibilità di utilizzo di prodotti fitosanitari contenenti frasi di rischio EUH208 e H315. Un ottimo lavoro di squadra effettuato da tutte le parti in causa. I percorsi istituzionali e ministeriali hanno il loro iter, dalla data ultima di presentazione delle osservazioni per la modifica legge PAN 2020, 15 ottobre, i Ministeri hanno ricevuto circa 20.000 osservazioni da parte di portatori di interesse. Osservazioni che raggruppano sia l’area agricola sia l’area extra agricola. Questa quantità di osservazioni farà ritardare l’introduzione della legge a fine anno 2020, e per questo motivo i referenti AITG e FIG sono già al lavoro per richiedere, come è accaduto nel 2019, utilizzo di prodotti in deroga ART. 53. Attraverso tutti i canali di informazione, AITG terrà aggiornati gli associati sugli sviluppi dei lavori. INTERVENTI DI MIGLIORIE E MODIFICHE AI CAMPI In un periodo storico molto complesso, saper gestire i nostri campi e adat-

tarli alle richieste dei “nuovi golfisti” è questione fondamentale. Tanti i punti toccati durante gli interventi da professionisti e progettisti qualificati quali Fulvio Bani, Franco Piras e William Swan

Franco Piras ha elencato quali opportunità e criticità possano crearsi nel restyling di un percorso, ponendosi nel ruolo sia di progettista sia di direttore e/o proprietario di struttura golfistica Fulvio Bani ha presentato con spunti tecnici interessanti il restyling totale di un percorso con il caso del Golf Club Udine, diventato da alcuni anni tappa dell’European Senior Tour.

NELLA PAGINA ACCANTO IL CONSIGLIO AITG, CON ERNESTO RUSSO E ALESSANDRA LA TORRE. DA SINISTRA: FILIPPO BARUZZI, DAVIDE MARIA LANTOS, MARIO BOVONE, DAVIDE SANTAGOSTINO, LUCA CASPANI E ALESSIO CHIUSSO. MANCA DAVIDE COLOMBARINI

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AITG / Convegno zione, è stata istituita una Commissione tecnica composta da due membri AITG, due membri della Sezione tappeti erbosi e un Professore Universitario. Un grazie ad Alessandro De Luca e Massimo Mocioni per la loro collaborazione e supporto nella creazione e presentazione di questo programma certificazioni. William Swan di Swan Golf Design, che, assistito dal nostro associato Stefano Boni, ha illustrato ai presenti il punto di vista internazionale su come progettare, ricostruire e rinnovare un impianto golfistico. SOLHEIM CUP EXPERIENCE Il golf femminile è in forte crescita negli ultimi anni. L’evento più importante del settore è sicuramente la Solheim Cup, ovvero la Ryder Cup in versione femminile. Preparare un campo per un evento simile richiede grandissimo impegno dal punto di vista organizzativo sia sul campo che fuori. Durante il meeting, la presenza del Superintendent di Gleneagles, Scott Fennick, ha dato la possibilità ai presenti di scoprire quali i punti fondamentali e le principali tecniche di manutenzione per preparare un campo in occasione di un evento così importante. Ricordiamo anche che alla Solheim Cup 2019 il Direttore di Torneo è stato un italiano e componente del direttivo AITG, e cioè Davide Maria Lantos. Nella newsletter dell’Associazione Davide ha scritto un report della sua avventura. Da non perdere! PROGRAMMA DI CERTIFICAZIONE PER TECNICI Avere la possibilità di ottenere una certificazione è, per un Tecnico, un’importante opportunità di crescita professionale. Per questo motivo Aitg e Scuola Nazionale di Golf hanno dato il via nel 2019 a un programma di certificazione riservato a Superintendent, Costruttori, Consulenti e Tecnici vari per l’ottenimento, in un periodo di tre anni, di una certificazione riconosciuta dalla Federazione. Per meglio gestire le assegnazioni dei punteggi e scegliere gli appuntamenti validi per la certifica-

BOOKING GOLF E SYSGOLF SUL TEE DI PARTENZA

IL GRUPPO DI SYSGOLF E BOOKING GOLF

Per poter migliorare la gestione sia operativa che organizzativa di ogni circolo, Sysgolf e Booking golf, nelle persone di Gianluigi Corna e Katia Trentin, supportati anche dalle preziose indicazioni di tre associati AITG, Paolo Besagno, Diego Cancarini e Loris Vento, hanno studiato alcune soluzioni che sono state presentate durante il meeting AITG. L’incremento dei green fee stranieri e le nuove tecnologie stanno portando un cambiamento anche per la parte di prenotazione tee time e partenze durante le giornate, sia in quelle di gara che in quelle senza. Grazie alla collaborazione tra Sysgolf e Booking golf, i Circoli avranno un’opportunità in più. Poter vendere green fee e servizi online (noleggio golf cart, noleggio sacca, ristorante) è fondamentale al giorno d’oggi. Negli ultimi anni l’incremento nella vendita dei green fee agli stranieri

è stato di vitale importanza per la vita del golf italiano. I circoli italiani sono stati riconosciuti come meta golfistica a livello internazionale, sia per struttura sia per qualità, e molti di questi campi a vocazione turistica stanno ottenendo obiettivi di fatturato importanti. Un risultato ottenuto attraverso investimenti propri che questi circoli o consorzi stanno effettuando in modo costante e concreto nelle fiere estere del settore.

LA REALTÀ DELLA IAGTO L’Italia ha scalato negli ultimi anni parecchie posizioni nella classifi ca delle mete turistiche mondiali. Questo grazie a iniziative, come quelle indicate nel passaggio precedente, ma anche perché nel 2014 si è ospitato l’IGTM, l’importante evento per il turismo golfi stico a livello mondiale, sul lago di Como, a Villa Erba. Come ha illustrato nel suo intervento Silvia Audisio, IAGTO rappresenta

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AITG / Convegno oggi ben 717 tour operator specializzati in turismo golfi stico. Nei prossimi anni l’incoming di turisti stranieri che raggiungeranno l’Italia per giocare a golf è destinato a crescere. Cercare di cogliere al meglio questa opportunità e sfruttare al massimo le potenzialità dei nostri campi e del nostro territorio deve essere una nostra priorità. La differenza sul numero di green fee con alcuni paesi europei, che da anni investono sul turismo golfistico, può essere in parte colmata dal fattore ITALIA. Moltissimi turisti sono pronti a scegliere il nostro paese come destinazione per le loro vacanze, non solo per giocare a golf, ma anche per visitare luoghi e città uniche nel panorama mondiale. Il programma di AITG in collaborazione con Silvia Audisio è quello di organizzare per il prossimo meeting di marzo un incontro tra tour operator e circoli. Il programma del primo “FAM TRIP AITG 2020” è in fase lavorazione.

(Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti) e l’avvocato Massimiliano Montone, in collaborazione con l’avvocato dell’AITG, Ernesto Russo, hanno risposto alle molte domande sollevate dai presenti. Gli Associati AITG, che sono poi i tecnici operativi che gestiscono i Circoli e le loro segreterie hanno espresso criticità, sia gestionali che fi scali, nell’avviamento operativo di un simile sistema. La Federazioni nei giorni successivi al meeting di Paradiso del Garda ha comunicato la creazione di un tavolo per il progetto con tutte le parti e i tecnici in questione, AITG compresa.

GLI INCONTRI CON GLI SPONSOR Un grazie a tutti i nostri partner che sono stati presenti per tutta le due giornate. Tante novità commerciali presentate che hanno creato attenzione tra tutti i partecipanti. Alla mattina interventi a cura Roberto Foti Belligambi di John Deere e Simone Rossini di Toro Pratoverde, mentre nel pomeriggio spazio sponsor dedicato a intervento di Giancarlo Tessari di T.G.S., Hunter Golf Irrigation e Cormik Belrobotics. QUI SOTTO, DA SINISTRA, ANDREA VALMARANA, ERNESTO RUSSO E MASSIMILIANO MONTONE

LA PROPOSTA DEL TESSERAMENTO DEI GIOCATORI STRANIERI Il tesseramento stranieri presentato dalla FIG per il 2020 è stato sicuramente uno dei momenti di confronto più “acceso” durante il meeting. Dopo una breve introduzione per spiegare i motivi all’introduzione del Tesseramento stranieri, i consulenti della Federazione Italiana Golf, Andrea Valmarana

Gli interventi di martedì 12 novembre

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iornata all’insegna della formazione e crescita di tutti gli operatori dei nostri circoli e aperta a tutti gli addetti di segreteria, agli addetti alla manutenzione e ai caddie master. Gli incontri si sono incentrati sulla nuova Normativa Handicap 2020, (presentata da Richard Cau), sulla formazione sul programma Sysgolf (Gianluigi Corna), sull’importanza delle corrette gestioni manutentive e legislative (Formazione 3T) e sul controllo e rimessaggio dei golf cart (Gabriele Baldi di Ez-go e Doriano Balbo di Club Car).

NORMATIVA HANDICAP 2020 Il nostro associato Richard Cau ha presentato il nuovo sistema Normativa Handicap 2020 a tutti gli associati e addetti presenti. Tanta curiosità da parte dei presenti con molteplici domande, accompagnate da pronte e puntuali risposte. Un programma di novità che come comunicato entrerà

QUI ACCANTO, RICHARD CAU DURANTE IL SUO APPREZZATO INTERVENTO AL MEETING AITG

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AITG / Convegno in vigore a partire da Gennaio 2021! Da parte di AITG sarà oggetto di intervento nel meeting del prossimo novembre per poter permettere a tutti gli associati di prepararsi ad una modifica Sistema Handicap così importante. PRENOTAZIONE ONLINE Sysgolf da sempre è al fi anco di AITG e di molti circoli. Giornata formativa all’insegna delle novità del programma sportivo e delle prenotazioni. Sysgolf si è resa disponibile ad effettuare corsi formativi durante la prossima stagione riservati agli associati AITG e a tutti gli addetti delle segreterie. CORSI DI ARBORICOLTURA Per la prima volta Formazione 3T si è avvicinata pal mondo golf e AITG. Relatori professionali e argomenti trattati hanno avuto da subito l’attenzione totale dei direttori, superintendent e addetti alla manutenzione presenti. Sono stati trattati argomenti di primaria importanza come la gestione corretta del parco arboreo e le responsabilità penali in caso di sinistro. Un tecnico relatore di Husqvarna Professional ha introdotto da prima le principali novità riguardanti le tecnologie a

con importante attenzione le indicazioni comunicate da Gabriele Baldi e Doriano Balbo attraverso i marchi Ez-go e Club Car per la corretta gestione delle batterie e del rimessaggio invernale, facendo inoltre riferimento alle nuove tecnologie di Golf Cart con batterie al litio.

batteria e successivamente si è concentrato sull’importanza dell’utilizzo di dispositivi protettivi a norma CE durante tutte le operazioni di taglio con motoseghe, decespugliatori e tagliasiepi. Per gli elevati contenuti e gli argomenti trattati Formazione 3T sarà sicuramente presente con altri argomenti al prossimo meeting. LA GESTIONE DEI GOLF CARt Ed infine la gestione ed il rimessaggio del parco Golf Cart. L’importanza della gestione corretta di un parco Golf Cart è uno dei punti fondamentali per i nostri circoli poiché da un corretto noleggio provengono importanti ricavi. I caddie master e i manutentori hanno seguito

Spazio della giornata di lunedì sera dedicato alla premiazione dei migliori Club Manager e Course Manager 2019. complimenti a Fabrizio Pagliettini e Mariano Merlano per il meritato premio di Club Manager e Course Manager dell’anno 2019!!! Un meeting intenso, giornate di crescita che hanno lasciato al Direttivo spunti importanti per il convegno di marzo 2020. FAM TRIP E TOUR OPERATOR, CMAE, FEGGA, LINKEDIN, FORMAZIONE 3T, STE e R&A saranno argomenti trattati......vi aspettiamo numerosi al Golf Club Le Robinie Lunedì 16 e martedì 17 marzo 2020.

IN ALTO L’INTERVENTO DI FORMAZIONE T. SOTTO PREMI PER FABRIZIO PAGLIETTINI (CLUB MANAGER) E MARIANO MERLANO (COURSE MANAGER), CIRCONDATI DAI COMPONENTI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO AITG

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TICKET TO PARADISE I primi quattro classiďŹ cati delle due categorie si aggiudicheranno un soggiorno in una destinazione paradisiaca. Scopri il calendario completo e i dettagli su www.golfeturismo.it nella sezione Ticket to Paradise

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Formula di gara: Stableford, 2 categorie Premi: 1°, 2° e 3° netto per categoria, 1°lordo (gara a 18 buche) Premi: 1°, 2° netto per categoria (gara a 9 buche)

Segreteria Organizzativa GOLF&TURISMO EVENTS 02.424191 r.a.www.golfeturismo.it - eventi@publimaster.it

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Premiazioni / Open d’Italia 2019

Verso un GOLF sempre più “VERDE” a cura della redazione

DURANTE LA QUATTRO GIORNI DELL’OLGIATA, PER IL TORNEO PIÙ PRESTIGIOSO DEL NOSTRO PAESE, INSERITO NELLE ROLEX SERIES, ASSEGNATI COME OGNI ANNO I RICONOSCIMENTI AI CIRCOLI PIÙ VIRTUOSI IN CAMPO ECOLOGICO. PREMIAZIONE IN COLLABORAZIONE CON L’ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO CLUB

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a strada che porta all’ecosostenibilità è sempre più tracciata e dritta. Il golf da tempo ormai scende in campo per il rispetto dell’ambiente, spingendo i suoi club a osservare limiti più stringenti a ogni stagione. E oggi si può ben dire che forse non esiste uno sport più “verde” del nostro. Come da tradizione, il percorso verso l’attenzione all’ecologia e all’ambiente passa per l’Open d’Italia. Il nostro torneo più importante, che quest’anno si è svolto sul campo dell’Olgiata, a Roma, è stato il teatro della cerimonia di premiazione di “Impegnati nel Verde”. Il principale riconoscimento ambientale della Federazione Italiana Golf, che da anno può contare sul fondamentale sup-

IN ALTO, FOTO DI GRUPPO DEI CIRCOLI ITALIANI PREMIATI CON I RICONOSCIMENTI “IMPEGNATI NEL VERDE” E “GEO”, DURANTE LA CERIMONIA ALL’OPEN D’ITALIA. QUI SOPRA, DA SINISTRA, ANDREA ABODI (PRESIDENTE ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO), ANTONIO BOZZI (VICEPRESIDENTE VICARIO DELLA FEDERGOLF), KELLI JEROME (EXECUTIVE DIRECTOR GOLF ENVIRONMENT ORGANISATION) E STEFANO MANCA (SEGRETARIO ONORARIO DELLA FIG)

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Premiazioni / Open d’Italia 2019

porto dell’Istituto per il Credito Sportivo, promuove lo sviluppo ecosostenibile del golf, sensibilizzando circoli e giocatori sulle tematiche ambientali. E a ogni stagione, nuovi Circoli del nostro Paese allargano le fila delle strutture golfistiche che mettono l’aspetto ecologico al vertice dei propri pensieri. Nella tenda della Federazione Italiana Golf si è celebrata a ottobre l’annuale cerimonia di premiazione. Sono intervenuti Antonio Bozzi (Vicepresidente Vicario FIG), Stefano Manca (Segretario Onorario FIG), Andrea Abodi (Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo) e Kelli Jerome (Executive Director del Golf Environment Organisation). Il GEO è un importantissimo riconoscimento a livello internazionale, che a oggi è stato ottenuto da una quindicina di Circoli italiani, particolarmente attenti alle tematiche ecologiche e all’ambiente.

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NELLE FOTO DI QUESTE PAGINE TUTTI I PREMIATI - DALL’ALTO E DA SINISTRA A DESTRA: BOGOGNO, UDINE, LE FRONDE E LA PINETINA, LA MONTECCHIA, MONTECATINI, GARDAGOLF, MARGARA, LES ILES, SAN DOMENICO, CHERASCO, U.S. KIDS, CAMPODOGLIO E CASTELFALFI

I GOLF CLUB PREMIATI Hanno ricevuto il riconoscimento Impegnati nel Verde i seguenti Circoli: Golf Montecatini Terme (Cultural Heritage), Golf Club Cherasco (Energia) e Campodoglio Golf Club (Energia). Sono stati premiati per la prima volta con la certificazione GEO: Bogogno Golf Resort, Golf Club Castelfalfi, Gardagolf Country Club, Golf Les Iles, Golf Club Margara e San Domenico Golf. Hanno ottenuto la ricertificazione GEO: Le Fronde Golf Club, Golf della Montecchia, La Pinetina Golf Club e Golf Club Udine. La certificazione GEO è stata assegnata anche all’evento Venice Open, torneo giovanile internazionale organizzato dalla U.S. Kids Foundation svoltosi lo scorso agosto sui percorsi padovani Play Golf 54 (Golf della Montecchia, Frassanelle Golf e Terme di Galzignano Course), primo evento dilettantistico al mondo a raggiungere questo traguardo.

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Riconoscimenti / John Jacob Awards

UN APPLAUSO

per Sergio Bertaina GRANDE PREMIO PER IL CELEBRE MAESTRO DEL CIRCOLO GOLF TORINO, PRIMO ITALIANO A RICEVERE LA MASSIMA ONORIFICENZA DELLA CONFEDERATION OF PROFESSIONAL GOLF di Gian dell’Erba

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metà novembre scorso il cinquantaseienne Sergio Bertaina che, fin dai primi anni Ottanta è istruttore del Circolo Golf Torino, ha ricevuto uno splendido annuncio. Proveniva dalla “The John Jacobs Award for Teaching & Coaching 2019 (Premio John Jacobs per l’Insegnamento e l’Allenamento)” e diceva più o meno così: “Caro Sergio, per conto della CPG (Confederazione Golf Professionale) ho il grande piacere di avvisarla che - dopo aver sondato il suo importante successo come Maestro - lei è stato insignito del premio succitato per il 2019, su proposta da parte della PGA italiana. Il premio è stato creato nel 2011 ed è legato a uno dei più eminenti allenatori di tutti i tempi: John Jacobs”. Come ha scritto la giornalista Daniela Cotto su La Stampa “…nel calcio diremmo ‘una panchina d’oro’ globale. Bertaina è dunque il primo insegnante italiano a essere insignito di questa gratificante ‘nomination’”.

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Sergio ne è rimasto prima sorpreso, poi felice. Se lo meritava. È in effetti un grande professionista, che insegna sul campo pratica del Circolo Golf Torino-La Mandria (poco dopo la Venaria Reale e la sua splendida Reggia), nonché responsabile del Club dei Giovani. “Agli inizi degli anni ’80 ho fatto un viaggio negli USA - racconta - visitando alcuni club e vedendo cosa veniva fatto per i giovani, con l’obiettivo di creare nuove leve. Dopo qualche tempo ne ho parlato al presidente Brignone e, poco dopo, è nato il Club dei Giovani. Il quale ha avuto una particolare impennata di notorietà negli anni ’90 quando si sono messi in grande evidenza proprio i due i fratelli Molinari, Edoardo e Francesco. A loro ho cercato di inculcare quelle nozioni che sulla carta paiono astruse, ma che i due fratelli tornesi hanno saputo interpretare benissimo, traducendole in realtà con immensa efficacia”.

banchiere torinese Alberto Brignone che, a sua volta, nel 1996, la cedette all’ingegner Sergio Pininfarina. Successi dei suoi allievi? Tanti! Dodo Molinari va negli USA e si aggiudica l’U.S. Amateur Championship, Francesco (da poco diventato “pro”) vince l’Open d’Italia giocatosi nel 2006 a Tolcinasco “La mia fortuna - dice Bertaina - è stata proprio quella di incontrare i due Molinari, Chicco e Dodo, seguendoli da giovanissimi e portandoli al professionismo. Sono stati il mio biglietto da visita. Nel luglio del 2018 e proprio dov’è nato il golf, Chicco è stato il primo italiano a vincere un major come il 147° British Open, aiutando poi con un gioco favoloso direi basilare - la squadra europea a imporsi nella la Ryder Cup giocatasi a settembre nei pressi di Parigi”.

Edoardo (dopo alcuni seri problemi a un polso) ha aperto una validissima Academy nell’attiguo Royal Park I Roveri. Tra i bravi “pro” Bertaina - non dimentichiamolo - ha allevato anche i due maestri del calibro di Marco e Stefano Soffietti, oltre a Matteo Delpodio, oggi allenatore delle Squadre Nazionali italiane.

QUI SOTTO, SERGIO BERTAINA NEL SUO QUOTIDIANO LAVORO AL CIRCOLO GOLF TORINO, IN CUI INSEGNA ORMAI DA QUASI 40 ANNI. NELLA PAGINA ACCANTO, IN UNA FOTO DEL 2011, I DUE ALLIEVI PIÙ FAMOSI DI BERTAINA, EDOARDO E FRANCESCO MOLINARI, CHE A QUEI TEMPI PORTAVANO SULLA LORO SACCA LO STEMMA DEL CLUB TORINESE

Per i profani, o per coloro che hanno appena deciso di diventare giocatori di golf, le definizioni britanniche usate dai maestri (o che si leggono su libri e riviste) possono apparire astruse: come swing, draw o fade, hook o slice, pull and push e - importantissimo quando la pallina deve cadere vicino alla buca e non rotolare lontana ma inchiodarsi lì. È il “back spin”, un effetto ottenibile pizzicando la pallina in modo che - quando tocca il green - giri in senso contrario alla direzione di volo e atterraggio. Proprio come quello che si ottiene sulle palle da bigliardo se la stecca le colpisce sotto per fermarle quando urtano la palla avversaria. Sono alcuni dei modi base che sottolineano la traiettoria della pallina secondo il colpo infertole. I maestri di golf li insegnano quando impartiscono le prime lezioni ai principianti e tu non sai ancora esattamente cosa vogliano significare. Di istruzioni così - e non solo - Bertaina ne impartisce tutti i giorni. Fin dal 1980, quando il “Torino” era presieduto da Giovanni Nasi (cugino degli Agnelli) il quale, nel 1982, passò la carica al

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GOLF CLUB ACAYA AMBROSIANO ARCHI DI CLAUDIO ARGENTARIO ARONA ASIAGO ASOLO BAGNAIA BARLASSINA BIELLA BOGOGNO BROLO BASSANO CAMPO CARLO MAGNO CAMPODOGLIO CAMUZZAGO CANSIGLIO CARIMATE CASENTINO CASTELCONTURBIA CASTELFALFI CASTELGANDOLFO CASTELLARO CAVAGLIA’ CERVIA CESENATICO CHERASCO CILIEGI COLLI BERICI COLLINE DEL GAVI CONERO CUS FERRARA DES ILES BORROMEES DOLOMITI FILANDA FIORDALISI FIRENZE UGOLINO FLORINAS FRANCIACORTA FRASSANELLE FRONDE GARDAGOLF GARFAGNANA GOLF NAZIONALE HERMITAGE IS ARENAS IS MOLAS LE FONTI LES ILES MARGARA MENAGGIO & CADENABBIA MIGLIANICO MILANO MIRABELLA MONTECATINI MONTECCHIA NAZIONALE OLGIATA PADOVA PARCO DEI MEDICI PARCO DI FIRENZE PARCO DI ROMA PARMA PERUGIA PINETINA PONTE DI LEGNO PUNTA ALA PUSTERTAL QUARRATA RAPALLO ROVEDINE ROYAL PARK I ROVERI SAN DOMENICO SAN MICHELE SANT’ANNA SANREMO SATURNIA SERRA TANKA VILLASIMIUS TIRRENIA TORINO UDINE VARESE VERDURA VERONA VILLA CONDULMER VILLA D’ESTE

CERTIFICAZIONE G.E.O. IMPEGNATI NEL VERDE

ALTRE CERTIFICAZIONI - EVENTI

GEO CERTIFIED 2019 GEO CERTIFIED 2019

VENICE OPEN - U.S. KIDS FOUNDATION VENICE OPEN - PLAY GOLF 54

In corso

GEO CERTIFIED 2018

GEO CERTIFIED 2017 GEO CERTIFIED 2019

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Cat. Acqua 2013 e Cat. Patrimonio culturale 2017 Cat. Energia 2013 Cat. Patrimonio culturale 2017 Cat. Acqua e Biodiversità 2011 Cat. Energia 2014 Attestato di Merito 2007 – Cat. Paesaggio 2015 Cat. Paesaggio 2016 Cat. Acqua 2013 Certificazione Nazionale 2001 Attestato di Merito 2004 Cat. Paesaggio 2016 Attestato di Merito 2008 Riconoscimento Cat. Energia 2019 Cat. Energia 2018 Cat. Biodiversità 2010 Certificazione Nazionale 2001 Cat. Acqua 2011 Attesto di Merito 2007 Cat. Patrimonio culturale 2018 Cat. Energia 2016 Cat. Acqua 2012 Attestato di Merito 2004 Riconoscimento Cat. Energia 2019 Attestato di Merito 2005 - Certificazione Nazionale 2007 Attestato di Merito 2008 Attestato di Merito 2008 Cat. Energia 2014 Attestato di Merito 2008 Attestato di Merito 2008 Cat. Energia 2017 Cat. Paesaggio 2014 Att. di Merito 2004 - Cat. Biodiversità 2013 e Cat. Paesaggio 2014 Cat. Paesaggio 2016 e Cat. Patrimonio culturale 2018 Cat. Energia 2014 - Cat. Acqua 2016 Cat. Energia 2012 Cat. Paesaggio 2015 e Cat. Patrimonio culturale 2017 Cat. Energia 2012 - Cat. Paesaggio 2013 Cat. Energia 2017 Attestato di Merito 2007

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CTG 2003 -Emas - Certiquality BIOAGRICERT

ISO 14001

IAGTO Environmental Award 2018

BIOAGRICERT Attestato di Merito 2004 - Certificato Nazionale 2007 CSQA Cat. Biodiversità 2016 Cat. Acqua 2016 GEO CERTIFIED 2019 Cat. Recupero ambientale 2015 e Cat. Biodiversità 2017 GEO CERTIFIED 2019 Attestato di Merito 2005 In corso Ric. Cat. Energia 2013 - Cat. Patrim. storico, artistico culturale 2016 Cat. Acqua 2010 In corso Attestato di Merito 2007 Cat. Energia 2015 Riconoscimento Cat. Patrimonio Culturale 2019 GEO CERTIF.2013/16/19 Attestato di Merito 2007 - Cat. Acqua 2012 IAGTO Environmental Award 2017 In corso Cat. Acqua 2014 In corso Cat. Acqua 2011 Cat. Energia 2015 Cat. Recupero ambientale 2018 Cat. Recupero ambientale 2015 Cat. Acqua 2013 Cat. Acqua 2011 Cat. Energia 2017 GEO 2010/13/16/19 Att. di Merito 2005, Certif. Naz. 2007, Cat. Energia 2011-2015 Certificato Nazionale 2004 Cat. Acqua 2011 Cat. Energia 2016 Cat. Acqua 2011 Cat. Paesaggio 2014 Cat. Energia 2010 Cat. Biodiversità 2014 GEO CERTIFIED 2019 Cat. Patrimonio culturale 2017 Cat. Biodiversità 2015 RINA In corso Cat. Patrimonio storico, artistico e culturale 2016 GEO CERTIFIED 2014 Cat. Paesaggio 2014 Cat. Energia 2011 Cat. Acqua 2018 In corso Cat. Biodiversità 2018 Attestato di Merito 2005 - Certificazione Nazionale 2007 GEO CERT. 2011/15/19 Certificato Nazionale 2005 - Cat. Energia 2015 GEO CERTIFIED 2015 Att. di Merito 2004/2007, Cert. Naz. 2008, Cat. Paesaggio 2017 Cat. Biodiversità 2014 Certificato Nazionale 2001 CTG 2003 Cat. Acqua 2017 GEO CERTIFIED 2015 Cat. Acqua 2010

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Impegnati nel Verde premia i Circoli di golf che hanno adottato tecnologie, metodologie e gestioni che hanno consentito dei miglioramenti ambientali nei seguenti campi: P AT R IM ON IO S T OR ICO, AR T IS T ICO E CULT UR ALE - ACQ UA - BIOD IVE R S IT À - P AE S AGGIO - E N E R GIA

Ad oggi sono oltre 70 i Circoli che hanno ottenuto questo premio. Impegnati per l’ambiente e unisciti a loro: sarà il primo passo per arrivare all’ambita Certificazione G.E.O.!

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Tappeti Erbosi / Anniversario

C’era una volta la SCUOLA… di Paolo Croce

DAL 1987/89 AI GIORNI NOSTRI, SEGRETARI/DIRETTORI E POI GREENKEEPER/SUPERINTENDENT DEL GOLF ITALIANO HANNO IN MOLTI COSTRUITO LA PROPRIA CARRIERA PARTENDO DALLE AULE DEL CENTRO TECNICO FEDERALE

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Tappeti Erbosi / Anniversario

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ra il 1987, quando, dai sotterranei dell’Acquasanta (sede della Scuola Nazionale di Golf di allora) Roberto Rivetti, Presidente di Biella nonché uomo forte del Consiglio federale di quei tempi, prese una decisione la cui portata sarebbe stata realmente compresa solo molti anni dopo. Alla Scuola per Professionisti, che viveva il suo settimo anno, e alla Scuola per Segretari, che proprio nell’87 era stata inaugurata, Rivetti volle affiancare corsi per insegnare le più avanzate tecniche di costruzione e manutenzione del tappeto erboso.

La Sezione Superintendent della Scuola venne in realtà aperta solo due anni dopo, nel 1989, e quel lasso di tempo fu occupato per le indispensabili necessità organizzative, quali la ricerca di un referente scientifico e di una sede in grado di ospitare tre corsi in contemporanea. Del professor James Beard abbiamo già scritto l’anno scorso proprio su queste pagine in occasione della sua scomparsa. Ma è bene ribadire che buona parte della credibilità internazionale di una istituzione, oggi ormai trentennale, va ascritto sicuramente alla sua figura di docente, scienziato e tecnico.

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NELLA DOPPIA PAGINA DI APERTURA, LA BUCA 18 E LA CLUBHOUSE DEL NAZIONALE, IL PERCORSO DI PROPRIETÀ DELLA FEDERGOLF. AL SUO INTERNO, LA SCUOLA FEDERALE, RIPRESA QUI ACCANTO

Texas A & M University, la più grande Università USA per il settore agricoltura, divenne per qualche tempo la mia casa, quella di Francesco Modestini e, in epoca successiva, quella di Alessandro De Luca. Certo che allora, presi come si era dalla novità della grande provincia americana, non potevamo certo pensare che a distanza di 30 anni saremmo stati ancora qui a occuparci di Scuola, di Sutri e di Superintendent. In altre pagine di questa rivista si leggono le righe dedicate alla celebrazione del trentennale che ha visto di nuovo radunati a Sutri una settantina di ex allievi. Su queste pagine invece è forse il momento di fare alcune riflessioni e porre delle considerazioni su ciò che ha rappresentato la “Scuola”, così come viene semplicemente chiamata dagli addetti ai lavori, per il mondo del tappeto erboso nel suo complesso.

S I AP R E A LE Q UE R CE La sede fu finalmente individuata a Sutri, 42 chilometri a nord di Roma, all’interno del Centro Tecnico Federale. Si trattava di un ibrido strutturale essendo di proprietà FIG, ma con golf (allora si chiamava Le Querce) a gestione privata e continue sovvenzioni pubbliche (di noi golfisti). La costituzione del quadro docenti fu più complessa e prolungata in quanto si volle una formazione specialistica che l’Italia universitaria di allora (ed in buona parte ancora oggi) non era in grado di fornire. Fu così che College Station, 50.000 studenti nel cuore del profondo sud degli States, sede della

LA R IVOLUZ ION E D E LLA FOR M AZ ION E P R OFE S S ION ALE Non vi è dubbio infatti che se ci si vuole addentrare nei dettagli delle operazioni manutentive, così come in quelli che riguardano le fasi di costruzione di un tappeto erboso sportivo, esiste un prima e un dopo la Scuola. La creazione di un Istituto di formazione professionale del settore ha infatti rivoluzionato le pratiche manutentive, le quali, salvo rare eccezioni, erano condotte da personale di bassa qualifica, poco aggiornato e spesso anche disinformato. La soluzione dei vari problemi che di volta in volta si presentavano ai manutentori dei campi da golf dell’epoca era spesso affidata, salvo come detto poche, ma importanti eccezioni, alla consuetudine d’uso, alla tradizione, all’esperienza, ma anche alla passione e all’impegno dei vari capi greenkeeper. Come detto però qualche eccezione è bene menzionarla. Ricordo, quando ancora sedicenne, e golfista per “propensione familiare”, Attilio Filippi, greenkeeper allora del Golf Torino, ma anche uno dei primi diplomati tra i Periti Agrari in Italia e in un certo senso il tecnico più preparato di quei tempi, mi faceva notare le differenze di comportamento tra le varie essenze presenti allora sui fairway. Allo stesso modo mi spiegava i motivi per i quali sarebbe stato meglio rimuovere la rugiada prima di accedere al tappeto con il trattore e i nove rulli trainati per effettuare il taglio dell’erba. In periodi meno lontani, quando già la sacca da golf, la mia, era in garage ad ammuffire, la vicinanza e l’amicizia con Mauro Salvi, greenkeper a Garlenda, ma per meglio dire primo violino di un’orchestra il cui Direttore era Gianfranco

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Tappeti Erbosi / Anniversario Costa, mi permisero di approfondire meglio tutta l’importanza e la necessità di mantenere un approccio scientifico per la soluzione di qualsiasi problema. All’epoca probabilmente non me ne rendevo conto, ma, con il senno di poi, posso ora dire di aver conosciuto in Mauro Salvi l’ultimo dei greenkeeper, quelli cioè che hanno fatto tesoro delle proprie esperienze, e, al tempo stesso, il primo dei superintendent, quelli cioè che arrivano alla soluzione dei problemi con le corrette tecniche manutentive. Sempre con il senno di poi, si può facilmente dimostrare come il 1989 rappresentò un vero e proprio spartiacque fra la tradizione e la tecnica codificata, tra le cure estemporanee e quelle che miravano alla eradicazione delle problematiche, tra la consuetudine e l’approccio scientifico.

IL FIOR E ALL’ OCCH IE LLO D E LLA FE D E R GOLF Ai superintendent di oggi risulta assolutamente normale lavorare di topdressing e rullatura per migliorare la scorrevolezza dei green, ma i loro predecessori non diplomati conoscevano solo il taglio basso per venire incontro a questa “esigenza” dei golfisti. Per non parlare dell’uso della corretta terminologia, con il totale abbandono di termini quali ad esempio scarifica e terricciatura e, di contro, l’abituale adozione di termini quali ad esempio syringing, grooming, drilling, ecc, ecc. Don Peppino Silva, Presidente FIG di lungo corso, ma anche uomo di non comuni doti progettuali, soleva spesso ripetere che la Scuola Nazionale di Golf rappresentava il “fiore all’occhiello della FIG”. Tutto sommato questo fu vero,

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per un certo periodo di tempo, sia a livello nazionale che in campo internazionale. Limitandoci alla Sezione Tappeti Erbosi, centinaia di diplomati che prestano la loro opera nei campi da golf italiani e stranieri con soddisfazione dei propri datori di lavoro sono la migliore dimostrazione che il fiore all’occhiello di Don Peppino ha funzionato e continua a farlo. Ma la Sezione non si è certo fermata a questo: 32 pubblicazioni scientifiche da parte dei suoi docenti, attività sperimentale i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti (vedere ad esempio l’introduzione della bermuda a partire dai primi anni 90 non solo nella penisola, ma addirittura al di sopra del 45° parallelo), riconoscimenti internazionali di grande valore e rapporti professionali con tutte le più importanti organizzazioni mondiali di ricerca scientifica nel settore.

Una struttura didattica e di ricerca che non ha avuto pari in Europa per molti anni. Ad esempio solo un decennio dopo Francia e Spagna, paesi a base golfistica molto più avanzata della nostra, si sono dotate di strutture simili. Lo stesso Regno Unito, con milioni di praticanti, all’epoca aveva solo lo S.T.R.I. (Sports and Turf Reseach Center) di Bingley che oggi, come allora, presenta aspetti commerciali poco in sintonia con la ricerca scientifica indipendente.

QUI SOTTO, SULLA TERRAZZA DELLA CLUBHOUSE DEL MARCO SIMONE, I SUPERINTENDENT PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PER LA CELEBRAZIONE DEI 30 ANNI DELLA SEZIONE TAPPETI ERBOSI DELLA FEDERGOLF

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Tappeti Erbosi / Anniversario VE N T I D I CH IUS UR A Di certo la figura di Beard, il numero uno al mondo, a farci da chioccia e da rompighiaccio nel mondo scientifico è stata fondamentale per ottenere tutti i riconoscimenti internazionali che abbiamo avuto nella nostra storia. Però tutto sommato crediamo che in buona parte anche il nostro impegno, la nostra passione, il nostro intento di lasciare un segno importante nel mondo del golf , sia stato di aiuto e di ausilio ai fasti della Sezione Tappeti Erbosi. Come spesso accade però tutto ha una fine. Questo purtroppo sta accadendo anche alla Sezione e probabilmente alla Scuola nel suo complesso. Il trentennale di Sutri è stato organizzato proprio nel momento in cui le glorie del passato della Sezione Tappeti Erbosi sono un lontano ricordo e proprio quando viene paventata sempre più spesso la sua chiusura. Ma come è stato possibile tutto questo? Cosa può essere successo perché una struttura che, per oltre un decennio, è stata il punto di riferimento a livello europeo della didattica e della ricerca sul tappeto erboso stia ora recitando un de profundis? Tutto iniziò con l’allontanamento di Roberto Rivetti. Un uomo del genere, di grandi conoscenze golfistiche, di illuminata progettualità, di assoluta indipendenza, e non condizionabile da giochi politici, era la persona giusta al posto giusto nell’era Silva. IL T AGLIO D E GLI IN VE S T IM E N T I L’avvento di Roberto Livraghi alla Presidenza FIG mutò in parte un equilibrio, forse ancora troppo fragile, all’interno del quale la Sezione Tappeti Erbosi veniva vista come una creatura di Rivetti, una sorta di porto franco che a volte non era sempre in perfetta sintonia con le politiche federali

di allora. Rivetti venne designato consigliere ad honorem e il perfetto meccanismo del promoveatur ut amoveatur (letteralmente promosso affinchè sia rimosso) consentì di togliere la Scuola dalla sua influenza, ma soprattutto di depotenziare tutta l’attività rivettiana. A poco a poco alle Sezioni Segretari e Superintendent, quelle storicamente sotto il controllo diretto di Rivetti, vennero meno finanziamenti, vennero tolti servizi essenziali a favore dei circoli (ad. esempio i corsi per operai, le oltre 100 visite tecniche annuali di consulenza gratuita, le risorse per l’aggiornamento e la ricerca scientifica, ecc, ecc). Il colpo di grazia toccò alla fugace e distruttiva (quantomeno per le due Sezioni della Scuola) permanenza alla Presidenza Federale di Giorgio Fossa, che tagliò quasi del tutto l’attività. Il trend continuò sotto la prima Presidenza Chimenti, ma qui mi fermo perché cessa la mia testimonianza oculare dei fatti, e dei 15 anni successivi sarebbe più corretto che ne parli il mondo del golf nel suo complesso. Il trentennale della Sezione Tappeti Erbosi, sia pure celebrato con il grande piacere di ritrovare vecchi amici e tecnici preparati, di rivivere ancora una volta la calda atmosfera di empatia e simpatia che ci ha legati per tutti questi anni, ci lascia però anche una punta di amarezza per quello che poteva essere e non è stato, per quello che si poteva fare e non ci è stato concesso di farlo non ultimo il mancato convolgimento nella ristrutturazione del Marco Simone, percorso che ospiterà la Ryder Cup 2020. Ed amarezza anche per tutti coloro che ci hanno dato un formidabile appoggio e che oggi non sono più tra noi. A Giuseppe Silva, Roberto Rivetti, Gianfranco Costa, Alberto Mascherpa vada il nostro eterno ricordo e riconoscenza.

LA BUCA DEL NAZIONALE DI SUTRI, SEDE DEL CENTRO TECNICO DELLA FEDERGOLF

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Il giallo di DONNAFUGATA UNA VICENDA, QUELLA DELLO SPLENDIDO RESORT RAGUSANO, CHE SEMBRA SCATURITA DALLA PENNA DI BECKETT E IONESCO, PERFETTA PER RAPPRESENTARE DEGNAMENTE IL TEATRO DELL’ASSURDO. OGGI LA STRUTTURA, CON 36 BUCHE E UN ALBERGO A 5 STELLE, È TRISTEMENTE CHIUSA, NONOSTANTE GLI ULTIMI ESERCIZI FOSSERO STATI IN ATTIVO E IN CRESCITA. IL FUTURO SEMBRA PERCIÒ MOLTO NEBULOSO E DIFFICILE DA INTERPRETARE CLUB

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iceviamo e volentieri pubblichiamo il memorandum che ci ha inviato l’amico Alberto Ricca, amministratore delegato della società che ha gestito fino allo scorso anno il golf resort di Donnafugata. La splendida struttura ricettiva in provincia di Ragusa, come tutti sappiamo, è ferma dalla fine del 2018. Seguendo altre situazioni che in Sicilia hanno purtroppo visto il golf avere la peggio in varie vicende finite in tribunale (Le Madonie, Le Saie, Taormina), quella di Donnafugata rischia di essere un’altra Caporetto. In questo stesso numero, nelle pagine successive, il nostro collaboratore Salvatore Brancati ci parla appunto della conclusione della vicenda de Le Madonie, di recente venduto dopo oltre dieci anni di rinvii, false partenze, carte bollate, avvocati, giudici e otto aste fallimentari andate deserte. Ricca ripercorre punto per punto i momenti più significativi di una vicenda complicata e, per molti versi, incomprensibile. Il risultato finale è che, purtroppo, Donnafugata pare essere finita in un tunnel da cui sarà molto difficile uscire. Ecco le sue note.

testo a cura di Alberto Ricca IL PERCHÉ DELLA SICILIA Il progetto di Donnafugata prese piede nel 2002, quando il team di “developer” formato da Bruno Petruzzo e dal sottoscritto (sviluppo di nuove iniziative industriali, turistiche e immobiliari) - ritenne che fosse finalmente giunto il momento per promuovere la nascita di centro golfistico di assoluta eccellenza in Italia. I partner consideravano che fosse una assurdità che nel sud del nostro paese - che possiede le migliori caratteristiche possibili per giustificare un insediamento golfistico/turistico di eccellente qualità - non esistesse un resort di primissimo livello. Obiettivo del progetto: una struttura con due campi da 18 buche atti ad ospitare le più importanti competizioni internazionali, il cui disegno fu poi

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affidato a Gary Player, uno dei più famosi giocatori nella storia del golf, in grado di catturare giocatori e turisti internazionali diretti annualmente verso nazioni dell’area mediterranea (Egitto, Marocco, Turchia, Cipro, Tunisia ecc..). Perché sappiamo che proprio il nostro sud offre clima, cultura, cibo e accoglienza superiori a qualsiasi altro paese dell’area e, soprattutto, in un contesto di assoluta sicurezza personale. Dopo una profonda analisi delle nostre regioni meridionali, venne scelta la Sicilia e, come area ideale dove insediarsi, il Ragusano (il Ragusashire, come lo chiamano gli inglesi) per via di:  clima (stessa latitudine di Tunisi)  bellezza della campagna (collinare e rivestita di carrubi e ulivi)

 arte e cultura, con una delle più alte concentrazioni di siti Patrimonio della Umanità dell’Unesco (Ibla, Scicli, Modica, Noto)  mare  eccellenza del cibo  spirito di accoglienza  per la speranza che l’aeroporto di Comiso sarebbe prima o poi divenuto una realtà. LA SCELTA DEL LUOGO FISICO DOVE INSEDIARSI Per dar vita a un centro golfistico di eccellenza era necessario contare su una superficie di non meno di 200 ettari, giacché ogni campo da golf ne occupa in media 75/80. Il futuro Donnafugata, come detto, avrebbe avuto due campi per un totale attorno ai

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160 ettari, più le aree per albergo, centro servizi, lSPA, parcheggi e centro congressi. Dopo una lunga ricerca si individuò in Contrada Piombo la proprietà “Arezzo” di circa 240 ettari (al momento coltivata a patate e carote), adatta allo scopo sia per dimensioni che per morfologia del terreno. Avuta una prima luce verde da un pool di banche sulla disponibilità a finanziare l’iniziativa, i developer si attivarono per raccogliere intorno al progetto un socio con un forte track record internazionale nel settore. Venne contattato lo spagnolo Sotogrande (legato al gruppo NH Hotels), che acquisisce il 51% delle quote della società appena formata. Il resto delle quote viene suddiviso tra il gruppo Milano Finanza, i developer, Arezzo e altri investitori.

NELLA DOPPIA PAGINA D’APERTURA DELL’ARTICOLO, UNA MAGNIFICA BUCA DEL PARKLAND, PERCORSO DA 18 BUCHE DISEGNATO DA GARY PLAYER (L’ALTRO, DI FRANCO PIRAS, È IL LINKS). QUI SOPRA LA DELIZIOSA PIAZZETTA ATTORNO ALLA QUALE RUOTA BUONA PARTE DELLA CLUBHOUSE DI DONNAFUGATA, RESORT IN PROVINCIA DI RAGUSA ESTESO SU 240 ETTARI

LA FIRMA DEL CONTRATTO CON AREZZO Il 2 agosto 2004 venne firmato tra Donnafugata Resort Srl e Arezzo un contratto di Vendita e Affitto per il quale Donnafugata compra sei ettari di terra su cui costruire il resort e affitta per 90 anni i terreni su cui avrebbe costruito i campi da golf. Ma soprattutto compra da Arezzo tutta la capacità edificatoria relativa agli ettari presi in affitto (240 circa), necessari per ottenere

le cubature per costruire il resort e in modo particolare il Centro Congressi/Eventi, ipotizzato su 5.000 mq. L’affitto prevede un canone fisso annuale di 200.000 euro e un esoso canone variabile, pari al 5,75% del fatturato annuale relativo alla vendita delle camere (quindi escluso il fatturato ristoranti, bar, golf, SPA e banchetti/eventi). Dal giorno dell’apertura (2011) a oggi (2019), Arezzo ha perciò regolarmente incassato affitti per più di 3.600.000 euro!

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Circoli italiani / Dossier Donnafugata E li ha ricevuti anche durante il periodo in cui lui stesso ha promosso il fallimento di Donnafugata. La domanda che sorge spontanea è: come mai chi riceve puntualmente circa 600.000 euro l’anno di affitto da un ex campo di patate dovrebbe fare autolesionisticamente una domanda di fallimento? I PROBLEMI GESTIONALI DI NH HOTELS E LA CESSIONE DELLE QUOTE DELLA SOCIETÀ Per ragioni mai chiarite, Sotogrande cede alla collegata NH Hotels la gestione del Donnafugata Resort Srl prima ancora che il resort apra le porte. Il cambio genera immediatamente un impatto commerciale negativo sul mercato: NH è un ottimo gestore di hotel 3/4 stelle di città, ma non è attrezzato per gestire operativamente e commercialmente un resort golfistico 5 stelle lusso. Dal 2010 in poi si susseguono anni di gestione negativi con fortissime perdite annuali che nel 2014 obbligano NH a rinegoziare i finanziamenti bancari in essere. Nel 2015, visto il perdurare delle perdite operative e la estraneità del resort al core business del gruppo, i nuovi vertici della NH in Madrid decidono di liberarsi dell’asset o di chiudere definitivamente la struttura pur di non continuare a perdere denaro. In aprile del 2015 NH propone all’attuale proprietà di farsi carico delle quote dell’azienda e in agosto dello stesso anno le quote passano di mano. LA RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE La nuova proprietà, legata ai precedenti developer e quindi profonda conoscitrice della società e del suo potenziale, confeziona un nuovo Piano Industriale che viene presentato al ceto bancario (Banca Intesa, Unicredit, MPS e BPM), il quale incoraggia la società a procedere sul nuovo cammino. Viene così intrapresa una complessa ristrutturazione aziendale, unita a un’adeguata campagna commerciale che permette di ridurre drasticamente le perdite operative. I risultati contabili di bilancio rimangano appesantiti dagli ammortamenti (2.500.000 euro) e dalla capitalizzazio-

ne degli interessi prevista dall’accordo di ristrutturazione già in essere. Ma da un fatturato di 5.5000.000 euro e un GOP negativo per 800.000 (bilancio 2014) si passa a un fatturato di 8.800.00 euro e un GOP positivo di 1.600.000 (2018). Contrariamente a quanto succede nei processi di ristrutturazione la nuova proprietà non solo mantiene inalterato il numero dei dipendenti, ma procede anche a nuove assunzioni a tempo indeterminato e determinato. Il miglioramento economico si produce sostanzialmente grazie a: 1) una completa revisione dei processi produttivi 2) una revisione dei centri di costo 3) una politica commerciale che permette un innalzamento delle tariffe medie.

Nel 2017, terminata la fase di ristrutturazione, Donnafugata, divenuta un prodotto attraente, è pronta a soddisfare l’obbiettivo previsto nel Piano Industriale: attrarre i capitali di investitori internazionali alla ricerca di società con grandi potenziali di crescita. Si arriva così a negoziazioni con Fondi Internazionali, pronti ad apportare capitali freschi per il rilancio definitivo dell’azienda e per la soddisfazione dei crediti bancari a suo tempo ristrutturati. Nel corso della finalizzazione di un accordo interviene con grande tempismo l’istanza di fallimento che Arezzo presenta presso il Tribunale di Ragusa (giugno 2017). A quel punto, i rapporti con l’investitore ovviamente si congelano.

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L’INIZIO DELLA DISPUTA Dopo aver ottenuto i permessi a costruire, e ormai iniziata la realizzazione del resort, si scopriva a posteriori che l’area destinata ad accogliere il centro congressi (area Casa Carnala), e indicata nei disegni forniti da Arezzo, non era più edificabile. In ulteriori e posteriori saggi tecnici erano emerse tracce di antichi insediamenti e la Sovraintendenza aveva bloccato i lavori. Donnafugata non aveva potuto quindi realizzare il Centro Congressi che nel budget societario (presentato agli investitori e alle banche) costituiva un fortissimo contributo al risultato economico annuale, sostanzialmente coprendo interamente il valore dell’affitto dei terreni. Da questi fatti, all’inizio di tutta la lunga

IN QUESTE PAGINE, ALCUNI SCORCI CHE METTONO IN MOSTRA LA BELLEZZA DI DONNAFUGATA E SOTTOLINEANO L’ASSURDITÀ DELLA SUA CHIUSURA, AVVENUTA ALLA FINE DEL 2018. A SINISTRA, UNO DEI RISTORANTI RIPRESO IN NOTTURNA E QUI SOPRA LA GRANDE PISCINA ALL’APERTO, LA HALL E IL DETTAGLIO DI UNA DELLE STANZE DELL’HOTEL A 5 STELLE vicenda legale, era iniziata una disputa tra Arezzo e Donnafugata. Venne raggiunto un accordo, solo apparentemente risolutivo, siglato il 21 aprile 2008, per il quale Donnafugata si riservava la facoltà ( e non l’obbligo) di far uso dei 5.000 mq non utilizzabili per la costruzione del Centro Congressi per l’eventuale realizzazione di ulteriori camere. Problemi inerenti alla interpretazione delle clausole si sono invece poi trascinati per anni e Donnafugata nel settembre del 2015 li aveva portati in Corte d’Appello a Roma. Bisogna sottolineare che la prima udienza

si terrà solo il prossimo 22 febbraio 2020 (dopo 4 anni e 4 mesi dalla presentazione dell’istanza!). Si noti ancora che Arezzo non avrebbe avuto un ritorno dal fatturato del centro congressi (il canone variabile del 5,75% è calcolato solo sul fatturato delle camere), mentre avrebbe beneficiato del canone sulle nuove camere da costruire. L’ISTANZA DI FALLIMENTO PRESENTATA DA AREZZO AL TRIBUNALE DI RAGUSA Come già detto, il primo giugno 2017 Arezzo presenta istanza di fallimento pres-

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Circoli italiani / Dossier Donnafugata so il Tribunale di Ragusa, sostenendo che Donnafugata non ottempera a un obbligo di “fare” (costruire i 5.000 mq di nuove camere). La questione, come già evidenziato, giace in Corte d’Appello a Roma in attesa della prima udienza. Il Tribunale di Ragusa il 23 novembre 2017 rigetta con una sentenza di una sola pagina l’istanza di Arezzo e lo condanna al pagamento delle spese. La sentenza si fonda sul fatto, riconosciuto in giurisprudenza, che un obbligo “di fare” non costituisce elemento per una richiesta di fallimento di una azienda. La materia che sostiene questa decisione è ancor più evidente se quell’obbligo di fare non è quantificato da un perito e, soprattutto, è ancora oggetto di disputa presso una Corte d’Appello. E inoltre, per quale ammontare viene richiesto il fallimento? Si fallisce se non si pagano i debiti di cui si abbia certezza e prova pecuniaria, mentre nessuna documentazione certificata è stata presentata da Arezzo. Ma c’è un fatto ancora più importante. L’azienda è sana e lavora soddisfacendo i suoi creditori di giro, dipendenti, enti statali e le banche, veri creditori dell’azienda, tanto è vero che non hanno mai considerato la società insolvente. RECLAMO DI AREZZO PRESSO LA CORTE D’APPELLO DI CATANIA Vista la sentenza positiva riprendono, comunque, i rapporti con il Fondo investitore. Ai primi di maggio 2018 si giunge alla firma di una letter of intent per il loro ingresso in azienda ma, nel frattempo, la Corte d’Appello di Catania, che aveva ricevuto un reclamo da Arezzo (21 dicembre 2017), decreta il fallimento della Donnafugata Srl il 29 maggio 2018 (si notino le date). La sentenza si produce contro ogni aspettativa e malgrado: a) l’esistenza dell’appello in Roma sulla sostanza della questione b) la buona salute economica dell’azienda Dalla sentenza non appare alcun importo di debito certificato e certificabile nei confronti di Arezzo (non poteva apparire, perché non esiste). Però, poiché si ritiene che Donnafugata non sarebbe eventualmente in grado di far fronte economicamente all’investimento - il cui importo fra l’altro non risulta definito da nessun peri-

to del Tribunale – la società deve fallire. Come elementi a sostegno della decisione vengono fra l’altro citati i risultati contabili negativi (senza dubbio pesanti) registrati in passato dalla società. I risultati contabili sono invece ben diversi da quelli operativi (includendo quelli contabili), gli ammortamenti (2.500.000 euro l’anno) e la capitalizzazione degli interessi bancari. In sostanza non si tiene conto che la società era sotto ristrutturazione, che era in cammino verso un buon futuro economico e soprattutto che la società era assolutamente in bonis. Prova ne è che nessun altro creditore (banche, fornitori o dipendenti) si è mai associato ad Arezzo nelle sue richieste giudiziali.

OPPOSIZIONE DEGLI AZIONISTI ALLA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO DI CATANIA Nella costituzione di difesa presso la Corte di Catania, Donnafugata insiste nell’affermare che Arezzo non è titolare di alcun credito nei confronti della stessa società. Si suggerisce perciò di attendere la redazione dello Stato Passivo, documento nel quale il Curatore, dopo aver valutato le insinuazioni dei crediti presentate dai creditori, stabilisce quale crediti debbano essere riconosciuti e per quale importo. Il 20 dicembre 2018, la Corte d’Appello di Catania, senza attendere il documento in questione, rigetta il reclamo dell’azienda.

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Il 9 gennaio 2019, dopo solo alcuni giorni dal rigetto del reclamo, la curatela consegna lo Stato Passivo Provvisorio. A fronte dell’insinuazione del credito effettuata da Arezzo per 4.850.116,66 euro, riconosce invece solo un possibile ed eventuale credito di 67.109,69 euro (credito inoltre da verificare da parte dell’azienda, perché si riferirebbe a diversità nel calcolo dell’indicizzazione ISTAT dell’affitto dal 2010 al 2018 ). LE CONCLUSIONI Alla luce di quanto riportato sopra, Donnafugata è stata fatta fallire:  per un debito di soli 67.109,69 euro  per un debito che niente ha a che fare

NELLA FOTO, UN’ALTRA BELLA BUCA FRA LE 36 CHE SONO OSPITATE NEL RESORT DI DONNAFUGATA. DURANTE L’ULTIMO ANNO DI ATTIVITÀ IL FATTURATO DELLA STRUTTURA ERA CRESCIUTO FINO A UN TOTALE DI OLTRE OTTO MILIONI E MEZZO DI EURO, CON UN BUON UTILE OPERATIVO

con le motivazioni alla base della sentenza di fallimento della Corte d’Appello di Catania  mentre la società era in bonis con il resto del mondo e fatturava più di 8.500.000 di euro (malgrado i fortissimi effetti negativi sul mercato derivanti dalla richiesta di fallimento)  mentre si confermava il trend positivo verso un futuro di certezze economiche garantendo l’occupazione  mentre aveva disponibilità liquide per

più di 1.500.000 euro. Riceviamo poi dalla curatela copia dello Stato Passivo Definitivo accertato dal Giudice Delegato del Tribunale Fallimentare di Ragusa. Oltre confermare quanto già espresso dalla curatela nello stato Provvisorio, riduce ulteriormente il già esiguo debito nei confronti di Arezzo, da 67.109,69 a 54.867,60 euro, confermando l’infondatezza delle richieste danni e certificando l’impossibilità di nuova edificazione, avendo esaurito la capacità

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edificatoria già dal 2012! L’evidenza della superficialità dimostrata dalla Corte di Appello di Catania in merito alle motivazioni alla base della richiesta di fallimento e successivamente alla richiesta di revoca del fallimento purtroppo non permette in tempi brevi la sospensione del procedimento. In questo modo si causa un pesante danno economico per i creditori e per gli azionisti, stimabile in diverse decine di milioni di euro. Il complesso alberghiero infatti è stato periziato dal tecnico nominato dal Tribunale di Ragusa in oltre 43 milioni di euro, mentre l’ipotesi più accreditata per la possibile cessione tramite asta competitiva sarà difficilmente superiore ai 15 milioni di euro .

MURETTI A SECCO, ULIVI E CARRUBI DISEGNANO I FAIRWAY DI DONNAFUGATA, DISTESI A BREVE DISTANZA DAL MARE SU MORBIDE ONDULAZIONI DEL TERRENO. NELLE ALTRE DUE FOTOGRAFIE, LA ZONA FITNESS, ANNESSA A UNA GRANDE AREA SPA, E LE LUCI SOFFUSE DEL NIGHT BAR

GLI AGGIORNAMENTI DELL’ULTIMO PERIODO L’asta del 30 ottobre 2019 è andata deserta. L’unica offerta pervenuta, peraltro priva delle coperture sia economiche che industriali e perciò rigettata, era di soli cinque milioni di euro. La curatela ha finito i soldi della cassa (oltre 700 mila euro ) che sono stati spesi nei 12 mesi trascorsi per guardiania, manutenzione minima dei campi, Enel, etc.. Dato che nessuno viene più pagato da settembre

2019, nelle prossime settimane verrà abbandonata al suo destino tutta la struttura. Non si sa che cosa può succedere ora: probabilmente una vendita immobiliare, che però avrà poche possibilità di successo per i vincoli con gli impianti fondamentali realizzati sui terreni in affitto. L’unica alternativa ragionevole sarebbe un contratto di affitto fatto in maniera intelligente per rilanciare la struttura e poi (solo fra almeno tre anni), con la struttura nuovamente in funzione proporre una gara.

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Effettuato il pagamento Vi preghiamo di voler allegare copia del bonifi co al seguente modulo e di inviarci il tutto ai recapiti sopramenzionati. Informativa ai sensi degli art. 13 e 14 del GDPR 2016/679. I dati da Lei trasmessi ci autorizzano a utilizzarli per l’iniziativa in oggetto, per l’invio di informazioni relative agli interessi da lei scelti, nonché per fi nalità promozionali della nostra attività. I dati verranno raccolti, registrati ed elaborati anche elettronicamente con riservatezza e nel rispetto della legge sulla privacy. Lei potrà in ogni momento accedere ai dati e chiederne la correzione o la cancellazione, scrivendo a privacy.gdpr@publimaster.it

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DOPO SETTE ANNI DI OBLIO, IL RESORT GOLFISTICO VICINO A CEFALÙ DOVREBBE TORNARE A VIVERE. ALL’OTTAVO TENTATIVO, L’ASTA DEL FALLIMENTO È ANDATA A BUON FINE E LA STRUTTURA È STATA ACQUISTATA DA UNICESD OLYMPO. BUONE NOTIZIE ANCHE DA VERDURA, DOVE SONO AVANZATI I LAVORI PER RIMODELLARE IL CAMPO DEVASTATO DALL’ALLUVIONE DELLO SCORSO ANNO

NELLA FOTO, LO STRAORDINARIO SPETTACOLO DI CEFALÙ, MERAVIGLIOSA CITTADINA IN PROVINCIA DI PALERMO, A UNA MANCIATA DI CHILOMETRI DA LE MADONIE

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Circoli italiani / Sicilia A DESTTRA, FOTO D’ARCHIVIO DEL PUTTING GREEN E DELLA CLUBHOUSE DE LE MADONIE, RESORT CON UN BEL PERCORSO A 18 BUCHE DI LUIGI ROTA CAREMOLI, CHIUSO DAL 30 MAGGIO 2012 E DI RECENTE VENDUTO ALL’ASTA. IN BASSO, RUSPE AL LAVORO A VERDURA, FANTASTICA STRUTTURA A CINQUE STELLE NEI DINTORNI DI SCIACCA (AGRIGENTO), PER SCOLPIRE LE NUOVE BUCHE DISEGNATE DA KYLE PHILLIPS, CHE PRENDERANNO IL POSTO DI ALCUNE GIÀ ESISTENTI (NELLA PAGINA ACCANTO UNA VEDUTA GENERALE)

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n questi mesi si è stata riscritta la storia del Golf Resort “Le Madonie”, l’affascinante complesso turistico vicino Cefalù (Palermo). Dopo l’apertura del campo nel 2004, la società proprietaria è fallita nel 2012, ed è stata avviata una lunghissima curatela che ha tentato di vendere il complesso. Solo in questa estate è stata presentata una congrua offerta d’acquisto. Alla fine, le Madonie Golf Resort di Collesano è stato acquistato dalla società UniCESD Olympo srl, preseduta da Salvatore Di Carlo, attiva nell’ambito degli studi universitari e post-universitari (corsi di laurea,

Master, certificazioni e perfezionamenti). La struttura, costruita attorno al campo da 18 buche, fu chiusa il 30 maggio 2012. La struttura così potrebbe finalmente aprire i battenti in tutta la sua bellezza ed iniziare quel virtuoso percorso rimasto zoppicante sin dall’inizio. Mentre il campo è stato infatti inaugurato nell’agosto 2004, la struttura alberghiera non ha mai aperto ai clienti. Sono state fornite mille motivazioni diverse, ma nessuna di queste ha realmente chiarito i misteriosi obiettivi della proprietà. Si è arrivati al paradosso che, nel corso degli ultimi mesi di vita, sono state

rifiutate tantissime prenotazioni di uso del campo, rinunciando inspiegabilmente a sicuri introiti. Ma oramai è acqua passata. Il complesso di oltre 60 ettari è situato vicino al mare, a circa 15 minuti da Cefalù e mezz’ora da Palermo. Il campo è stato disegnato da Luigi Rota Caremoli ed è un par 72 di 6.004 metri. Tra queste colline prospicienti il mare, risiedono 3.000 ulivi e 2.000 aranci, mentre sono stati realizzati cinque invasi artificiali, un hotel con 90 camere, spa, centro congressi, ristoranti, bar, piscine, 32 villette, clubhouse, due campi da tennis e persino un oleificio. Molti ricorderanno di avervi giocato o di aver visto le bellissime immagini nei siti e nelle riviste specializzate. Nel corso degli anni infatti il campo venne insignito di meritati riconoscimenti, quali “Miglior Nuovo Campo” nel 2004. Si è ritagliato un posto speciale nella storia del golf siciliano, avendo ospitato per primo nel 2006 una gara del PGA Alps Tour. Il suo driving range è diventato subito famoso perché dalle postazioni si può godere della vista delle isole Eolie, regalando un ricordo indelebile ai tanti giocatori che sono accorsi sin dall’apertura. Tra i suoi tanti pregi, non dimentichiamo che è uno dei pochissimi campi italiani nei quali si può vedere il mare mentre si gioca. Nel corso di questi anni ho visitato tutti gli immobili e girato in lungo e in largo per la proprietà, ho visto il campo da golf dopo la chiusura

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e parlato con i volenterosi custodi e manutentori, rimasti al lavoro per conto della curatela fallimentare negli anni di chiusura. Tutti i corpi di fabbrica sono in eccellenti condizioni, non ci sono infiltrazioni, manomissioni o inefficienze dolose. Moltissimi arredi hanno ancora gli imballi originali e le sedute della sala congressi sono intonse. Non manca niente. Immagini quasi spettrali come nei film apocalittici, quando gli abitanti scappando lasciano le case non portando via nulla. Con la differenza che in questo caso gli impiegati si sono adoperati per mantenere il tutto al meglio. Hanno capito benissimo che era la loro unica speranza di far aggiudicare quanto prima la struttura e ritrovare un lavoro perso. Ma nonostante gli sforzi, la strada è stata molto lunga. Ci sono volute ben nove aste, innumerevoli atti e perizie, visite e valuta-

zioni. Ora sembra che ci siamo. La legge ha obbligato la curatela fallimentare ad un laborioso e lunghissimo procedimento e a stilare valutazioni economiche delle basi d’asta che sembravano essere sempre non coerenti col mercato, tanto che tutti i primi tentativi sono andati deserti. Nel corso di quest’anno, invece, la situazione era notevolmente mutata. Sembra che diversi fattori positivi siano concorsi all’attesa soluzione, non ultimo l’interesse generale che offre al mondo del turismo il tratto di costa tra Palermo e Cefalù. L’anno scorso il Club Med ha riaperto il suo splendido villaggio, ora diventato un resort a “5 tridenti”. La struttura sul mare di Cefalù propone design, servizi e prezzi da residenza di gran lusso. Quasi di fronte alle Madonie, in località Campo Felice di Roccella, aprirà l’Hard Rock Hotel della famosa

catena statunitense, un complesso 5 stelle tra colline e mare, realizzato con un investimento di 28 milioni di euro. A Palermo, infine, Sir Rocco Forte ha acquistato il Grand Hotel Villa Igea, monumentale complesso liberty sul mare, destinandolo ad arricchire la sua esclusiva catena di hotel e resort. Ma al di là di queste rilevanti novità turistiche e alberghiere in zona, probabilmente la ragione principale sembra essere il valore complessivo della richiesta del Tribunale, stavolta partita da 6,8 milioni per tutto il complesso (hotel, campo e oleificio compresi). L’aggiudicazione è poi avvenuta per una somma attorno a 8,2 milioni di euro. A questo punto, a noi non rimane che attendere e sperare di giocare nuovamente a Le Madonie, quanto prima scaldati dal tepore siciliano e godendo della meravigliosa vista del mare di Cefalù.

I LAVORI DELLE NUOVE BUCHE AL VERDURA

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ttime novità dal favoloso complesso vicino Sciacca (Agrigento). Dopo l’esondazione del fiume dello scorso novembre, Sir Rocco Forte ha premuto l’acceleratore della ricostruzione. È stato di nuovo coinvolto il progettista californiano che ha firmato i due percorsi originari, l’architetto Kyle Phillips, autore anche di icone mondiali quali Kingsbarns, Dundonald, The Grove, Yas Links, California San Francisco e dell’aggiornamento di Valderrama. Il genio statunitense ha valutato al meglio l’orografia del territorio e interpretato i flussi idrici del mare e del piccolo fiume confinante la proprietà. È nata così un’interpretazione del tutto originale e innovativa che offrirà ai golfisti un’esperienza unica in Italia: giocare alcune buche attorniati da una laguna sul mare. Abbiamo, in tal senso, sentito António Castelo, il golf director del Verdura Resort: “I lavori di ristrutturazione di uno dei nostri campi da golf da

campionato a 18 buche sono iniziati nel mese di luglio 2019. Il percorso sarà completamente ricostruito, con nuovi sistemi di irrigazione e drenaggio. Anche l’erba sarà sostituita. Il layout principale rimane inalterato, ma le buche sono state ri-progettate per offrire un’esperienza di golf ancora più emozionante. La vista sul mare Mediterraneo risulta ulteriormente esaltata. Il progetto condiviso con Kyle Phillips per questa ricostruzione intende dare ai campi un’atmosfera più ‘linky’. Questo obiettivo sarà raggiunto integrando un nuovo design alla costa e valorizzando alcune buche con l’aiuto del mare stesso, che entra da protagonista”. Non rimane che attendere alcuni mesi per vedere il risultato del lavoro di Kyle Phillips. Entrambi i percorsi, l’East e il West, saranno pronti nel corso del 2020. Con ogni probabilità potrebbero essere già giocabili sin dal prossimo mese di settembre.

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Venice Open / Eco Record

FESTA

in famiglia

CONTINUA IL GRANDE SUCCESSO DELL’EVENTO ORGANIZZATO DA U.S. KIDS E DAI TRE CIRCOLI DI PLAYGOLF54: MONTECCHIA, FRASSANELLE E GALZIGNANO. IN PRIMO PIANO L’ATTENZIONE PER L’AMBIENTE E LA CERTIFICAZIONE GEO di Stefano Boni

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a ricerca del miglioramento continuo è alla base di ogni storia di successo nel golf e oltre: dai record di Tiger Woods che, parola di Hank Haney, non ha mai concepito l’idea di praticare per il ‘mantenimento’, alla cura con cui l’Old Course di St Andrews si rimette in gioco prima di ogni appuntamento con l’Open Championship . La ricerca del miglioramento continuo caratterizza dal 2015 anche un evento di casa nostra, il Venice Open. Un’organizzazione sempre più efficiente, un’accoglienza di classe mondiale e il crescente livello dei partecipanti lo hanno reso un appuntamento imperdibile, vero e proprio Major di quel circuito U.S. Kids che ha dato al golf odierno campioni del calibro di Jordan Spieth e Justin Thomas. E a crescere, anno dopo anno, è stato anche il coinvolgimento ambientale di questo torneo, che per la scorsa edizione ha ottenuto la Certificazione GEO Tournament. Una prima mondiale finora da record, in quanto a oggi quello dei tre circoli padovani resta l’unico torneo dilettantistico ad aver raggiunto questo traguardo. Per l’appuntamento di quest’anno PlayGolf54 e U.S. Kids hanno pensato bene di superarsi e dunque erano tante le novità in campo, a partire dall’iniziativa ‘Open Water’. A ognuno dei 209 partecipanti è stata data in omaggio un contenitore ricaricabile con il logo del Venice Open, che poteva essere riempito in uno dei 14 punti dislocati lungo i tre percorsi di gioco di Montecchia, Frassanelle e Galzignano. Alla fine dell’evento le stazioni di ricarica hanno erogato complessivamente 972 litri, permettendo di risparmiare un equivalente di 1.944 bottiglie di plastica da mezzo litro. Assieme alla bottiglia ricaricabile veniva data la possibilità di portarsi a casa un altro ‘souvenir sostenibile’: il Miele Millebuche del Golf della Montecchia, prodotto finale del lavoro notevole che questo circolo porta avanti dallo scorso anno per incentivare la presenza degli impollinatori. Una vera e propria dose di energia a chilometro zero in continuità con la filosofia che da sempre caratterizza la ristorazione del Venice Open: alimentazione sana a base di ingredienti locali e stagionali. Stavolta questo concetto è stato ribadito con l’iniziativa ‘Crea il tuo pasto salutare’. Per ogni piatto venivano fornite le analisi nutrizionali allo scopo di sensibilizzare giovani e meno giovani sull’importanza di una dieta equilibrata. Migliorati rispetto allo scorso anno anche gli aspetti energetici, con produzione di energia rinnovabile in loco grazie all’impianto fotovoltaico installato sul centro manutenzione del Golf della

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Montecchia. La nuova attrezzatura ha permesso di risparmiare 0,8 tonnellate di CO2 nel corso dell’evento: un beneficio ambientale che poteva essere apprezzato in tempo reale grazie a uno speciale schermo posizionato in clubhouse. Sono state poi riconfermate tante iniziative di successo delle passate edizioni, tra cui la promozione della mobilità sostenibile con messa a disposizione di servizi navetta, la raccolta fondi a scopo benefico per un istituto locale (Cooperativa Braccio di Ferro), il questionario verde per sensibilizzare bambini e genitori sulle tematiche ambientali. Proprio attraverso il questionario è

emerso che il 69 percento dei partecipanti era al corrente delle performance di sostenibilità finora raggiunte dal Venice Open, un numero più che doppio rispetto alla passata edizione e segno che l’attività di comunicazione è divenuta con il tempo sempre più efficace. Grandi risultati, dunque, e l’organizzazione ha già in serbo diverse novità per l’edizione 2020. C’è solo una cosa che sicuramente è destinata a rimanere immutata nel tempo: il clima di divertimento ed entusiasmo che unisce partecipanti e accompagnatori dall’inizio alla fine e contribuisce a fare di questo torneo una vera e propria festa della famiglia.

A SINISTRA, UN MOMENTO DI GIOCO DEL VENICE OPEN SUL PERCORSO DELLA MONTECCHIA. QUI ATTORNO ALCUNE IMMAGINI DELLA SPLENDIDA MANIFESTAZIONE PER GIOVANISSIMI ORGANIZZATA DA U.S. KIDS, CON DETTAGLI SU CONTENITORI PER L’ACQUA, MIELE MILLEBUCHE E LO SCHERMO PER VERIFICARE IL RISPARMIO NELL’EMISSIONE DI CO2

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Roma 2022 / il campo di gara

Sarà una grande RYDER CUP

DURANTE L’86° MEETING NAZIONALE DELL’AITG SI È PARLATO DEI LAVORI E DELLE NOVITÀ DEL MARCO SIMONE, PERCORSO CHE OSPITERÀ FRA TRE ANNI LA SFIDA PIÙ ATTESA DAL PANORAMA GOLFISTICO MONDIALE

di Federica Rossi

L’

11 e il 12 novembre scorsi, al Parc Hotel Paradiso & Golf Resort di Castelnuovo del Garda si è svolto l’86° Meeting Nazionale dell’AITG (Associazione Italiana Tecnici di Golf). È stato il primo meeting del dopo Pagliettini e il neopresidente Davide Santagostino ha voluto dare all’incontro un titolo significativo “Nel segno della continuità”. La continuità di quella strada che, nel corso degli anni, è stata tracciata dai diversi direttivi e che rappresenta per tutti un percorso di valorizzazione

del ruolo dei tecnici del golf. Tra i tanti interventi, si è parlato del Marco Simone e della preparazione in vista della Ryder Cup 2022. Riccardo Tirotti, Business Development Manager del circolo romano, ha raccontato i diversi lavori svolti. Dall’idea iniziale di modificare le buche già esistenti si è optato per un rifacimento ex novo del percorso di gara, iniziato a settembre del 2018 con l’intervento sulla buca 1 e 9. Una scelta dettata dalla necessità di ampliare la metratura del

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campo, di permettere un adeguato passaggio del pubblico con relative vie di fuga per la sicurezza e di creare un’ampia area per il villaggio ospitalità. Il nuovo tracciato avrà una lunghezza di 6.635 metri con cinque diversi battitori. Oltre ai lavori al campo, grande miglioramento anche alla clubhouse, alle strutture limitrofe e al campo pratica, che saranno tutti completamente rinnovati per consentire al Marco Simone di ospitare le prossime edizioni dell’Open d’Italia dall’autunno del 2021 e garantire le ampie tribune e le strutture richieste per poter accogliere i 50.000 spettatori previsti al giorno per la storica sfida tra Europa e Stati Uniti. Il countdown è partito. La 44esima edizione dell’evento biennale andrà in scena al Marco Simone Golf & Country Club dal

IN ALTO, IL RENDERING DELLA BUCA 16 DEL NUOVO MARCO SIMONE. SOTTO, LO SCORE DEL PERCORSO ROMANO, UN 18 BUCHE PAR 72 DI 6.635 METRI. UN BEL BANCO DI PROVA PER ENTRAMBE LE SQUADRE, PROTAGONISTE DELL’EDIZIONE DI ROMA 2022

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30 settembre al 2 ottobre e la missione principale del comitato per la Ryder Cup e dell’European Golf Design è presentare un campo in condizioni impeccabili. Da qui la scelta di convertire il manto erboso in erba paspalum, dal risultato più brillante, ottimo per le riprese televisive. L’intera struttura del circolo romano rappresenta un progetto ambizioso creato alla fine degli anni Ottanta dalla stilista e imprenditrice Laura Biagiotti e dal marito Gianni Cigna. L’obiettivo era trasformare 150 ettari di campagna romana in 27 buche spettacolari intorno al castello di Marco Simone, una costruzione con una torre antica risalente all’anno mille. Così, oggi, il circolo si trova a 17 km dal cuore della città eterna, offrendo anche distanti scorci della cupola di San Pietro. All’interno di questo storico contesto è inserito il progetto di rinnovo del circolo suddiviso in quattro fasi, in modo da poter permettere ai soci e ai turisti di continuare a giocare su 18 buche durante tutta la trasformazione e godersi il passaggio del Marco Simone in un campo iconico da Ryder Cup. Tante le dichiarazioni dei protagonisti di questa cavalcata verso il 30 settembre 2022 a partire Gianpaolo Montali, Direttore Generale del Progetto Ryder Cup. “Il nostro impegno per il Progetto Ryder Cup 2022 non è solo quello di ospitare un evento sportivo globale, ma anche di lasciare una legacy al Paese. Con l’avanzamento dei lavori al Marco Simone il percorso di gara diventerà una meta di pellegrinaggio sportivo che continuerà a richiamare tanti golfisti per molti anni e contribuirà a incrementare l’indotto economico generato dal turismo golfistico. Siamo ambiziosi. Le immagini del campo di gioco offrono a tutti gli appassionati nel mondo un assaggio dello spettacolo che li aspetta nel settembre 2022. L’ufficializzazione delle date rappresenta un altro importante passo nel nostro viaggio verso la prima Ryder Cup italiana. Dobbiamo ancora una volta ringraziare il presidente Franco Chimenti, che ha avuto l’intuito e il coraggio di vincere questa affascinante sfida per il nostro Paese”. L’entusiasmo è palpabile: ora che le prime nove buche sono concluse e si è avviato il lavoro per le seconde nove, il percorso sta sempre più prendendo forma. “Il Marco Simone Golf & Country Club, sede della Ryder Cup 2022, è la più eccitante e avanguardistica interpretazione contemporanea dell’architettura golfistica - ha dichiarato Lavinia Biagiotti, presidente del circolo - “Le ondulazioni del terreno, i corsi d’acqua, l’antico e nobile castello sono gli elementi caratterizzanti di questo nuovo esclusivo percorso, armoniosamente inserito nel suo ambiente naturale. Dall’esperienza di grandi professionisti statunitensi e anglosassoni quali Tom Fazio II e European Golf Design prendono forma le 18 buche Ryder Cup. Il Marco Simone è una continua e affascinante successione di immagini per giocatori e spettatori: grandi anfiteatri naturali, immersi nel paesaggio romano, rappresentano la nuova dimensione per un golf spettacolare”.

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Dossier / Grandi Eventi

I conti della

RYDER CUP 2018 IL GRANDE EVENTO PARIGINO DELLO SCORSO ANNO È STATO UN SUCCESSO DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO O INVECE SI È RIVELATO UN FLOP? CERCHIAMO DI SCOPRIRLO ATTRAVERSO UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI SHEFFIELD COMMISSIONATO DAGLI ORGANIZZATORI

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Dossier / Ryder Cup 2018 a cura della redazione

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he impatto ha avuto la Ryder Cup del 2018 sul Paese ospitante, la Francia? Il Centro di Ricerca dell’Industria dello Sport della Sheffield Hallam University ha dato una risposta, replicando lo studio fatto per l’edizione del 2014, a Gleneagles, in Scozia. Attraverso il portale eventIMACTS.com è stato infatti stimato l’impatto economico che la biennale sfida tra Europa e Stati Uniti ha avuto sulla Francia e aree limitrofe.  Si stima che gli introiti maggiori arrivino direttamente dalla spesa dei turisti in Francia accorsi in occasione della Ryder Cup. Questo movimento ha avuto un forte impatto sull’economia francese e parigina.  Le stime si basano su un programma di ricerca intrapreso durante l’evento di settembre al Golf Le National. I risultati hanno prodotto 6.000 risposte e si è basato sul numero di spettatori presenti, del personale coinvolto, oltre ai risultati ottenuti dal post evento, con l’intervento dei diversi sponsor e fornitori e con il team finanziario della Ryder Cup Europe.  La Ryder Cup ha generato un impatto economico di 60,4 milioni di euro in tutta la Francia. A Parigi invece la cifra si aggira sui 76,3 milioni, somma che include sia la spesa dei turisti accorsi per la competizione, sia la spesa degli organizzatori.  La spesa in Francia da parte dei turisti in visita in occasione della la Ryder Cup è stimata sui 53 milioni di euro e la cifra corrispondente su Parigi è invece di 54 milioni di euro. Altri gruppi hanno generato un ulteriore impatto economico di 10 e 11 milioni di euro, rispettivamente in tutta la Francia e a Parigi (come mostrato nella tabella qui sotto). Francia Parigi (milioni E) (milioni E) Spettatori 52,83 54,29 Altri gruppi 10,01 11,02 Organizzatori e partner -2,47 10,96 Impatto economico diretto 60,37 76,27

 L’approccio utilizzato per questa ricerca è lo stesso che è servito per stimare l’impatto economico della Ryder Cup nel 2014, che sul Regno Unito è stato di 53 milioni di sterline e sulla Scozia di 28 milioni.  Gli spettatori sono arrivati da oltre 90 Paesi e il 49% di essi dal Regno Unito. Le altre nazioni coinvolte erano gli Stati Uniti, la Germania, l’Olanda, l’Irlanda, il Belgio, la Svizzera, la Spagna, la Svezia e la Danimarca.

 La maggior parte degli spettatori in visita in Francia ha usufruito di pacchetti personalizzati di 3/4 notti, per un totale di 220.000 pacchetti solo a Parigi. Tra questi l’8% dei visitatori ha prolungato il proprio soggiorno oltre la settimana di Ryder Cup.  Il costo complessivo di tutti i turisti e gli spettatori all’evento, indipendentemente dalla loro motivazione e dalla sistemazione, e di tutte le spese organizzative, indipendentemente dalla fonte

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NELLA DOPPIA PAGINA D’APERTURA, LO STRAORDINARIO COLPO D’OCCHIO DEL PUBBLICO DURANTE LA RYDER CUP 2018 A PARIGI. QUI ACCANTO, IL PUTTER D’ARGENTO ESPOSTO NEL SALONE D’INGRESSO DELLA CLUBHOUSE DI WHISTLING STRAITS, DURANTE L’INCONTRO CON LA STAMPA A UN ANNO DI DISTANZA DALLA RYDER CUP CHE SI SVOLGERÀ NEL CELEBRE CIRCOLO DEL WISCONSIN DAL 25 AL 27 SETTEMBRE 2020 di finanziamento, hanno rappresentato in Francia un’attività economica complessiva di 235,7 milioni di euro. Una cifra molto superiore ai 106 milioni di sterline del 2014.  Durante tutta la settimana della Ryder Cup c’è stata un’affluenza di 275.000 persone. Tra queste 228.000 erano spettatori mentre i restanti 88.000 erano invece stampa, personale coinvolto, volontari, sponsor e fornitori.  Quasi i due terzi dei visitatori prove-

nienti da tutte le parti del mondo hanno approfittato della competizione per vedere e conoscere la Francia (ben il 65%); il 16% di essi era francese in visita a Parigi.  Circa sette spettatori su dieci che hanno visitato Parigi hanno espresso il desiderio di tornarci per una breve vacanza nel prossimo anno alimentati dall’esperienza della Ryder Cup. Inoltre, sebbene i media e il lavoro del marketing non vadano oltre lo scopo del

progetto Ryder, è probabile che tale esposizione contribuisca ad attrarre sempre più visitatori negli anni a venire.  L’eredità della Ryder Cup 2018 diventerà probabilmente più evidente nel prossimo decennio con la nascita di numerosi nuovi campi pubblici in grado di accrescere il mercato del golf in Francia. Le Golf National, nel frattempo, ospiterà i Giochi Olimpici di Parigi nel 2024 e continuerà a entusiasmare i francesi.

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Indagine / Golf in Europa

NELLA FOTO GETTY IMAGES, UNA SPLENDIDA VEDUTA AEREA DEL PERCORSO DI KINGSBARNS, IN SCOZIA, A UNA MANCIATA DI CHILOMETRI DALLA HOME OF GOLF DI ST ANDREWS

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Calma piatta. O QUASI a cura della redazione

NELL’INDAGINE KPMG CHE ANALIZZA L’ANDAMENTO DEL NUMERO DI GOLFISTI E DI CLUB NEL VECCHIO CONTINENTE AL 31 DICEMBRE 2018, POCHE VARIAZIONI. BICCHIERE MEZZO VUOTO O MEZZO PIENO?

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Indagine / Golf in Europa

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nche se con un po’ di ritardo rispetto alle precedenti edizioni, KPMG ha pubblicato i risultati dell’indagine sul golf in Europa. I dati sono aggiornati al 31 dicembre 2018 e fotografano una situazione abbastanza stabile, dato che può essere letto in positivo perché le variazioni sono minime, ma anche sottolinea il fatto che da qualche stagione il golf nel Vecchio Continente ha smesso di crescere. Come ogni anno, una premessa d’obbligo: l’indagine tiene conto solo dei golfisti tesserati a una federazione o a un’associazione nazionale. In Paesi come Gran Bretagna, Germania o Francia, ciò significa prendere in considerazione solo una percentuale a volte molto limitata di praticanti, vista la presenza maggioritaria di giocatori “liberi”. A voler essere pignoli, c’è stata una leggera contrazione dello 0,6 per cento nel numero di golfisti (-24.396), mentre i campi sono rimasti fermi a quota 6.859 (-3). I dati più negativi (tabella qui a lato) riguardano Galles (-4,1%) e Scozia (-4,0%), anche se in

Situazione generale nei maggiori Paesi europei

2018: praticanti e campi da golf nel Vecchio Continente

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termini assoluti la discesa maggiore si segnala in Inghilterra (-10.688, -1,6%), di gran lunga il Paese europeo con il maggior numero di giocatori, oltre tre milioni. In positivo spiccano invece Austria (+5,9%), Norvegia (+2,3%) e Olanda (+2,2%, massimo aumento in valori assoluti con +8.702). Nella tabella in basso della pagina accanto,

una veduta generale della situazione. L’Italia non rientra fra i dieci mercati principali come numero di giocatori (a sinistra), mentre è al nono posto come numero di percorsi di gioco. Da ricordare ancora che il dato inglese è fortemente limitato rispetto alla realtà dei praticanti. In basso, l’indicazione della situazione

nei vari mercati: 31,8% in crescita, 22,7 % stabili, 45,5% in diminuzione. Qui sotto invece la tabella con i grafici relativi agli juniores. Al comando la Svezia, mentre l’Italia figura in decima posizione. A destra il trend (2015-2018) degli junior nel nostro Paese, che appare in notevole controtendenza rispetto al dato

2018: il numero di giocatori juniores in Europa

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Indagine / Golf in Europa 2

generale (+21,1%). Nel grafico sotto, infatti, la situazione a livello europeo segna una contrazione di 42.577 giovani nel giro di tre anni, e cioè il 12,1%, un dato certo non confortante. E veniamo alla tabella di questa pagina, dedicata ai maestri di golf del Vecchio Continente. Con grande distacco, conduce il gruppo la Gran Bretagna con 7.800 professionisti, altro dato che inconfutabilmente sottolinea come il numero dei giocatori si debba contare in milioni. Incredibile la quasi totale assenza di

insegnanti donne, conferma una volta di più che nelle Isole il golf è tuttora un affare tutto al maschile. Presenza massima femminile in Svezia, con il 15%. L’Italia, solo tredicesima come numero di giocatori (vedi la tabella riassuntiva della pagina accanto), è invece sesta nel numero di pro (circa 600), superando l’Olanda che ha circa quattro volte i nostri giocatori. Secondo i dati riportati nella pagina accanto, l’Italia ha uno dei valori medi più bassi di giocatori per circolo (378). Ai vertici di questa graduatoria

come accade da molti anni l’Olanda (1.573), seguita da Finlandia (1.112) e Svezia (1.049). L’Islanda invece straccia tutti quando si tratta di numero di popolazione per campi esistenti. Sono solo 5.758 abitanti per campo e il livello di partecipazione è altissimo (4,81%). Seguono la Svezia (4,61%) e l’Irlanda (3,80%). L’Italia ha l’indice di partecipazione più basso dei primi 20 Paesi in classifica (0,15%) e un campo ogni 246.058 abitanti, che viceversa è il più alto.

I professionisti del golf europei

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2017 - 2018: giocatori e campi a confronto

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Punti vendita / Pro-Shop e Megastore

Nuove SINERGIE al servizio del golfista

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DAL 1987 GOLF’US È IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER GLI ACQUISTI DI OGNI APPASSIONATO. GRAZIE A UN’ESPERIENZA E UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA TRENTENNALE OGGI PROPONE, ATTRAVERSO UNA VASTA GAMMA DI SERVIZI DI ASSOLUTA QUALITÀ, SOLUZIONI DI GESTIONE DEI PRO-SHOP ‘TAILOR-MADE’, PER VALORIZZARE SEMPRE PIÙ L’OFFERTA DEI CIRCOLI ITALIANI

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di Andrea Vercelli

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ell’offerta che ogni circolo di golf propone ai suoi clienti, che essi siano assidui soci, frequentatori occasionali o semplici turisti con la sacca al seguito, la voce servizi ha oggi più che mai un peso determinante per fare la differenza. In un’epoca in cui è fondamentale saper ottimizzare i costi ma allo stesso tempo non abbassare il livello qualitativo della propria offerta per evitare di perdere in competitività, saper individuare nuove sinergie gestionali è alla base di qualsiasi progetto che abbia prospettive di lunga durata. Uno dei punti chiave attraverso il quale passa la fidelizzazione del golfista è certamente il punto vendita del golf club, soprattutto quando questo è in grado di lavorare a stretto contatto con il circolo e contribuire ad alzare il livello qualitativo dell’intera struttura attraverso una serie di articolati servizi pensati per soddifare ogni esigenza del golfista. Da oltre 30 anni Golf’us è il punto di riferimento assoluto in termini di vendita al dettaglio e oggi conta 15 Megastore e oltre 30 pro-shop tra Italia, Francia e Spagna. Il suo motto è “Your Golf is important to us”, ovvero proporre servizi di qualità a ogni appassionato, per fargli vivere la propria passione ogni giorno, in modo completo, e a 360 gradi. “La nostra missione - racconta Mavie Vittadini, Presidente e fondatrice di Golf’us - è da sempre quella di seguire e orientare i nostri clienti nelle loro scelte, dall’attrezzatura all’abbigliamento sino a

QUI ACCANTO, MAVIE E PAOLO VITTADINI, PRESIDENTE E CEO DI GOLF’US, FOTOGRAFATI A MILANO NEL MEGASTORE DI VIA GALLARATE

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Punti vendita / Pro-Shop e Megastore una vasta gamma di articoli e accessori. Il successo di Golf’us si basa essenzialmente sulla serietà, la trasparenza, la sincerità e l’affidabilità con cui ci relazioniamo con le persone e l’importanza che riserviamo al cliente”. Ma nell’era in cui tutto viaggia sempre più veloce, e spesso ai danni della qualità finale, c’è chi ne fa di questa il punto chiave del suo successo e quello di svolta per un ulteriore crescita. “Oggi si ha sempre meno tempo per tutto e per questo è vitale coprire le esigenze di ogni appassionato direttamente là dove si reca a giocare. Sviluppare servizi sempre più articolati e attenti alle esigenze dei golfisti costituirà la base, non solo della nostra attività futura ma anche quella di ogni golf club - prosegue Mavie Vittadini - per questo è fondamentale cercare di dare vita, proprio insieme ai circoli, a nuove sinergie capaci di qualificare sempre più l’offerta sia della struttura stessa sia del punto vendita”. Il pro-shop quindi non più visto come un semplice negozio dove acquistare palline, bastoni o capi di abbigliamento ma come vero e proprio centro nevralgico dei servizi a disposizione del golfista. “Oggi è la qualità a fare la differenza - prosegue Paolo Vittadini, Amministratore Delegato del Gruppo - ed è per questo che bisogna essere sempre più vicini e attenti alle necessità di soci e visitatori. Grazie a un’esperienza e una struttura organizzativa trentennale, Golf’us è oggi in grado di proporre soluzioni di gestione dei pro shop non più standard ma su misura, a seconda delle reali necessità della struttura e della tipologia di circolo. Il modello di business di Golf’us prevede diverse modalità di gestione del pro shop, che si possono modulare e personalizzare in base alle specifiche necessità del golf club. A solo titolo esemplificativo, si valutano e si personalizzano: le modalità di approvvigionamento dei prodotti e dei marchi trattati; la scelta del personale addetto alla vendita che può essere a carico del circolo oppure di Golf’us; la posizione fiscale per l’attività di vendita può essere in capo al circolo oppure a Golf’us, e via discorrendo”. L’obiettivo è quello quindi di diventare

sempre più un partner a stretto contatto con i golf club, fornendo a loro una serie di servizi mirati e tailor-made che contribuiscano anche a migliorare l’offerta complessiva della struttura. “Abbiamo un’attività che coinvolge circoli, campi, operatori di settore, maestri della PGAI. Il segreto per continuare a crescere è mettere sul tavolo la capacità di ogni realtà e ordinare il tutto, lavorando in sinergia e non più individualmente”. Da tempo ormai Golf’us ha ottimizzato e sviluppato una serie di servizi personalizzati per i propri clienti tra cui quello del Fitting, svolto nei Megastore con tecno-

logie avanzate supportate dalla professionalità di esperti del settore, in grado di garantire non solo un miglioramento delle performance ma di appassionare sempre più e, non ultimo, fidelizzare i golfisti. “È per questo che da trent’anni anni facciamo il possibile per rendere il nostro servizio ai golfisti amichevole, cordiale, ma nello stesso tempo professionale e soprattutto sincero - prosegue Paolo Vittadini -. Ed è anche per questo che siamo la catena di negozi di golf che ha registrato il maggior tasso di crescita grazie alla fiducia che, giorno dopo giorno, i nostri clienti ci dimostrano.

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Da qualche tempo stiamo realizzando, in collaborazione con alcuni circoli sia italiani che esteri, un servizio specializzato per gli alberghi in città, fornendo brochure in cui sono presenti tutta una serie di servizi per giocare nelle migliori strutture nelle vicinanze. In questo modo i golfisti hanno la possibilità di noleggiare sacche, avere green fee prenotati nei campi più prestigiosi e, in caso si tratti di aziende, di organizzare convention, incentive e molto altro ancora”. Il futuro è questo, dare vita insieme ai circoli a nuove sinergie che consentano di diversificare l’offerta golfistica e ren-

derla sempre più appealing per il cliente finale. “Il nostro Gruppo oltre a un servizio di vendita professionale - conclude Mavie Vittadini - è in grado di proporre un centro integrato di servizi che va dalle giornate Fitting e Demo Day al Rental Program di sacche complete e carrelli elettrici, dalla riparazione di bastoni e carrelli al cambio di grip e shaft, dalla possibilità di acquisto di tutti i principali brand di attrezzatura e abbigliamento da noi distribuiti sino al rinnovo totale del punto vendita, con progetti di restyling che riguardano l’illuminazione, l’arredamento e il layout. Offrendo una gamma

sempre più completa di servizi il livello di gradimento complessivo cresce inevitabilmente, generando benefici diretti e maggiori ricavi sia per il golf club sia per ogni realtà coinvolta”. Del resto è la qualità, e solo quella, l’elemento cardine che indirizza oggi tutte nostre scelte quotidiane, golf compresa.

NELLE FOTO DI QUESTE PAGINE GLI SCORCI DI ALCUNI PRO-SHOP GESTITI IN ITALIA DA GOLF’US, E PRECISAMENTE QUELLI NEI CIRCOLI DI VERONA, VENEZIA E CARIMATE

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Nuovi impianti /Acquafert

La soluzione de LE ROVEDINE a cura della redazione

CRONISTORIA DELLA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO DI IRRIGAZIONE SULLE SECONDE NOVE BUCHE DEL CLUB ALLE PORTE DI MILANO. L’INTERVENTO È STATO COORDINATO FRA LO STAFF DEL CIRCOLO E GLI ESPERTI DELL’AZIENDA CON SEDE A CICOGNOLO (CREMONA)

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UNA MERAVIGLIOSA FOTOGRAFIA DELLA BUCA NUMERO 3 A LE ROVEDINE, STORICO CIRCOLO MILANESE CHE HA COMPIUTO 40 ANNI NEL 2018

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Nuovi impianti / Acquafert - Le Rovedine

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NELLE FOTO QUI SOPRA, CANZIO SANGUANINI, CEO DI ACQUAFERT GREEN (IN ALTO) E FRANCO PIRAS, DIRETTORE DEL GOLF CLUB LE ROVEDINE DI NOVERASCO DI OPERA, A DUE PASSI DAL CONFINE CON IL COMUNE DI MILANO. PIRAS È INOLTRE UNO DEI PIÙ APPREZZATI ARCHITETTI DI GOLF ITALIANI E QUESTA SUA ESPERIENZA È STATA FONDAMENTALE PER REALIZZARE “IN PROPRIO” L’IMPIANTO D’IRRIGAZIONE DELLE SECONDE NOVE BUCHE DEL SUO PERCORSO

a costruzione delle prime nove buche del Golf Club Le Rovedine risale al 1976. Le restanti nove vennero invece aperte al gioco nel 1992. Il bel circolo di Noverasco di Opera, cui è collegato l’attrezzatissimo e contiguo campo pratica Mirasole, vera fucina di nuovi golfi sti milanesi, da qualche anno è divenuto di proprietà della famiglia Piras. Nel 2010 è stato rinnovato l’impianto di irrigazione a servizio delle prime nove buche. Per le altre Franco Piras, General Manager del Circolo e noto architetto di campi da golf, ha scelto di effettuare i lavori internamente affi dandosi al proprio staff con l’assistenza esterna di un team di supporto. Il suo vasto know how nella realizzazione di buche è stato naturalmente fondamentale per la decisione di realizzare in proprio l’intervento. Ecco come ci ha raccontato l’esperienza di rinnovo dell’impianto irriguo. “Già da alcuni anni avevo in progetto di rivedere l’impianto di irrigazione delle buche non ancora rinnovate. Emergevano infatti criticità piuttosto comuni dovute sia alla normale obsolescenza dell’impianto che ad una copertura non adeguata alle attuali esigenze agronomiche e di gioco. Unitamente all’ingegner James Massarenti, con il quale collaboro da oltre vent’anni, rispondendo a una naturale e doverosa propensione al risparmio abbiamo considerato l’opportunità di effettuare singoli interventi solo su aree circoscritte. Tuttavia, dalla valutazione costi-benefici è chiaramente emerso come in un’ottica di medio- lungo termine fosse invece preferibile intervenire in maniera radicale, nonostante un investimento iniziale maggiore. Acquafert Green ha condiviso la soluzione di intervento confacente alle mie esigenze. Io e James abbiamo effettuato la progettazione, affi dando la realizzazione dell’impianto al mio staff con il supporto di Acquafert Green, che ha fornito i materiali ed è intervenuta con personale specializzato nell’organizzazione del cantiere e nella realizzazione delle fasi più salienti. L’esperienza da me acquisita nella progettazione e costruzione di campi da Golf e le competenze della squadra di manutenzione interna, coordinata da mio nipote Francesco, hanno reso possibile questa particolare formula di collaborazione. Se il nostro team non fosse stato preparato e non avessimo avuto in casa attrezzature e macchinari adeguati avrei optato per un ‘chiavi in mano’, ma in questo

modo siamo riusciti a contenere l’investimento, a ridurre i danni al percorso e a ottimizzare la forza lavoro durante la dormienza invernale del tappeto, piuttosto che impegnarla con “lavoretti di riempimento”. L’apporto di Acquafert è stato importante soprattutto nel completamento della formazione del mio Staff, che ha appreso sottigliezze e ‘segreti del mestiere’ e oggi è ancor più confidente nell’affrontare la gestione quotidiana dell’impianto e la sua manutenzione. La realizzazione del nuovo impianto ha richiesto oltre 2.500 ore di lavoro ed è stato realizzato in due mesi tra gennaio e febbraio. A marzo, con la ripresa vegetativa, abbiamo portato e termine le fi niture, i ripristini e le trasemine nelle aree interessate dagli scavi e dai pozzetti. Al di là degli aspetti economici ci sono ulteriori vantaggi nel costruire da sé un impianto di irrigazione. Nessuna ditta esterna conosce il campo e le esigenze irrigue di ogni area meglio dello staff interno, senza contare che sappiamo esattamente dove far passare le tubazioni, sia per evitare di compromettere drenaggi e sottoservizi che in una visione evolutiva del restyling al quale il percorso sarà soggetto nei prossimi anni.” La soddisfazione per la buona riuscita di questa collaborazione è condivisa anche da Canzio Sanguanini, CEO di Acquafert Green: “Ho accettato con grande piacere di collaborare con il dottor Piras, l’ingegner Massarenti e tutto lo staff del Golf Club Le Rovedine. Penso che in questo caso la formula con cantiere assistito abbia funzionato molto bene. Ci affidiamo a questa soluzione solo quando il Circolo è in grado di gestire in prima persona gli acquisti, la messa in opera e i ripristini agronomici. Ho lavorato con Franco Piras in alcuni dei suoi progetti ed è nato un rapporto di stima reciproca che lo ha spinto a chiedere il nostro intervento all’interno del suo Circolo. Mi è stato presentato il progetto e subito come Acquafert Green ho espresso la volontà di collaborare, mettendo a disposizione un capocantiere di lunga esperienza. Successivamente ho fornito alla sua squadra le macchine operatrici indispensabili per il vibrointerro delle tubazioni secondarie. In questo modo è stato possibile minimizzare i danni al tappeto erboso e procedere in autonomia al ripristino del campo.”

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Novità / Le Sterpaglie

Fumetti in GREEN

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iorgio Beltramo, architetto, e Silvano Lana, art director, hanno in comune una grande passione. Manco a dirlo è proprio il golf. Dopo aver lavorato assieme qualche anno fa, si sono ritrovati e hanno lanciato un divertente progetto. Si chiama Golf Le Sterpaglie, un club molto, molto speciale che troverete solo su Instagram e sul sito che porta il suo nome. Parafrasando una citazione di Seneca, si potrebbe dire che “non è in nessun luogo e in ogni luogo”. Cioè potrete rintracciare un

piccolo angolo delle Sterpaglie in qualsiasi golf di questo mondo. Il campo sembra un normale percorso di nove buche, ma in verità riserva non poche sorprese. Il circolo è un palcoscenico su cui si muovono strani attori. Forse, se ci pensate avete già incontrato qualcuno di questi personaggi. Se volete saperne di più e scoprire sul green i divertenti interpreti del fumetto, provate con www.lesterpaglie.com o (Instagram) lesterpaglie. it. Vi assicuriamo che ne vale la pena. Parola di golfisti.

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Golf e diritto / L’angolo giuridico

L’ARBITRATO FEDERALE

e alcuni istituti speciali ULTIMO APPUNTAMENTO CON L’ARGOMENTO DEGLI ORGANI DI GIUSTIZIA. IN QUESTO ARTICOLO SCOPRIAMO COSA PUÒ SUCCEDERE IN AMBITO NAZIONALE QUANDO SIANO STATI ESAURITI I RICORSI ALL’INTERNO DELLA FEDERGOLF di Paolo Montanari

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on questo articolo terminiamo l’esame degli Organi di giustizia previsti dallo Statuto della Federazione Italiana Golf parlando del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport. I provvedimenti adottati dagli Organi di Giustizia della Federazione hanno piena e definitiva efficacia, nell’ambito dell’ordinamento federale, nei confronti di tutti gli affiliati e i tesserati. Ai sensi dell’art. 61 dello Statuto è riconosciuta, tuttavia, la competenza arbitrale del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport sulle controversie che contrappongono la Federazione a soggetti affiliati e tesserati, a condizione che siano stati previamente esauriti i ricorsi interni alla Federazione o comunque si tratti di decisioni non soggette a impugnazione nell’ambito della giustizia federale, con esclusione delle controversie che hanno comportato l’irrogazione di sanzioni inferiori a centoventi giorni, a 10.000 euro di multa o ammenda, e delle controversie in materia di doping. Nella prima udienza arbitrale viene esperito il tentativo obbligatorio di conciliazione. Avverso il lodo, ove la

controversia sia rilevante per l’ordinamento giuridico dello Stato, è ammesso il ricorso per nullità ai sensi dell’art. 828 del codice di procedura civile. Il Tribunale provvede alla soluzione delle controversie sportive attraverso lodi arbitrali emessi da un arbitro unico o da un collegio arbitrale di tre membri, secondo le modalità previste dall’art. 12 ter dello Statuto del CONI. Gli affiliati e i tesserati della Federazione possono rimettere a un giudizio arbitrale definitivo la risoluzione di controversie interindividuali ai sensi dell’art. 806 e seguenti del Codice di Procedura Civile, che siano originate dalla loro attività sportiva od associativa, qualora non rientrino nella competenza degli Organi di Giustizia federali o nei casi di cui all’art. 61 dello Statuto sopra citato, nei modi e termini fissati dal Regolamento di Giustizia. Il Collegio Arbitrale è costituito dal Presidente e da due membri. Questi ultimi, nominati uno da ciascuna delle parti, provvedono alla designazione del Presidente. In difetto di accordo la nomina del Presidente del Collegio Arbitrale e la nomina dell’arbitro di parte,

ove questa non vi abbia provveduto, è demandata al Presidente del supremo organo di giustizia federale. Gli arbitri, perché così espressamente convenuto ed accettato, giudicano quali amichevoli compositori inappellabilmente e senza formalità di procedura. Il lodo è deliberato a maggioranza dei voti ed il dispositivo deve essere sottoscritto da tutti i componenti. E’ comunque valido se sottoscritto dalla maggioranza, purché si dia atto che è stato deliberato con la presenza di tutti i componenti, con l’espressa dichiarazione che l’altro componente non ha potuto o voluto sottoscriverlo. Il lodo deve essere pronunziato entro 90 giorni dalla nomina del Presidente e per l’esecuzione, le cui modalità sono stabilite nel lodo stesso, deve essere depositato da parte del Presidente entro 10 giorni dalla sottoscrizione presso la Segreteria degli organi di giustizia; quest’ultima ne dovrà dare tempestiva comunicazione alle parti. L’inosservanza delle disposizioni di cui sopra comporta l’adozione di provvedimenti disciplinari fino alla radiazione. Dopo aver esaminato nel dettaglio

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rubrica a cura di Paolo Montanari – avvpaolomontanari@aruba.it

gli Organi della giustizia federale, non resta che dire due parole sui rapporti fra la giustizia federale e la giustizia dei singoli affiliati o aggregati. Per quanto concerne i rapporti fra la giustizia federale e la giustizia dei soggetti affiliati ed aggregati possiamo affermare per prima cosa che le decisioni dei Giudici di prima istanza e della Commissione di Disciplina hanno effetti nei confronti di tutti i gli affiliati e gli aggregati, nonché nell’ambito di tutta la struttura organizzativa della FIG. Viceversa, le decisioni degli organi di giustizia degli affiliati e degli aggregati hanno efficacia interna alle singole strutture associative. Resta fermo in ogni caso che: a) l’intervento degli Organi di Giustizia degli affiliati e degli aggregati rimane precluso quando sia attivato l’intervento degli organi di giustizia federali ovvero esista formale richiesta per quest’ultimo intervento da parte del tesserato federale inquisito o della Procura federale al momento dell’avvio del procedimento disciplinare davanti agli organi di

giustizia dell’affiliato o dell’aggregato d’appartenenza; b) le Corti d’Appello, sportiva e federale, devono sottoporre a riesame, di legittimità e di merito, il provvedimento definitivo di radiazione assunto dagli organi di giustizia dell’affiliato o dell’aggregato ai fini della sua efficacia e delle connesse preclusioni in ambito federale. Per concludere, esaminiamo alcuni provvedimenti particolari. Il provvedimento di grazia è di competenza del Presidente federale e può essere emesso quando: a) risulti scontata almeno la metà della sanzione disciplinare b) siano decorsi almeno cinque anni dall’adozione della sanzione disciplinare definitiva, nei casi di radiazione. Il provvedimento di grazia non è applicabile con riguardo alle sanzioni per violazione delle Norme Sportive Antidoping. I provvedimenti di amnistia o d’indulto sono di competenza esclusiva del Consiglio Federale, previa sua deliberazione

che stabilisca i termini del provvedimento stesso. Anche in questo caso i provvedimenti di amnistia e indulto non sono applicabili con riguardo alle sanzioni per violazione delle Norme Sportive Antidoping. La riabilitazione estingue le sanzioni accessorie ed ogni altro effetto della condanna. È concessa dalla Commissione di Disciplina quando siano decorsi almeno tre anni dal giorno in cui la pena principale sia stata eseguita o si sia estinta in altro modo ed il sanzionato abbia dato prova effettiva e costante di buona condotta. Per i provvedimenti di natura civilistica è previsto, in aggiunta, la revocazione dinanzi allo stesso giudice che ha emesso la decisione impugnata, quando questi abbia deciso, sulla base di prove successivamente scoperte o riconosciute false o non abbia potuto tener conto di prove che le parti non avevano presentato o richiesto senza loro colpa.

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Regole / WHS

IL NUOVO SISTEMA

Handicap

MONDIALE di Antonio Bozzi

DAL PROSSIMO ANNO SI MODIFICA A LIVELLO INTERNAZIONALE IL METODO PER ASSEGNARE E AGGIORNARE IL VANTAGGIO DI GIOCO. CI RACCONTA COME IL VICEPRESIDENTE VICARIO DELLA FEDERGOLF, A LUNGO AI VERTICI DELL’EUROPEAN GOLF ASSOCIATION. L’ITALIA LO ADOTTERÀ A PARTIRE DALLA FINE DELL’AUTUNNO

A DESTRA, PHIL MICKELSON MENTRE CONTROLLA I SUOI APPUNTI IN CAMPO

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Regole / WHS - Il nuovo Handicap mondiale

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ei suoi primi 250 anni di vita il Royal & Ancient Golf Course of Saint Andrews non ha mai voluto occuparsi di Handicapping. Pur trattandosi di un artificio che permette a golfisti di diversa abilità di affrontarsi (più o meno) alla pari - qualsiasi sistema di Handicap è infatti ben lontano da essere una “scienza esatta”. St Andrews perciò ha demandato a tutte le Unions (cioè le Federazioni britanniche) la formazione del Council of Golf National Unions (CONGU). Questa istituzione ha gestito il Sistema Handicap in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda (sia nell’Irlanda del Nord, sia nella Repubblica dell’Eire). Nel 2004, a St Andrews si sono alla fine formati due enti - sempre associati fra loro, ma con compiti diversi. Da una parte il Circolo di Golf - che mantiene il suo vecchio e glorioso nome di Royal & Ancient Golf Club of St Andrews, e

QUI SOPRA, L’AUTORE DI QUESTO ARTICOLO, ANTONIO “TONI” BOZZI, VICEPRESIDENTE VICARIO DELLA FIG, INSIEME ALLA RYDER CUP

segue le attività agonistiche - compreso l’organizzazione dell’Open Championship - dall’altra, sotto la sigla “R&A”, l’ente che agisce - in accordo con la USGA, - da “governing body”, con responsabilità su tutto il mondo. Ma mentre finora R&A e USGA governavano le “Regole del Golf”, le “Regole dell’Amateur Status”e le Normative relative all’Equipment (cioè le norme per la costruzione di bastoni da golf e palline da utilizzate in gara), l’R&A - contrariamente all’USGA - non era coinvolto in questioni di Handicap. All’incirca cinque anni fa l’R&A - abbandonando la sua “grande saggezza” - ha ceduto alle richieste dell’USGA iniziando a lavorare insieme per mettere a punto un sistema mondiale - il nuovo World Handicap System (WHS). Come nel gennaio 2019 sono cambiate le Regole del Golf, nel corso del 2020 in tutto il mondo verrà adottato il nuovo Handicap System. Contrariamente a quanto avvenuto per le Regole, però, non tutte le Federazioni passeranno al nuovo sistema alla stessa data. Tutte (o quasi) hanno espresso il desiderio di farlo durante l’inverno - in quanto l’attività sportiva è molto più limitata. Discorso spostato di sei mesi nell’emisfero sud, ma differenziato anche in alcuni paesi mediterranei (Malta, Cipro, Turchia, Marocco ecc.) che hanno una attività golfistica maggiore durante l’inverno. Inoltre molti paesi, come del resto il nostro hanno fatto presente che le modifiche al sistema informatico per il passaggio al nuovo sistema Handicap sono rilevanti e quindi avranno bisogno di più tempo. È stato quindi deciso di lasciare alle singole Federazioni la scelta della data per passare al nuovo sistema, comunque fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020. In Italia il passaggio avverrà verso la fine del prossimo autunno. I SISTEMI DI HANDICAP ESISTENTI Attualmente nel mondo ne sono attivi sei diversi, tutti coinvolti nel lavoro preparatorio per arrivare al nuovo WHS. Sono: Il Sistema USGA - utilizzato negli Stati Uniti e in Canada Il Sistema CONGU - al quale abbiamo già accennato, utilizzato oltre che in

Gran Bretagna e Irlanda in molti paesi dell’Asia, dell’Africa e del Sudamerica che hanno sempre guardato allo R&A come loro “Governing Body” Il Sistema EGA - utilizzato in tutta l’Europa continentale Esistono inoltre i Sistemi Australiano, Sudafricano e Argentino - in vigore nei rispettivi paesi -, che si sono via via staccati dal sistema CONGU dal quale essenzialmente derivano - per apportare alcune modifiche secondo le loro necessità o preferenze. Fra questi, sviluppi e idee interessanti sono venute soprattutto dall’Australia: noi in Italia abbiamo derivato da loro il metodo per scendere di Hcp anche in “4 palle”. Subito un chiarimento importante: un sistema Handicap completo consiste di due parti complementari: una riguarda il “Course Rating”- cioè la valutazione della difficoltà del campo - e una è relativa

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dell’Handicap, i sistemi vengono suddivisi in due gruppi: • gli “Incremental Systems” (CONGU ed EGA) • gli “Average Systems” (USGA) da cui deriva il nuovo WHS Dal momento che dovremo passare da un sistema “Incremental” a uno “Average”, è importante capirne la differenza. Incremental Systems: le variazioni di Handicap dopo ogni giro avvengono mediante aumenti o diminuzioni dell’Hcp Esatto (EGA Hcp), in base al risultato ottenuto. Se il netto è al di fuori della cosiddetta “Zona Neutra” (“Buffer Zone”), si ha una variazione dell’Hcp Esatto, in su o in giù (cioè un “Incremento positivo o negativo”). Se il risultato netto è meglio del proprio Hcp (parlando in termini Stableford, meglio di 36 punti) si ha una diminuzione dell’EGA Hcp di qualche decimale, in base al risultato ottenuto e la categoria di hcp del giocatore. Se si gioca peggio, con risultato Stableford al di sotto del limite della “zona neutra”, si ha un aumento dell’Handicap esatto di un decimale (la cosiddetta “virgola”). Average Systems: nel futuro WHS, come nel Sistema USGA, l’Hcp esatto (chiamato”index”) è dato dalla media dei migliori risultati sugli ultimi 20 ottenuti. Ma mentre nel sistema USGA si fa la

media dei 10 migliori risultati sugli ultimi 20, nel futuro WHS si farà la media degli 8 migliori risultati sugli ultimi 20. Con il nuovo sistema pertanto scompaiono la “famigerata virgola”, le “zone neutre” e le “Categorie EGA” come le conosciamo ora (con limite fino a 4,4, a 11,4, a 18,4, a 26,4 e a 36), anche se ovviamente nelle gare di Circolo si potranno sempre istituire Categorie di Gara, basate sugli Hcp esatti o sugli Hcp di gioco. Rimane invece il calcolo dell’“Hcp di gioco” come lo conosciamo oggi, basato su Par, CR e Slope del percorso. COSA CAMBIERÀ PER I GIOCATORI? Dal punto di vista pratico ci si dovrà adattare a qualche cambiamento: in prima battuta possiamo dire che se un giorno si gioca male, non succede nulla. Niente “virgola”- e il nostro brutto risultato non rientrerà fra gli “8 migliori degli ultimi 20 “- quindi l’ Hcp esatto (e cioè l’“index”, dato dalla media degli 8 migliori) non cambierà. Se si gioca bene, è probabile che il risultato rientri fra gli 8 migliori, scartando quello che era il “più brutto degli 8” - quindi la media potrebbe migliorare un pochino e l’Hcp scendere di conseguenza. In linea di massima le variazioni di Hcp dovrebbero quindi

QUI SOPRA I NUMERI 1 E 2 DEL WORLD RANKING: BROOKS KOEPKA (A DESTRA) E RORY MCILROY. QUI ACCANTO LO SCORE FIRMATO DALL’INGLESE OLIVER FISHER LO SCORSO ANNO AL PORTUGAL MASTERS: FU IL PRIMO 59 NELLA STORIA DELL’EUROPEAN TOUR. A DESTRA, LA CLASSIFICA GESGOLF DI UNA GARA AMATORIALE ITALIANA alla gestione dell’Handicap. Per quanto riguarda il “Course Rating”, nel nuovo WHS verrà adottato il Sistema dell’USGA - cioè quello dell’EGA. Nella fase iniziale non ci sarà alcuna modifica al sistema Rating in vigore, anche se è già prevista una revisione nel giro di pochi anni, per ovviare ad alcuni inconvenienti registrati - come il fatto che l’attuale CR dà molta importanza alla lunghezza del campo, ma non peso sufficiente alle difficoltà date dagli ostacoli (OSV - Obstacle Stroke Value). Per quanto riguarda la gestione

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Regole / WHS - Il nuovo Handicap mondiale

avere entità più limitata. Ma ci sono degli “avvertimenti”: il vero pericolo è quando un risultato molto buono, magari il migliore, risale a “20 volte fa”. Si gioca ancora una volta e quel risultato - non rientrando più fra gli ultimi 20 - non fa più media. Se il nuovo risultato non è altrettanto buono, l’Handicap sale! L’altro “avviso” è legato a una lunga serie di cattivi risultati. Quando un giocatore è in fase calante con brutti score, questi cadranno tutti negli ultimi 20, ma prima o poi rischiano di entrare anche fra gli 8 migliori! E allora l’Handicap comincia a salire. L’altra cosa alla quale dovremo abituarci è che oggi prendiamo una virgola sia se facciamo 30-31 punti o 22-24. L’hcp

aumenta sempre di 0,1. Un domani, se i nostri cattivi risultati dovessero entrare fra gli 8 migliori - cioè quelli che fanno media - una cosa è l’equivalente di un 30-31 punti Stableford (cioè 5-6 colpi peggio del proprio hcp) e una cosa ben diversa è un 24-26 punti Stableford, cioè un risultato netto di 10-12 colpi sopra il par! A questo punto è necessario spiegare come si calcoleranno i risultati con il nuovo sistema. IL CALCOLO DEI RISULTATI Come ben sappiamo, nel nostro attuale sistema EGA - anche nel caso si dovesse giocare una gara Strokeplay (Medal) - ai fini dell’Hcp si registrano i risultati in versione Stableford. Nel futuro sistema

sarà - in un certo senso - il contrario, e cioè anche se dovessimo giocare una gara con formula Stableford, i risultati - ai fini dell’Hcp - verranno “calcolati”, così come già avviene sia nel metodo USGA che nel CONGU, in versione Medal “plafonata” a un massimo di “doppio bogey netto” (“Nett double Bogey”). Come ben sappiamo nel punteggio Stableford un giocatore ottiene 2 punti se in una buca registra un risultato di “Par netto” (cioè dopo eventuali colpi di vantaggio in quella data buca). Ne riceve 1 se fa “Netto Bogey” (cioè un colpo sopra il Par), e zero se lo score è “Netto doppio Bogey “- cioè netto 2 colpi sopra il Par. Nel nuovo sistema - al contrario - si verifica il lordo a ogni buca, con il limite superiore dato dal “doppio bogey netto” - quindi dal risultato che avrebbe dato zero punti Stableford. Sottraendo l’Handicap di gioco si può ottenere - volendo - una classifica netta “plafonata” Facciamo un esempio: buca par 4, nella quale il giocatore riceve un colpo di Hcp. Se il giocatore segna 5 (Par netto), riceve 2 punti Stableford, se registra 6 (Netto Bogey) riceve 1 punto. Con 7 (Doppio Bogey netto) nessun punto. Per score superiori a 7 - o nel caso di buca non finita - sono sempre zero punti. Con il nuovo sistema, registrerà il risultato ottenuto fino ad un massimo (in questo caso) di 7. Se dovesse tirarne 8, 9 o non finire la buca, ai fini dell’Hcp sarà sempre 7. Noi continueremo a segnare sullo score il risultato lordo ottenuto. Sappiamo che se dovessimo ottenere su una buca un risultato superiore a “doppio bogey netto”, o in gara Stableford una X, ai fini dell’Hcp sarà un “doppio bogey netto”. Dal punto di vista pratico quindi non cambia nulla: 36 punti Stableford corrisponderanno a un “Medal plafonato” uguale al Par del campo. 37 sarà “1 sotto par”; 40 corrisponderà a “4 sotto par”, e così via. Ma non spaventatevi: dal momento che in pratica è la stessa cosa, potremo continuare a giocare Stableford come facciano oggi. Perché questo cambiamento? Che vantaggio porta? Perché in un sistema “Average” è necessario passare a un cal-

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colo su base Medal, sia pur “plafonata”? Anche qui un esempio: un giocatore con Hcp 16 gioca 2 colpi meglio del suo Hcp (score di 38 punti Stableford). Nel corso dell’anno il suo Hcp scende (anche per altri risultati) e dopo qualche mese con Hcp di gioco 14 fa ancora 38. Quei due 38 sono fra loro uguali? Corrispondono l’uno all’altro? In un sistema “incrementale”, la riduzione di qualche decimale viene facilmente apportata diminuendo di 2x0,3 i due Exact Hcp del momento. In un sistema “Average” non posso invece fare la media fra due 38 in quanto in un caso ha giocato 16-2= 14 sopra par, nell’altro 14-2=12 sopra par. La media di questi due risultati mi darebbe 13. Ovviamente, a far la me-

dia sono 8 risultati, non solo due. Ma il concetto è chiaro: bisogna tener conto anche dell’Handicap di gioco, di quanti colpi si sono giocati! Nell’esempio sopra con il nuovo sistema registro che nel primo caso il giocatore ha riportato un risultato lordo di 14 sopra Par e nel secondo caso di 12? Non esattamente, in quanto quei risultati vanno riportati non al Par, ma al CR del campo, e poi anche aggiustati per la Slope. Solo così si possono paragonare fra loro risultati ottenuti su campi diversi. È ben diverso giocare in Par lordo su un campo Par 72 con CR = 70 che su un campo Par 72 con CR= 73. Ci sono ben 3 colpi di differenza. Analogamente una cosa è ottenere un risultato sopra Par su PAGINA ACCANTO: LORENZO-VERA (A SINISTRA) E LEVY, DURANTE LA WORLD CUP DELLO SCORSO ANNO, MENTRE CONTROLLANO LA SITUAZIONE DI GIOCO DURANTE UNA “QUATTRO PALLE”. A SINISTRA, MARTIN SLUMBERS E SOTTO MIKE DAVIS, CEO DEL ROYAL & ANCIENT GOLF CLUB DI ST ANDREWS E DELLA UNITED STATES GOLF ASSOCIATION

un campo con Slope=120, e lo stesso risultato su uno con Slope =140! Aggiustando al CR il risultato ottenuto rispetto al Par e riportando a Slope =113, si ottiene lo “Score Differential”. In previsione del passaggio al nuovo sistema, anche prima dell’entrata in vigore del WHS in Italia sulle tabelle che riportano i risultati di tutti i giocatori (sulle “Schede Hcp”), oltre al risultato Stableford e alla eventuale variazione di Hcp in su o in giù, verrà inserita un’altra colonna - SGD, cioè “Score Gross Differential. Quando a fine 2020 passeremo al nuovo sistema avremo (o almeno l’avrà la maggior parte di noi) almeno 20 risultati se non di più. Il sistema potrà così esaminare gli ultimi 20 e fare la media degli 8 migliori, calcolando così il nuovo Index, il nuovo Exact Handicap. A questo punto giova ricordare la formula usata per calcolare l’Hcp di Gioco partendo dall’Handicap Esatto (EGA Hcp), cioè: Playing Hcp = EGA Hcp x Slope/113 + (CR-PAR) Le formule per calcolare lo Score Differential in una gara su 18 buche sono basate su quella sopra riportata ma rovesciata, come segue: • Se i risultati di gara sono riportati su base “Medal plafonata”: Score Differential = (113/Slope) x Adjusted Gross Score - CR - PCC), dove Adiusted Gross Score è il risultato lordo “plafonato” e PCC è il nuovo nome di quello che prima chiamavamo CBA • Se i risultati sono riportati su base Stableford: Score Differential = (113/Slope) x [Par+ Hcp di gioco - (punti Stableford ottenuti - 36) – CR - PCC] CONCLUSIONE Questi i principi fondamentali sui quali sarà basato il nuovo WHS. Ci sono molti dettagli ancora da definire, come ad esempio la gestione dei risultati su 9 buche, o come calcolare un Hcp quando uno ha meno di 20 risultati, o l’Handicap iniziale per un neofita e tanti altri piccoli particolari. Al momento limitiamoci a conoscere bene il funzionamento base del nuovo sistema. Per i dettagli, c’è ancora un attimo di tempo.

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SONDIAMO

IN QUESTA PRIMA PARTE DEL SERVIZIO, I NOSTRI ESPERTI CI PORTANO ALLA SCOPERTA DELLA REGOLA 8.1, CHE CONSENTE AL GIOCATORE DI VERIFICARE IN MODO CORRETTO IN QUALE SITUAZIONE GIACE LA PALLA PRIMA DI EFFETTUARE IL COLPO

Davide Maria Lantos

Corrado Graglia

il terreno

P

er iniziare, abbiamo pensato di condividere con voi una situazione molto comune, ovvero quando la palla si trova nel rough vicino alle piante e quindi in presenza di radici, vicino a una strada, con la possibilità di colpire pietre, oppure vicino a drenaggi la cui parte vicina alla superficie potrebbe entrare in contatto con il bastone.

 La regola 8.1 spiega quasi sono le azioni del giocatore che migliorano le condizioni che influenzano il colpo, ma non proibisce al giocatore di sondare – utilizzando un tee o un alza pitch – vicino alla palla, sempre stando attento a non migliorare alcunché. A tal proposito è stata scritta la seguente interpretazione.

In base al tipo di colpo necessario (ma anche valutando il rischio di un colpo che, vista la difficoltà, potrebbe anche essere eseguito in maniera non perfetta), il bastone può entrare in profondità nel terreno e quindi l’eventuale contatto con una radice, una pietra o una parte interrata dell’ostruzione, significherebbe un rischio per l’incolumità del giocatore.

8.1a/7 – Il giocatore può sondare vicino alla palla per stabilire se radici d’albero, rocce o ostruzioni si trovino al di sotto della superficie del terreno, ma solo se questo non migliori le condizioni La Regola 8.1a non proibisce a un giocatore di toccare il terreno all’interno di un’area trattata dalle condizioni che influenzano il colpo (area dello swing, stance, lie della palla e linea di gioco

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rubrica a cura di Corrado Graglia e Davide Maria Lantos

- ndr), purché tali condizioni non siano migliorate. Per esempio, senza migliorare alcuna delle condizioni che influenzano il colpo, quando la palla giace in qualsiasi posto sul campo, un giocatore può sondare l’area attorno alla palla con un tee o un altro oggetto per vedere se il proprio bastone possa colpire una radice, una roccia o un’ostruzione che si trova al di sotto della superficie del terreno mentre viene eseguito il colpo. Tuttavia, vedi l’interpretazione 12.2b/2, se il giocatore sonda la sabbia in un bunker per provare le condizioni della sabbia. Quanto sopra descritto non è una novità delle regole 2019, in quanto già in vigore col vecchio codice (decisione 13-2/27), la quale però consentiva l’operazione di sondaggio limitatamente al “percorso” escludendo quindi gli ostacoli d’acqua (attuali aree di penalità) e i bunker. La nuova interpretazione 12.2b/2 chiarisce la possibilità di verificare la presenza di radici, rocce o ostruzioni anche in bunker, purché ciò non sia fatto con lo scopo di provare le condizioni della sabbia (per esempio la consistenza, la sua profondità ecc…). 12.2b/2 – Se il giocatore può sondare nel bunker La 8.1a/7 conferma che un giocatore può sondare in qualsiasi posto sul campo (incluso in un bunker) senza penalità per stabilire se radici d’albero, rocce o ostruzioni possano interferire con il proprio colpo, purché egli non migliori le condizioni che influenzano il colpo. Per esempio, quando la palla di un giocatore si ferma vicino a

un canale di scolo in un bunker, il giocatore può adoperare un tee per sondare la sabbia e stabilire l’estensione di tale canale di scolo e se questo interferisca con il proprio colpo. Tuttavia, se il fine del sondare è provare le condizioni della sabbia, il giocatore è in infrazione alla Regola 12.2b(1). Nelle nostre esperienze di arbitraggio ci siamo resi conto che molti giocatori ignorano la possibilità di sondare vicino alla palla, con la conseguenza che spesso giocano con la paura di farsi del male oppure giocano – invece che dichiarare la palla ingiocabile – rompendo poi il bastone contro una radice appena sotterranea. Anche per gli arbitri quella del sondare dovrebbe essere una prassi da seguire sempre. Per esempio nel trovare il “punto più vicino dove ovviare”, il buon arbitro, in presenza di una strada, dovrebbe verificare, sondando con un tee, dove questa effettivamente finisce (spesso sotto il terreno vi è ancora una parte di cemento o asfalto, nascosti dall’erba), per evitare di trovare un punto in cui c’è ancora interferenza, quindi dando una decisione sbagliata e mettendo a rischio il giocatore. Nella maggior parte dei casi, soprattutto con le novità introdotte dal gennaio 2019, le regole del golf sono a disposizione per aiutare il giocatore, non solo per penalizzare; conoscere le regole, oltre a evitare penalità inutili, consente al giocatore preparato di utilizzarle, sempre rispettandole, a suo beneficio.

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Gioco in campo / Regole e decisioni

PERCHÈ SI DROPPA ALL’ALTEZZA DEL GINOCCHIO SECONDO ARGOMENTO: ANALIZZIAMO I MOTIVI CHE HANNO PORTATO A UNA FRA LE MODIFICHE PIÙ SIGNIFICATIVE DELLE NUOVE REGOLE. IL PRINCIPALE È LA NECESSITÀ DI LIMITARE I ‘RI-DROPPAGGI’, RISPARMIANDO TEMPO E INUTILI PENALITÀ

T

ra le novità introdotte dalle Regole del Golf 2019, quella che forse ha fatto – e continua a fare – più discutere, è quella relativa al droppaggio. Con il nuovo codice (Regola 14.3b), la palla deve essere lasciata cadere dall’altezza del ginocchio, con l’intenzione di rimetterla in gioco (il che sostanzialmente proibisce il buttare giù una palla per vedere dove andrà a rotolare), senza dare alcun effetto per influenzare il movimento della palla. Sul nuovo metodo di droppaggio se ne sono lette e viste di ogni, ma forse l’episodio più famoso è quanto accaduto a Ricky Fowler, che dopo aver ricevuto una penalità per non aver droppato nel modo corretto al WGC Mexico Championship lo scorso febbraio, in polemica col nuovo metodo per rimettere in gioco la palla, all’Honda Classic ha pensato bene di droppare la palla, correttamente dall’altezza del ginocchio, ma assumendo una posa curiosa e forse un po’ irrispettosa.

Ma come si è arrivati a decidere che l’altezza del ginocchio fosse quella giusta? Uno dei primi accenni al fatto di poter rimettere la palla in gioco – ricordiamoci che originariamente le regole non prevedevano praticamente mai la possibilità di alzare la palla, e di conseguenza di rimetterla in gioco – lo troviamo nelle regole del 1908, quando queste stabilivano che la palla dovesse essere droppata sopra le spalle del giocatore: “Il giocatore deve guardare la buca, stando in posizione eretta, e droppare la palla all’indietro, sopra le sue spalle”. Questo metodo - che talvolta ha portato a episodi comici, come quando un giocatore, droppando dietro le spalle, ha perso la sua pallina, ritrovandosela infilata nel colletto della maglietta quando negli spogliatoi si preparava per farsi una bella doccia – è rimasto in vigore per 76 anni, quando la grande revisione del 1984 ha modificato la procedura, richiedendo al giocatore di droppare la palla dall’altezza delle spalle, rimanendo sempre in posizione eretta (ovvero il me-

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todo che la maggior parte di noi ha sempre utilizzato fino al 31 dicembre 2018). Con le modifiche apportate a partire dal gennaio di quest’anno, vi era la necessità – sostanzialmente per limitare il più possibile i “ri-droppaggi” (vecchia regola 20-2c), per una questione di risparmio di tempo e per evitare inutili penalità – di fare in modo che la palla, dopo essere stata droppata, rimanesse all’interno dell’area in cui ovviare (regole 14.3b(3) e 14.3c). La prima versione della nuova procedura, diffusa dal R&A nel marzo 2017, prevedeva che la palla potesse essere droppata da qualsiasi altezza, suggerendo un minimo di 1 pollice (2 centimetri e mezzo) ed entro un’area che doveva essere di 50 centimetri o un metro in base alla regola che si dovesse applicare. Come tutti sappiamo, prima di pubblicare la versione definitiva del testo, il Rules Committee del R&A ha voluto condividere la prima bozza coi golfisti di tutto il mondo, ricevendo oltre 20mila risposte e indicazioni; la modifica che aveva ricevuto la maggior parte delle critiche era proprio quella sul droppaggio. In tanti si chiedevano come mai, se l’altezza decisa poteva essere così bassa (2.5 centimetri), allora non si procedeva direttamente a piazzare le palla. Altri sostenevano che quest’altezza, avrebbe portato gran parte dei giocatori (furbetti) a piazzare, non a droppare. Un altro problema che emerse, fu quello dell’area dove ovviare. Stabilire una misura fissa, avrebbe costretto i giocatori a doversi portare un righello da apporre allo shaft dei bastoni con nastro adesivo alla giusta altezza, ma con l’incognita di una potenziale infrazione alle regole dell’equipaggiamento. Dopo un’attenta analisi, supportata anche da dati scientifici forniti dall’Equipment Standard Committee dell’R&A (la palla lasciata cadere dall’altezza del ginocchio, arriva a una velocità

VECCHIO E NUOVO: IN APERTURA, LA PROCEDURA IN VIGORE PER IL DROPPAGGIO DAL 1° GENNAIO 2019, ALL’ALTEZZA DEL GINOCCHIO. A FIANCO, QUELLE UTILIZZATE IN PASSATO: DIETRO LA SPALLA, USATA SINO AL 1984, E QUELLA ERETTI CON IL BRACCIO STESO, MESSA IN ARCHIVIO NEL 2018 che è pari alla metà rispetto a quella dall’altezza delle spalle), si è deciso che l’altezza giusta fosse quella del ginocchio, e l’area dove ovviare avesse l’ampiezza del bastone più lungo che il giocatore ha con sé nella sacca. È stato stabilito che quest’altezza garantisse quella necessaria “imprevedibilità” sul dove la palla andrà a fermarsi, che è uno dei capisaldi del fatto di droppare e non piazzare, ma anche il fatto che nel 99% dei casi, la palla rimanesse all’interno dell’area in cui droppare. Il metodo, sentendo giocatori e giocatrici di qualsiasi livello, divide molto i golfisti di tutto il mondo, ma questo è forse anche dato dalla nostra innata “resistenza al cambiamento”, che ci rende spesso scettici nel momento in cui qualcosa – nel nostro caso il droppaggio, dopo 35 anni – viene cambiato. Crediamo che il metodo sia quello corretto e che garantisca, nella maggior parte dei casi, la corretta applicazione delle regole.

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Gioco in campo / Regole e decisioni

QUEL GRANELLO DI SABBIA... TERZA REGOLA DA OSSERVARE: LA 12.2B(1) CI RICORDA QUALI SONO LE LIMITAZIONI NEL TOCCARE LA SABBIA IN BUNKER. NE SA QUALCOSA RORY MCILROY CHE QUEST’ANNO, NEL NORTHERN TRUST, È STATO PENALIZZATO E POI SCAGIONATO IN BASE ALLE NUOVE NORME. VEDIAMO PERCHÉ

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l 14 agosto di quest’anno, durante il secondo giro del Northern Trust, in passato conosciuto come The Barclays, presso il Liberty National Golf Course a Jersey City, nel New Jersey, Rory Mcllroy nel bunker della buca 14 ha toccato, dietro alla sua palla, un granello di sabbia credendo che fosse una pietra. La regola 12.2b(1) spiega le azioni che il giocatore non deve fare nel bunker, tra cui il toccare “intenzionalmente” la sabbia con una mano, un bastone, un rastrello o un altro oggetto per provare la condizione della sabbia con lo scopo di ottenere informazioni per il colpo successivo. La nuova regola 12.2 è cambiata rispetto al passato e consente al giocatore di rimuo-

vere anche gli impedimenti sciolti nel bunker, cosa che nel passato era proibito, a eccezione delle pietre che per motivi di sicurezza tramite una regola locale, venivano trasformate in ostruzioni movibili, permettendone la rimozione. Tale regola locale era diventata di utilizzo comune e unita al fatto che non vi è una grande differenza ai fini del gioco tra il rimuovere impedimenti sciolti o ostruzioni movibili in bunker, ha portato alla decisione di uniformare la procedura nelle regole 2019, a nostro avviso aiutando il giocatore. Rory Mcllroy è stato molto leale nel chiedere il supporto dell’arbitro e questo per noi è un grande esempio ed è uno

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dei motivi che ci ha stimolato a esaminare questa situazione. Da una prima analisi, il comitato di gara ha deciso di applicare la penalità generale di due colpi per infrazione alla regola 12.2, penalità accettata senza replica dal giocatore, consapevole che le regole sono parte del gioco. Come spesso spieghiamo durante le lezioni ai nostri allievi, le regole non sono logiche, sono un codice che prevede procedure talvolta molto rigide, quindi nel caso specifico il gesto volontario di rimuovere una pietra non sapendo che era un granello di sabbia è stato considerato una violazione della regola. L’impianto normativo delle nuove regole prevende una parte di supporto gestionale che si chiama: “Procedure per i Comitati” suddiviso in vari capitoli e in particolare al comma 6C (7) spiega come risolvere le questioni di fatto, che è certamente tra le azioni più difficili richieste a un arbitro e al comitato; infatti

quanto accaduto a Rory ha generato una doverosa riflessione sul fatto che lo stesso avesse infranto volontariamente o meno la regola 12.2b(1). La pazienza nell’analisi, la necessità di esprimere un giudizio corretto nei confronti del giocatore e l’utilizzo delle riprese televisive hanno contribuito in modo determinante a far capire che il giocatore non ha toccato volontariamente la sabbia. In realtà credeva di rimuovere una pietra, quindi il comitato, considerando che qualsiasi decisione può essere ulteriormente rivista qualora siano disponibili ulteriori prove dopo il ruling iniziale, ha deciso di annullare la penalità. E lo ha fatto anche considerando un nuovo caposaldo delle regole del golf: il ragionevole giudizio del giocatore. Questo episodio, se letto correttamente dagli amateur, ci trasmette diversi “insegnamenti” positivi su come si deve giocare a golf: • l’onestà del giocatore (Rory ha chiamato l’arbitro per chiarire una situazione controversa); • l’onestà del comitato (dopo aver applicato la penalità ha rivisto la situazione e modificato il verdetto); • l’utilizzo del “ragionevole giudizio” (il giocatore ha sì infranto una regola, ma l’intenzione era quella di rimuovere una pietra – cosa permessa dalle regole stesse – ma ha finito rimuovendo un grumo di sabbia che aveva l’aspetto di una pietra). Se nelle gare di club tutti i protagonisti - giocatori e addetti ai lavori - avessero quest’approccio alle regole, siamo certi che i weekend dei golfisti italiani sarebbero molto più sereni.

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LE REGOLE INVERNALI FINALE DEL NOSTRO SERVIZIO LEGATO ALLE CONDIZIONI DI STAGIONE. TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE (E DA RICORDARE) SULLE NORME LOCALI APPLICATE NEI MESI PIÙ FREDDI DELL’ANNO: PIAZZARE E PULIRE LA PALLA, PALLA INFOSSATA, OVVIARE DAI BUCHI DI AERAZIONE, ACCUMULI DI IMPEDIMENTI SCIOLTI E COSA FARE CON RUGIADA, BRINA, NEVE E GHIACCIO NATURALE

O

gni “Regola Locale Tipo” inserita nella guida ufficiale delle Regole Golf è anticipata da una breve descrizione denominata “scopo”, ovvero un’ulteriore guida per il comitato affinché applichi la regola locale giusta per la situazione che deve gestire. Soprattutto nei periodi in cui la stagione non consente di giocare su campi in condizioni ideali, la Guida Ufficiale propone una serie di Regole Locali Tipo per coprire le diverse situazioni in cui la palla del giocatore si possa trovare, consentendo al giocatore di “migliorare” la posizione della sua palla, quasi sempre senza penalità; vediamone alcune tra le più utilizzate. REGOLA LOCALE TIPO E-3 PIAZZARE LA PALLA iguardo la regola locale relativa al piazzamento della palla, lo scopo spiega che un comitato può scegliere di adottare tale regola – ai più nota come “Regola invernale”, benché possa essere applicata in qualsiasi momento dell’anno – quando le condizioni del campo possono essere anormali, dovute a forti nevicate, disgeli primaverili o piogge prolungate. Ma anche siccità, che rende il manto erboso non uniforme. E la tendenza ahinoi è quella di mantenere in vigore questa regola locale ben oltre il tempo necessario, nonostante la Guida per i Comitati suggerisca che dovrebbe essere ritirata non appena le condizioni lo permettono ed è anche in contrasto con uno dei capisaldi del golf, enunciato anche nella regola 9.1, “gioca la palla come si trova”. I cambiamenti del clima che negli ultimi anni hanno dato sfogo episodi estremi – come piogge tipiche di aree tropicali o caldo che alle nostre latitudini è assolutamente insolito - e l’obbligo della gestione biologica del tappeto erboso, hanno in un certo modo compromesso la qualità dei campi, inducendo i vari comitati scegliere di piazzare anche quando forse se ne potrebbe fare a meno. È infine importante ricordare che quando questa regola locale è in vigore, il giocatore deve stare attento e leggere nelle regole locali la distanza (solitamente è la lunghezza di uno score ma potrebbe anche essere maggiore), stabilita dal comitato, entro la quale la palla può essere spostata dal punto in cui si trovava originariamente; per questo è sempre consigliabile marcare la palla prima di alzarla, per avere un punto di riferimento e non rischiare di accendere discussioni sul fatto di aver spostato la palla oltre il consentito.

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REGOLA LOCALE TIPO E-2 PULIRE LA PALLA

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uando il terreno è particolarmente bagnato, d’inverno o quando massicce irrigazioni sono necessarie o col campo ricoperto di rugiada, può accadere che fango o residui di taglio si attacchino alla palla, questo anche in condizioni di manto erboso in buono stato. Un comitato quindi, per consentire ai giocatori di colpire una pallina “pulita” senza dover introdurre la Regola Locale Tipo E3 (l’altrimenti detta Regola Invernale vista sopra), può permettere, nell’area generale, di alzare, pulire e ripiazzare – quindi esattamente nello stesso punto in cui si trovava prima di essere alzata – la palla. La differenza con quanto stabilito dalla Regola Locale Tipo E3, è dovuta al fatto che il piazzamento è normalmente consentito – o consigliabile – solamente nelle aree tagliate all’altezza del fairway o inferiore (l’utilizzo nel rough non è raccomandato ancorché non proibito, in quanto ritenuto troppo vantaggioso per il giocatore), mentre la pulizia della palla può essere consentita in tutta l’area generale, ma non quando la palla si trova in bunker o in un’area di penalità. Inoltre, quando il giocatore alza la palla con la sola possibilità di pulirla, quindi la Regola Locale Tipo E2, la palla deve essere ripiazzata esattamente dove si trovava, mentre con il “piazzamento”, come abbiamo visto il comitato stabilisce una distanza, che deve comunicare chiaramente, entro la quale la palla può essere piazzata. Un comitato particolarmente creativo potrebbe introdurre una combinazione delle due regole (E2 ed E3), consentendo il “piazzamento” solo nelle aree tagliate all’altezza del fairway o inferiori e la “pulizia” altrove nell’area generale.

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REGOLA 16.3 PALLA INFOSSATA

REGOLA LOCALE TIPO F-14 ACCUMULI DI IMPEDIMENTI SCIOLTI

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n presenza di terreno soffice dovuto all’umidità, ma anche all’escursione termica tipica del periodo invernale, la palla si può infossare a seguito di un colpo e la Regola 16.3 spiega la procedura necessaria per ovviare, applicabile senza penalità esclusivamente nell’area generale, dalla condizione; quindi anche in questo caso non è possibile attivare la regola se la palla si trova in bunker o in un’area di penalità. Importante ricordare la definizione di palla infossata che in parte recita: “…quando la palla di un giocatore si trova nel proprio pitch-mark realizzato di conseguenza del colpo precedente del giocatore…”. Rispetto al passato l’applicazione di questa regola è leggermente cambiata, consentendo al giocatore, una volta individuato il punto appena dietro a dove si trovava la palla (nel suo pitch-march, ndr), di droppare una palla entro un bastone da detto punto.

oprattutto in autunno i cumuli di impedimenti sciolti come foglie, aghi di pino, semi e ghiande, possono causare difficoltà nel ritrovamento della palla o nel giocare. Tramite la Regola Locale Tipo F-14, gli accumuli sopra descritti possono essere dichiarati dal comitato come “terreno in riparazione” sia nell’area generale sia nel bunker, permettendo al giocatore di ovviare senza penalità, anche laddove il giocatore non dovesse trovare la sua palla originale, ma a condizione che sia noto o pressoché certo che la sua palla si sia persa nel cumulo di foglie. Questa regola non può essere utilizzata all’interno delle aree di penalità. L’utilizzo dovrebbe essere limitato alle sole buche in cui sono presenti i cumuli e dovrebbe essere ritirata non appena le condizioni delle aree in questione ritornano alla normalità. RUGIADA, BRINA, NEVE E GHIACCIO NATURALE

REGOLA LOCALE TIPO E-4 OVVIARE DAI BUCHI DI AERAZIONE

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buchi di aerazione non rientrano nel significato delle “buche fatte dal personale della manutenzione”, per cui non è permesso ripararli sul putting green (Regola 13.1c), oppure ovviare senza penalità nell’area generale. Il Comitato tramite la Regola Locale Tipo E-4 è autorizzato a dichiarare i buchi di aerazione come terreno in riparazione, escludendo però l’ovviare per interferenza con lo stance del giocatore, consentendo di fatto, quando la palla si trova nel buco di aerazione, al giocatore di ovviare senza penalità, nell’area generale droppando entro la distanza di un bastone e sul putting green piazzando la palla nel punto più vicino dove ovviare, non più vicino alla buca.

urante il periodo invernale al mattino è possibile la presenza di rugiada sul campo, per la quale deve essere prevista la rimozione da parte del personale della manutenzione: nel fairway e nel rough tramite apposite fruste o corde trainate da mezzi di lavoro, mentre sui green utilizzando il taglio o la rullatura. La Regola 8.1b rispetto il migliorare le condizioni che influenzano il gioco inserisce, nelle azioni non permesse, la rimozione della rugiada e della brina in qualsiasi parte del campo. La rugiada e la brina non sono impedimenti sciolti (quindi il giocatore deve accettare le condizioni così come sono, senza migliorare alcunché), mentre neve e ghiaccio naturale sono, a scelta del giocatore, impedimenti sciolti, o quando sul terreno acqua temporanea. Quindi il giocatore potrà scegliere di spostare la condizione (per esempio un cumulo di neve), trattandolo quindi come impedimento sciolto oppure spostare la palla, trattando il cumulo di neve come “acqua temporanea”. Corrado Graglia e Davide Maria Lantos

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Aziende / Palline da Golf Italia

20 ANNI

sott’acqua

SUL PGA TOUR, LA BUCA PIÙ FAMOSA CON GREEN A ISOLA È LA 17 DEL TPC SAWGRASS, IN FLORIDA. OGNI ANNO, NELL’OSTACOLO SI RECUPERANO 120MILA PALLINE. ANCHE DA NOI C’È CHI HA FATTO DI QUESTA ATTIVITÀ UNA SERIA PROFESSIONE

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ristiano, un ragazzo con la passione per la subacquea, ha inventato un nuovo lavoro nel golf. È iniziato tutto per gioco ma in breve tempo si è trasformato in una vera e propria attività. Da oltre 20 anni, alle porte di Roma, Cristiano Cordeschi è il motore creativo di un’azienda specializzata nel recupero delle palline finite negli ostacoli d’acqua dei circoli di tutta Italia. Un impero del golf, una fortuna creata sulla sfortuna di un altro. “Affiancavo i giocatori, a volte anche pro, come caddie in un golf club vicino casa. Ogni volta che una pallina affondava in acqua, la mia curiosità e la mia passione tornavano a galla. Volevo vedere quante erano e in che stato si trovavano quelle piccole sfere bianche lanciate lì dentro. Ho iniziato con un rastrello speciale che saldò mio nonno nel 1988. Ricordo con entusiasmo il primo giorno, tirai fuori dall’acqua 20 palline ed ero contentissimo, ma non troppo soddisfatto del funzionamento dell’attrezzo. Dopo qualche mese riuscii a perfezionarlo ma le palline erano tante, troppe, così decisi di chiedere le opportune autorizzazioni per immergermi con tanto di muta e bombola (i laghetti sono profondi dai cinque ai dieci metri, artificiali o naturali che siano)”. L’azienda è nata così… Una volta recuperate, le palline attraverso un processo di lavaggio, studiato e perfezionato negli anni (il tutto nel rispetto dell’ambiente e senza far perdere alla pallina nessuna caratteristica di gioco), arrivano sui tavoli da lavoro per essere accuratamente selezionate per categoria, marca e modello. Palline da golf Italia srls è la prima azienda italiana specializzata nel recupero e nella distribuzione di palline da golf. Serietà, costanza, precisione, certificazione sulla legge riguardante la sicurezza del lavoro sono solo alcune caratteristiche che ne descrivono l’attività. Ma, la vera forza, resta la collaborazione con più di 60 campi da golf italiani e la fiducia che, i direttori, dimostrano all’azienda per la professionalità, l’esperienza, la puntualità. Restando soddisfatti sempre! Di recente Palline da Golf Italia è diventata partner di AITG, l’Associazione Italiana Tecnici di Golf. Palline da Golf Italia vanta un vasto assortimento di palline classificate per marca (Titleist, Callaway, Bridgestone, Nike, TaylorMade, Srixon) e modello, che ogni giorno distribuisce su tutto il territorio nazionale ed europeo in 24 ore lavorative. www.pallinedagolfusate.it www.recuperopallinedagolf.it

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NELLA FOTO, IL RECUPERO DI UNA BELLA QUANTITÀ DI PALLINE DA UN OSTACOLO D’ACQUA

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Circoli italiani / Terre dei Consoli

Una clubhouse NUOVA di ZECCA CON L’APERTURA DEL BELLISSIMO CENTRO SERVIZI, IL GOLF CLUB LAZIALE AGGIUNGE UN TASSELLO FONDAMENTALE ALLA PROPRIA STRUTTURA. E ADESSO I PROSSIMI OBIETTIVI SONO 50 CAMERE E UNA GRANDE AREA SPA CON PISCINE ESTERNE E COPERTE

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Italia, e Roma in particolare, saranno al centro dell’attenzione del grande pubblico golfistico mondiale in occasione della Ryder Cup che si svolgerà nella Capitale nel 2022. Il paese deve investire in questo settore turistico in modo forte e sinergico, perché ha tutte le carte in regola per competere con Francia, Spagna e Portogallo, che oggi sono leader del mercato. Investire nelle strutture e negli eventi golfistici sono elementi essenziali di questo progetto. Varie istituzioni e realtà economiche stanno già facendo molto. Nel corso del Challenge Tour 2016 disputato sul percorso di Terre dei Consoli, il Gruppo Leonardo Caltagirone si è impegnato a investire per migliorare ancora e ha iniziato la costruzione della nuova clubhouse, di circa 1.200 metri quadrati, oggi ormai completa. Oltre agli usuali servizi sportivi trovano spazio delle zone for-

temente innovative e rivolte proprio al turismo golfistico: una sala lounge, sale meeting e spazi dedicati agli eventi, un ristorante con show kitchen e chef’s table, palestra, zona spa, zone private con cabanas, zone relax con camino ad acqua e una grandissima terrazza esterna per godere del clima mite della campagna romana. Questa struttura si inserisce in un più ampio progetto legato all’ospitalità di Terre dei Consoli, con l’obiettivo di sviluppare finalmente il turismo golfistico nel Lazio. Il progetto prevede la realizzazione di servizi alberghieri con oltre 50 camere oltre a un nuovo edificio in stretta connessione con la clubhouse, dotato al piano terra di servizi, una full-feature SPA con zona massaggi e piscina interna coperta, due piscine esterne, un ristorante e un ampio spazio dedicato agli eventi.

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Da fine dicembre 2019 sono operativi anche i servizi di ristoro, in parallelo con lo spostamento di tutto lo staff dalla vecchia struttura provvisoria alla quella definitiva. Per gli ultimi arredi, i tempi previsti sono quelli di fine gennaio 2020. Da segnalare infine che con l’apertura della nuova clubhouse cambierà il giro delle 18 buche, mentre rimarrà ovviamente aperta la zona academy e chipping area per golf clinic, per le lezioni dei pro e il supporto fitting. Dal 2016 a oggi, le residenze di Terre dei Consoli hanno ospitato migliaia di turisti provenienti da ogni zona d’Italia e d’Europa, in particolar modo Germania, Olanda e Svezia. I numeri confermano che la richiesta per un turismo ben organizzato diventerà un elemento di forte crescita per il golf in Italia.

NELLA PAGINA ACCANTO, IN UN’IMMAGINE DI QUALCHE MESE FA, LA CLUBHOUSE DI TERRE DEI CONSOLI IN FASE DI REALIZZAZIONE. IN QUESTA, DETTAGLI DI INGRESSO, SPOGLIATOI, BAGNO TURCO, FITNESS. IN ALTO LA PRESENTAZIONE DEL CHALLENGE TOUR, CHE DI FATTO HA INAUGURATO LA STRUTTURA

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Clubhouse / Cavaglià

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Un angolo di CARAIBI di Roberto Lanza

A POCHI CHILOMETRI DALLE PREALPI PIEMONTESI, IL CLUB NATO NEL 1998 HA CONTINUATO A CRESCERE FINO A DIVENTARE UN PICCOLO GIOIELLO, GRAZIE ALLA PASSIONE DEL PRESIDENTE E PROPRIETARIO PAOLO SCHELLINO. ACCANTO ALL’HOTEL E A DISPOSIZIONE DELLE 18 BUCHE DEL CAMPO DI GOLF, UNA STRUTTURA CON TUTTI I SERVIZI DAVVERO UNICA NEL NOSTRO PAESE

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Clubhouse / Cavaglià

IN APERTURA E IN QUESTE PAGINE, IL PERCORSO DEL GOLF DI CAVAGLIÀ E ALCUNI SCORCI DELLA SUA PARTICOLARE CLUBHOUSE, DALLE LINEE SEMPLICI MA ARMONIOSE, CON UN INTERNO ACCOGLIENTE E CALDO. ALLE PARETI LE BANDIERE DI MOLTI FRA I PIÙ FAMOSI CLUB DI GOLF DEL MONDO

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ra i circoli nati negli ultimi vent’anni una delle clubhouse più caratteristiche appartiene sicuramente al Golf Cavaglià. Il Circolo, che fa parte del resort UNAHOTELS Golf Hotel Cavaglià, è sorto a fine anni ‘90 a pochi passi dalla via Francigena, al confine dei primi declivi che salgono gradatamente verso le Alpi. È cresciuto dalla sua fondazione anno dopo anno, passando dalle iniziali sei buche del 1998 alle nove par 73 con doppie partenze del 1999 (a cui nel 2001 sono state aggiunte sei buche executive). Nel 2014 sono poi iniziati i lavori per la trasformazione dei terreni in un unico percorso par 68 di 18 buche (successivamente allungato nel 2016). La clubhouse è stata costruita tra il 2004 e il 2005 nell’area adiacente all’hotel (che esisteva già precedentemente alla costruzione del golf) e a progettarla,

oltre che a disegnare il campo nella sua evoluzione da sei a 18 buche, è stato l’architetto piemontese Giorgio Ferraris: “L’idea dello stile, che potremmo definire neocoloniale, lo si deve a Maria Grazia Gallia, la mamma di Alberto e Paolo Schellino (attuale Presidente del club e AD del gruppo, ndr), che era rimasta conquistata da quelle forme in un viaggio ai Caraibi – spiega Ferraris -. Quando abbiamo iniziato i lavori, nel circolo c’erano due container che facevano la funzione di clubhouse e deposito sacche. Al tempo c’era anche la necessità di aggiungere altre sale meeting all’hotel, per cui in sostanza abbiamo messo insieme tutte le esigenze e ci abbiamo ‘cucito’ sopra la nuova clubhouse. Una porzione è stata fatta in muratura, mentre la parte più caratteristica, composta da bar, ristorante e dall’area che ora è occupata dalla reception, dal deposito

sacche e dal pro-shop, è stata realizzata completamente in legno. La Rubner, che già aveva fabbricato le postazioni coperte del driving range, si è occupata della costruzione. Anche il colore non è stato scelto a caso ma ci siamo affidati ad un bravissimo decoratore, Giacomino Ajmo, che ha creato due tonalità ‘nocciola’, ridipingendo anche la parte esistente dell’hotel, prima bianca. L’architetto Ennio Paganelli e la signora Maria Grazia hanno curato gli arredamenti interni. Alla fine, anche grazie alla massima sintonia e collaborazione tra tutte le parti, è venuto fuori veramente un ottimo risultato che ha reso molto più attraente anche l’hotel”. Se l’esterno della clubhouse con le sue balconate e le finestre inglesine ben si integra con la vegetazione e il verde del percorso, l’interno nella sua semplicità è caldo, elegante e accogliente. La gran-

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LA SCHEDA GOLF CLUB CAVAGLIÀ

Via Santhià, 75 13881 Cavaglià (Biella) Tel 0161 966771 Fax 0161 966620 segreteria@golfclubcavaglia.it www.golfclubcavaglia.it Fondazione: 1998 - Giorno di chiusura: nessuno - Stagione: aperto tutto l’anno Progetto: Giorgio Ferraris Presidente: Paolo Schellino Segretario: Roberto Lanza In segreteria: Enrico Boscono, Alberto Caneparo Maestri: Marco Hofer, Pino Monteleone, Vincenzo Pelle Greenkeeper: Luigi Maffeo Percorso: 18 buche, par 68 uomini 4.857 metri, CR 66,2, Slope 129, donne 4.359 metri, CR 67,9, Slope 121 Servizi: driving range, putting green, pitching green, pro shop con club fitting, spogliatoi, foresteria UNAHOTELS Golf Hotel Cavaglià, bar e ristorante Rossocuoco, piscina estiva, palestra.

de sala bar, riscaldata in inverno da una bellissima stufa a legna in pietra ollare, è caratterizzata da un soffitto con il tetto a vista, mentre da un lato, vicino al biliardo, si trova un piccolo salotto con la sala tv. Appesi alle pareti ferri vintage, pannelli in legno delle gare di cartello e bandiere dai principali e più affermati club di tutto il mondo. La luminosa sala del rinomato Ristorante Rossocuoco Steak House è stata invece ricavata nell’ampia veranda e si protende con le sue vetrate verso il green della buca 7, la signature hole del campo. Da ricordare che nel resort a disposizione di ospiti dell’hotel e soci ci sono: una nuova SPA, campo da tennis in erba sintetica, piscina estiva, palestra, pro shop e sei sale meeting. Inoltre nel parcheggio dell’hotel è stata installata la prima stazione in Piemonte di Super-

charger Tesla per ricarica elettrica, con ben otto posti a disposizione in contemporanea. Nella sua posizione strategica a un chilometro dal casello di Santhià, all’incrocio tra la Torino-Milano e la Genova-Aosta, l’UNAHOTELS Golf Hotel Cavaglià è anche un’ottima base di partenza per chi vuole organizzare un golf tour fra alcuni dei migliori campi italiani, che distano al massimo a 45 minuti di macchina. Anche in quest’ottica Cavaglià fa parte di Torino Golf Destination, un’operazione di marketing territoriale che si pone l’obiettivo di entrare nel circuito delle vacanze legate al turismo golfistico dei tour operator stranieri. Obiettivo la promozione all’estero di campi piemontesi quali Circolo Golf Torino - La Mandria, Golf Club Royal Park - I Roveri, Golf Club Biella - Le Betulle, Golf Club Cavaglià e le relative strutture ricettive.

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Backtee / Marco Dal Fior

L’apologo del GREEN Marco Dal Fior

COME SOSTENEVA MENENIO AGRIPPA, ANCHE NEL GOLF LA CONCORDIA FRA “SENATO E POPOLO” RISULTA FONDAMENTALE PER REMARE TUTTI NELLA STESSA DIREZIONE

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he ci sia una frattura difficilmente sanabile tra i responsabili della cosa pubblica e i cittadini, da molti anni ormai è sotto gli occhi di tutti. D’altra parte il celebre “Piove, governo ladro” è un vetusto adagio che ben fotografa la predisposizione tutta italiana a cercare capri espiatori che ci assolvano dalle nostre manchevolezze. Se qualcosa non va è sempre colpa degli altri, di chi sta nella stanza dei bottoni. E che magari ci è arrivato con spintarelle non propriamente frutto di capacità personali. È l’atteggiamento di chi per principio non si fida, ma poco fa per cambiare lo stato delle cose. Preferisce stare alla finestra, pronto a lapidare chi cade in disgrazia (ricordate le monetine tirate a Craxi al termine della sua parabola politica?) e a sentenziare un bel “io l’avevo detto” liberatorio. Ora è fuori discussione che da parte dei politici ci siano stati e ci siano comportamenti che in qualche modo fomentano il distacco, il disprezzo e la cattiva fama di Palazzo e dintorni. Ma siccome di politici e di amministratori avremo sempre e comunque bisogno, occorrerebbe darsi da fare per ridurre il distacco, facendo passi in avanti da entrambe le parti. Piccoli gesti di buonsenso, avvicinamenti progressivi che riducano la frattura e riportino la politica e i suoi attori al ruolo originale: un servizio nei confronti dei cittadini per armonizzare le diverse componenti della società e razionalizzare gli sforzi verso mete condivise. Se così non accade, si generano situazioni pericolose e non sempre c’è un Menenio Agrippa in vena di monologhi pronto a intervenire per rimettere a posto le cose. L’impressione, raccogliendo gli umori di molti rappresentanti di Club nel mio peregrinare tra una buca e l’altra, è che anche nel golf si rischi di creare una frattura e che la base (i Circoli e i giocatori) fatichino a comprendere alcune mosse federali. Decisioni come quella, poi ritirata, che obbligava i club a tesserare i giocatori stranieri prima di farli accedere ai nostri percorsi, la sensazione di una caccia a risorse che si faticano a rastrellare, la scommessa sulla Ryder e sui suoi postulati (su tutti la raffica di Open milionari da organizzare anche dopo il 2022) generano preoccupazione e inquietudini. E qui tornano in ballo Menenio Agrippa e il suo apologo. Quando patrizi e plebei arrivarono ai ferri corti, con il suo intervento riuscì a calmare gli animi e a gettare i semi di una riappacificazione fruttuosa. Cosa disse il console romano? Ecco qui: “Una

volta, le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso ad attendere cibo, ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo confezionassero a dovere. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, a indebolirsi furono anche loro stesse, e il corpo intero giunse a deperimento estremo. Di qui apparve che l’ufficio dello stomaco non è quello di un pigro, ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi tornarono in amicizia con lui. Così senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute». (mdalfior@alice.it)

CONSOLE SAGGIO Disegno di Menenio Agrippa

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