Professione CLUB
RIVISTA QUADRIMESTRALE ANNO 8 - N°24 - 8 EURO
INVERNO 2020
SPECIALE
Indagine - Pianeta Donna
PERSONAGGI
Giorgio Tadolini Davide Colombarini
GRANDI NOVITÀ
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 - Lo - Mi - ISSN 1123-4830 - GO.TU. S.u.r.l. Editore
l Cavaglià l Castelfalfi l Riva Toscana l Verdura
by GOLF&TURISMO
Dal Fior 1.indd 2
01/09/20 11:12
Editoriale /Fulvio Golob
POLITICI IN CAMPO Fulvio Golob
MENTRE NEGLI STATI UNITI MOLTI FRA I MASSIMI ESPONENTI GIOCANO A GOLF, A COMINCIARE DA QUASI TUTTI IL PRESIDENTI DA OLTRE UN SECOLO, DA NOI QUESTO NUMERO È TENDENTE A ZERO. E NON AVERE AMICI E APPASSIONATI NELLE STANZE DEI BOTTONI NON AIUTA CERTO LA DIFFUSIONE DEL NOSTRO SPORT IN ITALIA
Q
ual è una delle tante, enormi differenze fra il golf italiano e quello americano, stratosfericamente lontano dal nostro? Sedici su diciannove fra gli ultimi Presidenti degli Stati Uniti avevano la sacca nascosta appena dietro il celebre Studio Ovale. Alcuni di questi sono stati veri e propri “golf-dipendenti”, a cominciare dal primo in ordine cronologico, William Howard Taft, in carica dal 1909 al 1913. Il record assoluto spetta però a Woodrow Wilson (191321) che, nonostante la Prima Guerra Mondiale, si stima abbia collezionato più di mille giri di campo negli otto anni del suo mandato. In questa speciale classifica lo segue Dwight D. Eisenhower (1953-61), socio dell’Augusta National, a quota 800. Terzo è Barack Obama (333 volte in campo) e a ruota segue Donald Trump (circa 300, ma nella metà degli anni). Da noi, quanti politici, pur allargando la platea in senso molto più ampio, sono dichiaratamente appassionati di golf? E comunque quante foto di Mattarella, Napolitano, Ciampi o Cossiga su un green vi ricordate? O dei numerosi Presidenti del Consiglio che si sono succeduti a Palazzo Chigi? Da noi, un politico che gioca a golf e, soprattutto, non ha pau-
ra di nasconderlo, è a dir poco una mosca bianca. A memoria ricordiamo solo Francesco Rutelli, oggi 66enne, dal 1993 al 2001 sindaco di Roma. Per pochissimi altri, solo qualche foto “rubata”, spesso accompagnata da commenti non proprio gradevoli sulla loro presenza su un campo da golf. Purtroppo in Italia il nostro sport continua ad avere un’immagine sempre poco gratificante di attività costosa, per una ristretta èlite, praticata da vecchi pensionati in enormi tenute private. E oltre a una susseguente mancanza cronica di giocatori, questo sgradevole approccio contribuisce a tenere lontani dai campi quelli che avrebbero accesso alle stanze dei bottoni. Il che si traduce in attenzione scarsa o nulla per tutti gli aspetti positivi del golf che conosciamo bene: sport sano, all’aria aperta, adatto a tutte le età e capace di generare grandi numeri in campo economico. Anche il neoeletto e 46° Presidente del Stati Uniti, Joseph Robinette Biden, meglio noto come Joe Biden, è “naturalmente” un ottimo golfista. E non ha alcun problema, privacy e sicurezza a parte, a farsi ritrarre con sacca e bastoni. Ma quello americano è davvero un altro film. fulvio.golob@golfeturismo.it
DIPLOMAZIA A 18 BUCHE Nella foto, il neoeletto Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, conversa amabilmente fra un colpo e l’altro con il primo ministro irlandese, Enda Kenny, durante il periodo in cui era il vice di Barack Obama. Biden, fino al 2018, quando aveva 76 anni, poteva esibire un ottimo 6,7 di handicap
CLUB
3 PROFESSIONE GOLF
AITG / Editoriale
NEVER STOP TRAINING Carissimi Associati e Amici ci abbiamo provato… Il nostro sogno di fine estate di poter ripartire è bruscamente svanito, e come in una brutta frenata ha lasciato diversi segni sull’asfalto. Sono tracce di delusione, amarezza, sconforto ma anche di preoccupazione. Tutto questo ci ha nuovamente catapultati a rivivere un momento difficile come quello passato in primavera, prima di riprendere i nostri posti e compiti, dove tutto sapeva di ignoto ma che aveva il dolce profumo della rinascita. Questa delusione ci ha lasciato l’amaro in bocca per non aver avuto nuovamente modo di incontrarci dal “vivo”, perché i Meeting hanno sempre rappresentato il valore di AITG, il vivere la nostra “due giorni” in modo intenso e professionale tra Associati, Aziende e Relatori. Tra gli amici di sempre, perché anche questo è il legame della nostra Associazione. Perché i rapporti umani tra i colleghi, gli amici e i fornitori si riallacciano e si rafforzano anche durante i Meeting, e rappresentano energia pura. Lasciandoci pronti per concretizzare i progetti che abbiamo messo in cantiere. Progetti che si sviluppano e si evolvono attraverso la continua crescita formativa. Infatti nel periodo invernale riprenderà l’attività dei webinar, con la preziosa collaborazione dei nostri Sponsor e Partner, che in questo 2020 non ci hanno abbandonato e hanno continuato a sostenerci. Ma sotto l’albero di Natale si trovano nuove opportunità formative come i diversi Corsi di Lingua Inglese. Tale obbiettivo è stato pensato per offrire a tutti i soci la possibilità di migliorare le proprie conoscenze linguistiche, fornendo un vero e proprio strumento di comunicazione utile per ogni settore di un Circolo e per la professionalità golfistica. L’uso della lingua inglese è sempre più importante nel mercato lavorativo e sempre più utile per poter comunicare con ospiti e fornitori, per i Tecnici dei Circoli diventa uno strumento indispensabile anche per accedere alle pubblicazioni tecniche internazionali on-line e off-line utili per l’aggiornamento professionale. Progetti che passano attraverso nuovi strumenti comunicativi, proprio come il nuovo sito internet, che nasce per mettere a disposizione degli Associati e degli Sponsor un nuovo strumento capace di trasmettere,
CLUB
PROFESSIONE GOLF 4
informare ed esprimere al meglio lo Spirito di AITG. Un grazie va a Luca Caspani, Luca Porcu e Alessandra La Torre per aver coordinato e seguito il progetto fin dall’inizio e che nell’arco di qualche settimana sarà già on line. Un altro regalo da scartare che troviamo sotto l’albero di Natale di AITG. Questi progetti sono nati in un momento di confusione, quando avevamo la necessità di dare ai giocatori dei nostri Club un segno di riconoscenza per l’attaccamento al proprio Circolo. Così prende forma anche “AitgFidelity#insiemesipuò”, di cui parliamo nelle pagine successive. Con questi e con molti altri progetti si può continuare a creare energia, un fuoco che dobbiamo alimentare per mantenere sempre viva e attiva la nostra Associazione. È tanta l’energia che i nostri Associati impiegano per realizzare il materiale didattico e formativo che viene inviato a tutti i Circoli, come per l’introduzione del nuovo World Handicap System. Per questo dobbiamo un particolare ringraziamento al Coordinatore del CHCR, Richard Cau, e al suo gruppo di lavoro composto da Tiziana Panizzolo e Nicola Veclani. Non ci dimentichiamo dell’infaticabile lavoro svolto dalla Scuola Nazionale di Golf, con i suoi Coordinatori Corrado Graglia e Davide Lantos per la Sezione Direttori e Segretari, e Alessandro De Luca e Massimo Mocioni per la Sezione Tappeti Erbosi. A nome di tutta AITG, per tutto il lavoro svolto in questo lungo periodo, un caloroso ringraziamento anche per la disponibilità e la collaborazione dimostrata. Le congratulazioni di tutta l’Associazione vanno poi a Davide Maria Lantos, Consigliere AITG e Direttore del Ladies European Tour (tra le varie attività), per essere stato riconfermato Direttore di Torneo della Solheim Cup 2023. Si disputerà per la prima volta in Spagna sul percorso del Finca Cortesìn di Casares. Ma i ringraziamenti più grati sono dovuti a chi ci ha sostenuti e accompagnati in tutti questi anni, tutti voi Amici Associati e Amici Sponsor, che non avete perso la fiducia nel nostro lavoro e ci avete sempre aiutato in questo lungo viaggio. Perché siete la forza motrice di questa AITG e perché con AITG la formazione non si fermerà mai. Un caro e sentito saluto Il Consiglio Direttivo AITG
CLUB
5 PROFESSIONE GOLF
AITG / Il nostro 2020
Un anno DIVERSO CONSIDERAZIONI A RUOTA LIBERA SU QUELLO CHE ABBIAMO VISSUTO E QUELLO CHE PROBABILMENTE ABBIAMO ANCORA DAVANTI, IN UN PERIODO CHE È STATO STRAVOLTO DALLA PANDEMIA DEL COVID di Mauro Lenta
C
ari amici vicini e lontani, questo anno che è quasi terminato è stato molto diverso da quello che ci potevamo aspettare. Ed è stato diverso per tutto il resto del mondo. Questa guerra senza armi che tutti stiamo combattendo ci obbliga a riflettere, a riconsiderare i nostri valori e il nostro futuro. In meno di dodici mesi si sono imposte alla nostra attenzione parole che mai più pensavamo di usare, come “coprifuoco” che evoca le guerre passate. Altre hanno assunto valori diversi, come distanza, che da espressione di mancanza, lontananza, spazio fisico, è diventata sinonimo di sicurezza, di resistenza. Siamo stati bombardati da sigle precedentemente quasi ignorate, come DCPM, DAD e CIG, e non siamo sfuggiti al lockdown servito in tutte le salse. Il nostro lavoro non è cambiato, è sempre quello. E tutti noi abbiamo cercato di farlo al meglio, passando dal sogno di potere lavorare per qualche settimana senza la presenza assillante dei giocatori all’incubo di dover abbandonare il circolo a sé stesso. Per non parlare del senso di colpa per esserci stati nonostante mille divieti, limitazioni e sanzioni e alla difficoltà di ottenere gli stessi risultati col personale dimezzato. Umanamente e professionalmente nessuno è uscito indenne da questa guerra ancora in corso, da chi è stato contagiato a chi si è dovuto trasferire per problemi economici, a chi si è visto ridurre il numero dei
CLUB
PROFESSIONE GOLF 6
collaboratori, a chi ha avuto nei mesi migliori il circolo vuoto. Abbiamo reagito come sappiamo e siamo abituati a fare, andando avanti nell’incertezza, navigando a vista, e come sempre ci siamo tirati su le maniche. Dal punto di vista professionale è stato interessante, non considerando la causa di quest’opportunità, vedere quanto cambia il campo potendo gestire al meglio le pratiche manutentive. Il taglio programmato secondo la necessità e non vincolato alle gare o alle altre operazioni agronomiche, sempre nelle condizioni migliori (chi mai poteva pensare di tagliare i green al pomeriggio o di non tagliarli nei weekend di Pasqua, 25 aprile e 1° maggio?). Vi assicuro che vedere i green senza un pitchmark o i tee senza un divot, anche se per un breve periodo, è stato veramente appagante. Gestire l’irrigazione senza il pensiero di offrire una doccia gratuita ai giocatori e ai colleghi, carotature, sciabolature, topdressing, concimazioni, dovendosi confrontare soltanto con le variabili meteo, sarebbero diventate uno scherzo, avendo avuto la piena disponibilità della squadra. Vedere il tappeto erboso in condizioni perfette, verso la fine del lockdown, mi ha permesso di valutare un po’ più oggettivamente quanti danni sono dovuti al gioco e quanti sono dovuti agli stretti vincoli delle lavorazioni durante i periodi normali, con la costante presenza dei giocatori
e calendari gare sempre più simili a quelli di un campionato di calcio con anticipi, posticipi e coppe varie. Mi sono mancati i meeting, grande occasione d’incontro e di confronto con i colleghi e gli sponsor. Per fortuna i numerosi e interessanti webinar ottimamente concretizzati da AITG ci hanno permesso di restare in contatto e aggiornati sulle ultime novità tecniche e commerciali. Umanamente penso di avere vissuto con molto disagio, come tutti, questo interminabile periodo di forti incertezze. Ma mi considero comunque fortunato, vivendo in un piccolo paese e avendo un lavoro che si svolge all’aperto, che mi ha permesso sicuramente di risentire in modo minore delle privazioni che ha dovuto e deve tuttora subire chi lavora al chiuso e chi vive in città. Tra i ricordi di questo periodo che porterò sempre con me ci saranno il silenzio assoluto dei weekend di primavera e la limpidezza dell’aria sopra Torino, come mai si era vista da sopra le montagne della Valle di Susa. Fuori nevica, ed è arrivato il momento di interrompere questo monologo, sperando che torni presto a essere una chiacchierata tra di noi. E di tornare presto alla normalità, vecchia o nuova che sia. Passo infine ad augurarvi di cuore buone e soprattutto serene festività. Sappiamo che avranno un sapore diverso, ma ho l’impressione che questa nevicata di fine stagione possa, in qualche modo, aiutarci a vedere il sorriso dietro la mascherina.
AITG / Tappeti erbosi
Revisione PAN ECCO LE RICHIESTE RELATIVE ALL’ARTICOLO 53 PER IL 2021, LEGATE AI PRODOTTI FITOSANITARI, PER L’UTILIZZO IN DEROGA NELLA PROSSIMA STAGIONE DI ALCUNI PRINCIPI ATTIVI
Nei campi da golf, limitatamente al trattamento del tappeto erboso dell’area di gioco, è consentito l’uso di prodotti che recano in etichetta la frase EUH208 o classificati irritanti per la pelle con indicazione di pericolo H315, fatte salve eventuali deroghe disposte dall’Autorità locale competente, secondo i requisiti descritti precedentemente. È fatto obbligo di adottare adeguate misure di informazione degli utenti circa la specifica tipologia di rischio conseguente al trattamento e di assicurare l’uso di guanti di protezione per i lavoratori addetti alla manutenzione delle aree e per gli assistenti di gioco, con possibilità di contatto diretto con il terreno o con eventuali attrezzature contaminate, per almeno 30 giorni successivi al trattamento. È fatta salva l’apposizione di adeguati cartelli informativi, secondo i
requisiti previsti, con divieto di accesso nell’area sottoposta a intervento per almeno 24 ore dalla fine del trattamento. In supporto a quanto sopra, il percorso del testo del nuovo PAN non sarà pubblicato prima del giugno 2021 sulla Gazzetta Ufficiale. In attesa del nuovo testo anche per il 2021 ci siamo trovati a dover richiedere,
attraverso Art. 53, l’utilizzo in deroga di alcuni principi attivi. Il nostro consulente Piero Catelani ha subito iniziato a contattare i vertici delle Società produttrici di prodotti fitosanitari interessati a fornire prodotti utilizzabili su tappeto erboso. Qui sotto evidenziamo le richieste relative all’Art. 53 che sono state effettuate attraverso i Ministeri nel mese di novembre:
RICHIESTE ART. 53 PER LA STAGIONE 2021
■ Pertanto si evidenzia la necessità di concedere l’autorizzazione eccezionale, ai sensi dell’art. 53 (situazioni di emergenza fitosanitaria) del Reg. CE N.1107/2009, all’impiego di prodotto fitosanitario a base di Pendimethalin per 120 giorni sulle seguenti colture:
Coltura
Inizio autorizzazione
Tappeti erbosi di Campi da golf
1 aprile 2021
■ Pertanto si evidenzia la necessità di concedere l’autorizzazione eccezionale, ai sensi dell’art. 53 (situazioni di emergenza fitosanitaria) del Reg. CE N.1107/2009, all’impiego di prodotto fitosanitario a base di 2,4-D, MCPA, MECOPROP P E DICAMBA per 120 giorni sulle seguenti colture:
Coltura
Inizio autorizzazione
Tappeti erbosi di Campi da golf
1 aprile 2021
■ Vi ricordiamo che il fungicida Instrata Elite, come da lettera del 15 giugno 2020 del Ministero della Salute, viene autorizzato all’utilizzo visto la sua conformità ai requisiti previsti dalla bozza di Revisione del PAN. Infine vi sensibilizziamo sul problema della Popilia Japonica, che nel 2020 ha portato alcuni uffici Fitosanitari di Regione, tra cui Lombardia e Piemonte, a richiedere autorizzazione in deroga di un nuovo insetticida per il controllo delle larve. Un problema che sta colpendo molti campi del nord-ovest e che sarebbe stato oggetto di incontro tra associati al meeting di novembre.
7 PROFESSIONE GOLF
CLUB
N
elle settimane scorse il nostro Consulente Piero Catelani ha seguito, in stretto contatto con le Istituzioni, il percorso della nostra richiesta di ampliamento delle frasi di rischio per utilizzo di prodotti fitosanitari in conformità ai requisiti previsti dalla bozza di Revisione del PAN Catelani ha trasmesso nuovamente al MiPAAF una copia della documentazione che AITG e FIG dal canto loro hanno inoltrato in occasione dell’incontro pubblico del 4 ottobre dell’anno passato. Riportiamo testo bozza di revisione Pan (da riga 1433 a riga 1441)
Proposte / AITG Fidelity
Un progetto,
UN VOUCHER
un bonus
IL SIMBOLO DELLA COLLABORAZIONE E UNIONE TRA COLLEGHI PER OFFRIRE UN PREMIO AI SOSTENITORI DEI NOSTRI CIRCOLI, I SOCI, SI CHIAMA AITGFIDELITY#INSIEMESIPUÒ. SONO 17 I CIRCOLI CHE AL MOMENTO DI ANDARE IN STAMPA HANNO GIÀ ADERITO
N
el momento in cui, a marzo, il problema legato all’emergenza COVID 19 stava diventando sempre più gravoso, molti Club in Emilia stavamo cercando di dar vita ad un consorzio formato da Circoli con obiettivi comuni e condivisi. Tutto comincia appunto con il Consorzio Emiliano, composto da un gruppo di
CLUB
PROFESSIONE GOLF 8
Circoli quali Le Fonti, Castell’Arquato, San Valentino, Croara, Salsomaggiore, Modena e Ducato. È la scintilla che darà poi il via a un Progetto su scala nazionale. L’idea del progetto AITGFIDELITY#INSIEMESIPUÒ parte proprio da quest’ intuizione del consorzio dei campi dell’Emilia
Romagna, di cui Alessandro Carrara si fa portavoce, e viene immediatamente sottoposto ad AITG grazie al nostro Consigliere Davide Colombarini. Ci spiega appunto Alessandro: “Il lockdown dell’8 marzo ci aveva preoccupato, ovviamente, non solo da un punto di vista economico per i mancati incassi, ma anche per i nostri
QUI SOTTO LA SALA CONGRESSI DI PARADISO DEL GARDA DURANTE UNO DEGLI ULTIMI MEETING A ITG. A SINISTRA, LA GRANDE TORTA CHE HA FATTO BELLA MOSTRA DI SÉ ALLA CENA
L’idea di offrire ai soci questi voucher è nata appunto con lo scopo di attutire la mazzata del lockdown a favore dei giocatori, senza però colpire le casse già martoriate della maggior parte dei club. Il Consorzio Emilia Romagna, unitamente al Consiglio AITG, ha ideato quindi questa proposta che verrà analizzata nelle righe seguenti. Con lo slancio di poter dare vita a un Progetto diverso da quelli formativi dell’Academy, il Consiglio Direttivo di AITG con l’aiuto di Alessandro Carrara e di altri Associati, dei consigli dell’avvocato Russo e quelli del dottor Gazzotti, dopo diverse settimane di lavoro e di continue condivisioni ha prodotto il regolamento del Progetto “Fidelity” con punti chiari e fermi. AITG si fa portavoce del Progetto in cui i Circoli aderenti potranno fornire, ai loro abbonati e soci, un voucher del valore corrispondente a una percentuale della quota, da poter “spendere” nei diversi club aderenti all’iniziativa. Il Progetto e la prima bozza di regolamento sono stati presentati il 28 aprile durante il Webinar “Filo diretto con l’Avvocato”. In più di un ora di collegamento tutti hanno avuto la possibilità di esprimere il loro parere e di esporre eventuali perplessità e/o criticità del Progetto. Il gradimento degli Associati è stato per tutto il Consiglio e per il gruppo di lavoro un grande risultato. Tutto questo ha permesso di lavorare con maggiore serenità, passione e impegno per portare a conclusione il Progetto e relativo Regolamento. Ma come funziona “Fidelity”? Ogni Circolo interessato a far parte del Progetto dovrà sottoscriverne l’adesione con AITG attraverso un accordo tra le parti e relativo consenso del trattamento dei dati, in cui il Circolo s’impegna a spiegare a ogni abbonato o socio, il Regolamento del Progetto. Per ottenere i Vcr per gli Associati, il Circolo dovrà compilare un file contenente alcuni dati utili per creare l’accesso di tutti al programma
informatico, e l’elenco dei propri tesserati interessati a far parte del Progetto. In questo modo i Soci dei club aderenti potranno utilizzare il proprio bonus, una volta l’anno, nei Circoli “Fidelity”. Ogni club sarà inserito in una delle quattro fasce che si differenziano in base al valore della propria quota associativa, ad eccezione della quarta fascia che è dedicata unicamente ai campi con nove buche. I voucher emessi si differenzieranno anche in base al colore, in modo che possa essere più facile per le segreterie riconoscere la fascia di appartenenza del giocatore e detrarre, per intero o parzialmente, il green fee dal credito residuo del Tesserato. Ma il programma agevola anche le Segreterie che dovranno inserire la tariffa da scaricare. Il Progetto dà la possibilità ai giocatori di utilizzare il credito del voucher fino al 31 dicembre 2022, ma a una condizione ben precisa: il tesserato deve rimanere socio o abbonato dello stesso Circolo, in caso contrario le segreterie dovranno farsi rendere il voucher per annullarlo e toglierlo dall’elenco del programma. Ad oggi sono 17 i Circoli che hanno Aderito al Progetto: Ambrosiano, Bormio, Carimate, Castell’Arquato, Conero, Croara, Ducato, Golf dei Laghi, Gressoney, La Pinetina, Le Fonti, Lecco, Modena, Monticello, Salsomaggiore, San Valentino e Toscana il Pelagone. Una grande emozione è stata quella di aver visto nascere, crescere e sviluppare un progetto così ambizioso e diverso dagli ultimi organizzati in Casa AITG. La stesura del Regolamento, la progettazione del programma informatico dedicato, la realizzazione grafica del voucher e la gestione operativa della macchina “Fidelity” in toto sono stati, ancora una volta, la prova della voglia di collaborare tra Circoli e con AITG. Un preziosissimo segnale di fiducia e unità, che ci auguriamo di poter portare avanti con l’ingresso di altri club.
9 PROFESSIONE GOLF
CLUB
abbonati e soci, ai quali, secondo noi, sarebbe stato giusto riconoscere un bonus per il mancato utilizzo delle strutture causa chiusura forzata dei Circoli. Il fatto che la stragrande maggioranza dei Soci abbia comunque sostenuto i Circoli, versando le quote di associazione, ci ha spronato a cercare di premiare questo tipo di fedeltà. Per questo motivo ci si è indirizzati sulla possibilità di offrire un servizio ulteriore ai soci non solo per il 2020 ma anche per il 2021 e il 2022.” Difficile trovare un benefit che compensasse il tempo perso durante tutto l’anno e che allo stesso tempo non gravasse ulteriormente sulle casse del Circolo. Con il progetto AITG Fidelity si è cercato appunto di dare ai soci questo tipo di benefit: la possibilità di giocare su tutti i campi affiliati alla Fig con voucher appositamente predisposti.
Fuori limite / Gestione
CLUB
PROFESSIONE GOLF 10
PIÙ O MENO COME FA
un piccione
IL PITCHMARK È IL NEMICO NUMERO UNO DEI GREEN E ANCHE SUI FAIRWAY RIESCE A FARE I SUOI DANNI. EPPURE BASTEREBBE DAVVERO POCO PER RENDERLO MOLTO MENO OFFENSIVO E “COSTOSO”...
CLUB
11 PROFESSIONE GOLF
Fuori limite / Gestione di Fabrizio Pagliettini
C
he cosa ci fa il titolo di una canzone abbastanza datata su un articolo che dovrebbe parlare di golf? A proposito, vi è venuto in mente quel motivetto così orecchiabile? Più o meno come fa un piccione... Carino vero? Bene, ora vi spiego. In realtà non sto parlando di un volatile da prendere ad esempio per trattare i problemi della vita come si evince nel testo della canzone. Ho un po’ giocato con i vocaboli e in particolare con una omofonia che ogni giorno è al centro dei discorsi in clubhouse. Sto parlando
del pitch, anzi del grosso pitch, insomma, detto all’italiana, del “piccione”. I Circoli sono pieni di cartelli che richiamano all’etichetta e in particolare a rimettere a posto il danno della pallina. Questo gesto dovrebbe essere semplice e automatico, mentre a giudicare dalle condizioni dei green a fine giornata parrebbe difficile e poco intuitivo. Ma perché? Se chiedi a un giocatore in Segreteria o al bar molto probabilmente risponderà: “È una cosa inaccettabile, oggi da solo ne ho rimessi a posto 2 o 3 per ogni green. Nessuno gira, nessuno controlla, dovete seguire i giocatori che vengono
dagli altri Circoli”. Falso? Vero? Forse a metà… Certamente vale la pena fare un esercizio di memoria e ricordarsi le condizioni dei green al termine di una giornata dove hanno giocato solo i soci. Siete così sicuri di trovare dei biliardi di erba? Provare per credere. È vero, ci dovrebbero essere più controlli. Ma lasciatemi fare due riflessioni. La prima è che oggigiorno nei circoli non c’è più il personale sufficiente, soprattutto in settimana, per dedicare tempo a controlli lunghi e particolareggiati come quello dei pitch. La seconda è molto più semplice e diretta: ma perché mai si deve perdere
RIMETTERE A POSTO I PITCHMARK: UN’OPERAZIONE RAPIDA E INDOLORE PER QUALUNQUE GOLFISTA, CHE AIUTEREBBE MOLTISSIMO IL LAVORO DI TUTTO LO STAFF DEI CIRCOLI. A DESTRA L’IMPATTO SU GREEN E FAIRWAY
CLUB
PROFESSIONE GOLF 12
mark durante una partita. In una delle nostre giornate del weekend quindi, con circa 150 giocatori, dobbiamo considerare che i nostri green saranno feriti da oltre 1200 segni. Ah, che nostalgia per i nostri cari e vecchi caddie… che facevano addirittura la scuola all’interno dei club per conoscere bene i propri compiti. Anche le modalità di ripristino, infatti, sono importanti. Molti giocatori non conoscono il modo giusto per riparare la ferita e fanno ancora più danno che se non lo avessero toccato. Tornando ai caddie, vi prego di non credere alle leggende in merito alla regolarità e precisione maggiore dei vecchi
golfisti rispetto ad oggi. Certo, c’erano molti meno praticanti e si accedeva al percorso dopo almeno un anno di campo pratica con un 24 di handicap più o meno in tasca. Inoltre l’iniziazione al gioco sul campo passava dal rigido giudizio e sguardo dei vecchi membri del Club, ma non dimenticate che c’erano oltre 100 caddie in ogni circolo e che esclusivamente a loro era demandato il compito di cura del campo, pena la perdita della paghetta. I caddie oggi sono solo un lontano ricordo, sostituiti dai carrelli elettrici che però non sono certo capaci di individuare il danno e risistemare i fairway, i bunker e i green. Questa è la normale parte negativa del progresso che ci offre grandi opportunità spersonalizzando però il servizio. E quindi non abbiamo alternativa: se non vogliamo perdere i nostri campi dobbiamo sensibilizzare il socio. Mi rivolgo a me stesso in primis, ai miei colleghi, ai maestri: dobbiamo creare campagne di sensibilizzazione, riuscire a porre un rimedio attraverso il convincimento, trovando nel giocatore un partner ideale. Pensate che all’estero si è già superata la fase del richiamo verbale, e successivamente scritto, che va per la maggiore nei nostri circoli. I nostri colleghi hanno percepito che non serve a molto la linea dura ma piuttosto creare una sinergia con il giocatore facendogli capire quanto lui sia importante per risolvere il problema. In alcuni club viene addirittura offerta una birra a chi viene fotografato mentre risistema il danno della pallina. Non raccontatelo in giro perché soprattutto d’estate questa campagna rischierebbe di costarci una cifra e io da direttore di Club genovese me ne guardo bene... Recepire il messaggio, però, significa cercare delle soluzioni più funzionanti di quello che ormai da anni stiamo facendo con risultati altalenanti e non certo eccellenti. Chissà che non possa aiutare insegnare la canzoncina, proprio quel motivetto che ti viene in mente ogni volta che ti avvicini al green… ”Più o meno come fa un piccione, lo so che è brutto il paragone!”.
13 PROFESSIONE GOLF
CLUB
tempo prezioso (che per esempio andrebbe dedicato alla velocità di gioco, problema che ha anche importanti risvolti economici per il club e che incidono sulla soddisfazione del cliente) per controllare un gesto che è esclusivamente un atto dovuto, una forma di educazione e di rispetto nei confronti del campo, degli altri giocatori e di sé stesso? È utile sapere che un pitchmark richiede solo 15-30 secondi per essere riparato correttamente mentre un pitchmark raccolto in modo errato richiede più di tre settimane per guarire. Prestate attenzione: gli studi hanno dimostrato che, in media, un giocatore di golf fa 8 pitch-
Aggiornamenti / Didattica a distanza
La scoperta
DEL WEBINAR NELLA PRIMAVERA DEL 2020 AITG ACADEMY HA ELABORATO UNA SERIE DI LEZIONI PER PROSEGUIRE LA FORMAZIONE DEI PROPRI ASSOCIATI ANCHE DA CASA, A CAUSA DEL COVID-19 CHE HA COSTRETTO LE PERSONE NELLE PROPRIE ABITAZIONI E LONTANO DAGLI UFFICI
a cura della redazione
Le presentazioni dei Webinar AITG
CLUB
PROFESSIONE GOLF 14
2020 sono risultate salvifiche per proseguire le nostre attività, vista la ovvia impossibilità di organizzare i consueti meeting e di partecipare al MyPlant&Garden. Internet e il digitale si sono sostituiti al circolo e al campo, e i nostri variegati Webinar sono stati utili per discutere, dibattere e parlare anche di tutte le problematiche legate al difficile momento che tutti insieme si stava affrontando. Webinar discussi da professionisti come commercialisti e avvocati, a totale disposizione degli associati così come tutti gli altri esperti che hanno divulgato i loro contenuti di altra natura. La dimestichezza con il mezzo e la facilità di gestione ci hanno permesso di creare un “piano editoriale” ad hoc sempre aggiornato, scegliendo gli argomenti al meglio
così come i gruppi di partecipanti. E visti gli ottimi risultati in termini di presenze, la decisione del Direttivo di AITG è quella di incrementare gli appuntamenti online e di proseguire con la formazione via Webinar anche nel periodo invernale e per tutto il 2021. Questo senza dimenticare l’importanza del potersi incontrare di persona, una delle componenti fondamentali delle attività di AITG. Ma è innegabile come il poter seguire più riunioni seduti a casa o in ufficio non può che essere vantaggioso per tutti. Tutti i Webinar sono accessibili per gli Associati gratuitamente previa prenotazione, ma sono e saranno sempre disponibili nella sezione YouTube dedicata oltre che nell’archivio del sito AITG nell’apposita area riservata.
15 PROFESSIONE GOLF
CLUB
N
onostante il Covid-19 e i lunghi mesi di restrizione domestica, grazie ad un fitto programma di interventi organizzati in collaborazione con i nostri Tecnici, Partner e Sponsor, le nostre attività di formazione non sono mai venute a mancare, continuando a formare i nostri iscritti, donando una possibilità di aggregazione digitale senza precedenti. Fino allo scorso anno i principali appuntamenti di aggregazione erano i due Meeting Nazionali, solitamente in primavera e nel tardo autunno. Nel tempo AITG ha così percepito la necessità di ampliare le possibilità di crescita formativa e lo scambio di idee attraverso lo sviluppo di piattaforme innovative e al passo coi tempi, che durante il primo lockdown della prima parte del
Lockdown / Corsi a distanza
L’attività
CMAE 2020 NON SI FERMA E BATTE FORTE IL CUORE DELLA CLUB MANAGER ASSOCIATION OF EUROPE, CHE ANCHE IN UN PERIODO TANTO DELICATO E DIFFICILE È RIUSCITA A ORGANIZZARE DECINE E DECINE DI WEBINAR DI AGGIORNAMENTO di Cristian Fiora, CCM
A
l momento di scrivere l’Italia e l’Europa intera stanno tornando ad un’atmosfera che speravamo esserci lasciati alle spalle, ma che ahimè è nuovamente attuale. Mi riferisco ai lockdown più o meno nazionali, ai divieti di circolazione, all’impossibilità per molti di noi della golf industry di poter continuare nel nostro lavoro. Tempi duri, durissimi, per il movimento golfistico europeo, che non senza notevoli difficoltà veniva prima dichiarato oltremodo sicuro e ora si è
CLUB
PROFESSIONE GOLF 16
visto nuovamente serrare i cancelli. Non succede solo da noi, certo. Basti pensare che nella cara vecchia Inghilterra, dove la cultura nel golf è un credo avanzato e non luogo di pochi. A lungo non sono servite a nulla la petizione firmata dagli oltre 11.000 addetti ai lavori, fedeli praticanti e influenti CEO di multinazionali per far cambiare idea al Parlamento d’oltre Manica. E neppure l’intervento di un testimonial storico come Lee Westwood aveva fatto accogliere
NELLA PAGINA ACCANTO IL GRUPPO DEI PARTECIPANTI ALL’ULTIMA SESSIONE IN PORTOGALLO. QUI ACCANTO, NELLA STESSA OCCASIONE, DA SINISTRA VANJA BORSCEVSKI (CUS GENOVA), ALESSANDRO NAPOLI (CANAVESE GOLF & COUNTRY CLUB), STEFANO BONI (DIRETTORE ALBARELLA) E CRISTIAN FIORA, L’AUTORE DI QUESTO ARTICOLO (GOLF CLUB VILLA PARADISO) subito la richiesta di riaprire i Club e la pratica del golf. Solo dopo lunga discussione, e molto tempo, la situazione si è risolta favorevolmente. Ma ci sono comunque altre buone notizie, fortunatamente. Bicchiere mezzo pieno, ovviamente. L’attività didattica della Club Manager Association of Europe non si è fermata, ma ha fatto di tutto (e di più) per poter ampliare il proprio supporto ai golf manager di tutto il Continente, in questo momento così delicato e incerto, risultando più attiva e prolifica che mai. Consentitemi un passo indietro. Giorni fa, navigando sul sito CMAE ho riletto la mission: “Essere l’Organizzazione leader nella fornitura di programmi educativi per la gestione del club, con le relative opportunità di certificazione e accreditamento per tutti i Dirigenti dei Club Europei”. Subito la mente è andata alle varie attività promosse da CMAE in questo 2020 e al lavoro vulcanico messo in campo da speaker, tecnici e Board per contrastare la nefasta situazione data dalla pandemia mondiale. C’era bisogno di un segnale e qui il segnale è forte e chiaro. Grazie all’ information technology, ormai divenuta a pieno titolo un’ulteriore core competence di noi addetti ai lavori, CMAE ha varato quest’anno un imponente piano di comunicazione e formazione, che recentemente ha ricevuto anche il plauso di CPG (Confederation of Professional Golfers) . La prima serie di 54 webinar esclusivi (di circa 30 minuti l’uno), ci ha accompagnato nella stagione con un intenso programma didattico. I PowerPlay600, questo il nome degli interventi, tutti disponibili online, hanno accolto specialisti europei e statunitensi, con temi che spaziano dalla ristorazione alla psicologia, dal customer service alle procedure di emergenza in tempo di pandemia. Tutto on demand e gratuitamente, dopo il login, per gli associati AITG/CMAE. Divisi in quattro categorie, 600-CoffeeShop-Panel-Live, i webinar hanno riscosso ovviamente un grande successo e
l’attività didattica in presenza, praticamente annullata ovunque, ha lasciato spazio all’attività su desktop. È stato necessario un lavoro importante, in termini di logistica, investimento, supporti e contenuti. Al momento anche la didattica MDP (Management Development Programme) viene fornita a distanza, con il primo MDP1 che partito al completo in modalità online il 9 novembre. Grazie all’ottimo successo riscontrato in Spagna lo scorso anno con l’introduzione di un Mdp in lingua spagnola, sono felice di poter comunicare che è in studio avanzato il primo MDP1 interamente in italiano, con speaker e specialisti del nostro Paese. Ne potremo dare certezza e specifiche molto presto, se non già alla fine di quest’anno, nella speranza che possa anch’esso rappresentare un ulteriore strumento di crescita e certificazione per i nostri associati. Tempo anche di rinnovi in CMAE, dove il piano strategico degli ultimi quattro anni è giunto alla fine e nei prossimi 12 mesi verrà varato il nuovo quadriennio di lavoro. Tante le novità insomma, nella speranza di un futuro più sereno per tutti noi. Buona fortuna. LO SVEDESE TORBJORN JOHANSSON, CMAE DIRECTOR OF EDUCATION
Per informazioni sul percorso MDP potete contattare la Segreteria CMAE presso la Association Manager Debbie Goddard (debbie.goddard@cmaeurope.org) oppure l’autore dell’articolo, Cristian Fiora, CCM (fiora@tee-time.it ).
CLUB
17 PROFESSIONE GOLF
Fore! / Donato Di Ponziano
E LUCE
sarà Donato Di Ponziano
STRANO A DIRSI, MA QUESTO TERRIBILE PERIODO, SEGNATO DALLA PANDEMIA DEL COVID, SI STA RIVELANDO FAVOREVOLE PER IL GOLF IN VARI PAESI, COME GLI STATI UNITI. E POI L’ANNO PROSSIMO...
F
inirà questo periodo difficile nel quale i club e gli operatori del nostro settore sono stati chiamati ad affrontare sacrifici al di là di ogni aspettativa. Avevamo già passato anni durante i quali siamo stati costretti a rivedere al ribasso i nostri progetti di entrate. I club cercavano nuove opportunità di business al di là dei classici programmi per il reperimento dei soci. L’Italia del golf aveva scoperto finalmente la presenza del mercato del turismo golfistico. Era arrivata in ritardo rispetto a tanti altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo come Spagna, Portogallo, Marocco e la Francia, ma era arrivata. È giusto comunque chiedersi a che punto siamo oggi. Saremo pronti a rispondere in maniera adeguata, con un prodotto appetibile e organizzato alla ripartenza post COVID? Le chiusure obbligate dalla crisi pandemica avrebbero dovuto spingerci anche
CLUB
PROFESSIONE GOLF 18
ad affermare l’importanza del golf quale attività sportiva che si svolge all’aperto in grandi spazi. Noi non ci siamo riusciti, altri hanno preso al balzo l’opportunità. Parto da alcuni dati che direi significativi. Negli Stati Uniti, la pandemia ha rappresentato la possibilità di avvicinamento al golf per oltre tre milioni (!) di nuovi giocatori e ha permesso al mercato di risalire da un deficit del 16% (inizio anno) a un valore in positivo del 3% rispetto al 2019. La quantità di giri in campo degli ultimi sei mesi è aumentata addirittura del 20% rispetto al periodo precedente ed è un risultato a dir poco eccezionale. Presentare a bilancio un dato così importante durante un periodo che normalmente ha sempre rappresentato un alto volume di gioco non ha precedenti. E riflette circa 10 milioni di round al mese in più rispetto allo scorso anno. Un risultato che, andando indietro nel
bisogno pazzesco di ripartire. Rimane fermo il dato che i turisti del golf tendono a spendere più della media dei turisti normali. E lo dobbiamo ricordare a chi ancora non conosce le prerogative del mercato e non comprende il suo valore . Sappiamo tutti benissimo che il golf non è solo uno sport tra i più antichi, ma è anche un generatore di interesse al di là del gioco. È un dato di fatto inconfutabile. Per esempio, in un paese in via di sviluppo come l’India, oggi il turismo golfistico si sta rivelando uno strumento di interesse economico eccezionale, nuovo e con un grado di crescita impensabile. Crea un oggettivo valido strumento in mano di chi è in grado di sfruttare il suo miglior utilizzo e destinare gli investimenti necessari. Oltre ai vantaggi economici che crea a chi è in grado di sfruttare le sue peculiarità attrattive, il turismo golfistico, può aiutare a promuovere nuove destinazioni e portare allo sviluppo di nuove infrastrutture. Allo stesso tempo non si può trascurare la sua valenza quale strumento di promozione sportiva e ideale per aumentare il sostegno all’organizzazione di eventi sportivi. Per continuare a guardare alle opportunità, l’aumento del reddito pro capite a livello globale rappresenta un elemento che darà anche a noi la possibilità di ricavare vantaggi. La natura del lavoro, pur se cambiata nel periodo del COVID, permetterà alle persone di continuare ad avere tempo libero che potranno utilizzare rispondendo alla nostra offerta di golf. Il nodo è sempre lo stesso: il golf italiano sarà pronto a rispondere in maniera adeguata? Oggi, nonostante le dolorose ferite procurate alla nostra economia dal virus, siamo ancora in grado di trovare le forze, le risorse per ricominciare da dove ci eravamo fermati. Con maggiore forza e vigore. Si tratta ancora di crederci, ognuno faccia del suo. www.donatodiponziano.net
NELLA FOTO, UNA SPLENDIDA BUCA DEI CINQUE PERCORSI CHE COMPONGONO LA STRAORDINARIA OFFERTA DI UNO DEI RESORT TURISTICI DI GOLF PIÙ BELLI AL MONDO: IL MERAVIGLIOSO BANDON DUNES, IN OREGON GOLF 19 PROFESSIONE
CLUB
tempo, si ritrova solo nel 2012. Alla faccia della crisi! Guardando ai dati messi a disposizione dalla National Golf Foundation, si rileva che negli Stati Uniti le vendite al dettaglio di articoli da golf hanno raggiunto un livello record dall’inizio dell’ultima stagione estiva. Alcuni produttori hanno addirittura serie difficoltà a soddisfare la domanda. Dopo più di un decennio di calo della partecipazione al gioco, chi avrebbe potuto immaginare che negli Stati Uniti una pandemia avrebbe rivitalizzato così il business del golf? Ho sentito recentemente gli amici Arnaldo Cocuzza e John Lyberger, oggi entrambi manager del famoso e stupendo Desert Mountain Golf Club di Scottsdale in Arizona, un resort che consiglierei a tutti di visitare. Mi raccontano di numeri in grande aumento. Con il picco della domanda, i prezzi dei green fee (per anni con un andamento pressoché stabile rispetto all’indice dei prezzi al consumo) oggi stanno salendo. L’associazione americana dei proprietari di campi da golf (National Golf Course Owners Association) dichiara ufficialmente che il comparto sta raggiungendo gli obiettivi di budget nonostante i problemi causati dal COVID. Che lo si tratti come semplice intrattenimento sportivo o strumento di attrazione turistica, sappiamo già che il golf ritornerà presto ad attirare migliaia di viaggiatori ogni anno. Dobbiamo solo essere pronti. Ipotizzando un ritorno alla normalità entro i prossimi 10 mesi, i tour operator hanno iniziato a programmare le loro attività. Ci saranno nuove opportunità per coloro che sapranno posizionarsi sul mercato con un’offerta interessante. Il golf continuerà a essere uno sport generatore di entrate per i club e i resort, ma anche un creatore di opportunità di guadagno per coloro che si occupano di organizzazione. Viaggi, ospitalità in hotel, ristoranti, compagnie di noleggio d’automobili e compagnie aeree: sono settori drammaticamente in crisi e, soprattutto l’ultimo, hanno un
Finanziamenti / Fondi Speciali
La “FABBRICA
DELLA FIDUCIA” L’ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO È UNA REALTÀ DAI GRANDI NUMERI, CHE HA AIUTATO 34.661 IMPIANTI SPORTIVI DEL PAESE A CRESCERE, AVVIANDO ANCHE UN IMPORTANTE PERCORSO NEL SETTORE DI BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
di Eliana Ventola
L’
Istituto per il Credito Sportivo, banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura, è leader nel finanziamento all’impiantistica sportiva grazie alla tradizione e all’esperienza consolidata in oltre sessant’anni di attività. L’ICS lavora da sempre al fianco degli enti pubblici e dei soggetti privati per aiutarli a realizzare grandi e piccoli
CLUB
PROFESSIONE GOLF 20
progetti di sviluppo con la concessione di mutui agevolati sull’impiantistica sportiva. L’Istituto gestisce infatti due Fondi Speciali di titolarità dello Stato: il Fondo Contributi negli Interessi, per agevolare il tasso d’interesse sui mutui, e il Fondo di Garanzia, per la copertura fino all’80% delle garanzie da prestare sugli stessi finanziamenti.
e l’ottimizzazione della loro gestione. Una vera e propria “fabbrica della fiducia” che parta dall’ascolto e dall’analisi del contesto e del mercato, piuttosto che dalla dimensione architettonica, attraverso progetti e infrastrutture che si sviluppino su fondamenta anche immateriali, come l’educazione, la formazione e l’informazione. Da più di 20 anni il Credito Sportivo è partner della Federazione Italiana Golf con l’obiettivo di promuovere e sviluppare questa disciplina su tutto il territorio nazionale attraverso una linea di finanziamenti dedicata alle tante e diverse esigenze di credito di chi investe nel golf.
21 PROFESSIONE GOLF
CLUB
ICS è una realtà dai grandi numeri, con una tradizione di affidabilità che ha contribuito a far crescere l’Italia finanziando 34.661 impianti sportivi del Paese e che ha avviato un importante percorso di sviluppo nel finanziamento degli investimenti nel settore dei beni e delle attività culturali. In questo processo di crescita, obiettivo dell’Istituto è quello di assumersi ulteriori responsabilità, recitando un ruolo strategico nello sviluppo e nella gestione sostenibile degli impianti, non limitandosi a essere una “semplice” banca, ma anche una piattaforma di soluzioni che razionalizzino il percorso progettuale, facilitando la realizzazione delle opere
Circoli italiani / Personaggi
CLUB
PROFESSIONE GOLF 22
Fra futuro
E TRADIZIONE
GIORGIO TADOLINI È PRESIDENTE DEL CIRCOLO GOLF TORINO DAL GIUGNO 2020. MANAGER DI LIVELLO INTERNAZIONALE, CON IL SUO CONSIGLIO STA PUNTANDO SU UN PROGRAMMA MODERNO E INNOVATIVO, PER POTER ATTUALIZZARE LA STORIA DI UNO DEI CLUB PIÙ TITOLATI DEL NOSTRO PAESE, ADEGUANDOLA ALLE ESIGENZE DEI NOSTRI TEMPI
NELLA FOTO, LA BUCA 14 DEL PERCORSO GIALLO E A SINISTRA GIORGIO TADOLINI, NUMERO UNO DEL CIRCOLO GOLF TORINO, CON LA COPPA CONQUISTATA NELLA CONSUETA GARA CHE OGNI ANNO SI DISPUTA FRA I PRESIDENTI DI CLUB PIEMOSTESI
CLUB
23 PROFESSIONE GOLF
Circolo Golf Torino / Giorgio Tadolini di Fulvio Golob
D
ifficile non innamorarsi a prima vista del Circolo Golf Torino. Inserito nello straordinario contesto del Parco della Mandria, come il cugino e confinante Royal Park, ha dalla sua un lungo elenco di doti riscontrabili solo in pochissimi campi che meritano le cinque stelle piene. Due percorsi magnifici da 18 buche, il Blu e il Giallo, avvolgono una delle clubhouse che amiamo di più in Italia. Un caldo e accogliente cottage all’inglese, sulle cui pareti scorre letteralmente la storia del golf in Italia. Fra trofei e tableaux in legno con l’elenco dei vincitori delle gare più importanti, una foto di Edoardo e Francesco Molinari, che accompagna una riproduzione della Coppa del Mondo, vinta dai due fratelli nel 2009. Abbiamo incontrato il nuovo presidente del Torino, Giorgio Tadolini, in un giorno di chiusura del Circolo. È stato quasi surreale vivere quel magnifico ambiente senza nessuno attorno, camminando in punta di piedi per non disturbare il silenzio assoluto. 69 anni, nato a Mathi, un piccolo paese a una trentina di chilometri dal capoluogo, grande manager di respiro internazionale, sportivo appassionato, Tadolini è stato eletto nel giugno di quest’anno. Alle spalle molti successi con l’azienda di famiglia, il Gruppo Ammega, che produce nastri di trasporto e cinghie per trasmissione di potenza, ceduto in maggioranza due anni fa a un fondo di private equity svizzero. Tre figli, due già grandi e sposati, lo hanno reso nonno di cinque amatissimi nipoti, mentre la ragazza più giovane ha iniziato proprio quest’anno l’università. Innamorato del golf e dello sci, con ‘spirito juventino’ nel versante del tifo, il presidente del Torino ha idee molto chiare verso quale direzione indirizzare il futuro del club. Ecco quanto ci ha dichiarato in una piacevolissima chiacchierata. Sono golfista da qualche decennio – ha esordito Giorgio Tadolini - ma non di nascita. Ho cominciato attorno al 1990 e mi sono subito appassionato, al punto di venire a vivere all’interno di un campo da golf. E respiro quotidianamente il profumo dei green. La mia casa è nel Royal Park, vicino alla buca 14 del Trent Jones. Svegliarsi alla mattina in quell’abbraccio di verde è impagabile, magari vedendo i cervi a pochi metri dalla casa. Ha sempre giocato nel suo attuale Circolo? No, ho iniziato ai Roveri, poi sono arrivato al Torino, circa 20 anni fa. Ho tanti amici qua e ho avuto la fortuna di conoscere molto bene il presidente di allora, che era Sergio Pininfarina. Fece un grande lavoro di promozione con me e mia moglie. Alla fine accettammo il suo invito. Come presenterebbe in breve il suo club? Possiamo considerarci molto fortunati di vivere una meravigliosa realtà come quella del Circolo Golf Torino. Ci troviamo nel contesto di uno dei parchi più belli e storici d’Italia (oltre 66 chilometri quadrati, ndr): una posizione eccezionale che da sola crea l’ambiente. Se poi a questa cornice privilegiata si
CLUB
PROFESSIONE GOLF 24
danno l’attenzione e la raffinatezza necessarie, ecco che esce un cocktail perfetto. E non dimentichiamo che all’interno del Parco abbiamo altri due percorsi di golf meravigliosi, quelli dei nostri vicini del Royal Park. Siamo perciò fra i pochi comprensori così importanti dell’Europa Continentale. Tutto l’insieme rappresenta una somma di caratteristiche che porta alla perfezione. Quale dei due percorsi del Torino preferisce? Direi il Blu, anche se il Giallo lo considero un campo intrigante e tutt’altro che semplice. Ma il primo è il nostro percorso da campionato. Ti offre lunghezza, green spettacolari, buche meravigliose. Campi di questo livello hanno bisogno di cure speciali? Curiamo senz’altro molto la manutenzione. Sono sempre in programma vari interventi importanti, con una certa regolarità. Da pochi anni abbiamo rifatto tutti i green e l’impegno è tenere sempre il campo ‘fresco’. Sono necessari molti investimenti, ma ne ricaviamo grandi soddisfazioni. Adesso abbiamo iniziato il rifacimento di tutto il sistema di irrigazione, che sarà interamente automatizzato. E così potremo avere risparmi nel consumo dell’acqua e sulla nostra bolletta energetica.
Lei è noto come manager di una multinazionale. Sta trasferendo le sue esperienze nella gestione del Circolo? Ho sempre fatto l’imprenditore. Avendo attività in tutto il mondo, ho imparato a pensare anche in modi diversi. E mi sono accorto che il progresso viaggia a velocità sempre più alte. Qui al Torino non parliamo di una società di capitali, ma di un circolo di soci. Deve però cominciare a esserci una gestione che sia capace di traguardare il futuro a medio e lungo termine. Pensando alle nuove generazioni, ai giovani, perché questi circoli saranno loro nel futuro. E dovranno adattarsi al loro nuovo modo di vivere e di pensare. Accanto a un Circolo di incredibile bellezza, tanta storia e tradizione. Cosa significano per voi? Dal punto di vista agonistico, credo di poter dire che siamo il Circolo più blasonato d’Italia. E non solo perché abbiamo avuto atleti di grande spicco, a cominciare dai fratelli Molinari. Abbiamo vinto molti campionati con le nostre squadre e altrettanti titoli individuali, in Italia e in Europa. Il nostro presidente onorario, Lorenzo Silva, è il più premiato amateur d’Italia, con un palmarès lunghissimo di scudetti tricolori.
25 PROFESSIONE GOLF
CLUB
IN ALTO, DAL DRONE LO SPLENDIDO PANORAMA DELLA RISERA VECCHIA, LA CASCINA CHE OSPITA CADDIE MASTER, PALESTRA E ALTRI SERVIZI, E DELLA CLUBHOUSE DEL CIRCOLO GOLF TORINO. A SINISTRA LA 4 E QUI SOTTO LA 13, DUE SPETTACOLARI BUCHE DEL PERCORSO BLU
Come avete affrontato le nuove norme internazionali per la manutenzione? Il passaggio dall’utilizzo dai prodotti chimici a quelli biologici è stato molto impegnativo. E lo è tuttora. È necessaria ancora tanta formazione e numerosi test. Perché certi funghi, certe malattie dell’erba non sono facili da debellare. Spesso occorre andare per tentativi, mentre in precedenza avevi alle spalle decine di anni di un certo tipo di prodotti per la manutenzione.
Circolo Golf Torino / Giorgio Tadolini I motivi del vostro successo? Abbiamo davvero tutto. Percorsi bellissimi e un club che riesce a stare al passo con i tempi, in continua evoluzione per adeguarsi alle esigenze degli anni 2000, molto diverse da quelle di qualche tempo fa. Stiamo facendo uno studio per rendere la nostra magnifica clubhouse ancora più funzionale e più accogliente per i nostri soci. Progetti futuri? Passare da semplice campo di golf a country club, con tutta una serie di attività che garantiscano un maggior coinvolgimento. Il Torino sta cercando di offrire l’opzione più completa e di charme che un circolo possa offrire. La nostra clubhouse parla di storia, di eleganza, di tradizione. E noi vogliamo continuare su questa strada, pur offrendo quello che i nostri anni oggi richiedono. E cioè? Sappiamo bene che il numero dei praticanti in Italia è limitato. Quindi bisogna creare, indipendentemente dalle attività di promozione della Federgolf, un ambiente che sia aggregante per i gruppi familiari o di amici. Un luogo che sia certo centrato sul golf, ma che offra anche attività collaterali, per cui la famiglia sia contenta di passare il weekend nel nostro circolo. Divertendosi e rilassandosi dall’ingresso del mattino alla cena della sera. Cosa ne pensano i soci? Ho presentato un programma di rinnovamento della nostra struttura, in base al quale sono stato eletto insieme ai miei consiglieri. I soci hanno premiato le nostre proposte e adesso siamo impegnati in questa nuova avventura, pieni di entusiasmo e di forze positive. Sono certo che ci porteranno a trasformare e dinamicizzare il circolo in modo molto profondo. I rapporti con gli altri Circoli? Uno degli aspetti più importanti è che i nostri club non si facciano la guerra. Nelle guerre c’è solo da rimetterci per tutti. Ognuno deve poter sviluppare al meglio le sue caratteristiche, per permettere ai golfisti di scegliere questo o quel Circolo in base all’ambiente, alla struttura e alla qualità dei servizi. Proprio in questo senso, stiamo puntando a una maggiore collaborazione con i nostri vicini del Royal Park. Ma perché il golf in Italia fa tanta fatica a crescere? Credo che il nostro sport sia tuttora conosciuto come un’attività costosa, elitaria, riservata a gente avanti con gli anni e alla portata di pochi. E invece i fee di iscrizione in certi club sono accessibilissimi, alla luce del fatto che si tratta di una struttura che ti offre veramente tanto. Spazi, location, servizi, ambiente. Se pensiamo anche solo allo sci, è uno sport che ha bisogno di trasferte lunghe, attrezzatura e impianti costosi. E io lo so bene.
CLUB
PROFESSIONE GOLF 26
Come mai? Sono stato presidente dello sci club di Ala di Stura, piccola stazione a una cinquantina di chilometri da Torino. Quindi parlo con cognizione di causa. E quello era il mio sport preferito, prima di incontrare il golf. I miei figli hanno partecipato a gare fino quasi a 20 anni. I costi che si sostengono quando fanno agonismo sono paurosi. Minimo erano quattro paia di sci all’anno. E non parliamo di sport come i motori o la vela. Innamorato della neve? Scio ancora a Courmayeur. Mi diverto, faccio un po’ di cose strane sugli sci, comunque sono un grande appassionato. Per una decina di anni, abbiamo trascorso una settimana bianca a Corvara, un posto fantastico, nel cuore delle Dolomiti. Il servizio che ti offrono è veramente ai massimi livelli, per piste, alberghi e ristoranti. NELLA FOTO ACCANTO, GIORGIO TADOLINI IN COMPAGNIA DI ARMANDO BORGHI, PRESIDENTE DI UN ALTRO PRESTIGIOSO CIRCOLO ITALIANO, IL GOLF CLUB MILANO, DURANTE UNA PREMIAZIONE. QUI SOTTO LA CLUBHOUSE DEL TORINO, CON LE MONTAGNE IN LIVREA INVERNALE
Altri sport? Posso dire averli praticati quasi tutti. Un’altra grande passione è stata quella per la subacquea. Credo di essere una persona abbastanza attiva. E parlando di golf giocato? Vuol sapere il mio handicap? Al momento è 11,7. Ma lo prendo molto come vero divertimento, senza paura di salire o scendere. Non ho mai temuto la famosa ‘virgola’, che peraltro ormai va in pensione con l’arrivo del World Scoring System. Cosa l’ha conquistata del golf? Il piacere di vivere e frequentare luoghi speciali, in cui passare giornate da ricordare, con o senza lo score in tasca. Ma è necessario fare in modo che chi inizia, magari non più da ragazzo, poi non decida di smettere. Prendiamo una famiglia in cui solo un componente gioca a golf, mentre la moglie e i figli no. Questa persona parte di casa alle otto del mattino e, se va bene, torna alle tre del pomeriggio. Perciò, se il Circolo non offre attività interessanti anche per chi non gioca, viene a mancare quel piacere di stare tutti insieme. Ritiene importante la componente tempo? Sono assolutamente favorevole a uno studio che renda possibile giocare su distanze inferiori alle 18 buche. E credo si possano trovare soluzioni molto valide, come ad esempio le gare su 12 buche, perché giocarne nove può non essere sufficiente per appagare la nostra voglia di golf. Un altro traguardo intermedio potrebbe essere un eccellente compromesso, avendo anche spazio e tempo per altro. Lo ritengo molto importante. Sono assolutamente favorevole a valutare ogni opportunità che vada incontro alle nuove esigenze in termini di tempo. Gara o pallinata con gli amici? Mi piacciono entrambe le cose. Quando sono in gara, mi diverto perché sono un agonista e mi piace sentire un po’ di adrenalina colpo dopo colpo. Allo stesso tempo però amo una bella giocata in simpatia, facendo qualche risata. In palio, solo la classica bevuta al bar del Circolo. Per chiudere, cosa hanno rappresentato Edoardo e Francesco Molinari per il vostro Circolo? Il massimo coronamento del grosso impegno del Torino per lo sport agonistico ad alto livello. Devo riconoscere che si tratta di due talenti naturali. Siamo stati fortunati ad averli, visto che forse sarebbero cresciuti ai vertici del golf mondiale anche in un altro club. Dobbiamo ringraziare Paolo e Michela, i genitori di Edoardo e Francesco, perché hanno fatto un grande lavoro con i loro figli. Ho il piacere di avere entrambi i ragazzi come amici e posso testimoniare che sono di una serietà incredibile. Ci piacerebbe vederli più spesso qui in giro, ma Chicco ormai vive lontano e Dodo ha pure lui molti impegni, anche se ogni tanto passa da queste parti. Siamo ovviamente orgogliosi di averli allevati. Sono e saranno sempre i nostri più amati soci onorari.
CLUB
27 PROFESSIONE GOLF
GOLF CLUB
CERTIFICAZIONE G.E.O.
IMPEGNATI NEL VERDE
ALTRE CERTIFICAZIONI - EVENTI
GEO CERTIFIED 2019 VENICE OPEN - U.S. KIDS FOUNDATION GEO CERTIFIED 2019 VENICE OPEN - PLAY GOLF 54 ACAYA Cat. Acqua 2013 e Cat. Patrimonio culturale 2017 ALBARELLA Cat. Biodiversità 2020 AMBROSIANO In corso Cat. Energia 2013 ARCHI DI CLAUDIO Cat. Patrimonio culturale 2017 ARGENTARIO Cat. Acqua e Biodiversità 2011 BIOAGRICERT ARONA Cat. Energia 2014 ASIAGO Attestato di Merito 2007 – Cat. Paesaggio 2015 ASOLO Cat. Paesaggio 2016 ASTI Cat. Energia 2020 BAGNAIA Cat. Acqua 2013 BARLASSINA Certificazione Nazionale 2001 BIELLA Attestato di Merito 2004 BELLOSGUARDO Riconoscimento Cat. Patrimonio Culturale 2020 BOGOGNO GEO CERTIFIED 2018 BROLO BASSANO Cat. Paesaggio 2016 CAMPO CARLO MAGNO Attestato di Merito 2008 CAMPODOGLIO Cat. Energia 2019 CAMUZZAGO Cat. Energia 2018 CANSIGLIO Cat. Biodiversità 2010 CARIMATE GEO CERTIFIED 2017 Certificazione Nazionale 2001 CTG 2003 -Emas - Certiquality CASENTINO Cat. Acqua 2011 BIOAGRICERT CASTELCONTURBIA Attesto di Merito 2007 CASTELFALFI GEO CERTIFIED 2019 CASTELGANDOLFO Cat. Patrimonio culturale 2018 CASTELLARO ISO 14001 CAVAGLIA’ Cat. Energia 2016 CERVIA Cat. Acqua 2012 CESENATICO Attestato di Merito 2004 CHERASCO Cat. Energia 2019 CILIEGI Attestato di Merito 2005 - Certificazione Nazionale 2007 CLAVIERE Riconoscimento Cat. Biodiversità e Paesaggio 2020 COLLI BERICI Attestato di Merito 2008 COLLINE DEL GAVI Attestato di Merito 2008 CONERO Cat. Energia 2014 CUS FERRARA Attestato di Merito 2008 DES ILES BORROMEES Attestato di Merito 2008 DOLOMITI Cat. Energia 2017 DUCATO LA ROCCA Cat. Acqua 2020 FILANDA Cat. Paesaggio 2014 FIORDALISI Att. di Merito 2004 - Cat. Biodiversità 2013 e Cat. Paesaggio 2014 FIRENZE UGOLINO Cat. Paesaggio 2016, Cat. Patrimonio culturale 2018 e Cat. Biodiversità 2020 FLORINAS Cat. Energia 2014 - Cat. Acqua 2016 FRANCIACORTA Cat. Energia 2012 FRASSANELLE Cat. Paesaggio 2015 e Cat. Patrimonio culturale 2017 FRONDE GEO CERTIFIED 2014/19 Cat. Energia 2012 - Cat. Paesaggio 2013 GARDAGOLF GEO CERTIFIED 2018 IAGTO Environmental Award 2018 GARFAGNANA Cat. Energia 2017 GOLF NAZIONALE Attestato di Merito 2007 HERMITAGE BIOAGRICERT IS ARENAS GEO CERTIFIED 2014 Attestato di Merito 2004 - Certificato Nazionale 2007 CSQA IS MOLAS Cat. Biodiversità 2016 LE FONTI Cat. Acqua 2016 LES ILES GEO CERTIFIED 2019 Cat. Recupero ambientale 2015 e Cat. Biodiversità 2017 MARGARA GEO CERTIFIED 2019 Attestato di Merito 2005 MENAGGIO & CADENABBIA In corso Ric. Cat. Energia 2013 - Cat. Patrim. storico, artistico culturale 2016 MIGLIANICO Cat. Acqua 2010 MILANO In corso Attestato di Merito 2007 MIRABELLA Cat. Energia 2015 MONTECATINI Cat. Patrimonio Culturale 2019 MONTECCHIA GEO CERTIF.2013/16/19 Attestato di Merito 2007 - Cat. Acqua 2012 IAGTO Environmental Award 2017 NAZIONALE In corso Cat. Acqua 2014 OLGIATA In corso Cat. Acqua 2011 PADOVA Cat. Energia 2015 PARCO DEI MEDICI Cat. Recupero ambientale 2018 PARCO DI FIRENZE Cat. Recupero ambientale 2015 PARCO DI ROMA Cat. Acqua 2013 PARMA Cat. Acqua 2011 PERUGIA Cat. Energia 2017 PINETINA GEO 2010/13/16/19 Att. di Merito 2005, Certif. Naz. 2007, Cat. Energia 2011-2015 PONTE DI LEGNO Certificato Nazionale 2004 PUNTA ALA Cat. Acqua 2011 PUSTERTAL Cat. Energia 2016 QUARRATA Cat. Acqua 2011 RAPALLO Cat. Paesaggio 2014 ROVEDINE Cat. Energia 2010 ROYAL PARK I ROVERI Cat. Biodiversità 2014 SAN DOMENICO GEO CERTIFIED 2019 Cat. Patrimonio culturale 2017 SAN MICHELE Cat. Biodiversità 2015 e Cat. Acqua 2020 SANT’ANNA RINA SANREMO In corso Cat. Patrimonio storico, artistico e culturale 2016 SANTO STEFANO Cat. Energia 2020 SATURNIA GEO CERTIFIED 2014 Cat. Paesaggio 2014 SERRA Cat. Energia 2011 TANKA VILLASIMIUS Cat. Acqua 2018 TIRRENIA In corso Cat. Biodiversità 2018 e Cat. Ptrimonio Culturale 2020 TORINO Attestato di Merito 2005 - Certificazione Nazionale 2007 UDINE GEO CERT. 2011/15/19 Certificato Nazionale 2005 - Cat. Energia 2015 VARESE GEO CERTIFIED 2015 Att. di Merito 2004/2007, Cert. Naz. 2008, Cat. Paesaggio 2017 VERDURA Cat. Biodiversità 2014 VERONA Certificato Nazionale 2001 CTG 2003 VILLA CONDULMER Cat. Acqua 2017 VILLA D’ESTE GEO CERTIFIED 2015 Cat. Acqua 2010
In azzurro i riconoscimenti 2020
Impegnati nel Verde premia i Circoli di golf che hanno adottato tecnologie, metodologie e gestioni che hanno consentito dei miglioramenti ambientali nei seguenti campi: PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E CULTURALE - ACQUA - BIODIVERSITÀ - PAESAGGIO - ENERGIA
Ad oggi sono oltre 70 i Circoli che hanno ottenuto questo premio. Impegnati per l’ambiente e unisciti a loro: sarà il primo passo per arrivare all’ambita Certificazione G.E.O.!
PUBB IMPEGNATI VERDE aut.inv. 2019.indd 27
16/12/19 15:50
Circoli italiani / Personaggi
NELLA FOTO, LA CLUBHOUSE (AL CENTRO) E ALCUNE BUCHE DEL MODENA GOLF & COUNTRY CLUB
CLUB
PROFESSIONE GOLF 30
Binomio
VINCENTE È QUELLO COSTITUITO DAL MODENA GOLF E DAL SUO DIRETTORE, DAVIDE COLOMBARINI, CHE IN OLTRE TRENT’ANNI HA RESO IL CIRCOLO EMILIANO UNA DELLE REALTÀ PIÙ BRILLANTI DELLA NOSTRA PENISOLA. VI RACCONTIAMO QUI IL PERCHÉ DI UN SUCCESSO DA PRENDERE COME ESEMPIO ASSOLUTO
CLUB
31 PROFESSIONE GOLF
Modena Golf / Davide Colombarini di Andrea Vercelli
N
ato per iniziativa di un gruppo di imprenditori locali nel 1987, il Modena Golf & Country Club è oggi una delle più belle realtà del nostro settore. Dietro a una struttura completa, dotata di servizi di assoluta qualità e di un campo di grande livello tecnico, progettato da Bernhard Langer in collaborazione con l’architetto americano Jim Engh, c’è il lavoro attento di uno staff che contribuisce quotidianamente con la sua professionalità, passione e competenza al suo successo. Primo su tutti, Davide Colombarini, il direttore del circolo, una vera e propria colonna portante del club
IN ALTO, PRIMO PIANO DI DAVIDE COLOMBARINI, DIRETTORE DEL MODENA GOLF DAL 1997. NELLE ALTRE IMMAGINI DUE SCORCI DEL BEL CIRCOLO EMILIANO
CLUB
PROFESSIONE GOLF 32
emiliano ormai da oltre trent’anni, come lui stesso ci ricorda ricordando l’inizio della sua carriera golfistica. “Mi sono avvicinato al golf nel 1979, quando avevo solo nove anni. Grazie a un amico ho iniziato a fare il caddie al Golf Bologna, poi dai 14 ai 19 mi sono occupato un po’ di tutto, persino della gestione notturna degli impianti di irrigazione manuale del campo. A Bologna non c’era spazio, così a fine 1988, appena diplomato, mi recai a fare un colloquio al Modena Golf per il ruolo di caddie master. Un socio del Bologna mi presentò
a Cristiano Carrera, l’allora direttore: iniziai però occupandomi del campo, vista la mia precedente esperienza, seguendo l’impianto di irrigazione nei mesi estivi. I lavori del percorso erano ancora in corso all’epoca: le prime 9 furono aperte a settembre del 1989, le seconde a luglio del 90, poi seguì la clubhouse, nel dicembre dello stesso anno, e infine la piscina, inaugurata a luglio del 91. Di fatto sono stato uno dei primi a lavorare sul campo e oggi, solo una persona può vantare una maggiore anzianità di servizio della mia al circolo, il superintendent, che arrivò quattro giorni prima di me. Nel 1990 ho iniziato a dare una mano a Carrera nella gestione delle gare: a lui devo molto, è stato un punto di riferimento assoluto. Ero un taciturno, un introverso, mi ha insegnato tanto, a relazionarmi con le persone, a stare al mondo. Non posso che ringraziarlo, così come Alfredo Parmigiani, altro direttore storico del golf italiano, da poco scomparso. A fine 1997 Carrera lasciò il circolo e mi fu proposto di prendere in mano la gestione. All’inizio il consiglio non credeva fossi in grado di farlo ma poi, con il tempo, mi sono guadagnato fiducia e rispetto. Grande merito va a Paolo Bussinello, uno dei componenti del Consiglio, che per me è stato un punto di riferimento assoluto come se fosse un presidente attivo. Con lui abbiamo cresciuto il golf fino a portarlo dov’è ora”. Quali sono i successi più significativi della tua gestione e quelli che vorresti ancora ottenere? “A fine anni 90 la società che aveva costruito l’impianto aveva l’obbligo contrattuale di ripianare il bilancio dell’associazione, quindi il nostro primo obiettivo è stato quello di riportare immediatamente il campo a pareggio, e ci siamo riusciti in solo un anno e mezzo di gestione. Nel 2008 avevamo pronto il progetto e il finanziamento per costruire altre 9 buche da campionato, ma la crisi economica bloccò il nostro sogno che non vide mai la luce. Qualche tempo fa l’immobiliare, proprietaria dell’impianto, ha avuto un contenzioso con uno dei soci che deteneva l’8% delle azioni: oggi il nostro obiettivo è consolidare il rapporto contrattuale con l’immobilia-
CLUB
33 PROFESSIONE GOLF
Modena Golf / Davide Colombarini re e andare a definire il ripiano del debito, per avere la garanzia di mantenere per altri vent’anni il possesso del bene”. Il 2020 è stato un anno difficile per tutti. Come avete vissuto il post lockdown e la riapertura e che bilancio fai di quest’annata? “Il Modena Golf è stato uno dei primissimi circoli a riaprire dopo il lockdown grazie a una delibera del Governatore dell’Emilia-Romagna: ci è stata data la possibilità di utilizzare l’impianto sportivo in quanto campo fin dall’8 di maggio. Ci siamo dati da fare subito per mettere in totale sicurezza tutta la struttura, fornendo addirittura tutte le buche, executive comprese, di dispenser igienizzanti fissi. Riaprire in totale sicurezza era l’obiettivo, per la massima serenità da parte di tutti. Oggi abbiamo un termoscanner che non molti posseggono, in clubhouse è presente un impianto, studiato dall’Università di Modena, che attraverso una termocamera va a individuare e segnalare le persone che sono troppe vicine e non rispettano il distanziamento sociale. Meglio nei confronti dei nostri soci non potevamo fare, sono molto orgoglioso. Abbiamo lavorato sette giorni su sette, messo in sicurezza ogni servizio: la gente venendo da noi sapeva come progettista del campo) poi però la nascita di molti ottimi circoli nell’area del che poteva stare tranquilla”. Lago di Garda ha un po’ frenato la cosa. Negli ultimi anni, prima del 2019, il numero Quali sono le caratteristiche dei golfisti stranieri che veniva a trovarci vincenti oggi del Modena Golf? “A mio avviso sono tre: un grande era decisamente rilevante, soprattutto da settore agonistico, che parte da club dei giovani molto ben seguito dai nostri maestri, Anna Nistri e Luca Prampolini, con il supporto di Massimo Scarpa, un campo eccellente, costruito e mantenuto sempre con grande attenzione, e una quota sociale, che considerando i servizi offerti, è sempre competitiva rispetto alle altre strutture del territorio”. Quanto è stata importante la vetrina dell’Open d’Italia che avete ospitato nel 1993? “Certamente ci ha permesso di far conoscere la qualità del brand Modena Golf sia in Italia che all’estero. Dal punto di vista turistico siamo nati con l’intento di convogliare principalmente il flusso tedesco (per questo fu scelto Bernhard Langer
CLUB
PROFESSIONE GOLF 34
quando il Nord Africa era diventato off limits per questioni di sicurezza. La nostra area ha un’importante impronta turistica e negli ultimi anni pre Covid viaggiava a incrementi a doppia cifra. Speriamo di recuperare presto una nuova normalità
Cosa consiglieresti al nostro movimento? “Le strutture golfistiche italiane restano molto individuali, sia i circoli che i campi pratica: non si riesce a costruire una rete che possa condividere gli intenti e soprattutto che possa organizzare un’attività che non sia lesiva gli uni agli altri. Bisognerebbe iniziare a realizzare strutture nelle città, municipali, semplici, dai costi accessibili e facilmente utilizzabili. Oggi purtroppo si continua a vedere il golf come un ambiente elitario. Bisogna svecchiarlo, creando prima di tutto strutture alla portata di tutti”.
35 PROFESSIONE GOLF
CLUB
IN ALTO, IL CELEBRE PAR 3 DELLA 11 ILLUMINATO DAL SUO MARE DI NINFEE. A SINISTRA, DAVIDE COLOMBARINI IN COMPAGNIA DEL PRESIDENTE DEL MODENA GOLF, ALBERTO CASELLI. QUI SOTTO, UN ESULTANTE COLOMBARINI, SECONDO DA SINISTRA IN PIEDI, DOPO IL TRIONFO DELLA SQUADRA IN A1 NEL 2018
anche per questo aspetto tutt’altro che comprendere quali altri sport, alternativi secondario”. al golf, si possano fare all’interno della nostra struttura. Non avendo più realizzato il progetto delle ulteriori 9 buche Qual è la ricetta per rendere il da campionato abbiamo 30 ettari su cui golf più accattivante? “Noi abbiamo dato la possibilità, pre- stiamo riflettendo con progetti paralleli, valentemente durante la settimana, di non ultimo la possibilità di dare vita ad fare gare 9 o 18 buche a libera scelta. alcuni campi da padel. Più genti porti Abbiamo creato due circuiti, il Summer e più spalmi i costi di gestione e incentivi il Winter Trophy, che danno l’opportunità l’utilizzo dei vari servizi del circolo, come di scegliere in base al tempo a quale gara il bar e il ristorante”. aderire. Il vero problema è che le persone che si avvicinano non hanno ancora Quali sono gli obiettivi per il percepito che questo è uno sport che si 2021? può praticare anche in poco tempo, so“Il primo è quello di sanare la situazione prattutto all’inizio”. dell’immobiliare, poi cercare di riportare subito la struttura a pareggio dopo questo complicato 2020”. Avete in mente nuovi progetti per il futuro prossimo? “Non c’è mai limite nel voler far me- Qual è il complimento più glio. Per il campo l’obiettivo numero uno gradito che hai ricevuto e quale la è migliorarne la qualità manutentiva. In critica costruttiva più centrata? “Le critiche vanno accettate sempre, un contesto come l’Emilia, dove ci sono molti ottimi circoli, se vuoi attrarre più perché il nostro intento deve essere quello persone ti devi posizionare su una qua- di saper interpretare i messaggi che soci e lità superiore. Abbiamo realizzato recen- clienti ci mandano quotidianamente. Non temente una palestra ampia, una Golf amo i complimenti, mi interessa di più la Academy per dare uno strumento in più fiducia e la stima, e quella devo dire che ai nostri maestri e ai soci, abbiamo inve- l’avverto da parte sia del consiglio sia da stito sulla presenza di Massimo Scarpa parte di chi frequenta il nostro circolo”. per seguire le nostre giovani promesse. Nei sogni c’è quello di realizzare Ti sei mai visto in un contesto qualcosa al di fuori del golf, che aiuti la diverso da quella che ormai è la struttura ad avere un maggiore flusso tua casa, il Modena Golf? di persone per gestire al meglio i costi “Ho fatto la scuola agraria per cui nella della clubhouse. Stiamo cercando di mia testa c’è sempre il sogno nel cassetto un giorno di poter realizzare qualcosa di mio, un nuovo percorso di golf. Magari un giorno ci riuscirò”.
Certificazioni / impegnati nel Verde
LA PASSIONE
non si ferma IL RISPETTO DELL’AMBIENTE ANCHE QUEST’ANNO È AI VERTICI DEGLI OBIETTIVI DI MOLTI GOLF ITALIANI: VI PRESENTIAMO I NUOVI CIRCOLI “VIRTUOSI” 2020
CLUB
PROFESSIONE GOLF 36
UNA BELLA E “SELVAGGIA” BUCA DEL GOLF DI TERME DI SATURNIA
CLUB
37 PROFESSIONE GOLF
Certificazioni / impegnati nel Verde di Stefano Boni
I
l Covid-19 non ha fermato il progetto ‘Impegnati nel Verde’, anzi! Molti gli attestati assegnati in questo 2020, coprendo ognuna della Categorie per le quali è possibile ottenere un Riconoscimento Ambientale INV: Acqua, Energia, Biodiversità, Paesaggio, Cultural Heritage. Ancora una volta si delinea così l’importante contributo che il golf italiano sta dando alla conservazione e alla tutela dell’ambiente. Ci sono circoli che lavorano per la riduzione dell’emissione di gas serra: è il caso del Golf Club Santo Stefano in Emilia (ne parla Marta Visentin in un articolo su questo numero) che con un sistema fotovoltaico perfettamente integrato nel paesaggio circostante ha evitato in dieci anni l’immissione in atmosfera di oltre 195 tonnellate di CO2. Stesso riconoscimento anche per il Golf Club Città di Asti. L’impegno del golf italiano resta tangibile anche per quanto riguarda la conservazione e l’incremento della biodiversità: il Golf Ugolino, già premiato in passato per le Categorie ‘Paesaggio’ e ‘Cultural heritage’, monitora costantemente lo stato di salute del suo importante patrimonio arboreo. Si è arricchito in questi ultimi due anni con decine di piante autoctone e ha incrementato con il tempo l’estensione delle sue fasce incolte che con il passare delle stagioni danno luogo ad un tripudio di colori. Ha inoltre messo a dimora diversi nidi artificiali per gli uccelli lungo il percorso e ha realizzato una cartellonistica per valorizzare al massimo la propria ricchezza in termini di flora e fauna. Ha ottenuto il Riconoscimento INV in Categoria ‘Biodiversità’ anche Albarella Golf Links: il circolo, famoso da sempre per le centinaia di daini che pascolano tranquillamente sui fairway in mezzo ai giocatori, con la nuova gestione di PlayGolf54 ha realizzato da gennaio oltre un ettaro e mezzo di fasce incolte. Oltre ad essere più in sintonia con la tipologia di campo, sono risultate particolarmente gradite alle numerose specie animali che
CLUB
PROFESSIONE GOLF 38
NELLA FOTO QUI SOPRA, LA CLUBHOUSE DI ALBARELLA, CAMPO FAMOSO ANCHE PER LE SUE CENTINAIA DI DAINI. A DESTRA, UNA BUCA DEL CIRCOLO GOLF UGOLINO DI FIRENZE
frequentano il percorso. Sono anche state messi a dimora nidi e mangiatoie per gli uccelli e il club ha avviato una campagna di sensibilizzazione sulla protezione delle centinaia di nidi di gruccione, che caratterizzano le sponde dei suoi numerosi bunker e ha dichiarato l’intera struttura ‘petfriendly’. E poi c’è Claviere, che ha ottenuto il Riconoscimento non solo per la Categoria ‘Biodiversità’ ma anche per quella ‘Paesaggio’. Le numerose fasce incolte ricche di profumati fiori di montagna, le marmotte che osservano i giocatori dalla comodità della loro tana nel bel mezzo della buca 4, i cervi, i camosci e le volpi che corrono da un fairway all’altro, i larici plurisecolari ma anche quelli più giovani che reintegrano
le perdite dovute agli eventi meteo che si verificano periodicamente in alta montagna sono un esempio perfetto di come un campo di golf possa conservare l’ecosistema e il paesaggio. Per la Categoria ‘Acqua’ il riconoscimento è andato quest’anno a due circoli. Il primo è il Golf del Ducato nella Food Valley emiliana, che grazie all’importante opera di riconversione a bermuda dei suoi 18 fairway e di otto tee sta ottenendo risparmi notevoli in termini di consumo idrico. L’altro è il San Michele (anche in questo caso gli dedichiamo un articolo) che in Calabria recupera e riutilizza l’acqua piovana raccolta tramite un bacino artificiale per l’irrigazione del campo, ma anche per produrre gli squisiti ortaggi biologici
Terme di Saturnia, che in questi ultimi tre anni ha ottenuto miglioramenti tangibili sul piano delle performance ambientali, in particolare per gli aspetti relativi alla sua sempre più ricca biodiversità. La certificazione GEO è andata anche al G.C. Montecchia per il torneo internazionale “US Kids Venice Open” Non c’è dubbio: anche in questa pandemia l’impegno ambientale del golf italiano gode di ottima salute. “Con il Progetto “Impegnati nel Verde” – ha dichiarato il Presidente Franco Chimenti - la Federazione Italiana Golf scende in campo insieme all’Istituto per il Credito Sportivo a difesa dell’ambiente e delle bellezze storiche, artistiche e culturali del nostro Paese. A nome di tutto il Consiglio Federale, mi complimento con i circoli che si sono distinti in chiave eco-solidale e ringrazio il team di lavoro della sezione FIG Impianti
e Ambiente per il conferimento dei rispettivi riconoscimenti con la preziosa collaborazione dei Comitati e delle Delegazioni regionali”. “L’impegno ambientale della Federazione Italiana Golf - ha detto dal canto suo il presidente del Credito Sportivo Andrea Abodi - interpreta in modo puntuale lo spirito e l’indirizzo dell’Obiettivo 17 dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030, che si sostanzia in collaborazioni inclusive, costruite su principi e valori solidi, su una visione comune e su obiettivi condivisi, necessarie non solo a livello nazionale, ma anche territoriale. Da parte sua l’ICS sostanzia ancora una volta la sua natura di banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura sostenendo questa iniziativa, concreta ed efficace, dai rilevanti contenuti valoriali.”
39 PROFESSIONE GOLF
CLUB
con cui delizia i suoi clienti. Appannaggio della culla del Rinascimento, la Toscana, sono invece i due Riconoscimenti in Categoria ‘Cultural Heritage’ assegnati questo anno. Bellosguardo Vinci ha realizzato intorno e sul campo un vero e proprio museo a cielo aperto delle opere di Leonardo, riprodotte a grandezza naturale, e ne racconta il genio con serate a tema. Da ricordare anche un’iniziativa del Golf Club Tirrenia, che invece ha lanciato un progetto di ‘alternativa alla realtà virtuale’ per gli alunni delle scuole medie, facendo scoprire loro sul campo e toccare con mano le ricchezze naturali del litorale pisano. Ne è scaturito un bellissimo volume con disegni e impressioni degli studenti distribuito gratuitamente sul territorio. Accanto ai successi INV di questo anno va annoverata anche la ricertificazione GEO del Golf Club
Circoli italiani / Santo Stefano
NATURA, STORIA
ed energia pulita SCOPRIAMO PERCHÉ UN GOLF CLUB CON UNA LUNGA STORIA ALLE SPALLE AI GIORNI NOSTRI SI È TRASFORMATO IN UNA VERA OASI, NEL VERDE DELLA FOOD VALLEY EMILIANA di Marta Visentin*
L
a Tenuta Santo Stefano a Campagnola Emilia (Reggio Emilia) è una vera eccellenza tra i circoli di golf italiani perché può, a buon diritto, vantare alcuni tratti unici. Ha infatti un’origine molto antica. Dobbiamo risalire addirittura al 1180, quando nasce il complesso della Commenda del Sacro Militare Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Nel 1470 la struttura subisce trasformazioni e diventa un convento. È nel corso del 1800 che
CLUB
PROFESSIONE GOLF 40
il complesso assume la forma e la funzione di una tipica corte di campagna emiliana, che dal 1904 diventerà proprietà della famiglia ancora oggi impegnata nella cura di questi luoghi con grande passione. La Tenuta è anche un ritrovo per l’Arte. Negli anni ‘70 il pittore e scultore Anselmo Asioli vi apre una galleria d’arte denominata “Arte Europa” e avvia un sapiente restauro. Si trattò din vero e proprio recupero conservativo,
mirato a valorizzare l’ex Convento di Cavalieri d’Armi. La sala eventi ricavata nell’antico fienile e dal 1996 le 9 buche del percorso circondate da 4.000 alberi e laghi hanno fatto diventare i 13 ettari della Tenuta una vera oasi protetta per la gioia di chi viene a fruire dell’ospitalità offerta nell’hotel e nelle strutture annesse. E a proposito di oasi, la piantumazione delle varie specie di alberi e la
NELLE FOTO, ALCUNI SCORCI DEL GOLF SANTO STEFANO, A CAMPAGNOLA EMILIA (REGGIO EMILIA). IN PARTICOLARE, IL GRANDE IMPIANTO FOTOVOLTAICO DA 45 KW INSTALLATO SU UN TETTO DELLA STRUTTURA
cacciare le sue tipiche prede come le lucertole, grilli e cavallette. E infine un altro vanto, stavolta energetico. Il fiore all’occhiello è rappresentato dall’impianto fotovoltaico, di ben 45 kW che immette da oltre dieci anni, nella rete energetica nazionale, l’energia prodotta col sole dell’Emilia. La localizzazione del Santo Stefano è ideale per chi vuol visitare Parma, Mantova, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara. A due passi ottimi
caseifici offrono gli assaggi di uno dei prodotti italiani d’eccellenza: il parmigiano reggiano. Non a caso l’area ricade nella food valley, tour del gusto per formaggi, salumi e il frizzante lambrusco. Per vivere intensamente la nostra bella Italia, il Santo Stefano è davvero una meta golfistica da non mancare. *) naturalista, consulente ambientale FIG
41 PROFESSIONE GOLF
CLUB
creazione delle zone umide ha reso il territorio, un tempo vigneto, una riserva naturale assai utile per molte specie animali. I dintorni infatti sono fondamentalmente coltivi e zone residenziali, pertanto il percorso di Santo Stefano contribuisce alla differenziazione del mosaico ambientale. Anche per questo ospita picchi verdi, colombacci, gallinelle d’acqua ma anche il gheppio, piccolo falco che usa le buche per
Golf e diritto / L’angolo giuridico
GLI ILLECITI
comuni
ESAMINIAMO INSIEME LE QUATTRO FATTISPECIE CHE POSSONO ESSERE INDIVIDUATE DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLL’ATTIVITÀ ATLETICA: ILLECITO SPORTIVO, AMMINISTRATIVO, FRODE SPORTIVA E SCORRETTO COMPORTAMENTO di Paolo Montanari
I
n questo numero di Professione Golf Club vorrei esaminare gli illeciti comuni ed il loro ambito di applicazione. La definizione degli illeciti comuni ed il loro ambito di applicazione sono disciplinate dall’art. 4 del Regolamento di Giustizia. Anche questo tema, così come quello delle sanzioni disciplinari, è un tema conosciuto solo superficialmente dalla maggioranza dei giocatori. L’art. 4 del Regolamento di Giustizia definisce gli illeciti comuni. In particolare vengono individuati quattro fattispecie di illeciti comuni: 1) Per “illecito sportivo” si intende ogni atto, azione od omissione, siano essi dolosi o colposi, idonei o diretti con qualsiasi mezzo ad alterare lo svolgimento e/o il risultato di una gara o ad assicurare a chicchessia un vantaggio di classifica. Non è necessario che lo svolgimento o il risultato della gara siano effettivamente alterati, essendo sufficiente che siano state poste in essere attività dirette allo scopo. In quest’ultimo caso si tratta di illecito doloso di pura condotta, a consumazione anticipata che si realizza anche con il semplice tentativo; 2) Costituiscono “illecito amministrativo” la mancata produzione, l’alterazione o falsificazione materiale ed ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli Organi della giustizia sportiva, dagli altri organi di controllo della F.I.G., ovvero
CLUB
PROFESSIONE GOLF 42
il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali. Costituiscono altresì illecito amministrativo i comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica, nonché la mancata esecuzione delle decisioni degli organi federali competenti in materia; 3) Costituisce “frode sportiva” la violazione di norme che regolano il tesseramento degli atleti circa l’età, la cittadinanza od altra condizione personale, la partecipazione a gare di atleti non tesserati, tutte le infrazioni alla normativa anti-doping, nonché quelle previste ex L. 401/89. Costituisce altresì frode sportiva l’offerta di denaro o di altra utilità ai partecipanti a competizioni sportive per raggiungere un risultato diverso da quello naturale, il generico compimento di altri fatti fraudolenti volti al medesimo scopo, che devono essere qualificati alla stregua degli atti espressamente individuati nell’offerta o promessa di denaro o altra utilità o vantaggio a taluno dei partecipanti a una competizione sportiva. E’ configurabile il tentativo laddove per cause indipendenti dalla volontà del soggetto agente l’offerta o la promessa non giungono a destinazione ma vengono conosciute dal destinatario solo competizione terminata. Si tratta di illecito a consumazione anticipata perché è sufficiente che l’offerta o la promessa corruttiva vengano portate a conoscenza dei partecipanti.
4) Per “scorretto comportamento morale o civile durante lo svolgimento dell’attività sportiva” si intende ogni violazione di norme precettivo-giuridiche ovvero di convivenza sociale e di buona educazione in dipendenza e, comunque, in connessione diretta con il profilo agonistico nonché dichiarazioni lesive dell’immagine della Federazione, del prestigio, della dignità ed onorabilità dei Circoli, Associazioni e Tesserati. Nella presente definizione ricadono anche le attività che possano ledere l’immagine della F.I.G. o che contrastino con i doveri di ufficio o che incidano sul corretto svolgimento delle funzioni affidate. L’articolo 4) conclude specificando al punto 5) che per “attività sportiva di rilevanza nazionale” si intende il complesso delle gare, competizioni, campionati e manifestazioni a carattere agonistico risultante dal calendario nazionale federale e dai calendari delle gare pervenuti dai Circoli per la loro pubblicazione sul Calendario-Annuario e di ogni altra gara organizzata dai Circoli e Associazioni e comunicate alla F.I.G. Si osserva che tale ultimo punto ha consentito di svolere l’attività golfistica nell’attuale fase di pandemia. Merita un particolare interesse il punto riguardante lo “scorretto comportamento morale o civile durante lo svolgimento dell’attività sportiva”. Tale illecito è sanzionato, per i giocatori
rubrica a cura di Paolo Montanari – avvpaolomontanari@aruba.it
comportamento morale e civile durante l’attività sportiva e/o di qualsiasi violenza fisica e/o verbale”. L’art. 55 dello Statuto federale prevede, infine, la competenza degli organi federali per i comportamenti tenuti in occasione o nel corso dell’attività sportiva. Stanti questi principi desumibili dallo Statuto, il Regolamento di Giustizia prevede all’art. 4 la punibilità dei comportamenti tenuti durante lo svolgimento dell’attività sportiva e/o in dipendenza e, comunque, in connessione diretta con il profilo agonistico. In relazione a quanto sopra, è giurisprudenza costante degli Organi di Giustizia federale prevedere la sanzionabilità dei comportamenti scorretti o immorali conseguenti a diverbi avvenuti durante il gioco (in gare riconosciute dalla fe-
derazione) quali possono originarsi tra i giocatori per i motivi più disparati, quali ad esempio, una pallina tirata mentre il team che precede ancora non ha lasciato il green ovvero un turpiloquio inaccettabile durante il gioco ovvero minacce di percosse a seguito di discussione tra giocatori. Si tenga presente che il tragitto dal termine di una buca alla partenza della successiva è da considerarsi sempre connesso necessariamente al resto del percorso e non può essere considerato spazio esterno e autonomo dal resto del campo utilizzato durante l’attività sportiva. Qualunque episodio che avvenga durante il tempo dei suddetti trasferimenti tra una buca e l’altra e fino al termine dell’attività sportiva è da considerarsi nell’ambito della giurisdizione della Giustizia Federale.
43 PROFESSIONE GOLF
CLUB
non professionisti, dall’art. 14 del Regolamento di Giustizia. Non è sempre facile stabilire quale giurisdizione sia competente nelle singoli fattispecie, vale a dire se sia competente la giurisdizione federale o quella domestica dei singoli Circoli. A tal fine occorre accertare se la condotta contestata sia stata tenuta in connessione con un’attività agonistica di rilevanza federale. A questo proposito ci viene in aiuto lo Statuto della Federazione in cui all’art. 4) lett. d) si legge che l’attività della Federazione deve essere volta anche a dirimere ogni controversia concernente il gioco del golf. In aggiunta a ciò l’art. 52 n. 2 dello Statuto federale prevede che la giurisdizione federale (rectius: gli organi di giustizia sportiva) sia competente per la valutazione di “qualsiasi scorretto
Inchiesta / Iniziative nel mondo
CLUB
PROFESSIONE GOLF 44
Verso un golf sempre più “ROSA”
OGNI ANNO IL R&A SI IMPEGNA IN UNA SERIE DI ATTIVITÀ CHE FAVORISCANO LA CRESCITA DEL GOLF. IN PARTICOLARE OGGI PUNTA A INCORAGGIARE LA PARTECIPAZIONE DELLE DONNE, INCENTIVANDO IL LORO INTERESSE VERSO IL NOSTRO SPORT di Federica Rossi
CLUB
45 PROFESSIONE GOLF
Inchiesta / Iniziative nel mondo
È
innegabile come negli ultimi anni siano stati fatti incredibili progressi nel golf, primo tra tutti, il ritorno ai Giochi Olimpici nel 2016, un‘attesa durata 100 anni che ha permesso al nostro sport di entrare nelle case di tutti gli sportivi e appassionati del mondo. Ma, nonostante i passi avanti, c’è pre-
occupazione per la carente crescita di nuovi giocatori, a differenza di altre pratiche sportive in cui invece risulta maggiore. E per nuovi golfisti si intende soprattutto la quota rosa. Donne e ragazze continuano a essere un numero molto ridotto rispetto alla media di golfisti uomini ed è per questo motivo che l’R&A ha commissionato all’International Institute for Golf Education, con sede presso l’University Center Myerscough, un documento che rappresenti una sorta di vademecum per tutti i Paesi, enti e Federazioni per incentivare sempre più donne ad appassionarsi a al golf. Il documento dovrà aiutare a identificare e analizzare i fattori che influenzano la partecipazione del golf da parte di tutta la famiglia, mogli e figlie comprese. “La ricerca descrive una serie di utili raccomandazioni pratiche da introdurre nei programmi di sviluppo nazionale delle Federazioni golfistiche, da fornire poi a tutti i golf club per aiutarli a incoraggia-
re sempre più donne, ragazze e intere famiglie a giocare con più regolarità”, ha dichiarato Martin Slumbers, amministratore delegato dell’R&A. I TEMI CHIAVE IDENTIFICATI NEL DOCUMENTO INCLUDONO: L’importanza di creare un ambiente ottimale per la partecipazione dell’intero nucleo familiare Uguaglianza di genere nella pratica dello sport e nel lavoro, con sempre più donne al vertice nei processi decisionali nel settore golf La consapevolezza che i genitori siano il fattore principale alla base della scelta di giocare a golf e che incitino i figli alla pratica di questo sport al fine di divertirsi, sviluppare amicizie, stare all’aria aperta e migliorare la salute Il crescente desiderio di offrire opportunità di socializzazione e di essere flessibili visti i vincoli di tempo e i costi imposti alle famiglie
METODO DI RICERCA
P
er questa ricerca è stato utilizzato un approccio di studio analitico sui diversi fattori che inducono o allontanano la partecipazione al golf di donne e dell’intera famiglia. Il documento è stato sottoposto ad ampie revisioni attraverso l’utilizzo di database e milioni di citazioni di articoli scientifici e accademici, tra i quali spiccano nomi come: Scopus, SPORTDiscuss, PubMed, PsycINFO, Taylor & Francis Library e Google Scholar. Gli argomenti prettamente di settore golfistico e i documenti di ricerca di mercato sono invece stati forniti direttamente dall’R&A e dalle Federazioni e
CLUB
PROFESSIONE GOLF 46
associazioni. A tutto questo si aggiungono 17 interviste a persone con esperienza lavorativa nelle diverse organizzazioni affiliate all’R&A. Il progetto è stato commissionato dall’R&A e ha ottenuto l’autorizzazione dal Comitato etico della ricerca della Facoltà (FREC) del Centro universitario Myerscough. Ai partecipanti è stata data la garanzia che tutti i dati rimarranno riservati. Gli pseudonimi, sotto forma di nomi assegnati in modo casuale, sono stati utilizzati per proteggere l’anonimato in questo rapporto, migliorando così la validità dei dati.
I
L’
(basato sull’alta percentuale di impego in ruoli legali e politici, di donne che completano l’istruzione superiore e del minimo divario di reddito tra maschi e femmine) è molto più alto rispetto ad altri Stati dell’UE. Negli ultimi due decenni, soprattutto in Norvegia, c’è stata una diminuzione del divario di genere che ha permesso alle donne di incrementare la propria situazione socioeconomico e, di conseguenza, si è verificato il nettissimo incremento di partecipazione nelle attività sportive. Dati alla mano, in Norvegia le donne nei consigli di amministrazione sono arrivate al 40,2%. Questo è uno dei punti su cui fare leva: promuovere la presenza delle donne in posizioni di leadership e in ruoli esecutivi. La ricerca si è poi focalizzata sull’industria del golf valutando le barriere e le opportunità di lavoro femminile in questo settore. I risultati, ottenuti dalle esperienze dirette degli intervistati, come ci si può aspettare, sono deludenti. In Gran Bretagna e Irlanda le proette costituiscono meno del 3% di tutti i professionisti della PGA. Si è riscontrato che le donne, di generazione in generazione, considerano l’ambiente del golf come un mondo totalmente maschilista e, in alcuni casi, un ambiente “sessista”. Ciò ha un impatto sia sul numero di donne che partecipano al golf sia sulla probabilità che emergano più modelli femminili che potrebbero ispirare le future generazioni di giocatrici. Bisogna prendere in considerazione politiche strategiche e operative per promuovere l’uguaglianza di genere, comprese le iniziative volte ad educare le nuove generazioni e a prendere consapevolezza di quanto sia necessario un cambiamento Il punto più importante è che una partecipazione più equa nel golf può essere raggiunta solo quando vengono migliorate le misure chiave di uguaglianza sul posto di lavoro. Il fatto che i principali responsabili delle decisioni in molti organismi sportivi siano uomini, sia a livello nazionale che locale, serve solo ad aumentare le differenze di genere. Abbattere le barriere sessiste e coinvolgere sempre più donne sul campo di lavoro e, forse ancora più importante, nel settore del golf in generale, dovrebbe essere visto come un obiettivo fondamentale per il R&A e tutte le organizzazioni affiliate.
47 PROFESSIONE GOLF
CLUB
Bretagna, Irlanda, Stati Uniti, Giappone o Corea del Sud. Il testo accademico “The Spirit Level: perché le società uguali quasi sempre fanno meglio” (Wilson & Pickett, 2010) è stato applicato al contesto sportivo e ha dimostrato come la presenza del gentil sesso in ruoli decisionali nel settore sportivo sia direttamente proporzionale alla loro partecipazione. In pratica, sembra proprio che l’uguaglianza della partecipazione sportiva sia un riflesso diretto di un’uguaglianza più ampia. Ecco cosa fare allora: promuovere il messaggio che avere quote rosa nell’ambiente di lavoro del golf provoca un impatto maggiore sulla partecipazione di donne, ragazze e bambine. Lo studio dell’University Center Myerscough ha anche esaminato l’uguaglianza di genere nella pratica sportiva, prendendo in analisi 25 paesi dell’Unione europea. I risultati hanno rilevato che il superamento delle disparità di sesso nello sport richiede cambiamenti a livello culturale, politico e sociale. Ha anche notato che gli Stati dell’UE con la più alta partecipazione femminile allo sport sono quelli con una lunga storia di politiche social-liberali. Un L’IMPORTANZA DELLA PARITÀ esempio sono la Norvegia, la Svezia, la DI GENERE industria del golf è un importante fon- Danimarca e la Finlandia. In questi paesi te di lavoro in molti paesi come Gran scandinavi lo status sociale delle donne
LA FAMIGLIA “MODERNA” n questa prima sezione si affronta il tema della “famiglia moderna” identificandone il significato e l’impatto che ha nella pratica golfistica. Tradizionalmente, la “famiglia” era considerata un gruppo composto da due genitori eterosessuali e dai loro figli biologici, comunemente chiamata “famiglia nucleare”. Più recentemente, questo concetto si è evoluto andando incontro all’evidente evoluzione del discorso sui generi. Si osserva che i cambiamenti sociali abbiano contribuito a una riduzione del numero di nuclei familiari e che le famiglie siano caratterizzate da un numero crescente di persone monoparentali, senza figli o conviventi. Il nuovo significato di famiglia recita quanto segue: “Due o più persone che condividono risorse, responsabilità nelle decisioni, valori e obiettivi e si impegnano reciprocamente nel tempo. La famiglia è quel porto sicuro in cui si torna a casa e si condivide la quotidianità, indipendentemente dal sangue, dai legami legali, da adozioni o dal matrimonio”.
Inchiesta / Iniziative nel mondo IL MODELLO SVEDESE
50/50
I
l numero dei golfisti svedesi è uno dei più alti in Europa con circa 500.000 tesserati alla Federgolf, più del 5% dell’intera popolazione. Questo grazie alla famosa Politica Vision 50/50, introdotta nel 2013, che ha l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere nel golf. Una parte fondamentale di questa strategia è aumentare il numero di donne nei ruoli decisionali all’interno della Federazione rendendo il gioco del golf più attraente per tutte quelle che vogliano avvicinarsi a questo sport. Le donne rappresentano infatti il 26% della popolazione golfistica svedese. La Politica Vision 50/50 si impegna a promuovere sempre più il movimento femminile e con l’obiettivo, più a lungo termine, di raggiungere parità dei sessi nei board, nei comitati elettorali a livello golfistico amatoriale. La Federazione Svedese di Golf ha utilizzato diversi strumenti di comunicazione, tra cui una campagna sui social media e l’introduzione di una nuova rivista, “Golfnyttan”, dedicata alle potenziali giocatrici.
CULTURA FAMILIARE E MODELLI DI COMPORTAMENTO a famiglia rappresenta il contesto privilegiato per lo sviluppo psicologico e sociale di bambini e ragazzi. È all’interno del sistema familiare che essi imparano a fronteggiare le diverse situazioni che la vita propone. I genitori sono per i bambini una guida, un riferimento imprescindibile per una crescita sana. Nella vita di tutti i giorni come nello sport, la famiglia è centrale e rappresenta il primo contatto tra bambino e attività fisica prescelta. In questo contesto rientra la “cultura
L
familiare” il che significa che le idee, le convinzioni, i valori e la conoscenza stessa dell’intero nucleo familiare diventano il fattore principale che sta alla base della loro tendenza a praticare sport. Sono i genitori, mariti e fidanzati a essere il primo motore che porta un giovane, una moglie o un fidanzato a intraprendere uno sport invece che un altro. Occupare il proprio tempo libero per fare attività sportiva insieme, coinvolgere i figli e assisterli durante gli sport non fa che migliorare la famiglia rendendola un’unità coesa e comunicativa.
65%
delle intervistate ha identificato i propri mariti, partner, genitori e altri membri della famiglia come i motivi principali per cui hanno iniziato a giocare a golf.
9 su10 9 giocatori sui 10 hanno almeno un altro membro della famiglia che gioca a golf.
Non sono solo i genitori a giocare un ruolo chiave nella partecipazione sportiva, ma sempre più spesso sono anche i nonni. Le connessioni tra nonni e nipoti durano più a lungo poiché l’aumento della longevità e la diminuzione dei tassi di fertilità hanno cambiato in modo significativo la struttura familiare negli ultimi due decenni. Oggi è probabile che i nonni vivano più a lungo, godano di una salute migliore, siano più istruiti, abbiano maggiori probabilità di andare in pensione. I nonni, quindi, rappresentano un’ottima opportunità attraverso la quale promuovere la partecipazione al golf di tutta la famiglia. L’IMPORTANZA DELL’EFFETTO BACKGROUND Università di Chester ha intervistato un certo numero di genitori per scoprire quali fossero le motivazioni che spingevano un padre e una madre a coinvolgere il figlio in un determinato sport. I risultati hanno rivelato l’importanza dell’effetto background. Cioè di come le esperienze sportive pregresse abbiano influenzato la famiglia nella scelta per i figli. I genitori che giocano a golf sono più propensi a incoraggiare i propri figli a giocare, mentre è probabile che quei genitori che non sono sportivi vorrebbero che i loro figli sperimentassero una varietà di attività senza focalizzarsi su una in particolare. Le famiglie già coinvolte nel mondo del golf sono il movente che spingerebbe altre famiglie della stessa rete di amicizie a praticare questo sport. “Ho iniziato a giocare a golf perché mio padre mi portava con sé in campo pratica. Da lì mi sono innamorato di questo sport e ho iniziato a praticarlo senza più smettere”. Diverse strategie di marketing potrebbero perciò concentrarsi sull’incoraggiare amici di famiglie già coinvolte nel golf a partecipare o almeno a provare questa attività sportiva.
L’
I BENEFICI PER LA SALUTE a pratica regolare di un’attività sportiva ha inoltre importanti vantaggi fisici e psichici. Lo sport è un toccasana formidabile nei confronti di ansia, malesseri psicologici e stress perché aumenta il
L
CLUB
PROFESSIONE GOLF 48
rilascio delle endorfine, gli ormoni del buonumore. I benefici per la salute associati allo sport sono (e non sorprende) una motivazione chiave per i genitori quando decidono lo sport che coinvolga l’intera famiglia. Il golf in questione è perfetto per fornire i benefici che i genitori desiderano, in particolare se confrontato con altri sport di contatto. In una pubblicazione sul British Journal of Sport del 2017 si trovano prove inconfutabili di un legame positivo tra giocare a golf e migliorare il livello di salute, in quanto l’attività fisica di intensità moderata porta a un miglioramento del sistema cardiovascolare e respiratorio. Ma non è tutto. Nella stessa pubblicazione, prendendo come modello i giocatori svedesi, si è riscontrato un ridotto livello di mortalità. Una media del 40% tra uomini e donne in tutte le fasce di età e categorie socioeconomiche. Inoltre, i golfisti con handicap di gioco più basso, che si diceva avessero giocato a golf più frequentemente, avevano i tassi di mortalità più bassi. Nel complesso, la riduzione del 40% della mortalità è stata equiparata a un aumento dell’aspettativa di vita di circa 5 anni.
È fondamentale quindi che il golf cerchi sociali e indipendenza, fare amicizia al di sfidare questi stereotipi di genere e si di fuori della sfera familiare e rafforzare autopromuova come attività per tutta la abitudini sane. Le famiglie operaie e povere, invece, tendono a rendere i propri famiglia. Ma non solo. Le scelte possono diffe- passatempi poco costosi ma piacevoli rire a seconda della classe socioecono- per l’intera famiglia. L’obiettivo comune mica. Intervistando numerose famiglie tra di questo gruppo è quello di raggiungeclasse media/benestante e meno abbien- re l’unione e il legame familiare e aiutare te è emerso che le prime vogliono fornire a tenere i loro figli lontani dalle cattive ai propri figli attività sportive che possano compagnie. Le varie associazioni di golf dovrebbero fornire loro “competenze per tutta la vita”. Questi genitori vogliono che i loro figli quindi considerare attentamente i fattori ABBATTERE GLI STEREOTIPI interessante notare che questo studio prendano parte ad attività che aiutino a trainanti della scelta sportiva a livello indiha scoperto che, nelle famiglie in cui costruirne il carattere, sviluppare abilità viduale, familiare e socioculturale. ci sono bambini di sesso opposto, nello sport i padri tendevano a essere più FARE COME L’INGHILTERRA coinvolti dai figli e le madri dalle figlie. rendiamo come modello l’Inghilterra che nel 2016 aveva dichiarato luglio Le origini di questa dinamica possono come “Il mese del golf in famiglia” facendo una campagna di comunicaderivare dagli stereotipi di genere dei zione per coinvolgere tutti i nuclei familiari alla pratica del golf. genitori secondo cui i padri tendono a Golf club e campi pratica in tutto il Paese hanno organizzato diversi Open Day essere gli “allenatori” che introducono i con tante attività per chiunque volesse partecipare, fornendo a tutti l’attrezzabambini a uno sport, mentre le madri sono tura necessaria. Si è riscontrato che quasi il 50% dei non golfisti ha dichiarato di essere incoraggiato state viste come i “tassisti”, occupandoa giocare da amici e si solamente di accompagnare i figli nei familiari, mentre quadeterminati luoghi dove svolgere attività si il 40% dei giocatofisica. Ciò è particolarmente preoccupanri che hanno smesso te per promuovere il golf femminile e per la pratica golfistica incoraggiare la partecipazione di madri ha affermato che tore figlie. Ma ancora più preoccupante è nerebbe in campo se qualcuno tra parenti constatare come alcuni studi dell’Unie amici andasse con versità del Texas abbiano scoperto che lui. Inoltre, l’80% deentrambi i genitori, in media, tendono a gli uomini con un/una sostenere e incoraggiare maggiormente partner ha dichiarato la partecipazione sportiva dei loro figli che il proprio compamaschi, percepiti come più abili e adatti gno/a non gioca a golf. allo sport rispetto alle femmine.
È
P
CLUB
49 PROFESSIONE GOLF
Inchiesta / Iniziative nel mondo L’ampio documento redatto prende in esame altri fattori che possano influenzare una persona a iniziare a praticare il golf. Tra le tante opzioni c’è anche la figura del professionista o della proette famosa che possa far crescere il desiderio nel cuore degli appassionati golfisti. Utilizzare i ruoli di “ambassador” per promuovere il golf tra i giovani e le famiglie sia a livello nazionale che a livello locale. Un esempio concreto ci arriva dal mondo del golf professionistica femminile, in particolar modo di proette asiatiche arrivate al vertice della classifica mondiale. Nel corso degli ultimi 15 anni giocatrici come Se Ri Pak o l’americana Christina Kim sono state un modello positivo per tante ragazze e per le loro famiglie incorag-
giando più donne e ragazze a giocare a golf e diventare professioniste. Oggi, il successo delle asiatiche sull’LPGA Tour è passato dall’essere un caso più unico che raro alla normalità. Come si diceva poco sopra, uno dei moventi che porta il settore femminile a non emergere è lo stereotipo del golf come mondo maschilista per eccellenza. Prendendo come modello campione un centinaio di atlete professioniste e dilettanti, la maggior parte ha affermato di aver subìto discriminazioni verbali e comportamentali. Risultato, le donne si sentivano meno capaci e sicure nell’ambiente del golf e spesso abbandonavano lo sport sul nascere. Durante le interviste si è scoperto che atteggiamenti ostili e insensibili arrivavano direttamente da altre donne specie quando entrava in ballo l’aspetto
ANNIKA SÖRENSTAM, LA MIGLIORE GIOCATRICE DI TUTTI I TEMPI competitivo. Contro questi pregiudizi e atteggiamenti sessisti sono però diverse le attività e i movimenti che diversi Paesi, europei per lo più, hanno attivato.
WOMEN’S GOLF DAY SE RI PAK
I
l 9 giugno si festeggia la “Giornata nazionale delle donne”, un’iniziativa globale introdotta nel 2016 per incoraggiare tutte le donne, indipendentemente da colore della pelle, status sociale, lingua e cultura a provare il gioco del golf in un’atmosfera inclusiva. L’evento inaugurale di quattro anni fa ha coinvolto 28 Paesi in 485 località sparse per il mondo e ha introdotto migliaia di nuovi golfisti. Nel 2017 sono stati coinvolti un numero maggiore di golf club privati e pubblici, campi pratica, store e negozi specializzati. Erano state organizzate golf clinic e messi a disposizione green fee gratuiti per le donne. Il risultato fu eclatante, con la partecipazione di oltre 50.000 golfiste neofite.
NATIONELL DAMDAG
È
la giornata del golf femminile promossa dalla Federazione Svedese di golf a partire dal 2017 durante la quale le golfiste hanno la possibilità di giocare in qualsiasi golf club del Paese a tariffe ridotte. L’obiettivo è presentare le donne ad altri giocatori, sia maschi che femmine, contribuendo a costruire una nuova rete di amicizie golfistiche. Alcuni circoli organizzano anche gare a loro dedicate con premi e pranzi offerti in un’atmosfera di festa. I dati della Swedish Golf Foundation mostrano infatti che più di 160.000 donne hanno preso parte a varie attività legate al golf durante la Nationell Damdag.
GOLF È DONNA
È
un’iniziativa della Federazione Italiana Golf, nata nell’ambito del Progetto Ryder Cup 2023, volta a promuovere la partecipazione e coinvolgere le donne nel nostro sport. “Golf è Donna” si pone l’obiettivo sia di avvicinare nuove potenziali giocatrici, sia di fidelizzare chi pratica regolarmente a questo sport. Il progetto sino ad ora ha coinvolto 32 circoli riconosciuti come Punti Rosa. In ciascuno di essi ogni neofita e le donne che vogliano ricominciare a giocare dopo un periodo di assenza (tre anni dall’ultima iscrizione a un circolo) possono trovare la stessa offerta promozionale.
CLUB
PROFESSIONE GOLF 50
V
Un gioco più veloce migliorerà la responsabilità familiare, permetterà ai padri di famiglia di potersi dedicare al golf con più facilità e leggerezza senza dover subire le critiche delle mogli. Al contempo, le mogli stesse possono andare al
golf club e provare a giocare dedicando alla nuova attività non più di due o tre ore. Gli studi hanno evidenziato inoltre come, man mano che la famiglia cresce di numero, i vincoli di tempo diventano sempre più un problema. Il gioco veloce faciliterà allora l’integrazione dell’intero nucleo familiare coinvolgendo anche le madri che, nella media, vengono spesso escluse. Altro ostacolo all’impegno che si vuole prendere con lo sport è la fascia di età alla quale si appartiene. Uno studio condotto nel 2014 all’Università del Texas ha evidenziato che quando una persona è giovane il suo impegno sportivo è relativamente alto. Quando raggiunge l’età lavorativa invece si riduce drasticamente, per poi riprendersi con la pensione. Il declino sportivo è più marcato tra i 16 e i 23 anni, periodo durante il quale la maggior parte delle persone completa l’istruzione e inizia a lavorare. Dopo questo lasso di tempo, si è riscontrato che i tassi di partecipazione continuano a diminuire ma a un ritmo più lento. È fondamentale gestire il calo della partecipazione sportiva nelle varie fasi della vita, con particolare attenzione ai punti chiave in cui l’interesse diminuisce più rapidamente, evitando così l’abbandono.
GOLF EXPRESS
G
olf Express in Inghilterra è un movimento che promuove il giro di campo ridotto a 9 buche. Un’esperienza diversa ma che non toglie la magia che il golf sa regalare in tempi notevolmente ridotti. Questa opzione si adatta alla quotidianità e aiuta a impostare un sano equilibrio tra lavoro e vita privata, fornendo l’opportunità a tutti gli appassionati di rilassarsi e distendersi con la propria sacca da golf al seguito. Tra il 2015 e il 2017 Golf Express ha coinvolto più di 30.000 golfisti. IL RETAGGIO PIÙ GRANDE rriviamo al punto che tutti conosciamo, quello che noi amanti del golf e del settore preme maggiormente mettere in evidenza: il retaggio che vede il golf come uno sport esclusivamente per persone abbienti. Continuando con i sondaggi è emerso che le persone cercano attività meno costose e più informali rispetto al golf. L’80% degli intervistati ha una percezione distorta del nostro sport e dei suoi costi, aumentando il divario tra le aspettative e la realtà. È quindi importante che le strategie di marketing di tutte le Federazioni golfistiche e associazioni siano focalizzate sul rendere questo gap sempre più ridotto fidelizzando
A
51 PROFESSIONE GOLF
CLUB
VELOCITÀ DI GIOCO eniamo ora al fattore “tempo”, punto che gioca a sfavore di tutti i golfisti, indipendente dal sesso. Specialmente all’interno del nucleo familiare, riuscire a combinare tempo per stare insieme con le diverse attività quotidiane risulta una vera e propria sfida. Sulla carta, il gioco del golf è la soluzione perfetta per conciliare diverse passioni. I golf club sono luoghi ideali per dare libero sfogo alla passione di grandi e piccini grazie ai percorsi, al campo pratica, al ristorante e, in molti circoli, alle piscine a disposizione dei soci. In realtà, l’elemento tempo entra in gioco a sfavore di tutti questo. Tempi di gioco lunghi, oltre le cinque ore, portano le famiglie a prediligere attività diverse. Il tempo è il più bel premio per le famiglie e riuscire a trascorrerlo insieme in un lasso ridotto non fa che incrementare la scelta di sport diversi dal golf. È necessario prendere in considerazione format di gioco alternativi e in periodi più brevi.
Inchiesta / Iniziative dal mondo le persone e portandole sul campo da golf. Facciamo degli esempi concreti di gente intervistata in Inghilterra. “Si ha la percezione che il golf sia uno sport costoso, ma in realtà non lo è. L’iscrizione per mio figlio con tariffa junior è di 100 sterline l’anno, praticamente 2 sterline a settimana. Questo vuol dire che è più economico di un’iscrizione a una squadra di calcio. Quindi, penso che il settore golfistico debba lavorare proprio sul debellare l’idea alla radice e facendo capire a tutti che giocare a golf non è esclusiva dei ricchi”. E ancora: “Bisogna cambiare la percezione che si ha del golf. Se le persone iniziassero a guardare realmente i costi di questa attività paragonandoli con altre, si renderebbe conto che tutto quello che credeva fino a poco tempo prima svanirebbe. Magari ci sono costi iniziali superiori rispetto ad altri sport ma poi tutto diventa più flessibile. Un set di ferri dilazionato
nel tempo costa molto meno rispetto a racchette da tennis, a sci e ad altra attrezzatura ritenuta più accessibile per tutti”. Ormai tutti i circoli, indipendentemente dallo Stato in cui si vive, hanno tariffe agevolate per iniziare a giocare, pacchetti dedicati alle coppie, alle famiglie e alle diverse fasce di età. Bisogna solo incrementare la comunicazione con le persone. Le sfide sono tante, i muri del pregiudizio da abbattere, altrettanti. Uno tra tutti, la percezione del golf come uno sport per uomini bianchi, ricchi e di età avanzata. Un ostacolo per i giovani e, in particolar modo, per le ragazze che si vedono escluse in partenza. A questo proposito sono stati intervistati giovani divisi in due fasce: 1415 anni e 17-18 al fine di determinare i fattori che influenzano la partecipazione della categoria junior. I risultati hanno indicato che non era facile per i giovani accedere al golf, no-
nostante dimostrassero dell’interesse. C’era la percezione di non appartenere all’ambiente perché ristretto a uomini più maturi. I ragazzi hanno commentato dicendo di non sentirsi a proprio agio e adatti per quell’ambiente. L’industria del golf deve quindi lavorare sulla fascia più giovane, aiutarla a promuovere un senso di appartenenza, aiutandoli a migliorare e, allo stesso tempo, a divertirsi. Altro ostacolo è il codice di abbigliamento. La critica è mossa soprattutto verso le case di abbigliamento e ai modelli che vogliono far emergere. Nella ricerca emerge come l’abbigliamento da golf non sia appropriato per il golfista medio. Le donne in particolare hanno rivelato la sensazione che l’abbigliamento tenda ad essere progettato per giovani professionisti dai corpi atletici risultando troppo stretti e aderenti. L’abbigliamento adeguato per entrare in clubhouse ha regole precise e ferree e spesso viste come limitazioni da molti giovani che, invece, prediligono t-shirt rispetto a polo con il colletto. È utile quindi considerare i capi di abbigliamento come adeguatamente funzionali, senza troppe limitazioni estetiche per donne, giovani e famiglie. DONNE E TEE DI PARTENZA oncludiamo questo articolo con un argomento sulla bocca di tutti nei diversi golf club: i tee di partenza. Quante volte alle donne è stata rivolta la frase: “Facile fare par per te che parti 30 metri più avanti”. Bene, è ora di sfatare questo tabù. Gli Stati Uniti, avanti anni luce da noi per quanto riguarda il golf, hanno esaminato le percezioni dei golfisti (uomini) sulle capacità golfistiche delle giocatrici. È stato riscontrato che la disposizione dei tee di partenza “ridicolizza” le donne classificando i loro tee marker come irregolari mentre quelli degli uomini sarebbero regolari. Le golfiste subiscono atteggiamenti stereotipati relativi alla loro presunta abilità con driver e palline e tutto ciò influisce sulla loro partecipazione continuativa. La ricerca dell’International Institute for Golf Education ha anche scoperto che molte dilettanti si erano sentite ignorate, trascurate nei diversi contesti golfistici. Se è vero che la capacità media delle
C
CLUB
PROFESSIONE GOLF 52
LONGLEAF TEE SYSTEM
U
come se possedessero quelle qualità e caratteristiche indipendentemente dalle loro singole capacità. La posizione del tee marker dovrebbe essere basata sull’abilità di gioco piuttosto che sul sesso o sull’età, aiutando così a ridurre le difficoltà e le frustrazioni delle golfiste e migliorandone le esperienze sul campo.
53 PROFESSIONE GOLF
CLUB
giocatrici è nettamente inferiore rispetto a quella degli uomini, è anche vero che esiste una fascia di donne con un handicap di gioco basso. Questo fenomeno è noto come “discriminazione statistica”, in cui uno stereotipo individuale viene applicato erroneamente al gruppo e gli individui di quel gruppo vengono trattati
na risposta a questa provocazione è l’utilizzo del Longleaf Tee System un’iniziativa congiunta tra l’American Society of Golf Course Architects Foundation e la U.S. Kids Golf Foundation. La missione è offrire ai golf club e agli operatori del settore un modo pratico e conveniente per ridimensionare il proprio percorso di gioco in modo da consentire a più giocatori di divertirsi mantenendo intatti il design, l’integrità e il layout del campo. Dall’analisi dello swing e dalla velocità della testa del bastone si individuano i tee di partenza dai quali il giocatore dovrà partire. I risultati indicano che il ritmo di gioco è migliorato aumentando il livello di gradimento e di divertimento, in particolare tra le donne, i giocatori junior e senior.
Circoli italiani / Verdura
Le nuove
MERAVIGLIE IN RETTA DI ARRIVO I LAVORI CHE PERMETTERANNO DI RIAPRIRE AL GIOCO I DUE SPLENDIDI PERCORSI, IN GRAN PARTE RIDISEGNATI, NEL CORSO DEL 2021. E SONO ORMAI PRONTE PER L’INAUGURAZIONE ANCHE ALCUNE LUSSUOSE VILLE DEL RESORT SICILIANO
L’ULTIMA BUCA DELL’EAST COURSE DI VERDURA, AFFACCIATA SUL TIRRENO E CON LA SAGOMA DI SCIACCA SULLO SFONDO
CLUB
PROFESSIONE GOLF 54
CLUB
55 PROFESSIONE GOLF
Circoli italiani / Verdura
di Salvatore Brancati
L
a ricerca costante dell’eccellenza è un carattere distintivo dei Rocco Forte Hotels. Questo percorso incessante nel 2021 porterà due importanti novità al Verdura Resort in Sicilia: i rinnovati campi da golf e le ville private all’interno della proprietà. I due percorsi erano stati progettati dal californiano Kyle Phillips, l’architetto noto per il design di Kinsgbarns, Dundonalds, The Grove e il California G.C. I campi in stile links del Verdura Resort hanno ospitato tantissime gare e la manifestazioni e due tappe dello European Tour, ottenendo un’ampia serie di riconoscimenti. Alla fine del 2018 però un’inondazione improvvisa ha danneggiato diverse buche (quelle più vicine al mare), modificando anche la forma della costa. È stato quindi chiesto a Kyle Phillips di ottimizzare le 36 buche che aveva progettato per offrire ai giocatori un’esperienza nuova e stimolante al contempo. “La natura interconnessa del layout preesistente ha imposto il mantenimento della struttura generale del percorso presso il resort, ma ci
CLUB
PROFESSIONE GOLF 56
NELLA PAGINA ACCANTO L’ARRIVO DELLA BUCA 18 DEL WEST COURSE, RIPRESA ANCHE QUI ACCANTO, CON LA CARATTERISTICA TORRE CHE DOMINA LA CLUBHOUSE. NELLE FOTO QUI SOPRA, ALTRE DUE BUCHE DEL MAGNIFICO RESORT SICILIANO DI ROCCO FORTE. sono stati significativi adeguamenti alla progettazione specifica di ogni buca”, spiega Phillips. “I giocatori che tornano al Verdura noteranno i cambiamenti apportati lungo la costa, il modo in cui li abbiamo progettati e come questi aggiungono nuove emozioni e grande piacere al gioco.” Una importante novità, infatti, sarà la presenza dell’acqua in molte buche, rendendo necessario sorvolare con i propri colpi alcuni canali e specchi d’acqua sia dolce che salata. Grazie inoltre al costante lavoro di tante maestranze e al continuo monitoraggio di Phillips, la progettazione, la realizzazione e la risemina di fairway, green, tee e rough è stata quasi completata e l’apertura del campo è prevista nel 2021. “I golfisti - conclude l’architetto - ameranno giocare su quello che è a tutti gli effetti un nuovo campo, con nuove superfici dei green, bunker rinnovati e un inedito manto erboso per i fairway e i rough.” Sir Rocco Forte, fondatore e
CLUB
57 PROFESSIONE GOLF
Circoli italiani / Verdura
presidente di del Gruppo che porta il suo nome, ha commentato così i nuovi sviluppi: “Sono incredibilmente entusiasta del nuovo campo e della nuova progettazione che migliorerà tanto l’esperienza di gioco quanto la splendida vista sulla spettacolare costa siciliana.” Ma le novità, come dicevamo, non finiscono qui. All’interno della proprietà, un nuovo insediamento di ville esclusive da tre e quattro camere si affaccia da una collina sul Verdura Resort. Sono autentici capolavori d’architettura moderna sostenibile che si fondono perfettamente con il panorama che circonda il Resort. Ampie vetrate consentono alla luce di inondare gli ambienti e regalano al tempo stesso viste a perdita d’occhio sul Mediterraneo. A ogni singolo dettaglio viene dedicata la massima cura. Dalle piccole piscine private agli ampi spazi living fino alle caratteristiche terrazze, ogni villa è perfetta per ospitare famiglie o gruppi. Disposte su due livelli e tutte vista mare, al piano terra offrono un’area living luminosissima e una cucina attrezzata. Al primo piano si trovano invece 3 o 4 camere da letto,
CLUB
PROFESSIONE GOLF 58
QUI SOPRA, UNA BELLA IMMAGINE AEREA DI UNA PARTE DEL VASTISSIMO RESORT DI VERDURA. NELLE ALTRE IMMAGINI, ALCUNI SCATTI DEDICATI ALLE LUSSUOSE VILLE CHE STANNO PER ESSERE APERTE AL PUBBLICO
dotate di balcone e accesso diretto alla piscina privata e al giardino di pertinenza. Il décor omaggia alcuni degli emblemi dell’arte siciliana, quali la doratura dei mosaici tardo-bizantini della Cappella Palatina e le perfette geometrie dei pavimenti di Monreale che Olga Polizzi, sorella di Rocco Forte, ha saputo trasformare in elementi ricorrenti per le palette colori e i tessuti presenti all’interno delle ville. L’utilizzo di un sistema di separé ha permesso di schermare e dividere gli ambienti mantenendo una continuità fra gli spazi, modulando abilmente i rapporti tra luce e ombra, per disegnare zone di fresco ristoro dal calore del sole mediterraneo. Gli ospiti delle nuove ville avranno diritto a una lunghissima serie di servizi di assoluto pregio, tra cui quello di concierge dedicato.
CLUB
59 PROFESSIONE GOLF
Circoli italiani / Castelfalfi
APERTURA
in grande stile IL RESORT TOSCANO HA INAUGURATO CON UN GRAND OPENING A INIZIO OTTOBRE LA SUA NUOVA COUNTRY CLUBHOUSE, ULTIMO TASSELLO IN ORDINE DI TEMPO DI UN PROGETTO IN CONTINUA EVOLUZIONE E DA CONSIDERARE UNICO IN ITALIA
CLUB
PROFESSIONE GOLF 60
SPLENDIDA VEDUTA PANORAMICA DI NUMEROSE BUCHE DEI DUE PERCORSI DA 18 E 9 A CASTELFALFI. IN ALTO IL CASTELLO CHE DOMINA TUTTA L’ESTENSIONE DEL GOLF
CLUB
61 PROFESSIONE GOLF
Circoli italiani / Castelfalfi
di Andrea Vercelli
A
volte non serve andare troppo lontano per scoprire luoghi magici, capaci di toccarti il cuore nel profondo. Il Toscana Resort Castelfalfi è uno di questi: dal 2007 a oggi la TUI, operatore turistico tedesco tra i più importanti a livello internazionale, ha realizzato un vero e proprio capolavoro, quello di ridare vita a uno dei tanti meravigliosi borghi medievali che caratterizzano la Regione Toscana e farlo nel pieno rispetto della sostenibilità e della tradizione, realizzando intorno ad esso una delle strutture turistiche più affascinanti e complete della nostra penisola. Un progetto ambizioso e per nulla scontato, partito tredici anni fa con il restyling dell’originario campo da golf, datato anni Settanta, oggi trasformato in due percorsi di rara bellezza (il Mountain e il Lake), un hotel di charme dal recupero di un’antica tabaccaia, un hotel cinque stelle che abbraccia dall’alto il golf e le colline toscane, e la ristrutturazione di tanti casali presenti nei 1.100 ettari della tenuta. L’ultimo fiore all’occhiello nel segno della continuità è stata la clubhouse, inaugurata in ottobre con un Grand Opening a cui hanno preso parte imprenditori, media e tour operator del
CLUB
PROFESSIONE GOLF 62
A SINISTRA IN BASSO, PAOLO POMPONI, SINDACO DI MONTAIONE E EUGENIO GIANI, PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA. QUI SOPRA, MATTEO DORE, UNO DEI GIORNALISTI PRESENTI ALL’APERTURA, SUL TEE DELL’INTRIGANTE PAR 3 DELLA 9 SUL MOUNTAIN COURSE. NELLE ALTRE FOTO, BUCHE, CAMPO PRATICA E L’ESTERNO DELLA NUOVA CLUBHOUSE golf continentale, insieme al neoeletto presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Nuovo punto di riferimento per i soci del circolo e per chi gioca, ma anche sosta glamour e informale per tutti gli ospiti proprio al centro della tenuta, è una moderna Country Clubhouse dove si è accolti da comodi divani, grandi vetrate, una terrazza verde affacciata sul campo e una cucina di alto livello. A realizzarla lo studio di architettura General Planning, che ha trasformato il Casale Poggionero, dove anticamente si faceva il vino, in un moderno e raffinato punto d’incontro a due passi dal gioco. Materiali e artigiani locali hanno recuperato toscanità e tradizione: i toni sono quelli caldi del legno di rovere per i grandi tavoli da condividere, del travertino di Rapolano nelle sue nuances naturali per i pavimenti, del ferro nero di Calamina per il bancone bar. Comodi divani capitonné si alternano a sedie di design e sedute in pelle color tabacco, mentre lame
CLUB
63 PROFESSIONE GOLF
Circoli italiani / Castelfalfi
funzionali sui soffitti rivisitano le travi in legno della tradizione. L’atmosfera è rilassata, i tempi e le abitudini del golfista rispettati. Tra le 150 etichette della sua eccellente cantina spiccano i vini di Castelfalfi tra cui l’IGT Poggionero, un blend Merlot, Cabernet Sauvignon e Alicante. Alla nuova Clubhouse è stata addirittura dedicata un’edizione speciale e limitata dell’annata 2017, graditissimo cadeau finale per i protagonisti del Grand Opening, che sabato mattina si sono cimentati in una divertente gara prima di assistere alle incredibili perfomance dello special guest dell’evento, Joe Miller, World Long Drive Champion 2010 e 2016 e ambassador Callaway. « Il golf è al centro della nostra realtà e ci permette di prolungare la stagione fino a dieci mesi l’anno», ha detto Gerardo Solaro del Borgo, amministratore delegato di Toscana Resort Castelfalfi e presidente del circolo. Oggi il club conta quasi trecento soci, alcuni dei quali a Castelfalfi hanno comprato casa. E qui torna spesso anche gente del posto, che in passato aveva abbandonato queste terre. «La nostra visione va oltre il concetto di Resort - ha aggiunto Solaro del Borgo -. Grazie al lavoro svolto con il General Manager Isidoro Di Franco e il sostegno del Sindaco di Montaione, Paolo Pomponi, abbiamo creato una
CLUB
PROFESSIONE GOLF 64
IN ALTO A SINISTRA, GLI INVITATI ALL’APERTURA UFFICIALE DELLA NUOVA CLUBHOUSE DI CASTELFALFI, DI CUI VEDIAMO QUATTRO FOTO DEGLI INTERNI. SOPRA, UNA BELLISSIMA VEDUTA SULLA NATURA CHE CIRCONDA LE BUCHE DEL RESORT TOSCANO vera comunità, dove pubblico e privato lavorano insieme su obiettivi comuni, una rara sinergia. E molto ancora rimane da fare». E considerando che stiamo parlando del progetto turistico più importante realizzato in Toscana negli ultimi vent’anni e che nel 2019 per Castelfalfi è arrivato addirittura il riconoscimento di Best Golf Resort in occasione degli World Luxury Hotel Awards, difficile non credere alle sue parole. Destino dei luoghi speciali, quei pochi in grado di lasciarti nel cuore e nella mente un ricordo indelebile e un’irrefrenabile desiderio di riassaporare il loro fascino alla prima occasione. Per info: www.castelfalfi.com
CLUB
65 PROFESSIONE GOLF
Turismo / Prospettive
LA BELLA CLUBHOUSE DI CHERVÒ SAN VIGILIO, SEDE DELL’OPEN D’ITALIA 2020 E RESORT AI VERTICI ASSOLUTI DEL NOSTRO TURISMO GOLFISTICO
CLUB
PROFESSIONE GOLF 66
DOLORI E SPERANZE
nell’era del Covid
UN ANNO A DIR POCO DIFFICILE QUELLO CHE SI È ORMAI CHIUSO E CHE HA VISTO ARRIVARE IN ITALIA SOLO I GOLFISTI DEI PAESI CONFINANTI. ECCO LE PREVISIONI PER IL 2021
CLUB
67 PROFESSIONE GOLF
Turismo / Prospettive
QUI SOPRA L’ORMAI STORICA COPERTINA DEL CATALOGO ITALY GOLF &MORE, SINTESI DEL PROGETTO CHE COINVOLGE MOLTE REGIONI. QUI ACCANTO, GIORGIO PALMUCCI (PRESIDENTE ENIT, PRIMO A DESTRA) PRESSO LO STAND ITALIANO A UNA DELLE FIERE EUROPEE DEDICATE AL TURISMO COLLEGATO AL NOSTRO SPORT
di Maurizio De Vito Piscicelli
N
on c’era certamente bisogno dell’avvento dirompente della pandemia legata al Covid-19 per creare ulteriori problemi al turismo golfistico italiano già piuttosto in difficoltà anche prima dell’arrivo del virus. L’offerta golfistico - turistica italiana, che può contare su 140 campi da golf con almeno 18 buche ma solo una ventina di reali Golf Resort, si trova ora in uno stato di difficoltà senza precedenti del quale sembrano preoccuparsi davvero in pochi. Nel corso del 2020, a causa della pandemia, gli unici turisti venuti a giocare nei nostri campi, soprattutto del Nord Italia, sono stati i confinanti. Quei golfisti cioè provenienti dalle nazioni vicine, quali Germania, Austria e Svizzera, che si sono
CLUB
PROFESSIONE GOLF 68
mossi in macchina per andare a giocare in posti già conosciuti. In più quasi esclusivamente nel periodo giugno-settembre, quando i dati relativi ai contagi erano decisamente inferiori a quelli attuali. Sono stati invece rarissimi i green fee di golfisti del Nord Europa che quest’anno hanno decisamente preferito giocare sui propri percorsi. Nei loro paesi i club hanno di conseguenza fatto registrare ottimi risultati, sia in termini di nuovi soci che di entrate provenienti da green fee di giocatori locali. Anche i campi da golf italiani hanno potuto beneficiare di una buona affluenza da parte dei giocatori locali. Essendo però il nostro numero di praticanti piuttosto ridotto, abbiamo beneficiato molto poco dell’effetto “fate le vacanze nel vostro
69 PROFESSIONE GOLF
CLUB
paese”, molto pubblicizzato dai nostri politici per provare a calmierare l’emorragia proveniente dal mercato estero. Senza ancora avere a disposizione i dati finali della stagione mi sento abbastanza sicuro di affermare che nel corso del 2020 il turismo golfistico italiano ha perso non meno del 50% dei green fee stranieri, che eravamo riusciti tanto faticosamente a mettere insieme negli ultimi decenni. Se può esserci di consolazione molto peggio di noi stanno andando i nostri grandi “competitor” in questo specifico settore (Spagna, Portogallo, Turchia, Scozia e Irlanda) i cui numeri a fine anno saranno senz’altro più drammatici dei nostri, partendo da quote di mercato e cifre storiche molto superiori a quelle italiane. Lo stato di enorme difficoltà del turismo golfistico italiano
sembra però non aver turbato né preoccupato nessuno. Frequentando piuttosto assiduamente gli Enti Pubblici abbiamo notato che in epoca Covid-19 quasi tutti i segmenti turistici in sofferenza hanno ricevuto comunque aiuti di vario tipo di provenienza pubblica. Quasi nulla invece è stato previsto per supportare l’offerta golfistico - turistica italiana nella sua interezza. Come avevo scritto in un “piano di rilancio del comparto del turismo golfistico nazionale” (messo a disposizione di tutti, Federazione compresa, nel mese di aprile e purtroppo non preso in considerazione) il valore dell’indotto generato dal mercato del turismo golfistico in Italia a fine 2019 era circa di 180-200 milioni di euro, con circa 6.000 posti di lavoro seriamente a rischio. Evidentemente, come già emerso in passato, il mondo del golf italiano è troppo piccolo per essere considerato un asset nazionale da difendere, salvaguardare e tutelare. E forse anche troppo “scomodo” mediaticamente per pensare di intervenire con aiuti pubblici a sostegno o con piani promozionali di rilancio studiati ad hoc. Lo scenario di questo fine anno 2020 è dunque piuttosto deprimente, ma c’è ancora qualche motivo di speranza. Nel corso del 2020 il progetto interregionale Italy Golf & More, che raggruppa ora otto Regioni italiane e l’Enit, ha comunque proseguito la sua attività promozionale. C’è stata la partecipazione ad alcune Fiere specializzate (ovviamente solo nei primi mesi dell’anno), investendo risorse sui mercati di prossimità e posticipando all’inizio del 2021 tutte le attività promozionali previste nel Nord Europa, nei Paesi Scandinavi e nel Nord Europa. Il nostro Ente del Turismo Nazionale, il tanto bistrattato Enit, ha trovato nella direttrice marketing Maria Elena Rossi una convinta sostenitrice del turismo golfistico. Grazie al suo impegno in questo settore sono stati pianificati, per la prima volta, sostanziali investimenti pubblicitari per sostenere e promuovere la nostra offerta nazionale ed il lavoro di Italy Golf & More. Gli operatori golfistici italiani hanno continuato in maniera coraggiosa ed indefessa a proporre la propria offerta all’intermediazione internazionale ed ai potenziali clienti soprattutto europei. Una testimonianza di questa forte volontà di ripartire è stata la massiccia partecipazione italiana (quasi 40 operatori italiani presenti) al recentissimo IGTM Links. Questo workshop on-line nel 2020 ha preso il posto dell’IGTM vero e proprio, che avrebbe dovuto tenersi nel mese di ottobre nel prestigioso resort gallese del Celtic Manor. Infine, in uno scenario tuttora altamente instabile e che scoraggia i voli e le vacanze in paesi lontani, l’Italia potrebbe avere nel 2021 un appeal sorprendentemente nuovo. Tutti quei golfisti europei che non vorranno più volare verso mete portoghesi, turche o nel sud della Spagna potranno privilegiare per un altro anno gli splendidi campi da golf italiani raggiungibili comodamente in poche ore di automobile. E poi c’è la Ryder Cup fra meno di tre anni no?
Campi italiani / Follonica
Benvenuta
RIVA TOSCANA! DOPO UN LUNGO PERIODO NEL NOSTRO PAESE SENZA APERTURE DI CAMPI DI GIOCO, A LUGLIO È PREVISTA L’INAUGURAZIONE DEL NUOVO GOLF CLUB IN RIVA AL MARE, IN PROVINCIA DI GROSSETO
CLUB
PROFESSIONE GOLF 70
CLUB
71 PROFESSIONE GOLF
Campi italiani / Follonica
di Fulvio Golob
U
n ampio semicerchio disegna il Golfo di Follonica. Piombino a nord e Punta Ala a sud sono i punti estremi di fronte al Tirreno, con l’isola d’Elba distesa all’orizzonte. in questo bel contesto naturale è in retta d’arrivo il progetto del Riva Toscana. Il nuovo golf aprirà nei prossimi mesi a proprio Follonica (Grosseto), località balneare Toscana che si trova proprio a metà del golfo omonimo. Si tratta del primo percorso che si inaugurerà in Italia dopo vari anni di stasi, e anzi a fronte di alcune chiusure più o meno “dolorose”. Ci sono tutte le premesse perché il Riva Toscana diventi una destinazione di grande interesse. Dietro la realizzazione, la passione di Paolo Negroni. Bresciano, membro della celebre famiglia di prodotti alimentari, è golfista da sempre e a lungo è stato impegnato a livello dirigenziale nel club di Bogliaco. Nel 2018 Negroni ha acquistato all’asta, per circa 1 milione e 750mila euro, l’intera area, attorno ai 55 ettari, e le costruzioni avviate in base a un progetto risalente al
CLUB
PROFESSIONE GOLF 72
QUI ACCANTO, IL LUNGOMARE DI FOLLONICA, CITTADINA BALNEARE TOSCANA SEDE DEL NUOVO PERCORSO DI GOLF. IN APERTURA DEL SERVIZIO E A DESTRA, ALCUNE FOTO DELLE BUCHE IN FASE DI LAVORAZIONE. IN ALTO, UN RENDERING DELLA CLUBHOUSE
CLUB
73 PROFESSIONE GOLF
Campi italiani / Follonica ARCHITETTO E GENTILUOMO
G
iulio Cavalsani, progettista negli anni ’90 del percorso di Follonica, ha lasciato in eredità al golf italiano alcuni importanti lavori e come architetto è l’immagine, oggi difficilmente riscontrabile, di vero gentiluomo dei green. Cavalsani è scomparso nel luglio del 2013, alla bella età di 97 anni. all’età di 97 anni. Originario di Portomaggiore (Ferrara), arrivò in Maremma nel 1960, dopo 10 anni trascorsi a capo della segreteria del Gol Club Milano. Nel 1962 è stato il progettista e direttore dei lavori dello splendido campo a 18 buche di Punta Ala. Con grande competenza, impegno e mezzi a disposizione Cavalsani riuscì a trovare i terreni per la costruzione del campo. Superando grandi difficoltà di carattere tecnico, completò i lavori in tempi rapidi. Il percorso di circa 60 ettari venne aperto al gioco nel 1964, a soli due anni di distanza dall’inizio dei lavori. Fu ppi segretario di Punta Ala fino al 1993. Ottimo giocatore di golf a livello scratch, Cavalsani ha partecipato a campionati nazionali e internazionali. Inoltre è stato fondatore e presidente dell’Associazione Segretari di circolo, l’attuale AITG.
1995 della società Val degli Olmi e decaduto nel corso degli anni. Riva Toscana sorgerà non distante dal Golf Club Punta Ala (a meno di mezz’ora d’auto) e dal Golf Club Toscana di Gavorrano, raggiungibile in una ventina di minuti. Un bel triangolo di percorsi con caratteristiche diverse e capaci quindi di integrarsi per offrire un’offerta comune di tutto rispetto. Ci auguriamo possa essere così. A completare l’importante offerta golfistica della provincia di Grosseto, i due splendidi resort dell’Argentario e di Terme di Saturnia.
CLUB
PROFESSIONE GOLF 74
Riva Toscana è un par 72 su 18 buche per una lunghezza di 6.475 metri, fra la vecchia Aurelia e la Variante Aurelia, a un chilometro e mezzo dall’uscita Follonica Nord della E90. Il progetto venne realizzato da Giulio Cavalsani, con esperienze legate ai percorsi del Milano, di Punta Ala e di Monticello. Accanto alla sua firma anche quella del figlio Emanuele, purtroppo prematuramente scomparso nel 2019. Nel percorso stanno sorgendo un albergo a 4 stelle con 52 camere per 120 posti letto, dislocate in clubhouse e due foresterie. A disposizione degli ospiti anche una Spa e due
IN QUESTE PAGINE, ALCUNI DISEGNI ELETTRONICI DELLA ZONA CHE RUOTA ATTORNO ALLA CLUBHOUSE DEL FUTURO GOLF CLUB RIVA TOSCANA
so in macroterma garantirà ottima giocabilità anche nei periodi più caldi, consentendo nel contempo un notevole risparmio di acqua per l’irrigazione. Fra gli obiettivi anche la produzione di olio IGP toscano biologico nell’area coperta dal golf. L’apertura è prevista per metà/fine luglio, COVID permettendo.
75 PROFESSIONE GOLF
CLUB
piscine esterne. Completano il progetto bar e ristorante, con 120 posti coperti e 200 all’aperto, oltre a un parcheggio per 200 vetture. La parte golf, verrà gestita direttamente da Negroni, mentre il resto sarà affidato a una società di management alberghiero. In tutto la previsione è quella di offrire lavoro a circa 40 persone. Tre grandi laghi garantiranno l’approvvigionamento idrico ed entreranno in gioco su alcune buche. Dodici di queste potranno godere della vista del Tirreno che, nel punto più vicino, si trova a poco più di 200 metri. Il tappeto erbo-
Scenari / Palcoscenico Italia
Il GOLF ai giorni nostri LA MANUTENZIONE DEI TAPPETI ERBOSI ATTRAVERSA UN PERIODO TUTT’ALTRO CHE FACILE, LEGATO ALLA MANCATA CRESCITA DEI GOLFISTI IN ITALIA E AL CONTENIMENTO DEI COSTI. IL RISULTATO È CHE...
CLUB
PROFESSIONE GOLF 76
NELLA FOTO, LO SPETTACOLO DELLA BUCA 16, CELEBRE PAR 3 DELL’AUGUSTA NATIONAL, CIRCOLO FAMOSO PER LA STRAORDINARIA MANUTENZIONE DEL CAMPO
CLUB
77 PROFESSIONE GOLF
Scenari / Palcoscenico Italia di Paolo Croce
C
apitò proprio su queste pagine, ormai sette anni fa. “Un futuro biologico”, ebbi a scrivere in merito a quello che poteva essere la prospettiva del nostro golf, da lì a qualche anno. In una situazione di decrescita golfistica accelerata (persi quasi 9.000 tesserati dal 2011 al 2013), di accentuata fase critica sotto il profilo economico generale, e con le principali organizzazioni ambientaliste fortemente critiche sulle conduzioni manutentive dei nostri campi da golf, i gestori degli impianti di golf dell’epoca cominciarono, consapevolmente o meno, ad utilizzare sempre minori risorse per la cura e la manutenzione dei loro manti erbosi. In aggiunta a ciò, i cambiamenti climatici in atto contribuivano e contribuiscono tuttora a rimescolare le carte e a confondere le idee sul piano tecnico. Scrissi allora che non era possibile una risposta univoca alle mille problematiche che attanagliavano il nostro sport, ma che la crescita e lo sviluppo del golf erano comunque in qualche modo anche dipendenti da un nuovo approccio tecnologico alla manutenzione dei campi, oltre che da una migliore e più razionale progettualità territoriale nella realizzazione degli eventuali nuovi impianti. Oggi la situazione è rimasta più o meno quella del 2013 sotto il profilo della decrescita infelice del nostro movimento sportivo, con dati sempre più deludenti e scarse o nulle attività volte ad invertire questa tendenza. È rimasta costante anche la volontà di chiudere i rubinetti alle risorse investite sulle manutenzioni. Anzi, nella realtà il trend negativo si è ancora più accentuato, avvitando le gestioni dei campi in un loop infinito di tagli di budget e servizi. Peraltro, se i tagli di budget manutentivi sono sbagliati, ma comprensibili e in una qualche misura tollerabili quando parliamo di club di soci, diventano totalmente insensati e ingiustificabili se chi li attua è una gestione di un resort piuttosto che di un percorso che vive essenzialmente di green fee. Questo è proprio quello che sta accadendo in buona parte dei nostri resort turistici e in una buona maggioranza di campi che fanno del green fee una
CLUB
PROFESSIONE GOLF 78
colonna imprescindibile del proprio attivo di bilancio. La Costa del Sol, l’Algarve, la Regione di Antalya, la Costa Azzurra, la Riviera del Mar Rosso, per citare solo alcune delle destinazioni golfistiche più gettonate del mediterraneo, sentitamente ringraziano. A tutto questo, ad onor del vero, si è aggiunto questo sfortunato anno pandemico, con i suoi morti, i suoi malati e la crisi totale o quasi di tutta l’economia planetaria. Discettare di golf può sembrare irriverente e persino eticamente inaccettabile a fronte del disastro immane che ci ha colpito tutti e che ancora ci fa tremen-
damente paura. Però prima o poi dovremo uscirne, prima o poi dovremo superare i lutti e le disgrazie legate al Covid. Quando questo accadrà, e speriamo il più presto possibile, sarà comunque imprescindibile, per rilanciare il golf italiano, tornare sulle problematiche legate alle strategie manutentive dei nostri percorsi ormai in atto da qualche anno. Si diceva dei tagli di budget, una costante in crescita sui nostri percorsi di golf… Personalmente ne sono testimone diretto da almeno una decina di anni, se non addirittura di più: tagli sui materiali di consumo (concimi, piuttosto che ammen-
UN ALTRO PERCORSO NOTO PER UNA MANUTENZIONE A CINQUE STELLE, PUR SE IN CONDIZIONI CLIMATICHE TUTT’ALTRO CHE FACILI: È L’EARTH COURSE, SEDE DELL’ULTIMA GARA STAGIONALE DELL’EUROPEAN TOUR E ATTO FINALE DELLA RACE TO DUBAI
gestioni sempre più in affanno. Tutto ciò sta portando ad una preoccupante inversione di tendenza rispetto alle conquiste tecnologiche che a partire da metà degli anni 80 il settore dei tappeti erbosi ha saputo meritarsi. Tutto in Italia partì da una felice intuizione di Don Peppino Silva, Presidente FIG di grande progettualità e da Roberto Rivetti, probabilmente il Consigliere federale più autorevole e golfisticamente preparato che il golf italiano abbia prodotto nell’ultima parte del millennio. Ad essi vanno aggiunti Alberto Mascherpa, altro Consigliere federale illuminato e di dee
79 PROFESSIONE GOLF
CLUB
danti, sabbie, ecc), tagli sul parco macchine (ve ne sono in minor numero e più fatiscenti), tagli sulla manodopera (oggi avere 5/6 greenkeeper per 18 buche è diventato quasi un lusso…). Se a tutto questo avesse fatto seguito una riduzione proporzionale delle esigenze qualitative da parte delle gestioni, forse saremmo in una situazione non certo ottimale, ma in qualche modo comprensibile. Così però non è avvenuto e le pretese qualitative sono sempre più che proporzionali rispetto alle risorse messe in campo, con il conseguente risultato di avere un percorso di gioco a basso livello qualitativo e
innovative, e Gianfranco Costa, colonna imprescindibile della Scuola Nazionale di Golf. All’epoca si decise infatti di affiancare alla neonata Scuola di formazione dei maestri di golf, anche dei corsi specialistici per Segretari e Superintendent di golf. Anzitutto ci si sganciò dall’obsoleto concetto del “prato inglese” e dalla infondata convinzione che il tappeto erboso era affare dei britannici e delle loro metodologie. Si prese coscienza che il modello di oltre Manica, fatto di assenza di infestanti importanti (leggi gramigna) nonché di insetti dannosi e soprattutto di malattie fungine (ad eccezione di quelle indotte dalle loro abitudini di nutrizione) e di terreni idonei, non era esportabile nella sua totalità in un paese come il nostro a clima mediterraneo, dotato di suoli molto tenaci e spesso impermeabili, e con tutte le possibili avversità (insetti, funghi e infestanti) conosciute nel globo terracqueo pronte a colonizzare i nostri tappeti erbosi. Ci si rivolse quindi agli Stati Uniti per ragioni di affinità climatica e di suoli, ma anche e soprattutto per la imponente dotazione di innovazione scientifica che il settore poteva vantare già a partire dagli anni 40 del millennio scorso. Rispetto allo S.T.R.I (Sports and Turf Research Institute) di Bingley importante centro di studio e ricerca inglese, le dozzine di università americane impegnate nella ricerca sul tappeto erboso (prima fra tutte la Texas A&M University) si fanno di gran lunga preferire per la imponente programmazione di ricerca, dotazione di mezzi e importanza delle soluzioni adottate, rispetto al centro inglese. Con la Scuola Nazionale di Golf tutto cambiò nel settore. Si diede una cultura scientifica ai manutentori, che fino ad allora, salvo qualche autorevole eccezione, parlavano di “scarifiche” e di “bucature”, si rivoluzionò il modo di pensare introducendo il concetto di prevenzione e di lotta agronomica, si nobilitò il ruolo del tecnico
Scenari / Palcoscenico Italia
di manutenzione che da capo operaio in possesso di una rudimentale esperienza contadina, diventò quello di un Superintendent capace di un approccio tecnico metodologico per ogni determinata situazione pedo climatica. Questa fase di “rinascimento scientifico” applicato ai tappeti erbosi, si protrasse per almeno una quindicina d’anni e fu portatore di innovazioni uniche nel panorama del settore: l’uso e la diffusione delle essenze macroterme, la lotta agronomica alle avversità, l’individuazione della compattazione quale nemico
CLUB
PROFESSIONE GOLF 80
pubblico numero uno per la gestione dei tappeti erbosi sportivi, la creazione di linee guida per una manutenzione realmente eco compatibile. Le belle fiabe però non durano in eterno. Negli anni a venire infatti prese forma una sorta di crisi di rigetto che si tradusse in un confronto oserei dire “filosofico” fra la scienza applicata al tappeto erboso da parte di molti allievi ed ex allievi della Scuola e il sopracitato gruppo di lavoro, e l’approccio che potremmo definire “commercialmente populista” da parte dei manutentori più restii
ad imparare nuove tecnologie e da parte di tecnici dalle facili promesse e dalle ancor più facili soluzioni. Questa situazione si trascinò per molto tempo e, per molti aspetti, influenzò in maniera determinante il comportamento delle gestioni di diversi impianti golfistici. Il fatto che fossero propagandate al di là di qualsiasi evidenza scientifica “scorciatoie” manutentive di qualsiasi tipo (ricordiamoci le fantasiose procedure per opporsi alla Poa annua, o le ricette salvifiche contro ogni male) ma anche e soprattutto i costosi e ambientalmente incompatibili
ormai radicata da una decina d’anni, prive di una seria politica di promozione a livello nazionale, abbattute da un anno pandemico, mai conosciuto nel passato, le conduzioni di molti club, tra le tante risposte che hanno cercato di opporre a questo coacervo di negatività, hanno provato anche quella di tagliare indiscriminatamente le risorse destinate alla manutenzione dei campi. Può darsi che abbiano ragione loro, che in fondo sempre di erba stiamo parlando, e che non servano scienziati per tagliarla e
81 PROFESSIONE GOLF
CLUB
controlli chimici, portò le conduzioni dei club a fare considerazioni sulle prospettive future delle proprie attività manutentive. Da qui partì una sorta di ridimensionamento professionale del Superintendent, una dequalificazione operativa che in diversi casi ne ha umiliato le capacità, ma anche una sensibile riduzione quantitativa degli operatori nel loro complesso. Il quadro attuale sotto questo aspetto non è dei migliori. Già condizionate da una crisi economica generale molto grave, da una decrescita del movimento golfistico
per curarla. Forse eravamo abituati male e magari ciò che veniva fatto in otto persone si può farlo anche in quattro o cinque. Se distribuiscono meno concime e di minor qualità con uno spandiconcime legato con lo spago, magari gli utenti non si accorgono della differenza. Meglio a questo punto tornare all’antico, alla buona e sana tradizione contadina, all’uso del “vertice” per “scarificare” prima della “sabbiatura”, alle pozioni magiche, agli Harry Potter del tappeto erboso, agli elisir commerciali e alle panacee che il mondo dell’industria meno qualificato tornerà a sfornare ad uso e consumo di tutte quelle gestioni di club più sprovvedute. Ma se nel mondo del golf, l’approccio scientifico alla cura e gestione del tappeto erboso sta battendo colpi a vuoto, nel resto dello sport, ma anche del verde pubblico, possiamo registrare segnali importanti di risveglio. È di questi giorni l’inaugurazione, con gran successo di iscritti, del Master Ge.Pro.T.E. (Gestione Tecnica e Progettazione dei Tappeti Erbosi sportivi e ornamentali) istituito dall’Università di Bologna, Ateneo che da molti anni è responsabilmente impegnato nel settore. Ma è giusto riconoscerlo, il mondo scientifico italiano più aperto alle innovazioni, è da sempre sulle posizioni che la Green Section della FIG ha mantenuto e sta mantenendo da almeno 30 anni. Non possiamo infatti non ricordare le collaborazioni decennali con l’Università di Perugia che, con il Professor Panella prima e il Profesor Veronesi poi, è stata la capostipite della “via italiana” alla manutenzione dei tappeti erbosi (con due suoi ex studenti a dare il loro contributo per la fondazione della Sezione). E quella con l’Università di Pisa e il suo Ce.R.T.E.S. (Centro Ricerche Tappeti Erbosi Sportivi), con il quale sono state condotte numerose sperimentazioni soprattutto nel settore delle essenze macroterme, o ancora con l’Università di Torino ed il suo Agroinnova, specializzato nella lotta alle avversità e punto di riferimento per tutti coloro interessati al settore delle patologie. Per concludere con l’Università di Padova, che ha svolto e sta svolgendo un lavoro encomiabile sotto il profilo della ricerca, apportando nuova linfa e nuovo entusiasmo al nostro settore.
Innovazioni / Cavaglià
I nuovi tee
INDISTRUTTIBILI NEL GIOVANE E DINAMICO CIRCOLO PIEMONTESE, DA INIZIO DICEMBRE I BATTITORI DI TUTTE LE 18 BUCHE SONO REALIZZATI IN SINTETICO, UN’OPERAZIONE VOLUTA DAL PRESIDENTE DEL CLUB, PAOLO SCHELLINO di Roberto Lanza
CLUB
PROFESSIONE GOLF 82
I
l Golf Club Cavaglià si conferma uno dei circoli più attivi e sensibili ai cambiamenti e alle nuove esigenze. Il circolo, nato nel 1998, conclude questa difficile stagione con un interessante novità che farà sicuramente discutere e potrebbe aprire la strada a nuove soluzioni sui manti erbosi. In Italia quello di Cavaglià sarà infatti il primo campo con i tee in sintetico. Nei primi giorni di dicembre in tutti i battitori (partenze standard gialle) è stata tolta l’erba naturale ed è stata sostituita da un tappeto di erba sintetica della larghezza di quattro metri per una decina di lunghezza. «Partiamo dal fatto che nel nostro percorso si gioca tutto l’anno, senza giorni di chiusura e senza pause estive e invernali. Organizziamo diverse gare, per fortuna molto frequentate, e oltre a un buon numero di soci abbiamo numerosi frequentatori esterni - dice il Presidente del club e AD della struttura Paolo Schellino -. Di conseguenza le nostre aree di partenza, anche per problemi di estensione che limitano gli spostamenti dei tee, erano spesso rovinate e sotto stress, soprattutto alcune che si trovano in zone ombreggiate e vicino agli alberi. Tutto questo comportava continue sabbiature e risemine e diverse operazioni di rizollatura durante l’anno, peraltro costose, senza di fatto risolvere il problema. A quel punto parlando con Paolo Tremolada di Ideal Prati ci è venuta in mente questa soluzione già adottata ad esempio nei campi da calcio». I rotoli di erba artificiale sono composti da un supporto su cui sono applicati fili sintetici di circa 5 cm. Dopo averli stesi sul terreno vengono intasati per circa 3/4 con pura sabbia silicea e speciali gommini colorati di gomma nobilitata verde, lasciando fuori circa un centimetro dello stelo. Il sistema così composto genera le condizioni di perfetta ossigenazione e l’ideale equilibrio aria-acqua-suolo. «Un buon lavoro - prosegue Schellino -, l’aspetto estetico è bello e il tappeto soprattutto d’estate si mimetizzerà quasi perfettamente con l’erba naturale. In un colpo solo abbiamo ridotto le manutenzioni ordinarie e straordinarie, senza considerare il risparmio di acqua e corrente per l’irrigazione e la risoluzione del posizionamento dei tee standard in inverno».
Come conferma Paolo Tremolada, titolare di Ideal Prati, azienda che da trent’anni si occupa di creazione di parchi, installazione di manti erbosi per impianti sportivi, creazione e manutenzione di campi da golf: «Questa idea nasce seguendo il ragionamento del calcio dove ormai quasi tutti gli stadi di serie A per esigenze tecnico/pratiche ed estetiche hanno adottato per i campi il sistema misto naturale/sintetico». I “tappeti” totalmente sintetici sono stati realizzati da Limonta, azienda leader del settore: «Questo prodotto ha la caratteristica di essere molto resistente all’usura - prosegue Tremolada -, i fili d’erba sono talmente robusti che non si riescono a tagliare nemmeno con la forbice. Un tappeto può durare tranquillamente 15/20 anni e necessita di pochissima manutenzione, l’unica operazione periodica è una sorta di spazzolatura». Ma cosa dice il regolamento delle aree di partenza? «Non c’è nulla nelle regole a imporre che le aree di partenza siano d’erba vera – chiarisce Davide Ivan Lantos, director of tournament operations at Ladies European Tour -. Ma ci devono essere caratteristiche tecniche che garantiscano una certa giocabilità». Da qualche mese è entrata in funzione anche l’app del Golf Cavaglià che consente di prenotare facilmente i tee time per giocare e ricevere in tempo reale le news sulle attività del circolo. L’app è stata creata da Query, start up innovativa italiana guidata da Paolo Schellino, specializzata nella realizzazione di app personalizzate per l’assistenza clienti. La stessa app è poi stata customizzata anche per il Gc Biella e per Gc Torino che con Cavaglià e Royal Park fanno parte di Torino Golf Destination. A Cavaglià dalle iniziali 6 buche del 1998 si è arrivati nel 1999 a 9 buche Par 73 a cui nel 2001 sono state aggiunte 6 buche executive. Nel 2014 sono iniziati i lavori per la trasformazione dei terreni in un unico percorso par 68 di 18 buche, poi allungato nel 2018. Il Club dispone di un ampio e curato campo pratica mentre la clubhouse in stile coloniale è sede del bar e del rinomato Ristorante del Golf. Nel parcheggio è stata installata la prima stazione in Piemonte di Supercharger Tesla per ricarica elettrica.
IN ALTO, UNA VEDUTA AEREA DEL GOLF CLUB DI CAVAGLIÀ (BIELLA), GIOVANE E DIVERTENTE CAMPO A 18 BUCHE. QUI ACCANTO, UNO DEI NUOVI TEE REALIZZATI IN MATERIALE SINTETICO E IN OPERA DA INIZIO DICEMBRE
CLUB
83 PROFESSIONE GOLF
Circoli italiani / San Michele SULLA PUNTA MERIDIONALE D’ITALIA, IL CLUB LEGATO A UN HOTEL E A UNA GRANDE AZIENDA AGRICOLA È UNA STRAORDINARIA OASI FAUNISTICA. DA VISITARE PER GIOCARE E RILASSARSI IN UN AMBIENTE NATURALE COME POCHI di Marta Visentin*
L
a riscoperta della nostra bella Italia mi ha spinto a tornare in un magnifico luogo dove, ricordi d’infanzia, partecipai al matrimonio dell’assistente universitaria di Fisica di mio padre, che proprio al San Michele, a Cetraro (Cosenza), organizzò il ricevimento. La bellezza dei luoghi e l’ospitalità sono entrati a far parte degli imperdibili. Complice un meteo fantastico, le giornate al San Michele son volate e ritrovare le sensazioni provate tempo prima è stata di certo la migliore terapia antivirus! Il percorso di golf, il più naturale d’Italia, 9 buche, par 70, si snoda nei terrazzamenti a picco sul mare blu, circondato dalle colture Bio dell’azienda agricola e da una fitta macchia mediterranea ben conservata. Un piccolo links, che dal campo pratica al driving range sino a raggiungere la clubhouse, è caratterizzato da un paesaggio che muta continuamente, offrendo una vista suggestiva in costante movimento: colline, boschi, vigneti, antichi centri abitati, torri di guardia e la cornice mozzafiato del mare. Per l’impegno ambientale il circolo ha ricevuto ben due Riconoscimenti nell’ambito del progetto “Impegnati nel verde” – categorie Biodiversità nel 2015 e Acqua nel 2020. L’ospitalità è garantita: il Grand Hotel San Michele, che vanta una lunga storia di famiglia, racchiusa anche nella biblioteca dell’albergo e nelle magnifiche sale ricche di antichi oggetti e mobili, svetta sull’azienda agricola omonima estesa su una superficie molto ampia, valorizzata dalla presenza di vigneti, frutteti e campi di ortaggi, che contribuiscono per il 75% alla fornitura dei prodotti utilizzati nelle sue cucine. L’offerta culinaria del Grand Hotel segue pertanto il naturale
CLUB
PROFESSIONE GOLF 84
UNA TERRAZZA
a picco sul mare
CLUB
85 PROFESSIONE GOLF
Circoli italiani / San Michele corso delle stagioni, per garantire così agli ospiti cibi genuini, sani e sempre freschissimi. L’azienda agricola produce inoltre uva per vini bianco e rosso e da tavola. Un altro vanto è l’impianto di fitodepurazione delle acque reflue dell’albergo che avviene attraverso l’Eichornia crassipes – giacinto d’acqua, autorizzato dalla provincia di Cosenza e regolarmente monitorato dal’ARPACAL. Per gli appassionati di archeologia, le due anfore poste all’ingresso testimoniano gli antichi traffici che la Magna Grecia intesseva con i vari popoli mediterranei e che il piccolo ma interessante Museo dei Brettii e del Mare a Cetraro illustra con begli allestimenti. Perla del luogo è la posizione in alto sulla scogliera: un’area naturale sensibile rientrante tra le aree protette della Rete Natura 2000, istituite con Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, ovvero il Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C. IT9310038) denominato “Scogliera dei IN APERTURA, LO SPLENDIDO PANORAMA DEL TIRRENO DALLE NOVE BUCHE DEL SAN MICHELE. NELLA PAGINA ACCANTO, IN CIMA ALLA SCOGLIERA, LA TORRE DI RIENZO, CHE RISALE AL XVI SECOLO. QUI ACCANTO, UNO SCORCIO DELL’HOTEL CHE FUNGE DA CLUBHOUSE E SOTTO UN GREEN, CON LA VISTA CHE SPAZIA SUL MARE
CLUB
PROFESSIONE GOLF 86
Rizzi”, caratterizzata da alti strapiombi, grotte e anfratti, che dà spazio a una flora molto interessante con specie particolari della macchia mediterranea in via di estinzione. Oltre all’indiscusso valore paesaggistico dell’area, significativa è la presenza di cenosi alofile ben conservate ricche di specie vegetali di interesse
fitogeografico, fra le quali Limonium remotispiculum, elemento endemico sud-tirrenico. A dominare tutta la scogliera dei Rizzi, dall’alto del costone roccioso si trova la Torre di Rienzo, sottoposta a vincolo monumentale ai sensi della Legge 1089/3, facente parte del sistema di fortificazione e difesa costiera del Regno di Napoli, contro le
marine e cetacei, soprattutto Stenelle, sono piuttosto frequenti tra gli avvistamenti da riva e sott’acqua la tutela del tratto di mare permette di osservare tante specie di pesci confidenti come Castagnole, Donzelle, Saraghi, Salpe, Occhiate e le ormai rare Cernie. Il San Michele è meta in primavera di specie migratrici: moltissime lasciano
l’Africa, dove hanno passato l’inverno e si avventurano in viaggi lunghi e faticosi, attraverso il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo, per tornare a nidificare dove sono nate e per ripartire a fine estate. Se i passeriformi hanno “scritto” nel DNA la rotta che li porterà a destinazione, rapaci, oche e cicogne devono imparare dai genitori dove passare, quindi almeno in una tratta devono essere guidati. Gli stretti come quello di Messina sono uno dei “caselli” di passaggio dopo il quale, scivolando lungo la costa, in volo planato o battuto, a seconda del vento, gli uccelli migratori si avventurano verso nord. I rapaci in genere sfruttano le correnti d’aria ascensionali, volteggiano in alto e una volta raggiunta la quota ottimale planano. Il Falco pecchiaiolo, nonostante, come tutti i rapaci, sia protetto da leggi nazionali e convenzioni internazionali, per anni è stato perseguitato dal bracconaggio nel meridione – attività contrastata duramente dalle Associazioni ambientaliste e dal Corpo Forestale dello Stato -, è l’emblema dei rapaci migratori, che passano in sud Italia. Maestoso, volteggia sullo Stretto di Messina e sulle altre isole circumsiciliane. Combatte contro il vento – e contro i bracconieri – per raggiungere e superare le alture del vicino Aspromonte. Diffidente e dalla vista straordinaria, l’Adorno – come è chiamato comunemente in Calabria – fa la spola tra la vetta d’Europa, l’Italia e l’Africa, percorrendo ogni anno, instancabile, migliaia di chilometri… Simile alla più nota Poiana, si nutre prevalentemente di vespe è infatti un insettivoro. Per osservarlo durante la migrazione, una meta caratterizzata da grande sensibilità ambientale è proprio il Golf San Michele, da sempre un’oasi protetta, dove chi è stanco si può riposare, prima di ripartire e dove si può imparare a riconoscere, dall’alto verso il mare il passaggio in volo delle tante specie in migrazione. Giocare in un’Oasi dove il mare incontra la montagna. Più di così... *) Naturalista, consulente ambientale FIG
87 PROFESSIONE GOLF
CLUB
incursioni piratesche eretta alla fine del XVI secolo, in età V icereale. Per raggiungere il mare un ascensore scavato nella roccia conduce sulle spiagge attrezzate e riservate agli ospiti. Tra rocce e scogli dove le piante mediterranee crescono rigogliose, si può osservare il Falco pellegrino che nidifica in alto e pattuglia la costa. Tartarughe
Gioco in campo / Regole e decisioni
Corrado Graglia
Davide Maria Lantos
Cose da
NON FARE!
SFATIAMO LUOGHI COMUNI E LEGGENDE SU ALCUNE REGOLE DEL GOLF E OFFRIAMO UNA SERIE DI SUGGERIMENTI E INDICAZIONI PER GIOCARE CORRETTAMENTE SENZA RISCHIARE DI INCAPPARE NELLE PENALITÀ
M
olto spesso riceviamo domande, principalmente dai giocatori dilettanti e non solo, sulle regole del golf e sulla loro applicazione e, sovente, ci rendiamo conto che la domanda non è riferita a un episodio isolato ma deriva da una convinzione specifica. Di cosiddette leggende nelle regole del golf ce ne sono sempre state numerose e sempre ce ne saranno. Forse quella che più di tutte ci fa più sorridere si riferisce alla “palla mossa” e alle sue numerose interpretazioni. Chi afferma che “debba fare almeno mezzo giro per essere ritenersi mossa” e chi “non ha ruotato sul suo equatore quindi, non è mossa”. Ovviamente la definizione e molto chiara: se la palla lascia la propria posizione e si ferma altrove è mossa. Di seguito abbiamo individuato alcune regole per cercare di fare ordine e di spiegare la loro corretta applicazione. La prima parte della spiegazione si riferisce alla procedura corretta, mentre la seconda, scritta in corsivo, spiega ciò che non è permesso fare portando, di conseguenza, alla penalità da parte del giocatore. IDENTIFICARE LA PALLA - Regola 7.3 Per identificare la propria pallina il giocatore può alzarla oppure semplicemente ruotarla. Prima di fare questo bisogna marcarla senza pulirla più di quanto necessario per l’identificazione, eccetto sul putting green, dove le regole 13.1b e 14.1c permettono invece di pulirla quando alzata da terra. Se il giocatore solleva la palla senza per procedere all’identificazione della stessa senza marcare la posizione, incorre in un colpo di penalità secondo la regola 14.1a e la palla deve essere ripiazzata nel punto in cui è stata alzata. Tale punto, se non è conosciuto, può essere stimato (regola 14.2c). Se il giocatore non ripiazza nel punto corretto e gioca la palla, incorre nella penalità generale per aver giocato da un posto sbagliato secondo la regola 14.7. PIAZZARE LA PALLA (O REGOLA INVERNALE) Regola Locale E-3 Quando questa regola locale è in vigore, il giocatore deve stare attento e individuare nelle regole locali la distanza (solitamente è la lunghezza di uno score ma potrebbe essere diversa) stabilita dal comitato di gara, entro la quale la pallina può essere spostata dal punto in cui si trovava originariamente. Per questo è sempre consigliabile (ma non è obbligatorio) marcare la palla
CLUB
PROFESSIONE GOLF 88
prima di alzarla, per avere un punto di riferimento e non rischiare di spostare la palla oltre il consentito. Poi, una volta alzata, deve essere rimessa in gioco con le proprie mani, secondo quanto previsto dall’interpretazione Ripiazzamento/1. La regola locale E-3 introdotta nel 2019 ha creato qualche difficoltà interpretativa, non essendo obbligatorio marcare la posizione della palla (anche se consigliato). Molti giocatori piazzano direttamente con il bastone, senza seguire la corretta procedura e incorrono nella penalità di un colpo secondo la regola 14.2b(2) ogni volta che infrangono la regola. Altro problema molto comune è quando i giocatori piazzano la palla più di una volta. La regola locale specifica in modo lineare che ciò non è possibile (si piazza una sola volta) e la procedura parla chiaro: quando il golfista ha perso il contatto della palline
rubrica a cura di Corrado Graglia e Davide Maria Lantos
con le proprie dita e la pallina è ferma, non si può più ripetere l’operazione. CONSIGLIO - Regola 10.2a La definizione di “consiglio” recita in parte: “...qualsiasi commento verbale o azione che sono intesi a influenzare un giocatore nello scegliere un bastone, eseguire un colpo o decidere come giocare durante una buca o un giro…”. La regola 10.2a spiega tra l’altro che il giocatore non deve dare o chiedere consiglio a chiunque stia giocando la gara, al di fuori del proprio caddie. Soprattutto nelle gare di circolo è ormai consuetudine che i team di gioco vengano organizzati quasi sempre dalle stesse persone: coniugi, congiunti, amici, con chiunque si desideri giocare. Tale desiderio di per sé non è contrario alle regole del golf ma la confidenza talvolta implica il “consiglio” dato o richiesto assolutamente in buona fede, ma porta all’infrazione della regola 10.2, la quale prevede la penalità generale.
l’unica conseguenza corretta è che la palla, dopo essere stata cercata invano per tre minuti dall’inizio della ricerca, assuma lo status di palla persa. Abbiamo voluto riportare solo gli esempi più significativi dei luoghi comuni e delle leggende che ruotano intorno al golf. Concludendo, vogliamo ribadire che il gioco del golf è meraviglioso proprio per l’integrità con cui ci si deve approcciare ad esso e il rispetto delle sue regole e procedure è fondamentale per tutti i giocatori coinvolti. Prima di procedere per “sentito dire” invitiamo i golfisti a consultare persone qualificate (presenti nella maggior parte dei circoli) in grado di spiegare come applicare correttamente le procedure.
89 PROFESSIONE GOLF
CLUB
DEFINIZIONE DI NOTO O PRESSOCHÉ CERTO La definizione di “noto o pressoché certo” significa che c’è una prova decisiva (notorietà) che l’avvenimento in questione sia accaduto, oppure ci sia un minimo grado di dubbio (pressoché certezza), ovvero una probabilità almeno al 95% che l’avvenimento sia accaduto. La situazione più comune tra i giocatori è la seguente: ci troviamo davanti a una buca con un’area di penalità contraddistinta dal paletto rosso (ostacolo laterale). Il giocatore tira un lungo drive ma non si capisce se la palla sia caduta nel rough, in un cespuglio, su di una pianta oppure sia entrata nell’area di penalità. Normalmente, per bocca del giocatore più basso di handicap, di quello più anziano oppure semplicemente dell’ultimo che parla, emerge una considerazione: “sicuramente è entrata nell’acqua, andiamo a cercarla e se non la troviamo basta droppare a due bastoni dal un punto più o meno a quell’altezza...”. Non vi nascondiamo che nonostante la lunga esperienza alle spalle, scrivendo queste parole un certo brivido rinfresca le nostre schiene in queste calde giornate d’estate. Il tema è semplice: se non è noto (100%) e non è pressoché certo (95%) non è possibile decidere a caso se la pallina in questione possa essere in un’area di penalità oppure altrove e
Situazioni base / Regole e decisioni
GIOCA IL CAMPO COME SI TROVA LA REGOLA 8 CONTIENE IL PRINCIPIO PIÙ IMPORTANTE SU CUI SI BASA IL GOLF, L’ACCETTAZIONE DA PARTE DEL GIOCATORE DELLA POSIZIONE DELLA PROPRIA PALLA IN QUALSIASI PARTE DEL TRACCIATO E DELLE CONDIZIONI CHE INFLUENZANO IL COLPO
L
a prima stesura scritta delle regole del golf fu redatta nel marzo del 1744 dalla “Honourable Company of Edinburgh Golfers”. Non vi era espressamente scritto il principio più importante del gioco del golf, ovvero quello di “giocare il campo come si trova”, ma praticamente ogni regola – delle tredici elencate – portava con sé questo assunto. Il significato più profondo prevede l’accettazione da parte del giocatore della posizione della propria palla in qualsiasi parte del campo e delle condizioni che influenzano il colpo, le quali non possono essere migliorate prima di giocare. Da quel lontano marzo 1744, molte cose nel golf sono cambiate e le regole si sono adattate in tal senso, ma il principio dell’accettare – ragionevolmente – il risultato del colpo precedente, rimane. Un’interessante opzione prevede la possibilità di intraprendere “azioni ragionevoli” che possano migliorare le condizioni di cui sopra e vi sono anche circostanze particolari, nelle quali il giocatore può ripristinare ciò che ha migliorato - o peggiorato –
CLUB
PROFESSIONE GOLF 90
delle condizioni che influenzano il colpo. Il giocatore nell’ambito del gioco si trova in situazioni nelle quali la regola 8.1 permette o limita azioni che vadano a influenzare l’esecuzione del colpo. Per esperienza registriamo situazioni nelle quali il giocatore involontariamente infrange la regola, non solo per quanto riguarda la posizione della palla ferma, ma anche per quel che riguarda l’area dello stance, l’area del movimento, la linea di gioco o l’area dove ovviare (il posto in cui il giocatore droppa o piazza una palla). Nel riepilogo alla regola 8.1a che potete consultare nel diagramma qui sotto ci sono cinque azioni che non sono permesse al giocatore, perché queste causerebbero un miglioramento non accettabile dal principio di giocare la palla come si trova. Parliamo di un approccio emotivo oltre che tecnico/sportivo e da arbitri apprezziamo molto i giocatori scrupolosi e attenti ai loro gesti vicino alla palla. Mentre i professionisti sono spesso aiutati dai loro caddie,
RIEPILOGO DELLA REGOLA 8.1a
RIEPILOGO DELLA REGOLA 8.1b
Riepilogo della Regola 8.1a Nel riepilogo schematico (sotto) della regola 8.1b, ci sono dieci azioni che sono permesse al giocatore, che le regole considerano ragionevoli, in quanto l’esecuzione delle stesse è essenziale per il gioco e accettabile dal principio di giocare la palla come si trova. Parliamo per esempio dell’appoggiare leggermente il bastone davanti o dietro alla palla, ovviamente senza schiacciare il terreno (azione non consentita in bunker). Le regole chiariscono molto bene il significato di appoggiare leggermente il bastone, ovvero quando il peso del bastone è supportato dall’erba. Un’eventuale pressione ulteriore potrebbe comportare la penalità e spesso gli
errori si moltiplicano, in quanto giocatori schiacciano il bastone sul terreno prima di giocare. Anche in questo caso per gli appassionati di regole, ci sono 7 interpretazioni a supporto della regola che spiegano i dettagli operativi con esempi specifici, dove si parla anche di come prendere correttamente o non prendere correttamente uno stance, migliorare le condizioni limitatamente al terreno nell’area di partenza oppure livellare la sabbia nel bunker dopo aver giocato fuori dal bunker per aver cura del campo. Riepilogo della Regola 8.1b La regola 8.1 termina con due interessanti sotto comma, il c. che prevede la possibilità per il giocatore di evitare la penalità ripristinando le condizioni che influenzano il colpo, modificate a seguito dell’aver mosso, piegato, rotto o spostato un oggetto in infrazione alle regole. Il ripristino deve permettere di eliminare del tutto il miglioramento creato, altrimenti non si può evitare la penalità. Terminiamo con il sotto comma d. della regola 8.1, che ci piace sintetizzare con il diritto/dovere al lie (o posizione) della palla del giocatore. Il giocatore come abbiamo visto sopra deve giocare la palla come si trova, ma se le condizioni che influenzano il colpo vengono peggiorate dopo che la palla si è fermata da una persona diversa dal giocatore o da un animale o da un oggetto artificiale, il giocatore può ripristinare il più possibile le condizioni originali, oppure piazzare la palla sul punto più vicino (non più vicino alla buca) in condizioni simili, entro la lunghezza di un bastone e nella stessa area del campo in cui si trovava la palla originale.
91 PROFESSIONE GOLF
CLUB
i giocatori dilettanti talvolta commettono degli errori – come piegare un ramo o un filo d’erba, oppure pestare dietro alla palla – in infrazione rispetto a quanto previsto dai dettami della regola che tra le altre cose non permettono di muovere, piegare o rompere alcunché, oltre che a modificare la superficie del terreno. Per gli appassionati di regole, ci sono 9 interpretazioni a supporto della regola che spiegano i dettagli operativi con esempi specifici, dove si parla anche di azioni che potrebbero creare o meno un potenziale vantaggio al giocatore, oltre a vari esempi di azioni che servono per meglio capire il senso della regola. È importante ricordare che non ci deve essere un miglioramento effettivo della situazione per essere in infrazione alla regola, ma potrebbe essere sufficiente un miglioramento cosiddetto “potenziale”. Quindi, il miglior suggerimento che possiamo dare è quello di spostare o rompere il meno possibile.
Varianti Gioco inin campo gara / Regole e decisioni
LA HARD CARD… QUESTA SCONOSCIUTA PARLIAMO DI UN CARTONCINO IN CUI SONO CONTENUTE TUTTE LE REGOLE LOCALI E LE CONDIZIONI DI GARA CHE UN TOUR PROFESSIONISTICO, UNA FEDERAZIONE PER I PROPRI CAMPIONATI O UN CIRCOLO PER LE SUE GARE, INTRODUCONO ALL’INIZIO DI OGNI ANNO, E CHE SONO VALIDE PER TUTTA LA STAGIONE
I
l Players Championship, considerato il “quinto major” del tour maschile, una gara da 12 milioni di dollari di montepremi, annovera ogni anno i migliori giocatori al mondo. L’edizione del 2015 è stata forse una delle più avvincenti. Ricky Fowler, il giovane talento californiano, si aggiudicò quell’edizione battendo al playoff Sergio Garcia e Kevin Kisner e vincendo sull’iconico green “isola” della 17. “The Players” 2015 vide protagonista anche un altro grande campione americano, Matt Kuchar, alle prese con curioso incidente sulle regole. Durante il secondo giro, Kuchar arrivò sul tee della 17, par 3, una delle buche più famose al mondo con il suo piccolo green che s’innalza da un laghetto popolato da alligatori, sapendo che per passare il taglio avrebbe dovuto giocare le ultime due buche senza sbavature. Il tee di partenza mette molta soggezione (anche se si tratta solamente di 125 metri di lunghezza) e il green incute un certo timore anche per i giocatori più esperti. Il talento americano decise di tirare un wedge senza forzare troppo; come spesso accade però il risultato non è quello che ci si aspetta. La palla, invece che volare verso la bandiera posizionata centralmente sul green, si diresse pericolosamente verso sinistra, dove una sottile striscia di terra collega il green alla “terraferma”. La pallina, atterrando nel soffice rough, si fermò prima di cadere nell’acqua, a pochi centimetri dalla riga gialla dell’area di penalità e in una posizione dove prendere uno stance normale era praticamente impossibile, se non stando in equilibrio sul muro di contenimento dell’area di penalità. Alla fine, il giocatore decise di giocare un colpo all’indietro con una mano sola, ovvero posizionandosi parallelo alla palla e voltan-
CLUB
PROFESSIONE GOLF 92
do le spalle alla bandiera. Tra il pubblico assiepato nelle tribune che circondano quasi completamente la buca, creando una sorta di anfiteatro a guisa delle storiche arene romane, s’iniziò a sentire un mormorio: “Matt, hai i piedi sul muro di legno, puoi droppare senza penalità”, urlò uno spettatore. Kuchar lo guardò accennando un sorriso e giocò il suo colpo all’indietro. Il risultato fu spettacolare ma non gli evitò un bogey, cha alla fine del giro gli costò il taglio per un solo colpo. Durante le interviste di rito gli fu chiesto come mai, avendo la palla fuori dall’area di penalità (che allora si chiamava ancora ostacolo d’acqua ndr.) e avendo i piedi sul muro di contenimento del laghetto, non avesse deciso di droppare senza penalità, garantendosi potenzialmente una migliore posizione della palla, se non altro potendola colpire con uno stance normale.
La risposta lapidaria del giocatore, comprensibilmente contrariato per non aver passato il taglio di un colpo fu: “Andatevi a leggere la Hard Card del Tour”. Eh già, la hard card. Ma cosa è mai questo documento? La Hard Card è un cartoncino (da qui il nome inglese di “hard card”) in cui sono contenute tutte le regole locali e le condizioni di gara che un Tour professionistico, ma anche una Federazione per i propri campionati o un Golf Club per le sue gare, introduce all’inizio di ogni anno e che sono valide per tutta la stagione. Sono inserite diverse informazioni che normalmente non si trovano nelle Regole del Golf perché coprono situazioni particolari per la determinata organizzazione (che sia un tour professionistico, una federazione o un golf club).
u Fuori limite: se, per esempio, la clubhouse è fuori limite oppure se questo è indicato dal cordolo di una strada. u Le aree di penalità: per esempio se, in deroga a quanto stabilito dalla regola 17.1a, in una determinata area di penalità è possibile droppare sul lato opposto a quello dove la palla ha attraversato per ultimo il margine dell’area di penalità; oppure se vi sono delle aree di droppaggio come opzione aggiuntiva a quanto stabilito dalla regola 17.1. u Ostruzioni inamovibili vicino al putting green: si introduce la possibilità di ovviare all’interferenza anche se l’ostruzione non interferisce fisicamente (secondo quanto stabilito dalla regola 16.1), con delle limitazioni. L’ostruzione deve intervenire sulla linea di gioco e deve essere a non più
di due bastoni di distanza dal bordo del putting green. La palla deve trovarsi a non più di due bastoni dall’ostruzione. uRitmo di gioco: è scritto proprio nella Hard Card come un comitato decida di gestire la velocità di gioco. Vi sono solitamente indicati i tempi massimi per effettuare un colpo e cosa succede in caso un giocatore o un gruppo si trovasse fuori posizione. u Ostruzioni Temporanee Inamovibili: questa regola locale, solitamente in uso nei Tour professionistici ma, se necessario, utilizzabile anche a livello di gare di circolo, copre tutti i casi in cui vi possa essere interferenza con una struttura costruita temporaneamente per lo specifico evento: gli esempi migliori sono le tribune attorno a un green, le torrette per la televisione (dove si posizionano le telecamere) o i bagni chimici. uSospensione del gioco: viene chiaramente indicato quali siano i segnali che
Siamo dell’idea che, oltre ai Tour e alla Federazione che ogni anno aggiornano la propria Hard Card, anche i circoli di golf debbano pubblicare a inizio di ogni stagione questo importante documento. Vi sono infatti situazioni particolari che le regole di per sé non coprono e che necessitano quindi, sempre secondo le regole del golf (non è infatti possibile introdurre una regola locale che vada contro le regole ed è per questo che il R&A ha introdotto, nella versione 2019 del libro delle regole, un elenco di oltre 80 esempi di regole locali applicabili), di un intervento del comitato per risolvere condizioni particolari.
93 PROFESSIONE GOLF
CLUB
In una Hard Card tra le altre cose possiamo trovare informazioni su:
il comitato utilizza in caso di sospensione del gioco. Solitamente, in caso di pericolo immediato (quindi i giocatori devono sospendere immediatamente e tornare in clubhouse) il comitato utilizza un suono prolungato di sirena. Per la ripresa del gioco si usano due brevi suoni consecutivi. uCondizioni anormali del campo: in questa sezione viene chiarito cosa sia una condizione anormale del campo (in aggiunta a quanto contenuto nel libro delle regole nelle definizioni) e quando e come il giocatore può ovviare all’interferenza. Sui tour professionistici, per esempio, non si consente di ovviare all’interferenza con una buca di animale quando questa esiste solamente con lo stance del giocatore. uOggetti integranti: per evitare che un giocatore “approfitti” (senza malizia, ma solo applicando le regole) delle regole del golf per ottenere vantaggi che, secondo il comitato di gara, sono eccessivi, è possibile trattare oggetti artificiali, che per definizione sono ostruzioni inamovibili, come oggetti integranti. Tra questi possiamo trovare tutti gli oggetti che sono aderenti agli alberi (come per esempio cavi o corde), ma anche i muri di contenimento artificiali delle aree di penalità. Quest’ultimo è proprio il caso accaduto a Matt Kuchar. Poiché nella Hard Card del PGA Tour è inserito (al punto 5) che i muri artificiali di contenimento sono oggetti integranti (perdono quindi il loro status di ostruzioni inamovibili), indipendentemente dal fatto che il giocatore abbia interferenza fisica, deve giocare la palla come si trova (con l’opzione sempre possibile di dichiararla ingiocabile, ma con un colpo di penalità).
Gioco Novitàinincampo gioco / Regole e decisioni
IL GOLF AL TEMPO DEL COVID VI SPIEGHIAMO L’IMPORTANZA DELLE REGOLE DEL GOLF, ANCHE IN UN MOMENTO IN CUI IL VIRUS HA INFLUENZATO ALCUNE PROCEDURE OPERATIVE
I
n una puntata della nostra rubrica abbiamo spiegato quanto stabilito dall’R&A in materia di “regole temporanee/straordinarie” per la gestione del gioco del golf in periodo di Covid-19, ricordando che l’ultima volta che l’R&A si è trovato a dover redigere delle regole speciali, fu durante la Seconda guerra mondiale. Speravamo di non doverne parlare più di questo delicato argomento, prima di tutto per il dolore e la sofferenza che la pandemia ha creato in tutto il mondo, ma anche per il modo in cui i giocatori di golf hanno reagito alla situazione. In ogni caso rileviamo con piacere che negli Stati Uniti, dove Il Covid-19 si è sviluppato moltissimo, il 2020 è un anno speciale perché il golf è cresciuto e i giri sono aumentati come mai negli ultimi 15 anni, l’interesse per il golf è letteralmente esploso. I motivi: sport di distanziamento per definizione, club con spazi enormi a disposizione, contatti limitati al minimo con gli altri giocatori. In altre parole, i club stanno rappresentando un’oasi di sicurezza e svago in questo periodo tanto difficile. I dati italiani non li conosciamo ancora, ma essendo due ottimisti incurabili, auspichiamo in una crescita d’interesse e di sviluppo di questo meraviglioso sport.
Le modifiche temporanee delle regole del golf non devono indebolirne l’importanza e la fondamentale esistenza per garantire il corretto svolgimento del gioco, anche se molto spesso risponden-
CLUB
PROFESSIONE GOLF 94
do alle istanze di colleghi e giocatori abbiamo la percezione che il pensiero comune sia semplicemente l’indifferenza e purtroppo molti circoli per ragioni organizzative e di risparmio non sono in grado di garantire il supporto alla gestione della gara e quindi la presenza costante di persone qualificate sul campo. La conseguenza dei problemi di cui sopra talvolta è il disinteresse e la superficialità, invece di responsabilizzare maggiormente i giocatori, consapevoli che il gioco si sviluppa per la maggior parte senza il supporto di un arbitro e che la regola 1.2a dal titolo “condotta prevista di tutti i giocatori” spiega in modo chiaro: tutti i giocatori sono tenuti a giocare nello spirito del gioco con integrità, onestà, nel rispetto degli altri e con riguardo e cura del campo. In questo momento in cui si chiede ai cittadini senso civico e spirito di comunità nell’osservanza delle regole per la prevenzione del Covid-19, sicuramente possiamo trovare molte affinità, che hanno alla base il rispetto delle normative previste. La Federazione Italiana Golf per la propria attività sportiva, ha stabilito di adottare le condizioni di gara e le regole locali aggiuntive per garantire la sicurezza dei giocatori e ha invitato tutti i circoli ad adottare tali regole. Occorre leggere in modo chiaro il verbo “invitato”: i circoli di golf sono strutture private affiliate alla FIG, quindi non è possibile imporre l’applicazione delle norme di cui sopra. Di seguito il testo del documento che la Federazione Italiana Golf ha inviato a tutti i circoli per la gestione delle gare in questo delicato periodo. Registrare il Punteggio in stroke play (Regola 3.3b) Ogni giocatore riceve il proprio score, non si procede con lo scambio come di consuetudine e di conseguenza la Regola 3.3b(1) viene integrata come segue: uil marcatore dopo aver verificato buca per buca deve procedere con una “certificazione verbale”, che deve essere riportata dal giocatore dopo il controllo accurato scrivendo nello spazio riservato alla firma del marcatore il nome in stampatello del marcatore in presenza di un responsabile - nominato dal comitato - della recording area. uil marcatore deve riportare nell’apposita colonna i risultati del giocatore per eseguire con accuratezza il controllo e la certificazione verbale. La Regola 3.3b(2) viene integrata come segue: uil giocatore deve inserire buca per buca i propri punteggi sullo score; uil giocatore deve controllare accuratamente la “certificazione verbale” e consegnare personalmente lo score al Comitato.
Speriamo presto di tornare alla normalità e che l’impegno e la passione profusi nell’amplificare la necessità di giocare osservando le regole, possa essere un motivo di avvicinamento al golf, sport meraviglioso con valori e potenzialità al di fuori del comune, al quale possono approcciare persone di tutte le età con la passione per la natura e del proprio benessere.
95 PROFESSIONE GOLF
CLUB
Codice di Condotta (Regola 1.2b) Si invita l’utilizzo di un Codice di Condotta con la proibizione per i giocatori di toccare l’asta della bandiera. durante la Seconda guerra mondiale. Asta della Bandiera (Regola 13.2a) La Regola 13.2a viene così modificata: “Il Giocatore deve Lasciare l’Asta della Bandiera nella Buca”. In caso di infrazione vedi penalità previste dal Codice di Condotta di cui al punto 2. delle Condizioni di Gara. Bunker (Regola 12.2b) È vietato l’utilizzo dei rastrelli. La Regola 12.2b permette di toccare la sabbia senza penalità nel livellare la sabbia per aver cura del campo, tale azione deve essere eseguita con i piedi, con un ferro o con un proprio rastrello. Se il Comitato ritiene che il gioco sia significativamente influenzato dalla mancanza di rastrelli, può concedere di “piazzare la palla nel bunker” e prevedere che un giocatore possa “piazzare una palla nel bunker” entro una lunghezza di un bastone dal punto originale e non più vicino alla buca di quel punto. Paletti (Regola 16.1) Tutti i paletti sul campo, eccetto quelli che definiscono il fuori limite, sono considerati ostruzioni inamovibili per i quali è consentito ovviare senza penalità nell’area generale (Regola 16.1a), nel bunker (Regola 16.1c) e anche nell’area di penalità in deroga a quanto
stabilito dalla Regola 16.1a(2). Nota: L’intervento dell’ostruzione sulla linea di gioco non è considerato interferenza secondo la regola 16.1 né secondo questa regola locale. Indicatori di Partenza e Segnali di Cortesia (Regola 16.1) Tutti gli indicatori di partenza e i segnali di cortesia sono considerati ostruzioni inamovibili per i quali è consentito ovviare senza penalità secondo la Regola 16.1 Nota: L’intervento dell’ostruzione sulla linea di gioco non è considerato interferenza secondo la Regola 16.1 né secondo questa regola locale. Palla Imbucata Per rendere più sicuro il recupero della pallina all’interno della buca, si invitano i Comitati a inserire un tubo di diametro adeguato nel punto in cui l’asta della bandiera entra nella tazza, o altre forme di recupero della pallina con ganci inseriti sull’asta della bandiera e sollevabili con il putter o con le dita (in deroga al chiarimento sulla definizione di asta della bandiera), facendo in modo che la pallina resti al di sotto della superficie del putting green, ma stia sollevata e il giocatore non entri in contatto con la base della buca. Sospensione del Gioco (Regola 5.7b) In caso di sospensione del gioco e di evacuazione del campo il Comitato deve assicurarsi che gli spazi in cui sostano i giocatori siano adeguati al fine di garantire la sicurezza tra le persone. Consegna e Ritiro dello Score Per quanto riguarda la consegna, il ritiro dello score il Comitato deve assicurarsi che lo spazio in cui sostano i giocatori sia adeguato al fine di garantire la sicurezza tra le persone.
Backtee / Marco Dal Fior
Un’eredità di AMORE Marco Dal Fior
DA UNA VENTINA DI ANNI MARCO BISAGNO, NOTO E STIMATO AVVOCATO VERONESE, RACCOGLIE IN UN MUSEO UNICO NEL SUO GENERE BASTONI, PALLINE E OGGETTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL GOLF. E CHE GLI CONSENTONO DI RICORDARE CON INFINITO AFFETTO IL FIGLIO DAVIDE, SCOMPARSO A SOLI 30 ANNI
C’
è a Verona un museo straordinario. Che non c’entra con la dinastia scaligera. Neppure con i turbamenti di Romeo e Giulietta o le passioni melomaniache degli aficionados dell’Arena. E’ dedicato interamente al golf. Nella sua casa a un ferro 7 dall’uscita Verona Sud dell’Autostrada Torino-Venezia, l’avvocato Marco Bisagno, in ricordo della passione di suo figlio, da una ventina di anni ha cominciato a raccogliere, studiare e catalogare ferri e bastoni che hanno fatto la storia del golf dal 1450 ad oggi. E a inseguire per mezzo mondo i libri sull’arte di forgiare l’attrezzatura golfistica, in pratica tutti quelli che sono stati pubblicati da quando Gutenberg ha inventato i caratteri mobili. Una collezione, quest’ultima, che probabilmente non ha rivali al mondo. Il museo nel suo insieme, invece, è la struttura più grande dell’Europa continentale, seconda solo al Museo di St. Andrews che segue con affettuosa partecipazione lo sviluppo dell’iniziativa veronese. Nelle stanze del “Museo Privato Bisagno della Storia e dell’Antiquariato del Golf” trovano posto 1.500 bastoni, compresi quelli usciti dalle mani leggendarie di Tom Morris e quelli che diventavano docili strumenti di vittoria in quelle sapienti di Ben Hogan e Jack Nicklaus. In intelligenti espositori cilindrici in plexiglass sono catalogate ed ordinate più di 8.000 palline logate. Alle pareti fotografie e documenti, compresa una rara riproduzione di una miniatura del XVI secolo, quasi certamente la prima immagine golfistica mai apparsa a questo mondo. Numerose le nuove acquisizioni in tempi recenti. A dare una mano a Marco Bisagno ha pensato Donato Di Ponziano. Il celebre uomo di golf italiano, da sempre collaboratore di Professione Golf, ha fatto approdare nel museo di Verona varie memorabilia raccolte nel corso degli anni, durante i più importanti avvenimenti del golf mondiale. A cominciare dalla Ryder Cup. La storia del museo viene da lontano. Un incidente stradale nel 1999 ha strappato alla vita un ragazzo solare, una brillante carriera da avvocato già avviata e una vorace passione
CLUB
PROFESSIONE GOLF 96
per il golf. Quel ragazzo aveva 30 anni e si chiamava Davide Bisagno. La sua scomparsa ha stravolto la vita di Marco e Iole, i genitori che, ricambiati, lo adoravano. La morte di un figlio è il dolore più atroce che la vita possa dispensare. Non toglie solo gli affetti: sradica la speranza. I figli sono i sogni che camminano, il domani, il futuro, la parte di noi destinata a sopravviverci. Nel nostro Dna è scritto, in qualche sequenza di amminoacidi, che dovremo rassegnarci un giorno a seppellire i nostri genitori. Ma da nessuna parte c’è il seppur minimo indizio che le parti possano essere invertite. È solo un incubo, che ti assale la sera quando ritardano senza avvisare. E che i giri della chiave nella toppa scacciano senza lasciare troppe scorie. Che la morte di un figlio sia un evento contro natura, opposto alle leggi di questo mondo, lo testimonia perfino il vocabolario: nei secoli ha coniato parole appropriate per designare altri lutti (“orfano” o “vedovo”, ad esempio), ma mai si è preoccupato di individuare un termine che rendesse la situazione di un padre o di una madre ai quali è stato strappato un ragazzo. Se è vero che la morte, nella sua intima essenza, alla fine non è altro che l’ineluttabile assenza del domani, quella di un figlio in qualche modo ferma anche la vita dei genitori, svuotando le loro esistenze, prosciugando i progetti, spesso privandoli della voglia di vivere e di lottare, costringendoli in alcuni casi a nutrirsi di ricordi, essendo stati scippati dei loro sogni. È per questo che il Museo Bisagno è qualcosa di più di un museo, è un’eredità d’amore, una rivincita sul destino. Il ricordo, affidato al futuro, di una famiglia che ha saputo resistere. Concedendosi lacrime copiose, come è giusto che sia. Ma senza lasciare entrare in casa la disperazione. Quell’incidente ha tolto a Marco e Iole Bisagno il loro unico figlio. Non la fiducia e la voglia di giocarsi in prima persona. Magari inseguendo libri o bastoni da golf. Da offrire allo sguardo ammirato dei visitatori. Come fosse un ultimo regalo, postumo, del loro Davide. mdalfior@alice.it
Abbonamento.indd 3
17/12/19 10:46
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
Pagina singola.indd 7
17/05/20 13:29