Tratto dal libro LA CASA DAL CANCELLO BIANCO (Firenze Libri) di Alberto Gianfranco Baccelli Š1995-2013
IL NATALE DI AMHED
E' il secondo anno, o forse il terzo, che è in Italia. Il tempo passa come l'acqua da un rubinetto senza chiave. Scorre via senza che lui si renda conto. I giorni tutti uguali, uno di seguito all'altro come gli anelli di una lunghissima e pesante catena, si sono ammassati alle sue spalle e gli pare se ne stiano lì, vuoti, a guardarlo con aria di commiserazione. Come sono lontane quelle solari giornate accanto ai figli ed alla moglie... Adesso rimpiange quasi la miseria che ha lasciato e come per scacciare questi nostalgici ricordi si accende una sigaretta, di infima marca. Se la gusta tutta, piano piano... Non può permettersene più di cinque al giorno; per questo fuma lontano dal secchio e posa pure la spazzola di gomma bagnata. La gente che passa sul marciapiede neanche lo guarda. Se ne sta appoggiato, con la schiena curva, alla parete del palazzo d'angolo. Una mano sprofondata nella tasca della
giacca consunta, chiusa fino all'ultimo bottone, ed il collo, circondato più volte da una sciarpa infeltrita, lo tiene ben ritratto nel bavero alzato, per ripararsi per quanto più possibile dal freddo. L'altra mano stringe ed avvolge la storta sigaretta che un po' gli scalda il palmo, ingiallendoglielo di nicotina. I suoi occhi semichiusi osservano le luci delle vetrine piene di miraggi, i fari dei veicoli e le piccole lampadine colorate che si accendono e si spengono, tese in alto da una parte all'altra della strada di fronte. Qualcuno da dentro un'auto ferma al semaforo gli fa cenno che vuole farsi pulire il parabrezza, ma lui per niente al mondo rinuncerebbe a quella sacrosanta sigaretta. Non deve rischiare di bagnarla o di farsela cadere a terra. Qualcun altro passerà che vorrà i suoi servigi. La città è caotica, il traffico intenso, ma lui è contento. Tutto lavoro assicurato! Questi giorni di fine dicembre sono però ancora più convulsi del normale. Gente che va e viene piena di pacchi e pacchetti colorati. Tutti si salutano e si scambiano auguri, strette di mano cordiali ed abbracci, persino con baci. Normalmente, negli altri periodi dell'anno cioè, in questa città la gente si scambia impercettibili gesti o cenni di saluto, oppure solo occhiate annoiate, meglio ancora, indifferenti. Amhed è un buon osservatore ed ha notato che in questi giorni la gente è più generosa. Non gli importa il motivo, sia esso un senso di colpa bigotto o un risveglio di religiosità, o più semplicemente un dogma consumistico. Lui neppure sa cos'è il Santo Natale, pulisce i vetri al sema-
foro anche oggi. Non piove ma è freddo, forse nevicherà. Ma lui deve pensare a guadagnare per la numerosa famiglia che ha lasciato al paese, nel suo lontano Marocco. Approfitterà della generosità improvvisa e limitata di questi giorni. Non si chiede se la gente è impazzita o se la televisione, che anche lui ogni tanto sbircia di sfuggita dentro a qualche bar, condiziona questi esseri strani, molto diversi da lui seppur simili in apparenza. Così ha deciso di sgobbare di più in questi giorni, al suo solito incrocio. Ha anche investito un po' dei suoi soldi: si è comprato un cappello da Babbo Natale rosso fiammante con il pompon bianco e, tocco geniale da vero imprenditore, un piccolo albero di natale con tanto di luci e fili dorati! Quando il rosso compare sul semaforo, lui lo accende e tenendolo in una mano, procede tra le auto ripetendo: - Auguri e buone feste a tutti!- Accompagnando con il suo miglior sorriso. La gente, neanche si fa pulire il vetro. Apre i finestrini ridendo, contraccambiando gli auguri e mettendo nella mano libera di Ahmed una moneta da un euro; qualcuno allunga ogni tanto una banconota da 5. Lui sorride, soddisfatto, alla gente che se ne va felice, magari convinta di aver adempiuto al dovere di Natale. Di essersi disobbligato in quel modo ai propri rimorsi morali. In questi giorni ha raccolto una bella sommetta. Una parte la spedirà alla famiglia, l'altra gli servirà per vivere, o meglio per sopravvivere, in questa città fredda ed inospitale, così tanto diversa dal suo paese ai piedi dell'altopiano, vicino al
mare. Là però non poteva mantenere la famiglia. Dopo anni di sofferenze, con grande dolore un giorno si decise ed insieme ad altri uomini del suo paese, si imbarcò per l'Italia, terra generosa e bisognosa di manodopera... Gli avevano fatto credere. Una volta qua però la realtà si presentò ben diversa. Tutti i sogni e le fantasticherie fatte durante il viaggio, si sbriciolarono come sabbia del deserto. La disperazione dei primi giorni è inenarrabile. Da una città all'altra in cerca di qualcosa che non c'era. La lingua sconosciuta, il colore della pelle, gli abiti miseri e stropicciati da tante notti all'addiaccio certo non lo agevolavano. Finché un giorno anche lui si immise nel canale dove tutti quelli come lui finiscono per confluire: le organizzazioni clandestine. Amhed venne "assunto" da una squadra di altri disgraziati come lui, solo più furbi e prepotenti, che lo ospitarono in una casa in affitto di due camere, dove vivevano, e vivono tuttora, in dieci. Per lui fu già un risultato, forse non avrebbe avuto più problemi con la polizia. Poi gli affidarono quel semaforo, gli dettero un secchiello ed una paletta tergivetri, e gli dissero: - Quello che guadagni, tolte le spese di affitto è metà tuo e metà nostro!Le condizioni non erano certo oneste, ma a lui parvero più che buone.
Da quel giorno, tutti i giorni, non ha fatto altro che pulire vetri ed imparare la nostra lingua. Quel poco che ha guadagnato, tolto l'affitto e le spese, è sempre riuscito a farlo bastare, spedendo ogni mese anche qualcosa alla famiglia lontana ed ignara. Ma questo Natale per la prima volta è riuscito a fare qualcosa di speciale. Si è integrato nel clima particolare di questi giorni e lui ha sfruttato le nostre debolezze, riuscendo a guadagnare piÚ di ogni altro suo collega. Ha potuto tenere nascosto ai suoi tiranni-datori di lavoro un bel mucchio di soldi, fatti grazie alla sua intraprendenza ed al suo spirito di osservazione. Amhed ha colto l'essenza del nostro Natale: il business.
Bag-Natale a tutti!!