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Il PNRR italiano e i progetti per i trasporti

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso aprile, prevede 61,980 miliardi di euro per interventi di competenza del ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili su infrastrutture, mobilità e logistica sostenibili.

I soldi provengono dal NextGenerationEU (40,971 miliardi di euro), dal ReactEU (0,313 miliardi di euro), dal Fondo Complementare (10,346 miliardi di euro), dallo scostamento di bilancio (10,350 miliardi di euro).

Tutti i progetti Mims puntano alla sostenibilità, intesa come transizione ecologica e come digitalizzazione, anche delle infrastrutture.

Per quel che riguarda i trasporti, è la ferrovia al centro di questa trasformazione.

Gli interventi in questo senso interessano l’estensione dell’alta velocità/alta capacità, il potenziamento delle reti regionali e il rinnovo dei treni e mirano a favorire lo shift modale verso il ferro. In questo modo si stima un abbattimento di 2,3 milioni di tonnellate annue di emissioni di CO2. In particolare, saranno realizzati 700 chilometri di ferrovia tra sviluppo di linee ad alta velocità e regionali.

Per le linee ferroviarie ad alta velocità/alta capacità sono previsti investimenti per 25 miliardi, mentre 5,45 miliardi sono destinati al potenziamento delle reti regionali e l’elettrificazione (con particolare attenzione al Mezzogiorno) e al miglioramento dei collegamenti ferroviari con porti e aeroporti. Gli interventi principali vedono la realizzazione dei lotti per la Salerno-Reggio Calabria (per cui sono previsti 11,2 miliardi), per il completamento della Napoli-Bari (1,4

miliardi), ulteriori lotti funzionali della Palermo-Catania-Messina (1,4 miliardi).

Sulla linea Liguria-Alpi gli interventi riguardano il completamento del Terzo Valico dei Giovi (4 miliardi). Sulla Verona-Brennero è previsto l’attraversamento di Trento (0,9 miliardi).

Obiettivo di tali opere è la riduzione dei tempi di percorrenza, la crescita del traffico merci su rotaia e il miglioramento delle connessioni con i porti e con il resto dell’Europa.

Ulteriori investimenti riguarderanno il collegamento con il porto di Augusta e i collegamenti ferroviari con gli aeroporti di Olbia e Brindisi.

Sono previste poi misure per la riduzione delle emissioni provenienti dalle navi; investimenti per lo sviluppo dei porti, della logistica e dei trasporti marittimi.

In questo capitolo, sono previsti oltre 3,8 miliardi per interventi per l’ammodernamento e il potenziamento degli scali, per la realizzazione del Piano nazionale del Cold ironing – che permette alle navi di sostare al porto eliminando le emissioni inquinanti –, per le infrastrutture per le Zone Economiche Speciali e per favorire l’intermodalità con la realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario nei porti di Venezia, Ancona, Civitavecchia, Napoli, Salerno.

Sono in agenda circa 1,4 miliardi anche per lo sviluppo della smart mobility e per la diffusione di colonnine per le ricariche elettriche.

Per quanto riguarda la digitalizzazione, sono previsti un totale di 4,8 miliardi per azioni in vari settori.

Fra questi, interventi per la messa in sicurezza e il monitoraggio delle autostrade A24 e A25, di ponti, viadotti, gallerie stradali e autostradali attraverso l’impiego di nuove tecnologie.

Nella transizione ecologica della logistica, rientrano infine lo Sportello Unico dei controlli per import/export (entro il 2021), le piattaforme interoperabili per passeggeri e merci (entro il 2022) e la lettera di vettura elettronica (entro il 2024).

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