Parole su parole abstract

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Carlo Zanutto

Parole su parole Poesie

Volume due Prefazione di Luigi Cannillo


© A.V. Editoria © Carlo Zanutto Via B. Crespi, 1 24021 ALBINO (BG) 1^ edizione aprile 2018 Stampato in Italia A.V. Editoria è un marchio di A.V. Marketing & Comunicazione Codice ISBN 9788894854077 Tutti i diritti sono riservati. Eventuali riproduzioni devono essere autorizzate. www.aveditoria.it @aveditoria info@aveditoria.it tel. + 39 340.321.10.28


Pagine scritte due volte Parole su parole di Carlo Zanutto La passione di Carlo Zanutto per la letteratura si esprime doppiamente, come lettore e come scrittore. Lo dimostrano anche le poesie del secondo volume di Parole su parole. Come già per il primo, le poesie sono state scritte a mano, direttamente sulle pagine dei libri letti, questa volta dal 2010 in poi, e successivamente trascritte e raccolte con i riferimenti editoriali del libro e perfino delle pagine sulle quali, seguendo l'impulso del momento, sono nate le poesie. Sempre caratteristica dell'autore è la modalità d’impaginazione, con i testi giustificati al centro, e di fianco, sulla sinistra, il titolo, la data, l'eventuale dedica. Nella sua prefazione Zanutto afferma: “Alcuni libri mi sono piaciuti molto, altri meno, ma su tutti c'è una piccola parte di me.” La raccolta delle poesie quindi si può anche intendere, indirettamente, come una biblioteca invisibile composta prevalentemente di romanzi storici, mistery, polizieschi, gialli, fantasy, horror, biografie: da Il suggeritore di Donato Carrisi a I libri di Luca di Mikkel Birkegaard, da Il libro delle anime di Glenn Cooper a Istantanee di Lovecraft a 22/11/63 di Stephen King o Il sogno di un hippie di Neil Young. La funzione della scrittura, come afferma l'autore, è quella di annotare istantaneamente momenti di vita: “Scrivetevela/questa vita, /scrivete su fogli e fogli/di ogni giorno che passa./[...]/per poter ricordare/perché tutto,/di questa vita,/ scappa/e si dimentica...” E, allo stesso tempo viene riaffermato, proprio attraverso l’immediatezza delle poesie e la scelta di parole nate dall'uso e dall'esperienza quotidiana, il valore e il rispetto che alla scrittura sono dovuti: “A volte capita/che dal nulla/arrivino parole.../[…] /e non saprai mai/se era un grande romanzo,/un piccolo racconto/o,/come questa,/ solo parole...” L'aspetto dell'oscuro e del misterioso - perfino del macabro - che suggestionano l'autore si trasferiscono a volte dai libri letti alle poe-

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sie: “Sembra strano/entrare nel giorno/dopo che una notte/ha fagocitato/un mare di pensiero.../[...]/Ed è stato strano/visitare tutti gli incubi/di una vita/dopo che una notte scura/mi ha risucchiato/tutti i pensieri...” Il male sconosciuto, la sua personificazione, dimora nella penombra e prepara scene apocalittiche, ispirate direttamente dalle pagine del libro ma ricreate come sequenze filmiche: “Legioni di Demoni/che scenderanno sul mondo/in cerca delle anime,/quelle perse/e quelle che urleranno.” Ma non mancano momenti più intimi e lirici: “Non ci sono stelle/questa notte/in cielo,/sono tutte/a prendere per mano/i pescatori/per guidarli /fino ai porti...” Oppure poesie d'amore. Le tematiche ricorrenti riguardano la vita quotidiana, fatti di cronaca, o ricordi, evocazioni di affetti presenti o perduti, la separazione dalle persone care, famigliari o amici, personaggi dei quali i versi danno testimonianza: “le canzoni tristi/le teniamo nel cuore/come i vecchi amici/e le donne che sono passate...”. O la memoria del luogo di nascita: “Terra lontana, /che non sarai mai casa, /che non sarai mai Patria,/che non sarai mai ritorno...” Le parole dell’autore sfidano il tempo, e le pagine stesse, le idee, i pensieri, i libri ancora da leggere sembrano svanire nel futuro. Stilisticamente Zanutto usa in modo ricorrente varie figure della ripetizione: anafore, riprese, climax, in una esposizione solitamente paratattica, senza fronzoli, in frasi brevi e chiare. La ripetizione di frasi o di singoli elementi tende al rafforzamento dei concetti, alla sottolineatura, ma persegue anche una finalità di suono, a volte nella modalità della ballata. In queste poesie l'aspetto ritmico è essenziale, sia quando segue la successione logica della sintassi, sia quando la potenzia con la tecnica dell'accumulo e lo scambio di elementi della frase: “Hai annegato/la parte peggiore,/la persona peggiore,/il lato oscuro/oppure/è la parte peggiore,/la persona peggiore/il lato oscuro/che,/ semplicemente,/ sta annegando/te...” Tra le dediche finali del libro ritornano gli affetti e le tante figure famigliari o amicali che abbiamo trovato nelle poesie.

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Campeggia su tutto e tutti lo slancio sincero verso la lettura e la scrittura, un sentimento e un impegno che non chiedono riconoscimento economico ma offrono il valore essenziale della formazione della propria identitĂ e una testimonianza di vita nell'intreccio di memoria, ricerca e incontro. Luigi Cannillo

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Su La profezia segreta di Mozart Matt Ress Gli insuperabili Newton Compton Editori Nelle pagine 3/4. 272, 316/320.

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Ecco: è nella notte che si incontrano i Diavoli, quando ogni luce si spegne e quando i sogni ti vengono incontro e incontrano le tue paure…

04/07/2013

Ecco

Ecco: è nella notte che non ci sono Angeli e che tutti i Diavoli intonano i loro canti e il futuro si perde in una strada lunga che non arriva mai… Ecco: è nella notte che ascolti i sermoni di Reverendi dalle vesti nere che biascicano inni e lodi ai loro Diavoli e leggono Salmi da libri dimenticati che solo nei sogni e solo nelle notti risuonano nei tuoi incubi… Ecco: è quando ti svegli, poi, che scopri il Mondo, è quando, in un letto caldo, ti volti e Lei è sempre con te…

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17/07/2013 Chiara & Marta

Scrivetevela

Scrivetevela questa vita, scrivete su fogli e riempite fogli e fogli di ogni giorno che passa… Perché passa e quando passa questa Vita si dimentica e un giorno, leggendo, scoprirete che qualcuno è andato, scoprirete ricordi di qualcosa che vi è scappato… E allora scrivete per poter ricordare perché tutto, di questa vita, scappa e si dimentica…

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Ci siamo e ci siete anche Voi…

14/07/2013

…e ci siete anche voi

Ci siamo e ci siete fino a quando il tempo non deciderà che è arrivato il tempo… Fino a quando ci sarà un’alba e ci sarà un tramonto, fino a quando le onde arriveranno a riva… Ci siamo e ci siete anche voi fino a quando ci sarà luce, fino a quando avremo voce per cantare le canzoni che cantavamo e, ancora, quel film vi farà essere qui… Ci siamo e ci siete anche voi fino a quando il buio non busserà e, allora, saremo sempre insieme…

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Su Bacci Pagano una storia di carruggi Bruno Morchio Noir Italia il sole 24 ore Nelle pagine 6, 280/281.

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17/08/2013

Sembra strano!

Sembra strano entrare nel giorno dopo che una notte ha risucchiato i pensieri, dopo che una notte ha fagocitato un mare di pensieri… Ed è stato strano camminare solo per un sentiero; ed è stato strano non vedere e non sentire, non trovare parole e vedere allontanarsi i pensieri… Ed è stato strano lasciarsi alle spalle ombre scure e nomi sconosciuti e facce mai viste… Ed è stato strano visitare tutti gli incubi di una vita dopo che una notte scura mi ha risucchiato tutti i pensieri…

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25/08/2013

10,100,1000

10, 100, 1000 dosi e il tuo corpo fluttua in un mare nero, il tuo corpo inchiodato ad una croce da 1000 aghi che lo dissanguano… E il sangue è nero, nero come la pece nero come le notti… 10, 100, 1000 dosi e il tuo corpo fluttua attraverso i sogni di cui non avrai mai ricordo, attraverso parole che sentirai ma che non ascolterai, attraverso cose che guarderai ma che non vedrai e non ricorderai… 10, 100, 1000 dosi e il tuo corpo è nella terra, nera, fredda e non ci sono più aghi a dissanguarlo, e non ci sono più voci che sentirai ma che non ascolterai e non ci sono più le tue 10, 100, 1000 dosi…

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Su Il Suggeritore Donato Carrisi <<i grandi>> Tea Nelle pagine 207, 294/310, 374, 458/459/449, 460, 464, 466, 468.

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Di una breve vita

Era una lapide bianca; il tuo nome in lettere nere, un fiore finto, un lumino... Ho speso parole, quel giorno, ho sciolto pensieri ho cacciato ricordi per poter piangere le mie lacrime per restare solo con tutte le mie lacrime... Ho inseguito i ricordi della nostra breve vita: ho ricordato, ho riso e poi ho pianto e, alla fine, ho solo ripreso i miei ricordi che avevo sciolto e inseguito...

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Anche noi da piccoli, ricordi, abbiamo avuto muri da scavalcare per entrare in quella casa o per poter giocare in un campo di pallone...

28/05/2013 h. 00,45

Scavalcavamo i muri

Ed eravamo sempre assieme anche nelle nostre solitudini, ed eravamo sempre assieme nelle nostre esistenze solitarie... E si scambiavano parole nel salire su un albero, si scambiavano parole pisciando contro un muro, si scambiavano parole scavalcando i muri... E ci mancava sempre qualcosa e cominciavano a mancarci gli amici e cominciavano a mancarci i sogni perché i sogni si perdevano tra i palazzi, si perdevano per le strade che poi ci hanno divisi... E son rimasti solo i muri che è sempre più difficile scavalcare, perché il tempo ci rallenta perché il tempo ce ne mette davanti ogni giorno di più... Ed eravamo piccoli e, insieme, scavalcavamo i muri

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e i sogni si perdevano tra i palazzi, si perdevano per le strade, le stesse strade che ci hanno divisi‌ E tu sei dall’altra parte di quel muro...

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Tatuaggi, nere strade sulla pelle, neri ricordi nere parole neri fiori sulla tua pelle...

Tatuaggi

Pensieri imprigionati, frasi marchiate nel tempo, serpenti avvinghiati a rose senza spine, facce con lacrime, cuori trafitti a memoria di un amore lontano... Strade nere di soli e di fiori di nomi, di date di ricordi di passato... Passaggi del tempo, messaggi del tempo; di ognuno il suo da guardare e da nascondere, da tracciare con un dito... Facce, nomi, date... Sulla tua pelle come una strada che è solo una riga nera e indelebile...

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Il tempo per fermarmi‌

Non ci sono piÚ parole da quel giorno che sei andato via; guardo il cielo e non trovo il tempo per fermarmi... Sei partito in un giorno di sole, da solo lasciando aperta la porta di casa tua e non hanno fatto nessuna fatica e non hanno versato nessuna lacrima... In quel pomeriggio in pieno agosto c’erano aperte anche le finestre e nessuno ha suonato nessuno ha bussato... Sono entrati dalla porta aperta e li hai accolti sul pavimento, li hai accolti senza lacrime... Guardo ancora il cielo e, ancora, non trovo il tempo per fermarmi...

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Chissà quale è stato l’ultimo rito, chissà se hai bevuto un bicchiere d’acqua giusto per togliere quel po’ di sete, chissà se hai mangiato quell’ultima cosa che ti piaceva tanto, chissà se hai dato un’occhiata al giornale giusto per sapere cosa accadeva al mondo fino ad allora...

30/05/2013

“Tocca”

Chissà se hai messo la tua musica, chissà se hai chiuso gli occhi e canticchiato a bassa voce o così forte che hai scosso quella calma d’agosto... Chissà se hai aperto una finestra giusto per prendere un po’ di aria e se hai guardato la strada, la tua strada... Chissà se hai sperato arrivasse qualcuno, se hai sperato che qualcuno arrivasse a distoglierti da quei pensieri... Chissà se hai realizzato come è brutta la solitudine e come è brutto avere pensieri... Chissà se hai alzato la cornetta e chissà se hai fatto un numero giusto per sentire una voce giusto per non sentirti solo... E chissà se hai aperto la finestra giusto per fare un po’ di corrente, giusto per sperare di far uscire quei pensieri per strada...

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ChissĂ a chi hai pensato quando, poi, hai deciso... E chissĂ dove ero io quando tu, alla fine hai deciso...

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