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CONSIGLIERE ECCLESIASTICO “NON C’È AMORE PIÙ GRANDE”
Non c’è parroco che non debba affrontare situazioni pastorali difficili e complicate come quella di sostenere i volontari della sua comunità e difenderli dalle accuse dei soliti anonimi: se agiscono così avranno il proprio tornaconto e chissà quanto ci guadagneranno. Questa “accusa” ha il potere devastante di creare il deserto tra quelli che si avvicinano alla chiesa per crescere insieme, in un percorso di comunione, di collaborazione, di preghiera, di servizio, nelle GRATUITA’. Senza nulla chiedere in cambio. Ai nostri solerti censori vorrei ricordare che le porte della chiesa sono aperte per tutti. E se pensano di saper far meglio degli altri, si facciano avanti. A quanti generosamente e gratuitamente vivono esperienze di volontariato nella chiesa ricordo che il bene è più esigente del male, non solo, ma che c’è sempre un costo da pagare, fatto di incomprensioni e croci. Neppure al Maestro sono state risparmiate accuse infamanti. A tutto questo Egli ha risposto allargando le braccia sulla croce. E nessuno di noi può esimersi dal pagare questo costo. Segno e prova della gratuità. Si trova da ridire a chi provvede alla pulizia della chiesa, a chi cura il decoro e l’addobbo, la catechesi, il canto, i servizi scolastici dell’oratorio, a chi organizza, propone, lavora. Dalla lettera agli ebrei 3,13: fratelli, esortatevi a vicenda ogni giorno finchè dura “quest’oggi”. E’ la risposta di chi crede. Chi demolisce il lavoro dell’altro esorta al male, non al bene. Gesù direbbe: per contestare le pagliuzze nell’occhio di tuo fratello, liberati dalla trave che è nel tuo occhio. Il piccolo seme gettato nel terreno crescerà e porterà frutto se, con umiltà ci sforzeremo di essere fedeli all’insegnamento degli apostoli, alla comunione fraterna, all’eucaristia e alla preghiera. Guardando l’ostia che sta consacrando, il parroco si fissa sull’immagine del crocifisso con le braccia aperte incise nell’ostia. E capisce dov’è l’amore grande. E come si risponde ai fautori di “armiamoci e partite”. Poi squilla il cellulare: “Reverendo, domani vengo a curare il verde, una seconda chiamata lo avverte che i catechisti programmeranno il prossimo anno. Nessuno di loro chiede qualcosa in cambio. E’ la risposta a chi ha avuto fiducia nella Provvidenza.
Don Ivo Piccinini
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Mons. Nicola Macculi è il nuovo Consigliere Ecclesiastico Nazionale della Coldiretti. Una nomina che testimonia la grande considerazione della Chiesa italiana verso Coldiretti e il suo ruolo in un momento difficile per il Paese in cui diventa ancora più importante avere saldi punti di riferimento. Monsignor Nicola Macculi, 60 anni, pugliese, originario di San Pietro Vernotico in provincia di Brindisi, è stato ordinato sacerdote il 28 settembre 1985 Succede a Don Paolo Bonetti, improvvisamente scomparso nel marzo scorso. In base al primo articolo dello Statuto la Coldiretti ispira la propria azione alla storia e ai principi della scuola cristiano sociale e la figura del Consigliere Ecclesiastico si colloca entro questa specifica identità con una rete di consiglieri ecclesiastici diffusa in ogni Provincia del territorio italiano. “Si tratta di una figura fondamentale per la vita della nostra associazione” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “la presenza del Consigliere ecclesiastico è la conferma tangibile dell’impegno della Coldiretti nel sociale di fronte alle nuove emergenze provocate dalla pandemia Covid”.