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SCHEDA TECNICA

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SETTORE CORILICOLO

SETTORE CORILICOLO

Oidio della vite Considerazioni sull ’

 Presenza di biotipi differenti  L’importanza del palizzamento  L’età della foglia  Prodotti mono e multi-sito

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scheda vite n°64

Le condizioni climatiche stanno, soprattutto negli ultimi anni, mutando più rapidamente del solito. A rendersi conto di queste variazioni non siamo soltanto noi uomini ma anche le piante, gli animali e tutti i microrganismi che popolano la terra. È possibile affermare che più semplici e primitivi sono gli esseri viventi e più l’effetto di questi cambiamenti climatici viene avvertito. Tra gli organismi particolarmente influenzati da queste mutazioni climatiche vi sono i funghi e tra di essi anche quelli già conosciuti come un reale pericolo per le produzioni vegetali. A esserne influenzati però, non vi sono soltanto i comportamenti fisiologici dei vari organismi interessati, ma gli stessi rapporti tra pianta e patogeno. Tra le malattie della vite che stanno incrementando la propria presenza nei vigneti piemontesi, vi è certamente il “Mal Bianco”. Il fungo

Il micelio del fungo si nutre di zucchero dalle cellule epidermiche ed è proprio la differente concentrazione degli zuccheri nel corso delle diverse fasi fenologiche che rende le foglie più o meno suscettibili all’infezione. Il livello dell’infezione è determinato in modo congiunto dalla temperatura, dall’età delle foglie e dalla loro sensibilità: la combinazione di questi tre fattori è causa della variabilità delle infezioni nelle differenti annate, per cui è pressoché impossibile formulare previsioni in merito alla loro entità. Il viticoltore ha comunque la possibilità di agire con tecniche colturali in modo da rendere il vigneto meno suscettibile all’infezione di Oidio. In conformità a questi elementi, notevole influenza hanno il sistema di palizzamento, l’attenzione e la progressività con cui si opera in potatura verde, la forma di allevamento e la nutrizione chimica alle piante. I raggi ultravioletti rendono il tessuto della foglia più resistente attivando le difese della pianta. La durata del periodo di liberazione nell’ambiente delle ascospore del fungo è lunga ed è influenzata dal clima.

Recettività della pianta

Tutti gli organi erbacei sono bersagli potenziali per l’Oidio ma, nel corso della stagione, cambia la loro sensibilità nei confronti del fungo. Quando si riduce la velocità di crescita della foglia, si riduce anche la sporulazione del fungo che aumenta invece proporzionalmente con la dimensione della foglia stessa. Vi è pertanto un periodo abbastanza ristretto in cui le foglie sono ancora in fase di sviluppo, ma già sufficientemente ampie, entro cui il fungo è più attivo e si moltiplica più rapidamente. Quando nelle foglie non importano più zucchero, divengono più resistenti (foglie adulte o vecchie). Le fasi fenologiche più sensibili all’infezione vanno dalla seconda - quarta foglia, fino all’invaiatura. La recettività dei grappoli è invece massima alla fioritura e all’allegagione. In seguito, si formano nel grappolo barriere di difesa con la sintesi di composti antigerminativi. Più precoci e numerosi saranno i focolai d’infezione che si sviluppano a livello delle foglie e più frequenti saranno gli attacchi ai grappoli. L’incidenza della malattia sulla foglia è invece tanto minore quanto più tardiva sarà l’infezione. In ultima analisi, la prevenzione colturale all’Oidio consiste nel gestire il vigneto in modo da non esaltare la vigoria dei singoli germogli, al fine di conseguire nel minor tempo possibile quell’equilibrio trofico necessario sul maggior numero di foglie possibile.

Il vigore della vite

La velocità di progressione della malattia è fino a quattro volte inferiore sulle piante meno vigorose. Le foglie con un livello di azoto maggiore sono più sensibili all’Oidio. Le foglie a 10 giorni dall’inizio del loro sviluppo, hanno già sviluppato una resistenza al patogeno. In merito a quest’ultimo punto, si pone l’accento su quanto sia pericolosa l’eterogeneità d’età delle foglie nell’ambito della chioma, poiché induce differenti sensibilità al fungo e la possibilità che vi siano inoculi sempre in evoluzione, che l’azione dei fitofarmaci sia difforme e talvolta inadeguata e che sia più probabile la formazione di ceppi resistenti. La gestione razionale della chioma consiste pertanto nel non stimolare troppo la vegetazione, il che non significa mantenere le piante ad un livello non ottimale di nutrizione. È da evitare il lussureggiamento e, in particolare, il periodo di sviluppo erbaceo troppo prolungato, proprio della fase giovanile dei vigneti, ancor più se innestati su portinnesti vigorosi. Il palizzamento precoce permette alle foglie dei germogli primari di avere, a seconda dell’altezza sulla spalliera, tutte la stessa età. La sfemminellatura laterale effettuata con macchine cimatrici, deve essere tempestiva, ripetuta e frequente. È, infatti, necessario che si sviluppi una massa vegetativa la più possibile coetanea sull’intera spalliera e alle varie altezze.

La relazione patogeno– fungicida

La relazione tra patogeno e fungicida può essere di tipo preventivo (prima dell’infezione), curativo prima della formazione del micelio) oppure antisporulante (inibente la fase di moltiplicazione e diffusione). I trattamenti preventivi devono avvenire in assenza d’infezione mentre l’azione curativa inizia dalla formazione dell’appressorio del fungo. Le finestre per effettuare sia i trattamenti preventivi che quelli curativi, sono estremamente ridotte e richiedono grande tempestività da parte del viticoltore. Su sintomi già presenti sono necessari interventi detti di recupero. Lo zolfo dopo un periodo iniziale di evaporazione, acquisisce un effetto preventivo. Dopo 2 ore, il 75% dello zolfo è legato alla cuticola, il resto rimane in superficie e per cinque giorni la sua efficacia rimane inalterata. Lo zolfo è il fitofarmaco multi-sito per eccellenza e rappresenta, pertanto, il prodotto esistente con la maggiore azione anti-resistenza. Le varie famiglie chimiche di fitofarmaci impiegati, possiedono notevole efficacia, interferendo sulla biologia del fungo e contrastando così la sua vitalità o la sua capacità di diffusione.

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