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FAUNA SELVATICA
Dal 3 novembre sospesa precauzionalmente l’attività venatoria: così non va bene
FAUNA SELVATICA: RIAPRIRE LA CACCIA E INTENSIFICARE AZIONI DI CONTENIMENTO
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“E’ fondamentale che le azioni di contenimento della fauna selvatica continuino anche in provincia di Alessandria. Anzi, devono diventare maggiormente efficaci alla luce dell’aumento degli incidenti e dei danni provocati dai cinghiali, ma anche del rischio che questi ultimi possano diffondere epizoozie. Nonostante, infatti, il Piemonte rientri fra le cosiddette «zone rosse», gli interventi riconducibili ai piani di contenimento dei cinghiali si possono regolarmente realizzare”. E’ quanto affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo, nel commentare il provvedimento regionale che, dal 3 novembre ovvero da quando il Piemonte rientra tra le zone rosse per l’emergenza Covid, ha precauzionalmente sospeso l’attività di caccia. A seguito dei nuovi casi di Peste Suina Africana (PSA) in Germania la Commissione europea ha pubblicato la Decisione di Esecuzione (UE) 2020/1645 che inserisce alcune parti della Sassonia alla lista delle zone da cui è vietata la movimentazione di suini e materiale germinale a fini di scambi intracomunitari fino al 31 gennaio 2021. “Proprio a fronte di questa situazione anche legata alla Peste Suina, la sospensione della caccia rischia di generare problematiche ancora maggiori che vanno ad acuire il proliferare continuo del numero di animali selvatici con l’inasprirsi delle criticità e dei rischi collegati - continuano Bianco e Rampazzo -, motivo per cui chiediamo che venga riaperta la caccia al cinghiale. Fino ad oggi, come abbiamo già evidenziato durante il Consiglio di Coldiretti Piemonte dello scorso 15 ottobre al governatore, Alberto Cirio, ed al vicepresidente, Fabio Carosso, i piani di contenimento messi in atto non sono stati sufficienti e così è insostenibile andare avanti per gli imprenditori agricoli, ma anche per i cittadini la cui sicurezza non è assolutamente preservata. Auspichiamo, quindi, che quanto prima la Regione possa fare chiarezza, in quanto la situazione venutasi a creare, già attualmente, risulta insostenibile”. Oltre a mettere a rischio la sicurezza sulle strade e intorno alle abitazioni, con un drammatico bilancio di per-
Situazione critica tra aumento degli incidenti, dei danni e rischio diffusione epizoozie
dite di vite umane, gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli e sterminano gli animali allevati, ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. A fronte di ciò ed in considerazione anche della necessità di contenere il proliferare della fauna selvatica, in primis i cinghiali, le regioni Piemonte e Lombardia hanno chiesto al Governo di consentire l’esercizio di questa attività. Parallelamente la Regione, a seguito anche di un pronunciamento della Prefettura di Torino, ha ribadito che gli interventi, anche di abbattimento, riconducibili a piani di contenimento approvati e motivati da ragioni di urgenza, non costituiscono attività venatoria e sono pertanto consentiti.
COVID: PRANDINI HA INCONTRATO MATTARELLA AL QUIRINALE
“Settecentoquarantamila aziende agricole e stalle restano al lavoro, nonostante le gravissime difficoltà causate della pandemia, per garantire l’approvvigionamento alimentare agli italiani in un momento drammatico per il Paese”. Lo ha dichiarato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini che insieme al segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo è stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “L’emergenza Covid ha dimostrato tutta la strategicità del cibo per difendere il Paese dalle turbolenze dei mercati ed è dunque necessario – ha continuato Prandini – che le risorse del Next Generation EU possano sostenere la competitività dell’agroalimentare italiano”. “Abbiamo illustrato al Capo dello
Stato i progetti della Coldiretti che puntano all’innovazione, alla digitalizzazione, alla gestione delle risorse idriche e alla rigenerazione delle filiere produttive fino alle bioenergie” ha precisato Prandini.
“Serve un piano strategico per l’internazionalizzazione necessaria per sostenere la ripresa del Made in Italy nel mondo. Siamo grati al Presidente per l’attenzione riservata alle difficoltà delle imprese e dei cittadini duramente provati dalla pandemia con l’impegno – ha concluso Prandini – nella difesa della salute e dell’interesse economico del Paese”.