2 minute read

Dispacci italiani

di Davide Grittani

Advertisement

Non sono un viaggiatore ma ho avuto la fortuna di mettere piede in tutti i continenti, alternando posti umiliati dal turismo di massa a sentieri in cui valeva la pena perdersi. E in tutti i posti in cui sono stato ho sempre portato con me due cose, una canzone e una lezione. La canzone è Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati, di fronte al cui ascolto ognuno reagisce come sa, come può. La lezione è quella lasciata da Tiziano Terzani nel suo requiem alla società pre-digitale, un testamento contenuto in Un indovino mi disse. Arrivare nei posti non è lo stesso che farsi portare, entrare in una città non è come piombarci in aereo. Terzani non scrisse solo una dichiarazione d’amore nei confronti dei viaggi che non “staccano” mai da terra e mare, ma psicanalizzò il bisogno (quasi esclusivamente Occidentale) di possedere un luogo prima di attraversarlo, di saturarlo nel nostro immaginario prima di inalarne gli odori.

Ho sempre sperato di dare vita a un progetto editoriale che si occupasse del viaggio come conoscenza, non come bene di consumo. Nel Viaggio in Italia Guido Piovene fissava le tappe ma a guidare era sua moglie, perché lui non sapeva farlo: battendo strade isolate, sentieri minacciosi, campagne straordinarie e dimenticate, Piovene ha cancellato l’antica narrazione diaristica per far posto alla nobiltà letteraria della cronaca. Lo aveva già fatto, meglio di chiunque altro, Pier Paolo Pasolini in La lunga strada di sabbia e Comizi d’amore, così come all’inventore della candid camera all’italiana, Nanni Loi, si deve la mappa delle reazioni istintive (quelle che il lessico politico avrebbe ribattezzato in «pancia del Paese»).

La collana Dispacci Italiani (Viaggi d’amore in un Paese di pazzi) che curerò per Les Flâneurs Edizioni, grazie alla disponibilità e alla generosità di Alessio Rega, rappresenta un po’ il coronamento di quella speranza, forse bizzarra ma certamente indomabile. L’Italia è un Paese in cui due sole città superano il milione e mezzo di abitanti, tutto il resto – per quanto si atteggi a modernità – è adorabile provincia, indistinto pettegolezzo tra amici e nemici, duplicazione esponenziale del sistema feudale, in una parola «cortile». Gli autori chiamati a raccontare il meraviglioso cortile dell’Italia sono tra

Collana | Dispacci Italiani (Viaggi d’amore in un Paese di pazzi) Curatore | Davide Grittani Piano delle pubblicazioni | 20, un volume per ogni regione Frequenza delle pubblicazioni | Semestrale Prima uscita | Giugno 2020 - Toscana, l’atelier della bestemmia Prossima uscita | Dicembre 2020 - Puglia Composizione degli Autori per ogni uscita | 4 Scrittori + 3 Esordi i più apprezzati e coraggiosi della narrativa e del giornalismo contemporanei, ciascuno scriverà della propria regione (quella in cui è nato, talvolta quella che l’ha adottato) con lo spirito di chi non sa “staccarsi” da terra e mare, di chi arriva nei posti senza farsi portare. Di chi viaggiando fa i conti con sé stesso.

This article is from: