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La verità dei topi

LA VERITÀ DEI TOPI ovvero la rocambolesca storia del mondo attraverso gli occhi di un bambino di Antonietta Rubino

Èarrivato da poco sugli scaffali delle librerie La to del giovanissimo protagonista, che per un colpo verità dei topi di Massimiliano Nuzzolo. Un rodel destino viene adottato dalla facoltosa contessa manzo denso e stratificato, profondo, commoDu Marchant, a capo di un impero economico, e con vente. E divertente. Fantasmagorico, se si volesse nuove prospettive si affaccia nello spazio sociale e provare a contenere in un solo aggettivo la strariva ad esplorare il mondo senza dimenticare da dove pante materia di questo libro. viene. Perché possa ricevere «una brillante formaIl grosso topo che campeggia sulla copertina, fra zione», viene inviato da Caracas a Ginevra, dove una le quinte di un teatrino di carta, chiarisce subito che partita di calcio incendiaria cambia di nuovo il corso ci si muove nel camdella sua esistenza; po dell’assurdo e del «Fu allora che mi convinsi attraversa i boschi surreale. La sinossi che i libri chiamano le persone, del cuore dell’Euronel risvolto mette su bito in guardia il let convinzione che conservo ancora oggi. pa, quindi passa in Algeria, e poi in Spatore: sarà coinvolto Non sono le persone a cercarli, gna fino ai confini in una farsa a «tratti talmente grottesca sono loro a chiamare» della terra… e in ogni luogo Edgar incontra da sembrare reale». personaggi straordinari che lo accompagnano nella La verità dei topi è l’odissea ironica e psichedelica conoscenza dei misteri della vita attraverso le invissuta da Edgar Kospic, un bambino di undici nato venzioni della scrittura, in quello che si rivela come in Venezuela ma d’origine ungherese, scampato un grande atto d’amore da parte dell’autore nei all’incendio che ha ucciso tutta la sua famiglia. Tra confronti della letteratura e del cinema. La scrittura topi, favelas, narcotraffico, peregrinazioni e innuè permeata in maniera palpabile dalla suggestione merevoli peripezie si compie l’incerto apprendistadei grandi classici – Le Mille e una notte, I viaggi di

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LA VERITÀ DEI TOPI(Pagg. 172 • € 14) Prendete la tv, la fantapolitica e i thriller. L’hard-boiled, l’avventura, il sogno e l’incubo. I film, la musica, i grandi romanzi. Le chiacchiere, i filò, i rumors. Certa letteratura sudamericana e l’esistenzialismo francese. Aggiungete due pugni di ironia, una stilla di vetriolo, una manciata di emozioni, intrighi, complotti e peripezie, l’ingenuità di un bambino, un pizzico di dolore, una spruzzata d’amore, un cucchiaio di zucchero e un tuorlo. Pettinatevi con cura, e tritate tutto in un frullatore. Otterrete una farsa fantasmagorica, a tratti talmente grottesca da sembrare reale.

A TU PER TU CON MASSIMILIANO NUZZOLO

Come nasce questo libro e di cosa parla?

Come per gli altri miei libri anche questo nasce da un’idea che arriva simile a una visione definita quasi in ogni dettaglio, un’idea che ne è il cuore pulsante e basterebbe trascriverla per ottenere il miglior risultato con il minimo sforzo; il fatto è che poi l’idea esplode e va a ricomporsi sulla pagina nelle maniere più impensabili. In altre parole, con un termine mutuato dalla scienza, ironia a parte, faccio “ricerca”. Chiude il mio viaggio tra gli esistenzialisti francesi e lo fa scomodando Boris Vian che tra loro fu il più divertente e irriverente. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto leggere un “ipertesto” (i riferimenti al postmodernismo sono molti) in cui dentro finisse di tutto in maniera “assurda”: elementi fortemente drammatici, bagatelle, riferimenti alti, medi, bassi, l’avventura, l’amore, la suspense, il caso, eccetera, eccetera, un po’ come per l’esistenza. In primo luogo volevo divertirmi, giocando con i generi e i libri letti dall’infanzia a oggi, poi volevo in qualche modo scrollarmi di dosso il peso del passato e, perché no, ironizzare su certe onanistiche situazioni italiane che sono quanto meno grottesche. “La verità dei topi” sostanzialmente parla di Amore per la scrittura e per la vita e lo fa in modo bizzarro e mi auguro sorprendente, “intercettando” spesso autori ben più noti di me. Certo, anche l’osservazione metodica di un topolino ha avuto la sua importanza. Infatti…

A chi si rivolge?

In primo luogo a chi mi segue da anni, ai lettori dei miei romanzi “L’ultimo disco dei Cure”, di “Fratture”, eccetera. Ma mi auguro che “La verità dei topi” possa rivolgersi a tutti. Dal lettore forte ed esperto che potrà divertirsi e ritrovare facilmente elementi e citazioni disseminati nel testo (probabilmente qualcuno si innervosirà, l’ho messo in conto e mi fa sorridere) passando per il lettore occasionale che mi auguro venga catturato dalla storia e possa goderla e magari iniziare una propria ricerca e affinare un proprio gusto, fino al lettore del tutto svogliato o a chi non si sognerebbe mai di comprare e leggere un libro, a parte questo ovviamente. Sarebbe una cosa meravigliosa se, date le statistiche terribili sulla lettura in Italia, i più giovani trovandoselo tra le mani ne fossero affascinati tanto da andare a scoprire gli altri autori ben più importanti citati nel romanzo e iniziassero così a leggere libri con costanza. A me è capitato più o meno così quando ero un bambino.

Qual è il messaggio che vuoi lanciare al lettore?

Nessun messaggio in particolare. Mi interessa divertire e allo stesso tempo raccontare e instillare il desiderio di continuare a leggere. Ci sono milioni di libri che attendono solo di essere scoperti, sfogliati e assaporati fino all’ultima riga.

Chi o cosa rappresenta Edgar Kospic?

Edgar Kospic è un bambino a cui viene tolto per cause di forza maggiore il proprio habitat ed è costretto a tirare fuori la grinta per affrontare la vita, mantenendo però l’ingenuità e la meraviglia verso il mondo. Mi auguro possa rappresentare noi tutti, o almeno chi ha ancora voglia di mettersi in gioco.

Gulliver, Robinson Crusoe, Don Chisciotte della Mancia, Moby Dick –, di Bulgakov, Bolaño, Jodorowsky, dell’esistenzialismo francese, di Camus. E ancora di Carver, Roth, Wallace, Dostojevskij, Robbins, Pincio, Pelevin, Vonnegut, Alfred Hitchcock, Quentin Tarantino, Ingmar Bergman, Paul Thomas Anderson. E su tutti aleggia lo spirito di Boris Vian.

Un romanzo di formazione, dunque, con tutti gli ingredienti del genere – viaggio e avventura, vagabondaggio, un pizzico di bohème e lo smarrimento – in un movimento costante e inarrestabile che alimenta la crescita interiore, di Edgar e nostra. Sì, perché attraverso gli occhi ingenui di un bambino di undici anni, La verità dei topi disegna l’assurda e rocambolesca storia del mondo – i flagelli dell’umanità, la guerra, il capitalismo, le storture del sistema, la rincorsa al successo, il terrorismo, il dolore, l’amore, la morte… – che i grandi romanzi, i film, la musica hanno saputo raccontare, intessendo la narrazione di citazioni più o meno scoperte e riconoscibili, in un gioco postmoderno di rimandi e rielaborazioni che ci rammentano il meraviglioso e vitale ruolo che ha l’arte nell’esistenza umana.

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