Investigación WeeLewo

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INDICE DEI CAPITOLI

01. Introduzione | 8

02. L’isola più piccola dell’arcipelago più grande | 14

02.1 I cambiamenti climatici e le foreste del mondo | 14

02.2 Indonesia: l’esplosione demografica e le foreste plu viali | 17

02.3 Sumba e le sue comunità ancestrali | 20

03. In un punto di inflessione | 26

04. Abitare la foresta | 34

04.1 Società domestica | 34

04.2 I Weyewa | 40 04.2.1 Il gruppo etnico | 40 04.2.2 Le tre grandi tribù | 40

0.4.3 Il Kamodo | 41

04.3.1 Il clan | 41

04.3.2 Elementi condivisi e coesivi di un clan | 44 04.3.2.1 Tamos | 44 04.3.2.2 Proprietà terriera | 44 04.3.2.3 Festività | 44

04.3.2.4 Costruzione della tomba | 47 04.3.2.5 Spiritualità Marapu | 48 04.3.2.6 Antenati | 49

04.4 Le Umma | 50

04.5 Le Rumah Kebun | 52

05. La Casa | 56

05.1 La forma | 56 05.1.1 Lo spazio e la distribuzione | 56 05.1.1.1 Il Bale-bale | 58 05.1.1.2 Spazio interno | 61

05.2 Struttura e processo costruttivo | 65 05.2.1 I Maestri costruttori | 65 05.2.2 Cerimonie | 65 05.2.3 Struttura | 69 05.2.4 Materialità | 69 05.2.5 Ornamento | 73

06. Simbolismo | 78

07. Riflessioni finali | 82

01. INTRODUZIONE 01.

01. INTRODUZIONE

Il presente libro è un’opera dell’area di ricerca dell’organizzazio ne Construye Identidad. L’associazione è stata creata nel 2016, con l’obiettivo di contribu ire alla diffusione della conoscenza dell’architettura vernacolare in Perù e per il Perù (in conformità con gli obiettivi dell’organiz zazione). Lo sviluppo di questo progetto ha fatto sì che venis sero attraversati i confini del nostro paese per comprendere le sfide comuni delle società etniche indipendentemente dai limiti geografici: questo perché le comunità etniche hanno come carat teristica peculiare quella di abitare in maniera originale il proprio territorio. Oggi osserviamo come la nostra società abbia perso tale saggezza e connessione con la natura.

Il lavoro è stato possibile grazie alla collaborazione di un gruppo formato interamente da professionisti volontari. Sebbene fos se composto principalmente da architetti, i membri che hanno contribuito, in modo continuo o temporaneo, alla realizzazione del progetto, provengono dalle più diverse formazioni e interessi professionali. Questa base interdisciplinare ha sicuramente arric chito la presente pubblicazione che nasce da diversi luoghi ma si sviluppa con l’intento di raggiungere lo stesso obiettivo: la ri valutazione ambientale e culturale di una comunità unica come Wee Lewo.

L’indagine nasce con l’obiettivo di rilanciare le tecniche e i ma teriali di costruzione delle comunità vernacolari all’interno della fascia climatica tropicale delimitata dalle foreste pluviali. Queste tradizionali tecniche costruttive rischiano di scomparire a cau sa dell’attuale crisi ecologica, dei cambiamenti climatici e delle

particolarità culturali riscontrate nel lavoro sul campo. Il nostro lavoro si concentra oggi soprattutto nel mostrare la cosmovisio ne di ogni comunità, attraverso il suo stile di vita, evidenziando non solo la loro conoscenza di materiali e risorse, ma anche il rispetto e il metabolismo simbiotico tra la loro umanità e il loro ecosistema.

Questa pubblicazione fa parte di una ricerca generale che inclu de l’indagine delle realtà e delle sfide di tre società etniche in tre diversi continenti - America, Africa e Asia ma all’interno della stessa fascia climatica secondo la classificazione Koppen: “Wet Tropical Forest”. La presente pubblicazione mostra in particola re la ricerca specifica di Wee Lewo, nel contesto di Sumba, in In donesia, per il caso scelto in Asia. Le informazioni riportate nel presente studio entreranno a far parte di un compendio, insieme ad altre due pubblicazioni su dei casi studiati parallelamente in America e Africa. Le tre indagini prevedono di registrare e siste matizzare, allo stesso tempo, realtà diverse ma con risposte simili, come punto di confronto critico e informativo.

Il nostro sforzo ha dovuto inevitabilmente e immediatamente prendere atto della crisi ambientale. Questo cambiamento è in atto, e si sta manifestando ad una velocità tale da mettere in serio pericolo tutti gli ecosistemi forestali delle zone umide, nonché la vita e la cultura delle comunità che le abitano. Questa sfida ha richiesto finanziamenti ottenuti attraverso canali differenti: sistemi di micro-patrocinio o crowdfunding, donazioni private e costi calmierati grazie all’ospitalità delle comunità visitate e in vestimenti personali degli autori.

Le scarse iniziative di gruppi di ricerca al di fuori del mondo ac cademico in un contesto latinoamericano, insieme all’assenza di bibliografia in spagnolo sulle suddette comunità vernacolari, e in particolare quelle del sud-est asiatico, rendono questa pubblica zione Sui Generis. L’obiettivo di questo libro è mostrare non solo un problema attuale all’interno della comunità di Wee Lewo, ma

8 9 La casa di Wee Lewo 01. Introduzione

anche sensibilizzare il lettore affinché possa apprezzare le cono scenze di una società diversa da quelle Occidentali, i loro costu mi, le loro abitudini di vita - e il modo in cui questi si riflettono nella loro architettura, prendendo come esempio la casa.

La materializzazione di questo libro non sarebbe potuta avvenire senza la collaborazione con diverse istituzioni e persone che han no collaborato in diverse fasi del progetto: l’architetto Andrea Fitrianto è stato il nostro primo collegamento con l’Indonesia, un paese estremamente distante dalla realtà Peruviana, l’archi tetto Yenny Gunawan che ci ha presentato alla comunità vera e propria, così come il nostro traduttore e collaboratore Umbu Lende, che ha prestato particolare attenzione al lavoro e si è uni to al nostro team rappresentando un elemento chiave durante il nostro soggiorno nella comunità. Allo stesso modo, si ringraziano Lia Alarcón, Rolando Tafur e Álvaro Rodríguez per il coordinamento amministrativo e gestio nale del viaggio, Brenda Silva e Katherine Aguirre che ci hanno accompagnato all’interno della comunità per l’elaborazione dei prodotti audiovisivi, e infine Giacomo Cossu che non solo ha redatto il layout della pubblicazione ma ci ha dato l’ultima spinta necessaria per completare il lavoro.

Il progetto include anche il lavoro e l’impegno di tutti i membri del team di ricerca: Camila Arévalo, Victoria De la Torre, Yvet te Figueres, Pedro Mendoza, Angélica Piazza, Ricardo Pacheco, Alejandra Rojas, Andrea Silva e Raquel Vásquez. Ringraziamo profondamente ciascuno degli abitanti di Wee Lewo e le loro fa miglie che ci hanno accolto a braccia aperte e ci hanno insegnato che, indipendentemente dalla lingua, puoi amare qualcuno come la tua famiglia.

Hilter Gonzales, Marianne Trauten, Melanie Nogales e Pamela Cabrera.

10 11 La casa di Wee Lewo 01. Introduzione
02. 02.L’ISOLA PIÙ PICCOLA DELL’ARCIPELAGO PIÙ GRANDE

02. L’ISOLA PIÙ PICCOLA DELL’ARCIPELAGO PIÙ GRANDE

02.1 I cambiamenti climatici e le foreste del mondo

Le diversità geografiche presenti nel pianeta sono state all’origine dello sviluppo dei diversi sistemi che permettano di classificar le. Uno di questi è stato proposto nel 1990 da Wladimir Peter Köppen che ha proposto la suddivisione del mondo in 29 zone climatiche in base al grado di umidità e al rapporto tra pioggia e temperatura. Di conseguenza, sono state identificate cinque zone climatiche: tropicale, secca, temperata, continentale e fredda.

Le foreste del mondo si trovano all’interno della zona tropicale, che presenta temperature medie superiori ai 18 ° C durante tutto l’anno e livelli di pioggia annuali superiori ai livelli di evapora zione. La zona tropicale è suddivisa a sua volta in altre 3 zone climatiche: equatoriale o foresta pluviale (Af), monsone tropicale (Am) e tropicale con inverno secco o savana tropicale (Aw).

L’importanza e la rilevanza che queste zone hanno per il mondo stanno, da una parte, nel fatto di possedere una notevole biodi versità, con diverse specie di flora e fauna, fonte di una serie di risorse per i gruppi umani che continuano ad abitare in questi territori, dall’altra essere la fonte di sostentamento per la popo lazione locale. La flora di queste zone contribuisce a mitigare fenomeni dannosi come l’erosione del suolo e la stabilizzazione del clima grazie all’assorbimento di anidride carbonica dall’atmo sfera, convertendo, grazie alla fotosintesi, il carbonio e imma

gazzinandolo nella sua biomassa. Secondo i dati dell’Organiz zazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), attualmente le foreste immagazzinano più di 800 miliardi di tonnellate di carbonio, che rappresenta il doppio della quantità presente nell’atmosfera.

Sebbene le foreste tropicali abbiano subito una serie di cambia menti e trasformazioni graduali nel corso degli anni, negli ultimi decenni si è vista una sua accelerazione con evidenti ripercussio ni negative, a seguito dei processi di urbanizzazione e dei cam biamenti climatici; è per questo motivo che oggi devono essere considerati ecosistemi altamente fragili.

I cambiamenti provocati dalla rivoluzione industriale hanno cau sato, tra l’altro, un aumento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera (Figura 1); contemporaneamente si è registrato un tasso di deforestazione che oscilla tra il 20% e il 30% della super

Figura 01 Emissioni di CO2 globali derivanti da attività umane. Fonte: C.D. Kee ling, T.P. Whorf, and the Carbon Dioxide Research Group at the Scripps Insti tution of Oceano graphy (SIO)

8000 Mln m3 di CO2

Anno 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 1751 1801 1851 1901 1951 2001

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ficie del pianeta che ospita questi ecosistemi.

L’aumento della popolazione raggruppata nelle aree urbane è sostenuta da un’industria agroindustriale che riesce a produrre in modo massiccio e rapido la quantità necessaria di cibo e altri prodotti. Per raggiungere questo obiettivo, grandi porzioni di fo resta vengono abbattute continuamente per lasciar posto a campi coltivati. Queste nuove colture non solo non hanno la capacità di adempiere alle funzioni di protezione del suolo tipiche della fore sta pluviale o di raggiungere la biomassa necessaria per trattenere la stessa quantità di carbonio di un’intera foresta, ma lasciano posto ad un suolo eroso e desertico contribuendo drasticamente all’aumento della temperatura .

Questi cambiamenti hanno avuto un impatto diretto sull’au mento della variabilità dei modelli meteorologici mostrando una intensità e imprevedibilità dei fenomeni senza precedenti nella storia evolutiva del pianeta. Questo costante aumento della tem peratura ha influenzato altri processi naturali, come l’aumento della frequenza degli incendi boschivi a causa dei cambiamenti degli eventi dovuti ai cambiamenti climatici, alterazioni del ciclo dell’acqua e composizione dei nutrienti e di conseguenza delle fonti alimentari. Secondo gli studi della FAO, poiché l’habitat delle specie vegetali dipende da condizioni ambientali, come la temperatura e le precipitazioni, entrambe modificate dai cambia menti climatici, le condizioni originali delle specie vengono mo dificate, così che queste potrebbero variare la loro distribuzione, composizione e volume, e con loro anche quelle di altre specie che li abitano.

Le alterazioni degli habitat possono anche portare alla comparsa di nuove specie, alcune nocive, che influenzano negativamente popolazioni animali e umane. Come conseguenza, si potrebbe verificare un processo di adattamento delle specie alle nuove condizioni o addirittura provocarne l’estinzione se la loro capaci tà adattativa venisse superata.

La deforestazione continua ad essere un problema in tutte le fo reste del pianeta. Ogni anno circa sei miliardi di tonnellate di ani dride carbonica delle foreste tropicali vengono rilasciate nell’at mosfera a seguito del disboscamento, quindi è necessario cercare risorse alternative per far fronte a questa situazione e invertirne gli effetti, dal momento che, in caso contrario, potrebbero esserci conseguenze serie e irreversibili per il futuro sviluppo dell’uma nità.

02.2 Indonesia: l’esplosione demografica e le foreste pluviali

I processi di urbanizzazione hanno generato una serie di cam biamenti nella distribuzione demografica e nell’occupazione del territorio nel mondo. Poco più di dieci anni fa la popolazione urbana ha superato la popolazione rurale. Questo spostamento dalla campagna alla città, secondo la Banca mondiale di dati, con tinuerà ad aumentare esponenzialmente, specialmente nei paesi in via di sviluppo. (Vedi Fig. 2) In questo contesto, l’Asia ospita poco più della metà della popolazione urbana e, in futuro, si pre vede che l’aumento continuerà ad aver luogo sia in Asia che in Africa.

Sebbene il continente asiatico abbia la popolazione equamente divisa tra urbana e rurale, la prima metà rappresenta la metà della popolazione urbana totale in tutto il mondo. Inoltre, come ac cennato in precedenza, si prevede che i paesi in via di sviluppo saranno quelli che registreranno la maggiore crescita urbana.

Nel 2019, l’Indonesia è il quarto paese più popoloso del mondo - dopo Cina, India e Stati Uniti - con quasi 260 milioni di abitanti in un’area di 1 904 569 km2. La densità è di 135 abitanti / km2 , in un paese che richiede poco più di 5 ore in aereo per coloro

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Indonesia

0 - 10

-

MIGRAZIONE DAL RURALE ALL’URBANO (1950-2025)

71% 1975

Figura 02

Mappa della distri buzione della popo lazione mondiale e diagramma illustra tivo sulla migrazione dal rurale all’urbano.

Fonte: ONU, Popu lation Division 1950

che vogliono percorrere la distanza fra tutte le isole dall’Oceano Indiano al Pacifico. Tuttavia, la sua popolazione non è distribuita in modo omogeneo.

L’Indonesia è un grande arcipelago - il più grande del mondo - con più di 17.000 isole, non tutte abitate. Sumatra, Giava, Bor neo, Sulawesi e Nuova Guinea sono le isole con la più alta po polazione seguita dal gruppo di isole Molucche e le isole minori della Sonda, tra le quali si trova Sumba (Vedi Fig. 2)

Grazie alla sua posizione funge da collegamento tra l’Asia con

tinentale e l’Australia. Gode di un clima mite e temperato, le sue temperature variano da 23 a 28 gradi e un’umidità tipica delle regioni tropicali, che oscillano tra il 70 e il 90 percento. Queste caratteristiche fanno dell’Indonesia il terzo paese più ricco di bio diversità del pianeta, secondo solo a Brasile e Colombia.

La sua biodiversità è strettamente legata alla sua geografia. Con più superficie marittima che terrestre, l’Indonesia è tagliata in due dalla “Wallace Line”, un confine immaginario passante tra le isole di Lombok e Bali che prende il nome dal suo ideatore, separando il limite biologico di fauna e flora di Asia e Oceania . Questo limi te è reale e coincide con la fossa omonima, che divide le placche di Eurasia e Australasia, e si evidenzia in una netta differenza tra specie animali e vegetali, in aree che condividono lo stesso clima.

Figura 03

Un’altra caratteristica importante della geologia indonesiana è la presenza di vulcani, di cui molti attivi. I più alti raggiungono i 3 700 metri sul livello del mare e si trovano di solito al centro delle isole, lasciando la pianura sui limiti costieri. Ciò si verifica perché N

Distribuzione della popolazione in Indonesia.Fonte: ONU, Population Division

di Wee Lewo 02. L’isola più piccola dell’arcipelago più grande Sumatera Jawa Kalimantan Kepulauan Nusa Tenggara Malukut Sulawesi Irian Jaya Barat Jakarta Capitale dell’Indonesia SUMBA
18 19 La casa
mln 10
50 mln 50 - 100 mln 100 - 250 mln >250 mln persone
29%
38%62% 2000 47%53% 2025 58%42%

tutte le isole del grande arcipelago si trovano su diverse plac che tettoniche in piena “cintura di fuoco”, e sono costantemente scosse da movimenti sismici di diversa entità. Per posizione e caratteristiche geografiche, si può affermare che la vegetazione indonesiana sia unica per varietà e quantità, infatti 15.000 delle sue 24.000 specie vegetali sono endemiche. Il clima umido e il suolo fertile, arricchito di sostanze grazie alle eruzioni vulcaniche, rendono le isole un terreno ideale per varie colture e la crescita delle foreste naturali, che occupano quasi i due terzi della superficie totale della regione.

Sebbene quasi metà dell’ economia di Sumba si basi sulla forni tura di servizi, l’agricoltura è la terza attività che genera più ric chezza, impiegando circa il 45% della forza lavoro indonesiana. Le colture principali sono olio di palma, caffè, tè e spezie, ma principalmente riso.

Anche se l’agricoltura rende possibile una crescita dell’economia del paese, questa implica anche un rischio ambientale significati vo in un paese che contiene il 10% della foresta pluviale tropicale umida mondiale, poiché l’elevata domanda di prodotti si traduce in un alto tasso di deforestazione illegale e abbattimento ecces sivo.

A tutto ciò si somma il fatto che la politica del governo delle isole principali ha promosso la migrazione verso isole meno popolate, generando un flusso umano verso isole minori e colonizzando territori fino ad allora vergini. Questa situazione, insieme alla glo balizzazione, crea nuove sfide e minacce per la conservazione delle foreste pluviali e il raggiungimento di un habitat sostenibile in questi territori.

Sumba è una delle isole minori dell’Indonesia e appartiene al gruppo delle Isole Sonda. Si trova a sud-ovest del paese ad un’o ra di volo dall’aeroporto internazionale Ngurah Rai di Bali. Con poco più di mezzo milione di abitanti(611 422 abitanti nel 2010) - ha Waingapu come capoluogo e cen tro abitato più importante, con solo 10 700 abitanti circa. L’isola è attraversata da un’unica strada principale che la attraversa nella sua lunghezza di quasi 200 km. Gli altri centri più importanti si trovano a nord-ovest dell’isola, tra questi la comunità ancestrale nativa di Wee Lewo.

Come la maggior parte delle isole indonesiane, le aree topografi camente più elevate sono verso il centro e a sud-est dell’isola e le

Figura 04 Mappa di Sumba: principali città e col legamenti via terra, aria, mare con tem pi di percorrenza.

02.3 Sumba e le sue comunità ancestrali

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Figura 05

Inquadramento ur bano del villaggio di Wee Lewo: morfo logia, aggregati ur bani, collegamenti stradali e coltivazio ni. Curve di livello ogni 25 metri.

pianure e le valli si estendono lungo il bordo costiero.

Il periodo piovoso va da novembre a marzo, mentre, soprattutto durante i mesi di luglio e agosto le giornate diventano soleggiate e secche.

La vegetazione copre tutta l’isola che appare ricca di foreste sia sulla costa che nella parte centrale, in montagna. Per questa carat teristica l’isola è anche detta “isola del legno”.

Le foreste tropicali non sono l’unica vegetazione presente. Le colture di riso e alcune altre piantagioni colorano di verde il pae

saggio dell’isola. Dopo il riso, le coltivazioni di caffè sono le più diffuse.

Sebbene Sumba non sia una delle più ambite mete turistiche in Indonesia, il flusso è in costante aumento e i resort sempre più numerosi, spesso, diretti da e per gli stranieri. Le mete più ambite sono le sue spiagge di sabbia fine, le onde perfette per i surfisti e la presenza dei caratteristici cavalli nani.

In sintesi, poiché Sumba è un’isola poco popolata e ancora lon tana da commercio e turismo, è stata in grado di preservare gran parte della vegetazione nativa e delle sue foreste naturali , con sentendo così il mantenimento delle comunità native che la po polano.

Figura 06

Grafico meteo dell’i Isola di Sumba: medie giornaliere di giorni soleggiati, nuvolosi, variabili e piovosi.

Fonte: www.meteo blue.com

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03. IN UN PUNTO DI INFLESSIONE 03.

03. IN UN PUNTO DI INFLESSIONE

Figura 07

Distribuzione delle principali religioni nell’isola di Sumba e nella regione di Sumba Barat Daya. Fonte: www.bps. go.id (BADAN PU SAT STATISTIK)Census 2010

In questa parte del libro verrà presentata una panoramica storica generale, al fine di contestualizzare i periodi e gli eventi specifici che hanno determinato la possibilità che l’isola di Sumba fosse popolata fino ad oggi da gruppi che continuano a vivere immersi in pratiche tradizionali nel rispetto e nella cura della foresta.

Il lento ingresso delle religioni presenti nel resto dell’arcipela go, ha permesso alla filosofia Marapu di mantenere gli abitanti a stretto contatto con la natura; restando lontana dalle rotte tu ristiche, l’Isola ha subito un minore impatto degli effetti della globalizzazione; il tardivo interesse nel collegare Sumba alle rotte commerciali ha influito negativamente sulla costruzione di reti stradali e quindi sul trasporto di materiali industriali alle comuni tà nelle aree rurali rispetto al resto dell’Indonesia.

POPOLAZIONE

Protestante (391 665 - 64%)

Cattolico (196 104 - 32.05%)

Islamico (26 069 pers. - 4.26%)

Induista (717 - 0.12%)

Altro (71 558 - 11.69%)

POPOLAZIONE

686 113 284 903

Protestante (119 552 - 41.96%)

Cattolico (146 415 - 51.39%)

Islamico (4 502 pers. - 1.58%)

Induista (103 - 0.03%)

Altro (14 331 - 5.03%)

Indonesia Indonesia Indonesia Indonesia sec. IV sec. VIII sec. XIII sec. XIV 0

IV sec a.C. Le rotte di navigazione degli Indonesiani cominciano a sovrapporsi a quelle dei navigatori asiatici, dando nuovi impulsi commerciali con Cina e India.

Arrivano in Indonesia le religioni Induista e Buddista portate dai commercianti.

VIII sec. d.C.

Cresce la quantità di coltivazioni di riso permettendo l’accrescime nto di piccoli centri e regni. Si stabiliscono vincoli commerciali con Cina e India.

Si affermano il regno navale di Sriwijaya nel sud di Sumatra e il regno di Sailendra a Java centrale.

XIII sec. d.C. Termina il gran impero buddista dei Sriwijaya.

1292 d.C.

Marco Polo, nel suo viaggio dalla Cina alla Persia, visita Sumatra informando che in quella parte di Sumatra erano attivi sei porti commerciali.

Viene fondato il regno Induista Majapahit a Java est.

La casa di Wee Lewo In un punto di inflessione
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03.
Wee Lewo

Indonesiasec. XVI

XVI sec. d.C.

L’Islam diventa la religione dominante in Indonesia

1511 d.C.

Il portoghese Afonso de Albuquerque conquista Malaca, che controllava una delle principali rotte navali commerciali e strategi che.

1512 d.C.

La spedizione d’esplorazione portughese fu inviata all’est dell’Indonesia da Malaca alla ricerca delle 'Isole speciali' (Maluku)

Il cristianesimo arriva in Indonesia con i commercianti portoghesi.

Sumba

1552 d.C.

Abbiamo le prime testimonianze storiche dell’isola di Sumba grazie all’arrivo delle prime barche portoghesi.

Sumba sec. XVII

1602 d.C.

Se Viene fondata la Compagnia portoghese delle Indie orientali per garantire il monopolio commerciale olandese di spezie e canna da zucchero de especias y caña de azúcar explotando la división en pequeños reinos debido a la caída del imperio Majapahit.

1619 d.C.

Gli olandesi conquistano Batavia (attuale Giacarta)

1662 d.C.

Il sultano di Bima proa a riaffermare la sua autrità sull’isola, dove i Topass cominciavano un modesto commercio di sandalo.

1685 d.C.

La compagnia delle Indie visitó Sumba per instaurare il commercio di sandalo Indonesia

Sumba sec. XIX Sumba sec. XVIII

1712 d.C.

La prima spedizione di caffè da Giava raggiunge Amsterdam. Indonesia

1808 d.C

Il gover no delle Indie Orientali comincia la costruzione (1808–1811) della grande strada che connette Giakarta a Surabaya. Indonesia

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sec. XX

1866 d.C.

Da quest’anno l’isola appartenne formalmente alla compagnia delle Indie. Si stabilì un funzionario del gover no: Kontroleur S.Roos, per riscuotere le tasse e studiare glu usi della popolazione

1899 d.C.

Nella notte di Pasqua, il 21 Aprile 1889, si registra l’innaugurazione della prima chiesa gesuita.

1950 d.C.

Sukar no proclama uno stato, la "Repubblica indonesiana" che diventa il 60º paese membro dell Nazioni Unite.

1997 d.C

Una profonda crisi economica colpisce il paese a ccausa del crollo del prezzo del petrolio.

1999 d.C.

Prime elezioni nazionali liberae dal 1955.

1906 d.C.

L’esercito olandese invade Sumba perchè le guerre tra clan disturbano il commercio coloniale

1910 d.C.

Viene costruita la prima strada che connette Waika Bubak a Wainga per circa 150 km.

1912 d.C.

Il gover no olandese proclama un aristocratico per ogni area designandolo come re controllato di fatto dal gover no coloniale.

1915 d.C.

Sumba era divisa in tre distretti. Nel 1915 Sumba Occidentale si divise ulteriormente a seguito di uno studio delle tradizione per conto di un funzionario olandese. Si decise di creare Sumba Nord-Ovest y Sumba Sud-Ovest

1922 d.C.

Le pdue parti di Sumba Ovest si riunirono e, Sumba Centrale si converti in Sumba Est.

1930 d.C.

I missionari cristiani divisero nuovamente Sumba Ovest in Sumba Est e Sumba Ovest seguendo un limite divisorio linguistico.

1942 d.C.

I giapponesi invadono Sumba.

1945 d.C.

La notizia che Sukar no aveva dichiarato l’indipendenza nel 1945 tardó 6 mesi per raggiungere Sumba.

1958 d.C.

Sumba venne nuovamente divisa in due distretti: sumba Est e sumba Ovest

1999 d.C.

Prime elezioni democratiche. I sottodistretti di Sumba Ovest vengono divisi ulteriormente negli attuali 15 sottodistretti. Sumba

2005 d.C. Elezione diretta dei sindaci di ogni distretto.sec. XXI

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Indonesia
FORESTA
04. ABITARE LA
04.

04. ABITARE LA FORESTA

04.1 Società domestica

La forte connessione con la natura degli abitanti di una comunità indigena come Wee Lewo è il risultato di una complessa filosofia di vita, con una struttura sociale e una serie di pratiche quotidiane che la supportano. Al fine di dare un contributo alle pratiche ar chitettoniche delle comunità di Sumba, è innanzitutto necessario comprendere il contesto sociale in cui si presentano.

La struttura e l’organizzazione sociale nella parte Ovest dell’isola di Sumba è l’asse determinante per l’insediamento e l’organizza zione spaziale delle comunità e si richiede la comprensione al fine di intendere i diversi elementi che compongono l’architettura, gli spazi e le interazioni con gli abitanti.

Nel caso della società di Sumba occidentale, la parentela (intesa come relazione tra parenti) non è sufficiente per spiegare e de scrivere la complessità del comportamento sociale, economico e politico, ma piuttosto è necessario vedere il modello di struttura sociale che unifica i criteri organizzativi dei membri del gruppo e il ruolo che ognuno occupa in esso. In questo caso, il modello di struttura sociale è quello delle società domestiche (Lévi-Strauss), in cui l’identità dell’intero gruppo etnico è ancorata al gruppo familiare, amministrativo e architettonico della casa ancestrale.

Questa struttura è composta, da macro a micro, dai seguenti tipi di classificazione, che oltre a descrivere il comportamento sociale e politico, vengono trasferiti direttamente all’architettura e al mo dello insediativo sul territorio:

1. The Weyewa : La Tribù o gruppo etnico

2. Il Kamodo o clan all’interno del Weyewa

3. L’Umma o discendenze all’interno di ogni clan

4. Il Rumahkebung o le case dei membri di un lignaggio al di fuori della comunità tradizionale

La Tribù (anche chiamata gruppo etnico) dei Weyewa si stabilisce in un territorio comune nella reggenza di Sumba Occidentale.

La Tribù condivide ideologie, tradizioni, pratiche e linguaggio. All’interno delle Tribù, i Clan o Kamodo condividono un an tenato comune conosciuto o sconosciuto. Ogni Kamodo a sua volta è composto da circa quattro discendenze o Umma. Ogni Umma ha una casa di famiglia associata. Le case si trovano di consuetudine nella comunità ancestrale in cui è situata la casa del fondatore del Kamodo .

Figura 08 Ricostruzione gra fica prospettica del villaggio di Wee Lewo. Sono rap presentate le varie Umma nella loro posizione originale, costruite e in attesa di costruzione, e le tombe

Lewo foresta
34 35 La casa di Wee
04. Abitare la
36 37 La casa di Wee Lewo 04. Abitare la foresta

Figura 09 Clan, Tribù, Kamo do e Umma rap presentate nel loro ordine gerarchico. Individuazione delle differenti Umma di ogni Kamodo.

04.2 I Weyewa

04.2.1 Il gruppo etnico

Il Wejewa o Wewewa è un Gruppo etnico situato nella parte sudorientale dell’isola di Sumba. Sebbene condividano lo stesso tipo di struttura sociale, la spiritualità, l’architettura e le pratiche tradizionali della filosofia Marapu sostanzialmente simili ad altri gruppi adiacenti come Kodi, Laura, ecc., differiscono da loro nel linguaggio e nella parentela.

04.2.2 Le tre grandi tribù

Ci sono 3 grandi tribù all’interno del Gruppo etnico dei Weyewa

:

Figura 10

Riunione dei rap presentanti delle di verse Kamodo pre senti a Wee Lewo.

1. Badikoko (presente nelle comunità di Wee Lewo, Beinjelo e Bondo Ponda)

2. Mangutana (presente nelle comunità Umbudegu, Wini Bero, Tongo Watu e Bondokandelo)

3. Lewata (presente nelle comunità Monotilu e Ngurata)

0.4.3 Il Kamodo

04.3.1 Il clan

Kamodo è la parola che i wejewa usavano per descrivere i diversi clan delle tre grandi tribù sopra menzionate. La parola deriva dal “clan” gaelico , che significa “figlio” o “discendente”. Un clan è un gruppo di persone unite da legami di parentela e antena ti, collegati dalla percezione di essere discendenti da uno stesso antenato: questo può essere reale o mitologico, ma riconosciuto dai membri del clan come padre fondatore e simbolo dell’unità del gruppo. Nella parentela sono inclusi sia i consanguinei che le persone acquisite dal clan tramite adozione o matrimonio. I clan possono essere matrilineari (trasmissione della linea mater na), patrilineari (trasmissione della linea paterna) o cognatici (tra smissione dallo stesso antenato che comprende sia maschi che femmine).

Nel caso dei Wejewa sono patrilineari. Sulla stessa linea, i legami del clan possono essere ampiamente radicati nello spazio e, in questo modo, determinare i legami dei suoi membri con quel de terminato spazio. Incluso in questo “spazio” si può comprende re, ad esempio, la casa di un familiare all’interno di una specifica comunità ancestrale, pur essendo al di fuori del proprio ambito territoriale, vivendo lontano da esso o non avendo mai avuto contatti precedenti con questo luogo.

Come parte di una tribù, il clan può svolgere delle funzioni per integrare e unire i propri membri; queste sono:

a - Legali: obbligo del clan di vendicarsi e la responsabilità è reci proca nei confronti di ciascuno dei suoi membri.

b - Religiosi: le più importanti sono le cerimonie magiche relative alla filosofia Marapu e agli antenati, il fine di queste cerimonie è il benessere materiale di tutta la tribù.

c - Funzioni familiari: la più importante è l’esogamia - l’obbligo dei membri del clan di cercare relazioni sessuali e alleanze coniu gali al di fuori del clan di appartenenza.

40 41 La casa di Wee Lewo 04. Abitare la foresta

Sei Kamodo convivono a Wee Lewo:

1. Kamodo Katodalobo

2. Kamodo Taramanu-Ulewawi

3. Kamodo Kabatu-Kalada

4. Kamodo Lera-Mawo

5. Kamodo Dongga Moto Dapa Dari

6. Kamodo Weelewo Tilu

Ognuno di questi Kamodo prende il nome dall’antenato fonda tore ed è spazializzato attraverso una casa con lo stesso nome, in quanto casa del fondatore. A causa della deperibile condizione delle case, del passaggio di vari incendi nella storia di Wee Lewo e della necessità di essere ricostruita di volta in volta, alcune di queste case non sono state ricostruite e rimangono le basi delle colonne principali o qualche tipo di costruzione minore che in dica lo spazio fisico in cui dovrebbe essere eretta la casa. Questi spazi sono curati da tutti gli abitanti e la presenza delle case è molto presente nello spazio immaginario e spirituale di anziani, adulti e bambini, anche nei casi in cui non dovessero averle viste in tutta la loro vita. Prima di ogni Kamodo c’erano tre o cinque case costruite a Wee Lewo: una casa madre insieme ad altre case aggiuntive dove ognuna ospitava una diversa discendenza dello stesso clan, cioè i discendenti direttamente collegati di un ante nato comune.

Per Lévi-Strauss (1982), una casa si perpetua attraverso la tra smissione del suo nome, dei suoi beni e della sua discendenza lineare reale o immaginaria. Questa linea può essere considerata legittima, purché sia continua, e può anche essere espressa nel linguaggio della parentela, dell’affinità o di entrambi. Questi le gami sociali - reali o fittizi - tra i loro membri sono rafforzati dalle attività dedicate al mantenimento delle proprietà della casa (Gillespie, 2000.50).

Le persone si riferiscono alle loro case come ad unità da cui derivano le loro identità. In questo modo, la Casa come orga

nizzazione e gruppo di persone non si riferisce all’alloggio, ma allo spazio simbolico in cui si stabiliscono relazioni, esperienze e identità. Pertanto può essere considerata come una caratteristica materializzata della casa come un’organizzazione, dato che è for se la principale risorsa perpetuata.

Tra i Weyewa, le case familiari prendono il nome dall’antenato fondatore. Sebbene Lévi-Strauss consideri la casa come una spe cie di parentela, ai fini di questo lavoro è più utile considerarla come un gruppo sociale che ha funzioni specifiche come unità rituale, economica e politica.

Un Kamodo è normalmente composto da un minimo di quattro case familiari o Ummas . Tuttavia, tra gli Ummas di un Kamodo c’è una speciale attenzione su quale sia la casa madre, come la casa del fondatore del clan. Questa casa riceve a Kodi (un altro importante gruppo etnico di Sumba) il nome di Umma Kataku nata e in Wejewa di Umma Kalindakana .

Sebbene le relazioni tra Kamodos siano spesso associate a con flitti, ci sono spesso esempi di confederazioni di clan e altre alle anze di clan stabilite attraverso il matrimonio.

In termini di autorità politica, il capo di un Kamodo era tradi zionalmente il vecchio Umma fondatore del clan. Il capo del Ka modo svolge un ruolo di primo piano nella risoluzione delle con troversie ed è teoricamente il guardiano delle terre corporative di proprietà del clan e delle reliquie ancestrali. Tuttavia, questa posi zione di testa del clan non fu formalizzata come posizione basata sulla prole fino a quando gli olandesi non iniziarono a controllare l’amministrazione dell’area all’inizio del ventesimo secolo. Anche dopo che la posizione divenne formalmente basata sulla prole, un individuo di un altro clan Umma poteva assumere il ruolo principale del clan se non ci fosse stato nessuno qualificato ad assumere il ruolo di Umma fondatore del Kamodo . In questo contesto relativamente libero da autorità formalizzate, il vero po tere degli affari del clan era e continua ad essere esercitato da un piccolo gruppo di individui all’interno del clan (circa 5-10 in ciascun clan) chiamati Ratos . Ne parleremo più avanti.

Wee Lewo foresta
42 43 La casa di
04. Abitare la

04.3.2 Elementi condivisi e coesivi di un clan

04.3.2.1 Tamos

Come primo elemento di coesione del Kamodo abbiamo il Ta mos, parola wejewa usata per descrivere due omonimi checondi vidono uno dei loro nomi. Tuttavia, essere il Tamo di qualcuno non si limita alla semplice arbitrarietà o coincidenza. I Tamos o omonimi hanno una relazione di parentela, in cui l’assegnazione del nome viene data attraverso una cerimonia per stabilire con quale antenato il bambino voglia connettersi come protettore. Questa cerimonia può essere eseguita in due modi: la prima pre vede la presenza di tre vasi pieni di latte, ognuno con il nome di un antenato precedentemente e il bambino scegliendo uno di loro da bere, seleziona l’antenato di cui riceverà il nome. Un se condo tipo di cerimonia viene eseguito versando acqua di cocco sulla testa del bambino ripetendo il nome dei diversi possibili antenati - se il bambino non piange con uno dei nomi, significa che ha scelto di essere Tamo di quell’antenato. In entrambi i casi, il risultato è un legame molto forte tra la persona e il suo prede cessore, anche senza averlo conosciuto.

04.3.2.2 Proprietà terriera

All’interno di ogni Kamodo, il possesso collettivo dei terreni (te oricamente tutta la terra coltivata) e alcune reliquie ancestrali (ad esempio, orecchini d’oro) costituiscono il legame economico del gruppo. Questi legami sembrano in gran parte prevenire l’insor genza di maggiori controversie tra diversi gruppi all’interno dello stesso clan, anche se alcuni resoconti orali storici raccontano di gruppi di Ummas separatisi per formare nuovi clan a seguito di una disputa.

04.3.2.3 Festività

I cicli di indebitamento sono la prima ragione che favorisce la creazione di relazioni tra famiglie che abbracciano lunghi periodi

di tempo, generazioni in molti casi. Il mantenimento di tali rap porti lega i vari gruppi connettendoli tramite scambi reciproci ed obblighi di partecipazione ad eventi organizzati per mantenere attivi e reciproci questi stessi rapporti con le altre famiglie distri buite nell’isola.

Alcune festività vengono organizzate in coincidenza delle fasi del ciclo agricolo, la gran parte delle quali si svolgono nella casa ancestrale di un Umma, mentre le altre hanno luogo nelle rispet tive singole case, note anche come Rumah kebun. Queste feste sono in genere piccole riunioni (che coinvolgono spesso solo i membri della famiglia) ed implicano investimenti minimi di cibo e risorse e sono considerate come simbolo di unità tra famiglie, gruppi Umma e gruppi di clan.

Le più grandi festività dei Weyewa sono: Woleka, una festa di ringraziamento per celebrare il successo economico, le ceri monie in concomitanza con le fasi di costruzione della casa ancestrale, i funerali e le festività associate alla costruzione di

Figura 11

Tradizionale danza cerimoniale femmi nile: le donne sono adornate dai gioielli familiari e dai vestiti rappresentanti la propria discenden za.

44 45 La casa di Wee Lewo 04. Abitare la foresta

tombe che possono coinvolgere centinaia di ospiti, abbondanti quantità di cibo (ad esempio riso e bovini) e la partecipazione di tutte le famiglie del clan. Secondo l’usanza, le grandi feste dei Weyewa possono essere organizzate solo di fronte e all’interno della casa ancestrale dell’Umma per motivi cerimoniali del clan, indipendentemente da chi sia l’organizzatore principale o l’ospi te dell’evento.

E’ normale tra le famiglie dello stesso clan, fornire supporto materiale sotto forma di alimenti e bevande (ad esempio riso, caffè, tè o bestiame) nonché piatti, pentole e bicchieri necessari per questo tipo di cerimonie. Il supporto dei membri del clan è previsto anche per il trasporto delle enormi pietre tombali (che vengono trascinate con le corde e possono richiedere la forza di 500 o più persone) oppure quando viene costruita una nuova casa. E’ proprio per questo motivo che la maggior parte del bestiame macellato per le feste organizzate in occasione della costruzione di una nuova casa provenga da altri clan piuttosto che dalla casa del diretto interessato. Nel caso della costruzione di una casa ancestrale, non è raro che tutte le famiglie collegate alla Umma contribuiscano con pari quantità di bestiame. Gli sforzi collettivi per finanziare le grandi cerimonie sono chiaramente un’espressione dell’unità e della solidarietà del clan. A differenza dei contributi di bestiame finanziati da parte dei membri esterni al clan (che richiedono la restituzione recipro ca in occasione future), i contributi dei membri dello stesso Gruppo di solito non richiedono una restituzione ufficiale. La collaborazione tra i membri appartenenti allo stesso Gruppo e gli obblighi di restituzione sono necessari per ogni individuo per poter avere potere decisionale negli affari e negli accordi di scambio della forza lavoro. La mancata partecipazione agli ob blighi associati può persino comportare la completa eliminazio ne degli associati dai rituali del clan. Succede che quando alcuni membri smettono di partecipare a questi eventi, o smettono di contribuire materialmente (ad esempio, contribuendo col bestia me alle feste del clan), essenzialmente “Scappano dalla cultura” rinunciando per disonore di chiedere qualsiasi tipo di supporto

o assistenza futura ai loro membri del clan.

04.3.2.4 Costruzione della tomba

La posizione delle tombe di una stessa discendenza e della ri spettiva casa identitaria ancorano l’identità spaziale di tutti i suoi membri, indipendentemente dal fatto che vivano o meno nella comunità ancestrale. Questi due elementi vengono considerati la radice dell’intero clan.

Le tombe sono tradizionalmente erette come elementi mono litici in pietra e costituiscono fisicamente l’articolato paesaggio delle comunità della Sumba occidentale. A Wee Lewo, le tombe si trovano principalmente attorno alla piazza cerimoniale tra la casa Taramanu e Padikaka, di fronte alle case del clan Katodalobo. Il Kamodo Katodalobo è una discendenza riconosciuta come sacra per essere la più spirituale all’interno dei Weyewa godendo della presenza del maggior numero di tombe e di diverse dimensioni

Figura 12

Anziano Maestro, rappresentante del la propria Umma, siede sulla tomba dei propri antenati.

46 47 La casa di Wee Lewo 04. Abitare la foresta

sull’altopiano adiacente alle loro case. Il fatto che la casa madre di Kamodo Katodalobo sia a Wee Lewo conferisce alla comunità un carattere particolarmente sacro.

Con l’avvento di cospicui e sempre più repentini cambiamenti culturali e con l’avvento delle religioni moderne, tra cui spicca no quelle cattolica ed evangelica, le abitudini di sepoltura sono variate e gli abitanti che hanno cambiato religione hanno anche spostato i loro riti funebri in un altro spazio, fuori dalla comunità, costruendo le nuove tombe con cemento per semplicità logistica ed economica.

La costruzione di tombe è una delle più importanti cerimonie comunitarie poiché moltissime persone sono coinvolte nell’estra zione e nel trasporto dei blocchi monolitici di pietra dalle cave al luogo dove sarà collocata la tomba. Durante questi eventi la famiglia ha il dovere di nutrire tutti i soggetti coinvolti. La co struzione di tombe diventa per questo una delle attività in cui è possibile fornire la propria collaborazione per sanare i suddetti cicli di debito.

04.3.2.5 Spiritualità Marapu

Marapu è il nome dato allo spirito della natura o della vita stessa. Non possiede alcuna rappresentazione grafica ed è considerato particolarmente presente nella foresta e negli antenati e più in generale in tutto ciò che invoca la trascendenza della vita e dei suoi cicli. Per questo motivo, la casa è l’elemento tangibile della presenza di Marapu: viene portata dalla foresta alla vita quotidia na della famiglia e allo stesso tempo richiama il sacro ciclo della vita attraverso il ricordo degli antenati in diversi modi.

Sebbene la spiritualità Marapu sia la tradizionale, essendo descrit ta anche dal governo indonesiano come una religione animisti ca, l’affermazione del cattolicesimo o della religione evangelica è diventata economicamente più sostenibile per molti abitanti

Weyewa, questo perché la spiritualità Marapu comporta l’esecu zione di cerimonie e rituali durante svariati momenti della vita (funerali, costruzione della casa, situazioni di malattia, ecc.) e ciò richiede un’ingente spesa economica ed il sacrificio di molti ani mali. Alcune persone riferiscono di aver paura di ricevere una punizione per non essere in grado di svolgere bene le cerimonie e che rivolgendosi alle altre religioni vengono liberati da tali timori. Un aspetto positivo della spiritualità Marapu è la potente con nessione con la natura e il rispetto della foresta attraverso la co noscenza e la spiritualizzazione. Ciò si traduce nelle conseguenti pratiche di conservazione del territorio.

Cambiando religione e, insieme ad essa, le pratiche di vita, si per de lo stretto rapporto degli abitanti con la foresta ed il proprio territorio.

04.3.2.6 Antenati

Gli antenati sono forse l’elemento più importante nella com prensione della struttura sociale e della visione del mondo dei Weyewa. Nella filosofia Marapu, è attraverso gli antenati che si è capaci di connettersi con lo spirito di Marapu stesso. Il ricordo degli antenati è di vitale importanza all’interno della tradizione orale perché sancisce l’identità di una famiglia. Gli elementi fisici come la casa ancestrale, i cordoni ombelicali conservati in una scatola al centro della casa, le tombe, le reliquie, la tradizione di masticare Siri Pinan e i Tamos non sono altro che la manife stazione tangibile della presenza immateriale degli antenati nella Vita quotidiana.

È di rilevante importanza il rispetto generato nell’onorare ciò che era prima di noi e considerarlo sacro e fonte di saggezza, in un mondo in cui le novità spesso dissociano l’uomo dai legami che lo uniscono al territorio che abitano.

vii) Rituali:

I rituali sono attività svolte durante alcuni tipi di cerimonia o in situazioni specifiche in cui viene invocata la presenza di Marapu e degli antenati al fine di prendere decisioni o curare un membro

casa di Wee Lewo Abitare la foresta
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04.

della famiglia. I rituali sono diretti dall’insegnante spirituale o da gli insegnanti della comunità alla presenza di Ratos e degli altri membri. Questa invocazione avviene usando come mezzo due frutti essiccati al sole chiamati Siri e Pinan che vengono masticati per produrre un succo rosso e poi sputati nel terreno della comu nità. Altre volte viene aggiunto a questo atto, il sacrificio di due galline o due maiali, per i quali il maestro spirituale procederà con la lettura del fegato nel quale si troverà la risposta.

5. Umma Porota *

6. Umma Katoda *

7. Umma Pitu Bangga *

8. Posizione Umma Bangga Loba *

9. Umma Yambawali *

II. Kamodo Taramanu-Ulewawi

1. Umma Taramanu Ulewawi (casa madre) *

2. Umma Tenabolo *

III. Kamodo Kabatu-Kalada

04.4 Le Umma

Umma è la parola weyewa per nominare la discendenza. La di scendenza è la linea di antenati di una persona e nel caso dei Weyewa la linea è patrilineare.

In alcuni clan, come nel caso di quelli appartenenti all’etnia Weyewa , viene praticata l’esogamia ( exo dal greco “fuori” e gamos, che si riferisce al matrimonio) che regola l’elezione del coniuge e che proibisce la relazione matrimoniale tra membri dello stesso gruppo favorendo a sua volta il legame o l’alleanza tra diversi gruppi sociali.

Mentre i Kamodo condividono un antenato comune non neces sariamente conosciuto, gli Ummas sono i discendenti di un ante nato consanguineo patrilineare appartenente al detto Kamodo . Tuttavia, le discendenze accettano nuovi membri per associazio ne o adozione che verrano considerati discendenti a loro volta.

A Wee Lewo ci sono i seguenti lignaggi, raggruppati simbolica mente nelle loro rispettive case ancestrali con lo stesso nome:

I. Kamodo Katodalobo

1. Umma Katodalobo (casa madre)

2. Umma Pullu

3. Umma Tanggudendo

4. Umma Gollu Kollo

1. Umma Kabatu-kalada (casa madre) *

2. Umma Bo’u

IV. Kamodo Lera-Mawo

1. Umma Lera-Mawo (casa madre) *

2. Umma Keila *

3. Umma Padikaka

V. Kamodo Dongga Moto Dapa Dari

1. Umma Dongga-Moto (casa madre) *

2. Umma Umbulage

3. Umma Bina Ball

VI. Kamodo Weelewo Tillu

1. Umma Weelewo Tillu *

* Case non attualmente costruite, ma il cui spazio fisico è riser vato quando ciò accade.

Le Umma sono situate in comunità ancestrali e, idealmente, di verse case Umma creano un Kamodo. In aggiunta, ad ogni casa ancestrale ci sono circa 40 frazioni situate in conglomerati da 2 a 20 case situate tra 5 e 50 km al di fuori delle comunità ancestrali in cui vivono gli altri membri appartenenti a quella Umma. L’im portante è che il gruppo sociale collegato ad un Umma non deb

casa di Wee Lewo Abitare la foresta
50 51 La
04.

ba necessariamente dipendere dalla struttura fisica di una casa ancestrale per la sua esistenza.

Ogni Umma è teoricamente discendente da un unico comune antenato fondatore. Tuttavia, un Umma può includere individui correlati attraverso pratiche di adozione, che possono verificarsi in varie circostanze. In base a questa idea, i gruppi di una casa ancestrale (Umma) possono essere meglio definiti dalla loro con nessione con la casa ancestrale anziché dal comune antenato fon datore.

All’interno di ogni Umma, la struttura amministrativa non ha posizioni fisse. Le persone anziane e di spicco legate alla Umma discutono collettivamente questioni importanti relative a questo sottogruppo, come controversie o preparativi per le feste. Il ca pofamiglia che ha ereditato la casa ancestrale (che rappresenta un discendente in linea diretta col fondatore della casa ancestrale) è teoricamente l’individuo più rappresentativo all’interno dell’Um ma negli affari sociali, politici ed economici del clan.

miche della famiglia.

Il numero totale di case all’interno di un clan Weyewa , inclusi Ummas e Rumah Kebuns può ammontare a 200 unità. Molte delle case di campagna situate al di fuori delle comunità ancestrali si trovano in ulteriori raggruppamenti. Questo modello gerar chico di insediamento con una comunità primaria circondata da gruppi secondari mostra molte caratteristiche tipiche del modello di quartier generale.

04.5 Le Rumah Kebun

Le case come nuclei familiari sono l’unità base della produzione e della riproduzione. Nell’arco di una generazione solo la famiglia dei Rato in vigore abita nella casa ancestrale assumendo il ruolo di custodi dell’Umma, mentre i fratelli e le sorelle di quest’ulti mo si trasferiscono per costruire nuove case vicino ai campi di coltivazione. Le case che costruiscono fuori dalle comunità sono chiamate case di campagna o Rumah Kebun .

Mentre le case, nelle comunità ancestrali o Kampung Adat, de vono seguire i principi di costruzione Marapu, il Rumah Kebun può essere costruito prescindendo dai riti e dai materiali tradizio nali. Alcuni hanno la stessa tipologia formale delle Ummas ma differendo ad esempio per il tetto in alluminio ondulato, o per la distribuzione interna; altri ancora sono semplicemente case in legno o mattoni a due spioventi, a seconda delle risorse econo

casa di Wee Lewo Abitare la foresta
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05. LA CASA 05.

05. LA CASA

a questo spazio centrale per cucinare e mangiare. Da una parte della casa c’è l’ala cerimoniale o “degli uomini”, poiché le cerimonie vengono eseguite dai Ratos (uomini). In que sto spazio ci sono anche delle pedane lignee utilizzate come letti per alcuni membri della famiglia o per i visitatori. Dall’altra parte c’è il lato “delle donne” dov’è ubicata la cucina. Sebbene l’atto

Figura 13

Pianta “tipo” della tradizionale Umma con suddivisione degli spazi ed ele vazioni dal piano zero con riferimen to al piano del ba le-bale. Nella figura la Umma Katoda lobo.

05.1 La forma

La relazione tra forma e uso è una costante nella storia dell’archi tettura di tutto il mondo.

Nel caso delle case di Wee Lewo la forma non passa affatto inos servata. Al contrario, è una delle caratteristiche principali di que ste costruzioni. La forma e la dimensione dei suoi tetti danno vita ad un caratteristico profilo all’interno del paesaggio conferendo un carattere distintivo alle comunità native di Sumba. Non è raro che la prima domanda di ogni visitatore sia: perché i tetti hanno quella forma?

05.1.1 Lo spazio e la distribuzione

Sebbene le diverse Umma delle comunità di Sumba risponda no alla stessa tipologia (sociale e strutturale), tuttavia presentano lievi variazioni a seconda della tribù di appartenenza e alla parte dell’isola in cui sono ubicate. Queste variazioni possono esse re strutturali, ornamentali e funzionali, nonché nomi diversi per nominare elementi o spazi della casa. In questo lavoro ci con centreremo sulla descrizione delle case delle comunità della tribù Weyewa.

Il perimetro delle case è un poligono a quattro lati, verosimil mente quadrato e oscilla tra quindici e venti metri su ciascun lato. L’intera base di calpestio della casa è il risultato di una griglia qua drata tre per tre con un pilastro strutturale in ogni angolo della scatola centrale. I 4 pilastri monumentali a loro volta circoscrivo no l’atmosfera centrale della casa: la famiglia si raccoglie attorno

56 57 La casa di Wee Lewo 05. La Casa

di raccolta familiare, per cucinare, mangiare e parlare. Ci sono an che spazi per dormire accanto al fuoco e una stanza singola con pareti, per quando le figlie entreranno nel periodo di pubertà. Come preludio o corridoio verso l’interno chiuso della casa c’è un lungo ambiente esterno sotto lo stesso tetto, chiamato Ba le-bale . Anche questo corridoio è elevato sopra il terreno ma ad un livello inferiore rispetto all’interno della casa. Alla casa si accede attraverso due distinte porte collocate alle estremità del bale-bale. Ogni porta conduce ad una delle due parti sopra men zionate.

05.1.1.1 Il Bale-bale

Sebbene abbiano tutti lo stesso nome e alcune caratteristiche in comune, i bale-bale di ogni casa sono tutti diversi tra loro. Alcuni sono separati da terra di pochi centimetri mentre altri si solle vano di più di un metro ed è necessaria una scala per salirci. A seconda delle dimensioni della casa, questo corridoio è più lungo o più corto, poiché si estende lungo tutta la parte anteriore; anche la larghezza può variare da 1 a 2 metri in pianta. E’ caratteristico che ogni bale-bale sia costruito ad un livello diverso rispetto all’interno della casa e, la differenza di altezza risponde al fatto che la casa abbia o non abbia una stalla per ani mali sotto il livello principale.

A meno che non vi sia un motivo specifico per far entrare un ospite all’interno della casa, tutti gli incontri si svolgono in questo spazio. Qui gli ospiti vengono serviti e le donne lavorano a ma glia. I bale-bale sono generalmente divisi in tre parti. Uno spazio centrale, più lungo, e due piattaforme rialzate verso le estremità.

L’ingresso degli uomini è solitamente riservato di fronte allo spa zio centrale, mentre la cosiddetta porta delle donne è di solito di fronte ad una delle pedane laterali.

In alcuni casi queste piattaforme possono estendersi esterna mente al tetto, arrivando fino all’ingresso della casa adiacente ma non godono della stessa importanza. Questo spazio è general mente usato per lavorare a maglia, cucinare e parlare ma non per

il ricevimento degli ospiti. Le donne sono i principali fruitori di questo spazio.

Il tetto si staglia sempre a quattro acque verso i perimetri della casa sotto il quale il bale-bale è compreso. Alle volte il tetto lascia intravedere totalmente cosa succede in questi spazi mentre più frequentemente, le foglie di palma che compongono il tetto, lo nascondono quasi totalmente alla vista degli estranei.

Sebbene di fronte ad una casa lo sguardo sia attratto prevalente mente dal tetto monumentale e dalle scale di ingresso, una volta al suo interno si può apprezzare la complessità di ogni elemento

Figura 14

Sezione centrale della tradizionale Umma. In eviden za al centro sopra il fuoco, la scatola sacra, e sulla destra il tipico bale-bale.

58 59 La casa di Wee Lewo 05. La Casa

della casa. La facciata di bambù, in cui si trovano le due porte serve da supporto per appendere gli oggetti più vari che rap presentano l’unicità di ogni casa in qualità di rappresentante di un’intera discendenza.

05.1.1.2 Spazio interno

L’ambiente interno della casa potrebbe essere definito monospa ziale. Tuttavia, le differenti funzioni degli spazi sono indicate dal la presenza di diverse altezze per ogni piattaforma che compone la griglia del piano di calpestio. Ci sono anche pareti basse che suddividono simbolicamente lo spazio interno. Ad ogni spazio è assegnata una funzione diversa e non tutti i membri che abitano la casa possono circolare attraverso di essi con la stessa libertà. Sebbene tutto segua una chiara logica spaziale e strutturale, è impossibile capire l’interno della casa di Wee Lewo senza tener conto della visione del mondo e dello stile di vita di coloro che la abitano. L’interno della casa passa da essere una formale griglia di nove quadrati a un mondo complesso e in costante penombra, generando fascino e curiosità per i visitatori che entrano in una di queste case per la prima volta.

L’accessibilità alla casa risponde a pratiche sacre e rappresenta una forma di equilibrio per il quale ogni ingresso è destinato ad un singolo genere. Di solito gli uomini entrano dal lato destro e le donne dal lato sinistro. Tuttavia, adattandosi alla circolazione interna degli spazi, la casa può essere completamente percorsa dal Rato e i loro figli maschi, mentre le donne possono accede re solamente alla parte centrale e al lato che le compete per le funzioni della casa, lasciando l’altro lato al riposo degli uomini e dei figli maschi, degli ospiti, o dei visitatori in caso di specifiche cerimonie.

L’ala femminile è definita dalla presenza della cucina e degli ar ticoli per la pulizia della casa. Sebbene l’atto di cucinare avven ga sul fuoco centrale, in questa zona si trovano tutti gli utensili necessari. In alcune case di Wee Lewo è presente in questa zona anche una stanza chiusa al resto della casa, che sarà utilizzata

Figura 15

Nella foto, un uomo (Rato) seduto in ri poso sul bale-bale.

60 61 La casa di Wee Lewo 05. La Casa

Figura 16

Umma Pullu: diagramma degli spostamenti abi tudinari dei diversi componenti della famiglia.

dalle figlie dopo il menarca. Le figlie della famiglia potranno usu fruire di uno spazio personale in casa, fino a quando non saranno sposate. Questo spazio è generalmente delimitato da tappeti o elementi che fungono da pareti per offrire intimità. Generalmen te, questi elementi non portanti sono scarsamente legati al resto della struttura di bambù. Con ciò si potrebbe concludere che la sua unica funzione sia quella di mantenere la donna in uno spazio visivamente occulto e privato rispetto agli altri spazi della casa. Nell’area centrale della casa è consentito il transito di entrambi i sessi. Questi spazi sono il fuoco, chiamato Api, la zona notte dei genitori e delle figlie e l’area destinata alla cucina, dove si consu mano anche i pasti e dove la famiglia si riunisce in diversi mo menti della giornata. All’interno dello stesso quadrante, delimi

tato dalle quattro colonne principali, è appesa un’enorme scatola di bambù e legno, alta circa un metro e mezzo che domina qua litativamente l’intero spazio, appena sopra l’ Api. Il suo ruolo è da protagonista, sia nel ruolo che spazialmente, poiché contiene le reliquie della famiglia, tra cui i cordoni ombelicali dei bambini nati lì e i semi che fungono da amuleti. (scatola foto)

La conservazione delle reliquie familiari, in una scatola sospesa nel cuore della casa, ci permette di riflettere sull’importanza della discendenza, rendendo impossibile la dissociazione tra architettura e cosmovisione.

Questi tesori sono preservati dalla luce del fuoco che brucia qua si permanentemente al centro della casa, e come il cibo, vengono

Figura 17

Umma Bina Bola: diagramma degli spostamenti abi tudinari dei diversi componenti della famiglia.

62 63 La casa di Wee Lewo 05. La Casa

conservati grazie al fumo del focolare. Gli spazi tra le canne di bambù permettono alle superfici di essere permeabili, rendendo possibile questa interazione.

Figure 18-19

05.2 Struttura e processo costruttivo

05.2.1 I Maestri costruttori

La costruzione di una casa ancestrale è diretta dal Maestro co struttore, a sua volta Maestro spirituale. Il ruolo del Maestro è di fondamentale importanza poiché questa persona deve esse re in grado di dirigere i rituali Marapu e garantire che ogni fase dell’estrazione dei materiali e della costruzione della casa venga eseguita nel rispetto delle leggi della natura.

Il capo maestro sceglie tra i diversi Ratos solo quelli che possie dono abilità costruttive, di intaglio e meditazione affinchè siano gli unici ad eseguire le operazioni di costruzione: queste persone vengono chiamate Tucan .

Per essere Tucan vengono scelti 7 Ratos da Wee Lewo, 4 da altre comunità esterne e altri 7 appartenenti al Kamodo Katodalobo come segno di unità.

Ai servizi dei Tucan sono presenti molti aiutanti per svolgere mansioni di minore entità nel processo di costruzione o per la preparazione di cibo per tutta la folla di partecipanti. Le donne accompagnano anche cantando canzoni tradizionali nel momen to in cui le colonne vengono issate.

Nelle foto è cattu rato l’interno della Umma Katodalobo. Nella prima foto il centro della casa e lo spazio per con sumare i pasti, nella seconda il deposito degli utensili da cu cina.

05.2.2 Cerimonie

La costruzione di una casa è l’atto più sacro per una discendenza perché è il momento in cui la foresta diviene protettrice della vita

64 65 La casa di Wee Lewo 05. La Casa

della famiglia. E’ così che Marapu, lo spirito della natura e degli antenati si manifesta nell’oscurità e nella tranquillità della casa. Si svolge una cerimonia differente per siglare ogni fase del pro cesso di costruzione.

Per iniziare, durante un mese ci si accampa nella foresta in cui verranno estratti i materiali principali per la costruzione. Durante questo periodo viene chiesto il permesso alla foresta e con delle lance si verifica e contrassegna quali alberi sono pronti per diven tare la struttura della casa. In queste settimane un fuoco riscal da e illumina le notti. Lo stesso fuoco, non deve mai spegnersi ed è lo stesso che verrà usato simbolicamente, per accendere il primo fuoco al centro della casa, ricordando l’esperienza nella foresta. La costruzione richiede in media 12 settimane e sebbene la costruzione sia un’attività riservata agli uomini, gli altri mem bri partecipano alle cerimonie o alla preparazione del cibo per i lavoratori.

Le cerimonie che accompagnano la costruzione della casa sono otto, una per ognuna delle fasi. Ciascuna cerimonia prevede un numero e un tipo specifico di animali da sacrificare. La costru zione comincia con l’erezione delle quattro colonne centrali che sosterranno la casa, quindi si procede col perimetro e con il posi zionamento della scatola sacra al centro. Successivamente si pas sa all’assemblaggio della torre del tetto e vengono assemblate le travi principali.

Il giorno successivo alla costruzione della struttura principale, si procede con l’installazione delle canne di bambù che serviranno come struttura secondaria; segue il montaggio del soffitto, delle partizioni verticali e del bale-bale, dopodichè viene concesso un riposo di una settimana. Il passo successivo è il collocamento degli oggetti sacri all’interno della scatola centrale, i Ratos di scuteranno riguardo l’organizzazione della cerimonia finale e contemporaneamente il materiale in eccesso viene restituito alla foresta. Infine segue la cerimonia finale che dura una settimana tra canzoni e balli notturni intervallati da silenzi diurni. Per concludere la costruzione si svolge una cerimonia di fronte alla nuova casa. Il numero degli animali sacrificati è variabile a

seconda dell’importanza e dalla ricchezza della famiglia. Princi palmente gli animali sacrificati in queste cerimonie sono maiali e in quantità minori, i bufali, a causa del loro elevato valore eco nomico.

05.2.3 Struttura

La struttura che sostiene i grandi tetti delle case ancestrali di Sumba è incredibilmente sorprendente: la sua concezione è quel la di uno scheletro leggero, che consente di resistere ai frequenti terremoti che scuotono le isole indonesiane. La struttura è in gra do di raggiungere altezze che superano i venti metri senza l’uso di giunzioni metalliche, utilizzando solo corde vegetali e facendo affidamento sulla caratteristica leggerezza.

L’elemento principale sono le quattro colonne centrali, tronchi di poco meno di mezzo metro di diametro, in grado di soppor tare il carico impressionante del tetto. Le colonne sono ancorate al suolo grazie a fondamenta in pietra e i fori nel terreno in cui affondano sono profondi quasi due metri. Alle colonne sono le gate trasversalmente le travi principali, anch’esse tronchi di legno ma di diametro inferiore. Le travi irrigidiscono l’intera struttura e fungono da supporto per il bambù che costituirà il piano di calpestio della casa.

Legate contiguamente alle quattro colonne principali si trovano dei tronchi delle stesse dimensioni delle travi del pavimento:la loro funzione è di trasferire alle colonne e quindi al terreno gli enormi carichi e i momenti dovuti al peso e alle oscillazioni del tetto.

Allo stesso modo, questi legni reggono ulteriori bambù con la funzione di contrappeso, stabilendo un complesso equilibrio che articola il tessuto di canne come base del tetto stesso.

05.2.4 Materialità

I materiali utilizzati per la costruzione della casa sono tutti di origine naturale e estratti dalle foreste circostanti. Ogni differente materiale possiede un uso specifico per ogni parte della casa. La

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durabilità e le dimensioni di ogni pezzo sono conosciute grazie all’esperienza dei costruttori della comunità, che sanno da quale foresta e in quale momento estrarli.

05.2.5 Ornamento

Con l’ascesa del movimento moderno, la presenza di ornamen ti ha subito una dura critica rispetto alla sua importanza. Non sono pochi i testi che lo condannano, tra i tanti “Ornamento e crimine” di Lost o Jhon Ruskin nelle sue “Seven lamps of Ar chitecture”. Il modernismo vede l’ornamento come uno strasci co dell’architettura classica e cercando di disconnettersi da esso, tende a renderlo il più astratto possibile, attenendosi a geometrie minimaliste. In questo modo, si tende a vedere tutto ciò che non ha una funzionalità specifica come una cultura in ritardo consi derandola scarsamente sviluppata. Questo aspetto non è limitato esclusivamente all’architettura, ma si estende anche a qualsiasi tipo di oggetto.

Nella vita di Wee Lewo gli ornamenti sono presenti abitualmen te: negli abiti, negli strumenti quotidiani e, naturalmente, nell’ar chitettura delle case. La presenza di ornamenti non sorprende se intendiamo che le case non sono percepite come semplici rifugi, ma come templi che onorano la vita di un’intera discendenza, conferendo loro un carattere sacro e quindi importanza che do vrebbe riflettersi nel loro aspetto. L’ornamento delle case è di visibile in due gruppi: nel primo appartengono gli elementi che fanno parte della casa stessa, come colonne e travi che hanno intagli. All’interno di questo gruppo ci sono anche i dischi di un unico tronco di legno, disposti in senso orizzontale - perpendi colari alle colonne. Quindi ci sarebbe un secondo gruppo, quello degli oggetti mobili, a cui appartengono tutti quegli oggetti che sono appesi alle pareti, alle travi e alle colonne. Come spiegato sopra, le quattro colonne principali non solo svolgono un ruolo strutturale, ma hanno anche un ruolo di guida nello spazio interno della casa. La loro presenza è inevitabile e questo le conferisce un importante valore simbolico, motivo per

Figura 20 Nella foto il Maestro costruttore mentre nella foresta sceglie accuratamente i bambù da usare nella costruzione, tagliandoli con un machete.

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Figure scolpite sulla superficie lignea della colonna dedi cata all’adorazione di Marapu.

cui vengono decorate con particolare cura: sono completamen te intagliate con motivi ripresi anche nei tatuaggi tradizionali, la maggior parte figure geometriche intrise di significato. Tra le fi gure più ricorrenti c’è il cerchio che simboleggia l’acqua, l’ovale come rappresentazione del contenitore e il triangolo che allude alla foresta.

Gli stessi simboli si ripetono in altri elementi della casa, come nelle travi secondarie o nei dischi di colonna. Tuttavia, non sono gli unici ornamenti presenti, poiché ci sono altri segni e sculture specifiche in ogni casa. Ad esempio, una delle travi perimetrali della casa più vicina all’ingresso della comunità, chiamata protet tore, porta scolpita la figura di un cane.

Facenti parte del gruppo di ornamenti mobili, sono presenti in ogni casa i resti scheletrici di diversi animali sacrificati durante le cerimonie di costruzione. Questi resti, tra le quali ossa o teschi di bufalo, vengono mostrati non solo come decorazione, ma hanno funzione in qualche modo di status symbol, poiché sono il resi duo del numero degli animali sacrificati nelle cerimonie in onore della casa o di coloro che la abitano. Questi ornamenti possono essere esposti all’interno della casa, ma decorano più spesso la facciata del bale-bale essendo il primo elemento a vista. All’inter

no, non è raro trovare immagini di Gesù Cristo, specie in case che attraversano la transizione religiosa, rami di piante con un certo significato, fotografie di famiglia affiancate a teschi di bufalo e mascelle di maiale. Tutte queste vestigia narrano un momento specifico della storia della casa e le conferiscono personalità agli occhi del visitatore.

Allo stesso modo, non è raro trovare tessuti appesi alle colonne, per coprire e proteggere alcune incisioni o per differenziarle dalle altre colonne principali. È il caso della prima colonna accanto al lato maschile della casa, che viene considerata la colonna di ado razione Marapu e viene adornata con piume e tessuti. Da quanto sopra, possiamo concludere che nelle case dei Weyewa l’ornamento non è una semplice decorazione inutile; al contrario, è un modo sincero di manifestare i legami che li identificano e un mezzo di comunicazione significativo in una società che in origine non si serviva della scrittura.

Figura 21 Figura 22 Nella foto un teschio di bufalo esposto nel bale-bale di una Umma. Più teschi rappresentano più benessere essen do residuo degli animali sacrificati nelle cerimonie di costruzione della casa.
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06. SIMBOLISMO 06.

SIMBOLISMO

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07. RIFLESSIONI FINALI 07.

07. RIFLESSIONI FINALI

In conclusione, possiamo sicuramente affermare che l’architet tura di Wee Lewo risponde a uno stile di vita unico dato da una visione del mondo ancestrale dalla quale abbiamo molto da im parare.

Questo stile di vita, è fortemente minacciato dal repentino pro cesso di globalizzazione e soprattutto dalla conversione dei Ma rapu alla religione cattolica ed evangelica. Ciò mette in pericolo la conoscenza di queste comunità che potrebbe essere estratta e replicata criticamente in altri contesti. Sebbene gran parte di questa conoscenza sia tecnica, il loro rap porto con la natura ci lascia importanti insegnamenti su modi e possibilità del vivere comportandosi responsabilmente con l’am biente anche al di fuori del campo dell’architettura. Allo stesso modo ci sembra di vitale importanza riconoscere che ogni cultura, per lo stesso fatto di essere viva, cambia e si svi luppa nel tempo. Sebbene sia impensabile pretendere che non si adatti automaticamente al suo contesto e ai suoi eventi, ricono sciamo l’importanza di registrare e salvaguardare il loro modo di vivere e abitare, includendo la cosmovisione come un elemento intrinseco e fondamentale. Ciò consentirà non solo di raccontare e sfruttare tutta la saggezza del modo di abitare la natura delle persone di Wee Lewo, ma anche di essere in grado di analizzare e utilizzare criticamente tali informazioni per future valutazioni coscienti e / o interventi.

La casa di Wee Lewo Riflessioni finali
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07.
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