Gazzetta Ambiente 3 - 2018

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La salvaguardia e la valorizzazione di un territorio con la sua cultura, la sua tradizione, i suoi beni culturali, il suo paesaggio e il suo ambiente naturale, passa prioritariamente per la presa di coscienza dei residenti e dei visitatori, perché un “bene” lo si tutela solamente se lo si conosce e apprezza. GAZZETTA ambiente continua con l'opera di valorizzazione della zona dei Castelli Romani e dell'Appia Antica del Lazio, avviata già da tempo (cfr. Ga 1/17, 2/18). In questo dossier, con l'aiuto del Conservatore di Palazzo Chigi di Ariccia, architetto Francesco Petrucci, e degli archeologi dell’Archeoclub AricinoNemorense nelle persone del Presidente Maria Cristina Vincenti e del Vicepresidente Alberto Silvestri, viene illustrata la valenza storico-artisticoarcheologica della Vallericcia. Nel suo articolo Francesco Petrucci illustra il palazzo ducale di Ariccia, dalla sua origine come Palazzo Savelli fino a divenire Palazzo Chigi espressione dell'ingegno di Gian Lorenzo Bernini e del suo allievo Carlo Fontana, esempio unico di dimora barocca rimasta inalterata nel suo contesto ambientale e nel suo arredamento originario. Maria Cristina Vincenti delinea la storia del Casino Stazi poi divenuta Locanda Martorelli, storica tappa del Grand Tour. L'edificio storico che affaccia sulla Piazza di Corte conserva nella Sala al piano nobile un ciclo di dipinti murali eseguiti nel 1770-71 dal pittore polacco Taddeo Kuntze. Nel 1820 il Casino fu trasformato da Antonio Martorelli in locanda, frequentata fino al 1880 circa da pittori, poeti e letterati. L’edificio assume un’importanza notevole essendo legato alla memoria degli illustri personaggi (Corot, Turner, Ibsen, Longfellow, Gogol, Costa) che qui trascorsero periodi di studio, diffondendo attraverso le loro opere l’immagine dei Castelli Romani in tutta l’Europa. Nel 1988 la Locanda è stata acquisita dal Comune di Ariccia per diventare sede del Museo del Grand Tour. Alberto Silvestri rievoca la figura del cardinale Antonio Despuig y Dameto, tipico esponente dell’illuminismo e viaggiatore del Grand Tour, che realizzò nel 1789 la prima importante campagna archeologica di scavi in Vallericcia.

Conservazione delle Specie Beni culturali

Il valore storico-artisticoambientale del territorio dei Castelli Romani

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Lo sviluppo e l'evoluzione delle città oggi dipendono dalla capacità di reinventare l’uso degli spazi coinvolgendo abitanti, soggetti pubblici e privati per dare nuova vita a edifici dismessi, aree sottoutilizzate e quartieri degradati. Attraverso quindi una riqualificazione degli spazi pubblici come le piazze, i sottopassaggi, i giardinetti di quartiere e i parchi. È sempre più diffusa la volontà di riappropriazione degli spazi urbani e naturali ponendo al primo posto il benessere dei residenti e il rispetto per l’ambiente, mettendo in moto una coscienza civica sempre più green. L’obiettivo è quello di ridurre il consumo di suolo sfruttando le aree già a disposizione attraverso una rigenerazione urbana. Recentemente, la necessità, progettuale e non solo decisionale, di affrontare in maniera diversa la progettazione di spazi pubblici, è emersa con forza e con l’obiettivo di renderla maggiormente “partecipata”, grazie al coinvolgimento delle comunità locali. Il movimento del placemaking (e del placemanagement), teorizzato a partire dal 1975 dall’associazione newyorkese Project for Public Spaces (Pps) negli Stati Uniti conta ormai migliaia di comunità in tutto il mondo. Il placemaking è un approccio condiviso alla progettazione degli spazi pubblici per realizzare la rigenerazione di quartieri, città e parchi. Lo stato degli spazi pubblici nei quartieri romani vive da anni un processo di abbandono e dismissione; il disinteresse delle amministrazioni, una serie di norme e ordinanze che proibiscono le più normali attività, hanno progressivamente allontanato gli abitanti dagli spazi della città, lasciando come unica attività nello spazio pubblico il parcheggio. Alcuni comitati creati dalla partecipazione dei cittadini per cambiare la qualità della vita del loro quartiere hanno avviato un nuovo corso. Il Comitato PAC libero è un comitato di cittadini che chiede alle Istituzioni di rispettare i 120 ettari di verde pubblico del Parco di Centocelle, parco archeologico limitrofo ai quartieri Quadraro, Torpignattara, Don Bosco, Lamaro, Cinecittà, Centocelle, Pigneto, Alessandrino, Romanisti che dovrebbe già esistere da anni in una forma ben diversa dall’attuale con una legge già in vigore. L’area del Parco ha quasi duemila anni: qui sorgeva la villa

Conservazione delle Specie Aree protette

Il processo di riappropriazione degli spazi pubblici

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IL PROCESSO DI RIAPPROPRIAZIONE DEGLI SPAZI PUBBL IC I

Aree protette

imperiale Ad duas lauros, appartenuta ad Elena, madre di Costantino, una piscina termale e gli alloggiamenti per i cavalieri dell’imperatore (centum cellae), che danno il nome al quartiere. Per la presenza di questi importanti resti storici – sottoposti a vincolo paesaggistico – nel 2003-2006 è stato istituito dal Comune e dalla Regione il Parco archeologico di Centocelle (126 ettari, di cui solo 33 realizzati) che, nonostante delibere, soldi spesi e stanziati, versa in uno stato di forte degrado: inquinato da rifiuti pericolosi interrati; circondato da decine di autodemolitori, che occupano un’area vincolata e destinata a verde pubblico; devastato dagli incendi, soprattutto nella stagione estiva. Il Comitato sta portando avanti una battaglia per preservare e proteggere la salute degli abitanti della zona compiendo delle analisi accurate su aria, falde, suolo e sottosuolo; per far spostare gli audemolitori e realizzare una bonifica dell'intera area; per proteggere l’ambiente e l’ecosistema flora-faunistico; per salvaguardare il patrimonio archeologico e culturale; per riqualificare la zona in termini sociali, formativi, culturali e ambientali. Nell'articolo che segue, Maura Peca e Licia Gallo del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, centro studi indipendente che si occupa di ricerca, informazione, formazione e documentazione sui modelli di gestione delle risorse naturali e i loro impatti in termini di conflitti e giustizia ambientale, hanno raccontato della mobilitazione nata intorno alle tante criticità dell’area del Parco Archeologico di Centocelle (PAC) evidenziando l’importanza che il contributo di cittadini, associazioni e comitati può assumere nel processo di liberazione, valorizzazione e cura dei beni comuni. Il Centro è nato da un progetto dell’associazione A Sud con l’obiettivo di indagare, studiare e divulgare cause e conseguenze in termini ambientali, economici e sociali dei conflitti generati dallo sfruttamento delle risorse naturali e dei beni comuni, nei Sud come nei Nord del mondo. Con l’offerta di informazioni di prima mano e dati specifici, il CDCA si propone di stimolare l’interesse e il dibattito a livello nazionale e internazionale sulle politiche di gestione dei territori e sui conflitti in corso per la giustizia ambientale e sociale, informando la cittadinanza, fornendo materiali per studiosi, ricercatori, giornalisti e attivisti e al contempo dando voce alle comunità locali e ai movimenti sociali che non hanno accesso ai mezzi di comunicazione mainstream.


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La Scozia ha ospitato la Conference 2018 di Europarc Federation (18-21 settembre), il più grande evento dell'anno per quanto concerne i parchi, nella splendida cornice del Cairngorms National Park vicino Edimburgo. Nella conferenza intitolata, quest'anno, European Parks: Inspired by the Next Generation si è cercato di affrontare un tema molto interessante: il coinvolgimento dei giovani per governare al meglio le aree protette e la definizione delle azioni che devono essere compiute secondo le nuove generazioni. L'argomento scelto per la manifestazione non è casuale, infatti il 2018 è stato designato l’‘Anno dei Giovani’ in Scozia. Nel corso della Conference i giovani sono stati coinvolti nei dibattiti e nei processi decisionali ed è stato presentato il Manifesto della Gioventù (Youth Manifesto): un documento sviluppato congiuntamente da giovani rappresentanti di diverse aree protette europee per definire linee guida per i gestori dei parchi e per massimizzare il coinvolgimento dei millennians. Questo documento indica anche i bisogni e i principali problemi che i giovani vivono nelle aree rurali e presenta raccomandazioni rivolte ai dirigenti per facilitare il loro accesso a lavori e servizi. Nel Cairngorms National Park sono arrivati delegati da tutta Europa. Grazie soprattutto agli sforzi organizzativi dell’Ente di gestione del Parco di Cairngorms, la Conferenza ha avuto un successo straordinario con numeri di partecipazione tra i più alti di sempre: 465 delegati provenienti da 42 paesi e oltre 630 partecipanti in alcune giornate con eventi specifici; tra gli elementi di rilievo sicuramente l’eccezionale coinvolgimento dei giovani, oltre 90 partecipanti. La Conferenza comprendeva una sessione plenaria con varie presentazioni e un dibattito su temi legati ai giovani, un programma variegato di workshop che copriva fino a venti argomenti, la possibilità di apprezzare i paesaggi mozzafiato degli altopiani scozzesi durante uno degli oltre 16 “field trips”, un “market place” dove scambiare e mettere in vetrina prodotti ed eccellenze dei parchi e delle organizzazioni. Infine, la bandiera della Conferenza EUROPARC è stata consegnata al Parco Nazionale Kemeri, in Lettonia, dove l’anno prossimo, dal 24 al 26 settembre 2019, si terrà la prossima Conferenza di EUROPARC.

Conservazione delle Specie Aree protette

Il ruolo dei giovani nella gestione delle aree protette

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L’anno 2017 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite come l’Anno internazionale del turismo sostenibile richiamando l’attenzione sull’agenda del turismo responsabile e sul contributo agli Obiettivi dello Sviluppo sostenibile. Ciò ha trovato ricadute positive nelle priorità politiche di molti Paesi, con attività per migliorare il monitoraggio dell’impatto del turismo, estendere i regimi di certificazione ambientale, incoraggiare l’uso di nuove tecnologie e degli strumenti del settore finanziario “verde” e, in generale, promuovere una crescita sostenibile e socialmente inclusiva del turismo. Alcune indicazioni per l’azione pubblica, compresa quella del nostro paese, sono contenute in una recente pubblicazione dell’OCSE (2018) “Tourism trend and Policies”, in cui vengono trattate le “Tendenze e politiche del turismo dell’area OCSE”. Il turismo è un settore economico molto importante. In area OCSE copre il 4,2% del PIL, arriva al 6,9% dell'occupazione e al 21,7% delle esportazioni di servizi. Il trend indica una crescita continua del settore. Nel 2016 i Paesi dell'OCSE hanno registrato un aumento degli arrivi turistici del 3,9% pari al 55% del totale mondiale e al 60,4% delle entrate a livello mondiale dei viaggi (1.226 miliardi di dollari nel 2016). Il giro d'affari del turismo non solo continua a tenere ma va ad aumentare. Lo sviluppo sostenuto del settore del turismo dunque dipenderà dalla capacità di adattarsi alle nuove tendenze economiche, sociali, politiche, ambientali e tecnologiche. Per sviluppare appieno il potenziale del turismo come motore di una crescita sostenibile sarà necessario elaborare politiche solide che coinvolgano pubblico e privato nella governance del turismo. Prioritario sarà il miglioramento della competitività e della sostenibilità, aumentando la qualità e l'attrattività dell'offerta turistica differenziata a livello regionale e tematico che possa coprire tutto l’anno anziché periodi stagionali. Molti Paesi infatti hanno messo a punto nuove offerte ed esperienze fondate sul proprio patrimonio naturale e culturale promuovendo il turismo della salute e del benessere, il turismo per affari, eventi e diversi prodotti di

Conservazione delle Specie Sviluppo sostenibile

Strategie internazionali per un turismo responsabile

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STRATEGIE INTERNAZIONALI PER UN TURISMO RESPONSA BIL E

Sviluppo sostenibile

nicchia. Le politiche del turismo continuano ad annettere un’alta priorità alle opportunità offerte dalla digitalizzazione nell’ambito della comunicazione creativa e di quella mirata, nonché nel trattamento e analisi dei dati. L’aumento dei viaggi internazionali, specie dai mercati cinesi e da altri mercati asiatici, offre opportunità a tutti i continenti. Ulteriori misure sono state adottate per migliorare la connettività e ridurre gli ostacoli ai viaggi, in particolare i requisiti in materia di visti e le procedure d'ingresso, senza trascurare al contempo le crescenti preoccupazioni in materia di sicurezza. Nello stesso tempo, diversi Paesi hanno intensificato l’attività di promozione nel mercato interno, anche attraverso iniziative per estendere a tutti le opportunità di vacanza. L'articolo che segue, scritto da Luca Andriola e Mario Jorizzo dell'ENEA e da Riccardo Andriola esperto in scienze politiche, illustra il percorso della politica ambientale in materia di turismo sostenibile e i relativi strumenti operativi per realizzarla a partire dalla Conferenza Mondiale sul turismo sostenibile di Lanzarote ad oggi.


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Gli effetti del riscaldamento globale stanno interessando le acque di tutto il pianeta e, in particolare, dei bacini relativamente chiusi come il Mediterraneo: negli ultimi 30 anni la temperatura superficiale sembra essere aumentata a un ritmo di 0,4 gradi centigradi per decade (quindi di 1,3 °C) e le previsioni indicano che tale riscaldamento continuerà anche in futuro. Queste variazioni stanno provocando due fenomeni assai particolari: uno è detto “tropicalizzazione” del Mediterraneo e consiste nell’arrivo di specie che fino a pochi anni fa vivevano solo nei mari caldi. Queste specie, migrate attraverso il Canale di Suez o lo stretto di Gibilterra oppure trasportate accidentalmente nelle acque di sentina delle navi da carico, trovano un habitat favorevole e riescono a riprodursi e a stabilirsi definitivamente in acque un tempo troppo fredde. L’altro fenomeno è detto “meridionalizzazione” e consiste nell’ampliamento della distribuzione di specie che già vivevano nelle zone più a sud del Mediterraneo ma che oggi riescono a spostarsi più a settentrione, in acque divenute ormai abbastanza calde da permetterne la sopravvivenza. Entrambi i fenomeni hanno contribuito all’aumento nel numero sia di specie che di individui delle meduse, di cui le tartarughe si nutrono. Inoltre, come abbiamo visto sopra, le tartarughe marine prediligono acque calde anche per motivi legati al loro metabolismo: questo complesso di circostanze ha determinato l’ampliamento della distribuzione delle tartarughe stesse, che oggi giungono ad esplorare e a nidificare in zone lontanissime da quelle che erano le zone di nidificazione ritenute già al limite solo pochi decenni fa. Sino alla fine del ventesimo secolo, la nidificazione di Caretta caretta in Italia, e comunque nel Mediterraneo occidentale, era ritenuta un fenomeno sporadico o occasionale, eccezion fatta per le Isole di Linosa e Lampedusa, sulle quali la nidificazione della specie risultava segnalata più regolarmente, anche se in numero esiguo di casi (2-3 nidificazioni/anno, nel ventennio 1980-1999). Negli ultimi venti anni, con una frequenza sempre maggiore, si sono segnalate sistematiche nidificazioni sulle coste siciliane, calabresi e campane e, seppur in misura minore, nel Lazio ed in Toscana. Alcuni nidi hanno visto la schiusa delle uova persino sulle coste mediterranee di

Conservazione Conservazione delle delle Specie Specie

Gli effetti del riscaldamento globale nel Mediterraneo

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GLI EFFETTI DEL RISCALDAMENTO GLOBALE NEL MEDITERRANEO

Conservazione delle Specie

Spagna e Francia. Ovviamente, non tutte le spiagge “sperimentate” dalle tartarughe “esploratrici” sono risultate adatte; per dare un’idea, negli ultimi tre anni, su quattro nidi deposti lungo le coste del Lazio, solo da uno sono emersi i piccoli, mentre negli altri casi lo sviluppo degli embrioni si è arrestato a causa di allagamenti dovuti a mareggiate o a temperature della sabbia troppo elevate.


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