Notes per la psicoanalisi 16 - Al di là del principio di piacere II

Page 1

notes per la psicoanalisi 16/2020

ISSN 2281-1869

1920-2020

Al di lĂ del principio di piacere II

Alpes Italia srl - Via Romagnosi 3 - 00196 Roma tel./fax 0639738315 - e.mail: info@alpesitalia.it - www.alpesitalia.it


notes per la psicoanalisi rivista semestrale www.notesperlapsicoanalisi.eu Direttore responsabile: Mariella Ciambelli Redazione: Maria Luisa Califano, Barbara De Rosa, Riccardo Galiani, Roberta Guarnieri, Maria Lucia Mascagni, Mario Sancandi, Marta Sisti Comitato scientifico: Maurizio Balsamo, Catherine Chabert, Francesco Conrotto, Manuela Fraire, Roland Gori, Michel Gribinski, René Kaës, Laurence Kahn, Olga Pozzi, Massimo Recalcati, Dominique Scarfone, Antonio Alberto Semi

Grafica della copertina: Andrea Generali, www.andreagenerali.com

È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico Direzione e Redazione: Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma – e-mail: info@alpesitalia.it ISSN: 2281-1869 Abbonamento per l’Italia, € 40,00 – Abbonamento per l’estero, € 70,00 Richiesta di singoli numeri o arretrati: € 25,00 Per informazioni rivolgersi ad Alpes Italia srl (info@alpesitalia.it) Versamento sul c/c bancario: 000000000800 intestato ad Alpes Italia srl

Banca Popolare di Milano – Agenzia Roma Vitelli N° 309 CIN: U – ABI: 05584 – CAB: 03236 – IBAN: IT 05 I 05034 03271 000000000800

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 206/2012 del 05/07/2012

Finito di stampare nel mese di dicembre 2020 presso gli stabilimenti di Global Print srl Via degli Abeti 17/1 – 20064 Gorgonzola (Mi)


Editoriale

Sommario editoriale .............................................................................................................. 5 Inerzie nomadi. La forza delle pulsioni di morte Ellen Corin........................................................................................................... 11 La morte facile Ghyslain Lévy .................................................................................................... 23 Destini della pulsione di morte Catherine Chabert ............................................................................................. 37 L’al di là del principio di piacere è la fine del piacere? Andrea Baldassarro .......................................................................................... 49 La riscoperta della pulsione di morte Enrico Mangini .................................................................................................. 61 Al di là del principio di piacere: per una topica ed economica della pulsione sessuale di morte Alberto Luchetti ........................................................................................... 71 Fondamenti inconsci del soggetto ‘presoggettivo’ Gemma Zontini ................................................................................................. 83 In Al di là del principio di piacere il Freud ricercatore poteva teorizzare la pulsione di morte solo grazie al Freud scrittore Janine Altounian ................................................................................................ 95 Al di là piacere: ripetizione trascendentale e masochismo primordiale Alessandra Campo ............................................................................................ 105 Al di là dell’al di là Felice Cimatti ...................................................................................................... 117

3


notes per la psicoanalisi 16

Letture Jean-Bertrand Pontalis lettore di Al di là del principio di piacere Roberta Guarnieri ....................................................................................... 131 La prima accoglienza di Al di là del principio di piacere: una ricognizione bibliografica Giovanni Peduto .......................................................................................... 137 Appendice La problematica dell’impasto pulsionale: la pulsione di morte e la strutturazione interna dell’oggetto Benno Rosenberg ........................................................................................ 147

4


Editoriale

editoriale A questo punto sorgono innumerevoli altri quesiti cui non siamo in grado attualmente di dare una risposta. Dobbiamo […] attendere che si presentino nuovi strumenti e nuove occasioni di ricerca. (Freud, 1920, p. 249)

Sappiamo quanto consapevole fosse Freud, nell’affidare alla pubblicazione Al di là del principio di piacere, della portata del gesto con cui metteva in questione, ripensandoli in un nuovo contesto, concetti e principi su cui aveva fondato l’edificio della teoria, consapevole degli effetti potenzialmente dirompenti che avrebbe avuto l’introduzione della nozione di pulsione di morte. Si tratta, come detto da Assoun, di un vero e proprio ‘sisma metapsicologico’, paragonabile solo a quanto prodotto dall’introduzione del narcisismo: non un nuovo concetto, ma «un operatore che influisce su un “modo di pensare” nuovo (benché non incompatibile con ciò che lo precede, come sempre nella dinamica metapsicologica)». Come sempre nel procedere della teorizzazione di Freud, viene da aggiungere, per il quale si è fatto spesso ricorso al termine Aufhebung (uno dei primi a farlo, Octave Mannoni) che rende il senso del ‘conservare superando’ del movimento del suo pensiero. L’esergo, tratto dall’ultimo paragrafo del testo che contiene il riepilogo finale dei temi e delle questioni affrontate in quelli precedenti, segnala ciò che permane aperto all’investigazione successiva, i ‘resti’ di una riflessione che dovrà essere ripresa e ulteriormente elaborata. Ed è ciò che testimoniano una serie di testi successivi, tra i quali ci limitiamo a ricordare Il problema economico del masochismo (1924), dove la ripresa dà luogo ad un ribaltamento: la ‘correzione’ apportata da Freud alla sua idea precedente assegna al masochismo il carattere di primarietà.

5


notes per la psicoanalisi 16

Accanto all’immagine del sisma o a quella del ‘grande affresco metapsicologico’ che per Laplanche mostra una ‘libertà e audacia’ di Freud senza precedenti, non si contano i termini, gli aggettivi che sono stati spesi per connotare la fisionomia di un testo nel quale si avverte – a partire dall’andamento stesso della scrittura – tutta la difficoltà di Freud di rendere conto del suo gesto di rottura, di un momento forse tra i più travagliati del suo pensiero. L’introduzione della pulsione di morte ha scandito un passaggio nella teoria ricordato come la ‘svolta degli anni ’20’; da esso abbiamo visto germinare una messe di contributi ad opera di quegli analisti che vi si sono cimentati con particolare impegno – i loro nomi ricorrono nei lavori di questo e del precedente numero di notes –, forse perché è qui che il pensiero di Freud ha incontrato il suo punto d’inciampo più forte. Non a caso la parola ‘inciampo’, che è uno dei significati del termine ‘scandalo’ – spesso associato alla nozione di pulsione di morte – insieme ad ‘ostacolo’, ‘insidia’, ma anche ‘discordia’ e ‘divisione’. Quanto alla divisione, se con quella svolta si è prodotta una scansione di una certa portata, la linea che nel campo analitico separa per così dire un ‘prima’ da un ‘dopo’ Al di là appare come un solco profondo (una trincea…?) dato che la pulsione di morte è la nozione che forse più di ogni altra divide ancora la così detta comunità psicoanalitica. Questo testo complesso, a tratti oscuro porta i segni del compito che Freud si è assunto arrischiando del ‘nuovo’ per l’appunto e rispetto al quale non arretra, in una sorta di rinnovato Acheronta movebo, ma qui si tratta di procedere ‘zoppicando’ (torna in mente l’immagine che userà nel Mosé, della «ballerina in equilibrio sulla punta di un piede»); del ‘nuovo’ che in quanto tale non può che agire/retroagire sul già teorizzato, acquisito. Un percorso accidentato che si svolge attraverso i sette paragrafi, segnato da improvvisi/ imprevisti salti, da un movimento in avanti e all’indietro che mette a dura prova il lettore e lo pone di fronte a più di un nodo non sciolto, quando non a delle vere e proprie aporie. D’altra parte è forse proprio questo suo carattere per così dire ‘irrisolto’ che continua a sollecitarne una interrogazione. Tutti i concetti chiave che vediamo sfilare nel testo sono consegnati come questioni/domande al ‘dopo Freud’: la ripetizione, nelle sue diverse forme della coazione a ripetere, del gioco infantile, del transfert; la coppia legame-slegamento; la pulsione di morte; Eros e Thanatos quali forze primordiali in lotta. Insieme ad essi, il ricorso alla speculazione, con tutte le conseguenze – e le complicazioni – che comporta, per il discorso e le argomentazioni di Freud, l’ampliamento dello scenario in cui ritroviamo altri ‘luoghi’ di riferimento (le scienze della vita, la filosofia, il mito). La ricerca di un al di là del principio di piacere, o meglio di piacere-dispiacere – formulazione presente in Precisazioni sui due principi dell’accadere

6


Editoriale

psichico (1911) che andrebbe mantenuta – di cui rendere conto dal punto di vista teorico e che nelle stazioni del percorso sembra continuamente sottrarsi alla presa, delinea il movimento con cui Freud si spinge in avanti con uno sguardo per così dire rivolto all’indietro, ai suoi ‘antecedenti’ più lontani, innanzi tutto al Progetto di una psicologia (1895), da cui trae antichi concetti per ripensarli in un nuovo contesto. Il percorso, che si farà sempre più accidentato, muove dalla clinica delle nevrosi di guerra/nevrosi traumatiche, e comincia con l’ammettere un’eccezione al dominio del principio di piacere (il ritorno coattivo dell’evento traumatico nei sogni produce sofferenza, viola la regola dell’appagamento di desiderio); un'eccezione che è però lo stesso Freud a invalidare indirettamente, evocando lo sviluppo d’angoscia come tentativo di «padroneggiare gli stimoli retrospettivamente». Comincia dunque con (ciò che sembra) un’eccezione e finisce per corroborare la regola princeps? Se un principio diverso si dà, questo è la morte, che si ritrova nell’equazione piacere-estinzione dell’eccitazione? Nel tornare al/sul Progetto, dove Freud aveva identificato (o meglio, aveva scritto: «siamo tentati di identificarla») la fondamentale tendenza della vita psichica ad evitare il dispiacere con la ‘tendenza primaria’ all’inerzia, che cosa comporta questa ripresa del paradigma energetico, dominante in quel testo? Questa vicinanza ‘prossima’ alla coincidenza tra principio di inerzia e principio di piacere nel suo orientamento negativo, che nel testo del 1895 era presente in nuce, verrà sviluppata fino alle sue estreme conseguenze in Al di là ? Una sorta di ‘complicità’ tra morte e piacere, o meglio godimento, ne sarebbe l’implicito; il principio di piacere-dispiacere giocherebbe lo stesso gioco della pulsione di morte nella sua tendenza a riportare tutto ciò che è vivo e in movimento verso uno stato di immobilità, inorganica. La vita, «le pulsioni di vita», costituiscono la fonte di una incessante perturbazione della vita psichica, di tensioni ‘rumorose’ il cui sollievo procura piacere, di contro, «le pulsioni di morte sembrano compiere il loro lavoro senza farsene accorgere», silenziosamente: «Sembrerebbe proprio che il principio di piacere si ponga al servizio delle pulsioni di morte». La sessualità, il desiderio sessuale la cui mira è l’unione con la sostanza vitale di un altro individuo, sarebbe l’unica a contrastare la pulsione di morte, ad ostacolare l’inerzia conservativa o quella del ritorno ad uno stato di quiete, e con quali mezzi? Quali i rapporti di Eros che riunisce, che tende a costruire unità sempre più ampie e complesse, con la pulsione di morte? Abbandoniamo questi interrogativi che sono solo alcuni di quelli che il testo pone e che il lettore troverà tematizzati nelle diverse proposte degli autori, per aggiungere ai lavori di Freud sul tema della morte già ricordati nel precedente editoriale un piccolo testo di pochissime pagine, Caducità (1915).

7


notes per la psicoanalisi 16

Il richiamo a questo testo ci piace farlo attraverso la lettura che Elvio Fachinelli ne fece nel 1989 (anno della sua morte) in un testo anch’esso di poche pagine, un richiamo che vuole anche essere un piccolo omaggio ad uno psicoanalista troppo spesso dimenticato. Come si ricorderà, protagonisti di una conversazione che avviene sullo sfondo di una «contrada estiva in piena fioritura» sono un giovane poeta e un amico silenzioso, Rainer Maria Rilke e Lou Andreas-Salomé. Freud reagisce con forza al fatto che il poeta contempli la bellezza della natura senza trarne gioia, godimento, perché turbato dal pensiero che sia destinata a sparire come quella delle creazioni umane: «No! è impossibile che tutte queste meraviglie… debbano veramente finire nel nulla… In un modo o nell’altro devono riuscire a perdurare, sottraendosi ad ogni forza distruttiva», affermando poi il valore della transitorietà, naturale e umana, che è di rarità nel tempo. Ma questo non fa effetto su nessuno dei due. «(E neppure su di noi, per la verità)», commenta Fachinelli, ricordando il modo in cui Freud legge questa assenza di reazione, questa ‘indifferenza’: «il poeta prevede la fine… il lutto che gliene verrà» e lo rifiuta, impedendosi così di godere. La successiva evocazione da parte di Freud, dell’attualità terribile, spaventosa, della guerra si chiude con la speranza che l’estinzione spontanea del lutto renderà la libido libera di investire nuovi oggetti, rimpiazzando quelli perduti… «Torneremo a ricostruire tutto ciò che la guerra ha distrutto, forse su un fondamento più solido e duraturo di prima». Tocca a Fachinelli ricordare che dalla catastrofe non sorse nessun mondo ‘solido e duraturo’, bensì nazismo, fascismo e una guerra ben peggiore della prima. «Lo stesso Freud, attraverso la costruzione teorica della pulsione di morte, giunse a dubitare» della possibilità di contrastare la distruttività generalizzata, arrivando per altra via alla visione del giovane poeta. Si potrebbe persino pensare, continua Fachinelli, che «la voce di questi, rifiutata con tanta sicurezza, corrispondesse ad una voce segreta in lui… che sarebbe emersa più tardi». La lettura di Freud sarebbe stata dunque «un po’ frettolosa»: il poeta «non si ribella a un lutto futuro» perché nel contemplare quella contrada fiorita «il lutto è già in lui, ed è un lutto non risolvibile, perché tutte le cose che vivono… muoiono davanti ai suoi occhi… non sostituibili», come chi le guarda. E qui pone una citazione da Rilke: «(Ogni cosa/una volta, una volta soltanto. Una volta e non più. E anche noi/una volta…)». Gli ‘uomini di buon senso’ e il Freud di Caducità si affretterebbero a dirgli che si mette in lutto prima che arrivi la morte di ciò che ama, ma la risposta del poeta è altra: il ‘loro’ lutto arriverà troppo tardi perché la perdita sarà di tali dimensioni da non essere più riparabile. Il ‘loro’ lutto è saggio e al tempo stesso inutile perché tardivo, quello del poeta «è folle – e preveggente», e così chiude: «… il tardo Freud, il Freud così detto pessimista di Al di là del

8


Editoriale

principio di piacere, gli darebbe forse ragione»; un'ipotesi con la quale i lavori di questi due ultimi numeri di notes aiuteranno il lettore a confrontarsi. Nel licenziare questo numero doppio, con il suo tema, con il suo tempo – un secolo dagli anni ’20 al principio dei nostri anni ’20 – siamo anche indotti a ripercorrere la storia di questi otto anni della nostra rivista. È guardando indietro ma al tempo stesso avanti che ci rivolgiamo ai lettori nel momento in cui annunciamo la sospensione della sua pubblicazione. Questa piccola impresa, che vogliamo ancora definire ‘artigianale’ per il modo in cui abbiamo inteso lavorare alla confezione di ‘oggetti non di serie’, ha ricevuto in questi anni molti segni di riconoscimento che ci hanno aiutato a portare avanti una certa idea di fare, ancora oggi, una rivista di psicoanalisi. Ora, in conclusione di questo 2020, è diventata per noi evidente l’opportunità di una pausa, di una sospensione, in attesa di capire se il nostro progetto potrà continuare a vivere in questa forma, la rivista, o in altre da costruire. Disponiamo del patrimonio prezioso di sedici numeri che non vorremmo si disperdesse e che ci piacerebbe continuasse a circolare, ma di questo sarà nostra cura tenervi al corrente. “notes per la psicoanalisi” per ora cessa le pubblicazioni, come usa dire, ma non vuole cessare di promuovere pubblicamente momenti di confronto con quei pensieri che, grazie a tutti i ‘nostri’ autori, le sue pagine hanno raccolto e diffuso.

Mentre eravamo impegnati nella redazione di questo numero, ai primi di ottobre abbiamo ricevuto la notizia della scomparsa di Vittorio Califano, stimato collega e prezioso interlocutore per alcuni di noi. Desideriamo esprimere il nostro cordoglio richiamando il suo contributo alla teoria e alla clinica psicoanalitiche della coppia e della famiglia, un lavoro che lo ha impegnato per molti decenni, e ricordando l’apporto che dette, insieme ad Elvira Nicolini, al Dossier contenuto nel numero 13 del 2019, il secondo dedicato al tema della guarigione.

9


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.