Che aspetti ad andartene?

Page 1

Michele Minolli

CHE ASPETTI AD ANDARTENE? L’amore di coppia nella cultura iper-moderna

Collana i Territori della Psiche diretta da Doriano Fasoli

Board scientifico: Alberto Angelini, Andrea Baldassarro, Marina Breccia, Giuseppina Castiglia, Domenico Chianese, Salomon Resnik, Marcello Turno, Adamo Vergine

Alpes Italia srl - Via G. Romagnosi 3 - 00196 Roma tel./fax 06-39738315 - e-mail: info@alpesitalia.it - www.alpesitalia.it


© Copyright Alpes Italia srl Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma tel./fax 06-39738315

I edizione, 2016

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Tutti i diritti letterari ed artistici sono riservati. È vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera. Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotocopia, fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche sulla tutela dei diritti d’autore


INDICE RINGRAZIAMENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

V

PRIMA DI INIZIARE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

VII

2. L’INNAMORAMENTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

11

1. L’INVESTIMENTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1

3. PER LA VITA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

21

5. L’INTIMITÀ. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

41

7. LA VIOLENZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

61

4. L’AMORE PUÒ DURARE? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

6. LA CRISI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

31

51

8. IL PERDONO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

71

10. LO STIMOLO DELL’ALTRO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

91

9. SEPARARSI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

81

11. DIVENIRE ASSIEME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

101

13. PERCHÉ NO? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

121

12. CHE COSA È L’AMORE? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

111 129



Che aspetti ad andartene sono le parole che una moglie rivolge in seduta al marito: è un grido di disperazione che racconta la mancanza di amore; ed è la delega, dolorosamente indirizzata a lui, per la soluzione a una situazione di stallo. Molte coppie soffrono per l’impossibilità di pensare l’amore come processo. Che aspetti ad andartene è stato scritto alla luce delle separazioni, per comprendere che cosa è l’amore e che cosa rappresenta nella crescita dell’Io-soggetto. La separazione non è l’unica soluzione alla crisi di coppia. Che aspetti ad andartene è il naturale sviluppo di Amarsi, amando (2007), scritto con Romina Coin. Sviluppo vuol dire che con il tempo le idee si dipanano e vanno avanti. Hanno inciso su questo approfondimento i Corsi di post-specializzazione sulla relazione di coppia tenuti al Centro di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe) di Milano, i serrati colloqui sulla coppia con Francesco Dettori, il delicato lavoro di supervisione all’interno di Progetto coppia, la dura e a volte dolorosa esperienza del confronto con le molte coppie in analisi, il lento e inevitabile processo del pensare. Che aspetti ad andartene esprime una visione sull’amore di coppia che non è quella della cultura attuale o di molti autori in voga.

La fluidità e la piacevolezza dalla lettura è dovuta a Romina Coin, Flavia Micol Levi, Francesca Piazzalunga e Tommaso Lucchini. Un grazie di cuore a nome mio e anche, suppongo, dei lettori. È solo grazie al loro paziente e puntuale lavoro che la lettura scivola e il cuore si riempie.

V



PRIMA DI INIZIARE La centralità dell’Io-soggetto, come sostenuto in Essere e divenire. La sofferenza dell’individualismo (Minolli, 2015), rimanda a una necessaria applicazione nei vari ambiti della vita umana, quali la coppia, la famiglia, il gruppo, la società e la cultura. Sono i principali investimenti dell’Io-soggetto. Sono loro che costituiscono la sua esistenza e che esprimono la sua configurazione. L’importante è notare che non sono gli investimenti a connotare l’Io-soggetto, ma al contrario essi sono l’espressione della sua configurazione. Per questo sono significativi. Attraverso le modalità specifiche dell’investimento su coppia, famiglia, gruppo, società e cultura possiamo conoscere le caratteristiche di quell’Io-soggetto. Non sarebbe giusto fare di ogni erba un fascio. Gli investimenti sono diversi perché diversa è la componente veicolata dell’Io-soggetto. L’investimento amoroso sulla coppia dice la profondità della sessualità e dell’affettività dell’Io-soggetto; l’investimento sulla famiglia indica un senso di apertura e disponibilità verso i figli; l’investimento sul gruppo riguarda la complessità delle proprie sfaccettature; l’investimento sulla cultura e la società, mettendoli assieme pur nella loro diversità, esprime una dimensione ancora più pubblica. Alcuni autori approfondiscono questi ambiti costruendo una teoria specifica per ognuno di loro, quasi fossero massi erranti o pianeti solitari. A nostro avviso questa impostazione non ha molto senso. Gli investimenti provengono dall’unità dell’essere umano ed è quindi indispensabile avere un criterio unitario per leggere l’investimento sulla coppia, sulla famiglia, sul gruppo, sulla società e sulla cultura. Avere un criterio unico non è solo una conseguenza della centralità dell’Io-soggetto, ma è anche espressione della sua complessità. Una complessità da non recitare come un mantra alla moda, ma come caratteristica dell’unitarietà dell’Io-soggetto. La complessità è data dal tutto fatto di parti e dalle parti che sono il tutto. È possibile che le teorie fondate su criteri specifici anziché su un criterio unitario per la comprensione dell’essere umano si focalizzino su livelli o su tempi relativi allo sviluppo e quindi all’età. È certo che l’Io-soggetto manifesta aspetti diversi di sé quando si mette in coppia, quando mette al mondo dei figli, quando si trova a confronto con un gruppo, quando si occupa della società o prende posizione nei confronti della cultura. Questi aspetti non sono però da considerare isolatamente, quasi fossero a sé stanti. Sta alla teoria ipotizzare che sono aspetti emergenti dell’unico Iosoggetto al di là dello sviluppo e del tempo. L’Io-soggetto non sa chi è né tanto meno lo sanno gli altri. Le specificità e le caratteristiche che fanno dell’Io-soggetto quell’Io-soggetto non sono note né agli altri né a lui. Solo gli investimenti, in quanto espressione dell’unità dell’Io-soggetto, esVII


Che aspetti ad andartene?

primono e rendono conoscibile la sua configurazione. La conoscenza umana non è paragonabile a una sfera di cristallo. Essa è limitata e conosce solo attraverso i fatti. Che siano esperimenti di laboratorio o situazioni naturali, è solo a posteriori che la conoscenza può emergere e progressivamente arricchirsi. Per questo gli investimenti, sulla coppia o sulla famiglia, sul gruppo o sulla società e la cultura sono determinanti per conoscere quell’unico e specifico Io-soggetto.

Il nostro tema non è però la famiglia, il gruppo, la società o la cultura, ma la coppia. Studiare i diversi ambiti alla luce dell’unitarietà dell’Io-soggetto è certamente utile. Riuscire a coniugare il processo dell’Io-soggetto con la famiglia, il gruppo, la società e la cultura è un obiettivo auspicabile. Qui però prenderemo in considerazione soltanto la coppia, gettando su di essa una luce diversa dalla cultura passata e presente, e diversa anche da quanto sostengono alcuni autori esperti di coppia.

La cultura in questi ultimi anni ha fatto dei cambiamenti esponenziali, con ricadute inevitabili anche sulla coppia. Nel corso del XX secolo si è assistito al tramonto della tradizione: ormai la coppia non è più retta dai dettami religiosi o sociali, che esisteva e si costituiva in funzione di un’autorità sovraordinata prescrittiva di come e quando l’amore poteva esistere e garante della sua stabilità nel tempo. Come contraccolpo è susseguito un lungo periodo caratterizzato dall’opposizione all’autorità: nella seconda metà del secolo scorso, la cultura era pervasa dalla denuncia intransigente “dell’alienazione, del conformismo della vita borghese, e degli obblighi tradizionali della morale” in favore “di una liberazione individuale e collettiva” così che “il desiderio, la spontaneità, il godimento sessuale” hanno lentamente sostituito i comandamenti rigidi della morale. La coppia continuava ad esistere, ma sorreggendosi sempre più sul desiderio affettivo e sessuale del singolo. Oggi, con evidenza, la cultura è in un’altra fase ancora. Oggi la cultura iper-moderna “non si costruisce più nell’opposizione alle norme della morale tradizionale e non si dispiega più nel nome della verità o dell’autenticità dell’io. Oggi predomina la spontaneità e l’immediatezza dei desideri. (…) Non esistono più grandi opposizioni, più nemici da abbattere, più obiettivi di emancipazione riguardo le antiche costrizioni morali” (Lipovestsky e Serroy, 2013, pag. 403 ss.). La visione della coppia veicolata dalla cultura, oggi, è diversa dal passato: ognuno può seguire senza problemi i propri desideri. In questo scenario può suonare ideologico anche chiedersi quale statuto assegnare all’investimento d’amore, al valore evolutivo della sua durata, al bisogno dell’essere umano di creare legami e, proprio attraverso questi, elaborare la sua emancipazione. Sono proprio queste le domande da cui partiremo e su cui imposteremo la nostra esposizione. VIII


Introduzione

Libertà non è seguire l’onda del sentire del momento ma appropriarsi, riconoscersi nel percorso, abitarlo in prima persona, pena il rischio di vivere sempre più nel nonsenso, nell’anomia, nel vuoto.

Il nostro obiettivo è anche prendere le distanze da autori che basano le loro teorie su una visione epistemologica ormai datata. Fare ricorso a una teoria per leggere e capire la coppia è inevitabile. Il problema semmai è domandarsi quale teoria offre una prospettiva coerente col suo intento visto che, a dispetto di quanto si afferma, spesso le teorie non interpretano la coppia ma la modellizzano e la normano. Una teoria è utile quando riesce a cogliere la coppia come ambito di crescita per l’Iosoggetto. Entrambi i partner sono Io-soggetto e quindi una teoria che non abbia come focus il loro rispettivo divenire è solo un’applicazione artificiosa dei valori morali del tempo. Potremmo individuare due orizzonti storici per la lettura della coppia. Il primo parte da Freud. Molti dei concetti freudiani sono stati utilizzati per inquadrare la coppia, ma Freud si è occupato della coppia solo molto, molto marginalmente. Il suo interesse si è fondamentalmente incentrato sullo sviluppo intrapsichico dell’essere umano, improntato sulle vicissitudini della pulsione sessuale e, in un secondo momento, della pulsione aggressiva. La spinta pulsionale non è conoscibile se non attraverso le sue manifestazioni psichiche. È in base ad esse che lo sviluppo umano viene delineato come sviluppo psicosessuale, con il passaggio dalle fasi orale, anale e genitale. Le zone erogene, cui le fasi si riferiscono, procurano soddisfacimento. Caratteristica della sessualità infantile è di “non avere un centro, (…) è priva di oggetto, è autoerotica”, è perversa polimorfa. È con la pubertà che avviene un grosso cambiamento: “la subordinazione di tutte le altre fonti dell’eccitamento sessuale al primato delle zone genitali e il processo del rinvenimento oggettuale”. La scelta oggettuale è guidata dall’inclinazione sessuale verso i genitori, ma la barriera che si è venuta formando contro l’incesto fa sì che ci si orienti verso altre persone a loro simili. “Durante l’epoca di transizione della pubertà, i processi somatici e psichici avvengono per un certo tempo parallelamente e senza collegamento finché, con l’irrompere di un moto amoroso psichico intenso verso l’innervazione dei genitali, è stabilita l’unità normalmente richiesta per la funzione dell’amore” (Tre saggi sulla teoria sessuale, 1905). Per Freud quindi la coppia si forma col superamento dell’Edipo in funzione di una sessualità che viene identificata con l’amore. La seconda prospettiva teorica che è servita e serve tuttora per concettualizzare la coppia è quella delle relazioni oggettuali. Nata per opera di Fairbairn e della seconda Klein, in base alla legge del pendolo che governa l’evolversi delle idee, dall’intrapsichico freudiano si è passati all’inter-psichico. La pulsione non è più sessuale ma affettiva, ossia ricerca d’oggetto. Come dirà Winnicott lo sviluppo dipende da una IX


Che aspetti ad andartene?

“madre sufficientemente buona”. Non è però facile essere coerenti. L’inter-psichico infatti ridiventa ancora intra-psichico attraverso l’introiezione degli oggetti grazie a meccanismi come la scissione, la proiezione o l’identificazione proiettiva. È nell’inconscio che si elaborano le soluzioni interne ed è dall’inconscio che nascono le modalità delle relazioni oggettuali. Le Teorie della relazione d’oggetto si sono rivolte alle dinamiche del gruppo prima di arrivare alla coppia. Un contributo significativo è quello di René Kaës (1976). Non bisogna meravigliarsi che le Teorie della relazione d’oggetto passino attraverso il gruppo e la famiglia per arrivare a leggere la coppia. Quasi sempre la realtà della coppia è assimilata e trattata in continuità con quella della famiglia. In effetti gruppo, famiglia e coppia sono ambiti privilegiati di relazione, investimento, legame.

Con una battuta potremmo invece sostenere che gruppo, famiglia e coppia non esistono, ma solo esiste un Io-soggetto che con il proprio e specifico investimento dà luogo a gruppo, famiglia e coppia. Non ha allora senso occuparsi del gruppo, famiglia e coppia in quanto entità che soddisfano il desiderio storico di legame. Se si guarda con attenzione non è questione di legame ma di configurazione. È la configurazione data dalla genetica e dall’ambiente che a partire dalle sue caratteristiche determina il legame o la relazione. L’essere umano non è però condannato dalla sua storia. È quindi necessario contemplare il fatto che con la “coscienza della coscienza”, propria dell’Homo sapiens tra tutti i viventi, esiste la possibilità di riconoscere il proprio modo di essere, di funzionare e di partire da se stessi per affrontare creativamente la propria vita.

Le teorie e le epistemologie esprimono lo Zeitgeist. Se però si ha la pazienza di vedere dall’alto quanto la storia ci ha tramandato, allora diventa evidente che niente di nuovo avviene sotto il sole. Si tratta solo di uscire dalla rigidità e dall’assolutizzazione con cui, per motivi molto discutibili, i diversi concetti sono stati e tuttora vengono trattati. È necessario allora fare evolvere il pensiero senza arroccarsi su presupposti e apriori intoccabili. Diventa cioè necessario avere uno schema che non teorizzi l’episodico e il quotidiano e non si irrigidisca su affermazioni storiche, ma che riesca ad abbracciare il passato teorico ed epistemico con uno sguardo nuovo e aggiornato. È quello che il criterio della centralità dell’Io-soggetto cerca di fare nella proposta di una visione della coppia.

L’iper-individualismo che pervade la nostra cultura, con l’affermazione individuale e automatica dell’affetto, dell’emozione, del desiderio, del bisogno, può essere letto alla luce del processo storico dell’Io-soggetto. Uscendo dalla tradizione e abbandonando ogni sorta di lotta reattiva non vi è niente di più ovvio che buttarsi nell’affermazione solipsistica e onnipotente di sé. Purtroppo è un’affermazione illusoria e

X


Introduzione

inconsistente, perché radicata nella delega. Sono “la Apple-mania, lo sviluppo spettacolare del mercato mondiale del lusso, il successo dei grandi brand automobilistici tedeschi, i fan club, l’ossessione degli adolescenti per i loghi” (Lipovetsky, R2 La Repubblica, novembre 2012) i delegati a rassicurare e a dare senso alla vita. In questa lettura sociologica della nostra cultura, per realistica che possa essere, manca la visione di un Io-soggetto che, con la “coscienza della coscienza”, possa ritornare sul suo vissuto, svincolarsi dalla delega e permettersi quella consistenza che, solo attingendo a se stesso, potrà dare senso alla propria vita. Nessuno mette in dubbio che la sessualità faccia parte dell’Io-soggetto. Non è il caso di meravigliarsi più di tanto se Freud, immerso in una epistemologia positivista propria del suo tempo, adottò un elemento biologico per fondare la sua teoria. Rimane il fatto che oggi non ha più senso ricondurre tutte le vicende umane solo alla sessualità e alla sessualità infantile. La sessualità è una delle componenti, assieme a molte altre, che costituiscono l’Io-soggetto. Nell’essere umano la sessualità non è come l’estro per gli animali, essa ha acquistato il significato di espressione di affetto, di intesa, di condivisione. Ognuno accede alla sessualità per come è, al di là di qualsiasi modello o standard di “normalità”. Dal permettersi di lasciarsi andare all’attenzione alle modalità del partner, dalla disponibilità al desiderio dell’altro alla specificità che assume il suo desiderio, tutto nella sessualità è espressione dell’Io-soggetto.

Per la critica alla relazione d’oggetto il discorso è più articolato. È comprensibile che l’intra-psichico venga in qualche modo sostituito dall’inter-psichico. Il mondo esterno esiste ed è impossibile non tenerne conto. Facciamo però almeno tre considerazioni:

1) l’esterno non può essere assolutizzato facendo della relazione la variabile che incide in modo deterministico sul soggetto. Al di là della spiegazione dei teorici delle relazioni d’oggetto, è legittimo sostenere che la genetica e l’ambiente fanno esistere e configurano l’Io-soggetto. Essere maschio o femmina, per esempio, dipende dalla genetica e non dalla relazione. Certo l’ambiente, compresi quindi la madre e il padre, configura inevitabilmente ognuno di noi per farlo essere quello che è. E questo sottolinea l’importanza della relazione. Una configurazione che rimane tutta la vita, ma che con l’emergere della “coscienza della coscienza” (vedremo in seguito che cosa venga inteso con questa espressione) non è più determinante, semplicemente perché con essa l’Homo sapiens ha la capacità di occuparsi della sua configurazione e di pronunciarsi in prima persona su cosa vuole essere. Può succedere che qualcuno abbia difficoltà, anche non indifferente, ad accedere alla “coscienza della coscienza” ma, essendo una proprietà specifica dell’essere umano, questa possibilità ha da essere riconosciuta a tutti. Non ha quindi senso assolutizzare il riconoscimento esterno (Benjamin, 1995), la sintonizzazione (Stern, 1985) o il rispondente (Kaës, 1912), quasi che senza di essi l’Io-soggetto non XI


Che aspetti ad andartene?

possa stare in piedi. Non è scritto da nessuna parte che l’essere umano sia destinato a rimanere bambino per tutta la vita;

2) la seconda osservazione è più delicata perché riguarda la prassi consolidata della psicoanalisi che, con l’interpretazione, tende a mettere in risalto solo il funzionamento negativo dell’inconscio umano, dando per acquisito che poi il soggetto sappia farne qualcosa. Sarà anche vero che l’essere umano funziona sulla scissione, identificazione, proiezione, identificazione proiettiva, oggetti interni, fissazione, ma queste parole hanno un valore prettamente teorico e generico. Facciamo un passaggio indebito se cogliamo il vissuto soggettivo e singolare attraverso delle categorie astratte definite storicamente dalla teoria. Ogni Io-soggetto è unico e specifico. Non è scientificamente corretto inquadrarlo in modo deterministico in una teoria generale. Se applicassimo una simile impostazione alla coppia è probabile che aspetti di per sé critici, seppur frequenti e forse inevitabili, come il senso di possesso, la pretesa di esclusività o la privatezza dell’amore diventerebbero oggetto di un nostro interesse. Quello che conta invece è andare oltre gli accadimenti particolari e chiederci perché quei due soggetti hanno dato luogo a una simile relazione. Se non c’è crisi o se sono soltanto crisi passeggere, in altre parole se non c’è sofferenza, è giusto rispettare i modi e i tempi che ogni Io-soggetto e quindi ogni coppia trova per affrontare il proprio processo evolutivo;

3) la terza osservazione riguarda il rapporto tra Io-soggetto e gruppo-coppia. Nella letteratura gruppo e coppia vengono concettualizzati come risultato degli investimenti inconsci dei partecipanti. Quando si dice risultato si intende che sono ritenuti un’entità a sé stante nella quale i singoli soggetti, di fatto, spariscono. Certo il gruppo o la coppia sono costituiti da più di un soggetto, ma pensiamo che sia il singolo Io-soggetto, con il proprio funzionamento e le proprie dinamiche, a creare il gruppo e la coppia. L’unico teorico che sottolinea l’importanza del soggetto è Kaës (2012), ma in subordine alla forza del gruppo o della coppia. Il gruppo o la coppia hanno un potere inevitabile sui singoli soggetti, ma, cambiando visuale, è possibile osservare quanto il gruppo e la coppia siano il risultato dei singoli Io-soggetto. In questa ottica non sono il gruppo o la coppia in quanto tali a farla da padrone, ma i singoli Io-soggetto che utilizzano la coppia e il gruppo per affermare se stessi. C’è chi delega, chi imperversa, chi tace, chi acconsente, chi lascia fare, chi asseconda, ma tutto questo è in ordine a come è fatto il singolo Io-soggetto. La funzionalità non è in ordine al gruppo o alla coppia come entità astratte e a sé stanti, ma è l’espressione di un porsi e attuarsi per come è il singolo Iosoggetto. È la consistenza o l’inconsistenza del singolo Io-soggetto che dà luogo al gruppo o alla coppia per come appaiono.

Questa disamina delle teorie e delle epistemologie passate e ancora presenti ci è sembrata necessaria per argomentare la necessità di una lettura della coppia in fun-

XII


Introduzione

zione degli Io-soggetto che la compongono. È evidente che questa è una chiave di lettura, ma ci sembra basilare non lasciare la coppia in balia della cultura e vittima di un sentimentalismo romantico. Se oggi due si mettono assieme non è solo per mettere al mondo dei figli quanto per crescere qualitativamente assieme grazie all’amore che li lega. È questo il filo rosso che unisce i vari capitoli. Li presentiamo in modo schematico.

1. Il primo passo è approfondire l’investimento come espressione dell’Io-soggetto. Investimento come qualcosa che nasce nell’Io-soggetto. Se non dessimo questo significato all’investimento come faremmo a conoscere l’Io-soggetto? L’investimento non è dipendente e quindi provocato dalle qualità dell’altro, ma emerge solo e soltanto dalla configurazione del singolo Io-soggetto in quella congiuntura storica precisa. 2. L’innamoramento è un investimento. In genere, se preso alla lettera, viene riservato a un oggetto che è un Io-soggetto. Ci si può innamorare nell’infanzia e soprattutto nell’adolescenza. Molto probabilmente è dovuto alla maturazione ormonale, ma con il significato specifico di mettere in atto i primi tentativi di spiccare il volo dal nido storico. Spostare l’investimento su una persona che non fa parte della famiglia d’origine non è uno scherzo. 3. Prima o dopo arriva il momento della scelta per la vita. È molto difficile sapere perché si sceglie proprio quell’uomo o quella donna. Quando lei dice “vorrei darti un figlio” c’è in questo non solo il sessuale, ma anche il progetto sotterraneo di intesa. C’è in questo una prospettiva di reciproco divenire legato all’amore. Non è dato sapere perché due Io-soggetto si scelgono. Neppure loro lo sanno. Emblematica è la funzionalità reciproca. 4. Stephen Mitchell si chiede se l’amore può durare. Senza fermarsi al significato di “romantico”, porre il problema della durata dell’amore di coppia è un nodo cruciale. La cultura dice che l’amore è eterno finché dura e l’idea dei molteplici sé ben supporta questa affermazione. Se per amore si intende possesso ed esclusività è assai probabile che prima o dopo uno dei due non ce la farà più e cercherà di svincolarsi da questa strumentalizzazione. Se invece l’amore è progressiva scoperta di se stessi tramite l’altro, allora l’amore è forse l’unica forza che permette il traguardo del non tempo. 5. François Jullien sostituisce la parola amore con il vocabolo francese intime. Un dentro che risuona con un fuori. E questo reciprocamente, ma ognuno con i propri significati. Il dentro non è mai raggiunto in modo definitivo e stabile. È una meraviglia cogliere il risuonare come espressione di un dentro continuamente in divenire. È insito nell’esperienza dell’intime la ricaduta sul crescere assieme. XIII


Che aspetti ad andartene?

6. La crisi nel rapporto di coppia è inevitabile. Non si tratta più delle comprensibili scaramucce dell’innamoramento, ma della scoperta dell’altro. C’è bisogno di un po’ di tempo prima che questo abbia inizio. Affermazione come “pensavo di cambiarlo” o “non è più quello di prima” danno idea della dolorosità di quel momento, ma è possibile andare oltre, verso la scoperta di qualcosa di sé che è il proprio significato di amore. 7. Non è escluso che in alcune coppie si istalli la violenza. Tutto porta a pensare che la violenza sia a senso unico: lui il violento, lei la vittima. Forse non è proprio così. Sul piano culturale è giusta la denuncia sociale del femminicidio e della violenza nei confronti delle donne. Ma dal punto di vista di un terapeuta di coppia anche la violenza all’interno di un rapporto di coppia trova nell’interazione il suo senso amoroso. 8. La soluzione alla crisi, al tradimento e alla violenza che Massimo Recalcati (2014) propone è il perdono. Perdonare e non perdonare sono messi sullo stesso piano. Perdonare riafferma il desiderio inziale. Il perdono è a senso unico: solo chi è fedele al desiderio può perdonare. Al traditore spetta il ravvedersi. Una lettura che ritiene valido il perdono perché la coppia è pensata a senso unico. 9. Separarsi è oggi la soluzione più scontata alla crisi, al tradimento e alla violenza. Non è in discussione il fatto che ci si possa separare, perché anche questo può far parte del processo dell’Io-soggetto. Non è però facile dare per scontato che i partner non possano invece cogliere, nella crisi, l’occasione, seppur difficile, per scoprire l’amore. Vedremo perché la separazione è, dal nostro punto di vista, un ricominciare daccapo nella vana ricerca di una riparazione alle ingiustizie che la propria storia ha inferto.

Prima di affrontare che cosa sia l’amore è necessario approfondire due aspetti che, almeno in modo implicito, sono presenti in tutti gli investimenti amorosi: lo stimolo dell’altro e il divenire assieme.

10. Non ci sono dubbi che il partner ci mette in crisi. È pur vero comunque che anche noi lo mettiamo in crisi. La questione non sono le modalità concrete del rispettivo comportamento, ma la rigidità e l’intoccabilità con cui le poniamo, pena il mettere a rischio la nostra possibilità di stare in piedi. Vedere il partner come stimolo positivo per metterle in discussione potrebbe allora aprire orizzonti nuovi, prima di tutto nel rapporto con se stessi e con la propria vita, non per stare solo in piedi ma anche per poter camminare, magari assieme. 11. Divenire assieme potrebbe e dovrebbe essere possibile. Assecondare e rassegnarsi non serve a granché. Divenire assieme vuol dire rispettarsi nel rispettivo processo. Non ha senso pretendere tutto e subito. Il processo ha i suoi tempi che vanno rispettati. Emblematico è il silenzio sdegnoso che segue la litigata:

XIV


Introduzione

può durare un mese, quindici giorni, una settimana, un’ora, ma lentamente può essere superato in un batter di ciglia. 12. Che cosa è l’amore è la domanda delle domande. Nessuno lo sa, se non chi lo sente dentro, e comunque non riesce a esprimerlo a parole. Non è il caso di farne un ideale irraggiungibile o uno stato iper-uranico. L’amore è la disponibilità dell’Io-soggetto a dare al proprio investimento sul partner un significato di processo verso la propria consistenza. Quando questo è reciproco allora, nonostante le inevitabili difficoltà, si tocca il cielo con un dito. 13. Infine perché no? domanda di quale investimento amoroso si è parlato. Certamente non oggettivo e neppure soggettivo. L’amore è solo assunzione tramite la coscienza della coscienza del mio amore per te. Questo perché esiste uno stretto rapporto tra quello che uno ritiene essere l’Io-soggetto e l’amore. Solo un Io-soggetto uno in rapporto con l’esterno e dotato di capacità di ritorno su se stesso può dare senso al suo amore.

La coppia è occasione del divenire reciproco. Ci si mette assieme e ci si ama per crescere e raggiungere ognuno dei due sempre più consistenza. Un processo che altro non è se non rispetto e accettazione della crescita reciproca. Un processo che va oltre il quotidiano e l’episodico, per insaporire la vita di ogni giorno. Un processo che costituisce un investimento sempre rinnovato che lega due persone che si sentono libere. L’amore di coppia è presenza e apertura perché essere coppia trasforma l’amore in divenire reciproco.

XV



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.