Introduzione
Soci Italiani European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy
Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica Giornate SIEFPP
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© Copyright Alpes Italia srl - Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I edizione, 2018
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Indice generale Introduzione e Presentazione Maria Antonietta Fenu......................................................................... VII Traumatismi e resilienza nelle migrazioni Introduzione (Patrizia Brunori)....................................................................... 1 Vite sotto scacco (Giusy Bucolo).......................................................................
3
Creatività del progetto terapeutico e interventi integrati (Livia Aisemberg)... 9 Vite sospese e psicopatologia (Sandra Moretti)................................................ 15 Considerazioni su: Traumatismi e resilienza nelle migrazioni (Gemma Trapanese) 23
Migrazione e paure Introduzione (Alessandra Chinaglia, Gemma Trapanese).................................... 27 Migrazione e paure (Marzio Barbagli)............................................................. 29 Discussione ..................................................................................................... 43
L’uso del virtuale Introduzione (Daniela Lucarelli, Cristiano Curto)............................................. 49 Vissuti connessi con l’uso distruttivo e minaccioso del web. Il lavoro analitico nell’epoca del web 2.0: riflessioni sul mondo interno dei nostri pazienti (Federica Andrei, Manuela Baldasseroni, Dania Dellapasqua, Roberta Nicosia, Andreachiara Pofferi, Chiara Rebuffoni).............................................................. 51 Considerazioni su: Vissuti connessi con l’uso distruttivo e minaccioso del web (Daniela Lucarelli).............................................................................................
59
Creatività “al limite” in adolescenza (Valentina Manna, Simona Picariello, Saba Gnecchi Ruscone, Daniela Moro)...... 61 Considerazioni su: Creatività “al limite” in adolescenza (Cristiano Curto)...............................................................................................
71
III
Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica Là dove c’era l’Es ci sarà Instagram. Una lettura sui possibili risvolti inconsci dell’uso di Internet (Luca Ricci, Lorenzo Gambacorta)......................................................................................
73
Temporalità e trasformazione Introduzione (Rosapia Lauro Grotto)................................................................ 87 Tempus Fugit. Quando la durata di una psicoterapia viene definita a priori (Riccardo Morelli de Rossi).................................................................................. 89 Considerazioni su: Tempus Fugit (Elena Bonassi)........................................... 99 Entrando nel cambiamento (Giorgia Dappelo, Maria Rosa Donatiello, Patrizia Marra, Eleonora Piacentini, Massimo Maria Pintus)............................... 101 Discussione......................................................................................................
110
Nuove declinazioni delle risposte psicoterapeutiche Introduzione (Anna Molli)...............................................................................
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Ripartire con la scuola, ripartire con la vita. La presa in carico ospedaliera di gravi rifiuti scolastici e ritiri sociali (Elena Rainò)....................................................................................................
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Considerazioni su: Ripartire con la scuola, ripartire con la vita (Anna Molli)
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La data di scadenza: il passare del tempo e le vicissitudini del “senso del noi” in una coppia anziana (Stefania Tambone).......................................................
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Considerazioni su: La data di scadenza: il passare del tempo e le vicissitudini del “senso del noi” in una coppia anziana (Anna Molli).........
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L’originalità della tecnica psicoanalitica nel lavoro con gli adolescenti: nuove forme di incontro (Maddalena Camoirano, Eleonora Marzilli, Giuseppe Andrea Messina, Claudia Pucci, Simone Tursi)...................................... 141 Considerazioni su: L’originalità della tecnica psicoanalitica nel lavoro con gli adolescenti (Anna Molli, Paolo Cruciani).............................. 151 Cinque domande sul futuro della Psicoterapia Psicoanalitica Cinque domande sul futuro della Psicoterapia Psicoanalitica, se ne discute con Stefano Bolognini ..................................................................... 153
IV
Si ringrazia
Carlo Passarelli che ha organizzato minuziosamente tutte le tappe dell’evento presso il convento di San Domenico a Bologna; Paolo Benvenuti per il supporto logistico; il comitato editoriale, Giulia Ballarotto, Eleonora Marzilli, Alessandra Vergine, Raffaella Casamassima, Ilaria Iorio, Rosapia Lauro Grotto, Maria Antonietta Fenu, Giovanna Maria Mazzoncini, Massimiliano Sommantico e Marcello Turno, che ha permesso la realizzazione di questo volume.
Introduzione Maria Antonietta Fenu
“Insomma l’essenziale nell’esperienza è quello che noi aggiungiamo a quello che vediamo; e senza un contributo da parte nostra, noi non vediamo nulla” (Milner, 1987, p. 210)
Nel V Convegno Internazionale di Psicoanalisi – Budapest 1918 – Sigmund Freud pronunciò parole del tutto inedite che prefiguravano il destino del suo patrimonio metapsicologico: «[…] è possibile prevedere che un giorno la coscienza della società si desti e rammenti agli uomini che il povero ha diritto all’assistenza psicologica né più né meno come già ora ha diritto all’intervento chirurgico che gli salverà la vita; e che le nevrosi minacciano la salute pubblica non meno che la tubercolosi, e, al pari di questa, non possono essere lasciate alla impotente sollecitudine dei singoli. Saranno allora create delle case di cura o degli ambulatori dove lavoreranno un certo numero di medici con preparazione psicoanalitica, che si serviranno della analisi per restituire capacità di resistenza e di lavoro a uomini che altrimenti si darebbero all’alcool, a donne che minacciano di crollare sotto il peso delle privazioni, a bambini che hanno una unica alternativa: l’inselvatichimento o la nevrosi. Questi trattamenti saranno gratuiti. Potrà passare molto tempo prima che o stato si renda conto di questi suoi doveri e del loro carattere di urgenza.[…] Dovremo allora affrontare il compito di adattare la nostra tecnica alle nuove condizioni che si saranno create […] Ma quale che sia la forma che assumerà questa psicoterapia per il popolo, quali che siano gli elementi che la costituiranno, è sicuro che le sue componenti più efficaci e significative resteranno quelle maturate dalla psicoanalisi rigorosa e aliena da ogni partito preso» (Freud, 1918, p. 26-27). VII
Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica Cento anni fa la lungimiranza di Sigmund Freud era più concreta e insieme più utopistica, ma di certo non fanatica, rispetto a scuole e autori che dopo di lui hanno rivendicato per sé il primato della ortodossia. Freud presagiva allora la necessità di modifiche della tecnica e dei contesti della terapia, quindi del setting, da aggiornare alla misura dei tempi e della qualità dei bisogni delle persone. Tutto ciò nel rispetto stabile dei fondamenti della teoria psicoanalitica che ha come suo primo scopo la cura del dolore mentale. Nessuno tuttavia – se non per intuizione poetica come nella letteratura di Aldous Huxley, Il mondo nuovo, o del suo allievo George Orwell, autore di Fiorirà l’Aspidistra e 1984 – poteva prefigurarsi allora quella che è, a oggi, la più vasta e impensabile rivoluzione culturale della umanità. Mi riferisco alla cosiddetta Era della Globalizzazione, o Era Digitale, legata al progresso della tecnologia e agli strumenti sempre più accessibili e imprescindibili della comunicazione di massa. La rivoluzione in atto, complessa e difficilmente sintetizzabile, ha trovato la sua migliore concettualizzazione col lavoro del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, pubblicato nel 2000, La modernità liquida (Bauman, 2002). In quelle pagine si individua e sancisce lo stato di fluidità dei parametri interni e esterni del vivere contemporaneo. Nulla è oramai stabile, riproducibile, quantificabile e circoscrivibile: siamo tutti una sorta mutanti psichici, calati nella crescente liquidità dell’essere. In contemporanea sul fronte psicoanalitico la cosiddetta “svolta degli anni 2000” ha corrisposto alla presa d’atto che il rapporto tra la Psicoanalisi, intesa come strumento terapeutico, e il pubblico che ne ha bisogno, è indiscutibilmente cambiato. André Green riparte allora dai fondamenti del modello classico – transfert/controtransfert/setting – per arrivare alla pubblicazione, nel 2002, di un testo dagli intenti espliciti: Idee per una psicoanalisi contemporanea. Nello stesso anno, ancora in Francia, arriva alle stampe un altro testo psicoanalitico considerato tutt’oggi un evento epocale per la chiarezza che parte già dal titolo: La fine del divano? (Cahn, 2002). Raymond Cahn, ottantenne all’epoca, ma animato dalla passione di sempre per la professione, riconsiderando gli insegnamenti di Winnicott VIII
Introduzione nella clinica con bambini e adolescenti, nel suo lavoro attualissimo discute a carte scoperte l’istituzione prima e per molto tempo sacra, del lettino dello Psicoanalista. A tale istituzione si para contro l’uso oramai corrente, collaudato e di certo popolare – grazie alla nascita di molte scuole di formazione riconosciute e anche alla utilizzazione della Psicoterapia Psicoanalitica nei Servizi Pubblici che negli ultimi venti anni del novecento ha avuto una epoca d’oro (Bolelli, 1996) –, del setting mono settimanale faccia a faccia. I fatti, nella pratica clinica, e nella Ricerca, ne provano la efficacia anche nelle patologie severe. Più di recente si parla in varie parti del mondo di sedute psicoanalitiche via Skype: assetto inesplorato prima di Internet che ben rappresenta però il ribaltamento opportunistico dei principi tutelati per un secolo dalla Comunità Psicoanalitica. Circa la relazione terapeutica quei principi tenevano in primo piano, oltre la parola, il linguaggio non verbale, l’identificazione proiettiva, l’analisi del controtransfert, l’hic et nunc, oltre la libera associazione e in definitiva la assunzione/elaborazione, da parte dell’analista, di quanto più malato dal paziente emergesse nella relazione terapeutica, attraverso il passaggio di ciò che circola nel setting sin sulla propria pelle e sulla propria carne (Giannakoulas, 2010). Collegarsi tramite un accessorio tecnologico più o meno efficiente, guardarsi sul monitor che ha una sua valenza sempre deformante, parlarsi tramite uno strumento passibile di interferenze incontrollabili, annulla la privatezza, la neutralità e l’esclusività della relazione. Ciò non toglie che in taluni casi l’iniziativa abbia talora una reale utilità e che sia meglio di niente. Ma chiamarla Psicoanalisi significa rinnegare il senso transferale-trasformativo dell’incontro unico tra il respiro del paziente e il respiro dell’analista, percepibile e internalizzabile solo con la presenza fisica di entrambi, nello stesso luogo. I livelli primari sono tagliati evidentemente fuori da questa formula tecnologizzata, e necessariamente salta il registro profondo della comunicazione interpersonale. Nel 2011 André Green pubblica: Illusioni e disillusioni del lavoro psicoanalitico (Green 2011). Il testo parte dalla morte di Marilyn Monroe per descrivere senza veli il tratto non neutrale del suo psicoanalista Ralph IX
Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica Greenson, di cui Green segnala il fallimento clinico. La illustre paziente era stata anche visitata, infruttuosamente, da Anna Freud. Ci sono dunque pazienti che la Psicoanalisi non può curare, o ci sono pazienti che gli specialisti non sanno curare? Green riflette in alternativa sul concetto di Conversazioni psicoanalitiche di Roussillon, e conclude sulle variazioni della tecnica: «L’Ideale psicoanalitico è preservato e va riconosciuta la fecondità di alcune nuove tecniche psicoterapiche» (Green 2011, pp. 108-109). All’interno di tali dibattiti internazionali Stefano Bolognini, Presidente IPA, partecipa nel 2015 al convegno del venticinquesimo anniversario della European Federation for Psychoanalytic Psychoterapy: Beyond Babel? On Sameness and Otherness. La sua relazione di apertura: The Analyst words in intrapsychic dialogue, descrive l’arco prezioso dei piccoli segnali comunicativi che si instaurano nella relazione Psicoanalitica. Tale segnali non propriamente parlati con vere parole sono comunque evocativamente acustici e caratterizzano la moderna relazione clinica, alla stregua della comunicazione primaria madre-bambino. Tutto questo al di là e al di fuori della formale, esaustiva e intelligente interpretazione. D’altro canto già con il testo iconico per le nuove generazioni psi, La violenza dell’interpretazione di Piera Aulagnier (1975), è definitivamente istituzionalizzato il declino e la messa in discussione dello strumento cardine della Psicoanalisi soprattutto nelle sue forme più intransigenti che riscontriamo nei casi clinici di Melania Klein. Nel secondo millennio tutti sono concordi sul principio: non bisogna rubare l’interpretazione al paziente. Dopo Berlino e la EFPP, che rappresenta il polo Internazionale della Psicoterapia Psicoanalitica, sempre nel 2015 Stefano Bolognini apre il grandioso convegno IPA di Boston: Changing World, The Shape and Use of Psychoanalytic Tools Today. La comunità psicoanalitica internazionale si interroga qui su tutto il proprio patrimonio e prenderà anche delle decisioni capitali di modifica del training formativo, ridotto di intensità. In un crescendo rivisitativo del palinsesto psicoanalitico arriviamo quindi alla dissacrazione di Antonino Ferro che fa scalpore col suo: Pensieri di uno psicoanalista irriverente (Ferro e Nicoli, 2017). X
Introduzione Nel testo, costruito in forma di intervista sui maggiori quesiti della riflessione contemporanea in ambito psicoanalitico, c’è una saliente domanda di Luca Nicoli: «Un tempo la differenza tra psicoanalisi e psicoterapia era descritta utilizzando la metafora degli scultori cinquecenteschi, per cui l’analisi funzionava per via di levare, come gli scultori che levavano il marmo per farne delle statue, invece che per via di porre, come nel caso degli scultori che lavoravano l’argilla…». Ferro risponde provocatoriamente che ad oggi non sappiamo proprio nulla dei fattori terapeutici e che il fare migliore possibile è di rendere meno rigide certe strutture psicopatologiche, per lasciare il giusto spazio creativo alla immaginazione di ciascuno. Prendendo il posto di Antonino Ferro, sulla base della esperienza clinica di vari decenni, credo che si possa convenire sul dato che il primo, ineludibile e certo fattore terapeutico – unifica Psicoanalisi e Psicoterapia Psicoanalitica – sia l’assetto dell’Ascolto Psicoanalitico. Tale tipo di ascolto prescinde dal singolo patto, tra terapeuta e paziente, che riguarda orari frequenza e quant’altro si configuri come cornice nella relazione, ma è un assetto mentale concretizzabile grazie a una formazione teorico clinica di tutto rispetto. La formazione dunque ha il ruolo determinante. Per queste ragioni nella ricorrenza del venticinquennale della SIEFPP, (Federazione italiana di associazioni e di scuole di formazione in Psicoterapia Psicoanalitica), è stata una scelta del tutto naturale coinvolgere Stefano Bolognini, convocato in varie e remote nazioni extraeuropee sul mondo che cambia, per dialogare con lui attorno alle nuove domande di aiuto che arrivano dai nuovi pazienti, e sulle possibili risposte che i clinici dovranno essere capaci di concepire. Per affrontare in chiave circostanziata e certamente inedita la questione del setting, nel corso del convegno Le nuove forme del malessere e la Psicoterapia Psicoanalitica (Bologna 2018) sono state preparate con un lungo lavoro di confronto collegiale quattro domande specialistiche da ciascuna delle Sezioni EFPP: Child&Adolescent, Adult, Groups, Couple&Family. Ciascuna Sezione EFPP è composta da numerose scuole di formazione e da una quarantina d’anni almeno studia e riflette sui propri setting XI
Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica d’elezione e sulle modifiche adattive da mettere al vaglio secondo gli esiti de lavoro clinico. È la prima volta che sono poste a un’autorità internazionale come il Presidente IPA dei quesiti così circostanziati e specialistici circa la tecnica della Psicoterapia Psicoanalitica, che nella prassi contemporanea si è fondamentalmente ramificata in quattro fronti. Al lettore dunque il compito di entrare nel vivo dl un dibattito avvincente, così come si è svolto a Bologna, e di valutare quale valore d’avanguardia possa avere il materiale selezionato per la presente pubblicazione. Il lettore che non era al convegno, ma anche quello che era li, potrà, leggendo e confrontando, apprezzare la sostanzialità a lungo studiata, in verticale e in orizzontale, di ciascuna domanda. Entrando nel merito dello scambio circolato nel convegno, il lettore sonderà quindi la portata profonda e le prospettive sorprendenti, inedite, ottimistiche nonostante tutto, che si sono configurate sul futuro della Psicoanalisi e della Psicoterapia Psicoanalitica. Un ottimismo ragionato, certamente, grazie al contributo imprevedibile ma coerente, come è stile proprio di Stefano Bolognini. Riferimenti bibliografici
Aulagnier, P. (1975), La violenza dell’interpretazione: dal pittogramma all’enunciato, Borla, Roma, 1994. Bauman, Z. (2000), Liquid Modernity, Polity Press, Cambridge (trad. it. Modernità liquida, Laterza, RomaBari 2002). Bolelli, D. (1996), Andare a tempo: un modello di psicoterapia psicoanalitica breve, Roma, Borla. Bolognini, S. (2015), The analyst’s words in intrapsychic dialogue, Intervento al convegno Beyond Babel? On Sameness and Otherness, Berlino, 26-28 giugno, European Federation for Psychoanalytic Psychoterapy. Cahn, R. (2002), La fin du divan? Odile Jacob, Paris (trad. it: La fine del divano?, Roma, Borla, 2004). Ferro, A., and Nicoli, L. (2017), Pensieri di uno psicoanalista irriverente: guida per analisti e pazienti curiosi, Raffaello Cortina. Freud S. (1918), Vie della terapia psicoanalitica, Freud Opere, 9, Bollati Boringhieri, Torino. Giannakoulas, A. (2010), La tradizione psicoanalitica britannica indipendente, Roma, Borla. Green A. (2002), Idées directrices pour une psychanalyse contemporaine, Puf, Paris (trad. it.: Idee per una psicoanalisi contemporanea, Cortina, Milano, 2004). Green, A. (2010), Illusions and Disillusions of Psychoanalytic Work, Karnac, London (trad. it: Illusioni e disillusioni del lavoro psicoanalitico, Milano, Raffaello Cortina, 2011). Bolognini, S. (2015), The analyst’s words in intrapsychic dialogue, Intervento al convegno Beyond Babel? On Sameness and Otherness, Berlino, 26-28 giugno, European Federation for Psychoanalytic Psychoterapy.
XII
Presentazione Maria Antonietta Fenu
Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica è un testo che delinea le aree salienti della odierna domanda di aiuto psicologico, proponendo un ventaglio di nuove risposte nel campo della psicoterapia. La prima parte del libro tratta il tema della Migrazione partendo da preziose esemplificazioni. Tali relazioni cliniche, come tradizione della Federazione, sono elaborate da allievi delle scuole di formazione che sono componenti della SIEFPP. L’obiettivo di rendere visibile l’alto livello formativo delle scuole SIEFPP si coniuga con l’attenzione e l’ascolto delle generazioni più esperte in psicoterapia psicoanalitica verso la sensibilità preziosa dei giovani psicoterapeuti rispetto a quanto vi è di specifico e rappresentativo nel Mondo che Cambia. La spirito della didattica dunque si adatta ai tempi e non segue più una linea puramente verticale del sapere ma si orizzontalizza in un mutuo scambio germinativo. Ai primi casi clinici – un centro di accoglienza per immigrati, Un centro di Salute mentale e una Scuola – segue la relazione del professore emerito Marzio Barbagli, sociologo di portata internazionale e considerato in Italia il maggiore esperto della famiglia, della criminalità e della migrazione. Il titolo è Migrazione e Paure e il contributo chiarifica che: • contrariamente alla violenza percepita, i dati dimostrano che la violenza nel nostro paese è in diminuzione; • la paura dello sconosciuto/straniero diminuisce proporzionalmente alle occasioni personali di scambio e frequentazione con l’Altro; • le problematiche antisociali emergono nella seconda generazione degli immigrati; • le paure sono reciproche: contro l’angoscia di integrazione da parte dei nativi della nazione, l’ospite o l’immigrato si sente scrutato e osservato invece che accolto. E ha paura. XIII
Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica La seconda parte del volume tratta l’uso del web e della temporalità nel setting. Entrambi i fronti, basati su ampio materiale clinico di psicoterapie curate dagli stessi autori, mostra i progressivi e molteplici adattamenti che l’orientamento psicoanalitico ha introdotto nella tecnica, per venire incontro alla sostenibilità del progetto terapeutico nel singolo paziente o nella singola situazione. La terza parte affronta il versante più creativo che si attiva di fronte ad aree e sedi di incontri clinici sinora poco legittimati: un ascolto psicoanalitico in carcere, un setting di coppia rivolto alla terza età, il contesto ospedaliero e la équipe multidisciplinare. La pubblicazione si conclude con la riflessione di Stefano Bolognini, il quale affronta in chiave inedita quattro nuovi quesiti sul futuro della Psicoterapia Psicoanalitica. I quesiti sono stati concepiti dai rappresentanti SIEFPP alla luce dei diversi tipi di setting: seduta individuale, sedute dai ritmi elastici e mutevoli con adolescenti e bambini, psicoterapie di gruppo e psicoterapie di coppia e famiglia. Stefano Bolognini conviene che la Psicoanalisi classica ha acquisito un arricchimento da tali esperienze e che il divario tradizionale con la Psicoterapia si è fatto, oggi, più sottile. In questo senso non esclude che i tempi siano maturi per un assetto a Umbrella, sul modello Britannico, in cui sono raccolte – in una unica federazione – tutte le associazioni che fondano la propria formazione sui dispositivi e sulle teorie della Psicoanalisi.
XIV