Eros & Thanatos

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Franca Munari

(a cura di)

Eros & Thanatos Sui processi di legamento Scritti di Nelly Cappelli, Cosima de Giorgi, Marco La Scala, Antonietta Mescalchin, Silvia Mondini, Franca Munari, Caterina Olivotto

Collana i Territori della Psiche diretta da Doriano Fasoli Board Scientifico: Alberto Angelini, Andrea Baldassarro, Nicoletta Bonanome, Marina Breccia, Carla Busato Barbaglio, Nelly Cappelli, Giuseppina Castiglia, Domenico Chianese, Cristiana Cimino, Antonio Di Ciaccia, Roberta Guarnieri, Lucio Russo, Marcello Turno, Adamo Vergine

Alpes Italia srl Via G.D. Romagnosi, 3 - 00196 Roma tel./fax 0639738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it


© Copyright Alpes Italia srl Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 0639738315 I edizione, 2019

Franca Munari, Medico, Psichiatra, Membro Ordinario con funzioni di training della SPI e dell’IPA, membro della SEPEA. Si è occupata della vergogna, dell’agorafobia, della psicoanalisi del bambino e dell’adolescente, della pulsione, del processo di scrittura e dei processi creativi. Su questi temi ha presentato lavori a Congressi SPI, IPA e CPLF e ha pubblicato articoli su riviste specializzate italiane e straniere e su libri collettanei. Cocuratrice e autrice dei volumi Metamorfosi della pulsione, Franco Angeli 2014 e Pulsione & Fantasia, Antigone Editore 2015. Autrice del testo D’Après Gradiva. Lavorare dal testo, Antigone Editore 2016.

In copertina: Marco La Scala, L'orizzonte del giorno (olio su tela).

TUTTI I DIRITTI RISERVATI Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. È vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera. Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotocopia, fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche sulla tutela dei diritti d’autore.


Indice generale Riflessioni preliminari sulle evoluzioni del concetto di legamento di Freud di Franca Munari ........................................................................................... V Legamento e angoscia di Antonietta Mescalchin ................................................................................ 1 Il legamento preliminare all’instaurarsi del principio di piacere e l'impasto pulsionale di Marco La Scala .......................................................................................... 11 André Green e la questione del terzo. Tra legare, slegare, ri-legare di Nelly Cappelli ............................................................................................ 23 Il legame di Al di là del principio di piacere con il Progetto di una psicologia. La ricchezza dei resti di Cosima De Giorgi ....................................................................................... 43 Sul processo di legamento. Il filo del desiderio di Franca Munari ........................................................................................... 63 Dalla biblioteca alla foresta: il legamento a partire dalle percezioni. Note a margine di “Kafka sulla spiaggia” di Murakami Aruki di Silvia Mondini ........................................................................................... 87 Coazione, destino, passione. Aleksej Ivanovic e il gioco degli incastri di Caterina Olivotto ....................................................................................... 103 Bibliografia................................................................................................. 115

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Riflessioni preliminari sulle evoluzioni del concetto di legamento di Freud di Franca Munari L’analista, partendo dalle tracce che rimangono offerte al suo sguardo-ascolto, non legge il testo, egli lo slega. Egli spezza la secondarietà per ritrovare, al di qua dei processi di legame, lo slegamento che il legame ha ricoperto. (André Green, Slegare, 1992, 19).

Al di là del principio di piacere Il concetto di legamento in Freud appartiene al modello energetico, quello che considera e interpreta i processi psichici dal punto di vista economico. Ritroviamo questa teoria, che aveva informato il primo Freud, risorgente in tutte le sue possibili declinazioni in Al di là del principio di piacere. Siamo nel 1920, con questo testo eterogeneo in quanto a contenuti, Freud opera una riconfigurazione della teoria estremamente complessa. Gli accade cioè che, nella orchestrazione di un nuovo tema melodico, la pulsione di morte, si ritrova a dover riscrivere l’intera partitura degli strumenti e delle voci – del loro numero, della loro funzione e della loro posizione – che concorrono (concorsero, concorreranno) all’insieme dell’intera opera. Obiettivo estremamente complesso, che giustifica le ambiguità, le incertezze, i ripensamenti, soprattutto le coesistenze di temi antichi e nuovi, i ripescaggi, del quantitativo della teoria energetica appunto e, in relazione ad esso, del trauma causato da una effrazione del paraeccitatorio, così come di molte questioni da lui affrontate nel Progetto e poi abbandonate. Ogni rigo di questa nuova versione ne contempla un altro possibile cui si affianca. È così per la teoria del trauma, che non disconosce certo la precedente versione della Nachträglichkeit, per la rivisitazione del principio di piacere che approderà alla complessa elaborazione del concetto di masochismo erogeno ne Il problema economico del masochismo (1924b), per la pulsione di perfezionamento, per la questione della “sublime αναγκη (necessità)”, per la complessa area della ripetizione: coazione a ripetere, transfert, gioco; ma anche per l’osservazione del bambino e per il gioco infantile. In questo imponente lavoro di richiamo all’appello, di ridefinizione e coerentizzazione, il controcanto, il disegno melodico secondario, sovrapV


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posto o sottoposto al disegno melodico principale, la pulsione di morte come dicevamo, è la pulsione di vita, soprattutto nella forma di Eros che crea legami.

Tipologia del legamento Il legamento era stato fino a questo punto un concetto strumentale che sporadicamente compariva nel percorso freudiano a scopo descrittivo per definire e differenziare quantità di energia (di affetti) libere o appunto legate, a giustificare processi di investimento o di scarica, come ad esempio troviamo ne Il motto di spirito (1905a) o in Precisazioni sui due principi dell’accadere psichico (1911); o a definire possibili connessioni fra rappresentazioni e soprattutto fra rappresentazioni e affetti, quelle che ad esempio vanno a costituire le vie preferenziali del pensiero associativo come ne L’Interpretazione dei sogni 1899. Ancora in Metapsicologia (1915-17a) il legamento viene invocato per definire quella qualità particolare di investimento pulsionale degli oggetti che è la fissazione, cioè un legamento dell’investimento agli oggetti o, per estensione, a una fase dello sviluppo libidico, particolarmente tenace e problematico. È questa accezione, del legamento come investimento, quella da cui procede Green quando parlando dello slegamento operato dalla pulsione di morte, lo definisce come una funzione primariamente disoggettualizzante (Green, 1993). Ora in Al di là del principio di piacere il legamento diviene unico strumento e scopo di Eros, l’elemento in abyme perché è Eros che lega, il filo rosso di questa nuova partitura orchestrale fatta di ripetizioni strutturali, di riprese, estinzioni e di anticipazioni di ciò che sarà oggetto dei lavori successivi, soprattutto Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921a), per ciò che concerne il ruolo dell’oggetto con la questione della identificazione come prima forma di relazione e delle identificazioni come sintomo e poi L’Io e l’Es (1922a) con la rivoluzione topica. Questioni queste che fanno assurgere il legamento al ruolo di funzione indispensabile alla coesione e all’esistenza stessa dell’Io, fuoco in quel momento della riflessione di Freud. I processi che si producono nel nuovo assetto necessario a questa differente diade pulsionale, vedono, sempre ad opera di Eros, il legamento anche come elemento essenziale di relazione fra pulsioni di vita e pulsioni di morte in quanto agente del loro impasto. Questo concetto indispensabile nella seconda teoria delle pulsioni compare non in Al di là del principio di piacere, ma tre anni più tardi in Due voci di enciclopedia: “Psicoanalisi” e “Teoria della libido” (1922b) VI


Riflessioni preliminari sulle evoluzioni del concetto di legamento di Freud

‘Impasto disimpasto’ è la traduzione italiana più diffusa del concetto freudiano di Mischung Entmischung che, nell’investimento dell’oggetto, definisce la relazione di commistione di pulsioni libidiche e pulsioni aggressive, seppure viene usata anche la traduzione ‘fusione e defusione’ come avviene nelle altre lingue europee. Il francese utilizza prevalentemente ‘intrication desintrication’, che avrebbe, ci sembra, il pregio concettuale di conservare una maggior differenziazione degli elementi costituenti di entrambe le pulsioni. Differenziazione che invece nella metafora dell’impasto si perde, come peraltro accade nel Mischung freudiano. Mischung che Freud contrappone al neologismo Entmischung, termine giustamente inesistente perché definisce una operazione impossibile, cioè quella di separare gli elementi costitutivi di un composto dopo averlo prodotto, per riottenerli nella loro singolarità, come del resto nell’italiano ‘disimpasto’. Più esatto sarebbe secondo Le Guen (2008), che lo adotta, ‘melange demelange’, peraltro ancora più difficile da rendere nell’italiano, che spesso si vede costretto ad adottare proprio il termine francese anche nella lingua corrente. Siamo quindi in presenza di due forme del processo di legamento, come sottolinea anche La Scala (2017) in Percepire, allucinare, immaginare e che qui riprende nel suo testo (ivi p. 22) una che è quella che più facilmente abbiamo presente quando utilizziamo questo termine, cioè il legamento di un moto pulsionale ad una rappresentazione, l’altra che concerne un, metapsicologicamente deducibile, processo di globale legamento, imbrigliamento, neutralizzazione della pulsione di morte ad opera di Eros, della libido. Eros che peraltro delle pulsioni aggressive necessita per raggiungere e impadronirsi attivamente dell’oggetto, in particolare nella forma della Bemächtigungstrieb la pulsione di impossessamento, emprise. In questa forma questo concetto è presente nel primo Freud – Tre saggi sulla teoria sessuale (1905b) – poi, proprio con Al di là del principio di piacere, l’emprise diverrà un derivato della pulsione di morte, con la funzione di deviare all’esterno, sull’oggetto, la pulsione di morte che mira all’Io. Anche se la prima concettualizzazione rimarrà sempre di sottofondo come testimonia la lettera ad Albert Einstein, Perché la guerra? (1932a) dove, nel passaggio relativo agli ineludibili vincoli fra pulsioni di vita e pulsioni di morte Freud dice: “la pulsione amorosa, rivolta a oggetti, necessita un quid della pulsione di appropriazione, se veramente vuole impadronirsi del suo oggetto.”(298) Si tratta quindi di un elemento indispensabile della pulsione in quanto processo che si svolge dal sorgere di un eccitamento alla sua risoluzione in un soddisfacimento. Tanto da poter essere teorizzata come componente (formant) della pulsione, come suo primo tempo necessario, il secondo

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essendo il soddisfacimento (Denis, 1997). Ma pericoloso agente della pulsione di morte quando operi da sola, quando l’appropriazione diventa lo scopo unico e ultimo, il fine del soddisfacimento, o meglio quando l’impossessamento si sostituisce al soddisfacimento e in questo caso accade che all’interno del tragitto estintivo della pulsione avvenga uno slegamento dell’impossessamento con il soddisfacimento. Ne consegue, fra l’altro, il ripristino dell’assoluta primitiva indifferenza nei confronti dell’oggetto, del suo destino, e quello che era allora, alle origini, un’impossibile cura, diviene dopo, quando riaffiori, inesorabile agente della disumanizzazione. Il legamento sarebbe quindi necessario, indispensabile, all’interno della stessa pulsione. E infine tutte queste considerazioni ci inducono anche a riflettere sulla sua collocazione temporale nei processi psichici – ipotizzando per i nostri fini che una sequenza temporale sia concepibile all’interno della enorme complessità del lavoro psichico – cioè quando e come possiamo pensare al legamento come conseguente al desiderio e quando e come esso sia invece preliminare all’instaurarsi del principio di piacere. Queste due differenti ipotesi che potrebbero essere riassunte nei termini prospettici della fisiologia, della normalità che vede il legamento come conseguente al desiderio; o invece in una prospettiva psicopatologica, cioè la imprescindibile necessità che incontriamo nel lavoro in analisi di costruire legamenti allo scopo di ripristinare un funzionamento basato sul principio di piacere, saranno sviluppate in due capitoli di questo libro, Sul processo di legamento. Il filo del desiderio e Il legamento preliminare all’instaurarsi del principio di piacere.

I legamenti delle origini Proprio alle origini della vita psichica troviamo due processi, postulati da Freud, che ben rappresentano le due forme del legamento, pulsione-rappresentazione e legamento fra pulsione di vita e pulsione di morte: si tratta della rimozione originaria e del masochismo originario erogeno. Evento inaugurale del lavoro psichico la rimozione originaria “consiste nel fatto che alla “rappresentanza” psichica (ideativa) – Vorstellungsrepräsentanz, letteralmente “rappresentanza rappresentativa” – di una pulsione viene interdetto l’accesso alla coscienza. (Freud, 1915a, 38)”. E questo primo evento, causato da un eccesso di energia che ha superato la barriera del paraeccitatorio determina, ad opera del controinvestimento, una fissazione a causa della quale: “la rappresentanza … continua da allora in poi a sussistere immutata, e la pulsione rimane ad essa legata (ibid., corsivo aggiunto)”. VIII


Riflessioni preliminari sulle evoluzioni del concetto di legamento di Freud

Mangini (2009) a questo proposito precisa un percorso che dalla prospettiva del nostro legamento risulta di grande interesse. “ … la Vorstellungsrepräsentanz va a mio parere resa come «rappresentante psichico» della pulsione, per ribadire da un lato che non si parla più di istinto biologico né di stimoli somatici, e quindi per salvare il principio che la pulsione è il «rappresentante psichico degli stimoli che traggono origine dall’interno del corpo» (Freud 1915b, 17); dall’altro, che si dà solo «rappresentanza», cioè «delegazione», e non rappresentazione della pulsione, per non perdere il carattere polisemico del rappresentante pulsionale che troverà varie significazioni solo nell’après coup. Con ciò si definisce la natura pre-rappresentativa del rappresentante pulsionale, e il fatto che esso ha in sé, ma solo nell’après coup dell’eventuale significazione che avviene con l’indispensabile contributo dell’oggetto, quell’elemento psichico-ideativo che, rimosso per la prima volta e collocato nel nuovo spazio psichico dell’inconscio rimosso, favorirà la formazione e si collegherà successivamente con le rappresentazioni di cosa. Invece, prima dell’incontro con l’oggetto, o quando si può parlare solo di «scontro» con l’oggetto, il rappresentante psichico della pulsione rimane costituito essenzialmente dall’elemento affettivo-energetico pulsionale (eccitamento, quantum d’affetto, affetto-sensazione), che nella traduzione classica di «rappresentante ideativo della pulsione» andrebbe completamente eluso e perduto.” (Mangini 2009, 290)

La rimozione originaria, così intesa diviene quindi ciò che legando, fissando, gli elementi affettivo-energetici pulsionali, rende possibili, in aprèscoup i futuri legamenti, le rappresentanze rappresentative, ideative della pulsione. Ma anche essa opera, in una forma estremamente complessa, un legamento fra sistemi, nel permettere “un trasferimento di un’entità da un campo ad un altro, ma attraverso una trasformazione di questa entità in modo tale da consentirle di essere rappresentata (nel senso politico del termine) nell’altro campo” (Semi, 2001,107). Potremmo quindi pensare a questa trasformazione, come ad un’altra forma, ancora qualitativamente differente, dei processi di slegamento legamento. Come se un paese non permettesse l’importazione da un altro paese di una certa materia prima, perché troppo pericolosa, e la accettasse, perché comunque indispensabile, solamente in dosi contingentate e in una forma semilavorata. Al confine fra i due paesi troveremo quindi uno stabilimento, la nostra rimozione originaria, deputato a produrre e a manutenere questa materia prima, la pulsione.

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Eros & Thanatos - Sui processi di legamento “La rimozione originaria si specificherebbe pertanto come evento originario che inaugura ciascuna volta una possibile apertura verso la pensabilità – intesa come tensione verso la simbolizzazione – evitando la scarica dell’eccitamento e l’esperienza di angoscia primaria. In secondo luogo favorisce, con le rimozioni secondarie, specifiche operazioni difensive contro l’angoscia, a conferma che una efficace funzione difensiva del pensiero, come sostanziale funzione paraeccitatoria, non può che derivare dalle «qualità» dello psichico determinate dalla rimozione originaria stessa. Così la pensabilità è frutto della convergenza tra un buon assetto difensivo e una tensione verso la creatività, come capacità di creare pensieri non ripetitivi, all’interno dell’oscillazione tra determinismo psichico e libero arbitrio” (Mangini 2009, 283).

I legamenti si riproducono e si connettono in una rete protettiva, difensiva, che ripara e consolida il paraeccitatorio e organizza creativamente il lavoro psichico. Ne Il problema economico del masochismo (1924b) Freud ipotizza un processo preliminare e necessario all’equilibrio della gestione delle pulsioni e all’impasto pulsionale, un processo che sarà indispensabile sia all’investimento dell’Io e alla sua coesione, sia all’investimento dell’oggetto, che è sempre bi-pulsionale. Si tratta del masochismo originario erogeno. Seguiamolo in questo suo percorso. Il punto di partenza è questa sua considerazione risalente ai Tre saggi (1905b): “è possibile che nell’organismo non avvenga nulla di significativo che non abbia da fornire la sua componente all’eccitamento della pulsione sessuale”. E “Secondo questa ipotesi, anche l’eccitamento dovuto al dolore e al dispiacere dovrebbe avere la medesima conseguenza.” (512)

Il “piacere del dolore” che si ritrova in questi processi di coeccitazione sovverte così quel generalizzato principio di piacere che, se fosse il solo a condurre il gioco tenderebbe alla scarica assoluta perché, non dimentichiamolo, la pulsione è per sua natura estintiva. Se questo accadesse verrebbe anche azzerata qualunque forma di eccitazione e si giungerebbe alla realizzazione di quel principio di nirvana che coincide con la pulsione di morte. Una quota di pulsione di morte, deve quindi essere sottratta all’indispensabile processo di dirottamento all’esterno di essa, questa quota “permane nell’organismo, e con l’aiuto dell’eccitamento sessuale concomitante – che abbiamo menzionato sopra – viene libidicamente legata. In questa parte dobbiamo riconoscere il masochismo originario, erogeno (Freud, 1924, 10)”. X


Riflessioni preliminari sulle evoluzioni del concetto di legamento di Freud

Freud, nonostante quella notazione dei Tre saggi, aveva sempre lavorato sulla coincidenza della condizione di tensione con uno stato di dispiacere, anche se questa coincidenza non poteva dar conto dell’aspetto piacevole della condizione di eccitamento. Con l’introduzione del passaggio fondante del masochismo erogeno, cioè della possibilità di investire un piacere-dispiacere, viene giustificato il piacere dell’eccitamento e dell’attesa del soddisfacimento che protrae e amplifica l’eccitamento. Si tratta anche, in concomitanza con altre forme di legamento, di un passaggio essenziale per procrastinare il soddisfacimento (scarica), che dà così origine a una prima forma di temporalità interna (Ribas 2002). Il masochismo primario che trasforma il piacere in un piacere-dispiacere è quindi un processo che include non solamente la scarica, ma anche in una certa misura l’eccitazione. Ed è quindi proprio il nodo masochistico dell’Io, primariamente costituito, ma che perdura nell’Io, che permette l’investimento (il legamento) dell’eccitazione rendendola accettabile: altrimenti l’eccitazione, che è garanzia della vita, sarebbe un dispiacere insopportabile e alla fine impossibile (Rosenberg, 1991). Per questa ragione Benno Rosenberg definisce il masochismo erogeno, “guardiano della vita”: un processo, essenziale al primo strutturarsi dell’Io e poi necessario per impedirne lo smantellamento ad opera della pulsione di morte. Necessario anche all’attività stessa del pensiero che origina da questo preliminare investimento del piacere dispiacere, difatti il soddisfacimento allucinatorio del desiderio, prima forma di rappresentazione, si produce in una condizione di iniziale mancanza, di eccitamento e di tensione e, in funzione di essi, nell’attesa del soddisfacimento. “L’importanza dello stato di dispiacere per lo sviluppo futuro dell’individuo e del suo apparato psichico non ha bisogno di essere dimostrata: è appunto tramite il soddisfacimento allucinatorio del desiderio, che essa mette in moto, che si sviluppa la vita fantasmatica dell’individuo. Ma tutto questo è condizionato dal masochismo primario erogeno, che rendendo possibile/praticabile il dispiacere, permette il soddisfacimento allucinatorio” (Rosenberg, 1991, 66 traduzione mia).

Sempre restando nell’ambito dell’originario dobbiamo tener ben presente come forma preliminare di legamento il concetto di Piera Aulagnier di pittogramma. “La prima rappresentazione che la psiche si crea di se stessa come attività di rappresentazione, per Aulagnier, si costruirà mettendo in relazione gli effetti che risultano dal suo duplice incontro con il corpo (proprio) e con le produzioni della psiche materna e dalla qualità di piacere e dispiacere dell’affetto presente in questo incontro” (Luchetti, 2018). Il pittogramma si produce nella rifrazione speculare e nella riflessione reciproca tra l’oggetto e la zona complementare. Questo è il prototipo di XI


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un incontro basato sulla complementarietà e sulla reciproca compenetrazione, la bocca (zona sensibile) e il seno (il suo complemento) vanno a costituire all’origine della vita una medesima unità, una forma primordiale di rappresentazione con cui inizia la messa in scena di ogni esperienza di incontro con il mondo. In questo originario dell’esistenza umana, epoca in cui non vi è ancora un dentro e un fuori, ogni organo di piacere può diventare però, proprio quello di cui ci si mutila per annullare il dispiacere di cui la scena si mostra tutto ad un tratto responsabile (La Scala, 2014). Il legamento è il protagonista assoluto di questa scena delle origini: “Lo stato di reciproca attrazione, di magnetizzazione della zona col suo oggetto sarà la scena coestensiva di ogni vissuto di piacere: lo stato di rigetto, di aggressione dell’uno da parte dell’altro, invece, sarà la scena coestensiva ad ogni vissuto di dispiacere” (Aulagnier, 1975, 96). Lo stato di piacere è pertanto connesso con il prendere-in-sé, con il riunirsi indissolubilmente al proprio complemento, con il nuovo prodotto che ne risulta, mentre lo stato di dispiacere è connesso con il rigettare, con lo strappare, con il cancellare (La Scala, 2014). Si tratta di fondamentali aspetti organizzanti nel costituirsi del soggetto, eventi preliminari all’instaurarsi dell’Io, base e sfondo di ogni successiva forma di lavoro psichico.

Questioni aperte Innanzitutto il controinvestimento, per definizione agente della rimozione originaria chiamato in causa a fissare, legandola – Freud lo esplicita - la pulsione alla rappresentanza. La parola suggestivamente si presta all’immagine di una forza che tiene a bada un’altra forza di segno opposto, neutralizzandola, o quantomeno opponendosi ad essa, o imbrigliandola. Si tratta di un’altra forma di legamento? La più primitiva? O di un processo preliminare al legamento stesso? Possiamo pensare ad una forma di controinvestimento anche a proposito del masochismo erogeno visto che in esso pulsione di vita e pulsione di morte si tengono reciprocamente a bada sì legandosi, ma anche l’una controinvestendo l’altra. Green afferma che la pulsione di vita lega e slega, mentre quella di morte slega e basta. Ha assolutamente ragione evidentemente, nel senso che se Eros continuasse indefinitamente a legare arriverebbe a coincidere con la morte, ma come e in che forma allora Eros slega, forse appoggiandoXII


Riflessioni preliminari sulle evoluzioni del concetto di legamento di Freud

si al masochismo erogeno, ricercando il vitale piacere-dispiacere dell’eccitamento? Facendo appello, al primum movens del desiderio? Ma il desiderio può nascere solo dalla mancanza … Ribas (2017) si chiede, se ben conosciamo gli esiti perniciosi dello slegamento della pulsione di morte, che ne è della pulsione di vita slegata? La nostalgica tristezza del lutto forse…? L’amplificazione, come ben descrive Freud, delle cose buone dell’oggetto perduto nella sua elaborazione? Legamento operato da Eros: ma attraverso quali processi e quali vie si compiono questi legamenti? Difese, protezione dall’angoscia? E con quali ridefinizioni topiche? E con quali conseguenze? La dinamica e l’equilibrio dei legamenti interni ed esterni (proiezione investimento): gli slegamenti rilegamenti nelle identificazioni ad esempio con relativi slegamenti rilegamenti della libido oggettuale e della libido narcisistica e relativa ridefinizione dei confini. Mi riferisco qui al concetto di tendenza alla persistenza, sviluppato da Sandler e Joffe (1967) secondo i quali “ogniqualvolta un oggetto venga percepito o ne venga ricordata la rappresentazione, si abbia sempre, la momentanea persistenza, seppure per un tempuscolo brevissimo del primario stato di confusione [quella che Freud definisce come identificazione primaria]. Immediatamente dopo i confini tra il Sé e l’oggetto vengono imposti da un preciso atto di inibizione e di definizione dei confini” (Sandler, 1987, 45)1. Dobbiamo quindi considerare tutto il lavoro psichico e in particolare l’identificazione secondaria, l’identificazione proiettiva, l’identificazione isterica e l’identificazione narcisistica anche sulla base dei processi di legamento e slegamento che si operano in ogni forma di identificazione. Perché tutti questi processi comportano anche “un cambiamento nella rappresentazione del Sé sul modello di una rappresentazione dell’oggetto, la proiezione è l’attribuzione a una rappresentazione dell’oggetto di un aspetto della rappresentazione del Sé” (ibid.,).

Legamenti interni ed esterni A proposito di quest’ultima questione, Freud condensa in due pagine di L’Io e l’Es, nel paragrafo dedicato a “Le due specie di pulsioni”, alcuni aspetti di questa intricatissima questione quando affronta non solo il pro1 Tratterò più estesamente il loro pensiero nel mio lavoro Sul processo di legamento. Il filo del desiderio ivi pp. xx

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blema dell’impasto pulsionale, ma anche il più oscuro e complesso processo che conduce alla trasformazione dell’amore in odio. “… come se nella vita psichica esistesse – non importa se nell’Io o nell’Es – una energia spostabile di per sé indifferenziata [Freud ne aveva parlato già nel 1914 in Introduzione al narcisismo], suscettibile di associarsi a un impulso qualitativamente differenziato di natura erotica o distruttiva, accrescendone l’investimento globale”. (506)

Continua precisando come le pulsioni sessuali possano cedere intensità l’una all’altra o anche sostituirsi l’una all’altra. Si tratterebbe quindi di differenti forme di legamento slegamento sia quantitative che qualitative. Procede quindi con questa seconda ipotesi: “Mi sembra plausibile che questa energia, certamente operante sia nell’Io che nell’Es, spostabile e indifferenziata, provenga dalla scorta di libido narcisistica, e sia dunque Eros desessualizzato. … questa libido spostabile lavora al servizio del principio di piacere al fine di evitare gli ingorghi e favorire le scariche”. (506-507)

E, aggiunge, le vie di scarica, come gli oggetti, sono sostanzialmente indifferenti. Il legamento ad essi sarebbe quindi labile e casuale. “Se questa energia spostabile è libido desessualizzata, - continua Freud - essa può anche esser definita energia sublimata; essa si atterrebbe infatti fermamente a quello che è il fine principale dell’Eros, e cioè l’unire e il legare, in quanto serve a quella unità, o tendenza all’unità, che caratterizza l’Io”. (507)

Dobbiamo supporre che l’unità dell’Io debba essere garantita soprattutto dall’abbassamento della tensione, evidentemente più importante della significatività del legame e dell’oggetto. Anzi l’Io cerca proprio di sbarazzarsi dell’oggetto, ad esempio impadronendosene attraverso l’identificazione, cioè slega l’investimento all’esterno e lo rilega al suo interno. L’“Io liquida i primi (e certamente anche i successivi) investimenti oggettuali dell’Es assumendone su di sé la libido e legandola all’alterazione dell’Io prodotta da una identificazione. Con questa trasformazione [di libido erotica] in libido dell’Io è naturalmente connessa una rinuncia alle mete sessuali, una desessualizzazione.” (507-508) e “… corrispondentemente a una tale trasformazione si verifica anche un disimpasto pulsionale. In seguito alla sublimazione la componente erotica non ha più la forza di vincolare tutta la distruttività

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Riflessioni preliminari sulle evoluzioni del concetto di legamento di Freud che le era legata e che si libera sotto forma di propensione all’aggressione e alla distruzione. Da questo disimpasto l’ideale, trarrebbe comunque il suo carattere rigido e spietato di imperioso “dover essere”.” (516)

Ne consegue che l’Io impadronendosi della libido e desessualizzandola in realtà “lavora contro le finalità di Eros, e si pone al servizio dei moti pulsionali di parte avversa.” (508)

Ma così facendo “l’Io facilita all’Es il compito di padroneggiare le tensioni giacché sublima per sé e per i propri scopi una parte della libido.” (509)

Insomma l’Io, per far fronte alle variazioni dell’entropia del sistema, deve rinunciare al soddisfacimento pulsionale sessuale attraverso la sublimazione e reinvestire se stesso. Aggiungerei “creativamente”, per subire al minimo le vessazioni del Super-Io che assorbe la quota distruttiva che si libera con la sublimazione e fruire, attraverso i processi creativi, della condizione di proiezione che solo i processi onirici, da cui la creatività anche promana, possono garantire. Ma il vantaggio, credo, è anche quello di riguadagnare, attraverso il narcisismo secondario, una qualche quota di quel narcisismo primario che garantisce il ripristino di una parte dell’indifferenziazione con l’oggetto, che, anche se minima, è però sempre veicolo di onnipotenza. Il cerchio si chiude: Eros è Sisifo In ogni forma di lavoro psichico il passaggio, il legamento pulsione rappresentazione è continuo; quantitativo e qualitativo sono in perenne oscillazione, mossi dai legamenti che la libido continua a operare sotto il controllo dell’Io alla ricerca di impossessamenti, investimenti, soddisfacimento e scarica.

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