Carolina Maria de Jesus una biografia ai margini della Letteratura

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Prefazione

Rita Ciotta Neves

Carolina Maria de Jesus Una biografia ai margini della Letteratura Collana Itinerari del Sapere diretta da Doriano Fasoli Board Scientifico: Mario Bortolotto, Luciano Ceri, Franco Cordelli, Franco Ferrarotti, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Mario Lavagetto, Cesare Mazzonis, Renzo Paris, Mario Perniola, Sandra Petrignani, Franco Rella

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© Copyright Alpes Italia srl - Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I edizione, 2019

Rita Ciotta Neves è nata a Roma nel 1949, dove si è laureata in Lettere presso l’Università La Sapienza, concludendo il dottorato in Storia presso l’Università Portucalense di Porto. Dal 1980 vive a Lisbona. È stata docente di Italiano all’Università di Coimbra e, nell’ambito del Progetto Erasmus, docente alle Università di Perugia, Arezzo e Lecce. A Lisbona è stata docente di Italiano all’Istituto Italiano di Cultura e di Semiotica e Teoria Letteraria all’Università Lusófona. Oltre a numerosi articoli, saggi e traduzioni, ha pubblicato “Italo Calvino, Lições de Modernidade” (Edições Universitárias Lusófonas, 2007) e “Gramsci: a Cultura, os Subalternos e a Educação” (Edições Colibrí, 2016). (Tutte le traduzioni sono dell’Autrice).

In copertina: Carolina Maria de Jesus alla presentazione del suo primo libro Quarto de despejo mentre autografa alcune copie.

TUTTI I DIRITTI RISERVATI Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. È vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera. Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotocopia, fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche sulla tutela dei diritti d’autore.


A Frederico, InĂŞs e Laura



Indice generale

Prefazione di Maria Raquel Andrade...................................... VII

1 2 3

Esiliata......................................................................... 1 Riesco a leggere....................................................... 9 La povertà....................................................................... 9 Il Brasile: dalla fondazione al primo Novecento................. 10 Diário de Bitita (Diario di Bitita).................................... 20

La fame è gialla........................................................

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La favela......................................................................... 33 Il Brasile: dalla democrazia alla dittatura.......................... 35 São Paulo........................................................................ 37 Il modernismo brasiliano.................................................. 41 La favela di Canindé....................................................... 44 Il successo........................................................................ 50 Quarto de despejo (Il Ripostiglio)...................................... 54 Casa de Alvenaria (Casa di Mattoni)................................ 64

V


Carolina Maria de Jesus - Una biografia ai margini della Letteratura

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Dove sei, felicità?......................................................

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Parelheiros....................................................................... 75 Le opere letterarie............................................................. 76 Altre pagine..................................................................... 77 L’epilogo.......................................................................... 85 La poetica di Carolina: oltre il canone letterario................ 86 Dalla letteratura marginale alla letteratura periferica: l’eredità di Carolina......................................................... 94 Carolina oggi................................................................... 99

Intervista con la figlia di Carolina, Vera Eunice Jesus Lima.......................................................

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Bibliografia...........................................................................

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Prefazione di Maria Raquel Andrade1

La lettura di questo libro inizia sotto il segno della fame, come se questa fosse, effettivamente, il personaggio principale della biografia. Comincia, così, la costruzione del personaggio, Carolina Maria de Jesus, nera, discendente di schiavi, madre nubile di tre figli e abitante di una favela al nord di São Paulo. Carolina percorre, disperata, il cammino di un mondo che le è ostile, sempre alla ricerca di qualsiasi mezzo che le permetta, a lei e ai suoi figli, di sopravvivere. L’autrice della biografia, Rita Ciotta Neves, segue la sua attività di donna nera che raccoglie carte e residui per la strada e ci fa conoscere la sua voce attraverso i diari che scrive. Il primo, Quarto de Despejo, pubblicato nel 1960, è la dolorosa metafora di chi vive nelle favelas, alla periferia delle smisurate città brasiliane. La voce di Carolina è la voce inquietante di tutti gli esclusi, che rivendicano la giustizia in un Brasile scosso dalle grandi trasformazioni sociali e politiche che percorrono la vita della scrittrice, morta nel 1977. Alla lunga dittatura di Getúlio Vargas sopravviene quella, ancora più dura, del regime militare, che finirà solo nel 1985. La presentazione del contesto storico-politico è realizzata in modo efficace dall’autrice, che sintetizza il periodo analizzandolo attraverso le critiche che i personaggi caroliniani fanno alle istituzioni brasiliane, accusate di corruzione, discriminazione razziale, ingiustizia sociale e oppressione. La conclusione è evidente: i testi di Carolina sono libri rivoluzionari. Libri che si impongono con forza, anche se per un breve periodo di tempo, nei confini brasiliani e a livello internazionale. 1 Docente di Lingua e Letteratura Portoghese presso Universidade Lusófona di Lisbona.

VII


Carolina Maria de Jesus - Una biografia ai margini della Letteratura

L’autrice vuole, inoltre, inserire l’opera di Carolina nella “prosa di frontiera”, attraverso una pertinente analogia con l’opera della grande scrittrice brasiliana Clarice Lispector, anche lei donna e scrittrice, anche lei difficilmente integrabile nei canoni letterari dell’epoca. Per spiegare questo genere di “letteratura minore”, si ricorre, nella biografia, alle citazioni del poeta Lêdo Ivo e al pensiero di Deleuze e Guattari, che, riferendosi a Kafka, affermano: “una letteratura minore non è quella di una lingua minore, ma al contrario quella che una minoranza produce in una lingua maggiore”. Analogia interessante, pur tenendo conto delle grandi differenze di status sociale che separano le due scrittrici. Sempre a proposito delle “letterature minori”, l’autrice ci confronta anche con l’opinione di altri studiosi di questo tipo di letteratura e ricorda il caso, in Brasile, delle culture indie tupi e africane che provengono dalla grande diaspora iniziata con la colonizzazione e che dovrebbero, secondo molti studiosi, essere rivalutate e divulgate. Ma la possibilità che questo universo diventi un “mondo scritto” dipende, evidentemente, dal dominio che si ha della lingua, della scrittura, della parola. Un “mondo non scritto” che secondo Italo Calvino, citato dall’autrice, può diventare scritto, ossia, intellegibile, o grazie all’integrazione nei canoni letterari vigenti o allora grazie a una scelta più ibrida ed eterodossa. In questo ultimo caso, ci troviamo di fronte a una letteratura diversa: interculturale, meticcia, marginale. Caratteristiche proprie della letteratura di Carolina, vicina ai diseredati ed esclusi, vicina ai subalterni. Oltre al primo diario, l’autrice analizza anche alcune delle numerose opere della scrittrice, come, tra le altre, “Casa di Mattoni”, “Diario di Bitita”, “Proverbi” e “Dove sei, Felicità?”, testi in cui sono evidenti la sensibilità poetica e la densità profetica del messaggio di Carolina. Si ricorda, nel testo, la nascita della letteratura marginale degli anni ’70 e di quella periferica, che si sviluppa, a partire degli anni ’80, soprattutto sul suo territorio più fecondo, ossia nell’America Latina. Sono nuove teorie letterarie che si inseriscono nei più generali discorsi dei “post”: postmodernismo, post-strutturalismo, post-femminismo. Movimenti che sorgono, da una parte, come un invito alla ribellione e dall’altra anche VIII


Prefazione come una riflessione più approfondita sulla miseria, solitudine e violenza che dilagano nelle grandi città. È esattamente questa riflessione che l’autrice Rita Ciotta Neves ci propone ammirevolmente nella sua biografia: la necessità che queste forme letterarie diano voce a chi non la possiede. Una di queste voci che è necessario far ascoltare è appunto quella di Carolina Maria de Jesus. Una scrittrice che sfida preconcetti razziali e di genere e che vuole sfidare le istituzioni sociali e politiche di un Brasile che cammina verso la dittatura. Una lezione per i subalterni del mondo, un invito ad alzarsi e a parlare. E, in effetti, come ci ricorda l’autrice, nessun’arte è più sottile ed efficace della letteratura. Ma, come abbiamo detto, non tanto la letteratura canonizzata, quanto piuttosto quella che esce dai margini e appare come diversa. Sono testi simbolici, metaforici, testimonianze che si trasmettono attraverso le parole scritte. Nelle opere di Carolina vibra un sentimento di infelicità e oppressione, ma anche un forte desiderio di costruire un mondo migliore. Come si legge nelle diverse interviste fatte a Carolina da giornalisti brasiliani: un esempio lo si trova in “Casa di Mattoni”, il suo secondo diario, dove quando un giornalista le domanda che cosa farebbe se potesse governare il Brasile, Carolina risponde: Mi piacerebbe fomentare di più l’agricoltura, sfruttare al massimo la terra, costruire delle buone case per farci abitare i favelados. Sono loro che lavorano la terra e quindi meritano più conforto, morale e fisico.

È interessante, a questo proposito, notare la densità profetica delle parole di Carolina, proprio oggi che le preoccupazioni ecologiche si concentrano sull’importanza di una feconda produzione agricola che possa far vincere la miseria e l’esclusione sociale nell’intero pianeta. Così, nello stesso diario, Carolina ricorda che: Se la terra fosse libera, tutti la coltiverebbero e non ci sarebbe più miseria. Un popolo ben nutrito è un popolo felice (...) Allora perché il governo non distribuisce le terre al popolo?

IX


Carolina Maria de Jesus - Una biografia ai margini della Letteratura

Vorremmo, inoltre, fare un ultimo riferimento. In quegli anni in cui la nostra scrittrice si interrogava sulla cattiva distribuzione della terra, si alzava, in Brasile, un’altra voce forte e rivoluzionaria, questa volta dall’interno della Chiesa Cattolica. Parliamo del Frate Minore dell’Ordine dei Francescani Leonardo Boff, che, come Carolina, fa sentire la sua voce per difendere la distribuzione delle terre ai poveri ed esclusi e che per questo suo coraggio verrà condannato dalla Chiesa al silenzio. Rita Ciotta Neves ripercorre tutta la vita di Carolina: con i suoi momenti drammatici e felici, con l’effimero successo editoriale seguito da un assordante e prolungato silenzio. Completa la biografia anche l’intervista fatta a Vera Eunice, la figlia di Carolina, forse le pagine più commoventi della biografia. Per tutto questo, per la forza del suo messaggio e per la sua attualità, pensiamo che la lettura del libro si impone con la massima evidenza.

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