Quaderno degli HOMEWORK

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Perché un quaderno di esercizi per le Fantasie guidate?

Luca Napoli (a cura di)

Quaderno degli

Homework

Alpes Italia srl – Via Romagnosi, 3 - 00196 Roma tel./fax 0639738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it

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© Copyright Alpes Italia srl – Via Romagnosi, 3 - 00196 Roma, tel./fax 06-39738315

I edizione, 2020 Luca Napoli, psicologo e psicoterapeuta, specialista nelle cure di ansia, attacchi di panico, tossicodipendenze, dipendenze affettive, compulsività, disturbi alimentari e terapia di coppia. Ha co-fondato la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoumanitas di cui è direttore della sede Toscana e direttore dell’area clinica e dello Sviluppo. È presidente dell’Associazione Genitori Comunità Incontro (AGCI). Sito internet: www.lucanapoli.com Tra i suoi lavori: I sogni come opportunità di cambiamento, Salani, 2010; Dare corpo all’anima, Alpes Italia, 2013; Traditi dal cuore: quando l’amore diventa dipendenza affettiva, Alpes Italia, 2015; La paura di volare e la paura di guidare. Una guida al trattamento delle fobie specifiche, FrancoAngeli, 2016; Quaderno di Training Autogeno, Alpes Italia, 2018. Quaderno Fantasie guidate, Alpes Italia, 2019. Per psicologi e psicoterapeuti che desiderano proporre gli esercizi direttamente ai propri pazienti, al link https://www.lucanapoli.com/pdf-esercizi-quaderno-homework/ si possono scaricare tutti i pdf degli esercizi. Per te, che hai scelto questo Quaderno per conoscerti meglio e per esplorare nuove parti di te, se ci sono uno o più esercizi che ti hanno particolarmente colpito o che desideri comprendere meglio, inviaceli all’indirizzo email: lucanapoli.psicoumanitas@gmail.com proveremo a rispondere a tutti, offrendo la nostra lettura. Per scaricare gli esercizi richiedi la password inviando una email all'indirizzo lucanapoli.psicoumanitas@gmail.com Ringrazio coloro che hanno collaborato alla stesura del testo, Giulia Pieraccini, Damiano Pucci, Lisa Rogai, Samanta Simonini e Clarissa Tommasi, vera anima e corpo di questo libro, a cui dedico il libro stesso.

Tutti i diritti riservati Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. È vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera. Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotocopia, fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche sulla tutela dei diritti d‘autore.


Indice Introduzione................................................................................................

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Gli homework............................................................................................... IX

Perché un quaderno degli Homework?......................................................... IX

Cosa sono gli Homework?........................................................................... X

La tecnica................................................................................................. XI

Come si struttura il quaderno..................................................................... XII

Per iniziare: come prepararsi all’induzione agli Homework...................... XIII Autostima ................................................................................................................

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Controllo .....................................................................................................

9

Consapevolezza.............................................................................................

15

Assertività .....................................................................................................

23

Identità ..................................................................................................... 33 Coppia

.....................................................................................................

43

Rabbia

..................................................................................................... 51

Ruoli e rappresentazione di Sé .................................................................... 57 Per concludere............................................................................................ 65 Libri e film per approfondire ...................................................................... 67

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Introduzione Il Covid-19 ci ha tolto tutto; ci ha tolto ogni forma di libertà, ci ha tolto ogni forma di sicurezza, ci ha reso nudi e totalmente vulnerabili, sbattendoci in faccia un’antica e tremenda verità: nessuno è immune. La sera in cui il Presidente del Consiglio Italiano Giuseppe Conte, con un discorso a reti unificate, ha di fatto decretato l’obbligo per tutti gli italiani di rimanere in casa, ha rappresentato uno dei momenti shock più gravi e potenti della storia dal Dopoguerra in poi. Oggi, a distanza di mesi da quel giorno di paralisi e sconcerto, se pur non si possa dire che tante cose sono “migliorate” grazie all’esperienza del Covid-19 – ancora troppo maledettamente vivo in mezzo a noi – possiamo però riconoscere che sicuramente siamo stati costretti a “riparametrare” tutto e forse a dare più significato ed importanza alle relazioni, alle persone ed al nostro spazio e mondo interiore. Tutti, infatti, si sono accorti dell’importanza della solidità e della salute psicologica e questo ha costretto la Psicologia e gli Psicologi a trasformare ed adeguare le nostre prassi cliniche e diagnostiche e questo, francamente, io l’ho visto come un bene e come un’occasione grandissima per tutto il mondo della Psicologia. Temi come “la terapia online” tanto dibattuta e per troppo tempo tenuta nei cassetti “dei palazzi del potere”, o come l’obbligo professionale di cura a domicilio, anch’esso fondamentalmente riposto negli stessi cassetti, sono venuti a galla e messi a nudo inevitabilmente dal giorno dopo il Decreto Conte che di fatto ci ha costretti a familiarizzare con una sinistra parola: “LOCKDOWN”. Questo libro-quaderno è in parte la mia esperienza di adattamento ai tempi del lockdown, in cui invece di cedere allo sgomento ed alla paura, mi sono lasciato guidare come sempre dal desiderio di continuare ad esercitare la mia cara professione di aiuto ed ho trovato un modo di essere connesso e vicino ai miei pazienti anche a distanza, anche in questo periodo

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terribile di lontananza e distanza. Questo perché sono uno psicoterapeuta ed il mio non è un mestiere i cui panni si possono svestire a fine giornata: quando diventi uno psicoterapeuta lo sei sempre, in ogni momento della giornata, ed il tuo istinto di resilienza ti fa trovare sempre una strada. All’indomani del lockdown, ho ricevuto tante telefonate di disdetta degli appuntamenti dei miei pazienti ma l’unica cosa di cui mi sono preoccupato è stata quella di verificare se le normative in merito al trattamento online fossero cambiate. Avevo da sempre svolto una piccola parte del mio lavoro online; vivo infatti in Toscana, che è una terra magica e meravigliosa che da sempre ospita persone da tutto il mondo, che si fermano a vivere qui per qualche anno e poi tornano nei loro paesi per lunghi periodi, alternando mesi in Italia a mesi in Australia o in Germania o negli Stati Uniti o altri Paesi del mondo. Negli anni, proprio per garantire loro la continuità terapeutica, mi è capitato di offrire ai miei pazienti l’opportunità che parte della terapia si svolgesse online. A differenza di molti Colleghi con cui mi sono trovato a parlare in quei primi giorni, i quali si sono detti resistenti ed hanno avuto difficoltà a passare subito alla modalità online, per me è stato del tutto naturale chiedere ai pazienti se preferissero provare a fare qualche seduta online invece che bloccare o sospendere la terapia (pur potendolo farlo, infatti, in maniera molto coscienziosa la maggior parte delle persone in quei giorni ha preferito non uscire di casa). La prima settimana qualcuno ha preferito disdire gli appuntamenti ed è rimasto diffidente ma, delle persone che hanno provato le sedute online, tutte tranne una hanno gradito il passaggio a questa modalità e addirittura hanno poi trovato vantaggi nel diverso approccio e in questo cambio di setting. Il più importante tra i vantaggi forse è stato quello di far propri i contenuti emotivi e di adattare la fine delle sedute attraverso una formula usata occasionalmente in relazione all’utilità del paziente, e che invece in questo periodo ho reso procedura costante per tutto il periodo delle sedute online: “questa seduta mi ha dato lo spunto per pensare ad un esercizio che vorrei tu provassi a fare in questa settimana, prima del nostro prossimo incontro; appena finisco di scriverlo, te lo invio”. Capitava spesso VI


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che, se dopo due giorni non lo avessi ancora inviato, i pazienti me lo chiedessero. In qualche maniera, in quei giorni tanto diversi che stavamo vivendo tutti, questo ponte tra una seduta e l’altra era diventato importante, quasi una parte strutturata e non più un’appendice delle sedute. L’homework ha rivestito un ruolo fondamentale nella tradizione teorica e clinica della psicoterapia cognitivo-comportamentale, in cui si utilizzano protocolli specifici e strutturati con l’obiettivo terapeutico di andare a sollecitare e successivamente a lavorare su uno schema disfunzionale circoscritto. Del resto, la pratica clinica mostra come molti altri approcci psicoterapeutici si siano sempre serviti di strumenti come stimoli, appunti, indicazioni e riflessioni da utilizzare fuori dalla stanza, anche senza specifici protocolli, ma dando un senso e un valore terapeutico diverso a seconda del proprio modello di riferimento. Nel nostro approccio Umanistico-Bioenergetico si prevede un incontro settimanale della durata di circa un’ora; grazie agli Homework, stimoli e attività proposti al paziente tra una seduta e l’altra, lo spazio dedicato alla terapia si estende anche oltre quel tempo limitato, dando alla persona la possibilità di dilatare l’attenzione che pone su se stessa e sui processi terapeutici. Questi compiti permettono di giocare emozioni reali e di toccare sensazioni autentiche sui cui lavorare e riflettere con il proprio terapeuta; un’occasione per osservare da vicino i propri circoli disfunzionali, scoprire e fare esperienza nel tempo di strategie e risorse potenziali ancora non esplorate. La differenza tra gli homework dei colleghi di altri approcci e quelli dei terapeuti umanisti (alcuni celeberrimi sono: la lettera al padre, l’abbraccio dell’albero, l’incontro con la bambina che eri eccetera) sta soprattutto nel pensare che la creatività del terapeuta sia una grande risorsa e pertanto il paziente viene invitato a svolgere gli homework che costituiscono “una scusa” per entrare in contatto con le proprie emozioni. Per gli umanisti, infatti, non è importante che il paziente arrivi a svelare verità, o modelli o schemi comportamentali appresi (non fraintendetemi già di per sé importantissimi) ma che, attraverso questi, possa contattare o ricontattare emozioni bloccate, represse a volte da troppo tempo. VII


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Pertanto l’homework è il modo per rimanere connesso con il lavoro emotivo fatto in seduta (“appena arrivi a casa scrivi tutto ciò che hai provato in seduta oggi e collegalo alle sensazioni del tuo corpo, delle tue gambe, del tuo torace e delle tue braccia”), altre volte consente di iniziare a scavare il contenuto emotivo che si approfondirà in seduta; in tutti e due i casi esiste un importante legame terapeutico. A differenza degli altri modelli, il terapeuta umanista prende parte e si occupa in maniera empatica del processo emotivo che si viene a creare (“sento molto ciò che stai provando… Mi arriva molto forte quello che stai vivendo in questo momento…”). In modi diversi, a seconda del modello clinico di riferimento, gli homework sono riconosciuti quindi come occasioni utili per varie ragioni; nascono come proposte strutturate del terapeuta in accordo con il paziente e in relazione alle tematiche e alle sensazioni emerse in seduta o come strumento per elicitare una qualche emozione o contenuto più nascosto o lontano da sé. Oltre ad avere una struttura più o meno specifica rispetto alla difficoltà che viene affrontata, il compito viene modellato sull’unicità di ciascuna persona, come se fosse un abito cucito a mano; elemento che permette di costruire e consolidare l’alleanza terapeutica. Prescrivere stimoli da svolgere a casa consente di creare continuità tra una seduta e l’altra in modo che il paziente si senta dentro il proprio processo terapeutico, al pieno comando della propria vita. Molto spesso appaiono come inviti paradossali perché la persona si confronterà con la prescrizione di un sintomo o la messa in atto consapevole di schemi disfunzionali allo scopo di modificarne il significato, portando alla consapevolezza l’utilità di questi processi, e offrendo la possibilità di esplorare nuovi modi di sentire, di pensarsi e di agire. Questo quaderno-libro è la sintesi di alcuni homework proposti in questi mesi e, chissà, magari ciclicamente potremmo riproporne altri... perché per un umanista ogni persona è unica ed irripetibile, rappresenta un mondo a sé e pertanto per ognuno va trovata la modalità giusta, la strada per arrivare alle sue emozioni e quindi l’homework giusto per quella persona. Perché c’è sempre una strada ed il lavoro dello psicologo è trovarla, anche quando non è stata ancora battuta o percorsa da alcuno. VIII


Gli Homework Perché un quaderno degli Homework? A seguito dei nostri precedenti lavori sul Training Autogeno e sulle Fantasie Guidate questo quaderno si propone di essere un ulteriore sostegno alle attività di terapia e di alfabetizzazione emotiva. Gli homework, come ci dice la traduzione letterale della parola, sono i “compiti a casa” che il terapeuta può dare al proprio paziente. È uno dei tanti strumenti che il terapeuta può possedere nella propria valigetta. Pensiamo che attraverso il supporto di uno strumento semplice, immediato e versatile come questo le persone possano continuare il proprio viaggio dentro se stessi o rinnovare consapevolezze anche fuori dalla stanza di terapia. Questo quaderno è rivolto a: • Colleghi di qualsiasi approccio terapeutico che vogliano aiutare i propri pazienti a conoscere le proprie emozioni ed a sperimentarsi nella vita quotidiana, aumentando non solo la consapevolezza di sé ma anche la percezione di essere fautori del proprio cambiamento; • Persone che vogliono cominciare a conoscersi e mettersi in gioco. Molte parti del quaderno offrono indicazioni precise per una pratica autonoma grazie agli esercizi che proponiamo. In questo quaderno viene presentata una proposta di utilizzo ed approfondimento della tecnica degli “homework”, arricchita e integrata con spunti dell’approccio umanistico bioenergetico, attraverso cui poter accrescere l’esperienza di contatto con sé, incrementare il riconoscimento e la verbalizzazione dei propri vissuti, invitando i lettori ad utilizzare anche il corpo come canale di accesso alle emozioni. L’obiettivo è quello di cercare di aiutare i propri pazienti a mantenere una connessione con le consapevolezze che emergono nella stanza di terapia, per non perdere le risonanze e

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i richiami rispetto alle proprie esperienze di vita che possono manifestarsi anche nei giorni successivi, durante le loro riflessioni in solitudine. Raccomandiamo in tutti i casi di seguire le nostre indicazioni; gli esercizi possono essere provati in autonomia ma in molte situazioni abbiamo riscontrato la necessità di una guida esperta, per poter rileggere l’esperienza ed avere uno sguardo da parte di chi fa di queste tecniche strumento di lavoro quotidiano. Non esitate ad contatarci per qualsiasi richiesta o informazione, all’indirizzo posta@lucanapoli.com, dedicata specificamente ai lettori dei nostri quaderni.

Cosa sono gli Homework? Dalla nascita della Psicologia, diversi approcci si sono adoperati per stimolare i propri pazienti in riflessioni su comportamenti, emozioni e appunti da poter portare fuori dalla terapia, ma solo dalla seconda metà degli anni Cinquanta si è potuto parlare di una metodologia più strutturata: gli homework. Infatti, con l’avvento della Terapia Razionale Emotiva di Albert Ellis, questi verranno usati come strumento terapeutico vero e proprio. Tale approccio, appartenente alla più ampia branca della terapia cognitivo-comportamentale, rivisita e rivaluta il contributo che il paziente può dare al proprio cambiamento. La persona infatti viene vista come “il terapeuta di se stesso”; con questa rappresentazione, l’Autore si propone di dare enfasi alla posizione privilegiata che il paziente stesso ricopre all’interno del percorso terapeutico. Essendo dunque la persona partecipante attivo del proprio cambiamento, non ci si affida più solo a ciò che accade nell’ora della terapia settimanale, ma si cerca di avvalersi anche di strumenti che possano permettere al paziente di mettersi in gioco nella vita quotidiana. Era dunque necessario costruire uno strumento utile a tale scopo e gli homework potevano ben assolvere a tale compito. Secondo tale approccio, la visione che abbiamo della realtà, ossia come interpretiamo e valutiamo ciò che ci accade, influenza il modo in cui reagiamo emotivamente e il modo in cui ci comportiamo. In accordo con

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Gli Homework

altre terapie cognitivo-comportamentali, la Terapia Razionale Emotiva riconosce l’influenza della vita passata del paziente su quella attuale, in particolare in termini di apprendimento e di meccanismi di condizionamento. Pensieri, emozioni e comportamenti vengono considerati aspetti strettamente interconnessi; secondo tale approccio teorico, dunque, il modo di pensare influenza le emozioni e il modo in cui queste ultime si intensificano e perseverano nel tempo, anche quando esse vengono suscitate da eventi esterni particolarmente ostili. Ne consegue che il riflettore, all’interno del percorso terapeutico, venga puntato sui processi cognitivi. Da qui l’utilizzo degli esercizi risulta orientato a creare la possibilità per il paziente di porre attenzione ai propri comportamenti e all’andamento dei propri pensieri prima, durante e dopo l’azione stessa.

La tecnica Anche il nostro approccio, umanistico bioenergetico, si avvale della tecnica degli esercizi in terapia poiché risultano essere strumenti semplici e versatili. Questi esercizi offrono la possibilità al paziente di porre attenzione alle proprie emozioni e alle proprie dinamiche interne, fornendo l’opportunità di una maggiore consapevolezza di sé e, allo stesso tempo, la sensazione di poter essere parte attiva nel proprio processo di cambiamento. Oltre ai processi cognitivi, il focus degli homework usati nel nostro approccio è rivolto sia alle emozioni, e a tutti quei vissuti ad esse correlati, che all’aspetto corporeo ed espressivo che ne risulta. La persona viene invitata, verso la conclusione della seduta, a prendersi del tempo nel corso della settimana che trascorrerà fino al prossimo incontro, per svolgere un compito che le sarà affidato dal terapeuta. A seconda della fase della terapia e delle tematiche che il paziente sta affrontando in quel momento, verrà proposto uno stimolo specifico che inviterà il paziente a prendersi uno spazio di riflessione e movimento in cui sperimentarsi e partecipare alla scoperta di se stesso. Attraverso questa tecnica, che mette insieme una modalità pratica ad una più emotiva, è possibile integrare vari

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aspetti della personalità e aiutare il paziente a raggiungere insight sempre più consapevoli. In aggiunta, l’homework può essere letto anche nell’ottica di un possibile punto di partenza da cui iniziare la seduta successiva, in modo da approfondire gli aspetti più resistenti della persona. Infine, lo strumento permette al paziente di sentire una maggior continuità del proprio percorso terapeutico e lascia la possibilità al terapeuta di poter essere creativo; così dalla nostra esperienza clinica, nasce l’idea di offrire alcuni spunti che hanno trovato terreno fertile nella nostra pratica.

Come si struttura il quaderno In questo quaderno troverai otto diverse sezioni, dedicate a tematiche e concetti differenti. Ognuna di queste sezioni presenta al suo interno diversi esercizi, relativi alla tematica di riferimento. Ti invitiamo a lasciarti incuriosire dalle immagini e dagli stimoli che troverai, dandoti la possibilità di metterti in gioco e di ascoltare cosa succede nel tuo corpo nel Qui ed Ora. Le sezioni che incontrerai saranno le seguenti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Autostima Controllo Consapevolezza Assertività Identità Coppia Rabbia Ruoli

All’interno del quaderno, dopo ogni esercizio, troverai uno spazio dove poterti appuntare le tue sensazioni e la tua esperienza, in modo che possa essere una sorta di diario di bordo per un viaggio che decidi di intraprendere. Buona navigazione! XII


Per iniziare: come prepararsi all’induzione agli Homework Proprio come per il Training Autogeno e le Fantasie Guidate, si raccomanda di dedicarsi alle diverse sezioni di Homework in un clima tranquillo e confortevole.
Si consiglia di scegliere sempre un luogo adatto e un momento adeguato, per poter lasciare andare i pensieri o le preoccupazioni e focalizzarsi sulle sensazioni, i vissuti e le emozioni che si manifestano durante l’esercizio, senza eseguire il compito in maniera meccanica, ma dedicandosi un momento in cui stare a contatto con se stessi.
All’inizio di ogni sezione, troverai un’immagine-stimolo, che potrà aiutarti a connettere mente, corpo ed emozioni, facilitandoti nell’orientare l’ascolto alle tue sensazioni e a ciò che accade dentro di te. Ti invitiamo, per questo motivo, a soffermarti su tali stimoli, lasciando loro la possibilità di evocare ciò che è presente in quel momento.
Troverai gli esercizi in forma scritta, che potranno esserti utile per riproporli così come sono o personalizzarli con la tua creatività adattandoli al momento presente del paziente. Prima di cominciare vorrei proporti una storia che utilizzo spesso come stimolo nella mia pratica clinica per aiutare i pazienti a chiedersi quanto sono disposti a navigare nelle proprie emozioni e stimolarli a lasciarsi trasportare dalle proprie sensazioni, senza fuggire dal qui e ora e da ciò che provano. Ogni giorno scegliamo se essere il nostro oceano. “Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito.
 - Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile.
 Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo:
 - Queste… sono le tue sofferenze.

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Quaderno degli Homework Tutta l’acqua del bicchiere si intorbidì e s’insudiciò. Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente come prima.
 “Vedi? – spiegò il maestro – ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”.
 Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite.
Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio, il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente:
 “Da qualche parte certamente c’è una soluzione e io la troverò”.

Storiella zen

Ogni giorno proviamo a chiederci se siamo bicchiere o oceano. Troppi cuori piccoli, intimiditi dalla vita. C’è bisogno di coraggio, non di eroismo. Non perdiamoci l’occasione di contattare il nostro oceano di emozioni, grande e vasto come l’acqua del mare.

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Per iniziare: come prepararsi all’induzione agli Homework Prima di cominciare, vorrei proporti uno degli Esercizi che utilizzo maggiormente nella mia stanza e con i miei pazienti.
Ti invito a leggerlo lasciandoti incuriosire dalle parole, dalle sensazioni che ti suscita e dalle emozione che muove in te.

“Ora se hai coraggio, queste domande inviale veramente alle quattro persone che hai pensato. Sarai deluso dalle loro risposte? Ti aspetti che sarai gratificato e nutrito dalle loro risposte? Non te ne importa niente? O hanno molta importanza, per te, le loro risposte?�

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