Patrizia Moselli, Maria Luisa Manca, Barbara D'Amelio, Marta Favaroni (a cura di)
L’empatia appesa a un filo Covid-19 e lockdown 2020: la risposta dell'analisi bioenergetica
Collana
Psiche e dintorni
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© Copyright Alpes Italia srl - Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I Edizione, 2021
Patrizia Moselli è psicologa e psicoterapeuta. International trainer e membro della Faculty e del Board of Trustees dell’IIBA (International Institute for Bioenergetic Analysis), è Presidente della Società Italiana di Analisi Bioenergetica (SIAB) e Past President della FIAP (Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia). Formata e senior trainer anche nell’approccio centrato sulla persona. Da molti anni si occupa di formazione e supervisione. Maria Luisa Manca è psicologa e psicoterapeuta. Supervisore e didatta di analisi bioenergetica, direttore nei corsi di specializzazione in Psicoterapia della Società Italiana di Analisi Bioenergetica (SIAB). Past President della FIAP (Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia) e dell’AIPC (Associazione Italiana per la Psicoterapia Corporea). Dal 2019 è Consigliere dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. Da molti anni si occupa di formazione e supervisione. Barbara D’amelio è psicologa e psicoterapeuta. È analista bioenergetica, tutor nel corso di specializzazione in Psicoterapia e docente di classi di esercizi presso la Società Italiana di Analisi Bioenergetica (SIAB). Ha lavorato come psicologa presso il centro per le famiglie “Il Giardino Blu”. Svolge attività clinica con singoli e gruppi. Fa parte della redazione del Blog e della pagina Facebook del Progetto di Sostegno Psicologico della SIAB. Marta Favaroni è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Perugia e ha conseguito un Master in media relations presso la Business School del Sole24ore. Dal 2007 è Executive Assistant e Responsabile della Segreteria Didattica dei corsi di specializzazione in Psicoterapia presso la Società Italiana di Analisi Bioenergetica (SIAB). Si occupa da anni di editing e di correzione di bozze di articoli e libri.
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Indice generale Ringraziamenti.........................................................................
VII
Introduzione di Patrizia Moselli...............................................
IX
Prefazione di Barbara D'Amelio................................................
XIII
Quando il dolore ci tocca da vicino‌ Riflessioni sulle sedute da remoto di Alessandra Zanardi....................................................................... XV
Prima parte Navigare con la clinica Una psicoterapeuta al lavoro durante il lockdown per pandemia di Livia Agresti.......................................................................... 1 Il Corpo come segnale: note sulla psicoterapia online di Massimo Borgioni................................................................. 5 Nuove sfide tra Covid-19 e psicoterapia online! di Alessandro Cataldi............................................................... 12 Una stanza dove lasciare tutto di Barbara D’Amelio................................................................ 23 Psicoterapia e Covid-19: riflessioni sulla pratica online di Sibilla De Falco.................................................................... 26 Bioenergetica e Covid-19: le vie del grounding di Livia Geloso.......................................................................... 30 Riflessioni sulle sedute in remoto e sedute in presenza di Margherita Giustiniani........................................................ 37
III
L’empatia appesa a un filo
Riflessioni sulla Psicoterapia a distanza di Christoph Helferich.............................................................. 41 Mi “senti”? La psicoterapia online e la relazione terapeutica ai tempi del Covid-19 di Maria Luisa Manca.............................................................. 45 Le sedute via Skype: l’innovazione che riporta all’antico di Patrizia Moselli.................................................................... 50 Il modo migliore per venirne fuori è sempre buttarsi dentro di Silvia Pasqualini.................................................................. 54 “Un’altra” strada possibile: liberarsi dal pregiudizio sulla terapia online di Gabriele Putelli.................................................................... 60 Esperienze e riflessioni sulla psicoterapia corporea online di Rosa Linda Rizza................................................................. 67 Appunti tra realtà e virtualità delle sedute online di Livia Savarese....................................................................... 72 Psicoterapia bioenergetica online. Alcune riflessioni metodologiche di Freddy Torta......................................................................... 81 Alcune considerazioni sulla mia esperienza con la psicoterapia online di Sandro Violante.................................................................... 87
Il lavoro con le problematiche psicotiche Riflessioni e memorie emerse nel lockdown di Enzo Dal Ri.......................................................................... 91 Terapia online o in presenza: l’importanza della condivisione di uno spazio e non solo di un tempo di Marisa Orsini....................................................................... 100
IV
Indice generale
Seconda parte Quando l’esperienza personale orienta la teoria #NoiCiSiamo di Alessia Azzini, Elena Casoli, Manuela Guarneri, Maria Rita Reggi, Mario Massa, Gabriele Putelli................... 105 Corpi remoti in quarantena, report dall’epicentro bergamasco di Claudio Agosti...................................................................... 110 Sedute in remoto nel periodo Covid-19 di Cosimo Aruta........................................................................ 114 Riflessioni sulle sedute in remoto di Alessia Azzini........................................................................ 118 Riflessioni sulla terapia al tempo del Covid di Stefania Colombo................................................................. 121 Sperimentare per intervenire con la terapia online di Chiara D’Andrea.................................................................. 126 Riflessioni dal lockdown di Claudia Di Tanna................................................................ 129 Il “diaframma” dello schermo di Lucia Floridia....................................................................... 133 Un inizio di collegamento, contatto con la terapia online... di Christiane Franceschini........................................................ 137 Due persone spaventate che comunicano attraverso uno schermo di Albertomaria Gatti............................................................... 141 La clinica ai tempi del Corona Virus di Maria Clotilde Guarino....................................................... 146 Terapie online in tempo di Covid: un’integrazione possibile di Manuela Guarneri............................................................... 150 V
L’empatia appesa a un filo
Riflessioni personali e sul lavoro in remoto di Paola Mazzotti..................................................................... 154 Bioenergetica e psicoterapia a distanza: la mia esperienza di Vittoria Moselli.................................................................... 158 Considerazioni sul lavoro da remoto di Cristina Pratolongo.............................................................. 162 Riflessioni sull’esperienza del lavoro online di Alessandra Puglia................................................................. 165 La clinica ai tempi del Coronavirus di Claudia Sarrocco.................................................................. 169 L’esperienza della Psicoterapia online nel confinamento causato dalla pandemia di Mariarita Sclavi................................................................... 173 Riflessioni sulle sedute condotte online ai tempi del Coronavirus di Manuela Tremante............................................................... 179 Riflessioni sul lavoro terapeutico in tempo di Virus: trovare la strada per non perdersi, ridefinendosi creativamente di Ilaria Vergine........................................................................ 183 Riflessioni. Le Sedute online nella primavera 2020 di Emanuela Weber Daini........................................................ 187 Il nemico invisibile poesia di Margherita Semeraro................................................ 191
VI
Ringraziamenti Per noi è stato un piacere leggere e curare i contributi contenuti in questa raccolta. Ogni articolo rappresenta una finestra sul mondo professionale e personale di ogni singolo autore, che ha saputo fotografare la complessa realtà vissuta durante il lockdown dei mesi scorsi. Le emozioni espresse in questi scritti ci hanno toccato profondamente. Quelle emozioni che hanno saputo trasformarsi in altro rendendo possibile questo libro. Gli autori hanno inoltre dimostrato una grande collaborazione, pronti ad accogliere i nostri suggerimenti, contribuendo a rendere questo processo innovativo e stimolante. Senza la sinergia che si è venuta a creare, seppure “a distanza”, non avremmo potuto dare vita a questa significativa esperienza. Ringraziamo quindi tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, che speriamo sia di vostro gradimento. Barbara D’Amelio, Marta Favaroni, Maria Luisa Manca, Patrizia Moselli Il Comitato di Lettura
VII
Introduzione di Patrizia Moselli* Quando è scoppiata la pandemia, in un primo momento, noi tutti professionisti della Siab1,*ci siamo sentiti smarriti, spaventati… e in qualche modo “appesi a un filo”. Il lockdown ci ha messo di fronte ad una realtà mai conosciuta prima: abbandonare la didattica in presenza e cominciare a sperimentare le lezioni online; porci di fronte alla domanda di come proseguire la nostra pratica clinica e come rispondere in modo efficace rispettando sia i nostri confini personali sia i bisogni dei nostri clienti-pazienti di avere cura e sostegno. Questi interrogativi collettivi più che dividerci ci hanno permesso di rimanere uniti e di crescere come comunità professionale attraverso varie iniziative, sia individuali che collettive e sociali, di cui questo libro è testimonianza. Ognuno di noi ha portato il suo contributo, frutto di riflessioni personali e professionali, per lasciare una traccia del cambiamento che è avvenuto, dentro di noi e nel nostro lavoro con i pazienti. Ciò che volevamo fare era fotografare questo momento così epocale, ciascuno dal punto di vista della propria esperienza, con la psicoterapia da remoto. Non vi è qui la pretesa di fare teorizzazioni o di prendere posizioni sull’argomento. Ci asteniamo da ogni giudizio in merito. A tal proposito si è già espresso l’Istituto Internazionale di Analisi Bioenergetica (IIBA), così come l’Ordine Nazionale degli Psicologi, nel dare piena legittimità alla psicoterapia “a distanza”. Sicuramente l’argomento ha acceso molti dibattiti interni, alle volte molto accesi e forti. Del resto, le idee portano con sé anche grandi emozioni. Ma non ci addentreremo in altre argomentazioni, non è questa l’intenzione con cui è nato il libro. Voglio citare qui il Prof. Luigi Aversa, psicoanalista junghiano, che descrive la psicoterapia come “il curare l’altro attraverso la propria Psiche” e anche attraverso il proprio corpo, che è sempre presente e attivo anche nelle sedute a distanza. I contributi raccolti in questo volume confermano in qualche modo questa presenza del corpo nella diade terapeutica, anche quando non ci si trova dinnanzi all’altro e nel medesimo spazio fisico delineato dal setting. Gli autori, attraverso le loro esperienze, hanno saputo * Presidente Siab e International Trainer Iiba Faculty. 1 Società Italiana di Analisi Bioenergetica. È stata fondata da Alexander Lowen, padre dell’Analisi Bioenergetica, e opera da 30 anni nel campo della formazione clinica. È affiliata all’International Institute for Bioenergetic Analysis (IIBA) e ha ottenuto il riconoscimento del Miur nel 1998.
IX
L’empatia appesa a un filo
elaborare con la mente il corpo e l’anima quello che stava accadendo, divenendo capaci di una trasformazione in loro stessi e negli altri e dimostrando quindi una grande capacità di resilienza. Questo lavoro, frutto di un vero e proprio atto creativo, rappresenta proprio questo forte impegno nello sperimentare modalità nuove di intervento (sedute da remoto). Il libro nasce quindi da una volontà di condivisione di pensieri, che seppur differenti, portano con sé quello che siamo, ad un livello sia cognitivo che emotivo. La situazione di emergenza sanitaria, e le esperienze che ne sono derivate, ci hanno portato a riflettere. Personalmente mi ha fatto molto pensare ad esempio la differenziazione dello strumento a seconda dell’utenza stessa. Per gli anziani è stato molto più semplice usare il telefono (mezzo per loro familiare) piuttosto che altro; con i più giovani e con gli adolescenti c’è stata più fluidità con le videochiamate, in questo caso abbiamo visto come per loro fosse più facile lasciarsi andare perché abituati all’uso di questo mezzo. Tutto questo ci dovrebbe portare a considerare il significato di “intimità” nella terapia. Viviamo in un’epoca dominata dai social media, ad esempio, che non fanno altro che amplificare una cultura narcisistica sempre più preponderante. Pensiamo anche alla tv del dolore che spettacolarizza quello che dovrebbe essere vissuto come profondamente intimo. Può quindi lo stesso mezzo, che abbiamo sempre visto come strumento deformante delle emozioni – così esposte senza pudore e quindi nella violazione più totale della sfera intima – acquisire un diverso significato? Probabilmente sì, viste le nostre esperienze. E questo dipende dall’uso che ne facciamo. La psicoterapia online o telefonica ci ha permesso di creare un contenitore protetto per i nostri pazienti, un contenitore nel quale si sono sentiti liberi di aprirsi. Ecco io credo che questi concetti racchiudano il profondo senso del nostro lavoro, di quello che facciamo e che abbiamo continuato a fare anche in una situazione difficile e delicata come quella che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Mi piace infine pensare all’insieme degli autori di questa raccolta come ad un coro, ognuno caratterizzato da una propria voce, voce che resta comunque in armonia con le altre; o ad un’orchestra dove ognuno è intento ad affinare il suo strumento, creando nell’insieme con gli altri, una melodia particolare ma ben distinta. Potremmo infatti dire che ogni esperienza terapeutica descritta in quest’opera è definita da momenti diversi e musicalità diverse che ne definiscono l’unicità. Questo fluire ha permesso di creare una sorta di “jam session” nel confronto tra esperienze diverse.
X
Introduzione
Per fare questo ogni terapeuta-autore è partito dal proprio radicamento, dal proprio Grounding e ha saputo trasformare questo momento così delicato in agilità e movimento, per incontrare l’altro. Tutte le esperienze descritte ci ricordano che se il terapeuta – come affermava anche Lowen – è in contatto ricettivo con il proprio sé e quindi con il suo corpo, non può che aiutare il suo cliente/paziente ad entrare maggiormente in contatto con sé stesso e dunque superare anche le limitazioni di un setting a distanza. “La comprensione è un processo di empatia che dipende dalla risposta armonica di un corpo a un altro corpo. Non si tratta con ciò di negare il valore della conoscenza. È solo una questione di priorità. Quando lavoro con un paziente, faccio molto affidamento sulla mia risposta empatica nei suoi confronti. Con il mio corpo posso sentire come si tiene e come sta nel mondo. Finché non sentirò una persona, non potrò far nulla, perché non avrei nulla su cui basarmi se non la conoscenza e la mia conoscenza può non essere pertinente alla situazione del paziente. Per agire in questo modo devo fidarmi del mio sentire” (Lowen, 1980).
Lasciamo quindi che ora parli la nostra “musica”. Buona lettura.
XI
Prefazione di Barbara D'Amelio
Questo libro raccoglie le testimonianze di 43 Psicoterapeuti nei 69 giorni del lockdown, dal 9 marzo al 18 maggio 2020. La ragione del testo è proprio quella di raccontare. Una raccolta di voci, dunque, che parlano di esperienze personali, di tentativi per prove ed errori, di un apprendimento sul campo, di resistenze e aperture, e di strade diverse verso una possibilità terapeutica. Così, partecipare alla stesura di questo libro ha rappresentato anche per tutti noi un’occasione terapeutica. Ci siamo trovati in un tempo in cui l’isolamento, la paura e la riduzione del contatto ci hanno fatto sentire ancora di più il bisogno della relazione, dell’appartenenza e del senso di comunità: per questo quando Patrizia Moselli ci ha chiesto di trasformare le descrizioni delle nostre esperienze come gruppo di Psicoterapeuti in un libro da pubblicare, l’ho profondamente sentito come un modo di mantenere la relazione, una possibilità di sentire la vicinanza. Il risultato è stato un grande lavoro collettivo nel quale l’eredità delle nostre radici, le incertezze del presente e le ipotesi per il futuro attraversano tutti gli scritti. Credo inoltre che poter avere una visione concreta di ciò che è successo nella nostra comunità di Psicoterapeuti a fronte delle tante richieste di aiuto e di un modo diverso di offrire supporto psicologico sia particolarmente importante in questo momento. Secondo i dati diffusi dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), infatti, la percentuale di cittadini che durante il lockdown hanno avuto la necessità di ricorrere al sostegno psicologico è passata dal 40% al 62%1.*Quanto è importante dunque stimolare una riflessione sulla dimensione psicologica del fenomeno in cui siamo immersi? E farlo anche attraverso la prospettiva degli Psicoterapeuti può essere una finestra aperta per incuriosire e incoraggiare considerazioni senza pregiudizi. Per me è stato così e spero lo sia per tutti i lettori, siano essi terapeuti, pazienti, o semplici curiosi. La scelta del titolo “L’empatia appesa a un ‘filo’ Covid-19 e lockdown 2020: la risposta dell’analisi bioenergetica” è evocativa. Il filo è quello reale, che connette i dispositivi video e audio, ed è anche quello simbolico, che collega il paziente e il terapeuta: fili attraverso i quali restare insieme, restare in rete. 1 https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=84789.
XIII
L’empatia appesa a un filo
La raccolta si apre con la testimonianza diretta di una collega che, proprio a causa del SARS-COV2, è stata toccata dal dolore della perdita e che ha voluto comunque raccontare la sua esperienza. Le siamo grati per questo significativo contributo che ci ha molto emozionato. Il volume è suddiviso in tre parti: “Navigare con la clinica”, “Il lavoro con le problematiche psicotiche” e “Quando l’esperienza personale orienta la teoria”. La prima parte, “Navigare con la clinica” è dedicata propriamente all’esperienza clinica della terapia a distanza e contiene la descrizione di una notevole varietà di situazioni e approcci personali, offrendo molteplici motivi di interesse per il lettore. Molte le testimonianze e molti i temi: dal cambiamento del setting alle implicazioni di nuovi spazi e nuovi confini, dalla centralità dell’immagine alla rinnovata scoperta della voce, dal nuovo utilizzo del corpo alla continuità della relazione, solo per citarne alcuni. Navigare con la clinica dunque, proprio perché si tratta di testimonianze sul campo dei terapeuti che navigano a vista, verso nuove destinazioni e con un nuovo equipaggiamento. Una sezione a parte è quella dedicata al lavoro con gli psicotici alla luce delle nuove sfide della terapia a distanza. Troviamo qui due approfondite riflessioni sullo scenario dei disturbi primitivi e su potenzialità attuali e ipotesi di sviluppo dell’approccio bioenergetico nell’incontro con la mente psicotica. Temi quali il setting interno del terapeuta, la funzione analitica, le forme del contatto, trovano uno spazio e un approfondimento molto ricco di spunti per chi si appresta a lavorare con i disturbi dello spettro psicotico. L’ultima parte è dedicata ai contributi in cui l’esperienza del terapeuta in un contesto così nuovo, imprevedibile e complesso può diventare un punto di partenza per riflettere sulla clinica. Proprio per questo, è la testimonianza di alcuni membri del team del progetto “NoiCiSiamo”2*ad aprire il ciclo delle esperienze più personali. Gli articoli di questa terza sezione sono tutti accomunati dalla ricerca di una saggezza “nuova” che nasce proprio dalla pratica. Un pensiero ponderato, dunque, trasversale ad ogni scritto e orientato all’elaborazione di nuovi scenari di senso. Da ognuno di questi articoli emerge un apprendimento importante, ed è molto interessante leggere con quanta creatività i terapeuti si siano adattati alle situazioni, dando vita a quello che potremmo definire un agire riflessivo. Abbiamo scelto infine di affidare la chiusura ad una bellissima poesia, scritta proprio nei giorni difficili del lockdown e donataci spontaneamente da una collega. Niente è più libero della poesia, e dunque ci è sembrato giusto terminare questo viaggio, fatto al chiuso delle nostre case, con un auspicio di libertà. 2 “NoiCiSiamo” è stata un’iniziativa portata avanti durante il primo lockdown da più di 80 psicoterapeuti del Centro Clinico della Siab per fornire gratuitamente un supporto psicologico online. Il progetto ci ha permesso di aiutare più di 300 persone che durante i mesi della pandemia si sono rivolti a noi ed è stato pioniere nell’attivazione di molti altri canali di supporto che ci hanno visto coinvolti.
XIV
Quando il dolore ci tocca da vicino… Riflessioni sulle sedute da remoto di Alessandra Zanardi**
Lavoro e abito nella Bassa Lodigiana a stretto confine con la “la prima zona rossa”, a stretto contatto con il primo allarme Covid-19. Mi riferisco a venerdì 21 febbraio 2020, quando viene diagnosticato il primo caso a Codogno. Immediatamente scatta l’allarme, in me faccio calcoli matematici per capire se ho avuto contatti diretti o indiretti. I contatti ci sono stati, in modo abbondante, sia attraverso amicizie dirette con “il paziente 0”, sia attraverso contatti diretti con i pazienti residenti a Codogno. Tra il 21 e il 22 febbraio ricevo parecchie disdette direttamente da queste zone. Queste disdette mi fanno sentire protetta. Fino a quando il Covid-19 è entrato nella casa dei miei genitori in modo particolarmente violento. “Il papà sta malissimo, ho chiamato i soccorsi” scrive mia mamma in un WhatsApp. In pochi giorni il papà è mancato, è l’8 marzo. Ora sono qui a scrivere da professionista ma è stato fondamentale essere paziente prima di iniziare il lavoro in remoto. In remoto mi sono fatta aiutare da una collega, che mi ha sostenuta per parecchi giorni con continuità. La mia famiglia e Paola, la collega, sono stati angeli custodi che mi hanno accompagnata attraverso l’incubo e a contatto con la triste realtà in corso. “Buongiorno, causa lutto sospendo l’attività fino a data da definirsi, grazie”. Ecco il messaggio che invio ai miei pazienti. Ho fortemente sentito la necessità di essere trasparente nei loro confronti, è stata un’esperienza così “grande”, così intensa e significativa che avrei potuto rimettermi a contatto con loro solo su un piano diverso, che ora provo a descrivere. La morte di un genitore, questo non l’ho mai compreso prima, è qualcosa di GRANDE, non trascurabile; il modo in cui è avvenuta è indelebile, la velocità, l’immaginazione, la scomparsa. Prima della morte sono entrata a contatto con la scomparsa, poiché non sapevamo nulla di lui, solo che fosse intubato. La telefonata serale di routine durava qualche secondo e non lasciava spazio a speranza. Prima l’attesa e poi il vuoto. “Signora la situazione è grave”. Alla fine del mese di marzo mi sono sentita di iniziare l’attività in remoto. Sono andata per gradi, anche in termini di impegno. È stata la prima * Alessandra Zanardi è psicologa e psicoterapeuta formata in analisi bioenergetica ed EMDR. Appassionata di discipline corpo-mente, ha approfondito negli anni il tema del trauma e della dissociazione.
XV
L’empatia appesa a un filo
volta. Mi sono rispettata. Il contatto è stato intenso fino dai primi momenti, non ero più la terapeuta del mese precedente, mi sono messa a contatto con aspetti profondi e compassionevoli come non era mai accaduto e il lavoro è stato molto produttivo, ho ritrovato in me una presenza acuta e rispettosa, nuova e sconosciuta. Il dolore era grande e presente durante le sedute. La vulnerabilità con cui mi sono messa in relazione è stata “la perla preziosa” del lavoro e del contatto che ho sentito crescere in questi mesi negli incontri attraverso lo schermo. La distanza che matura vicinanza, relazioni umanamente alla pari libere di fluire, senza maschere e aspettative. Ricchezza e gratitudine. Piacere nell’essere creativa in questa bizzarra vita.
XVI