Collana CambiaMenti – Essere e divenire in età evolutiva
Giocando con la sabbia a cura di
Stefano Marinucci, Daria D’Andreamatteo
Alpes Italia srl – Via Romagnosi 3 – 00196 Roma tel./fax 0639738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it
Giocando con la sabbia © Copyright Alpes Italia srl Via Giandomenico Romagnosi, 3 – 00196 Roma tel./fax 06 39738315 I edizione, 2019
Stefano Marinucci, medico, neuropsichiatra infantile e pediatra, psicologo analista didatta AIPA, Sandplay therapist e didatta AISPT, membro ISST (International Society Sandplay Therapy). Membro fondatore e Presidente di InsiemeNoi Onlus, Centro Clinico di Psicoterapia Integrata. Daria D’Andreamatteo, psicologa e psicoterapeuta, membro ordinario AISPT-Associazione Italiana Sandplay Therapy, membro ISST. Gruppo di ricerca EllePi (GLP). Psicoterapeuta del Centro Clinico InsiemeNoi Onlus.
Immagine di copertina a cura di Alessandra Turchi. Laureata in Editoria e scrittura all’Università La Sapienza di Roma, dal 2011 con Creative Books dà vita a progetti di comunicazione cross-mediale dedicati alle pubblicazioni di saggistica e narrativa, sia cartacee che in e-book, in ambito nazionale e internazionale. Si occupa della realizzazione di video, siti web e gestione della comunicazione sui social media, per promuovere la lettura. http://www.creativebooks.it Revisione del testo di Stefania Fiarè
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Indice generale Prefazione di Stefano Marinucci......................................................... VII La Sandplay Therapy di Dora Kalff di Stefano Marinucci............................................................................ 1 Aspetti tecnici della Sandplay Therapy di Daria D’Andreamatteo..................................................................... 23 Sandwork Espressivo. Una proposta terapeutica in situazioni di vulnerabilità sociale di Eva Pattis Zoja ................................................................................ 33 L’uso della sabbia in un servizio pubblico di neuropsichiatria infantile. Un approccio di psicoterapia focale breve di Maria Rosa Fucci, Daniela Andropoli, Roberto Miletto ...................... 61 Il gioco della sabbia e la rieducazione della scrittura di Irene Bellini..................................................................................... 77 Fototerapia e Sandplay Therapy, un’integrazione possibile? di Floriana Di Giorgio ......................................................................... 89 L’Osteopatia e la Sandplay Therapy di Daria D’Andreamatteo, Raffaella Lupi.............................................. 103 Postfazione Elogio del gioco libero di Maria Rosa Fucci e Roberto Miletto................................................... 117 Bibliografia....................................................................................... 121
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Giocando con la sabbia
Gli Autori
Marinucci Stefano Medico, Neuropsichiatra Infantile, Pediatra, Psicologo analista didatta AIPA, Sandplay therapist e didatta AISPT (Associazione Italiana Sandplay Therapy), membro ISST (International Society Sandplay Therapy). D’Andreamatteo Daria Psicologa e Psicoterapeuta, membro ordinario AISPT, membro ISST Gruppo di ricerca EllePi (GLP del Litorale Pontino). Andropoli Daniela Psicologa e Psicoterapeuta. Servizio SMREE Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva, ASL Roma 6, Distretto di Pomezia. Gruppo di ricerca EllePi (GLP del Litorale Pontino). Bellini Irene Psicologa e Psicoterapeuta, membro ordinario AISPT Di Giorgio Floriana Psicologa e Psicoterapeuta. Socio fondatore di NetFo (Network di Fototerapia, Fotografia Terapeutica e Fotografia ad azione sociale). Fucci Maria Rosa Psicologa e Psicoterapeuta. Servizio SMREE Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva, ASL Roma 6, Distretto di Pomezia. Gruppo di ricerca EllePi (GLP del Litorale Pontino). Lupi Raffaella Fisioterapista, Osteopata e Osteopata Pediatrica. Miletto Roberto Medico, Neuropsichiatra Infantile, coordinatore Gruppo di ricerca EllePi (GLP del Litorale Pontino), responsabile Collana CambiaMenti, Alpes. Pattis Zoja Eva Psicologa, Psicologa analista CIPA, Sandplay therapist AISPT, membro ISST.
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Collana CambiaMenti Essere e divenire in età evolutiva diretta da Roberto Miletto (www.robertomiletto-cambiamenti.it) Neuropsichiatra Infantile
La Collana, che ha preso avvio nel 2010, ha come centro direzionale un gruppo di tecnici, prevalentemente dell’età evolutiva, raccolto inizialmente attorno all’unità operativa di Neuropsichiatria Infantile della ASL Roma 6 di Pomezia (Roma), e poi nel Gruppo di ricerca EllePi (GLP) del Litorale Pontino. La Collana intende raccogliere le diverse iniziative di cura, dunque esperienze di buone prassi, che partono dal territorio e fanno incrociare le famiglie, le scuole, le associazioni di volontariato, il privato sociale, l’università, con i servizi specialistici pubblici locali, nella comune impresa di offrire un supporto di qualità a tutela della salute mentale e della riabilitazione per l’infanzia e l’adolescenza. Il gruppo di lavoro, a suo tempo connesso in una convenzione-quadro con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, coopera nella ricerca e nella formazione con il prof. Mario Di Mauro, per anni Direttore del Dipartimento di ricerca Centro Studi Feuerstein sulle metodologie metacognitive in educazione e formazione all’interno del CIRF (Centro Interateneo per la Ricerca didattica e la Formazione avanzata), ed oggi Presidente onorario di ICSEM (International Center for Studies in Educational Methodologies). L’unità operativa di Neuropsichiatria Infantile di Pomezia, cooperando con un’agenzia educativa del territorio (I.C.S. Pestalozzi di Torvaianica), prese parte nel 2014 all’avvio del progetto NDSAN (New DSA Network) coordinato dall'associazione Maendeleo for Children APS. La Rete NDSAN è successivamente diventata un’importante rete internazionale di progettazione partecipata tra attori pubblici e privati impegnati nello sviluppo di progetti congiunti per la ricerca, le cure o la creazione di servizi sulle patologie del Neurosviluppo e ha ora realizzato un partenariato con il Gruppo di ricerca EllePi (GLP) e con questa Collana, che ne è l’espressione editoriale.
Volumi della collana già pubblicati R. Miletto, Gruppo di Ricerca EllePi (a cura di) Per una scuola amica Curricoli speciali per potenziare la mente, 2010. R. Miletto, M. Aversano (a cura di) SorRidere per BenEssere! Quando il comico entra nelle cure, 2011. G. Sgrò (a cura di) A scuola con i RE Educare e rieducare attraverso il gioco degli scacchi, 2012. A. De Risio, R. Miletto (a cura di) Complice il Silenzio Buone Prassi contro l’abuso all’infanzia, 2013. S. De Biasi, A.M. Angelilli (a cura di) Autismo e Autismi Nuove prospettive su fondamenti teorici e buone prassi operative, 2015. V. Bellia (a cura di), Crescere è una danza La danzaterapia nei processi evolutivi, 2016. G. Buono, M. Pompa (a cura di) Recovery & Territorio Idee ed esperienze in riabilitazione psicosociale, 2017. A. Pompa, M. R. Fucci, R. Miletto Scacchi Speciali per Bambini Piccoli Attività ludico-scacchistiche nella seconda infanzia (2-6 anni), 2017. R. Miletto, M. Sacconi, S. Stingo (a cura di), In rebus Naturae Buone prassi psicoeducative all’aperto, 2018.
Prefazione di Stefano Marinucci
Giocare con la sabbia è una delle attività più facili e più piacevoli da praticare. Sabbia, secchiello, paletta e formine sono tuttora una delle prime modalità di gioco libero dei bambini, ma anche gli adulti non esitano tempo e opportunità. La sabbia, infatti, è una compagna di giochi ideale: dà sensazioni piacevoli al tatto, si lascia docilmente manipolare per dare forma a costruzioni fantastiche, non si rompe, non si inceppa, quando è umida si lascia modellare in castelli, fortini, pista per palline, fino a vere sculture di sabbia, oggetto di gare, tornei ed esposizioni. Si può anche distruggere ciò che si è costruito, ma la sabbia è sempre lì, pronta a rimettersi a disposizione della fantasia e dell’istinto. Negli anni Trenta del secolo passato la psicologa inglese Margaret Lowenfeld intuì che giocare con la sabbia poteva rappresentare un validissimo strumento per esplorare il mondo fantasmatico dei bambini, facilitando in questo modo l’accesso alle problematiche infantili che i bambini non potevano esprimere verbalmente. Nacque la Tecnica del Mondo, una metodica di lavoro psicoterapeutico con i bambini del tutto diversa dalle tecniche psicoanalitiche allora praticate. Da questo ceppo psicoterapeutico originario hanno preso vita una serie di applicazioni terapeutiche del giocare con la sabbia che nel corso degli anni si sono diversificate sia nelle finalità sia nella pratica clinica dell’infanzia e dell’adulto, e che sono l’oggetto specifico di questo libro. In campo psicologico dall’originale intuizione della psicologa inglese sono fiorite molte applicazioni di questa tecnica, come vedremo nella storia del Gioco della Sabbia. La più importante, approvata dalla stessa Lowenfeld, è stata la diversa impostazione teorica data da Dora Kalff che, applicando al metodo le formulazioni teoriche di Carl Gustav Jung, ha ideato la Sandplay Therapy. Alcune applicazioni hanno mantenuto la finalità psicoterapeutica, inserendola nella terapia verbale e adattandola a specifici scopi, altre ne hanno limitato l’impiego alla fase diagnostica. Tra le nuove modalità di lavoro con il Gioco della Sabbia che, pur inserendosi all’interno di un contesto teorico junghiano, differiscono peraltro dalla teorizzazione di Dora Kalff citiamo: il Laboratorio Analitico delle Immagini (LAI) diretto da Paolo Aite (1992), il lavoro con gruppi e famiglie (Carey, 2009), l’applicazione del Gioco della Sabbia all’Arte Terapia di derivazione junghiana (Steinhardt, 2000), l’uso del Gioco della Sabbia di
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Giocando con la sabbia gruppo nella terapia delle psicosi (Malinconico, 2006), il Gioco della Sabbia come strumento della psicologia dell’emergenza o Sandwork Espressivo (Pattis Zoja, 2011). Il Gioco della Sabbia, inserito come modalità terapeutica anche nel settore pubblico, è stato sperimentato nel trattamento delle psicosi, dei disturbi della personalità e delle dipendenze. Nelle patologie psichiatriche la Terapia del Gioco della Sabbia sembrerebbe essere uno strumento utile a stimolare la rappresentazione degli stati psicologici invasivi, arginare le resistenze migliorando l’alleanza terapeutica, lavorare su diversi livelli espressivi che comprendono anche piani di espressione corporea e presimbolica, offrire al terapeuta informazioni diagnostiche e prognostiche che possono essere utili indicazioni ai fini della terapia. Altre iniziative, come descritto nel corso di questo volume, hanno spostato la sua applicazione alla valutazione dei disturbi della sfera cognitiva e al trattamento riabilitativo di specifici disturbi dell’area psicomotoria. Infine, il suo uso è stato esteso alla terapia di coppia e alle terapie di gruppo. Si sono però aperte nuove possibilità di utilizzarlo anche in campo pedagogico, introducendolo nelle scuole come attività privilegiata per lo sviluppo di abilità espressive e cognitive (es. “La scatola azzurra”), o più semplicemente mettendo a disposizione dei bambini, persino negli asili nido, una “Stanza della sabbia” per permettere una attività ludico-espressiva di gruppo, tesa a potenziare la percezione sensoriale, a facilitare lo sviluppo motorio, le interazioni sociali e la creatività. Questa varietà di applicazioni in diversi settori delle scienze umane ha posto il problema di definire cosa sia il Gioco della Sabbia. Montecchi (2012) ha evidenziato i vari modi in cui può essere utilizzato il Gioco della Sabbia: 1. un metodo terapeutico analitico; 2. un’occasione espressiva; 3. una possibilità di rappresentazione di esperienze emotivamente importanti espresse senza parole (come nella psicopedagogia); 4. un dispositivo al servizio dell’apprendimento e della formazione del carattere; 5. una tecnica espressiva di contenuti interni senza teorie di riferimento e senza una relazione terapeutica; concludendo che chiunque può usare il Gioco della Sabbia come tecnica, ma se invece è insieme tecnica, teoria e metafora e tiene conto del mondo interno dell’individuo, della relazione terapeutica, degli eventi del mondo esterno che coesistono nella seduta, se in definitiva ha un’anima, il Gioco della Sabbia è una terapia analitica a tutti gli effetti e solo in questo VIII
Prefazione caso, come affermava Dora Kalff, merita il nome di Sandplay Therapy, proprio rispettando quanto concordato tra la medesima Kalff e la Lowenfeld. In questo volume i curatori hanno scelto di dare spazio ad alcune esperienze dell’uso terapeutico, anche non strettamente analitico, del Gioco della Sabbia, lasciando da parte, volutamente, le sue applicazioni in campo psicopedagogico e in quello ludico-espressivo, che pure hanno valore nella loro specificità .
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