La dinamica delle emozioni

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Capitolo 1 Psicologia della guida

Loris Pinzani

La dinamica delle emozioni Comunicazione umana in Psicoterapia

Collana

Psiche e dintorni

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I edizione, 2020

Loris Pinzani è nato a Firenze nel marzo del 1963. Molto giovane inizia un'analisi individuale psicodinamica che si protrae ininterrottamente per oltre venti anni, nel corso della quale affiorano ipotesi di lavoro che susciteranno i prodromi del Processo Anevrotico Terapeutico teorizzato successivamente. Da sempre approfondisce il tema psicologico frequentando orientamenti disciplinari in italia ed all’estero, definendone l'attività rivolta integralmente alla psicoterapia abbinata alla fisiopsicologia. Docente a corsi di specializzazione, a seminari tematici e di approfondimento. Vincitore del Fiorino d'argento nella sezione Narrativa Edita, con il romanzo La via di fuga. Laureato in Psicologia presso l'Ateneo fiorentino, specialista in Psicoterapia, svolge attività professionale a Firenze e Roma. Autore di interventi su riviste on-line e rotocalchi; relatore a congressi tematici in ambito della psicologia delle emozioni e psicopatologia. È autore del saggi di Psicologia Clinica tra cui La dinamica delle Emozioni, di cui l'attuale ristampa aggiornata, per i tipi di Alpes Italia Editore. Nel testo viene teorizzato il Processo Anevrotico Terapeutico (PAT). Sempre con Alpes hanno visto la stampa nel 2017 La felicità di coppia e nel 2019 Il Processo Anevrotico in Psicoterapia. Coordinatore di intensa attività di ricerca, autore di pubblicazioni in argomento di psicologia clinica e psicofisiologia. Autore e studioso del Processo Anevrotico Terapeutico PAT, di cui ha approfondito l'entità terapeutica ed epistemologica in pubblicazioni, monografie ed interventi divulgativi, che ne hanno composto il tratto funzionale sociale e clinico in cui è stato sintetizzato il Fattore TA, messo in relazione con il miglioramento della condizione di disagio mentale.

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Indice generale

Presentazione di Ezio Menoni.................................................................. V Considerazioni iniziali .......................................................................... IX La comunicazione tra gli individui ................................................... XI Mutazione dell’apprendimento emotivo .......................................... XVII

Parte prima Argomenti motivo di mutazione ......................................................... 1 Considerazioni del metodo della ricerca scientifica.............................. 4 Trasformazione del punto di vista ....................................................... 10 Condizione di conoscenza del sé e sviluppo individuale ...................... 14 Caratteristiche individuali di comportamento .................................... 23 La funzione dell’Inerzia Profonda ....................................................... 24

Parte seconda Condizioni di attività del Piano α ....................................................... 29 La realtà su base affettiva .................................................................... 33 Motivi dell’apprendimento affettivo e comunicazione mediante il Piano α 39 Caratteristiche di Tendenza Anevrotica che promuovono la terapia..... 44

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Orientamento del messaggio .............................................................. 46 Riattivazione dell’apprendimento emotivo .......................................... 48 I catalizzatori dello Stupor ................................................................... 51 Autoconsapevolezza ............................................................................ 53 La cura ............................................................................................ 56 Note bibliografiche......................................................................... 59 Postfazione - Le emozioni di Loris Pinzani di Luca Ortino....................................................................................

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Presentazione di Ezio Menoni

Il lavoro di Loris Pinzani affronta un tema centrale nel campo della clinica psicoterapeutica e cioè quello del ripristino dei processi adattivi evolutivi di attaccamento-protezione nell’adulto. La tesi dell’autore è chiara ed essenziale: esiste una continuità fra i processi di vita originari e quelli successivi nel corso dell’esistenza. Il “progetto di mutazione”, in quanto mutamento del sistema complesso esistenziale è possibile a condizione che accada fra la persona-paziente e la persona-terapeuta un incontro fra i due sistemi affettivi con caratteristiche di alta complessità. In particolare, è necessario che la personaterapeuta sia abbastanza affrancata dai propri vincoli emotivi. Il pensiero dell’autore richiama la qualificazione di Winnicott di “abbastanza buono” relativa alla madre. Non valgono tecniche, procedure, analisi di significati acculturati e altamente cognitivizzati. Vale il modo di essere di un messaggio libero che vive e opera a livello nonconscio intra e interpersonale. L’incontro trasformativo è nella natura stessa delle cose. Il lavoro proviene evidentemente da un’esperienza personale profonda e riflettuta dall’autore oltre che da studi epistemologici e clinici ad ampio raggio. Nel percorso espositivo l’autore torna ripetutamente con un linguaggio chiaro su alcuni principi fondamentali per un paradigma complesso in clinica, con una posizione ad un tempo scientifica e valoriale. Il primo è la necessità che viva nel terapeuta il “desiderio di far vivere l’integrità ontologica di che sta di fronte” e di se stesso, come qualità sine qua non e capacità di legittimare l’unicità di ognuno. L’altro è il valore adattivo di ogni assetto psicobiologico, da cui consegue la necessità del rispetto e della cautela nella relazione e la contrarietà a “cancellare l’impostazione affettiva su cui è basata l’esistenza”. In sintesi

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è il possedere intimamente le condizioni adatte a consentire il processo di cambiamento che l’autore qualifica in termini AAA. Con questo percorso di ricerca personale e autonoma l’autore porta un contributo significativo al tema essere psicoterapeuta Vs fare lo psicoterapeuta. Il libro è una lettura di sostegno e di stimolo per tutti coloro che non si ritrovano nella loro ricerca scientifica negli approcci riduzionistici e parcellizzati che tanta parte della cultura psicologica clinica ufficiale continua a diffondere e ad insegnare

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È davvero particolare: l’uomo si fregia della fantasia e delle sue straordinarie possibilità, ma pretende di dare attenzione alla mente ostinandosi a non considerare che le sue caratteristiche percettive e comunicative sono diverse rispetto a quelle comprensibili con la sola logica cognitiva. La mente conosce quella relativa a sé stessa. La mente ne possiede una propria. Serve di prendere in considerazione qualcosa di inosservato ed in parte inosservabile. La condizione umana è troppo complessa e peculiare, per essere costituita solo da quello che appare: possiede la caratteristica di essere difforme da ogni altro «sistema vitale». Un suo aspetto è particolarmente incomprensibile con la sola logica razionale: vive emozioni di cui è cosciente solo in parte, mentre ogni istante di vita consiste in condizioni che sfuggono alla consapevolezza di cui sappiamo dire.

Parole chiave • • • • • • • •

Attaccamento adulto Apprendimento emotivo Anevrosi, Areattività, Aneideia Tendenza anevrotica Richiesta nevrotica, pregiudizio nevrotico Piano α Inerzia profonda Stupor

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Considerazioni iniziali Nell’impostazione teorica esposta in queste pagine, si avanza l’ipotesi di ampliare la condizione di indagine empirica e considerare gli individui oltre che dotati di componenti consce o inconsce, anche di una ulteriore proprietà difforme da questi due aspetti che risultano deducibili dalle varie circostanze. Viene evidente la presenza di una condizione funzionalmente diversa rispetto alle entità psichiche analizzate solitamente; anche questo aspetto della coscienza è inavvertibile soggettivamente (quindi non conscio), e la sua caratteristica è costituita dall’attività che svolge: la sua funzione è quella di comporre la personalità del soggetto. Durante lo sviluppo individuale si verificano processi di adattamento in ogni aspetto funzionale della vita psichica; il motore di un lavoro così impegnativo coinvolge aspetti biologici e funzionali che si attivano, sovrapponendosi a tratti. Questo appare essere un aspetto vitale per la stessa esistenza ed è suscitato da processi che sono in grado di orientare la formazione individuale grazie all’interpretazione della realtà percepita su base affettiva. Lo studio si fonda su aspetti dovuti all’osservazione naturalistica, che ha condotto consecutivamente alle ipotesi. In relazione a questo sono necessarie alcune osservazioni profondamente rilevanti:1 a) Tra gli individui esiste un passaggio di informazioni su base emotiva che non è spiegabile con la normale comunicazione. Il primo momento in cui questo avviene è quello dell’attaccamento primario, precocissimo e dotato di condizioni legate ad una logica difforme a quella ordinaria. b) Un simile passaggio di informazioni, successivo a quello spontaneo e naturale dell’attaccamento primario2 e le successive elabo1 Nel tentativo di giungere ad una comprensione teorizzabile si è proceduto in direzione di un’attività induttiva, dal momento che la considerazione di partenza è l’osservazione della realtà dalla quale si cerca di risalire all’impostazione teorica. 2 Con questa locuzione si intende quello relativo all’età infantile, ampiamente teorizzato da AA.

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razioni, si realizza in determinate condizioni rintracciabili in chi propone il trattamento psicologico descritto a seguire. Si tratta di considerazioni con forti implicazioni di significato scientifico ed umano, che non possono essere tralasciate: esse danno l’immagine chiara di un essere che procede interpretando su base affettiva tanto la reazione all’ambiente quanto la propria stessa esistenza. L’affettività intesa in senso psichico, è intrinseca all’uomo, essa orienta ogni tratto personale e la sua condotta è rivolta ad assumerne con urgenza immediata il senso, traducendolo in modalità di affrontarela vita. Ne consegue che l’intera esistenza è letta e decifrata istante per istante facendo riferimento all’emozione a cui essa viene associata. L’interpretazione della realtà su base affettiva di cui verrà presto esposta la portata, è talmente necessaria da arrivare a corrispondere a quello che può apparire cieco egoismo che ognuno propugna, fino a ritenere legittimi; si pensi alle guerre che portano a genocidi fino, in scala diversa, ai delitti di varia natura che lo stesso soggetto considera malsani, ma necessari al proprio benessere. Proprio il desiderio di soddisfare un bisogno è prioritario per ognuno e da ognuno proposto con forza incondizionata e persistente. Dunque, l’affettività intesa come scambio emozionale è l’aspetto geneticamente presente in ogni essere biologicamente superiore che viene al mondo e immaginare che la sorte individuale sia sospinta da logiche algoritmiche ragionabili, è diverso da quello che appare possibile. L’uomo vive e comprende la sua esistenza per mezzo dell’emozione che ne deriva. Emotività: termine complesso quanto la stessa esistenza della nostra specie, la cui definizione può essere considerata come la stima della realtà individuale dovuta alla valutazione soggettiva dalla capacità mentale umana. Si tratta di un aspetto non facilmente studiabile con metodi quantitativi, per questo vanno riconsiderate le caratteristiche vitali dell’uomo che, molto più che alla facoltà cognitiva consapevole, deve sé stesso all’aspetto intimo dei pensieri e delle azioni, che ignora in gran parte.

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La comunicazione tra gli individui Certo è che spingendosi nell’osservazione, appare più facilmente come vi siano possibilità comunicative ben lontane da quelle comprese nelle normali condizioni percettive e questo è tanto più evidente in corrispondenza di momenti topici, come quello dell’attaccamento, oppure quello dell’innamoramento. Tale aspetto essenziale dello sviluppo è indispensabile per maturare (in modo adeguato) la componente affettiva, che arriva ad essere la maggiore proprietà adattiva umana in grado di orientare gli atteggiamenti. A questo punto sorgono domande precise, tra cui: come entrare in contatto con le caratteristiche della singola persona dove avviene la comunicazione più intima? Fino ai nostri giorni, molto spesso, l’aspetto che possiamo definire di comunicazione emozionale è stato circoscritto ad un apprendimento più o meno diretto, con valenze genetiche o di comportamentismo lineare, se non addirittura consapevole e cognitivo, senza nessuna possibilità che ne fossero modulate le caratteristiche in modo da adattarle all’individualità del soggetto ed alla sua vicenda di vita. Ogni individuo assume (almeno) fin dalla nascita con straordinaria velocità e persistenza caratteristiche individuali fortemente connotative. Oltre a questa circostanza, che consiste in una prima e fondamentale modalità, la considerazione da fare riguarda il motivo per cui la personalità presto allestita, si modifichi nella struttura e faccia posto ad una «modalità successiva» in seguito all’intervento psicologico. In altre parole: in che modo si cambia con la psicoterapia? In questo processo sono interessati canali più o meno diretti nei quali forse per la prima volta in modo significativo dopo una prima formazione, prende ancora consistenza la ricerca di quale sia il senso da attribuire alle emozioni ed alle circostanze in grado di evocarle. Dobbiamo chiederci come riesca a cambiare il rapporto con le entità che la mente contatta; siamo certi che questo possa avvenire e

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che avvenga, più volte nel corso di ogni vita, tornando ad avere incidenza su come viene compresa la realtà e sul modo di interpretarla e di viverne gli inevitabili ostacoli. Quindi sul modo di esistere. L’argomento che segue è di eccezionale rilevanza e riguarda il modo di gestire l’emozionalità che promuove l’esistenza in ogni suo aspetto, dal momento che ci si attende che investa orizzonti più vasti di quegli compresi finora. Riguarda ogni ambito della vitalità umana, insieme a quello preminente in questa sede, della psicoterapia. Senza eccezione, ad ogni tratto del comportamento proprio e quello altrui, oltre che dell’ambiente rilevato, viene attribuito un significato affettivo. È come se l’interpretazione della realtà fosse possibile per mezzo della valutazione emotiva suscitata da qualunque circostanza vissuta. La necessità che sovrasta l’intero argomento sembra essere contenuta in un concetto: il modo per interpretare l’affettività deve essere in grado di restare potente nonostante le vicende personali che sarebbero in grado di mutarlo. A questo scopo i valori ed il ruolo degli oggetti psichici devono potersi sviluppare e rimanere stabili, dal momento che è indispensabile la loro permanenza; così ogni essere mantiene con potenza quasi invincibile un primo apprendimento che consiste in valori affettivi attribuiti a qualunque aspetto di ogni parte della realtà. Accade in questo modo che dopo l’abbinamento tra gli oggetti e le emozioni che avviene immediatamente, ne sarà ostacolato uno successivo: questo è il motivo per cui si mantiene una impostazione appresa anche a costo di doverne subire gli effetti, talvolta devastanti. Perché si realizzi un ulteriore apprendimento affettivo in grado di risolvere l’impostazione di personalità che provoca il disagio, si rende necessario che un nuovo messaggio permetta una lettura alternativa della realtà mediante diversi valori emotivi attribuiti agli argomenti e che consenta una migliore qualità dell’esistenza con una maggiore coerenza emotiva (dunque, deve attenuare l’aspetto nevrotico, di disagio precedente). Oltre a questo il nuovo messaggio deve essere esposto da un emissario con caratteristiche particolari, riassumibili con i termini di Anevrosi, Areattività ed Aneideia (che presto saranno meglio distinti in queste stesse pagine) e abbia modeXII


La comunicazione tra gli individui rato le necessità individuali che lo portavano ad una lettura sconveniente e distorta della realtà. Da qui parte tutto: è necessario che chi fornisce modelli di comportamento affettivo da accettare come sostitutivi dei precedenti, sia quanto più autenticamente spoglio dalle proprie condizioni pregresse, a prescindere dalla loro valenza negativa o positiva che sia. Questo rappresenta un aspetto fondamentale: il soggetto che rilevi la necessità di sanare il proprio disagio è disposto a distaccarsi anche integralmente, spesso in modo completamente inconsapevole, dall’apprendimento affettivo conseguito durante il precedente l’attaccamento, se e solo se rintraccia nel nuovo interlocutore la possibilità di realizzare una struttura di personalità che gli consenta un migliore adattamento alla realtà3. Oltre a questo è necessario che si verifichi un distacco che riduce significativamente la reazione spontanea nel far fronte alla realtà, dovuta all’urgenza di reperire il controllo del soggetto sull’ambiente. Tutto questo si svolge su di un Piano di coscienza profondo, protetto da ogni manomissione consapevole. La conseguenza è che non si può intervenire in tali aspetti mediante attività legate al solo comportamento, senza investire strati umani profondi. A questo livello di consapevolezza i motivi di scambio sono divulgati sotto forma di concetti estremamente semplificati, dal momento che tale funzione deve essere utilizzabile sin dalla primissima infanzia e in assenza di strutture sofisticate di personalità. Per questo motivo le uniche condizioni della coscienza a cui si può attingere sono quelle primarie, ossia il valore affettivo positivo o negativo. In esso le informazioni non hanno altre zavorre se non quelle di valore e quantità emotiva; niente altro che questo appare a tale livello di coscienza4. 3 È importante notare che la volontà espressa dal soggetto in trattamento psicoterapeutico è solo una parte della sua intenzione di variare la propria rappresentazione emotiva della reltà. Altro aspetto consiste in una modalità non conscia che viene ad attuarsi nelle grandi intimità delle propria esistenza. La plasticità di questi strati profondi della coscienza è dovuta all’intensità della relazione terapeutica che viene ad instaurarsi ed alla portata dell’intenzione di cambiamento del soggetto. A questo livello vi sono aspetti complessi da percepire ed indagare. 4 La condizione di semplificazione degli elementi emotivi è estremamente importante in questo aspetto della persona psicologica. Non esistono in questa fase le complicazioni di alcun ragionamento in grado di attribuire un senso valoriale che non sia quello spogliato di tutto tranne della istintualità del soggetto.

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Questa entità semplificata della coscienza è il Piano α, dove l’aspetto psichico di ogni essere umano è totalmente inosservabile e protetto da ingerenze successive al primo allestimento, ormai lontano nel tempo. Successivamente alle prime fasi dell’esistenza, in ognuno avviene la valutazione spontanea ed istintiva che stima se accettare oppure no una nuova ed ulteriore valutazione emotiva dell’esistenza. Ad essa prendono parte molti elementi, tra cui intelligenza ed intraprendenza cognitiva, che stabiliscono se far avvenire la sostituzione tra i modelli affettivi (quello primario e quello proposto successivamente in modo terapeutico)5. Esiste quindi una componente della mente umana in grado di gestire l’aspetto di apprendimento affettivo, che non è immutabile, spostandosi da un individuo all’altro per mezzo di una dimensione arcaica della coscienza: il Piano α, il quale funziona consentendo una comunicazione tanto inconsapevole quanto persistente tra gli esseri, attiva sin dai tempi dell’esordio alla vita (in cui è particolarmente efficiente), per poi attenuare successivamente la sua immediatezza nella parte restante dell’esistenza; tutto questo almeno fin quando in un interlocutore non si ripresentino caratteristiche adatte e prontamente riconoscibili dalla coscienza individuale profonda. In queste profondità, nel Piano α, trovano posto aspetti umani particolarmente raffinati della nostra specie, nei quali emerge l’immagine di una popolazione di esseri tra cui è possibile un potentissimo passaggio di informazioni emozionali, in modo tale che da un individuo con un buon equilibrio i significati psichici siano trasposti ad un altro, mettendo in atto una crescita generale e spontanea della società umana di cui fanno parte. Si instaura e si spiega in questo modo una interazione eterogenea tra gli uomini, i quali sono sì attratti dalla materialità, ma anche invincibilmente ammaliati dai consimili più dotati, in grado di dar loro la possibilità di un migliore equilibrio; tutto questo nella ricerca spontanea di una generale omeostasi della società. Su questo si basa l’interazione di ogni individuo con il proprio gruppo e tra i gruppi stessi, in modo vicendevole e perpetuo. Avviene verosimilmente in questo modo 5 In questa fase ogni nuova modalità di interpretare la realtà è fino a prova contraria ostacolata, allo scopo di proteggere la precedente.

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La comunicazione tra gli individui che le psicoterapie conseguano un esito che porta al cambiamento individuale. Nell’ipotesi formulata, qualora i soggetti si incontrino e siano in contatto, viene esercitata una valutazione istintiva e spontanea delle proprie necessità di riduzione della nevrosi rispetto al miglioramento che è possibile trarre da chiunque con cui vi siano rapporti; solo dopo avviene l’assunzione del nuovo messaggio espresso dalla personalità più consapevole. Un esempio di quanto detto sono gli artisti ed i grandi comunicatori, fino a Gesù Cristo; i quali si mostrano in grado di trasmettere la potenza della comunicazione verso quella dei possibili fruitori, anche a distanza di una grande quantità di tempo.

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Mutazione dell’apprendimento emotivo Vi sono momenti della vita in cui la comunicazione del Piano α, avviene con grande incisività e potenza, come nel caso già citato della prima età dello sviluppo, in cui il messaggio viene passato in modo esclusivo e particolarmente potente tra la figura con cui avviene una particolare intensità relazionale e l’essere in sviluppo. Questa condizione emotiva appresa è in grado di conservarsi nel tempo a venire fin quando non si presentino insieme la necessità di un nuovo adattamento alla realtà ed il contatto con un soggetto dotato di adeguate caratteristiche di trasmissione del messaggio. Esso viene incorporato con grande velocità e permanenza, fino ad instaurare la condizione che definiamo “Inerzia Profonda”, ossia la tendenza stabile a realizzare la condizione personale di vita presente nella struttura intima del soggetto. Per i motivi esposti affermiamo che quella emotiva prima e quella affettiva poi, rappresentano le più alte aspirazioni necessarie alla sopravvivenza della specie, dalla quale derivano poi le opportunità esistenziali di ogni esistenza, che trova la propria espressione nella perpetua ricerca del significato emozionale in ogni istante della vita. È in questa dimensione comunicativa immateriale che si sviluppa una possibilità percettiva non rilevabile. Il Piano α è l’aspetto individualle ove avviene l’assunzione del significato emotivo più intimo su cui si basa la regolazione dell’esistenza dell’individuo; è lì che si svolge e si sviluppa il passaggio delle la condizione interiore da cui deriva la personalità ed è lì che esiste il peculiare e profondo rapporto con la realtà, decifrata mediante una modalità emozionale. La dinamica degli aspetti fondativi dell’esistenza non avviene a livello cosciente e neanche in quello definito inconscio, ma in uno strato ulteriore, diverso e più intimo, potenzialmente immutabile dopo ogni elaborazione. In esso sono stabiliti i tratti essenziali di ognuno e ognuno è presente nella propria forma arcaica, con una espressione comporta-

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mentale che si rifà a un apprendimento primario, a suo tempo accettato aprioristicamente dalla psicologia del soggetto; essa deve impiantarsi urgentemente allo scopo di far fronte alle necessità ambientali immediate fin dalla nascita. In presenza di determinate caratteristiche può esserci un attaccamento successivo (dunque, quello descritto in queste pagine), tuttavia il distacco dal sistema affettivo attualmente presente nell’individuo risulta molto complesso, se non addirittura improbabile, a meno che non si instaurino le condizioni di Anevrosi, Aneideia e di Areattività di cui si parla. Tanto minore sarà la dipendenza dal precedente modello affettivo, quanto più semplice sarà sostituirlo; tanto più esso era stato attribuito dal precedente tutore con ingente e particolare necessità nevrotica, quanto più sarà difficile da debellare. In sostanza emerge come ognuno abbia necessità di attingere a informazioni vitali ed importanti apprendimenti, dissolvendo quella che potremmo chiamare «idealizzazione affettiva»6 precedente, per adottare appena possibile un nuovo modello altrettanto propositivo. In questo livello di coscienza l’individuo accetta una entità da cui trarre un nuovo modo di essere e comportarsi, se vi sono determinate caratteristiche, quali: • Il disagio (per cui avverte come inadatta la condizione che detiene). • La possibilità di venire a contatto con una adeguata, secondo i parametri di Anevrosi, Areattività ed Aneideia. • La capacità di esprimere l’intenzione del mutamento. In tal modo al momento opportuno può crearsi una ulteriore possibilità di interpretazione della realtà, mediante una differente condotta emotiva rilevata da un essere con cui venga a contatto. In pratica, nei soggetti che hanno necessità di reperire un insegnamento e che presentano necessità accentuata, può avvenire un tale stravolgimento da provocare una fortissima differenziazione nell’interpretazione del messaggio, come nel caso delle mitizzazioni o delle degenerazioni sociali con forti coinvol6 Si tratta di una forma relazionale che potremmo descrivere come la dedizione verso un individuo che rappresenta una idolatria costante ed inabbattibile.

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Mutazione dell'apprendimento emotivo gimenti dei singoli e delle masse. Nei casi in cui la carenza affettiva infantile sia particolarmente intensa si fa impellente la necessità di ricevere un nuovo messaggio che prevalga sul precedente; accade così che i processi mentali abbassino la soglia di discriminazione del nuovo apprendimento da incamerare e si sviluppi una maggiore accettazione verso il nuovo messaggio ed in colui che lo comunica, nel quale si riescono a tollerare aspetti altrimenti inaccettabili7. Sono spiegabili in tal modo i coinvolgimenti di massa di cui la storia dell’uomo è fin troppo carica e che si sono prodotti in ogni strato della popolazione. Ad oggi non risulta che vi siano stati gruppi umani immuni da questo genere di coinvolgimento che travalica di molto ogni più elementare possibilità di comprendere quello che avviene tra gli uomini e nelle società: eliminare una parte dell’umanità per l’apparente immediato beneficio di un’altra è chiaramente improponibile e respinge la più semplice richiesta di ogni pudore umano, ma questo non è che un esempio di quello che può accadere nella disperata necessità di ricevere una linea emotiva a cui conformarsi.

7 Si tratta di condizioni rivolte a sostituire la precedente personalità, generalmente legate ad aspetti di vita inaccettabili, collegati ad aggressività ed aspetti emotivi aberrati, che per primi prendono il posto di quegli mancanti, risalenti all’età dell’attaccamento primario.

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