Presentazione
Sara Zamperlin, Giuseppina Riscassi, Ornella Brancaccio, Maria Paola Guglieri, Alessandra Nobile, Monica Viscardi, Rossana Lombardi, Emanuela Botticchio
Dio li fa e poi li accoppia? Il percorso della coppia dall’incontro all’intimità
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© Copyright Alpes Italia srl - Via G. Romagnosi, 3 - 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I edizione, 2018
Sara Zamperlin, Giuseppina Riscassi, Ornella Brancaccio, Maria Paola Guglieri, Alessandra Nobile, Monica Viscardi, Rossana Lombardi, Emanuela Botticchio
In copertina: Immagine di Francesco Summo
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Presentazione
Indice generale Ringraziamenti ............................................................................................ V Presentazione di Romina Coin, Francesco Dettori .......................................... VII Prefazione La manutenzione relazionale dell’amore di coppia di Daniele Novara................. XI Introduzione................................................................................................ XVII Capitolo I Innamorarsi di Ornella Brancaccio, Giuseppina Riscassi........................................................ 1 Capitolo II La scelta del partner e la sfida del (non) tempo: come si fa ad amarsi per tutta la vita? di Sara Zamperlin........................................................................................... 5 Capitolo III Il Matrimonio Un rito che rende pubblico l’amore senza tempo della coppia di Maria Paola Guglieri...................................................................................
17
Capitolo IV Felicità e piacere nella coppia di Alessandra Nobile........................................................................................
III
23
Dio li fa e poi li accoppia? Capitolo V Le vicissitudini del desiderio nella coppia di Giuseppina Riscassi, Ornella Brancaccio, Sara Zamperlin..............................
27
Capitolo VI Le nubi che oscurano l’amore di Monica Viscardi .........................................................................................
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Capitolo VII La terza nascita ovvero il divenire della coppia a partire dalla crisi. Riflessioni fra psicoanalisi e narrativa di Rossana Lombardi, Emanuela Botticchio.......................................................
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Capitolo VIII La coppia e lo schermo. Dieci film da vedere da soli o con il partner, per riflettere e discuterne insieme di Sara Zamperlin...........................................................................................
57
Conclusioni.................................................................................................. 67 Le Autrici..................................................................................................... 69 Bibliografia e sitografia.............................................................................. 73 Filmografia................................................................................................... 75
IV
Ringraziamenti
L’idea di questo libro nasce dall’incontro di un gruppo di colleghe e colleghi che si sono conosciuti partecipando a un corso di post-specializzazione sulla psicoterapia di coppia presso il centro SIPRe (Società italiana di Psicoanalisi della Relazione) di Milano. Un debito di riconoscenza nei riguardi di Michele Minolli, dai cui scritti e dal cui pensiero la nostra riflessione si è inizialmente sviluppata. Maestro caro a cui va il nostro ringraziamento per la passione e gli insegnamenti che ci ha trasmesso. Un ringraziamento particolare alle colleghe Isa Jacobini e Tiziana Calderoli e al collega Francesco Abela, per la presenza generosa al nostro fianco in alcune fasi dell’elaborazione e della stesura di quelli che poi sono diventati i capitoli di questo libro. I contenuti proposti rappresentano però la visione personale delle autrici, che hanno rielaborato e ampliato i temi emersi e sviluppati nel gruppo. Citiamo infine con gratitudine Roberto Ciarlantini di Alpes che ci ha dato fiducia e ci ha accompagnato con pazienza. Le autrici
V
Presentazione Romina Coin1, Francesco Dettori2
Non è facile tradurre in termini semplici, efficaci e privi di retorica la complessità dell’amore. Il mondo è pieno di discorsi sull’amore, che nell’era di Internet si moltiplicano a dismisura, e pieno di domande su un fenomeno tanto universale quanto sempre, ogni volta, unico e singolare. C’è l’immaginario romantico che continua a esercitare il suo particolare fascino, nonostante i cambiamenti sociali e culturali abbiano profondamente modificato i modi di incontrarsi, di amare, di stare insieme, di concepire un progetto a due. Ci sono gli ideali e le idealizzazioni del pensiero comune, che trovano conferma e rinforzo nei messaggi mediatici, nelle mode, nei know-how di amici o di esperti cui si rivolge chi cerca strade per trovare l’amore, o soluzioni per uscirne, quando l’amore diventa inferno e dannazione. E c’è ciò che ciascuno di noi pensa dell’amore: le teorie personali che costruiamo sin dalle nostre prime esperienze di vita, e che nel tempo adattiamo anche in funzione delle stagioni che attraversiamo, quando abbiamo bisogno di tenere vivo il sogno d’amore, o di arginare i timori di aprire la nostra vita a un altro, quando dobbiamo curare delle delusioni, o affrontare la paura della solitudine e della morte. La rappresentazione dell’amore spesso coincide con la ricerca del rapporto ideale, che porta a focalizzare l’attenzione sull’altro, su come è l’altro, su che cosa vuole e quanto è in grado di corrispondere ai nostri desideri. 1 Psicologa, psicoterapeuta, membro della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione, Direttore dell’Istituto SIPRe - Scuola di Specializzazione in Psicoanalisi della Relazione - di Milano. 2 Psicologo, psicoterapeuta, membro della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione, responsabile dell’Area Progetto Coppia del Centro SIPRe di Milano.
VII
Dio li fa e poi li accoppia? Se le cose non vanno, se c’è la crisi, l’amore finisce e bisogna voltar pagina. Si annulla così il potenziale intrinseco che le relazioni significative hanno in quanto vie di accesso diretto a chi siamo noi e che cosa di noi esprimiamo nei legami. Le relazioni d’amore, da questo punto di vista, offrono uno spazio fondamentale per crescere e costruire equilibri creativi per stare al mondo e per scoprire che la felicità ricercata in amore non coincide con il raggiungimento di obiettivi concreti - che, prima o poi, lo sappiamo tutti, esprimono sempre i loro limiti e le loro provvisorietà ma è espressione di una qualità di rapporto con noi stessi e con il nostro esistere. Porre il soggetto (l’Io-Soggetto) al centro della sua vicenda umana e orientare il lavoro clinico verso la sua possibilità di riconoscere e appropriarsi del suo ruolo attivo nel mondo è la chiave di volta della nostra visione della coppia. Come un faro nella notte, questa prospettiva illumina la navigazione anche nei mari più tempestosi, come spesso sono le crisi di coppia, dove è un attimo incagliarsi negli scogli degli accadimenti, dei fatti, delle accuse, delle rivendicazioni e perdere la rotta. In una società dove separazioni e divorzi sono in aumento, cresce anche la domanda di aiuto che le coppie rivolgono allo psicoterapeuta, segnale, questo, dell’importanza dei legami e degli investimenti che le persone mettono in gioco e che, qualsiasi sarà il destino del rapporto, continueranno a far parte della vita dei partner, degli ex-partner, dei figli. In questo scenario, Michele Minolli e un gruppo di analisti appartenenti all’Area Progetto Coppia della SIPRe lavorano a un modello teorico-clinico di intervento in Psicoanalisi della Relazione di Coppia che da quasi vent’anni incontra il favore di colleghi interni ed esterni alla nostra associazione. Questo interesse trasversale è senz’altro dovuto all’attualità del tema ma molto deve anche alla potenzialità euristica e alla versatilità clinica della visione qui proposta, ben resa in questo libro, dove le Autrici hanno saputo raccogliere gli stimoli e riassumere in modo apprezzabile le VIII
Presentazione coordinate su cui si fonda la visione dell’amore approfondita in Progetto Coppia. Auguriamo alle Autrici, ai lettori, e a tutti noi che questo discorso possa continuare a svilupparsi e a diffondersi, senza cedere alla seduzione di banalizzazioni teoriche o di tecnicismi che se da un lato riducono il senso del lavoro dello psicoterapeuta a un intervento consolatorio, adattativo e correttivo delle relazioni di coppia, dall’altro rinunciano alla fiducia nel soggetto e nella sua possibilità di prendere in mano il suo destino.
IX
Prefazione La manutenzione relazionale dell’amore di coppia Daniele Novara1
“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”2.
Seguo tante coppie di genitori. Vengono da me in studio per gestire meglio l’educazione dei figli. Progressivamente ho notato che è cambiato qualcosa di importante e profondo: i figli sempre più prendono il posto del partner. La coppia si riduce a uno spazio simbolico confinato all’epoca precedente la nascita dei bambini. La loro sessualità evapora in un’assenza quasi totale. E d’altronde il talamo coniugale viene quasi sempre occupato dai figli che allargano il loro spazio oltre misura. Nello scrivere queste righe, ho pensato che la mia esperienza di pedagogista esperto nei processi di apprendimento, compresi quelli nelle situazioni conflittuali, potesse ben inserirsi in un contesto di autori e psicologi più impegnati sul versante terapeutico. Integrare approcci diversi 1 Pedagogista e formatore, vive a Piacenza dove nel 1989 ha fondato il CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti). Dal 2004 è docente del Master in Formazione interculturale presso l’Università Cattolica di Milano e dal 2002 dirige “Conflitti. Rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica”. Ha ideato vari strumenti nella logica del metodo maieutico. È autore di più di 50 libri fra i quali Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita (BUR Rizzoli, 2014) arrivato a 50.000 copie. Da ultimo: Cambiare la scuola si può, BUR Rizzoli, MI, 2018. 2 A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomea, II, 2, capitolo 30, Adelphi, Milano, 1982, p. 396.
XI
Dio li fa e poi li accoppia? consente di avere sguardi molteplici che illuminano le nostre realtà di vita sempre più complesse e a volte confuse. La coppia nasce dall’intimità. L’intimità può essere definita come una particolare vicinanza emotiva e fisica tra due esseri umani, una comunicazione profonda preclusa ai rapporti pubblici, sociali e anche ad alcuni rapporti di amicizia, che in un rapporto sentimentale diventa anche relazione sessuale. La coppia condivide una scelta di esclusività che si fonda su un trasporto biunivoco, legato a particolari sensazioni e a conoscenze reciproche implicite e profonde: il tono della voce, un odore caratteristico, uno sguardo, un’andatura particolare, il modo di muovere le mani, di esporre se stessi, di gesticolare… In questo senso l’intimità rivela una complessità enigmatica, perché sono molti e molto personali gli elementi che concorrono ad attivare nelle coppie quella particolare condizione condivisa che fa abbassare la guardia, normalmente alta nei diversi contesti sociali. Un insegnante che entra in classe, per esempio, non si presenterà mai agli alunni nello stesso modo in cui si presenta alla moglie o al marito, al compagno o alla compagna quando rientra in casa, e avrà un comportamento probabilmente ancora diverso nelle serate passate con gli amici della squadra di calcio. In classe mantiene una certa compostezza professionale, molto simile a quella che terrà a una riunione dell’associazione di volontariato, oppure all’incontro della società sportiva del figlio che l’ha convocato per comunicazioni di vario tipo. Mentre magari a un pranzo tra amici o al bar sotto casa per un caffè, avrà un atteggiamento ancora diverso e comunque per tanti aspetti non coincidente con quello riservato ai momenti a tu per tu con il partner. Utilizzo il termine intimità nella sua forma semantica originaria: intimus in latino è il superlativo assoluto di intus, e indica la parte più interna, nascosta, la più profonda. Al tempo stesso il verbo latino intimare significa far entrare, introdurre, in-ducere, ma anche annunciare, far conoscere,implicando così un movimento verso l’interno e verso l’esterno. Qualcosa che è dentro, molto nascosto, precluso a un’evidenza palese, entra in relazione con un altro “interiore”, si svela a qualcuno. XII
Prefazione È questo, sebbene con registri assolutamente diversi, il destino della coppia che condivide un sapere precluso al resto del mondo, facendone l’implicito su cui fonda il proprio essere unica. L’intimità può essere un paradiso, ma anche lo spazio in cui si muovono i fantasmi rimasti sospesi dall’infanzia e dove le ferite, che ci sono state in qualche modo inflitte da bambini, possono riprendere a sanguinare. L’intimità è un’occasione di scoperta ma, come abbiamo visto, può trasformarsi in una pretesa eccessiva che soffoca la sostenibilità della coppia stessa. La psicologia ha speso tonnellate di parole su questo tema, perché la questione è davvero importante e riguarda la dinamica sostanziale tra il rispetto, la crescita dell’individuo in quanto tale e le funzioni del noi come coppia. L’abbraccio reciproco non spegne il bisogno individuale, ma anzi lo enfatizza, lo amplia e lo rende una possibilità, per quanto non tutte le persone siano portate alla vita di coppia. Scrive Corneau:
“Il modello di coppia incollata, in cui due persone vivono insieme ventiquattro ore su ventiquattro, nella più perfetta armonia, senza mai litigare, non fa molta strada. Questo modello è d’altronde causa di molte sofferenze. Le coppie più fusionali diventano in genere le coppie più violente. Le esplosioni di affetti negativi manifestano allora il bisogno di separazione non riconosciuto. Sarebbe più semplice riconoscere i sentimenti di collera e di irritazione come manifestazioni di un desiderio frustrato di espansione individuale. Questo riconoscimento permetterebbe di fare richieste realistiche all’altro rispetto a questo bisogno personale di autonomia, e di gestirle nella relazione3”.
Se fortunatamente non ci può essere una fusionalità assoluta, tantomeno sul piano emotivo, occorre lavorare sul concetto di giusta distanza ricordando che non si tratta di congelamento affettivo, ma dell’esigenza di ristabilire, come i porcospini di Schopenhauer, che ho precedentemente citato, quella misura reciproca che permette di scaldarsi entrambi senza farsi del male. 3 G. Corneau, L’amore possibile. Come i rapporti con i nostri genitori possono influenzare l’amore, TEA, Milano, 2004, p. 248.
XIII
Dio li fa e poi li accoppia? La visione della vita matrimoniale o di coppia in cui prevalgono l’armonia, l’aspettativa del benessere e della felicità reciproca è uno stereotipo. Il più delle volte la ricerca di questo stare bene insieme è sostanzialmente la pretesa che l’altro ci dia il benessere che ci manca. Questo stereotipo va ribaltato. La fatica del confronto e quindi anche del conflitto, in un rapporto così peculiare e intimo come quello della coppia, la tensione che si genera nel dinamismo, soprattutto psichico, della relazione, lo sforzo di sostenere l’incontro tra due anime nel loro percorso evolutivo personale attivano la possibilità di conoscere se stessi, di procedere nella crescita verso la propria individuazione. La coppia è pertanto uno spazio di fertilità reciproca. Il grande psicanalista e sociologo tedesco Erich Fromm scriveva così in uno dei suoi libri più noti e diffusi:
“Qui va menzionato un altro errore frequente. L’illusione che l’amore implichi necessariamente l’assenza del conflitto. Cosi come è opinione comune che il dolore e la tristezza dovrebbero essere evitati in tutte le circostanze, la gente spesso crede che l’amore significhi assenza di ogni conflitto; e trova ottime ragioni per sostenere questa teoria nel fatto che la lotta che li circonda sembra loro solo uno scambio distruttivo che non porta niente di buono alle persone coinvolte. Ma le ragioni di ciò stanno nel fatto che i “conflitti” della maggior parte della gente sono in realtà tentativi per evitare veri conflitti. […] I veri conflitti tra due persone non sono mai distruttivi. Portano alla chiarificazione, producono una catarsi dalla quale entrambi i soggetti emergono con maggiore esperienza, maggiore forza. L’amore è possibile solo se due persone comunicano tra loro dal profondo del loro essere, vale a dire se ognuna delle due sente se stessa dal centro del proprio essere. Solo in questa “esperienza profonda” è la realtà umana, solo là è la vita, solo là è la base per l’amore. L’amore, sentito così, è una sfida continua; non è un punto fermo, ma un insieme vivo, movimentato; anche se c’è armonia o conflitto, gioia o tristezza, è d’importanza secondaria dinanzi alla realtà fondamentale che due persone sentono se stesse nell’essenza della loro esistenza, che sono un unico essere essendo un uno unico con se stesse, anziché sfuggire se stesse. C’è solo una prova che dimostri la presenza dell’amore: la profondità dei rapporti, e la vitalità e la forza in ognuno dei soggetti4.”
4 E. Fromm, L’arte di amare, Oscar Mondadori, Milano, 2014, pp.108-109.
XIV
Prefazione La vecchia contrapposizione tra amore e conflitto, tra passione e incomunicabilità, le dicotomie relazionali di coppia che sembrano uscite dai romanzi di Balzac, Maupassant, o del nostro Moravia, non hanno più senso di esistere. Se vogliamo che la coppia abbia un futuro come entità generativa e fondante del vivere insieme è necessario riconoscere nell’amore reciproco una strutturale dimensione di confronto dialettico. Questo libro è una grande occasione per attuare quella manutenzione emotiva, psicologica e relazionale che consente di restare a contatto con le forze vitali dell’innamoramento ma anche di saper costruire qualcosa di più duraturo. Si trovano qui riunite le riflessioni di esperti che da sempre aiutano le coppie a vivere bene il loro progetto. In un mondo sempre più usa e getta dominato da un’instabilità assoluta, questo libro offre quelle risposte che danno speranza all’amore.
XV
Presentazione
Introduzione
Ci siamo conosciute alcuni anni fa a un corso di specializzazione sulla psicoterapia di coppia. Il nostro desiderio era entrare in quello che ai nostri occhi appariva e appare come uno dei misteri più affascinanti: la nascita della coppia. Ci ha mosse la curiosità di capire come un investimento amoroso, che conduce due persone a scegliersi per la vita, potesse nel tempo affievolirsi fino a venire meno. Ciascuno di noi, quando si innamora, potrebbe dubitare in cuor suo che un sentimento così magico, stupendo e vitale duri per sempre. Nonostante ciò, molti giungono comunque a compiere il grande passo della convivenza o del matrimonio. È strabiliante, poi, come ognuno di noi quando avverte i primi segni della crisi non faccia che domandarsi come abbia potuto prendere sul serio il proprio coinvolgimento amoroso… e addirittura con la persona apparentemente più sbagliata. Ci siamo apprestate ad entrare in questo mistero fianco a fianco, con lo sguardo rivolto fuori ai vari maestri e ai pazienti, e dentro di noi, cercando lumi che ci conducessero lungo questo percorso su cui siamo tuttora in cammino. Gli equilibri del nostro gruppo si sono modificati nel tempo e, come accade nella coppia, ci si è mosse all’interno di un processo non esente da intoppi, prove ed errori, illusioni e disillusioni. Durante i momenti di confronto, mentre lo sguardo si muoveva curioso dalla teoria alla clinica, transitando anche all’interno delle nostre relazioni interpersonali, abbiamo pensato che l’interesse per la coppia potesse essere condiviso da altri, con lo stesso entusiasmo. Altri che, trovandosi o anelando a trovarsi in coppia, desiderassero comprendere un po’ meglio quello che accade nella relazione con il partner.
XVII
Dio li fa e poi li accoppia? Così è nato questo nostro contributo. Il primo capitolo affronta la tematica dell’innamoramento e della nascita della relazione amorosa. Il tema è introdotto da una vignetta clinica a partire dalla quale ci si addentra nelle vicissitudini della prima fase del rapporto amoroso. L’idea centrale è che l’innamoramento sia una chance per entrare maggiormente in contatto con noi stessi attraverso l’altro. Il secondo capitolo esamina il tema della scelta del partner e relativizza l’idea che esista una “persona giusta” o “l’anima gemella”, spostando il focus sul “momento giusto” inteso come il momento in cui si è pronti a farsi carico del proprio investimento amoroso. Vengono esplorati anche gli “amori impossibili”, che precludono la possibilità di vivere concretamente il proprio amore. Il terzo capitolo prende in esame il rito del matrimonio che rende pubblica la relazione amorosa e ha la funzione di sancire il legame di coppia e proteggerlo. Il tema viene inserito nell’evoluzione della cornice giuridica e culturale del nostro paese. L’idea che il quarto capitolo presenta è che sia possibile accedere pienamente alla felicità e al piacere nella coppia se si trova nella relazione con il partner lo stimolo a prendere in mano in prima persona la propria vita e il proprio amore, uscendo dalla delega all’altro. Il quinto capitolo esplora il ruolo dell’attrazione e del desiderio nella coppia e l’evoluzione della sessualità nelle diverse fasi della relazione d’amore, con un focus sull’attuale contesto sociale e culturale. Il sesto capitolo affronta la crisi nella coppia inquadrandola come fisiologica fase di passaggio all’interno di ogni relazione d’amore. Viene spiegato come nella crisi “l’incastro” iniziale su cui si fonda la coppia, illusoriamente rassicurante, porti a una staticità in contraddizione con il divenire della vita. XVIII
Introduzione Il capitolo settimo esplora le potenzialità trasformative che si possono sviluppare a partire dalla crisi di coppia. Le autrici presentano il concetto di “terza nascita” inteso come possibilità di incontro e contatto intimo e profondo con sé e con l’altro. Il capitolo ottavo presenta un elenco di film sulla coppia, favorendo nel lettore un’ulteriore occasione di riflessione ed elaborazione.
XIX