Comuni-Care

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Valentina Di Ludovico

Comuni-Care

Il corpo e la cura oltre le parole Guida pratica: come progettare un training di gruppo sulla comunicazione assertiva

Collana Riabilitazione Psichiatrica diretta da Roberta Famulari

Alpes Italia srl Via G.D. Romagnosi, 3 - 00196 Roma tel./fax 0639738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it

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© Copyright Alpes Italia srl Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 0639738315 I edizione, 2021

Valentina di Ludovico. Responsabile e coordinatrice del servizio di Riabilitazione presso la Casa di Cura “Villa San Giuseppe” di Ascoli Piceno. Specialista in scienze riabilitative delle professioni sanitarie, Danzamovimentoterapeuta Integrata socia APID, Arteterapeuta e Master di secondo livello in Mindfulness: pratica, clinica e Neuroscienze presso l’università La Sapienza, Qualification Teacher mindfulness Based presso la University of San Diego, California. Esperta nella progettazione di protocolli terapeutico-riabilitativi personalizzati e in interventi di gruppo in particolare gruppi di comunicazione assertiva, gruppi per le dipendenze e per i disturbi d’ansia. Lavora presso lo studio associato “Polyedra” come tecnico libero professionista con interventi individuali e familiari di psicoeducazione, interventi neurocognitivi integrati e interventi di gruppo sulla comunicazione assertiva e di Mindfulness.

In copertina e all’interno: Illustrazioni a cura di Valentina Di Ludovico.

TUTTI I DIRITTI RISERVATI Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. È vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera. Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotocopia, fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche sulla tutela dei diritti d’autore.

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Dedico questo libro A tutti i professionisti della salute mentale che possa servire da bussola nel campo della riabilitazione. Ringrazio in particolare tutte le persone che mi hanno sostenuto in questo progetto in primis la mia Famiglia, e in particolare mio marito Lorenzo e mio figlio Alessio, che mi hanno sostenuto e tollerato. Ringrazio Enza e Marco per i consigli e gli spunti originali, il Dott. Alessandro Valchera, da sempre mio punto di riferimento professionale, che mi ha spinto a scrivere questo libro e ad occuparmi personalmente della creazione del personaggio di “Mindy”. Ringrazio tutte le persone che condividono con me la passione per il proprio lavoro e la voglia di formarsi e di crescere. E infine ringrazio tutte le persone che ogni giorno mi sono vicine e a cui voglio bene.

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Indice generale Presentazione di Alessandro Valchera............................................................

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Prefazione Il fare riabilitativo ...................................................................... IX Introduzione .............................................................................................. XI

Capitolo 1 La persona e le sue dimensioni.....................................................................

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1.1 Valutazioni standardizzate consigliate per progettare un protocollo di comunicazione assertiva...................................... 4

Capitolo 2 La relazione terapeutica, la motivazione e le caratteristiche del conduttore, del protocollo e del gruppo................................................................................ 11 2.1 Relazione terapeutica ed efficacia del protocollo............................. 11 2.2 I prerequisiti di un protocollo per una buona efficacia...................

14

2.3 Fattori terapeutici del setting gruppale.............................................

15

2.4 La motivazione al cambiamento....................................................

16

2.5 Il ruolo del conduttore nei gruppi...................................................

17

2.6 L’uso dell’ironia nei gruppi............................................................

19

2.7 L’importanza del gioco nel gruppo..................................................

19

2.8 Processi del gruppo di Tuckman ...................................................

20

2.9 Le caratteristiche del gruppo.......................................................... 21 2.10 Tipologie di gruppo in un percorso riabilitativo...........................

22

2.11 Le difese che possono essere messe in atto in un gruppo.................

23

2.12 Obiettivi in un training di gruppo sull’assertività.........................

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Capitolo 3 Strategie cognitivo-comportamentali, corporee e pratiche di Mindfulness

25

3.1 Strategie cognitivo comportamentali.............................................. 26 3.2 L’importanza delle artiterapie e delle tecniche corporee in un protocollo di comunicazione assertiva..................................

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3.3 Mindfulness...................................................................................

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3.4 Bodyfulness................................................................................... 41

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Comuni-Care - Il corpo e la cura oltre le parole

Capitolo 4 Protocollo di comunicazione assertiva: parte pratica ................................

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4.1 Chi è Mindy?................................................................................ 43 4.2 Primo incontro: Io, la relazione e il gruppo.................................... 44 4.2.1 Mindy e il gruppo....................................................................

51

4.3 Secondo incontro: Come comunico (il corpo-la mente-le parole).. 55 4.3.1 Mindy e la comunicazione........................................................

65

4.4 Terzo incontro: La mente (Lente) distorta...................................... 73 4.4.1 Mindy e i pensieri funzionali e disfunzionali.............................

81

4.5 Quarto incontro: Io vinco tu perdi - Il conflitto............................ 88 4.5.1 Mindy e il conflitto.

96

4.6 Quinto incontro: Il mio grillo parlante - pregiudizi e giudizi nella relazione............................................................................... 101 4.6.1 Mindy e i giudizi costruttivi e distruttivi...................................

110

4.7 Sesto incontro: Volersi bene - Autostima e assertività.....................

116

4.7.1 Mindy, il valore di sé e l’autostima............................................

122

4.8 Settimo incontro: Le emozioni non distruttive.............................. 130 4.8.1 Mindy e le emozioni.................................................................

139

4.9 Ottavo incontro: Stress - Tra gestione e resilienza........................... 144 4.9.1 Mindy ci presenta la “Nuova me”..............................................

149

Conclusioni.............................................................................................. 157 Bibliografia..............................................................................

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Presentazione di Alessandro Valchera1

L’assertività è una competenza che ci pone in relazione con il mondo esterno ma apparrebbe riduttivo valutarla esclusivamente solo come qualcosa che si acquisisce, semplicemente una competenza da apprendere. Essa è una modalità di rapportarsi con sé stessi e con gli altri in cui diviene predominante l’accettazione di sé e, conseguentemente, dell’altro. Questo aspetto è il presupposto fondamentale del divenire “assertivi”, ne è la motivazione. L’assertività richiede innanzitutto l’accettazione di sé e dei propri limiti e il rispetto di questi, altrimenti apprendere un comportamento assertivo sarebbe semplicemente lo scimmiottare alcune strategie comunicative senza modificare il proprio stato d’animo e, di conseguenza, le relazioni con le persone. Il rispetto dei propri limiti ne presuppone la conoscenza, la consapevolezza è pertanto un altro presupposto fondamentale per diventare “assertivi”. La conoscenza di sé e dei propri limiti costituisce, quindi, il punto di partenza per un lavoro sull’assertività. La consapevolezza e comprensione di sé divengono anche i presupposti per scegliere in quali situazioni o in quali relazioni voler essere assertivi o utilizzare strategie comunicative differenti. La comunicazione può essere problematica in molte patologie psichiche, ad esempio in molti disturbi della personalità o in diversi quadri psicotici o dell’umore, stabilmente o solo nei periodi di riacutizzazione, tuttavia sarebbe riduttivo pensare al problema comunicativo come prerogativa di quadri psicopatologici, le difficoltà comunicative sono presenti in molte persone e non sempre stanno ad indicare un disturbo psicopatologico ma costituiscono comunque una fonte di stress, frequentemente causa di minor gratificazione nelle relazioni interpersonali e, a volte, una riduzione della volontà di socializzazione; tale difficoltà comunicativa può divenire importante con conseguenze sulla vita lavorativa, sociale ed affettiva, inficiando il funzionamento personale e sociale e riducendo la probabilità di raggiungimento degli obiettivi personali con conseguente frustrazione nel proprio ambiente di vita. Conoscere i propri limiti, i propri moti emotivi, avere coscienza dei propri pensieri e dei propri obiettivi è il primo passo per riuscire ad avere una comunicazione efficace ed assertiva ma occorre poi applicarsi e seguire 1 Psichiatra, Casa di cura “Villa San Giuseppe”, Ascoli Piceno. Polyedra, Teramo.

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delle strategie per poter ottenere un miglioramento del proprio stile comunicativo; l’operatore deve, in questo quadro, saper aiutare la persona, che si rivolge a lui, ponendo sempre attenzione alla comprensione delle problematiche che sottendono le difficoltà nell’assertività e saper guidare la persona, non solo attraverso l’applicazione di tecniche, ad ottenere una chiarificazione dei propri obiettivi e, secondariamente, a migliorare lo stile comunicativo così da facilitarne il raggiungimento. In questo libro, che ho l’onore di presentare, vengono forniti elementi che possono aiutare l’operatore ad utilizzare strategie diversificate, dalla mindfulness all’insegnamento di strategie comunicative, dalla psicoeducazione all’arteterapia, così da strutturare un percorso riabilitativo efficace rispetto alle abilità di comunicazione ed in particolare riguardo alla comunicazione assertiva. Sono fornite strategie concrete per l’operatore che voglia strutturare percorsi di gruppo orientati al miglioramento dell’assertività e consigli pratici attraverso i quali gestire le difficoltà che potrebbero presentarsi lungo il percorso. Una nota particolare del libro, a mio parere estremamente utile, è il personaggio di Mindy, un personaggio di fantasia che guida il lettore lungo tutte le diverse tecniche illustrate e, attraverso di esso, ci si può immedesimare nell’utente del proprio corso così da comprendere meglio gli stati d’animo, spesso ambivalenti, che possono evidenziarsi nella persona che chiede aiuto. Il libro è una guida pratica ma sottolinea più volte l’importanza del non soffermarsi esclusivamente all’applicazione di tecniche ma dispone il lettore/operatore ad esercitare la propria creatività, sempre nel rispetto dei protocolli e della scientificità degli interventi. Sono descritti i vari incontri, dalla valutazione iniziale alla chiusura, così da poter strutturare, seguendo la guida, le sedute del gruppo fornendo anche gli spunti per i compiti da lasciare ai partecipanti. Una guida puntuale che, sebbene lasci una libertà all’iniziativa dell’operatore, lo supporta in ogni momento del processo riabilitativo. Mi sento di poter dire che questo libro è si una guida pratica ma dotata di anima, elemento imprescindibile per chi si appresta al lavoro d’aiuto.

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Prefazione “Il Fare Riabilitativo”

Questo libro parte dal presupposto che la riabilitazione non è un manuale applicato. Non è una commercializzazione di pacchetti di training come caramelle di felicità o pozioni miracolose per i problemi. Manuali strutturati sui training di riabilitazione e in particolare sulla comunicazione assertiva ce ne sono tanti ma se “fare riabilitazione” fosse limitato ad una mera applicazione dei protocolli, sarebbe un gioco troppo facile, facile e con poca efficacia. “Avere competenza” in ambito riabilitativo non si riduce al “sapere a memoria” tutti i passaggi di un protocollo. Siamo proiettati a saper fare tutto semplicemente seguendo dei criteri standardizzati ma non contestualizzati rispetto a chi ci troviamo davanti. Il MODO in cui un operatore sanitario osserva, intuisce, valuta, quotidianamente si mette in gioco, apre il cuore alla relazione con l’altro e l’essere in interconnessione con il suo mondo fa la differenza tra seguire esattamente tutti i punti d’un protocollo in maniera meccanica e pensare come l’applicazione del protocollo possa integrarsi con la sfera personale, emotiva, cognitiva e sociale del partecipante. L’operatore sanitario dovrebbe avere un atteggiamento curioso e attento verso l’altro, sapere la struttura certo, il filo o la direzione da seguire ma allo stesso tempo avere una certa flessibilità cognitiva, avere la capacità di distaccarsene e di riadattarlo ai bisogni portati dalla persona in quel momento per dare spazio attraverso la creatività ad un percorso personalizzato. Dovrebbe saper creare una partecipazione attiva nel percorso che si fa insieme all’altro al fine di essere un facilitatore per dare vita ad un processo di trasformazione, prima di tutto interiore. Ed è per questo motivo che nel libro troverete anche in parallelo la storia e il vissuto in prima persona di “Mindy”, personaggio inventato che fa luce su quanto sia difficile capire realmente i bisogni del partecipante ed entrare nel suo vissuto attraverso un “contatto empatico”. Nel momento in cui non ci limitiamo ad applicare training strutturati in maniera rigida e predefinita ma creiamo contenitori flessibili e personalizzati che si modellano a seconda dei bisogni reali dell’altro, solo nel momento in cui riusciremo a fare questo passaggio potremo dire di aver fatto un buon lavoro.

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Introduzione

La comunicazione intesa come integrazione del corpo, della parola e della mente è efficace se costituita da prerequisiti definiti da Carl Rogers come: autenticità, accettazione positiva, ascolto e comprensione/contatto empatico. Un protocollo di comunicazione deve mirare ad uno stile di relazione con sé stessi e con gli altri scevro da maschere e schemi convenzionali e volto alla spontaneità e al movimento autentico, al pensiero funzionale e utile nelle situazioni da fronteggiare, alla gentilezza, al “darsi carezze” attraverso l’ascolto attento e partecipe e ad accrescere un contatto empatico che crei interconnesssione e supporto. Rogers fa emergere un elemento importante del comportamento, l’assertività, componente che deriva dal latino Asserere (affermare) che definisce una competenza relazionale che permette di riconoscere le proprie sensazioni, emozioni, opinioni e di esprimerle in maniera efficace e spontanea agli altri nel rispetto reciproco. Il concetto di Assertività nasce in psicologia clinica negli anni Sessanta e non possiamo non citare lo psichiatra Sudamericano Joseph Wolpe, considerato una delle figure più influenti nella Behavior Therapy e lo psicologo americano Salter che aveva individuato nella “personalità inibita” la causa di varie patologie o disturbi del comportamento, soprattutto in riferimento alle relazioni personali e sociali (Wolpe 1958). L’assertività è una competenza fondamentale per lo sviluppo di capacità necessarie alla gestione di una relazione funzionale e utile con sé stessi e con l’altro attraverso il far valere i propri diritti e rispettando quelli degli altri. Tenendo in considerazione una chiara definizione di assertività e che tale abilità è un comportamento che può essere appreso e non innato, gli obiettivi generici in un protocollo di comunicazione assertiva potrebbero essere: una positiva affermazione di sé attraverso lo sviluppo della capacità di essere consapevoli di quale stile comunicativo si predilige nella vita quotidiana e a quali problemi ha portato, il riuscire a riconoscere i conflitti di posizione e saperli disinnescare, il saper individuare i propri pensieri irrazionali, il riuscire ad apprendere l’abilità nel dire di no e infine il saper coltivare una relazione volta alla gentilezza.

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Partendo dal presupposto che ognuno di noi, nella vita quotidiana, mette in pratica diverse modalità di comunicazione, a seconda delle persone che si incontrano, dello stato d’animo e della situazione, cercare di essere sempre assertivi potrebbe diventare un’esasperazione perfezionistica che potenzierebbe i soliti schemi disfunzionali. L’essere assertivi vuol dire saper scegliere che modalità comunicativa avere in quella situazione, con quella specifica persona o con quel gruppo, secondo lo stato d’animo del momento. Scegliere significa non subire più la situazione ma prendersi la responsabilità delle conseguenze coltivando una propria autonomia e riducendo la frustrazione e il malessere. Nonostante gli studi sulla comunicazione siano molteplici e ne evidenzino l’importanza in termini di riduzione dello stress e creazione di un clima lavorativo, personale e sociale sereno nei contesti attuali viene dato poco spazio allo sviluppo di relazioni gratificanti, preoccupandosi più di sviluppare ottime strategie tecniche, una sorta di “pacchetti preconfezionati di abilità”, che perdono la loro efficacia se non integrate con il mondo personale e sociale della persona. Un training di comunicazione, per quanto ben strutturato, perde di valore se non si mette al centro la persona con i suoi bisogni e le sue aspettative. Questa guida pratica di progettazione di un protocollo di comunicazione efficace è strutturata in due parti: una parte teorica che delinea gli elementi salienti di un percorso riabilitativo volto al benessere; in cui si introduce il concetto di “dimensione” e si fa riferimento ad alcune valutazioni standardizzate che potrebbero essere utili per la progettazione del percorso e la definizione degli obiettivi dei singoli partecipanti. Inoltre si dedica spazio alle caratteristiche che dovrebbe avere il conduttore, alle dinamiche e agli ostacoli che si potrebbero incontrare nel gruppo e, infine, vengono presentate le strategie e gli interventi impiegati negli incontri (dalla psicoeducazione agli esercizi corporei). La seconda parte del libro è dedicata interamente alla descrizione degli incontri e all’applicazione pratica e operativa degli interventi. Ad ogni incontro viene specificata la tematica, gli interventi applicati, gli obiettivi e gli homework. La parte psicoeducativa, posta all’inizio, aiuterà i partecipanti sia ad avere informazioni sulla tematica affrontata sia a creare uno spazio di condivisione e confronto sui problemi riportati. In questa parte si approfondiscono: gli stili comunicativi, come si apprendono, come è possibile apprendere altri modelli di comportamento più funzionali ed efficaci e come poter gestire condizionamenti e critiche (interne ed esterne). Sono offerte in forma schematica indicazioni su come poter impostare eventuali “slide” per presentare al gruppo alcuni concetti e strategie in maniera sintetica ed efficace. L’intervento psicoeducativo viene accompagnato da

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Introduzione

“schede tecniche”, per mettere in pratica esercizi di comunicazione, di ristrutturazione cognitiva, di problem solving, alcune tecniche di artiterapia e pratiche mindfulness e dagli “homework” essenziali per poter apprendere le abilità richieste e integrarle nella vita quotidiana del partecipante. Alla fine di ogni incontro viene inserita un’area “Toolbox” con una sezione dedicata alle “schede tecniche per il conduttore” dove ci sono indicazioni su come condurre gli esercizi proposti, sugli obiettivi e le musiche da poter utilizzare e una sezione dedicata al “materiale e schede da consegnare ai partecipanti” per effettuare i “compiti a casa”. In parallelo alla descrizione degli otto incontri verrà sviluppata la storia di “Mindy” che rappresenta una partecipante ideale al percorso e che può aiutare il conduttore a “mettersi nei panni” della persona che partecipa, a comprendere quali possono essere le difficoltà e i vissuti legati ad alcune situazioni nel gruppo e, di conseguenza, a rimodulare il percorso attraverso i bisogni emersi. Le indicazioni riportate in questo libro non prescindono dalla responsabilità ed etica dell’operatore che attua il protocollo nel rilevare gli effettivi bisogni e gli obiettivi individuali dei partecipanti ed avere una formazione specifica sulle tecniche e pratiche proposte all’interno del training.

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