San Francesco d’Assisi e il miracolo a Pomarico

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gIAnnI pALuMbO - pIO sILIbeRtI Le pagine di questo fumetto parlano un linguaggio che sa di memoria. Memoria certamente accattivante, fatta di disegni proposti in un ritmo moderno e gustoso per tutti, memoria impressa su carta tra i dialoghi di una storia vincente, quella che ha dato a Pomarico il ruolo di una delle cittadine ricordate nel Trattato dei miracoli di san Francesco d’Assisi composto intorno al 1252-1253 da Tommaso da Celano. Che cosa è successo nel lontano XIII secolo a una famiglia pomaricana bisogna scoprirlo seguendo le vicende raccontate in queste pagine, leggendo tutto d’un fiato una storia che a così tanti anni di distanza ancora incuriosisce e appassiona.

ISBN

€ 5.70

978-88-6960-037-1

9 788869 600371

san francesco d’assisi

MIRACOLO A pOMARICO


san francesco d’assisi

MIRACOLO A pOMARICO testI gIAnnI pALuMbO ILLustRAzIOnI pIO sILIbeRtI pRefAzIOne pIeR gIORgIO tAnebuRgO




AbCd La memoria deLLe bisnonne, e deLLe nonne deLLe nostre bisnonne, spesso consegna L’immagine di tante ragazze, di giovani mogLi e di madri di famigLia aL Lavoro sedute aL teLaio. con esperienza aLLenata, maestria unica e pazienza infinita facevano scorrere Le dita Lungo L’ordito, annodavano e riannodavano fiLi, componevano intrecci richiamando sottiLi cotoni o più ruvide Lane di provenienza diversa, ma capaci di dar vita a tessuti daLLe trame tanto antiche e tanto nuove. Le pagine del fumetto, introdotte da queste righe iniziali, parlano un linguaggio che sa di memoria. memoria certamente accattivante, fatta di disegni proposti in un ritmo moderno e gustoso per tutti, memoria impressa su carta tra i dialoghi di una storia vincente, quella che ha dato a pomarico il ruolo di una delle cittadine ricordate nel Trattato dei miracoli di san francesco d’assisi composto intorno al 1252-1253 da tommaso da celano. che cosa è successo nel lontano Xiii secolo a una famiglia pomaricana bisogna scoprirlo seguendo le vicende raccontate in queste pagine, leggendo tutto d’un fiato una storia che a così tanti anni di distanza ancora incuriosisce e appassiona. Quando si parla di memoria il modo di comportarsi non è poi tanto diverso dal lavoro di quelle donne al telaio. È un impegno non da poco, ma le meraviglie che prendono forma sono opere preziose, pezzi unici: i ricordi si presentano come una fitta trama di fili che si uniscono, si ordinano e riannodano e svelano immagini che si credevano lontane, in parte solo confuse o forse perse del tutto.


a pomarico la ri-scoperta di una storia così straordinaria come quella della bambina protagonista di un evento eccezionale è stata occasione nuova per continuare a tenere accesa una fiammella vicino a un telaio: mani volenterose e attente si sono alternate per riannodare i fili della memoria, per costruire intrecci solidi e importanti. e così sono nati momenti condivisi per parlare di quella memoria, per comunicarla a tutti e valorizzarla, sulla scia di una pomarico “inedita” e sempre più interessante. alcuni esempi fanno parte ormai della cronaca recente: le vicende della bambina pomaricana sono state portate alla grande attenzione con la mostra e la giornata di studi organizzate nel giugno del 2014 e con la messa in sicurezza, nel marzo del 2015, della cosiddetta “casa del miracolo”; la figura di giuseppe camillo giordano, importante botanico nato a pomarico nel 1841, è tornata viva nella memoria di tutti grazie alla pubblicazione di un libro e a diverse iniziative culturali, compresa la nascita di un’associazione a lui dedicata; la memoria della presenza di un’antica biblioteca nel convento francescano edificato nel lontano 1604, in quella che allora era una zona fuori dalle mura pomaricane, ha in un certo modo preso nuova vita con l’officina del libro antico, iniziativa che a pomarico due volte all’anno fa conoscere i racconti inediti dietro la scrittura attraverso l’evoluzione storica dell’arte della stampa. riannodare i fili della memoria vuol dire anche connettere nuovamente nomi, volti e vicende personali in un dialogo che poi abbatte i muri del tempo e gli ostacoli dello spazio. e spazi e luoghi rappresentano mete da conquistare o di cui riappropriarsi. gli emigrati all’estero lo sanno bene e i ricordi del paese di nascita, della piazza al centro dei giochi dei bambini, dei profumi o dei suoni restano incancellabili negli occhi, nel cuore e nelle orecchie che hanno conosciuto lunghi viaggi, fatiche, lingue straniere, difficoltà di ogni tipo. e chissà quante storie potrebbero raccontare gli abitanti di pomarico che sono stati costretti ad andare via, a lasciare voci conosciute e mani amiche per incontrare nuove città, altre regioni, nuove nazioni; chissà quanti fili da incrociare nuovamente, accarezzare, far rivivere, incominciando dal passato più lontano e sino ai giorni nostri. proprio grazie alla memoria di uno di questi emigrati, innamorato della sua pomarico sino in fondo, il fumetto che abbiamo tra le mani ha preso vita: vincenzo asselta, nato a pomarico nel 18.. e partito per gli stati uniti nel 19.., è stato un uomo affezionato al telaio della memoria, ha saputo conservare l’amore per la sua terra anche al di là dell’oceano, tessendo i ricordi con il suo paese d’origine in tinte sempre forti e appassionate, tanto da essere vicino ai suoi concittadini più in difficoltà con aiuti morali ed economici, continuamente disponibile perché la trama degli arazzi del ricordo rimanesse sempre fresca e operosa. e oggi la memoria di vincenzo vive attraverso la signora gloria asselta, sua figlia, donna da sempre impegnata nel riannodare i fili della memoria, nel costruire dalla sua lontana san francisco, in california, intrecci che parlano di amore per pomarico e la sua gente, di gratitudine per una terra che ha visto il suo papà giocare da bambino tra i vicoli della parte antica o fermarsi a contemplare incuriosito il profilo di palazzo marchesale. alla signora gloria un grazie speciale per tutti i ricami bellissimi che ha fatto nascere al telaio della memoria, per le tante stoffe preziose che ha tessuto mettendo insieme – e dando un aiuto concreto perché venissero messi insieme – fili di bellezza infinita, i ricordi di donne e uomini che hanno trovato e trovano in pomarico un “luogo del cuore”. associazione cuLturaLe “giuseppe camiLLo giordano” pomarico


COn LO spIRItO d’InfAnzIA dicono siano in diminuzione Le nascite anche neL sud itaLia e non potrebbe essere diversamente. sono dati oggettivi. Quando si avvicina un Lieto evento in una famigLia normaLe - come QueLLe oggi a voLte tanto osteggiate, per moda o ideoLogia - con papà e mamma, nonni, zii e cugini, si prova una grandissima gioia. inizia a circoLare Libera, senza aLtre preoccupazioni che festeggiare La vita. così si dovrebbe annunciare La ricorrenza deL nataLe, che torna puntuaLmente anno dopo anno a raLLegrare La cristianità, riempiendo di speranza anche i cuori di chi non crede. una malattia superata, una vita che guarisce, un pericolo scampato sembrano aprire la strada alla gratitudine che ha fretta di esprimersi. figuriamoci cosa dovette esserci nel cuore dei buoni e semplici pomaricani, genitori della piccola restituita alla vita per intercessione di san francesco d’assisi. La sua fama di santità e la sua potenza di preghiera evidentemente si erano diffuse già nelle terre di puglia e Lucania. una sola visione, ma erano due frati insieme. oggi con pietà spontanea veneriamo il poeta cantore della creazione, l’innamorato di madonna povertà, l’umile iniziatore di una fraternità che lo spirito di dio ha saputo preservare nel tempo, arricchendola di numerosi carismi. La fede dei semplici riceveva nel miracolo di pomarico una conferma e un aiuto per vincere ogni esperienza di buio e disperazione. anche quella


del lutto più duro che vi sia: la scomparsa dell’unica figlia. spiega fra tommaso da celano nel trattato dei miracoli: «erano come tramortiti dal dolore» (fonti francescane 869). ai Lettori di queste strisce che sono state pensate, disegnate e pubblicate solo per amore della storia locale e della tradizione spirituale vissuta dagli antenati, vorrei augurare di tenere accesa la fiammella della loro fede. soprattutto stabilendo e rigenerando di continuo un tessuto comunitario sano, fatto di famiglie cristiane, quelle di cui oggi maggiormente si sente bisogno. in una pagina del suo diario risalente al 1978, frère roger, fondatore della comunità di taizé, in borgogna (francia), scriveva: «Lo spirito d’infanzia è uno sguardo limpido. Lungi dall’essere semplicistico, è lucido. i diversi aspetti d’una situazione, gli elementi positivi e i rovesci di medaglia non gli sono estranei. non ha nulla d’infantile. È intessuto di maturità. suppone un coraggio infinito». anche la storia del miracolo della bambina risorta potrebbe aiutarci a fare nostro questo spirito prezioso. non l’andremo a guadagnare per qualche merito particolare. È lui che viene a farci visita e aspetta di riempirci, se avremo prima imparato a vuotarci di ogni superfluo. La lettura attenta, come anche la fantasia e la meraviglia suscitate da questo libro, ricordo di un evento davvero stupefacente, siano scintilla d’una rinnovata esperienza di fede-affidamento da parte di tanti ragazzi e adulti, studenti e docenti, dentro e fuori la Lucania. Leggere per farsi accendere l’anima. poiché in nessuno lo spirito d’infanzia ha mai avuto paura di entrare e colorare. e perché di tantissimi santi è pieno anche oggi il cielo. ognuno sceglierà il suo incarnandolo, riproponendolo in terra e superandolo col proprio stile di vita. scutari (albania), 25 novembre 2015

pier giorgio taneburgo frate cappuccino missionario amico delle scintille e dei Pomaricani



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fRAnCesCO nAsCe Ad AssIsI neL 1182 e ORIgInARIAMente gLI vIene dAtO IL nOMe dI gIOvAnnI. I suOI genItORI, IL COMMeRCIAnte pIetRO beRnARdOne e LA nObILe gIOvAnnA pICA, eRAnO benestAntI. sua mamma lo fece battezzare con il nome di giovanni nella chiesa di san rufino, a quel tempo patrono della città. poco tempo dopo il padre desiderò cambiargli il nome in francesco, in onore della francia che aveva portato ricchezza e benessere alla sua famiglia. francesco visse un’infanzia spensierata e felice ed era destinato a prendere il posto di suo padre nella gestione degli affari di famiglia.

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IL gIOvAne studIAvA neLLA pRestIgIOsA sCuOLA deLLA AnnessA ChIesA dI sAn gIORgIO, pROpRIO gRAzIe ALLA AgIAtezzA deteRMInAtA dALLA buOnA COndIzIOne fAMILIARe. gli stessi affari familiari, fin da piccolo, egli imparava a curare, affiancando il padre. crescendo, dentro di sé, si faceva sempre più forte il senso d’amore verso il prossimo, in particolare verso gli ultimi, i reietti, gli ammalati, coloro i quali erano al margine della società! La partecipazione al conflitto contro perugia, che gli costò anche la prigionia, lo cambiò profondamente.

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