Casa 66

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PARADISO ALPINO Uno scrigno, nato dalla fusioni delle arti, nel cuore di Cortina d’Ampezzo.



RICOMPORRE UN’ANTICA CIASA Cortina d’Ampezzo

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Il progetto si sviluppa interamente in un ampio attico all’ultimo piano di un’antica e tradizionale dimora ampezzana. Le più antiche case ampezzane non vennero costruite seguendo direttive architettoniche, ma rispondendo a necessità pratiche di vita quotidiana molto semplici. Grandi costruzioni rurali a due o più piani con tetti a due falde poco spioventi. La parte anteriore, rivolta verso la valle e il campanile, chiamata ciàṣa, era costruita solitamente in muratura e destinata alla vita di più nuclei familiari. La parte posteriore, rivolta alle montagne e chiamata tuolà, era realizzata in legno ed era destinata a ricoverare gli animali a piano terra e a conservare il fieno ai piani superiori. La scelta innovativa dell’architetto Piccin è stata quella di occu-

pare, con la zona giorno, tutto il fronte principale, cioè quello più luminoso e orientato verso sud, e d’impiegare lo spazio rimanente per le camere da letto. Si è trattato di una ristrutturazione audace, che ha richiesto approfonditi studi ingegneristici, permettendo però all’Architetto Piccin di alleggerire la pilastratura centrale convertendo lo spazio in ampio e arioso susseguirsi di giochi scenografici. L’idea ispiratrice di tutto l’arredo dell’abitazione è derivata dalle antiche travi che sono state restaurate accuratamente e quasi tutte recuperate. Solo pochi elementi ammalorati sono stati sostituiti. Ogni trave è stata spazzolata e trattata secondo l’antico sistema restaurativo che prevede l’utilizzo della soda e rifinite con semplice e naturale cera d’api. Mentre avanzava il lavoro di recupero emergevano le antiche segnature e incisioni che permettevano ad ogni famiglia di indivi-




LA TONALITÀ DELL’ABETE ANTICO, CON L’AGGIUNTA PREZIOSA DEI TAPPETI E DEI TESSUTI UTILIZZATI NEI RIVESTIMENTI DEI DIVANI, RENDE CALDA E ACCOGLIENTE L’ATMOSFERA DEL LIVING. NELLO SPLENDIDO SOFFITTO A TRAVATURA SI APRONO GLI ABBAINI, RIPROPOSTI NELLA FORMA ORIGINARIA DELLE CASE AMPEZZANE.



-duare il proprio legname e il colore dorato originale e tipico dell’abete antico. L’Architetto Piccin in accordo con il cliente ha scelto di declinare questo colore in tutte le altre strutture e parti d’arredo e di sottolineare la storica presenza della travatura non levigata con una boiserie dalla linea contemporanea che dichiara la propria essenzialità e che concede alla tradizione alcune lesene con capitello e ornature geometriche. Punto di forza della zona giorno è l’affaccio sulla conca che entra nell’abitazione e circonda la zona living, prolungata all’esterno, sulle terrazze attrezzate con tutti gli accorgimenti necessari al massimo comfort abitativo. Gli abbaini sono stati riproposti nella forma originaria delle case ampezzane.

UN’ANTICA SLITTA REALIZZATA A MANO IN LEGNO E FERRO È STATA ABILMENTE TRASFORMATA IN UN ORIGINALE TAVOLINO GRAZIE ALLA SOSTITUZIONE DEL SEDILE CON UN PIANO IN CRISTALLO.



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ELEGANZA DELLA MATERIA Arte del Ferro

Il fabbro ha preso delle bande di ferro, ha tagliato le due estremità, le ha divaricate, ha saldato nell’intaglio un terzo braccio, ha messo sull’incudine le altre estremità, ha fatto i buchi per i chiodi al fine di fissare il tutto alla parete, ha limitato per bene i pezzi saldati e ha piegato il ferro così preparato alla forma voluta. Finito. E la cosa fa impressione, nonostante che non si possa pensare a qualcosa di più semplice e primitivo. E’ un soffio di naturalezza, quella che emana da quell’oggetto. Ci rallegriamo di sentire finalmente parlare il nero fabbro nella sua lingua, dopo che per decenni ci ha parlato in un linguaggio ampolloso, non suo. Chiediamo una cosa: si lasci il fabbro pensare secondo la sua mentalità, lo si lasci fare i candelabri in ferro battuto.

ADOLF LOOS (1870 - 1933)




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pavimenti in legno d’abete antico in prima patina, originali e recuperati da vecchi masi demoliti del trentino, a doghe larghe e sfalsate, sono presenti in ogni stanza della casa compresi i bagni, dove producono un particolare effetto accostati alla pietra che riveste le pareti: listelli di marmo dorato, dalla delicata colorazione avorio, di piccole dimensioni capaci di caratterizzare gli ambienti con un’impronta particolarmente suggestiva soprattutto per il loro modo personale di riflettere la luce. Sempre in marmo Giallo, ma rifinito con una fine levigatura, il piatto doccia e il ripiano su cui poggia il lavabo. Per la zona cottura, una cucina moderna e pratica, si è

invece scelto il marmo Giallo Reale levigato, di una tonalità più intensa per la presenza di striature marroni, sia per il pavimento che per l’alzata. Il progetto di lighting dell’architetto Ambra Piccin è molto accurato e dettagliato e ha compreso la rivisitazione e l’utilizzo di tutte le tecniche light disponibili sul mercato attuale, con ampio utilizzo di led applicati seguendo i criteri della domotica più avanzata. Importanza fondamentale nella realizzazione di questa abitazione ha il giusto dosaggio e l’equilibro tra le componenti d’arredo in legno e le pareti rifinite ad intonaco, di colore bianco, eseguito manualmente con finitura ondulata ottenuta grazie alla malta applicata a cazzuola rovescia e poi spugnata.


CHE VALORIZZANO Arte della Pittura

Inserire un quadro, una fotografia , una scultura in un’abitazione è un’operazione che si basa sulla giusta calibrazione di cromie ed effetti materici in modo tale da privilegiare i contrasti all’omogeneità (accostando per esempio un quadro figurativo a uno astratto monocromo). Questa casa vede alle pareti, quadri che senza soluzione di continuità giocano con i colori della terra e con l’effetto quasi tridimensionale dei materiali. Sono opere che appartengono ad uno stile antico, con le tipiche pennellature ad olio che con il riflesso della luce, si mostrano luminose e danno vita non solo al quadro ma allo stesso luogo in cui sono poste. Queste sono opere ricercate con minuziosa attenzione in modo tale da non cozzare con l’arredo ideato dall’Architetto Piccin, ma anzi valorizzandolo.

L’avorio, le gemme e simili care cose per mano del pittore diventano più preziose, e anche l’oro lavorato con arte di pittura si contrapesa con molto più oro. Anzi ancora il piombo medesimo, metallo in fra gli altri vilissimo, fattone figura per mano di Fidia o Prassiteles, si stimerò più prezioso che l’argento: Zeusis pittore cominciava a donare le sue cose, quali, come dicea, non si poteano comperare, nè estimava costui potersi invenire atto pregio quale satisfacesse a chi fingendo, dipingendo animali, sè porgesse quasi uno iddio.

LEON BATTISTA ALBERTI (1404 - 1472)

ITTURE

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LO SPAZIO SI INDOSSA: DEVE ESSERE SARTORIALE COME UN ABITO TAGLIATO SU MISURA PER CHI LO ABITA.

’Architetto Ambra Piccin, nel progettare stabilisce un rapporto sinergico con il luogo: Cortina d’Ampezzo, la Regina delle Dolomiti con una spiccata entità culturale da tutelare e valorizzare. In linea con tali ideali, da un lato elogia i materiali che rispecchiano in maniera veritiera e unica la cultura andandola a declinare in modo differente a seconda delle caratteristiche e dall’altro lato, svolge un lavoro di rielaborazione del linguaggio montano classico ampliando gli spazi per valorizzare gli arredi, frutto del lavoro accurato delle famiglie artigiane ampezzane e della ricerca continua di pezzi unici e singolari, ideati per andare a creare ambienti diversi l’uno dall’alto pensati per adattarsi all’uso di ogni singolo cliente. In questo caso Ambra Piccin aveva a disposizione uno spazio dall’ampia metratura e in un unico piano: un attico incredibilmente vasto che ha permesso all’Architetto di sbizzarrirsi creando una casa dalle variopinte funzioni non solo nella zona notte-dedicata al riposo ma anche in quella living, il cuore pulsante della casa, in cui si riunisce il nucleo familiare ma anche gli ospiti più graditi per trascorrere i momenti più belli in compagnia. Il soggiorno è un ampio open space che vede tre usi diversi sintetizzarsi in uno spazio unico: la sala da pranzo dominata dal tavolo e dalle sedute di puro artigianato ampezzano in legno d’abete antico. due zone relax distinte da avvolgenti divani dalle cromie differenti (crema e verde muschio) e una zona più riservata con un tavolo quadrato cinto da casse-




IN CUCINA SPICCA L’USO DEL LEGNO E DEL MARMO, ENTRAMBI SCELTI PER LA PARTICOLARE CAPACITÀ DI RIFLETTERE LA LUCE.

panche utilissime per riporvi qualsiasi oggetto ma averlo a portata di mano. I complementi d’arredo parlano la stessa lingua usata per arredare la casa e soprattutto le tonalità di colore utilizzate: dal verde - colore che contraddistingue la conca ampezzana con i suoi pini che svettano uno affianco all’altro ai piedi delle montagne -, il color argento-crema - la tonalità della roccia dolomitica - o ancora il rosso: cromia dell’arredo alpino per eccellenza che riritrova anche nei tipici abiti tirolesi, come anche l’azzurro del cielo in cui si immergono le vette.


LA MAGIA

DEL REALE Arte del

Complemento d’arredo

(...) Così, nel mio lavoro cerco di concepire, e, di conseguenza, di costruire, i miei edifici come corpi: come anatomia e pelle, come massa, membrana, come stoffa o involucro, tela, velluto, seta e acciaio scintillante. Mi curo di accostare bene i materiali e di esaltarli, prendo una certa quantità di legno di rovere, un po’ di tufo e vi aggiungo ancora qualcosa: tre grammi d’argento, una maniglia da girare, superfici di vetro scintillante, di modo che ogni composizione di materiali diventi un unicum.

PETER ZUMTHOR (2007 - ATMOSFERE,)





DEL LEGNO Arte del Legno Questa è una storia che pare iniziare nel bosco: entrando nella casa si ha la sensazione di essere avvolti dal legno, dal colore caldo e dal profumo che lo contraddistingue. Non vi è alcuna traccia di rivestimenti classici, alcuna travatura finemente lavorata o boiserie ricche di decorazioni come si usa fare in molte residenze alpine ma anzi, si è scelto di fare un passo indietro, come i dettami del restauro tipicamente di matrice italiana richiedono: si è scelto di recuperare più materiale possibile di quella che rimaneva un’antica ciàsa: si sono scardinate le travi, spazzolate con l’uso della soda e rifinite con la cera d’api in modo tale da mostrarle secondo il loro profilo più sincero. Si presentano perciò, come le si troverebbe in natura, con le classiche nodosità e le venature accentuate dall’assenza di trattamenti invasivi.

...Le stesse qualità e utilità si trovano nel cedro e nel ginepro; come dal cipresso e da pino si ha la resina, dal cedro si ha l’olio di cedro che preserva gli oggetti su cui è spalmato, anche i libri, dalle tignole e dalla carie. Anche le frondi del cipresso sono simili; il legno ha la velatura dritta. Nel tempio di Efeso il simulacro di Diana fu fatto di questo legno; così pure i lacunari del soffitto in esso tempio e in altri famosi santuari, a causa della sua eternità.

MARCO VITRUVIO POLLIONE (1° secolo a.C,)

LINGUAGGIO

..non meno mirabile è il comportamento del cipresso e del pino, i quali avendo nella loro composizione abbondanza di umore, e gli altri elementi in dose uguale, messi in opera sogliono flettersi per la eccessiva umidità, ma durano eterni senza vizi, perchè in essi il liquidi onde sono permeati ha un sapore amaro che tien lontano la carie e le tarle. Pertanto le opere e i mobili costruiti con quel legname sono eterni.

IL



SOGLIE eGESTI

Le soglie, non solo quelle che ci permettono di entrare in un’abitazione ma anche quelle che diventano filtri comunicativi dell’abitare. Intendiamo, quindi, con il termine di soglia, qualsiasi elemento produttore della relazione che si viene a creare tra due mondi separati. Ciò che separa ed unisce, attraverso lo spazio di soglia, qualcosa che è nato come diviso. Tra qualcosa che definiamo come dentro e qualcosa che poniamo come fuori, nel punto dove viene esibito il contatto e dove si sviluppa il contrasto

di due ambiti separati, “accade” una forte complessità architettonica. Cioè la lacerazione, e il successivo tentativo di comporla, provocano la complessità in quanto la soglia sta prima di ogni margine e confine e prima delle relative aperture. Le soglie e il loro produrre una distanza in cui avvenga una relazione, possono essere intese come intervalli tra due ambiti distinti: superfici, atmosfere, colori, oggetti, complementi d’arredo. La soglia è il luogo di interrelazione tra fenomeni opposti: pubblico e privato, luce e ombra, interno ed esterno, naturale e artificiale.

“Non si può andare da una parte all’altra lasciandoci scivolare, bisogna farsi riconoscere”, come bene esprime George Perec.





A DI LUCE

TMOSFERE

Arte della Luce

Quando, infine, un architetto scopre che la luce è il cardine dell’architettura, solo allora inizia a capire qualcosa, ad essere un vero architetto. La luce non è un’entità vaga, diffusa, che si dà per certa perchè è sempre presente. Il sole non sorge invano, al contrario, la luce è qualcosa di concreto, preciso, continuo, certo: è materia misurabile e quantificabile. é una realtà inevitabile. L’architettura si è sviluppata nel corso della Storia grazie a questi due elementi primigeni: luce e gravità. Se la lotta per vincere e, piegare la gravità si realizza in un dialogo che genera l’architettura, la ricerca della luce e la relazione che con essa si instaura sono i fattori che portano tale dialogo ai livelli più sublimi. Si scopre allora che la luce è la sola in grado di vincere la gravità. Così quando l’architetto riesce ad ingannare il sole, la luce, perperforando lo spazio creato da strutture più o meno massicce, rompe l’incantesimo e fa si che tale spazio fluttui.

ALBERTO CAMPO BAEZA (1994 - Architettura sine luce nulla architettura est)



NELLE CAMERE, L’ESSENZA DI ABETE ANTICO RIVESTE PARETI, SOFFITTO E PAVIMENTO. NELLA BOISERIE, DALLE LINEE ESSENZIALI E CONTEMPORANEE, SPICCA L’ELEMENTO DI LAVORAZIONE GEOMETRICA CHE RICOLLEGA L’AMBIENTE ALL’ANTICA TRADIZIONE IN CUI L’EDIFICIO AFFONDA LE RADICI.



IN BAGNO, COME ANCHE IN CUCINA, SPICCA L’USO DEL LEGNO E DEL MARMO. PER IL RIVESTIMENTO DELLE PARETI LA SCELTA È CADUTA SUI PICCOLI LISTELLI DI MARMO BOTTICINO IN COLORAZIONE AVORIO, MENTRE LA VERSIONE LEVIGATA LA SI RITROVA NEL PIATTO DOCCIA E NEL TOP DEL LAVABO. PER IL PAVIMENTO: ASSI DI ABETE ANTICO.






L

La bellezza e l’unicità di questo Territorio contamina ogni cosa appartenga ad esso, che sia fiore o animale, l’uomo o la sua attività, tutto viene alimentato dalla sua meravigliosa quanto potente Energia. Questa energia, forse generata dalle immense forze responsabili del ritiro delle acque che sovrastano le Dolomiti e che le hanno fatte emergere, è ancora attiva, più forte che mai e pronta per essere incanalata in diversi ambiti. L’esercizio primo è “sentire” questi luoghi, rimanere fermi a guardare e ad ascoltare, calarsi nella percezione delle loro caratteristiche e delle potenzialità, ed è sicuramente più facile per chi è stanziale. Solo successivamente a questa fase avviene “l’evocazione” che è l’immagi-

ne, il sogno architettonico, in un luogo come Cortina che non sempre è pronto a riceverlo. Viviamo in tempi indubbiamente interessanti, ma sempre più spesso troppo veloci; il tempo della riflessione è ormai un lusso, ma questo non è un qualcosa di accessorio, ma al contrario riveste una fondamentale importanza, altrimenti come facciamo ad orientarci nel mondo in continuo mutamento? Ecco allora che Cortina ha voluto provare a creare uno spazio, fuori dalla frenesia quotidiana. Esiste a volte il leggero rimpianto di guardare a questa terra di “occasioni perdute” per le grandi architetture dei maestri internazionali che si sperimentavano e attuavano in tutta Europa, ma oggi vi è grande attenzione nel tutelare e salvaguardare il patrimonio architettonico ed ambientale ancora presente in Ampezzo.


Arte della Costruire I dettagli costituiscono un omaggio all’eccellenza della professionalità delle maestranze locali, specializzate da generazioni nel campo delle costruzioni, del restauro e dell’arredamento di interni. Artigiani con i quali, attraverso un lungo lavoro di collaborazione tra le progettazioni e le loro concrete capacità tecniche ed artistiche, dalle strutture fino ai piccoli particolari, è stato possibile raggiungere un livello molto elevato di sinergia. La conca ampezzana infatti è un prezioso scrigno di talenti, una fucina che trova in questo territorio terreno fertile per trasformarsi in autentiche opere d’arte. Queste eccelleze sono entrate in modo discreto nelle più accreditate case di Cortina. Con questo patrimonio senza tempo l’antica energia della Perla delle Dolomiti non può che diventare arte, un suggestivo percorso emozionale che rende omaggio alla terra ampezzana e ai suoi talenti in cui sinergie tra i professionisti e le botteghe artigiane, preziose depositarie dei saperi legati agli antichi maestri. In questa cornice d’eccezione si crea una compresenza unica di materiali, storia, stile ed eleganza in cui legno, vetro, ferro, ceramica, tessuto e luce sono alcune delle innumerevoli forme d’arte.

KUNO PREY (2010 - ARTIGIANATO O DESIGN? in Details of Excellence in Cortina d’Ampezzo, Ambra Piccin)

CHE LAVORANO

M ANI

Pensare a Cortina, rivederne l’architettura e scovare quanto di design ci possa essere sotto la coltre qualche volta troppo spessa di tradizionalismo diventa non tanto un confronto professionale, quanto un viaggio nella memoria... Indietro. fino al tempo in cui gli artigiani non erano confinati in ordinate zone artigianali, ma vivevano il paese, lo animavano con i loro rumori, lo coloravano con oggetti che, prima ancora che belli, dovevano essere utili. Un tempo in realtà non così lontano, in cui noi bambini passavamo di bottega in bottega a farci regalare avanzi di materiale da utilizzare per costruire le nostre cose. L’artigiano era una fonte di sapere, tramandava una cultura non codificata, che passava tra le sue mani quasi esse fossero un libro animato e a noi bambini si imprimeva come un codice genetico il senso del lavoro, il senso del rispetto per i materiali, il senso dell’identità territoriale. Il senso del perchè degli oggetti: perchè la cassapanca serviva, perchè in montagna le porte e le finestre erano basse, perchè la rastrelliera doveva far seccare il pane, piuttosto che mantenerlo morbido. Sento che se si perde tutto ciò, è un enorme perdita culturale.





L’

ATELIER

di AMBRA PICCIN va reale e virtuale, ma anche diventare ricercatore, artigiano, “praticare” i saperi, tra discipline e aree di incontro trasversali. Qui raccolgo anche i riferimenti dei brand internazionali più importanti e innovativi, una raccolta costantemente aggiornata dei prodotti di design più esclusivi e di tendenza: tra articoli “di serie” e “materiali naturali” è possibile riscoprire una didattica degli oggetti, delle cose, dei materiali già legati al mondo artigianale e farli interagire con le tecnologie piu’ avanzate. Nello svolgere la mia professione è diventata una bella consuetudine visitare l’atelier con i miei clienti per provare con sensazioni tattili in anteprima l’effetto finale della propria casa. Sperimentare, provare, verificare alla luce naturale e poi a quella artificiale la risposta della superficie di un legno, nella sua diversità tra essenza ed essenza, di una pietra, di un metallo lavorato in modi differenti tra loro, fino a sentire la soluzione giusta, la risposta naturale alla soluzione-ambiente. Ambra Piccin

«I MATERIALI ANTICHI

ESPRIMONO IN MODO CHIARO LA LORO NATURA: LA PIETRA CI PARLA DI GRAVITÀ, IL COTTO DI FUOCO E TERRA, IL LEGNO DELLA MORBIDEZZA» Mario Botta

Elogio alla materia che si rispecchia per quello che è e ne rappresenta una cultura. I materiali si possono definire “vivi” dal momento che si esprimono attraverso le loro qualità intrinseche, quali i: pigmenti, gli odori, le texture, la capacità di cambiare aspetto in funzione del clima, di evolvere nel tempo e la capacità di creare un’atmosfera. All’interno del mio studio professionale vi è un ambiente tutto destinato alla raccolta dei materiali e dei campioni più belli e particolari disponibili sul mercato, frutto della mia passione per le texture, i colori e le materie più disperate che possano essere utilizzate in architettura e nell’interior design. Dedico molto tempo, ogni anno, a visitare luoghi, fiere internazionali, industrie e laboratori artigianali, sempre alla ricerca di elementi performante, di dettagli, di sistemi antichi o innovativi che ci possano “parlare” o più semplicemente “emozionare”, lasciando spazio alla creatività, alla soluzione creativa di compiti reali, ma anche riappropriarsi del lavoro “con le mani”. Qui svolgo spesso workshop con gli studenti del Liceo Artistico di Cortina d’Ampezzo o con studenti universitari che svolgono stage presso il mio Studio: tra osservazione/ricerca e sperimentazione/invenzione, nello spazio Atelier si può fare esperienza attraverso percorsi di scoperta immersi-




L

’architetto Ambra Piccin da tempo ha intrapreso un percorso verso una filosofia di speri-

mentazione e di progettazione personale, dettagliata da ogni particolare delle case che realizza, dalle opere strutturali ed edilizia di composizione architettonica degli edifici fino agli arredi, alle lampade, le maniglie, i tessuti, ecc. E’ un nuovo modo di fare architettura a Cortina, che coniuga la tradizione dei materiali con l’innovazione delle forme, attraverso

l’inserimento della tecnologia più avanzata in un contesto estetico comunque allineato allo stile locale. Il tutto, nella ricerca continua di sinergie tra il mondo della progettazione e quello della realizzazione, tra architetto e artigiano, tra la mano esperta e quella più giovane dell’allievo, futuro artigiano che non deve dimenticare la sapienza antica del luogo.



Ambra Piccin su YouTube Se vuoi immergerti completamente nelle calda atmosfere delle case create da Ambra Piccin il QR code con il tuo telefono. Nel nostro canale you tube scoprirai tanti lavori interessanti e sempre diversi che si adattano ai desideri di ogni cliente. Vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre novitĂ ? Ecco dove ci puoi trovare:



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