Casa 77

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L L’Architetto Ambra Piccin, nel progettare stabilisce un rapporto sinergico con il luogo: Cortina, la Regina delle Dolomiti con una spiccata entità culturale da tutelare e valorizzare. In linea con tali ideali, da un lato elogia i materiali che rispecchiano in maniera veritiera e unica la cultura andandola a declinare in modo differente a seconda delle caratteristiche e dall’altro lato, svolge un lavoro di rielaborazione del linguaggio montano classico ampliando gli spazi per valorizzare gli arredi, frutto del lavoro accurato delle famiglie artigiane ampezzane e della ricerca continua di pezzi unici e singolari, ideati per andare a creare ambienti diversi l’uno dall’altro costruiti per adattarsi all’uso per il quale si era pensato. La casa qui descritta, oggetto di ristrutturazione, stabilisce fin da subito un legame con la natura, con l’ambiente alpino, con il paesaggio che attornia la casa pur mantenendo la volontà di creare un ambiente intimo e privato tipico della dimensione domestica. Non appena si mette piede sulla sua soglia si ha fin da subito la sensazione di essere immersi in un secondo bosco, a dimensione d’uomo, della lingua che parla e delle proprie abitudini: i rivestimenti materici spiccano e fanno capire lo spirito con cui l’architetto Ambra Piccin ha progettato la casa e l’anima che ha voluto lasciare al suo interno. Le pareti sono interamente rivestite in legno di abete anticato e spazzolato, trattato con una particolare tinteggiatura di base a più mani e infine rifinito a cera in modo da lasciare le rugosità delle venature lignee a vista ma al contempo connotarlo di un aspetto caldo, avvolgente e morbido al tatto.









I In questo caso, trovare il cuore della casa all’interno delle sue mura non è per niente difficile: l’amore per il freddo, il legno e il design alpino che si ritrova in tutte le realizzazioni di Ambra Piccin arriva al culmine in questa casa, con l’elemento del camino, fulcro simbolico dell’amore domestico e luogo del cuore, a sottolinare questo è anche la particolare pavimentazione che si è scelto di utilizzare per evidenziare i fulcri fondamentali del soggiorno: legno di larice o abete spazzolato composto da tavole di larghezza e lunghezza miste accostato a parti in pietra Dolomia. Il camino sospeso, al centro del living, ritagliato nella parete di Bugnato di Dolomia lavorata a spacco, funge da nocciolo caldo che attira su di sè i diversi spazi della casa, ognuno con una particolare funzione, ma anche la vita delle persone che quegli spazi li abitano. Nel soggiorno non rientra dunque solamente l’area relax completa di un ampio divano che avvolge ad angolo l’intera parete della stanza, ma anche, sul lato opposto, l’angolo cottura con top in pietra Dolomia lucidata. Al centro: un tavolo ottagonale intermante in legno di rovere.




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Se qualcuno chiedesse a che animale si potrebbe associare questa casa non ci sarebbe dubbio di alcun tipo: il cervo, animale che ha sempre rivestito un ruolo significativo anche nella mitologia celtica, germanica e greco latina dal momento che si pensava simbolo di feconditĂ , del rinnovo continuo della vita, dei ritmi di crescita, morte e rinasciata. Ogni elemento presente rimanda a questo fantastico animale selvati-


co che popola i boschi dolomitici. L’interno della casa riprende le cromie del loro manto e dei palchi (le appendici ramificate che si trovano sul capo e che periodicamente vengono rinnovati): si va dalle tonalità avorio e avena dei complementi d’arredo, al bruno-rossastro dei rivestimenti parietali e delle travi in legno di abete anticato, al color lino-ramato dei pavimenti i cui nodi sfalsati e misti paiono le macchie sul manto dei cerbiatti.


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Ergofocus, linea di camini sospesi e rotanti di Focus, nota azienda in grado di ri-formulare il linguaggio del caldo focolare capace di riunire a sè il nucleo famigliare, si inserisce all’interno della casa come un cuore pulsante all’interno dell’organismo umano. “Vorrei che i miei focolari potessero arrivare fino in cielo in modo da poterli agganciare da lassù, vorrei poter separare il fuoco dalla terra”, Dominique Imbert, ama ripetere queste parole quando si sofferma a parlare delle sue realizzazioni, non li vede come dei semplici elementi d’arredo ma li percepisce come una materia che deve essere in grado di comunicare ed interagire con l’utente ed è proprio secondo quest’ottica che Ergofocus è stato inserito in quest’ambiente nuovo e con caratteristiche di design alpino che aspira ad essere sempre più indipendente. Una materia viva.




L La materia, l’essenza stessa del legno di abete lavorato in modo da lasciarlo trasparire secondo il suo aspetto più autentico (anticato e lucidato) e la pietra Dolomia, si esprimono in prima persona nella zona dedicata al living. La cucina è dotata delle maggiori comodità tecniche e tecnologiche, la zona cottura è servita da un top in pietra per resistere all’usura della lavorazione delle varie portate e mantenere l’aspetto rustico ma al contempo elegante.



Elementi, colori, oggetti: tutto è stato pensato, ideato, voluto e disegnato.

L’immagine mostra un dettaglio della pavimentazione della zona cottura che vede l’accostarsi di due materiali diametralmente opposti: la dura pietra e il delicato legno che attraverso un disegno a sinusoidi sembrano cercare una commistione e compenetrazione dell’uno nell’altro con il fine chiarificare la diverse funzione del luogo.




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Se da un lato si concentra il cuore caldo del vivere in famiglia con tutti gli elementi di comfort, il lato opposto vede un’ampia zona notte, con i luoghi più intimi e privati, composta da due camere padronali e una singola, ognuna di esse comunicanti con un bagno con caratteristiche diverse l’uno dall’altro e una cabina armadio adatta per i cambi di stagione - corretta l’uso richiesto Le tonalità che spiccano all’interno


della dimensione domestica si rifanno alle cromie montane: ovunque primeggia il bruno-rossastro del legno d’abete ma oltremodo i complementi d’arredo punteggiano con differenti sfumature color bluette e avorio le varie stanze andando a creare un insieme omogeneo di forme e materie differenti che si allontanano dalla classica casa di montagna, andando a formulare un nuovo linguaggio dell’abitare e del design.


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Ogni anno, alla fine della stagione degli amori, i cervi, le alci o altri animali che rientrano nella famiglia dei cervidi, perdono i propri palchi (le appendici formate da un tessuto osseo e non), in questo modo le famiglie artigiane dell’ampezzano hanno la possibilità di realizzare eleganti lampade o applique sempre diverse e connotate da uno stile puramente alpino. In base al gusto e al desiderio personale si è in grado di creare delle composizioni sempre più elaborate, con effetti estetici sorprendenti valorizzati dalla luce che rischiara la tipica rugosità simile al velluto. Lavorare a quattro mani con gli artigiani locali ha reso possibile attuare ua sintesi tra il piano tecnologico e la sapienza tradizionale dell’architettura alpina con quella sobria eleganza che la contraddistingue.



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Se una camera padronale vede il prevalere delle tonalità indaco del cielo in una splendente giornata primaverile, la seconda valorizza il color delle Tofane nella stagione invernale: il bianco candido con le tipiche striature argentee che fanno intravedere il luccichio della quarzite della pietra Dolomia. La camera per il più giovane della famiglia vede un letto singolo accostato alla parete e uno a ribalta pensato al caso in cui ci dovesse essere un ospie in più dell’ultimo minuto.Ogni stanza vede delle ampie vetrate (alcune che danno la possibilità di avere un contatto diretto con l’esterno), che offrono la possibilità di stabilire un contatto con la natura indomabile che circonda la casa: si ha l’impressione che il verde del paesaggio e l’azzurro del cielo si prolunghi all’infinito.





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Bisogna avere una grande padronanza della materia marmorea per essere in grado di inserirla in un ambiente, tanto più se si tratta di uno spazio intimo come un bagno e ancor meglio se il marmo con cui si vuole avere a che fare è il Verde Guatemala. Appena entrati, ad attirare l’attenzione è il lavabo a ciotola ovale, dalle linee minimal ed essenziali, disegnate ad hoc per l’anima che contraddistingue questa casa: zigrinato sul lato esterno ed oggetto di un trattamento liscio all’interno; non solo questo elemento vede l’uso di questo particolare Verde ma anche l’ampia doccia incastonata in uno spazio che sembra cucito per questa. L’intento dell’archietto Ambra Piccin era proprio quello di creare un sentimento che invitasse la persona a rilassarsi, a ritargliarsi un momento di relax tutto per sè ma al contempo un qualcosa di completamente diverso da ciò che si è abituati a vedere.




Nel bagno comunicante con la stanza padronale ciò che guida il senso della vista è il marmo Verde Guatemala che spicca con le sue tonalità verdeggianti e con le venature biancastre. Per le pareti interne della doccia, si è scelto un tipo di rivestimento in pietra con una finitura denominata “dalle mille righe” - ben visibili a rilievo - e leggermente spazzolato.



S Se da un lato a far da padrone è il Verde Guatemala, dall’altro è ilbianco del Botticino, anch’esso finemente lavorato in modo tale da dar valore alla sua spiccata matericità dalla tinta eterea ma al contempo in grado di creare un perfetto trait d’union con il legno d’abete che riveste le pareti. A sorreggere il lavabo ovale in ceramica satinata color avena della linea Shui Comfort di Cielo: un piano in legno di noce lavorato in modo da lasciare a vista la rugosità della materia lignea.




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La bellezza e l’unicità di questo Territorio contamina ogni cosa appartenga ad esso, che sia fiore o animale, l’uomo o la sua attività, tutto viene alimentato dalla sua meravigliosa quanto potente Energia. Questa energia, forse generata dalle immense forze responsabili del ritiro delle acque che sovrastano le Dolomiti e che le hanno fatte emergere, è ancora attiva, più forte che mai e pronta per essere incanalata in diversi ambiti. L’esercizio primo è “sentire” questi luoghi, rimanere fermi a guardare e ad ascoltare, calarsi nella percezione delle loro caratteristiche e delle potenzialità, ed è sicura-


mente più facile per chi è stanziale. Solo successivamente a questa fase avviene “l’evocazione” che è l’immagine, il sogno architettonico, in un luogo come Cortina che non sempre è pronto a riceverlo. Viviamo in tempi indubbiamente interessanti, ma sempre più spesso troppo veloci; il tempo della riflessione è ormai un lusso, ma questo non è un qualcosa di accessorio, ma al contrario riveste una fondamentale importanza, altrimenti come facciamo ad orien-

tarci nel mondo in continuo mutamento? Ecco allora che Cortina ha voluto provare a creare uno spazio, fuori dalla frenesia quotidiana. Esiste a volte il leggero rimpianto di guardare a questa terra di “occasioni perdute” per le grandi architetture dei maestri internazionali che si sperimentavano e attuavano in tutta Europa; oggi vi è grande attenzione nel tutelare e salvaguardare il patrimonio architettonico ed ambientale ancora presente in Ampezzo.


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I dettagli costituiscono un omaggio all’eccellenza della professionalità delle maestranze locali, specializzate da generazioni nel campo delle costruzioni, del restauro e dell’arredamento di interni. Artigiani con i quali, attraverso un lungo lavoro di collaborazione tra le progettazioni e le loro concrete capacità tecniche ed artistiche, dalle strutture fino ai piccoli particolari, è stato possibile raggiungere un livello molto elevato di sinergia. La conca ampezzana infatti è un prezioso scrigno di talenti, una fucina che trova in questo territorio terreno fertile per trasformarsi in autentiche opere d’arte. Queste eccelleze sono entrate in modo discreto nelle più accreditate case di Cortina. Con questo patrimonio senza tempo l’antica energia della Perla delle Dolomiti non può che diventare arte, un suggestivo percorso emozionale che rende omaggio alla terra ampezzana e ai suoi talenti in cui sinergie tra i professionisti e le botteghe artigiane, preziose depositarie dei saperi legati agli antichi maestri. In questa cornice d’eccezione si crea una compresenza unica di materiali, storia, stile ed eleganza in cui legno, vetro, ferro, ceramica, tessuto e luce sono alcune delle innumerevoli forme d’arte.



L’ATELIER DI AMBRA PICCIN

Elogio alla materia che si rispecchia per quello che è e ne rappresenta una cultura. I materiali si possono definire “vivi” dal momento che si esprimono attraverso le loro qualità intrinseche, quali i: pigmenti, gli odori, le texture, la capacità di cambiare aspetto in funzione del clima, di evolvere nel tempo e la capacità di creare un’atmosfera. All’interno del mio studio professionale vi è un ambiente tutto destinato alla raccolta dei materiali e dei campioni più belli e particolari disponibili sul mercato, frutto della mia passione per le texture, i colori e le materie più disperate che possano essere utilizzate in architettura e nell’interior design. Dedico molto tempo, ogni anno, a visitare luoghi, fiere internazionali, industrie e laboratori artigianali, sempre alla ricerca di elementi performante, di dettagli, di sistemi antichi o innovativi che ci possano “parlare” o più semplicemente “emozionare”, lasciando spazio alla creatività, alla soluzione creativa di compiti reali, ma anche riappropriarsi del lavoro “con le mani”. Qui svolgo spesso workshop con gli studenti del Liceo Artistico di Cortina d’Ampezzo o con studenti universitari che svolgono stage presso il mio Studio: tra osservazione/ ricerca e sperimentazione/invenzione, nello spazio Atelier si può fare esperienza attraverso percorsi di scoperta immersiva reale e virtuale, ma anche diventare ricercatore, artigiano, “praticare” i saperi, tra discipline e aree di incontro trasversali. Qui raccolgo anche i riferimenti dei brand internazionali più importanti e innovativi, una raccolta costantemente aggiornata dei prodotti di design più esclusivi e di tendenza: tra articoli “di serie” e “materiali naturali” è possibile riscoprire una didattica degli oggetti, delle cose, dei materiali giù legati al mondo artigianale e farli interagire con le tecnologie piu’ avanzate. Nello svolgere la mia professione è diventata una bella consuetudine visitare l’atelier con i miei clienti per provare con sensazioni tattili in anteprima l’effetto finale della propria casa. Sperimentare, provare, verificare alla luce naturale e poi a quella artificiale la risposta della superficie di un legno, nella sua diversità tra essenza ed essenza, di una pietra, di un metallo lavorato in modi differenti tra loro, fino a sentire la soluzione giusta, la risposta naturale alla soluzione-ambiente.

Ambra Piccin




L’architetto Ambra Piccin da tempo ha intrapreso un percorso verso una filosofia di sperimentazione e di progettazione personale, dettagliata da ogni particolare delle case che realizza, dalle opere strutturali ed edilizia di composizione architettonica degli edifici fino agli arredi, alle lampade, le maniglie, i tessuti, ecc. E’ un nuovo modo di fare architettura a Cortina, che coniuga la tradizione dei materiali con l’innovazione delle forme, attraverso l’inserimento della tecnologia più avanzata in un contesto estetico comunque allineato allo stile locale. Il tutto, nella ricerca continua di sinergie tra il mondo della progettazione e quello della realizzazione, tra architetto e artigiano, tra la mano esperta e quella più giovane dell’allievo, futuro artigiano che non deve dimenticare la sapienza antica del luogo.


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