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Cortina d’Ampezzo (BL), la sontuosa ed elegante rinascita di un antico toulà

PREZIOSITÀ D’A MBR A La fautrice è l’architetto Ambra Piccin. Una figura così consapevole della tradizione da tradurla in modo sempre diverso, fra atmosfere classiche e vere sperimentazioni. La dimora sorge in un fienile del primo Ottocento nell’incantevole villaggio di Cadin. Un progetto ispirato dalla conformazione paesaggistica ampezzana e dell’artigianalità. I sorprendenti dettagli rivelano una profonda conoscenza dei materiali senza tempo di Antonio Bianchi - foto di Diego Gaspari Bandion

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L’esterno è servito da una passerella. È il ponte che consentiva l’accesso dei carri al fienile. “Il tavolato interno era di spessore particolarmente alto, circa sette/otto centimetri. Doveva essere sufficientemente robusto per sostenere il peso dei carri. Oggi, quel legno antico è utilizzato per le boiserie”.

In corrispondenza del soggiorno si apre un terrazzo affacciato sulla conca ampezzana, amplissima e soleggiata. “Lì potrei stare per ore in contemplazione”, ci ha raccontato Ambra. Vi si accede mediante una porta finestra che si apre sul soggiorno.

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l linguaggio della tradizione, oggigiorno, si è atomizzato in tante lingue parziali. C’è chi lo associa ai soli materiali di recupero in accezione strutturale. Chi a una creatività priva di confini cronologici e geografici. Chi ad arredi e oggetti d’antiquariato. Chi a filoni d’importazione, dallo shabby all’industrial. Chi a ruvidezze rustiche. Chi a levigatezze nobiliari. Chi al bianco delle superfici decapate. Chi al forte cromatismo delle pareti faccia a vista... Qualsiasi direzione è lecita. E qualsiasi ingrediente può rivelarsi utile allo scopo. Al punto che un osservatore attento può legittimamente chiedersi: “Ma allora cos’è un vero recupero?

Quali sono i limiti? Quali le regole? E quali i confini da non oltrepassare?”. Rispondere a questi quesiti è diventato impresa ardua. Per fortuna, di quando in quando, si ha la possibilità di ammirare recuperi illuminanti e di dialogare con addetti ai lavori che utilizzano il linguaggio con vera consapevolezza etimologica e grammaticale. Come l’architetto Ambra Piccin di Cortina d’Ampezzo (www.ambrapiccin. it). La parola chiave, per esplorare i suoi lavori, è la più importante e anche la più dimenticata. Parliamo della Tradizione. Un concetto che l’architetto Ambra Piccin possiede così intimamente da poterlo declinare in modo sempre diverso,


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Il soggiorno è impreziosito da un camino antico in pietra chiara. “Lo abbiamo rinvenuto in provincia di Verona”, ci ha rivelato l’architetto Piccin. I cassettoni del soffitto sono dipinti con tempere acriliche e poi trattati a cera.

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Una finitura che regala un effetto anticato. Questa casa punta esclusivamente sulla pura artigianalità e sulla progettazione ex novo. Divani e poltrone sono completamente artigianali. Si ammirano alcuni mobili antichi, come il comò


sormontato da una specchiera che si ammira alla sinistra del camino. “Sono frutto di una ricerca dei committenti, che si sono rivolti ad antiquari prestigiosi. La scelta è stata effettuata sulla base di vari criteri, per dimensione, colore ecc…”

spaziando fra atmosfere classiche e sperimentazioni protese al futuro. Perché la tradizione può essere modulata e adattata alle atmosfere più diverse. Come una lingua. Chi sa esprimersi in un buon italiano può trasformarlo in prosa o in poesia. Può formulare una frase con ironica levità o con altisonante autorevolezza. Può lambire citazionismo e gioco. La dimora che vi presentiamo in queste pagine fa scrupolosamente tesoro della tradizione. Rivisitata alla luce di insolite preziosità. Ci troviamo a Cortina d’Ampezzo (BL), nel cuore del

villaggio di Cadin. E questa casa fa tesoro anche internamente della particolare conformazione paesaggistica: “Cortina, dall’alto, ha una disposizione a raggiera, con singoli raggi che convergono verso il centro. Gli edifici sono disposti con il colmo del tetto rivolto verso i campanili delle chiese dei singoli villaggi. Per questa casa ho fatto tesoro di questo peculiare orientamento e del panorama”. La struttura ha una lunga storia: è un fienile del primo Ottocento, imponente, ristrutturato e frazionato in sei grandi appartamenti. C’è

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la cosiddetta parte “bianca”, in muratura, che ospitava gli ambienti domestici e comprendeva anche la stalla. E c’è la parte cosiddetta “a monte”, in legno, con funzione soprattutto rurale. “Ho curato il recupero di questa parte rustica anche per quanto riguarda gli aspetti statici, dal rifacimento della copertura in poi. Questi volumi lignei regalano spazi magnifici su cui lavorare e offrono stimoli formidabili per la creazione di percorsi”. La prima visita a una futura casa, per l’architetto Piccin, è molto importante. “È un momento sospeso, in cui posso ripercorrere il

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passato,‘dialogare’ con le antiche maestranze, respirare la storia di una costruzione. Gli stimoli sono tanti. A livello visivo: soffermandomi sulle grandi capriate e sulla disposizione dei singoli elementi. A livello uditivo, perché prima di cominciare ad essere casa questi volumi sono un involucro in cui filtrano fascinazioni esterne, penso al vento che soffia, al suono delle campane, alle voci del piccolo borgo. A livello olfattivo: c’è profumo di legno, di fieno…”. La casa è di proprietà di una famiglia di giovani avvocati e imprenditori bolognesi. “Una coppia innamorata di Cortina. Per me sono stati come


mecenati. È un piacere avere committenti illuminati, sensibili al bello e attenti al rispetto della tradizione, che per me è un imperativo. Con loro, ho potuto anche far tesoro di nuove occasioni di dialogo. Mi riferisco ai Social. Curo con grande piacere una mia pagina Facebook e una su Instagram (Ambra Piccin Architetto, ndr)… Ogni giorno lascio una piccola traccia, spaziando fra tradizione e modernità, i miei due ambiti d’azione. I proprietari di questa casa mi seguivano e commentavano ciò che pubblicavo. Alcune idee per gli interni hanno preso forma proprio così”. L’alloggio ha una superficie complessiva di

La cucina punta sul bianco e oro. La fonte di ispirazione è stata la imponente e sontuosa macchina di cottura di Gullo, bianca con bordi dorati. “Molti associano il legno sbiancato alle tendenze della contemporaneità. In

realtà, ricorreva anche in passato ed è, a tutti gli effetti, un metodo della tradizione”. La cucina comunica con la zona tavolo mediante una spettacolare finestrella di raccordo. Si tratta di un varco “modulabile”: può essere cinto da un

vetro piombato, con tessere multicolore, oppure chiuso da un pannello scorrevole. Anche l’ingresso alla cucina è una porta scorrevole e, di fatto, l’ambiente può diventare completamente invisibile.

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quasi 250 m². Si articola su due livelli, con zona giorno al piano inferiore e camere al livello superiore. Il percorso si è delineato nel corso dei lavori, valutando più soluzioni progettuali. “Si era anche ipotizzato, per esempio, di ribaltare zona giorno e zona notte, ponendo al piano superiore la zona giorno. Poi abbiamo seguito questo percorso, più agevole per gli ospiti”. La casa è stata conclusa da pochissimo. Due anni di lavoro meticoloso. Che si dipanano in profondità e con un’accuratezza che lascia sbigottiti. L’esterno è servito da una passerella. Si tratta 36

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del ponte del fienile. Vi si accedeva con carri pieni di fieno. Un angolo magico che fa tesoro degli esterni è il terrazzo che si apre in corrispondenza del soggiorno, affacciato su uno spettacolare scorcio paesaggistico. “È forse il mio angolo prediletto. Lì potrei stare per ore in contemplazione”, ci ha raccontato Ambra. C’è un secondo terrazzo, in corrispondenza della camera padronale, rivolto alla settecentesca Chiesa della Madonna della Salute. “Con le normative vigenti a Cortina non si possono realizzare terrazze aggettanti. Unica alternativa:


“Questa casa è molto contemporanea dal punto di vista tecnologico – ci ha rivelato l’architetto Piccin – L’illuminazione è a led”. I punti luce sono scelti con meticolosa consapevolezza, in relazione alle esigenze di ogni

settore del percorso. Fra luci puntiformi, applique, faretti, un lampadario con palchi (in corrispondenza del tavolo) e – curiosità – strategiche luci collocate in corrispondenza dei dipinti e di elementi d’arredo dal pregio artistico. CasAntica

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Il bagno degli ospiti si caratterizza per pareti in tessuto Fortuny (i meravigliosi tessuti artistici realizzati artigianalmente a Venezia), posto in opera in tensione. Sotto, c’è un panno di feltro che rende la soluzione morbidissima al tatto. Il bagno è cinto, ad altezza strategica, da una cornice lignea utilizzata per tendere le pareti tessili e per equilibrare visivamente. 38

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sacrificare parte della volumetria negli interni. A Cortina, dove il prezzo degli alloggi è inevitabilmente elevato, scelte progettuali di questo tipo rappresentano un vero azzardo. Tanti avrebbero rinunciato”. Come molti nostri affezionati ben sanno, lo stile ampezzano si caratterizza per la ricercatezza, con boiserie percorse di fregi, lesene, cornici, giochi plastici... Particolari che, in questa casa, sono ribaditi da tanti altri dettagli ammantati di lusso. Pensiamo all’incredibile ringhiera, alle decorazioni pittoriche che impreziosiscono il soffitto, al trompe-l’œil di un bagno, ad alcuni lavelli che evocano superfici dorate... Una meticolosità che si sospinge nei particolari più minuti: maniglie, pomoli, decorazioni, capitelli,

elementi floreali, intagli... Una vera e propria progettazione a tutto tondo realizzata su disegno dell’architetto Piccin. Che rivela un’altra peculiarità di Ambra: la profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione, quelle creative e sperimentali e quelle della tradizione storica. Si tratta di una considerazione importante, perché rivela una rara e ammaliante consapevolezza delle arti applicate, delle caratteristiche dei materiali e delle tecniche artistiche, comprese quelle della tradizione. Una conoscenza che – detto apertamente – non è prerogativa di molti altri architetti o progettisti. Una casa che punta sulla pura artigianalità. Compresi divani e poltrone. Tutto è stato disegnato dall’architetto Piccin. “Per questa casa ho


La scala, realizzata con gli artigiani di CortinAtelier, è stata disegnata da Ambra Piccin. È una straordinaria creazione in ferro interamente forgiata a mano. Le decorazioni sono realizzate con terre e cere speciali per il ferro che hanno il vantaggio di impedirne l’ossidazione. Le porte delle camere

sono caratterizzate da motivi decorativi diversi. Uno con stella, l’altro con gigli. La ferramenta (cerniere, maniglia, pomoli...) è realizzata artigianalmente. Curiosità: si tratta delle porte originali della casa, recuperate dalla parte sottostante, quella in muratura, e poi adattate.

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La camera padronale si caratterizza per una sontuosa testiera in tessuto capitonné. La scelta dei tessuti è avvenuta in collaborazione con la proprietaria. Anche il

tessuto utilizzato per le grandi vetrate è degno di menzione: “Si tratta di voile di lana con effetto cachemire, di una morbidezza esemplare. La coperta ai piedi del letto è di cachemire”.

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La camera padronale ha una struttura alquanto articolata. Catturano l’attenzione due suggestivi anfratti, ammantati di segretezza e raccoglimento. Non si scorge armadio, occultato alle spalle della testiera. Nella camera padronale, si apre un terrazzo rivolto alla settecentesca Chiesa della Madonna della Salute. Per aprire questa terrazza è stata sacrificata parte della volumetria interna. Ma il risultato è straordinario.

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fatto tesoro della collaborazione con CortinAtelier, un’organizzazione composta di artigiani locali in grado di spaziare fra tutti i materiali e i linguaggi creativi”. La boiserie rivela un’accuratezza progettuale che lascia senza parole. “È legno di abete antico, piallato a mano e patinato a cera – ci ha raccontato – Capitelli e dettagli sono in legno di cirmolo, più tenero e, dunque, agevole da intagliare”. La zona giorno è articolata in settori identificati della trama lignea del soffitto. A cassettoni (dipinti con motivi floreali a tempere acriliche e poi trattati a cera, una finitura che regala un effetto anticato) nella zona divani. A travi e tavole con andamento longitudinale in corrispondenza della zona pranzo. Una caratterizzazione che regala varietà concettuale al grande ambiente, modulando settori raccolti e altri più distesi, giochi plastici e movimento. Ambra ci ha raccontato del sottile legame fra la lussuosa boiserie e gli antichi pavimenti dei toulà (fienili) ampezzani. “Era un tavolato dallo

spessore particolarmente alto, di circa sette-otto centimetri. Doveva essere robusto per consentire il peso dei carri. Attraverso un foro praticato nel pavimento il fieno poteva essere calato nella stalla sottostante. Questo tavolato, sezionato a strati, è utilizzato per la realizzazione della boiserie. È un legno antico che torna a vivere, circondando e abbracciando la nuova vita domestica”. I pavimenti puntano su abete prima patina recuperato da antiche dimore. Il colore è più chiaro rispetto alle pareti. “La ragione? Questi pavimenti sono sbiancati dalla varechina. Raccontano la quotidianità domestica e familiare delle nostre nonne. È un legno da utilizzare con consapevolezza, considerando che presuppone affinità di cromatismo”. L’ambiente cucina punta sul bianco e oro. La fonte di ispirazione è stata la sontuosa macchina di cottura delle Officine Gullo, bianca con bordi dorati. Un abbinamento dalla personalità forte che, con debite variazioni, ha un corrispettivo anche in altri ambienti. “Si tende a considerare il


Il bagno padronale ripropone l’abbinamento fra bianco e oro, con sorprendenti lavelli dorati: “Si tratta di ottone sbalzato e trattato appositamente per questa funzione. Ne ho scoperto l’esistenza grazie a CortinAtelier. È stato realizzato a Firenze”.

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legno sbiancato come emblema del nuovo recupero. In realtà, queste soluzioni ricorrevano anche in passato. Lo confermano molti mobili dipinti. Insomma: è un metodo della tradizione”. La scala rappresenta un tocco spettacolare. Una presenza che esalta ulteriormente le ricercatezze e le preziosità che caratterizzano l’intera casa. È stata realizzata dagli artigiani di CortinAtelier su disegno della stessa Ambra. “È una creazione in ferro interamente forgiato a mano. Le decorazioni sono state effettuate con terre e cere speciali che,

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fra l’altro, ne bloccano l’ossidazione”. Al piano superiore, si ammirano tre sorprendenti camere, con relativi bagni, che fanno tesoro dell’inconsueta articolazione spaziale del sottotetto. I letti, per esempio, sono incorniciati dagli abbaini, che assurgono al ruolo di magniloquente testiera ed evocano un fascino addirittura solenne. La camera padronale si caratterizza per la presenza di suggestivi angoli raccolti, individuati dal gioco di altezze e inclinazioni cangianti del soffitto. “Questi piccoli vani sono

C’è una camera dall’atmosfera giovane e sbarazzina. Lo sguardo è calamitato dal comodino, con inserto tessile a X. Questo decoro ricorre anche nelle antine degli armadi. Un gioco di rimandi e richiami anche


cromatici (pensiamo alla tappezzeria scozzese del letto). Il bagno annesso punta sul legno e sulle venature incantevoli del marmo verde Alpi, spazzolato e trattato con prodotti idrorepellenti. La parete della

vasca è sottolineata orizzontalmente da un trompe-l’œil. “Lo skyline è quello delle montagne che si aprono al di là della parete – ci ha rivelato l’architetto Piccin –, qui fantasiosamente popolate di animaletti”.

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C’è una terza camera, quella degli ospiti. Nel bagno i riquadri sono rimarcati in colore rosso, con ripiano e rivestimento

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doccia in marmo giallo reale levigato. L’abbinamento fra rosso e giallo ocra è stato il tema conduttore di questo ambiente.

un bellissimo regalo dei grandi fienili. In questa camera, ho colto l’occasione per creare una zona lettura e per realizzare un vano armadio, occultato dalla testata del letto”. Camere e bagni si caratterizzano per una loro precisa, decisa e autonoma personalità, per gli abbinamenti cromatici mirati, per una ponderatissima scelta dei materiali e delle atmosfere… Un’alternanza prodiga di sorprese, addirittura abbagliante nel caso del bagno della camera padronale. E poi ci sono le luci. Quella naturale, che, al piano superiore, filtra con inclinazioni imprevedibili dalle finestre alle pareti e, in alcuni casi, a soffitto. E quella artificiale, distribuita con estrema consapevolezza. Per Ambra Piccin, la luce è l’elemento più importante nella definizione delle atmosfere di una casa. E questa dimora ne fa davvero fede. Ogni corpo illuminante è stato accuratamente studiato in relazione al percorso. Fra luci puntiformi, applique, faretti, un lampadario con palchi (in corrispondenza del tavolo) e – curiosità – strategiche luci collocate in corrispondenza dei dipinti, di alcuni arredi e di uno splendido Aubusson (ci riferiamo ai tappeti/ arazzi che prendono il nome da una cittadina francese non lontana da Parigi e che Ambra considera perfetti per le case di montagna).


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