Rivista Cortina Magazine

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Progetto arch. Ambra Piccin

arte e design

di Ambra Piccin

Sono molti i territori che già hanno intrapreso questo percorso, dove la consapevolezza di costruire nuovi edifici completamente eco-sostenibili si sposa con la ricerca sull’uso dei materiali, generando nuovi impulsi dal design contemporaneo

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Si parla molto in questo periodo di un tema importante per il futuro del territorio alpino: la qualità architettonica e paesaggistica dei piccoli centri montani e del loro circondario. In un contesto profondamente segnato dalla storia, dalla stratificazione delle opere naturali e dell’uomo, la questione di come intervenire tramite un progetto rappresenta un tema certamente non scontato, che ancora prima delle tecniche, mette in campo un problema di atteggiamenti e di “filosofie”, di come pensare le preesistenze, il patrimonio, il paesaggio. Il costruire in montagna evoca immediatamente l’idea di una architettura che s’identifica

The new skylines of the Alpine architecture There is much talk in this period of an important theme for the future of the Alpine territory: the architectural and landscape quality of the small mountain centres and their surroundings. Into the framework of the European Union the “Liechtenstein Prize for Sustainable Construction and Renovation” has been held for years now, and is about to become a sort of Nobel in the European alpine architecture. The aim is to go beyond national boundaries and to increase awareness


pulsi dal design contemporaneo, facendo si che la pietra e il legno della tradizione vengano ora accostati in modi sempre più creativi a materiali della modernità come cemento, acciaio e vetro, così da far prevalere sempre più il linguaggio costruttivo sui modelli formali. E se nei villaggi i progetti di completamento e ampliamento si devono confrontare con le forme insediative dei luoghi, gli edifici isolati si rapportano invece con la scala e gli elementi del paesaggio: la modellazione del terreno, le visuali, gli elementi naturali. Mai come ora, in montagna, l’architettura si trova a risolvere l’incognita progettuale tra continuità e discontinuità, elaborazione della materia del luogo o inserimento dissonante. A parlarci di queste nuove tendenze del progettare in montagna, è intervenuto a Cortina d’Ampezzo l’architetto Mario Botta a “Una Montagna di Libri” il 7 agosto 2016, dove ha parlato del suo progetto per un Wellness Centre in Svizzera: un esempio di Architettura Ipogea Alpina. Mario Botta, parlando del Villaggio Eni di Corte di Cadore dell’architetto Gellner voluto da Enrico Mattei, si è meravigliato che Cortina non valorizzi questa meravigliosa

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con lo “stile alpino”, icona tipologica molto più familiare e riconoscibile rispetto ad un’immagine di design più innovativa. Se recentemente abbiamo osservato le trasformazioni del nostro arco alpino secondo modalità al limite del kitch, oggi è finalmente riconoscibile un filone diverso, d’architettura di qualità, meno legato al “manierismo” regionalistico. Nell’ambito della Conferenza delle Alpi - Conferenza dei Ministri per l’ambiente degli Stati alpini e dell’Unione Europea - si tiene ormai da anni il “Premio Liechtenstein per costruzioni e ristrutturazioni sostenibili”: il premio, ormai riconosciuto come una delle più concrete azioni delle Convenzione, è avviato a diventare una sorta di “Nobel” dell’architettura alpina europea. Lo scopo è superare i confini nazionali e sensibilizzare i costruttori a favore di un’edilizia responsabile e innovativa in tutto lo spazio vitale alpino, nonché promuovere concretamente gli aspetti ecologici, economici e sociali della sostenibilità dell’ambiente. Sono molti i territori che già hanno intrapreso questo percorso, dove la consapevolezza di costruire nuovi edifici completamente eco-sostenibili si sposa con la ricerca sull’uso dei materiali, generando nuovi im-

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Progetto arch. Ambra Piccin

“palestra di architettura”. Botta ha ben descritto la scelta che, nei nuovi Skyline dell’architettura alpina, devono operare i progettisti, per risolvere con il massimo rispetto il rapporto tra la nuova struttura e le preesistenze naturali: ne è un esempio, nell’immagine centrale, un progetto che ho realizzato recentemente per la ristrutturazione di un rifugio alpino: fondamentale è il principio di comunicazione tra i due corpi di fabbrica collegati si in un organismo unitario, ma ben distinti nella loro consistenza storica. Lungo la stessa corrente si stanno muovendo anche gli studi accademici più recenti: si chiama “Trasformation Cortina” ed è il lavoro portato avanti dagli allievi di Architettura dell’università di Innsbruck e dell’università itinerante del Tirolo, presentato a Cortina d’Ampezzo il 23 luglio scorso. O ancora, è stato recentemente inaugurato il nuovo bivacco Gervasutti sul Monte Bianco: bellissima e ironica la struttura che ricorda un cannocchiale puntato sulle montagne. Per non parlare dello splendido intervento del Rifugio Oberholz, progettato dallo studio Peter Pichler Architecture in collaborazione con l’architetto Pavol Mikolajcak, origami d’alta quota: nel cuore delle Dolomiti, a 2096 m, è un capolavoro di vetro e abete incastonato nella montagna, vista mozzafiato inclusa. towards a responsible and innovative way of building, as well as to concretely promote the ecological, economic and social aspects of the environmental sustainability. Many areas have

already undertook this path, where the awareness of building in a completely eco-sustainable way is combined with the research about materials, generating new impulses with a contemporary design. The architect Mario Botta intervened about these new design trends at “Una Montagna di Libri” on August 7th 2016, where he talked about his project for a Wellness Centre in Switzerland: an example of hypogeal alpine architecture. Mario Botta, speaking of the Eni Village in Corte di Cadore by architect Gellner, wanted by Enrico Mattei, was amazed that Cortina does not intend to enhance this wonderful “architectural gym”. He also well described the choice that designers have to make in the new alpine architecture skylines, to solve with the utmost respect the relationship between the new structure and the natural pre-existences: an example of this is the project in the central image that I have recently realised for the renovation of an alpine refuge: fundamental is the principle of communication between the two bodies, connected in a unitary organism, but distinct in their historical consistency. Along the same current are also moving the most recent academic studies: one is called “Trasformation Cortina” and is carried out by the students of Architecture at Innsbruck University and at Tyrol traveling University, which was presented in Cortina d’Ampezzo on last July 23rd. Or again, the new Gervasutti bivouac on Mont Blanc, recently inaugurated: the structure, reminiscent of a telescope focused on the mountains, is beautiful and ironic. Not to mention the splendid intervention of the Oberholz mountain hut, designed by Peter Pichler Architecture in collaboration with the architect Pavol Mikolajcak, origami of high altitude: in the heart of the Dolomites, at 2,096 m, it is a glass and fir masterpiece nestled in the mountain, breathtaking view included.

Ambra Piccin, architetto Ambra Piccin, anima eclettica dell'architettura ampezzana, è un'esperta di interior design e di storia dell'architettura, in particolare dell'area alpina. Promotrice di eventi culturali e consulente nel campo

Rubrica

urbanistico e architettonico, collabora da tempo anche con riviste di settore. Ambra Piccin, architect Ambra Piccin, eclectic soul of Ampezzan architecture, is an expert in interior design and history of archi68 especially of the Alpine area. Promoter of cultural events and consultant in the urbanistic and tecture, architectural fields, she works also with various trade magazines.


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