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Carbossiterapia senza segreti

MEDICINA ESTETICA

CARBOSSITERAPIA SENZA SEGRETI

Dr.ssa Paola Molinari Specialista in Chirurgia Generale, Medico Estetico - Modena Coordinatrice Comitato Scientifico SIES e Scuola CPMA VALET - Bologna Dr. Simone Ugo Urso Specialista in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso, Medico Estetico - Bologna Docente CPMA VALET - Bologna Una metodica di trattamento molto compliante e quindi fondamentale all’interno di un ambulatorio medico che si occupa del benessere del microcircolo in senso lato

In uno studio professionale dedicato alla Medicina Estetica e alla Flebologia, non può mancare un medical device di Carbossiterapia, senza contare che moltissime altre discipline mediche specialistiche si servono di questo valido trattamento. Come dice la mia collega e compagna di corso, la dottoressa Paola Molinari, «la carbossiterapia è come il prezzemolo, sta dappertutto!» . Analizzando le principali azioni fisiologiche che svolge l’anidride carbonica iniettata nel sottocute, capiamo il motivo della sua efficacia. Primo fra tutti, il meccanismo della vasodilatazione tessutale. Grazie alla presenza del gas nel sottocute, le fibre muscolari lisce che avvolgono le strutture capillari (intese come ultime unità morfofunzionali del sistema vascolare) si rilassano e successivamente si contraggono, realizzando una vera e propria “vasomotion” in grado di generare, nel tempo, una neoangiogenesi locale che migliora il livello di perfusione tessutale. Questa oscillazione stimola il tessuto rendendolo ricettivo, migliora il microcircolo e il drenaggio tessutale e di conseguenza l’irrorazione dei tessuti stessi. In Flebologia, la Carbossiterapia sinergizza la scleroterapia dei capillari proprio grazie alla sua azione di “vasomotion”, migliorando così il microcircolo del pannicolo dermico e sottocutaneo che, una volta sfiammato, si ammorbidisce e drena agevolmente verso i collettori più profondi evitando l’eventuale e spiacevole complicanza del “matting”. Non di minor importanza l’azione flebo-linfocinetica che l’anidride carbonica svolge sul sistema venolinfatico degli arti inferiori in genere, migliorando il ritorno venoso, riducendo la stasi linfatica e attenuando la sindrome delle “gambe senza riposo”. Una seduta settimanale per circa tre mesi di somministrazione di CO2 a basso flusso è ideale per la riabilitazione del microcircolo. EFFETTO BOHR Un’altra importante funzione svolta dall’anidride carbonica è quella dell’iper-ossigenazione del tessuto: somministrando il gas nel sottocute, il tessuto si acidifica e, grazie alla diminuzione del pH tessutale, si realizza l’effetto Bohr, fenomeno biochimico per cui l’emoglobina, in presenza di iperacidosi tessutale, rilascia l’ossigeno trasportato e cattura la CO2 in eccesso trasportandola via, favorendo un’area ad alta concentrazione di ossigeno. Quindi con la Carbossiterapia si ottiene un doppio stimolo con un doppio effetto positivo: la vasodilatazione con neoangiogenesi e l’iperossigenazione dei tessuti. Questa è un’ottima sinergia per il benessere dei tessuti, soprattutto per quelli coinvolti da processi infiammatori del sottocute, primo fra tutti la pannicolopatia edematofibrosclerotica, meglio conosciuta come “cellulite”! In riferimento a quest’ultimo disturbo, spesso il paziente manifesta il fastidioso problema dell’adiposità localizzata: ed ecco che la carbossiterapia abbandona le vesti della riabilitazione vascolare e diventa uno strategico strumento lipolitico. Infatti, aumentando la velocità di flusso di emissione del gas e indirizzando il gas verso gli strati più profondi, otteniamo una dilatazione del tessuto adiposo che genera un effetto lipolitico dovuto all’iperossigenazione del tessuto stesso. Questo fenomeno di iperossigenazione produce un’ossidazione degli acidi grassi che, associata all’aumento del fenomeno vasodilatatorio, favorisce un’accelerazione del metabolismo tessutale locale a cui

Effetto Bohr. l’emoglobina, in presenza di iperacidosi tessutale, rilascia l’ossigeno trasportato e cattura la CO2 in eccesso trasportandola via, favorendo un’area ad alta concentrazione di ossigeno

si aggiunge poi l’attivazione recettoriale da aumentata iperdistensione delle cellule adipose provocata dal gas insufflato.

UNA METODICA FONDAMENTALE Questo effetto è dovuto a più cause convergenti tra loro: la già nota iperossigenazione del tessuto adiposo, che produce un’ossidazione degli acidi grassi che si associa all’aumento del fenomeno vasodilatatorio favorendo un’accelerazione del metabolismo tessutale locale, a cui si aggiunge l’attivazione recettoriale da aumentata iperdistensione delle cellule adipose provocata dal gas. L’importante sovradistensione così creata causa l’attivazione di esterocettori specifici, che favoriscono la liberazione di sostanze algogene come le catecolamine, la bradichinina e la serotonina. Queste sostanze agiscono sui recettori specifici β adrenergici e attivano l’adenilciclasi, determinando un aumento dell’AMPc. L’AMPc attiva la proteinchinasi, che stimola la lipasi intradipocitaria che a sua volta idrolizza i trigliceridi intradipocitari, producendo acidi grassi e glicerolo che vengono infine eliminati per via venosa e linfatica. Tra queste sostanze, la bradichinina svolge un ruolo importante, in quanto favorisce un effetto vasodilatatorio aggiuntivo sul capillare, aumentando ulteriormente il flusso ematico tessutale locale. Per concludere, la Carbossiterapia è una metodica di trattamento molto compliante e quindi fondamentale all’interno di un ambulatorio medico che si occupa del benessere del microcircolo in senso lato. Saper abbinare gli effetti della carbossiterapia ai principali trattamenti di drenaggio, di massoterapia e di mesoterapia significa avere la chiave del successo per il benessere dei nostri pazienti. È consigliabile effettuare sempre una seduta di prova, perché non tutti i pazienti sopportano l’unico effetto collaterale di questo trattamento: il bruciore sottocutaneo. Se il fastidio non è tollerato, il cliente non va mai forzato, pena un risultato controproducente! ◼︎

CARBOSSITERAPIA IN MEDICINA ESTETICA

corso teorico-pratico

Obiettivo del corso L’obiettivo del corso è di mettere il medico estetico nelle condizioni di poter utilizzare una metodica terapeutica – la Carbossiterapia – inquadrando correttamente i vari aspetti clinici ed il suo corretto uso. Il corso inoltre permetterà di imparare a sfruttarne tutte le potenzialità tecniche, utilizzandola come tecnica a solo oppure integrandola con altri trattamenti. La Carbossiterapia, pertanto, consente di implementare le capacità di trattamento e di applicazione sia per gli inestetismi del viso sia per il profilo corporeo, garantendo risultati rapidi ed apprezzabili in maniera significativa. Il corso sarà teorico e soprattutto pratico, sarà illustrata la metodica con prove pratiche in diretta e sarà possibile visionare filmati esplicativi e dimostrativi.

DIDATTICA A CURA DI: Dr.ssa Paola Molinari Dr. Simone Ugo Urso DATE DEL CORSO: contattare la Segreteria

CREDITI ECM: 6 crediti (previa compilazione del test)

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.0216405/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it

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