Numero 30

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n. 30 maggio - agosto 2010, anno X - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati - non acquistabile in edicola - In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.

LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

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T.I.M.ES. ... Era ora che nascesse un’associazione così Il caldo massaggio della chiocciola che migliora i segni dell’acne

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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Bitelli Piera, Carrari Bruno Giacomo, Cavezzi Attilio, Ceccarelli Maurizio, De Padova Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Frullini Alessandro, Fundarò Piero, Gennai Alessandro, Izzo Giuseppe Maria, Lucchini Giacomo, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Rigo Clara, Russo Rosalba, Sangiorgi Cellini Giuseppe, Tessari Lorenzo, Tomasoni Andrea. Hanno collaborato: Amuso Domenico, Benfenati Giovanni, Bernstein Leonard, Brightman Lori, Casoni Paolo, Cavallini Maurizio, Chapas Anne M., Czajkowsky B., Dalla Costa Rosanna, Di Donato Crescenzo, Dominici Noemi, Elio Concettina, Fasola Elena, Frullini Alessandro, Geronemus Roy G., Guaitolini Ennio, Hale Elisabeth, Karen Julie, Kipnis V., Lavagno Lia, Lerro Federica, Marcianò Antonio, Mavilia Luciano, Mercuri Santo Raffaele, Miori Lucio, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Pulvirenti Antonino, Redaelli Alessio, Rezai Kai, RocChi Pier Giovanni, Rosati Nicoletta, Russo Paola Rosalba, Strippoli Davide, Tessari Lorenzo, Tomasoni Andrea, Tretti Clementoni Matteo, Weiss Elliot, Ziveri Fabio. Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it Stampa: Arti Grafiche Amilcare Pizzi Spa È vietata la riproduzione, totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b - 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.

NUMERO 30 MAGGIO - AGOSTO 10 ANNO X

SOMMARIO

ARTICOLI

PAGINA

Riduzione delle aree adipose con trattamento a ultrasuoni

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Ossigeno iperbarico e propulsione di ossigeno per il trattamento combinato in pazienti obesi in regime dietetico proteico: follow up di 14 mesi

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La nuova era della fotobiostimolazione

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Il caldo massaggio della chiocciola che migliora i segni dell’acne

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Trattamento della fotoepilazione con la tecnologia a luce pulsata Formax DPC

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Lipoclasia modulata a bassa frequenza e drenaggio linfovenoso

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La ridefinizione del terzo inferiore del volto con acido ialuronico: la tecnica del disegno e delle pieghe

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Mani: lo specchio della nostra vita

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M22: la miniaturizzazione e la trasportabilità al servizio dell’estetica

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Miglioramento di adiposità e lassità cutanee di braccia, addome e fianchi dopo il parto

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Implantologia computer guidata

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Peeling chimici e nanotecnologie: una nuova frontiera

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Device con cavitazione e radiofrequenza tripolare: sinergia nel trattamento delle adiposità localizzate e del rilassamento cutaneo

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Integrazione delle tecniche ambulatoriali con una mirata terapia domiciliare

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Diffusione Nazionale: Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, Angiologia e Flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e Chirurgia Estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: C.P.M.A. e C.E.D.A.

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RUBRICHE e SPECIALI

PAGINA

Sclerotherapy 2010

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T.I.M.ES. Era ora che nascesse un’associazione così!

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Congresso Internazionale SIES 2010

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Global Action

First Lines

EFFICACIA UÊSICUREZZA U DURATA Ultra Deep

Ultimate Deep Lines

Il Meglio

dell’Acido Ialuronico

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Ultra Deep

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Medicina Estetica

di Kai Rezai Institute of Cosmetic Dermatology Münster (DE)

ellezza significa sentirsi in arB monia con tutto il proprio corpo. L’idea di un bel corpo è completa-

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mente soggettiva. L’essere umano perfetto non esiste, ma ormai è pensiero comune che i cuscinetti di grasso su fianchi e cosce, i famosi ‘rotolini’ di grasso sulla pancia e le cosiddette “maniglie dell’amore” siano antiestetici. Negli Anni 90, il ricorso alla liposuzione si è diffuso enormemente proprio per affrontare queste problematiche ed era raro che un chirurgo estetico non la praticasse. Le tecniche ultrasoniche, introdotte successivamente, sono divenute le maggiori concorrenti della procedura chirurgica, che lamentava gli scarsi risultati ottenuti dalla liposuzione, troppo spesso praticata da professionisti privi dell’adeguata preparazione. Inoltre, la domanda di tecniche non invasive ha subìto un drastico incremento, in particolare nell’ambito della dermatologia cosmetica. Si aggiunga a tutto ciò il fatto che gli attuali trattamenti di riduzione ed

Riduzione delle aree adipose con trattamento a ultrasuoni Alternativa alla liposuzione chirurgica: la cavitazione Com’è ormai noto, il termine cavitazione, in fisica, indica la formazione e distruzione di cavità nei liquidi causata da oscillazioni della pressione. La pressione variabile delle onde ultrasoniche genera microbolle che implodono nelle cellule adipose, provocando così la rottura delle membrane cellulari. La medicina estetica sfrutta il fenomeno della cavitazione per ridurre le aree affette da adiposità localizzata.

eliminazione delle adiposità offrono molte alternative alla chirurgia. La lipolisi con iniezioni è stata una di queste alternative per molti anni, come, ultimamente, del resto, la laser lipolisi. Entrambi i metodi sono efficaci e i trattamenti sono ben tollerati dai pazienti. Le due metodologie devono però essere considerate invasive, seppur minimamente. La lipolisi a iniezioni può ad esempio dar luogo a gonfiori e dolori muscolari per alcuni giorni. Nel caso della laser lipolisi non devono essere sottovalutati gli effetti collaterali posttrattamento, né il costo, in termini di energia e denaro. Per alcuni anni sono state sperimen-

Depositi adiposi localizzati sull’alto e basso ventre, sulle natiche e sui fianchi: la cavitazione è particolarmente indicata per le problematiche di queste zone

tate altre tecniche minimamente invasive, basate sull’uso delle onde radio e delle onde ultrasoniche per la riduzione delle adiposità. Nella nostra clinica abbiamo scelto di utilizzare già da qualche tempo una tecnica a ultrasuoni per eliminare le adiposità (Med Contour di General Project). Il mio compiacimento iniziale per questo metodo, oggi, è più che mai confermato dagli ottimi risultati ottenuti e dal numero crescente di pazienti. L’uso degli ultrasuoni per l’eliminazione dei depositi adiposi

Le apparecchiature a ultrasuoni per eliminare i depositi adiposi possono essere suddivise in due categorie distinte: 1. Apparecchiature che utilizzano il calore generato per dissolvere il grasso (sistema ultrasonico termico). Questo metodo può risultare doloroso per il paziente. 2. Apparecchiature che utilizzano la cavitazione per far “scoppiare” le cellule adipose. Questo metodo è praticamente indolore. Con la cavitazione ultrasonica, il liquido contenuto nelle cellule adipose subisce una potente oscillazione, indotta dall’effetto meccanico dell’ultrasuono. Secondo la legge di Bernoulli, la

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Riduzione delle aree adipose con trattamento a ultrasuoni

accordo con il paziente, se il risultato desiderato è stato raggiunto o se si rendono necessari altri trattamenti. La nostra esperienza dimostra che l’eliminazione dei depositi adiposi attraverso la cavitazione ha i seguenti vantaggi: la procedura è praticamente indolore per il paziente, il paziente può riprendere le proprie abitudini immediatamente dopo il trattamento. Diversamente dalla liposuzione chirurgica, il trattamento non provoca ferite dolorose, non richiede lunghi tempi di recupero e non produce flaccidità cutanea o le tanto temute smagliature. L’ L’oscillazione ill i di pressione i causata t dall’emissione d ll’ i i di ultrasuoni lt i modulabili d l bili in i bassa b frequenza nel tessuto adiposo causa la formazione di micro bolle che implodono rompendo le membrane cellulari degli adipociti

pressione statica in un liquido diminuisce all’aumentare della velocità e, a partire da una determinata velocità, l’acqua evapora e si trasforma in vapore acqueo. Il vapore acqueo così generato non è mobilizzato dall’oscillazione e, di conseguenza, implode e si trasforma nuovamente in acqua. Questo processo, indotto dall’ultrasuono, produce enormi quantità di energia e provoca la rottura delle delicate membrane delle cellule adipose. Così, il grasso può penetrare nel tessuto intracellulare ed essere eliminato dal sistema linfatico. I restanti frammenti cellulari vengono eliminati dai macrofagi. Il

flusso linfatico può essere facilitato dal drenaggio linfatico. Il macchinario utilizzato (Med Contour) è dotato di uno speciale manipolo che esercita una suzione dell’area da trattare contemporaneamente all’azione di un doppio ultrasuono modulabile in bassa frequenza. In questo modo l’azione dell’ultrasuono è applicata esclusivamente all’area interessata. L’apparecchiatura è inoltre dotata di un sistema di linfodrenaggio incorporato che rende possibile l’aumento del flusso linfatico. Un trattamento di base consiste in tre sedute, a distanza di cinque/otto giorni l’una dall’altra. Dopodiché si decide, in

Riduzione non-invasiva dei depositi adiposi sulle natiche e sui fianchi con cavitazione ultrasonica.

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Indicazioni

Questo metodo è particolarmente indicato per i cuscinetti e i depositi adiposi sull’alto e basso ventre, sulle natiche e sui fianchi; può essere anche utilizzato come metodo anticellulite. Secondo la mia opinione, un’altra indicazione terapeutica per il trattamento con Med Contour è il caso in cui la liposuzione abbia provocato asimmetria e rilassamento cutaneo. I pazienti che presentano tali sintomi possono trarre un reale beneficio dall’uso di questo metodo più delicato, che permette di ridurre i depositi adiposi. Trattamento

Ogni trattamento dura circa un’ora, e dopo un’attenta valutazione delle condizioni del paziente può essere tranquillamente eseguito da personale paramedico. La verifica delle indicazioni, il consulto e il controllo iniziali, così come il resoconto finale e il colloquio informativo devono invece essere condotti da un medico professionista. Si raccomanda di misurare e fotografare le aree da trattare prima di ogni seduta. Dato che, nella maggioranza dei casi, è possibile constatare una rilevante riduzione – fino a parecchi centimetri – già dopo il primo trattamento, ciò può fungere da stimolo tanto per il paziente quanto █ per il terapista.


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Medicina Estetica

OSSIGENO IPERBARICO E PROPULSIONE DI OSSIGENO PER IL TRATTAMENTO COMBINATO IN PAZIENTI OBESI IN REGIME DIETETICO PROTEICO: FOLLOW UP DI 14 MESI

di Domenico Amuso Modena, Bologna, Reggio Calabria, Roma, Rimini. Specializzato in Chirurgia Estetica e Cosmetologia Scientific Advisor Maya Beauty Engineering srl Docente di Medicina dello Sport all’Università di Modena

orrado Alvaro scrive che l’UoC mo non si conosce abbastanza per misurare quello di cui ha bisogno. Lo studio che la Maya Beauty ha condotto insieme al dottor Amuso ha messo in evidenza, 116 pazienti obesi caucasici di fascia di età variabile sia maschi (42) sia femmine (74), sottoposti a regime dietetico proteico e a sedute con cadenza settimanale con la Propulsione di Ossigeno. Il problema posto era quello di capire se dopo un grande dimagrimento era sempre necessaria la correzione chirurgica plastica o se con l’utilizzo della Propulsione di Ossigeno si poteva evitare con l’eventuale miglioramento del tono e dell’elasticità cutanea. È palese che dopo un grande dimagrimento nelle regioni di maggiore raccolta adiposa si vengono a determinare perdita del tono cutaneo con effetto bandiera, soprattutto su pancia, interno coscia, tricipite brachiale, mammelle e glutei.

Nei 14 mesi di follow up, i pazienti sottoposti al trattamento erano privi di patologie altamente invalidanti, con un peso medio di 117 kg: hanno iniziato allo stesso modo il regime dietetico nella fase iniziale, proteico nel corso del tempo e si è andato a modificare sino a diventare un regime dietetico bilanciato. MATERIALI E METODI

Si è scelto l’inizio con dieta proteica per motivi di fiducia personale dei pazienti , abbiamo pensato che se il paziente nella fase iniziale fosse dimagrito in modo evidente avrebbe acquisito fiducia e portato a termine lo studio. Alla dieta abbiamo associato il trattamento con Oxymegastation di Maya Beauty Engineering, uno strumento che tramite cristalli di zeolite, minerali con una struttura cristallina regolare e microporosa, produce ossigeno iperbarico e lo emette come Propulsione di Ossigeno tramite un terminale dotato di ugelli monouso. Lo strumento, oltre a poter produrre ossigeno puro al 95%, lo emette dal terminale con una potenza superiore di 2 Atm rispetto alla normale atmosfera presente nella norma.

Frontespizio dello studio clinico realizzato

Questo permette il superamento della barriera cutanea con rinvigorimento del glomo vascolare e l’utilizzo completo dei vantaggi dell’elemento ossigeno. I pazienti sottoposti alla dieta sono stati trattati su viso, addome, fianchi, cosce, glutei, braccia, ginocchia, zona sottoscapolare; con sedute settimanali non inferiori agli 8 minuti per sede, al trattamento non sono stati aggiunti adiuvanti di alcun tipo, l’appendice monouso del terminale veniva cambiata a seconda della zona trattata, più la

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Manipolo plurigetto per propulsione di ossigeno corpo

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sede è grande, maggiore è il diametro dell’appendice; più è piccola la sede da trattare con spessore cutaneo conseguente, più è piccola e concentrata l’appendice. RISULTATI

Dei 116 pazienti trattati, 4 hanno smesso la dieta e si sono sottoposti a trattamento di chirurgia bariatrica, 7 hanno smesso la dieta e non hanno voluto continuare il programma dello studio. Nei 14 mesi di follow up, la quantità in chili di dimagrimento per le persone che hanno completato il programma è stata di circa 25 kg. Dei pazienti dimagriti e trattati con la propulsione di ossigeno, 11 sono stati sottoposti a chirurgia plastica. CONCLUSIONI

La Propulsione di Ossigeno di Maya Beauty Engineering, unica in grado di utilizzare l’ossigeno a una pressione di 2 Atm superiore rispetto a quella atmosferica, oggi si utilizza anche in Italia come un compendio ideale per la medicina estetica e la chirurgia plastica, offrendosi come tecnica non invasiva e altamente effi ef cace. Le migliaia di utilizzatori medici nel n monStudio Clido e lo Stu dal nico realizzato realizz Fraunhofer Institute nel 2000, tedesco ne anno di creazione del metodo me da parte dell’ dell’azienda, ne sono la concreta dimostrazione dimostrazione. Altri proto protocolli che vedono il successo dell’impieg piego della Pro Propulsion ne di Ossigeno sono il trattamento Aerografo in vetro 10 0

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Grafico che mostra il tempo di penetrazione dell’ossigeno e dei sieri in rapporto alla pressione utilizzata (estratto dallo Studio Clinico)

della P.E.F.S., adiposità localizzate; antiaging; smagliature; cicatrici ipertrofiche, ipotrofiche e cheloidi; acne; psoriasi, eczemi e malattie █ cutanee.

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corso teorico pratico MANAGEMENT NUTRIZIONALE DEL PAZIENTE IN SOVRAPPESO IN ASSOCIAZIONE BODY-CONTOUR Obiettivi del corso Gli obiettivi del corso in oggetto sono quelli di formare il discente medico, che opera nel campo della medicina estetica finalizzata al miglioramento della forma e del profilo corporeo alterati da sovrappeso distrettuale (Adiposità localizzate) e microvasculopatie lipodistrofiche (PEFS), ad affrontare anche da un punto di vista nutrizionale questi problemi. Essi spesso si risolvono solo in parte con terapie mediche e chirurgiche locali, mancando la possibilità in dette terapie di favorire l’eliminazione del grasso mobilizzato come substrato energetico e quindi di garantire risultati a lungo termine. L’approccio terapeutico nutrizionale al sovrappeso distrettuale, inteso come modifica dello stile di vita e modello alimentare, si pone inoltre come presidio terapeutico utile alla prevenzione di malnutrizione proteica e ipernutrizione glucido-lipidica che producono rispettivamente depauperamenti muscolari, osteoscheletrici e aumenti dei volumi adiposi sottocutanei recidivanti nel tempo sulla base della tipologia costituzionale ginoide od androide individuale. Il corso è articolato in uno stage di 16 ore di lezione. DOCENTE: Dr.ssa Elena Fasola DATE DEL CORSO: 2-3 aprile 2011 DURATA: 1 stage di 16 ore ECM: in accreditamento RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


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LA NUOVA ERA DELLA FOTOBIOSTIMOLAZIONE

Medicina Estetica

di Rosanna Dalla Costa Medico Chirurgo, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica - Genova

a vita dipende da pochi, fondaL mentali, fattori: acqua, ossigeno e luce. Senza luce, la vita non è possibile. La materia biologica ne trae linfa per vivere e rigenerarsi. La luce solare è stata usata a scopi terapeutici per molti secoli, a partire da Greci e Romani, che ne conoscevano già gli effetti positivi. Quando la luce del sole colpisce la pelle, tutto il nostro corpo ne beneficia, perfino il nostro cervello. Gli scienziati, avendo compreso la relazione fra la luce e i suoi effetti positivi sul corpo, hanno cominciato quindi a sviluppare tecniche e dispositivi che utilizzano la luce come parte del processo di guarigione. In anni recentissimi, grazie all’introduzione della luce a Led, hanno preso campo sempre di più tecniche note come Terapia foto-dinamica (FTD) e foto-biostimolazione terapeutica ed estetica (LLT – Low laser terapy), con applicazioni in diverse branchie della medicina (fisioterapia, dermatologia, chirurgia plastica, medicina estetica ed altre ancora). I LED emettono luce coerente (treni d’onda con la stessa ampiezza e periodo), monocromatica (luce con una sola lunghezza d’onda) non collimata, cioè con divergenza dei raggi e conseguente diminuzione dell’intensità per punto d’irradiazione. La loro applicazione sulla cute è atermica, indolore, non invasiva.

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Nuovi protocolli terapeutici di fotobiostimolazione atermica e non invasiva, per trattamenti medico-estetici

Nel 2003, la FDA approva un protocollo di terapia per l’acne che impiega la luce LED a 590nm. Molti lavori sono stati pubblicati dagli Anni 90 in poi su questo particolare tipo di luce che impiega la lunghezza d’onda del rosso-infrarosso, coerente e monocromatica (LED), e sugli effetti biologici che ha sulle cellule viventi. Da questi studi nascono anche i termini “foto-biostimolazione” o “fotobiomodulazione”. I trattamenti con i LED attivano o inibiscono in parte il ”working-net” cellulare, poiché esiste una relazione biochimica tra fotoni luminosi e alcuni recettori cellulari bersaglio. Sulla base di questi recenti studi, Keratrade Medical Division ha sviluppato e presentato al settore medico i.LIGHT-MED, integrando in un’unica apparecchiatura emissioni di luci a diverse lunghezze d’onda. Attraverso un particolare software, che gestisce le emissioni della luce, i.LIGHT-MED permette al medico di effettuare trattamenti terapeutici, come ad esempio il trattamento di cicatrici e smagliature, o la rigenerazione di tessuti muscolari lesionati, ma anche trattamenti estetici, come ad esempio il ringiovanimento del viso, il trattamento delle atonie dei tessuti, il linfodrenaggio del viso e del corpo, il trattamento della cellulite e dell’adiposità

Il mitocondrio

localizzata. Applicando ad arte le conoscenze scientifiche della fotobiostimolazione e lavorando con una combinazione di luci atermiche e non invasive, i.LIGHT-MED stimola tutte le cellule a diversi livelli, senza arrecare alcun danno ai tessuti. All’interno della cellula, il mitocondrio è la parte interessata al processo di foto-stimolazione. Il mitocondrio è la “centrale energetica” della cellula: gran parte dell’energia ad essa necessaria viene prodotta qui. Tramite il processo di glicolisi (divisione degli zuccheri), il mitocondrio crea le condizioni ideali per la produzione di ATP (Adenosin Tri Phosphate). Il processo è molto simile a quello che succede nei moderni calcolatori a energia solare: la cella fotovoltaica trasforma la luce in energia per fare i calcoli. Con un processo parallelo, il mitocondrio trasforma la luce della “finestra di foto-bio-stimolazione” in energia immediatamente disponibile (ATP). Il foto-recettore chiave nell’assorbimento della luce LED sarebbe il complesso enzimatico della citocromo ossidasi-c della membrana mitocondriale. L’interazione tra i fotoni luminosi e il complesso

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L’apparecchiatura i.LIGHT-MED

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La biostimolazione

Paziente di 24 anni prima e dopo 8 trattamenti con i.LIGHT-MED

enzimatico della citocromo ossidasi, attiva una cascata di eventi biochimici che guidano l’accensione e la soppressione di una serie di geni. Sostanzialmente viene incrementata la produzione di energia endogena sotto forma di ATP. All’attivazione dei segnali di trasmissione seguono eventi biochimici importanti: • inattivazione delle collagenasi (metallo proteasi del tipo 2 e 9); • proliferazione dei fibroblasti (incremento del FGF2); • aumento nella sede trattata del VEGF e di Ossido nitrico, che portano a un aumento del flusso sanguigno nella giunzione dermo-epidermica. Quando la cellula è irradiata dalla luce da 810nm a 980nm, all’interno di essa si genera una reazione foto–chimica che determina una migliore produzione di ATP da parte della cellula stessa. Se ora consideriamo che un solo fibroblasto contiene circa 3000 mitocondri, è facile

pensare quali benefici possa dare la foto-biostimolazione in termini di produzione di elastina e collagene (e non solo). Essendo anche dimostrato che la luce aumenta la produzione dei Fattori di Crescita, la foto-biostimolazione permette di trattare con grandissimi benefici i tessuti interni lesionati. Riassumendo, la foto-biostimolazione: • migliora la circolazione sanguigna e linfatica, grazie all’azione svolta sulle cellule endoteliali; • favorisce il riassorbimento dei liquidi interstiziali eccedenti, riequilibrando la membrana cellulare (polarizzazione); • detossina i tessuti, per incremento delle attività depurative cellulari; • rinvigorisce e normalizza la produzione di fibre reticolari, di collagene e di elastina nei fibroblasti (da scarsa attività ad attività normale); • incrementa le difese immunita-

rie fornendo energia supplementare facilmente utilizzabile. Grazie a queste caratteristiche, sono numerosi i trattamenti medico-estetici che è possibile effettuare, come ad esempio tonificazione viso e corpo; trattamento rughe; trattamento ipercromie cutanee; drenaggio occhi, viso e collo; trattamento dell’invecchiamento delle mani; trattamento collo e decolleté; trattamento per gambe edematose; trattamento pelle “a buccia d’arancia”; trattamento della cellulite. Queste caratteristiche fanno di i.LIGHT-MED un potente metodo per rivitalizzare i tessuti del nostro corpo. Con i.LIGHT-MED non è possibile arrecare danno fisiologico né alla pelle, né agli occhi, in quanto le energie luminose in gioco sono drasticamente piccole e l’emissione è intermittente e non continua. Il bello del metodo i.LIGHT-MED è che con sedute di soli 20 minuti si ottengono risultati straordinari, sia sul ringiovanimento sia sulle atonie dei tessuti o sulla riduzione delle adiposità, visibili fin dalla prima applicazione. Il trattamento con i.LIGHT-MED è assolutamente fisiologico, privo di effetti collaterali e può essere effettuato con tranquillità anche da soggetti affetti da diverse patologie, che spesso devono essere esclusi da trattamenti con apparecchiature. i.LIGHT-MED è stato definito, da importanti ricercatori nel campo dei neuro-recettori, “la macchina del futuro”, proprio per gli innumerevoli campi di applicazione sulla sti█ molazione cellulare.


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Medicina Estetica

di Luciano Mavilia 1, Antonio Marcianò 2, Antonino Pulvirenti 3 e Santo Raffaele Mercuri 1 1 Dermatologo, U.O. Dermatologia e Cosmetologia, Ospedale San Raffaele – Milano 2 Chirurgo Plastico – Messina 3 Medico Estetico, AgingMedicaLaser – Giarre (CT)

a radiofrequenza (RF) è una L metodica che trova applicazioni nel trattamento di diverse affezioni dermatologiche, sia quelle con caratteristiche patologiche sia quelle di natura prettamente estetica. Distinguiamo una RF di tipo ablativa, che corrisponde sostanzialmente al bisturi elettrico ed è utilizzata qualora il nostro target sia quello di distruggere i tessuti o coagulare i vasi sanguigni, dalla RF non ablativa, impiegata per il rimodellamento tissutale. In quest’ultimo caso, il calore prodotto dall’apparecchiatura, diffondendosi in profondità nei tessuti, innesca una serie di effetti biologici che hanno il loro fulcro nella denaturazione delle fibre collagene dermiche con contrazione delle stesse, oltre che nello stimolo dei fibroblasti per la produzione di nuovo collagene. Il trattamento con RF non ablativa non ha alcun carattere di invasività e non è doloroso; durante il trattamento il paziente avverte una lieve sensazione di calore che viene spesso descritta come un piacevole “massaggio caldo”. Nel nostro studio abbiamo trattato un totale di 19 pazienti (7 maschi e 12 femmine) con età variabile tra i 21 e i 35 anni (media 26 anni) affetti da cicatrici acneiche del viso di gravità variabile.Una volta esclusa la presenza di patologie di tipo immunitario, metabolico, cardiaco ed ematico oltre che

IL CALDO MASSAGGIO DELLA CHIOCCIOLA CHE MIGLIORA I SEGNI DELL’ACNE Radiofrequenza non ablativa con crema a base di bava di lumaca nel trattamento delle cicatrici acneiche

possibili stati di gravidanza, i pazienti sono stati trattati con un apparecchio a radiofrequenza monopolare a trasferimento elettrico di tipo capacitivo (che permette cioè il trasferimento dell’energia sul

corpo del paziente attraverso un elettrodo movibile) avente potenza massima di 40 Watt (+/- 20%) e frequenza di 1-1,3 MHz (Plasma RF, EPEM – Firenze). La crema utilizzata sulla cute del

La composizione della bava e le proprietà dermatologiche Dr. Matteo Zanotti Russo Docente in Formulazioni e Analisi dei prodotti cosmetici alla Facoltà di Farmacia dell’Università della Calabria I primi studi sulla composizione amminoacidica del collagene presente nella bava di Helix aspersa risalgono al 1959, quando venne identificata la prevalenza di Glicina e Prolina, oltre a quantità rilevanti di Idrossiprolina e Acido Glutammico. È notevole la similitudine nella composizione con i trattamenti topici di ulcere recalcitranti alla cicatrizzazione, nei quali casi vengono spesso impiegate preparazioni topiche a base di Glicina e Prolina. Ancora più interessante, per la ulteriore messa a fuoco delle proprietà indotte da Glicina e Prolina nelle composizioni proteiche, l’informazione proveniente da un recente studio che dimostra come la elevata percentuale di questi due residui amminoacidici sia responsabile diretta della conformazione in elastina (versus amiloidina) delle fibre proteiche per via della organizzazione indotta alla matrice dai ponti idrogeno. Ma oltre alla ben nota e diffusa azione lenitiva dell’Allantoina, è interessante notare la funzione indotta da percentuali moderate di Acido Glicolico come quelle presenti nella bava di lumaca. Se è ben noto come diffusissimo agente di “resurfacing”, se ne rilevano da anni proprietà elettive parallele alla funzione “peeling” (che si manifesta a percentuali ben più elevate rispetto a quelle presenti nella bava di lumaca). Infatti contrariamente ad altri attivi simili (come l’acido lattico, salicilico, piruvico o tricloroacetico), l’acido glicolico accompagna una spiccata azione stimolante la produzione cutanea di procollagene e Collagene di tipo I e la proliferazione di fibroblasti, ulteriormente dimostrata da uno studio che ha evidenziato come l’acido glicolico induca l’espressione dei geni responsabili della produzione di collagene e acido ialuronico. Peraltro è noto e dimostrato che l’impiego di acido glicolico insieme al Collagene esogeno (analogamente a quanto avviene con l’impiego della bava di lumaca) produca effetti sinergici di stimolazione della produzione di Collagene endogeno, maggiore rispetto all’effetto indotto dalle due sostanze separate.

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IL CALDO MASSAGGIO DELLA CHIOCCIOLA CHE MIGLIORA I SEGNI DELL’ACNE

Fig. 1: Paziente di 27 anni affetta da profonde cicatrici acneiche. A sinistra, prima e, a destra, dopo 10 trattamenti ha ottenuto un miglioramento giudicato buono sulle cicatrici superficiali e di media profondità

Fig. 2: Paziente di 24 anni con cicatrici acneiche puntiformi diffuse. A sinistra, prima e, a destra, dopo 10 trattamenti ha ottenuto un miglioramento giudicato ottimo sulle cicatrici superficiali e buono su quelle medio-profonde

paziente, che ha lo scopo di consentire un passaggio uniforme di energia, è stata Elicina Plus (Bioelisir). Questa crema contiene l’80% di estratto di bava della lumaca Helix Aspersa Muller (raccolta in maniera passiva, cioè senza alcun danno per l’animale!) che possiede proprietà terapeutiche dovute al suo alto contenuto di acido glicolico, collagene ed elastina, oltre che di vitamine e proteine, che rende la crema adatta a contrastare affe-

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zioni dermatologiche come smagliature, rughe, macchie, cicatrici e segni dell’acne. Il procedimento viene così sintetizzato: una volta detersa la cute del viso è stato applicato un generoso strato di crema e portata la temperatura del manipolo dell’apparecchio alla massima energia capace di determinare l’effetto del “massaggio caldo” sulla pelle, muovendo continuamente il manipolo con movimenti circolari o lineari lungo le aree da trattare evitando quelle orbitali e la tiroidea del collo. Dopo circa 10 minuti di trattamento è stato applicato un altro strato di crema e continuato il trattamento fino a una durata totale di circa 20 minuti; tutti i pazienti sono stati sottoposti a un totale di 8-10 trattamenti a intervalli di circa 10-14 giorni. È stato consigliato loro di effettuare terapia domiciliare con la stessa crema utilizzata durante la terapia, da applicare su tutto il viso mattina e sera; tutti hanno firmato un modulo di consenso informato e non sono stati segnalati effetti collaterali di rilievo. Il risultato, registrato durante le sedute e a distanza di 3 mesi dall’ultima, è stato in tutti raccolto dall’operatore e valutato dallo stesso paziente ed è stato variabile da buono a ottimo, con migliorata qualità della pelle (la cosiddetta texture cutanea) e con visibili attenuazioni dei segni dell’acne (Figg. 1 e 2). In conclusione, oggi sono numerose le opzioni utilizzate per il trattamento delle cicatrici acneiche; la nostra idea di abbinare la RF con la crema a base di bava di lumaca, con effetto sinergico, appare molto efficace e il grado di soddisfazione dei pazienti, in base anche ai risultati ottenuti, ci incoraggiano a seguire questa strada che dimostra essere semplice, indolore e al passo dei tempi anzi... a passo di █ lumaca.


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Medicina Estetica

di B. Czajkowsky, MD SharpLight Medical Advisor e V. Kipnis, MD AML Clinics, Israel

Trattamento della fotoepilazione con la tecnologia a luce pulsata Formax DPC

Uno studio condotto con il sistema a luce pulsata per fotoepilazione anche per fototipi scuri con le tecnologie DPC e TEC: risultati in termini di efficacia, sicurezza e comfort del paziente uesto articolo descrive il sisteQ ma IPL Formax dotato di tecnologia Dynamic Pulse Control (DPC) applicata alla fotoepilazione. L’utilizzo della DPC nell’epilazione permette un maggior margine di sicurezza per il trattamento efficace di pazienti con cute scura. Quaranta pazienti con fototipo III-V hanno partecipato a quattro sedute di trattamento effettuate a distanza di tre mesi. L’epilazione è stata effettuata con successo in ognuno dei casi; pazienti e tecnici hanno espresso un alto livello di soddisfazione nei confronti della procedura e dei risultati. Non si sono verificati effetti collaterali, a parte alcuni casi di eritema temporaneo che si sono risolti senza problemi. Nell’arco dell’ultimo decennio, la tendenza nella percezione culturale e sociale della quantità “esteticamente ideale” di peluria sul corpo è di volerne sempre di meno, negli uomini come nelle donne. Attualmente la tecnica più comunemente utilizzata per eliminare i peli superflui è la foto epilazione, ovvero l’utilizzo di laser o luce pulsata filtrata ad alta intensità (IPL) per provocare la coagulazione del follicolo. Questa tecnica si basa sulla teoria della fototermolisi selettiva, richiede una serie di sedute di trattamento distanziate l’una dall’altra da 1 a 3 mesi e comporta minimi disagi ed effetti collaterali. Formax è

un sistema IPL caratterizzato dalla tecnologia Dynamic Pulse Control (DPC) e dal raffreddamento cutaneo termoelettrico, caratteristiche che aumentano la sicurezza e l’efficacia della fotoepilazione su tutti i tipi di cute. DYNAMIC PULSE CONTROL

DPC è stato sviluppato per permettere un ulteriore livello di controllo sulla sicurezza e sull’efficacia della fotoepilazione su tutti i tipi di pelle e capello. Oltre alla regolazione della durata dell’impulso, già disponibile nella maggior parte dei laser e degli strumenti di fotoepilazione IPL, DPC permette la regolazione della forma dell’impulso. Per ogni configurazione di durata e fluenza d’impulso, l’energia luminosa può essere applicata in una delle tre impostazioni DPC: Smooth Pulse (l’impostazione meno “aggressiva”), Long Pulse e High Pulse (quella più aggressiva). I pazienti con cute chiara possono tollerare un impulso più aggressivo, necessario per i capelli sottili e con colorazione chiara, mentre i capelli più spessi con colorazione scura possono essere rimossi efficacemente con un impulso minimamente aggressivo, necessario per la sicurezza dei pazienti con cute scura. Il Dynamic Pulse Control è realizzato tramite l’utilizzo del Pulse Forming

Fototipo IV, schiena e spalle maschili Prima e a 1 mese dopo 4 trattamenti

Network, un’elettronica molto avanzata, sviluppata specificamente per il sistema Formax. L’impostazione del DPC si basa sul fototipo e sulla colorazione e spessore del capello in questi tre modi. Smooth pulse: veicola un impulso omogeneo “quadrato” a bassa potenza, quindi con effetto riscaldante lento. Indicato per i capelli più spessi e con colorazione scura e fototipi I-V. Long pulse: veicola una sequenza di impulsi al 50% duty cycle (la fase ON è uguale alla fase OFF). Indicato per i capelli bruni/neri, di medio spessore, fototipi I-IV. High pulse: veicola una sequenza di impulsi ad alta potenza. Indicato per capelli sottili e chiari, fototipi I-III. CONTACT COOLING

Il manipolo della Formax è caratterizzato da uno filtro-zaffiro incorporato che, tramite un thermoelectric cooler (TEC), viene raffreddato fino a raggiungere temperature molto basse. Grazie a un design altamente efficiente, la temperatura cutanea rimane stabile intorno ai 5 gradi centigradi anche nei trattamenti su aree estese. Questo raffreddamento cutaneo integrale migliora considerevolmente la sicurezza del paziente, in modo particolare quelli con cute scura. Esalta inoltre l’efficacia poiché permette l’utilizzo in sicurezza di fluenze maggiori e infine aumenta il comfort del paziente poiché le basse temperature provocano un effetto analgesico. Come sanno bene gli operatori, la soddisfazione dei pa-

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categoria di risposta

uomini

donne

% pazienti trattati

Molto soddisfatti

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18

75

2

12,5

Soddisfatti zienti è in funzione sia dell’efficacia del trattamento sia del comfort durante il trattamento. Sia il regolatore impulsi DPC sia il raffreddamento a contatto TEC permettono l’utilizzo in sicurezza di fluenze di energia maggiori, con il risultato di migliorare l’efficienza del trattamento con un numero ridotto di sedute. MATERIALI E METODI

La prova clinica di fotoepilazione è stata effettuata utilizzando il sistema Formax con manipolo HR 635nm. Questo manipolo emette radiazioni da 635nm fino a 950nm. Le specifiche del sistema sono le seguenti: Grandezza Spot: 6,4 cm²; Dynamic Pulse Control (DPC): Smooth, Long o High Pulse; Durata impulso: 15, 30, 40, 50 e 100 msec; Range di Fluenza: da 5 a 25 J/cm². Lo studio si è svolto pre sso l’American Laser Clinic (AML), Rishon LeZion, Israele, dall’ottobre 2007 all’ottobre 2008. Quaranta soggetti di età compresa fra i 20 e i 60 anni, con fototipi Fitzpatrick da III a V, si sono sottoposti a quattro sedute di trattamento a distanza di tre mesi.Di questi 40 pazienti, 20 erano uomini e 20 donne. Il 60% aveva meno di 40 anni. Le aree anatomiche trattate comprendevano viso, ascelle, inguine, petto, addome, spalle, schiena, braccia e gambe. I parametri di trattamento sono stati stabiliti in base ai risultati osservati a distanza di 30-60 minuti dopo l’applicazione della IPL. Nel risultato finale si è verificato un leggero eritema diffuso con risposta distinta follicolare che si presentava come un eritema/edema circolare intorno a ogni follicolo. Nel caso dei pazienti con fototipo V è stata praticata un’attesa di almeno 24 ore per potenziali risposte tardive. Tutti i pazienti hanno completato un

Non soddisfatti

12,5

Tab. 1: Voti di soddisfazione

questionario di anamnesi ed è stato effettuato uno screening per eventuali controindicazioni. A tutti i pazienti sono state fornite le informazioni necessarie circa la procedura, comprese le potenziali complicanze e aspettative realistiche. Infine, ogni paziente ha firmato un modulo di consenso informato. Le aree del corpo da trattare sono state fotografate e poi rasate. Non sono stati necessari anestetici topici o gel, né sono stati applicati. Non sono state necessarie ulteriori tecniche raffreddanti per la cute ed è stato effettuato un test per determinare i parametri di trattamento ottimali per ogni paziente. RISULTATI

L’utilizzo di Formax con tecnologia DPC ha ottenuto i seguenti risultati: 36 pazienti (75%) hanno presentato un’ottima reazione cutanea immediata con i parametri suggeriti; 2 pazienti (12,5%) hanno presentato solo leggere reazioni cutanee e 2 pazienti (12,5%) hanno presentato reazioni avverse con i parametri suggeriti. Soltanto due casi di leggeri esiti avversi sono stati registrati: eritemi con durata di alcune ore che si sono risolti spontaneamente senza ulteriori complicanze. Tutti i pazienti hanno sostenuto il trattamento senza eccessiva sensazione dolorosa. Non è stato registrato alcun disagio particolare. I voti di soddisfazione degli operatori e dei pazienti sono riassunti nella Tab. 1. Sono stati registrati gli effetti collaterali del trattamento, ad esempio dolore o eritema/ edema eccessivi, nonché eventuali esiti avversi ad esempio ustioni, ipopigmentazione o iperpigmentazione. È stata registrata la soddisfazione complessiva soggettiva dei pazienti con il trattamento.

Fototipo IV, ascelle femminili - Prima e a 1 mese dopo 3 trattamenti

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2

CONCLUSIONI

Questa prova clinica ha dimostrato l’elevata sicurezza ed efficacia della Formax nel trattamento di pazienti con fototipo III-V nella fotoepilazione.La prova ha avuto come risultato un alto livello di soddisfazione dei pazienti, poiché il 75% di essi hanno riferito di essere molto soddisfatti. Durante la prova non sono stati osservati né effetti collaterali significativi né complicanze. L’elevato livello di sicurezza e comfort osservati dall’operatore e indicati dai pazienti si possono attribuire sia alla regolazione impulsi DPC sia al raffreddamento a contatto TEC. La disponibilità di un nuovo manipolo da 730nm potrebbe potenzialmente estendere l’applicabilità della Formax anche ai pazienti con fototipi VI, ma ciò è ancora da confermare. L’operatore che ha effettuato questa prova ha diversi anni di esperienza nella fotoepilazione, con laser e con altri sistemi IPL ha constatato che l’utilizzo del DPC e del raffreddamento a contatto permette l’utilizzo di fluenze maggiori, riduce il numero di sedute necessarie, elimina la necessità di anestetici e minimizza effetti collaterali e complicanze. Alcuni pazienti si erano precedentemente sottoposti a trattamenti con altri strumenti di fotoepilazione e hanno indicato una netta preferenza per il trattamento Formax-DPC, dovuta alla ridotta sensazione di dolore e al maggior █ comfort complessivo. PER INFORMAZIONI: M&T Srl – Medical&Technology Sede Commerciale: Via degli Olmetti, 18 00060 Formello, Roma Tel: +39 06 90.75.542 info@medical-technology.it www.medical-technology.it

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Medicina Estetica

LIPOCLASIA MODULATA A BASSA FREQUENZA E DRENAGGIO LINFOVENOSO

di Ennio Guaitolini Specialista in Dermatologia e Venereologia - Carpi (MO) Docente CPMA VALET - Bologna Concettina Elio Medico Chirurgo - San Benedetto del Tronto (AP) e Nicoletta Rosati Operatore dell’Estetica - San Benedetto del Tronto (AP)

l trattamento dei quadri lipodiItouring strofici che alterano il body con(Adiposità localizzata e/o PEFS), rappresenta la prima causa di consulenza medico-estetica ed è in continuo aumento. Oltre ai trattamenti chirurgici e alle numerose terapie mediche, efficaci ma invasive, sempre più alta è la richiesta di metodiche non aggressive e indolori. Negli ultimi 4-5 anni il mercato ha prodotto una miriade di nuovi macchinari, basati in prevalenza sull’utilizzo degli ultrasuoni a basse frequenze con effetto cavitazionale del tessuto adiposo. Senza entrare nel merito dell’effettiva cavitazione su un tessuto piuttosto carente di acqua se non infiltrato in precedenza, quale l’adipe, consideriamo che la maggior parte delle pazienti presenta - su una base costituzionale di adiposità localizzata - un deficit microcircolatorio dell’ipoderma con stasi linfatica, determinante quadri panniculopatici edematosi e/o fibro-sclerotici che caratterizzano la cosiddetta “Cellulite” nei vari stadi, senza dimenticare l’importanza del tono muscolare in profondità e la condizione del rivestimento cu-

Associazione sicura ed efficace nel trattamento di adiposità localizzate e PEFS

taneo in superficie. Molte delle apparecchiature proposte sono attive prevalentemente sull’adipe, oppure sul microcircolo o sul tessuto muscolare. Inoltre le valutazioni effettuate sull’efficacia dei trattamenti sono quasi sempre basate soltanto su foto cliniche, sulle approssimative rilevazioni centimetriche o, nella migliore delle ipotesi, su rilevamenti ecografici. Deep Beauty Lipo Act è un’apparecchiatura combinata che nasce nel campo riabilitativo dal progetto Flowave e, dopo anni di studi e valutazioni approfondite, approda nel settore dei trattamenti medico-estetici e del benessere. Il dispositivo si presenta unico nel suo genere perché unisce le caratteristiche della Lipoclasia modulata focale a bassa frequenza (LMBF) alle peculiarità tipiche della Biorisonanza, della Polarterapia, del Vacuum connettivale e della Veicolazione transdermica. Lo strumento agisce su tutti i tessuti interessati al dismorfismo, quindi si possono trattare quadri di prevalente PEFS nei vari stadi, oppure pazienti con accumulo adiposo localizzato ed eventuale ipotonia mu-

Esempio di scansione volumetrica e morfologica operata dal VUR3D

scolare da scarsa attività fisica, fino a condizioni difficili come i Lipedemi, senza dimenticare situazioni di vero e proprio Flebo-linfedema. La LMBF, tecnologia efficace e sicura nel rispetto della fisiologia tissutale, viene realizzata con speciale manipolo (Lipo Act) che concentra l’azione vibrazionale solo a una certa profondità dell’adipe con ampiezza ridotta, in modo da evitare la dispersione delle onde, agendo solo sull’area interessata. Il dispositivo non utilizza l’effetto della cavitazione classica perché non è concepito per rompere l’adipocita, ma per sottoporlo a effetto “squeezy”, cioè un’azione meccanica di spremitura (microcompressioni e decompressioni dell’adipocita), con riduzione del volume adipocitario per mobilizzazione e fuoriuscita dei trigliceridi. Al contrario, la rottura di membrana ottenuta con la cavitazione comporterebbe fenomeni infiammatori localizzati nell’adipe, controproducenti per l’omeostasi tissutale. Una volta mobilizzati gli acidi grassi e generati altri cataboliti loco-regionali, conseguenza dell’azione degli ultrasuoni della LMBF, è fondamentale il loro recupero e drenaggio. Ottimizzazione

Il trattamento viene quindi ottimizzato con l’associazione di un drenaggio linfo-venoso superficiale e profondo, ottenuto grazie all’altro modulo dell’apparecchiatura (Deep

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Beauty). Le microcorrenti indotte dal manipolo (indolori per la bassa intensità) producono un’energizzazione sia degli acidi grassi liberati nell’interstizio sia delle molecole proteiche ristagnanti e peggiorative dell’edema. Per effetto della movimentazione dei fluidi, tutte queste molecole vengono poi convogliate verso le vie di minor resistenza, i capillari linfatici di drenaggio. L’azione del modulo Deep Beauty non si limita all’interstizio: le microcorrenti vanno ad agire sulle fibre muscolari determinando contrazioni isometriche a bassa intensità e alta frequenza, che tonificano il muscolo allungandolo con scorrimento delle miofibrille. Non va dimenticata anche la presenza del Vacuum connettivale, che opera un massaggio con arrotolamento e srotolamento della plica cutanea cui consegue miglior perfusione e iperossigenazione tissutale, con miglior trofismo di cute e sottocute, visibili al termine della seduta di trattamento. Il dispositivo offre inoltre la possibilità di erogare in modo automatizzato vari principi attivi in forma di gel fluido, in grado di coadiuvare l’azione dei mezzi fisici, essendo facilitata la penetrazione cutanea grazie alle microcorrenti e alla biorisonanza sugli attivi medesimi. Protocollo standardizzato

Al fine di valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento, sono state arruolate 20 pazienti affette da Adiposità localizzata e/o PEFS, per eseguire un protocollo standardizzato basato sull’uso combinato, in un unico dispositivo (Deep Beauty Lipo Act), di LMBF e DLV. Ogni paziente, prima di intraprendere il trattamento, è stata sottoposta a una prima visita in cui sono stati rilevati i dati anagrafici, peso, altezza, BMI, principali disturbi soggettivi associati, mediante scala visoanalogica (VAS) 1-10. Valutazione ecografica ad alta risoluzione dello spessore del panni-

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ecografia pre trattamento del pannicolo adiposo trocanterico e post trattamento: si noti la riduzione di spessore dello strato soprafasciale e il cambiamento dell’ecogenicità

colo adiposo a livello della regione trocanterica bilateralmente e misurazione degli arti inferiori con rivoluzionario strumento di rilevazione volumetrica e morfologica mediante tecnologia laser (VUR3D). Il protocollo prevedeva otto sedute totali a cadenza settimanale della durata di 45 minuti circa, seguito da 30 minuti di cammino con tutore elastocompressivo 18 mmHg. Al termine del trattamento è stata nuovamente effettuata una visita con le medesime rilevazioni. Dai primi dati ottenuti è emerso che il volume medio pre-trattamento (misurato con tecnologia VUR3D) è stato di 13507,51 cm3 per l’arto inferiore sinistro(DS ±1877,56) e di 13755,62 cm3 (DS ± 1763,21 ) per l’arto inferiore destro; lo spessore medio dello strato sovrafasciale (misurato ecograficamente) è stato rispettivamente di 4,8 cm in laterolaterale (DS ± 1,3) e di 4,9 cm in cranio-caudale (DS ± 1,2) a sinistra e di 4,9 cm in latero-laterale (DS ± 1) e di 4,7 cm in cranio-caudale (DS ± 0,9) a destra. Tutte le pazienti prima del trattamento hanno lamentato dolore e pesantezza degli arti inferiori (VAS in media 7-8) e in alcuni casi parestesie (VAS media 6). Dopo il trattamento, il volume medio è risultato di 12974,24 cm3 per l’arto inferiore sx (DS ± 1711,47) e 13352,75 cm3 per l’arto inferiore dx (DS ± 1742,06), mentre per quanto riguarda lo spessore medio dello strato sovra fasciale dopo il trattamento si è vista una riduzione media di circa 0,5 – 1 cm. La sintomatologia è quasi totalmente scomparsa in tutte le pazienti, che hanno riportato un grado di soddisfazione (misurato con scala VAS) tra 8 e

10. Nella maggior parte dei casi, inoltre, è notevolmente migliorato l’aspetto della cute, che è apparsa meno pastosa al tatto, più tonica e levigata (grazie anche ai principi attivi naturali veicolati). Non sono stati riportati effetti collaterali significativi, al di là di modica poliuria dopo le prime sedute in 6 pazienti e lieve affaticamento muscolare il giorno seguente al trattamento per 4 pazienti. Conclusioni

L’associazione di LMBF e DLV è risultata sicura ed efficace in quanto ha apportato un significativo miglioramento della componente idrica sottocutanea oltre che delle adiposità trattate. Deep Beauty Lipo Act non si limita all’azione sul tessuto adiposo e alla ricaptazione e drenaggio degli acidi grassi mobilizzati, ma attua una vera e propria azione di rieducazione e riequilibrio dell’unità microvasculo tissutale e del tessuto muscolare, agendo anche sulla causalità della condizione trattata, per un risultato più duraturo con ripristino della corretta ome█ ostasi tissutale. BIBLIOGRAFIA 1 ) M o r e n o - M o r a g a J . , Va l e r o - A l t è s T.,Riquelme M.,et al.Body contouring by non invasive transdermal focused ultrasound. Lasers Surg.Med 2007;39:315-323. 2) Ricci M., “Demonstration of Flowavès effectiveness through lymphoscintigraphy” “The sound wave lymphatic drainage”. Eur. J. Lymphol. 2005; 15 (44): 33. 3)Cook Morales M, LaRosa E, et al. “Effects of electrical stimulation on lymphatic flow and limb volume in the rat”. PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Ennio Guaitolini guaitolinie@libero.it


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Medicina Estetica

di Lucio Miori Dermatologo, specializzazione in Clinica Dermosifilopatica - Pavia

La ridefinizione del terzo inferiore del volto con acido ialuronico: la tecnica del disegno e delle pieghe

Una tecnica che prevede l’utilizzo del disegno con matita dermografica sulla cute, dopo aver ricercato le pieghe di cedimento dell’area da trattare con il semplice utilizzo delle dita, per la definizione del terzo inferiore del volto. Si elabora in questo modo un progetto che si realizza con impianto di filler a base di acido ialuronico, nelle sedi preventivamente e opportunamente tracciate in precedenza, con risultati anatomicamente naturali e duraturi nel tempo

’impiego dell’acido ialuronico L (HA) come filler per la definizione del volto, per il ripristino dei volumi e per la ricerca degli aumenti volumetrici di vari distretti cutanei, è stata ampiamente documentata e descritta. Fig. 1: analisi clinica della cute

Fig. 2: pieghe marcate con matita dermografica

La buona realizzazione di un trattamento dipende da molte variabili, tra le quali citiamo: • la composizione e la struttura del filler; • le caratteristiche del sito di applicazione; • la reale necessità di intervento; • la quantità adeguata di materiale. Un punto di partenza fondamentale per un corretto approccio alla tecnica di inserimento è la conoscenza della dinamicità di un filler a base di HA. Questo deve interagire con i piani cutanei e la stabilizzazione richiede tempo. La reticolazione (linkaggio) ha un ruolo importante per garantire un corretto posizionamento del filler, stimolando la risposta immune e attivando i processi di “tolleranza immunologica” del prodotto inserito. Le reazioni infiammatorie ed enzimatiche prodotte non devono intaccare il nucleo del filler, in modo da garantire una corretta durata nel tempo e la naturalezza del risultato. Le caratteristiche dei filler a base di HA ci hanno permesso, nel corso del tempo, di spingerci oltre il tradi-

zionale e hanno stimolato la nostra creatività nel proporre trattamenti sempre più ricercati. Fig. 3: valutazione delle pieghe durante il trattamento

Fig. 4: risultato finale

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Il terzo inferiore del volto, comprendente tutta l’area cutanea commissurale, geniena, sottocommissurale, mentoniera e la linea di demarcazione dell’ovale tesa idealmente tra il mento e l’angolo mandibolare, è spesso sede di cedimenti importanti che disegnano progressivamente nel tempo contorni sempre meno armoniosi. Il suo recupero è una richiesta sempre maggiormente presente nella pratica ambulatoriale, ma presenta alcune difficoltà di valutazione. La correzione con filler richiede un’attenta analisi dei piani di inserimento, della quantità di prodotto, della sede reale di inserimento. L’affidarci esclusivamente alla nostra capacità, sensazione e sensibilità, rischia spesso di trovare un ostacolo nella tridimensionalità della struttura e può capitare di effet-

Fig. 5: prima del trattamento

Fig. 6: risultato finale

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tuare una correzione poco naturale o indesiderata. Si propone quindi di elaborare preventivamente un progetto da realizzare successivamente, analizzando la cute da sottoporre a trattamento utilizzando le dita delle mani (indice e pollice) come una pinza, per ricercare le pieghe in senso verticale, orizzontale e obliquo (Fig. 1). Queste determinano l’indirizzo dell’impianto, definiscono i piani di cedimento, visualizzano le “crepe dermiche”. Una volta determinate e apprezzate, si elabora il progetto segnandole sulla cute con matita dermografica, valutandole prima, durante e subito dopo il trattamento (Figg. 2, 3, 4). Le linee così prodotte sono da considerarsi come “linee guida”, indispensabili per un corretto inserimento dell’ago, ma sono anche la dinamicità del filler, le sue caratteristiche e la quantità di prodotto inserito che completano la bontà del risultato. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante: non si deve mai ricercare un’ipercorrezione ed è sempre consigliabile un eventuale ritocco a distanza di 15-20 giorni. I lineamenti e la morfologia di quest’area particolare del volto si modificano nel tempo e la nostra capacità estetica e realizzativa, seguendo tecniche semplici e sicure, ci permette di recuperare la rotondità dell’ovale ridisegnandola in modo naturale (Figg. 5, 6). Il tipo di cute, il suo spessore e la formazione delle pieghe prodotte dal movimento delle dita sul piano cutaneo è differente (Fig. 7) e quindi anche la correzione da effettuare deve seguire alcune norme. L’impianto non deve essere mai troppo superficiale e la quantità iniettata non deve superare 0,1 ml per inoculo. Il risultato ottenuto è sempre molto naturale fin dai primi momenti del trattamento (Figg. 8, 9). Per un corretto posizionamento è sempre consigliato un massaggio

Fig. 7: valutazione delle pieghe prima del trattamento

Fig. 8: prima del trattamento

Fig. 9: risultato finale

da effettuarsi saltuariamente anche a domicilio nelle ore immediatamente successive all’impianto. Per questi trattamenti è stato utilizzato un filler a base di HA alla concentrazione di 24mg/ml e caratterizzato da tecnologia CIS (core in shell). Il risultato ottenuto deve essere soprattutto in linea con le aspettative del paziente, ma deve soddisfare anche la nostra sensazione tattile, estetica, di ritrovato equilibrio, di naturalezza e di aver realizzato █ qualcosa di diverso e di utile

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CONGRESSO AFI

Resoconto del Congresso 26 - 27 marzo 2010 - Bologna

Sclerotherapy 2010

La prima sessione del Sabato mattina ha mostrato un confronto a distanza tra la scleroterapia con schiuma e l’ablazione termica con gli interventi di D. Neuhardt, T.Proebstle e Nick Morrison. Alessandro Frullini ha proposto due nuove tecniche di shrinkage delle vene, il cross-linking foto-indotto con riboflavina e il laser olmio. Angelo Scuderi dal Brasile ha quindi presentato il suo approccio di tipo emodinamico all’insufficienza dei tronchi safenici mediante sclerosi delle sole trbutarie e, infine, E. Rabe (attuale presidente dell’ UIP- unione internazionale di flebologia) ha mostrato una complicanza inusuale della scleroterapia. Dr. Alessandro Frullini L’ultima sessione del giorno d’apertura di Sclerotherapy 2010 ha visto una serie di presentazioni che hanno testimoniato la versatilità della schiuma sclerosante: oltre al suo utilizzo nei pazienti anziani si è dibattuto del suo ruolo nel trattamento del varicocele, della malattia emorroidaria o come importante presidio nella cura dei pazienti con ulcere venose che ha visto, per esempio, una presenzione italiana di Ronconi contrapposta a quella dell’israeliano Avrahami. A un programma così ricco il pubblico ha risposta in maniera entusiastica in quanto fino alla fine della giornata la sala risultava ancora completamente piena, testimonianza dell’interesse e dell’alto livello scientifico della manifestazione. Dr. Lorenzo Tessari

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La L a sessione sess pomeridiana ha riguardato le metodiche endovascolari, sia (laser o radiofrequenza), che chimiche, mediante ecosclessi ia fisiche ia sic roterapia. E’ emersa la necessità di provvedere sempre ad uno studio anatomico ed emodinamico accurato prima di procedere con qualsiasi metodica endovascolare per limitare possibili complicanze. La ricerca tecnologica ha portato alla luce nuove fibre laser e nuove lunghezze d’onda, con un targhet non più emoglobinico, ma sull’acqua, con risvolti pratici molto interessanti legati soprattutto alla riduzione dei danni termici che lunghezze d’onda “antiche” come i diodi 980 ed 810 potevano produrre, sebbene alcuni centri utilizzino tali apparecchi con successo. Infatti l’ausilio della tumescenza eco-guidata pre-operatoria è apparsa essere elemento procedurale insostituibile qualsiasi sia la metodica utilizzata. Relativamente invece alle procedure chirurgiche, che sempre più vengono rilegate alla sola flebectomia, se affidate a mani esperte possono effettivamente portare a risultati molto soddisfacenti, infatti le comparazioni tra chirurgia tradizionale e metodche endovascolari non hanno più senso di esistere data la assoluta inutilità di gesti chirurgici aggressivi, mentre tutte le procedure endovascolari volte alla ablazione safenica andrebbero comparate con la “safenecotmia senza crossectomia”. Dr. Paolo Casoni

La sessione dedicata alla medicina legale e alla normativa posta a disciplina dei trattamenti medici in flebologia ha visto svolgere, dai relatori, un’ampia e utile disamina. Gli aspetti “critici” dei trattamenti eseguiti mediante farmaci sclerosanti sono stati analizzati avendo riguardo sia della tecnica impiegata che della configurazione giuridica delle ipotesi di responsabilità e di danno in astratto configurabili. Il Dr. Giovanni Rocchi (medico legale) ha proceduto ad una puntuale analisi delle normative regolamentari dettate in materia, ponendo in maniera chiara ed esaustiva la configurazione medico legale del trattamento puramente terapeutico e quello terapeutico con finalità, anche, estetiche. L’Avv. Federica Lerro ha analizzato la normativa posta a disciplina dell’impiego dei farmaci nel rispetto delle finalità terapeutiche e della forma di impiego contenute nel decreto di AIC, ovvero nell’impiego c.d. off-label. Ampio spazio è stato dedicato, inoltre, agli aspetti assicurativi. La discussione finale ha permesso un incontro tra i partecipanti e i relatori utile a fissare, dal punto di vista pratico, le conclusioni tratte a seguito degli interventi, fornendo uno spunto interessante per le successive occasioni di incontro. Avv. Fedrica Lerro e Dr. Pier Giovanni Rocchi


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Medicina Estetica

di Noemi Dominici Esperta e consulente in Medicina ad indirizzo estetico - Milano

e nostre mani rivelano molto più L dei nostri occhi. Parlano di noi, svelano indizi e dettagli intimi su chi siamo, su come viviamo, raccontano il nostro lavoro. Con un semplice gesto ci mettono in relazione con gli altri ancor prima di qualsiasi parola. Ossessionati dall’aspetto del nostro viso diamo per scontato quel miracolo che è il tatto, senza renderci conto di quanto le nostre mani possano essere delicate e sensibili.La loro pelle sottile e delicata, la struttura fisiologica, le sollecitazioni meccaniche dovute alla loro motilità e la continua fotoesposizione fanno sì che le mani mostrino gli effetti del tempo ancor prima rispetto al resto del corpo. Il danno appare sotto forma di macchie iperpigmentate, rughe, disidratazione, perdita di tono ed elasticità, cambiamenti di texture, perdita di volume. La deprivazione cutanea permette di intravedere i vasi sanguigni, le innervazioni e le ossa. Fino a qualche tempo fa intervenire sulle mani era un’impresa ardua per la loro struttura, la loro sottigliezza, e la delicatezza della loro cute; oggi disponiamo di validi strumenti che ci permettono di preservarle dall’invecchiamento e Fig 1

MANI: lo specchio della nostra vita Gli occhi sono considerati lo specchio dell’anima, le mani raccontano la nostra vita a chi le osserva

curarle per il ringiovanimento. Attraverso la messa a punto di protocolli combinati è possibile allineare l’età delle mani dei pazienti a quella del loro viso.Ad un attento esame ciò che si evidenzia maggiormente come primo segno clinico nei vari stadi di invecchiamento è soprattutto la diminuzione di idratazione, la perdita di tono ed elasticità della cute e la presenza di fissurazioni e rughe. Le iperpigmentazioni, l’assottigliamento cutaneo e la perdita di volume sono evidenziabili negli stadi più avanzati. “Maxima” idratazione

Nella mia personale esperienza l’acido ialuronico iniettabile è da sempre un valido strumento per il ringiovanimento delle mani. Il dorso della mano trattato con acido ialuronico macro-molecolare offre da subito (già dopo 24/48 ore) un buon risultato estetico che si ottimizza già ad una settimana dall’impianto con evidenti segni di reidratazione cutanea e ripristino dell’elasticità della cute, ma l’impianto tende a riassorbirsi molto più velocemente rispetto al resto del corpo e gli effetti migliorativi a venir meno. Ciò naturalmente rappresenta un grosso limite per il medico che ottiene un ottimo risultato ma di breve durata ed uno svantaggio per il paziente che per preservare il risultato raggiunto, è sottoposto a frequenti sedute di mantenimento (almeno una volta al mese).Attualmente, nella mia pratica clinica per ovviare a tale inconveniente mi avvalgo dell’utilizzo di un nuovo acido ialuronico iniettabile: Stylage Hydromax di Vivacy Laboratoires. È un gel a base

di acido ialuronico (12,5 mg/g) leggermente reticolato di origine non animale contenente un agente idratante ed antiossidante: il sorbitolo. Stylage Hydromax è un impianto iniettabile indicato per migliorare l’idratazione e l’elasticità cutanea a livello del viso, del collo, del decolleté e del dorso della mano. È un prodotto molto semplice da iniettare e facilmente modellabile con effetto long lasting sull’idratazione, sul ripristino dell’elasticità e sulla distensione delle rughe. Il potenziamento dell’elasticità cutanea è dovuta ad una progressiva degradazione di Hydromax in catene di acido ialuronico libere che determinano una progressiva azione idratante ed elasticizzante a livello cutaneo. L’aumento della durata dell’idratazione cutanea nel tempo è dovuta ad un’elevata igroscopicità del prodotto che cattura e trattiene l’acqua, il risultato è un’azione di rilascio controllata e graduale. Il sorbitolo è un polialcool con caratteristiche simile al mannitolo; ha un’elevata tollerabilità, ha un effetto antiossidante contro i radicali liberi è uno stabilizzatore termico ed essendo igroscopico garantisce la massima capacità idratante. È necessario per ottimizzare l’effetto long lasting di idratazione ed elasticità cutanea. Limita gli effetti dei radicali liberi, rinforza l’epidermide ed il derma in antiossidanti ed ottimizza la capacità di resistenza alla degradazione dovuta alle variazioni di temperatura.Deve essere iniettato nella congiunzione dermo-epidermica o nel derma superficiale, mediante iniezione multiple in vari punti o con la tecnica lineare retro-tracciante;

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spesso però le due tecniche vengono combinate insieme. La quantità da iniettare per una correzione ottimale (il prodotto è fornito in siringa di vetro pre-riempita da 1 ml) dipende dal tipo di cute del paziente e quindi dal grado di disidratazione. È consigliabile non eccedere nella correzione e dopo l’iniezione massaggiare bene la zona trattata per ottimizzare l’uniformità della correzione. Al fine di ottenere un trattamento ottimale ed un buon risultato sono necessarie da due a tre sedute di iniezioni. La prima sessione a tempo zero, la seconda dopo 30-60 giorni ed eventualmente una terza sessione sempre dopo 30-60 giorni. Ciò dipende dalla tecnica usata, dal livello di disidratazione iniziale, dallo stato clinico e dall’età del paziente. Le sessioni di mantenimento vengono ripetute dopo 2 o 4 mesi. Hydromax e ringiovanimento delle mani

L’utilizzo di Hydromax per il ringiovanimento delle mani è di facile esecuzione; non occorre nessuna specifica preparazione. Per migliorare la compliance del paziente utilizzo localmente una crema anestetica. In prima seduta il sito di iniezione è rappresentato dalle depressioni che si formano tra i tendini del dorso della mano. La tecnica consiste in micro iniezioni multiple in vari punti di acido ialuronico in boli, che successivamente vengono energicamente massaggiati per distribuire in maniera uniforme il prodotto.La tecnica utilizzata nelle sedute successive è la lineare retro tracciante che si effettua lungo gli avvallamenti dei tendini della mano. Al fine di ottenere una correzione ottimale viene raccomandato al paziente di massaggiarsi bene le mani i giorni successivi al trattamento per facilitare la diffusione del prodotto. Se l’impianto è ben posizionato e ben distribuito, il risultato estetico è apprezzabile da subito, dovuto in questo caso all’ingombro volumetrico

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che solleva le depressioni cutanee. Nelle 24-48 ore seguenti all’impianto il prodotto grazie alla sua igroscopicità determina una ottima azione reidratante e di miglioramento dell’elasticità della cute. Ritengo, grazie alla mia esperienza clinica, che il risultato si ottimizzi nel giro di una settimana e si conservi nel tempo. Ciò che più sorprende nell’utilizzo di questo nuovo prodotto è l’iperidratazione (dovuta all’acido ialuronico ed al sorbitolo), l’azione duratura (dovuta al light cross linked), il miglioramento dell’elasticità cutanea e della consistenza del tessuto (dovuta all’acido ialuronico cross linked) e la spiccata azione antiossidante (dovuta al sorbitolo). Per valutare la tempistica delle sedute successive analizzo i risultati ottenuti a 30 giorni di distanza dalla prima seduta. Generalmente in mani al primo stadio di invecchiamento (30-40 anni) il trattamento è a scopo preventivo; la seconda seduta viene effettuata a distanza di 60 giorni dalla prima e le regolari sedute di mantenimento ogni 90 giorni. Nel secondo stadio di invecchiamento (40-50 anni) il trattamento è non soltanto a scopo preventivo ma anche curativo; la seconda seduta viene effettuata a distanza di 30 giorni dalla prima, la terza seduta a 60 giorni dalla seconda e le regolari sedute di mantenimento ogni 90 giorni. Nel terzo stadio di invecchiamento (50-60 anni) il trattamento è a scopo curativo; la seconda seduta viene effettuata a distanza di 30 giorni dalla prima, la terza seduta a 60 giorni dalla seconda e le regolari sedute di mantenimento ogni 60 giorni. Nel quarto stadio di invecchiamento (oltre 60 anni) il trattamento è esclusivamente a scopo curativo; la seconda seduta viene effettuata a distanza di 30 giorni dalla prima, la terza seduta a 30 giorni dalla seconda e le regolari sedute di mantenimento ogni 60 giorni. Dopo ogni singola seduta di trattamento tranquillizzo i pazienti che rossori, edemi, eritemi,

Fig 2

ematomi, noduli sono da considerarsi effetti secondari immediati o ritardati dovuti all’impianto del prodotto che si risolvono generalmente in meno di una settimana. Consiglio al paziente di massaggiarsi bene il dorso delle mani i giorni successivi al trattamento al fine di meglio distribuire il prodotto invitandolo ad effettuare questa operazione per almeno 2-3 giorni con l’ausilio di una crema idratante avente il solo scopo di semplificare tale manovra. Raccomando l’uso di una crema solare tipo schermo totale nel corso delle due settimane successive al trattamento. Nella speranza che i miei pazienti oltre che fedeli e attenti siano anche collaborativi instauro con loro una lavoro di squadra ricercando una sinergia tra il trattamento ambulatoriale e la terapia domiciliare. Li motivo spiegando loro che il mio lavoro è importante perché io garantisco loro il risultato ma loro hanno il compito di preservarlo, proteggendo le loro mani con guanti di lattice o gomma durante le comuni attività domestiche. Ricordo loro che nutrirle, idratarle e proteggerle dal sole con creme specifiche sono atti dovuti e necessari a preservare █ la giovinezza delle loro mani.

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Medicina Estetica

di Lia Lavagno e Matteo Tretti Clementoni Istituto Dermatologico Europeo Milano – Italia

M22: LA MINIATURIZZAZIONE E LA TRASPORTABILITÀ AL SERVIZIO DELL’ESTETICA

el corso degli ultimi 15 anni (la N sua prima descrizione è dei primi Anni 90) [1, 2], la tecnologia IPL (Intense Pulsed Light) ha assunto un ruolo sempre più preponderante nel trattamento di numerosi inestetismi di competenza dermatologica, divenendo la tecnologia non ablativa maggiormente apprezzata in medicina estetica. L’energia luminosa emessa da una lampada allo Xeon ad alta potenza emette un’ampia serie di lunghezze d’onda (dai circa 500 nm ai 1200 nm) che non sono collimate né coerenti tra loro. Questa fondamentale differenza con i sistemi laser (che sono invece in grado di emettere una sola lunghezza d’onda di tipo collimato e coerente) comporta che sulla cute irraggiata arrivino fotoni di caratteristiche diverse. Tali fotoni hanno targets differenti e il sistema può quindi essere utilizzato per il trattamento di differenti inestetismi. Tra la sorgente luminosa e i tessuti cutanei è quindi normalmente situato un filtro (definito cut off) in grado di bloccare il passaggio di tutte le lunghezze d’onda al di sotto di quella selezionata. Un filtro, cioè, di 560 nm permetterà il passaggio di tutte le lunghezze d’onda dai 560 nm ai 1200 nm, mentre un filtro 695 nm permetterà il passaggio di tutte le lunghezze d’onda dai 695 nm ai 1200 nm. In tale modo la luce che raggiunge i tessuti può svolgere la propria azione a differenti profondità. Da oltre 24 anni [3] il laser Nd:YAG (1064nm) è considerato uno strumento fondamentale nel trattamento delle lesioni vascolari profonde e/o ad alto flusso (più di 120 sono le pubblicazioni inerenti l’utilizzo di

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Schema: L’IPL di nuova generazione ha un’emissione di energia a onda quadra piatta (rettangolo giallo in alto a destra) che non è costituita da una serie di micro sub‐impulsi (linee verdi verticali) ed è quindi più sicura. La sua emissione è infine omogenea per tutta la durata del treno di impulsi (immagine in basso a sinistra) e non decrescente come in altre tecnologie (immagine in alto a sinistra)

questa lunghezza d’onda apparse nella letteratura internazionale) per la sua estrema capacità di penetrazione nei tessuti, la sua affinità per l’emoglobina e il sostanziale risparmio delle componenti pigmentarie cutanee superficiali. Questa premessa storica ha lo scopo di evidenziare come un sistema IPL e uno Nd:YAG dovrebbero costituire il patrimonio fondamentale di chiunque voglia affrontare almeno in via non ablativa gli inestetismi cutanei di origine vascolare [4] e pigmentaria. La contemporanea presenza di questi due sistemi all’interno di un ambulatorio medico, permette infatti di eseguire l’epilazione a lungo termine, di trattare lesioni vascolari del volto come teleangectasie e rosacea (Fig. 1), di trattare lesioni vascolari ad alto flusso o profonde, di eseguire il fotoringiovanimento, di trattare lesioni pigmentarie benigne superficiali, di trattare le teleangectasie degli arti inferiori arrivando a trattare, infine, vere e proprie patologie quali i PWS e la Sindrome di Rendu‐Osler‐ Weber o di eseguire terapie quali la terapia fotodinamica. Questi due tipi di apparecchiature sono però spesso ingombranti e di notevole peso e per tale motivo poco

trasportabili e maneggevoli. Poco si addicono, quindi, a quei professionisti che svolgono la propria attività in più di un ambulatorio medico. La miniaturizzazione ingegneristica della componentistica ha però permesso, molto di recente, di ottenere una piattaforma in grado di condensare in un’apparecchiatura compatta e del peso inferiore ai 40Kg entrambe queste tecnologie (“M22” – Lumenis Ltd – Santa Clara – CA – USA). La sorgente IPL presenta un’emissione di energia a onda quadra piatta (definita OPT – Optimal Pulse Technology, o di quarta generazione) che, non essendo costituita da un treno di micro sub‐impulsi (Schema), offre un maggior profilo di sicurezza. È possibile regolare oltre naturalmente alla fluence anche la durata di ogni singolo impulso e il ritardo (delay) tra questi. Aumentando la durata di impulso si può raggiungere una maggiore profondità di azione, mentre allungando il delay si è più protettivi nei confronti della melanina superficiale. La combinazione di questi tre elementi (durata degli impulsi, durata dei singoli delay e fluence) permette di generare l’energia necessaria a distruggere il target esattamente alla profondità deside-


rata, salvaguardando gli strati più superficiali. L’energia viene emessa attraverso un cristallo in zaffiro che, raffreddato tipo a cella di Peltier, permette di appoggiare lo stesso sulla cute per permettere una minore dispersione energetica. Il raffreddamento del cristallo permette inoltre di eseguire un pre‐raffreddamento e un post‐raffreddamento della regione trattata. Tutto ciò incrementa ulteriormente il profilo di sicurezza. Anche il manipolo Nd:YAG è raffreddato nello stesso modo e la tip di forma conica permette di focalizzare l’energia al di sotto dello strato epiteliale. Con la tecnologia IPL descritta e sfruttando il concetto della foto termolisi selettiva è possibile fotocoagulare vasi sanguigni del volto senza arrecare alcun danno ai tessuti circostanti, confinando la durata di impulso a un valore inferiore o uguale al TRT del singolo vaso [5]. Il trattamento delle lesioni pigmentarie superficiali benigne (a tipo sun spots) comporta invece una diffusione termica dal target ai tessuti circostanti. Il TRT dei melanosomi è infatti espresso in nanosecondi, mentre l’emissione energetica dell’IPL è sempre espressa in millisecondi. Quest’ultimo concetto viene definito fototermolisi allargata ed è alla base dell’epilazione a lungo termine e del fotoringiovanimento. Per quanto riguarda l’epilazione a lungo termine, è infatti solo tramite una durata di impulso variabile dai 20 ai 100 msec e una lunghezza d’onda superiore ai 600 nm [6] che è possibile distruggere il centro germinativo secondario del follicolo pilifero e quindi ottenere una notevole efficacia. Lo stesso concetto può essere applicato d’altro canto al fotoringiovanimento [7]. Tar-

Fig. 1: P.A. 43 aa. Acne Rosacea sottotipo I prima (A) e dopo (B) 4 sedute di trattamento con M22

gets dermici vascolari e pigmentari (raggiungibili con cut‐off di 560, 590 nm) devono fungere da esca ottica per i fotoni. Una durata di impulso dell’energia superiore al TRT dei singoli targets fa sì che da questi si liberi calore che stimola la genesi di nuovo collagene. L’utilizzo del manipolo Nd:YAG risulta invece fondamentale nel trattamento delle lesioni vascolari profonde o ad alto flusso, ma può essere ormai considerato di fondamentale importanza allorché si vogliano trattare anche lesioni vascolari complesse più superficiali. È infatti in grado di determinare trasformazione ossidativa dell’emoglobina in metaemoglobina, che risulta estremamente più sensibile alle altre lunghezze d’onda utilizzate per il trattamento delle lesioni vascolari. Questo concetto è particolarmente utile quando si vogliono trattare patologie quali i PWS (Fig. 2) o la Sindrome di Rendu‐Osler‐Weber. La tecnologia IPL può infine essere utilizzata, mediante cut off di 560 nm, per attivare la protoporfirina IX e determinare quindi liberazione di ossigeno singoletto e altri radicali liberi che sono alla base del concetto di terapia fotodinamica. In questo modo, e sempre con la stessa apparecchiatura, è quindi possibile eseguire non solo il classico fotoringiovanimento, ma spingersi verso un ringiovanimento maggiore eseguendo il fotoringiovanimento fotodinamico [8]. L’ultimo

Fig. 2: M.E. 31 aa. PWS prima (A) e dopo (B) 6 sedute di trattamento eseguite sia con laser Nd:YAG long pulse che IPL M22.

aspetto che ci preme sottolineare è l’estrema facilità di assemblaggio. In modalità “plug and play” non solo è possibile sostituire i diversi manipoli senza spegnere il dispositivo, ma anche provvedere, per esempio, all’aggiunta dell’acqua necessaria al █ sistema di raffreddamento. BIBLIOGRAFIA 1. The successful use of the Photoderm VL in the treatment of a cavernous hemangioma in a dark‐skinned infant. Foster TD, Gold MH. Minim Invasive Surg Nurs. 1996 Fall;10(3):102‐4. 2. [Treatment of vascular malformations and pigment disorders of the face and neck by pulsed dye laser, Photoderm VL and Q‐switched ruby laser] Hellwig S, Schönermark M, Raulin C. Laryngorhinootologie. 1995 Oct;74(10):635‐41. German 3. Treatment of cutaneous and deep vascular lesions with the Nd:YAG laser. Rosenfeld H, Sherman R. Lasers Surg Med. 1986;6(1):20‐3, 50‐1 4. Vascular lasers and IPLS: guidelines for care from the European Society for Laser Dermatology (ESLD). Adamic M, Troilius A, Adatto M, Drosner M, Dahmane R. J Cosmet Laser Ther. 2007 Jun;9(2):113‐24. Review 5. A new mathematical approach to the diffusion approximation theory for selective photothermolysis modeling and its implication in laser treatment of port‐wine stains. Shafirstein G, Bäumler W, Lapidoth M, Ferguson S, North PE, Waner M. Lasers Surg Med. 2004;34(4):335‐47 6. Sadick NS,Weiss RA, Sea CR, Nagel H, Nicholson J, Prieto VG. Long Term Photoepilation Using a Broad‐Spectrum Intense Pulsed Light Source. Archives of Dermatology, 2000; Vol.136: 1336‐1340 7. Photorejuvenation. Waibel JS. Dermatol Clin. 2009 Oct;27(4):445‐57, vi. Review 8. Ruiz‐Rodriguez R, Sanz‐Sanchez T, Cordoba S. Photodynamic Photorejuvenation. Dermatologic Surgery, 2002; Vol. 28(8): 742‐744

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Miglioramento di adiposità e lassità cutanee di braccia, addome e fianchi dopo il parto

Combinazione di RF bipolare, Infrarossi, Vacuum e manipolazione meccanica dei tessuti INTRODUZIONE

La lassità dei tessuti e la formazione di adiposità sottocutanee localizzate sul corpo sono fenomeni sempre più comuni tra i pazienti con problemi estetici. L’invecchiamento cronologico, il fotoinvecchiamento e le notevoli variazioni che il corpo subisce durante una gravidanza o un dimagrimento sono tutti fattori che possono contribuire alla comparsa di lassità cutanee e adipe localizzato. Le tecniche più diffuse per ottenere un rimodellamento corporeo e una distensione cutanea sono di tipo chirurgico, con ben quasi 500.000 casi di liposuzione e addominoplastica o brachioplastica eseguiti nel 2007. Mentre la correzione chirurgica garantisce indubbiamente i risultati più definitivi, essa comporta per i pazienti anche tempi di recupero più prolungati e rischi intrinseci. Questi fattori, unitamente allo stile di vita attivo che oggi conducono i pazienti con problemi estetici e al loro desiderio di ottenere risultati con minime conseguenze potenziali, ha portato allo sviluppo di tanti nuovi apparecchi per il rimodellamento corporeo non invasivo che attenuano la lassità cutanea e riducono la misura delle circonferenze. Il presupposto è che la distensione non invasiva dei tessuti e la riduzione delle circonferenze derivino dall’applicazione di energia sulla superficie cutanea in modo da generare calore nel derma e nei tessuti sottocutanei con successiva induzione della denatu-

razione collagenica e della neocollagenesi. É stato ampiamente documentato che, alla temperatura di 65–75°C, avviene istantaneamente una denaturazione della tripla elica del collagene, con successivo riarrangiamento e contrazione. Con la tecnologia non invasiva di “Body Tightening” gli effetti termici che si ottengono nell’immediato e a distanza corrispondono, clinicamente, a una riduzione della lassità cutanea con successiva riduzione delle circonferenze. Gli apparecchi attualmente impiegati comprendono il laser, la luce a banda larga (compresi gli infrarossi) e la RF. Anche se gli apparecchi che si basano sul laser e sulla luce sono in grado di mirare agli strati più profondi del derma, gli effetti termici di questi apparecchi sono limitati per effetto della dispersione della luce e dell’assorbimento energetico da parte della melanina cromofora epidermica. Le radiofrequenze sono rappresentate da energia elettromagnetica compresa nella gamma da 3 kHz a 1 MHz. Le onde radio non vengono disperse o assorbite dalla melanina epidermica, pertanto possono essere impiegate per il trattamento di tutti i fototipi cutanei generando un notevole effetto termico senza compromettere l’integrità dell’epidermide. Velashape, dispositivo oggetto del presente studio, si basa sulla tecnologia a sinergia elettro-ottica (ELOS): comprende luce infrarossi, RF bipolare, Vacuum e manipolazione meccani-

ca. Questa è stata la prima tecnologia approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) americana come presidio medico di classe II per la riduzione della cellulite e delle circonferenze nel 2007. Questa combinazione di energie è stata studiata con l’obiettivo di superare i limiti delle tecnologie basate sul laser e sulla luce quali la dispersione energetica e l’assorbimento energetico della melanina. Questo trattamento, con duplice forma di energia, produce un effetto sinergico tra energia e preriscaldamento del tessuto bersaglio mediante IR, con attenuazione dell’impedenza e maggiore attrazione della corrente RF. Studi clinici precedenti, condotti con un sistema a wattaggio inferiore (Velasmooth), hanno dimostrato sicurezza ed efficacia nel ridurre l’aspetto a buccia d’arancia della cellulite e nell’ottenere una riduzione della circonferenza delle cosce. Il presente studio ha valutato la sicurezza e l’efficacia del sistema a energia elettro-ottica da 50 W in due diverse localizzazioni anatomiche. METODI

Il presente studio è stato approvato dall’Essex Institutional Review Board. Tutti i soggetti reclutati per questo studio clinico randomizzato erano donne sane di età compresa tra 28 e 70 anni con fototipo cutaneo I–V, lassità cutanea clinicamente apprezzabile e adiposità sottocutanee localizzate a livello di

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braccia, addome e fianchi. Diciannove soggetti sono stati sottoposti a 1 trattamento alla settimana delle braccia per 5 settimane mentre 10 soggetti (ad almeno 9 mesi dopo il parto) sono stati sottoposti a 1 trattamento alla settimana di addome e fianchi per 4 settimane, utilizzando una combinazione di RF bipolare a 50 W, luce infrarossi a 20 W (700– 1.500 nm) e Vacuum a 200 mbar (750 mm Hg di pressione negativa). Le misurazioni della circonferenza brachiale o addominale sono state effettuate al baseline, ossia prima di ciascun trattamento, a 1 e 3 mesi di follow-up, in alcuni casi anche a 6 mesi di follow-up. Risultati clinici

Tutti i trattamenti sono stati ben tollerati. Nessun soggetto ha richiesto la sospensione del trattamento per motivi di disagio. Per i soggetti sottoposti a trattamento delle braccia, la riduzione media della circonferenza brachiale dal baseline al terzo trattamento è stata significativa, con un calo di 0,387 cm. La differenza di circonferenza media tra il valore iniziale e il quarto trattamento è stata anch’essa statisticamente significativa con un calo di 0,603. Dopo il quinto trattamento la riduzione media della circonferenza brachiale di tutti i 19 soggetti è stata di 0,625 cm. A 1 mese di distanza dall’ultimo trattamento, 19 soggetti sono stati sottoposti a una misurazione di controllo della circonferenza con accertamento di una riduzione media pari a 0.71 cm. A 3 mesi dall’ultimo trattamento 18 soggetti sono stati sottoposti a una misurazione di controllo con una riduzione media pari a 0,597 cm. Per i 10 soggetti che si sono sottoposti a trattamento di addome e fianchi la riduzione media della circonferenza addominale dal baseline al terzo trattamento è stata significativa, con un calo di 1,25 cm. Si è osservata un’ulteriore riduzione della circonferenza addominale,

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Prima e dopo 4 trattamenti. Riduzione circonferenza di 5,5 cm

seppur limitata, dal terzo al quarto trattamento. A 1 mese di distanza dall’ultimo trattamento la riduzione media per tutti e 10 i soggetti è stata di 1,43. A un controllo a 3 mesi sono stati valutati sei soggetti con riduzione media della circonferenza pari a 1,82 cm. Le misurazioni effettuate al controllo a 3 mesi sono state in certo qual modo migliori di quelle rilevate a 1 mese. La soddisfazione espressa dai soggetti in merito al trattamento ha raggiunto i livelli più elevati dopo l’ultimo trattamento. Degno di nota, in questo studio, è il fatto che la valutazione obiettiva di miglioramento, condotta dal medico al 1 mese di followup, presentava un elevato grado di correlazione con la valutazione individuale di miglioramento riportata dagli stessi soggetti. DISCUSSIONE

L’apparecchio basato su IR, RF bipolare, Vacuum e manipolazione meccanica impiegato nel presente studio ha permesso di generare, in tutta sicurezza, risultati quantificabili e statisticamente significativi per entrambe le localizzazioni anatomiche oggetto di studio. Il presente studio ha dimostrato che l’apparecchio può dimostrarsi sicuro ed efficace anche per il trattamento di braccia, addome e fianchi. La riduzione media della circonferenza di braccia, addome e fianchi è andata crescendo con il numero dei trattamenti e con il passare del tempo. I due principali fattori che influenzano la distensione tissutale sono la temperatura massima raggiunta e il tempo per cui si mantiene l’effetto termico. La tecnica del trattamento, basata sul raggiungimento di un picco termico e sul mantenimento dell’endpoint clinico della

temperatura per un certo periodo di tempo, consente di ottenere una progressiva distensione cutanea con una successiva apprezzabile riduzione delle circonferenze. Nel nostro studio, nove pazienti sottoposte a trattamento delle braccia hanno effettuato biopsie cutanee, nella fattispecie una biopsia punch su un’area non trattata e una biopsia punch su una zona trattata. In tutti i casi, i risultati istologici hanno evidenziato una maggior componente cellulare nella matrice extracellulare del derma papillare, probabilmente costituita da fibroblasti, e una maggior composizione delle fibre collageniche. L’energia ELOS impiegata in questo apparecchio permette di superare i limiti legati all’utilizzo di un apparecchio che fa unicamente uso della luce o della RF. A differenza dell’energia laser o luminosa, la radiofrequenza non è diffusa o assorbita dalla melanina dell’epidermide ed è quindi in grado di trattare tutti i fototipi cutanei generando un notevole livello di calore senza comportare rischi per l’epidermide. La capacità di trattare tutti i fototipi cutanei è stato un aspetto particolarmente apprezzato nel nostro studio. Il sistema Vacuum a pressione negativa previsto nell’apparecchio consente di ripiegare una quantità controllata di epidermide e derma tra i due elettrodi della corrente bipolare in modo da trattare sia gli strati dermici superficiali che quelli più profondi con meno energia totale e meno rischio █ di danni epidermici. PER INFORMAZIONI:

800 812 017


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IMPLANTOLOGIA COMPUTER GUIDATA

ODONTOIATRIA Estetica

Sostituzione degli incisivi centrali fratturati con impianti post-estrattivi con provvisori immediati (parte prima)

di Fabio Ziveri Specialista in Odontostomatologia - Bologna

Fig. 1: frattura di 11 e 21

’esatta posizione degli impianL ti osteintegrati rappresenta la premessa di gran lunga più importante per l’ottenimento di un risultato funzionale ed estetico ottimale. L’implantologia computer guidata consente la pianificazione virtuale dell’intero percorso terapeutico, dal posizionamento degli impianti alla successiva fase protesica (Fig. 2). L’impiego del software consente, partendo dall’acquisizione della TAC, una ricostruzione tridimensionale estremamente precisa Fig. 2: modello 3D

della situazione clinica del paziente, sulla quale effettuare il posizionamento ideale degli impianti nel massimo rispetto delle strutture anatomiche adiacenti e tale da consentire la costruzione di un manufatto protesico con elevatissime caratteristiche funzionali ed estetiche. La possibilità di progettare virtualmente l’intervento è finalizzata alla costruzione di una dima chirurgica, una guida in grado di orientare il posizionamento degli impianti nella posizione definita, riducendo sensibilmente i rischi e i tempi dell’intervento; di conseguenza diminuiscono lo stress e il dolore post operatorio per il paziente. Il caso

La frattura di entrambi gli incisivi (11 e 21) centrali (Fig. 1) determina un grave disagio funzionale, estetico e psicologico per il paziente e richiede un trattamento tempestivo ed efficace, in grado di ristabilire nel minor tempo possibile la situazione estetica e funzionale precedente al trauma che Fig. 3: T.A.C. della frattura

Fig. 4: provvisorio in resina immediati su impianti post estrattivi

l’ha provocato. Il piano terapeutico prevede quindi il ricorso a una tecnica di implantologia post-estrattiva con provvisorio immediato, che consente di accorciare sensibilmente la terapia senza modificarne la prognosi e soprattutto di ripristinare nel giro di poche ore il sorriso del paziente. Eseguita la T.A.C., la si acquisisce con il software e si procede al posizionamento virtuale degli impianti, tenendo conto delle struttuFig. 5: Posizionamento virtuale degli impianti

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re anatomiche presenti nella zona (canale naso-palatino e radici dei denti adiacenti), studiandone inclinazione, profondità e i profili di emergenza dei futuri elementi protesici controllando il tutto nel 3D (modello tridimensionale) (Figg. 3, 5, 9). In base ai dati della pianificazione, viene realizzata una dima chirurgica personalizzata con la tecnica della stereo litograFig. 9: modello 3D con progettazione della dima

Fig. 6: dima chirurgica posizionata

Fig. 7: posizionamento impianti

Fig. 8: impianti posizionati

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fia, che garantisce il trasferimento accurato e preciso del progetto al modello di gesso (per l’allestimento di provvisori in resina) e al cavo orale del paziente. Con questi presupposti, l’intervento può essere eseguito senza l’esposizione dell’osso alveolare, con notevole diminuzione dell’edema e del dolore post-operatorio. L’impiego della dima chirurgica riduce sensibilmente i tempi dell’inserimento degli impianti e contemporaneamente riduce quasi totalmente ogni possibilità di errore, non trascurabile nel posizionamento a “mano libera”, che in particolar modo nei settori frontali potrebbe produrre inestetismi anche gravi. Dopo avere rimosso con la massima delicatezza i residui radicolari degli elementi fratturati e verificata l’integrità della corticale ossea, si posiziona la dima chirurgica, se ne verifica la stabilità e si procede alla preparazione dei siti e al posizionamento dei due impianti, procedura che richiede un tempo estremamente ridotto (Figg. 6, 7, 8). La posizione degli impianti e la morfologia dell’alveolo vengono rilevati con estrema precisione mediante un’impronta di trasferimento che viene immediatamente inviata all’odontotecnico, il quale nel giro di poche ore è in grado di sviluppare il modello e adattare il provvisorio precedentemente allestito alla cappetta in teflon.

Dopo aver controllato ed escluso ogni interferenza occlusale con i denti antagonisti, i provvisori vengono alloggiati sui dispositivi di montaggio degli impianti che ne garantiranno la stabilità per tutto il periodo di osteointegrazione degli impianti (Fig. 4). Il risultato estetico dei provvisori è sicuramente perfettibile, ma è comunque particolarmente apprezzato dal paziente, le cui relazioni sociali possono regolarmente continuare. La corretta morfologia del provvisorio e l’assenza di micromovimenti concorreranno a determinare la stabilizzazione dei tessuti periimplantare che consentiranno dopo quattro mesi, a osteointegrazione quasi avvenuta, di finalizzare il caso con corone in zirconio ceramica. L’associazione delle tecniche di implantologia post-estrattiva a carico immediato a quelle di gestione computerizzata dell’intervento è in grado di accorciare i tempi di trattamento, di diminuire quasi totalmente i margini di errore producendo un risultato estetico e funzionale estre█ mamente prevedibile. Dr. Fabio Ziveri Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia studioziv@yahoo.it


T.I.M.ES. ... Era ora che nascesse un’associazione così! Dall’idea di una equipe multidisciplinare di professionisti, che da sempre opera nel settore della medicina e chirurgia estetica, nasce il progetto della Associazione T.I.M.ES. Sono conosciute a tutti, ormai, le difficoltà con le quali i medici “convivono” ogni giorno nell’esercitare la propria professione. Il contenzioso ha subito, negli anni, un forte incremento e questo ha fatto sì che i professionisti si siano dovuti occupare, oltre che dell’approfondimento delle proprie conoscenze scientifiche, anche della propria preparazione nelle materie giuridiche e medico legali. Lo studio e l’approfondimento di tali discipline permettono un esercizio della professione più consapevole ed un approccio giuridico idoneo a salvaguardarli dal fenomeno crescente della responsabilità professionale alla quale sono chiamati, sempre più spesso, a rispondere. Per tali ragioni si è ritenuto utile creare un organismo deputato all’ssistenza legale e medico legale in caso di contenzioso da un punto di vista squisitamente tecnico, capace di affiancarli, quotidianamente, nel loro lavoro. L’Associazione è senza fini di lucro ed ha la finalità, nell’ambito del territorio Italiano, di offrire tutela ai propri iscritti mediante assistenza legale gratuita nel contenzioso civile, penale e amministrativo, nonché di offrire servizi di consulenza gratuita in materia giuridica, medico legale e fiscale. Stimolare e promuovere la conoscenza e diffusione della formazione nelle anzidette materie, attraverso equipes multidisciplinari di esperti che partecipano alla Associazione.È rivolta a tutti i medici e chirurghi estetici, flebologi ed odontoiatri che intendono ricevere assistenza nell’esercizio della loro

professione. Il socio T.I.M.ES. potrà scegliere tra due diverse forme di assistenza: assistenza formula “full” che consiste nell’assistenza legale e medico legale in caso di contenzioso, unitamente a quella stragiudiziale che si concreta nella consulenza in materia legale, medico legale, fiscale e assicurativa, ovvero assistenza formula “basic” che consiste nella sola assistenza stragiudiziale.

Assistenza legale gratuita La finalità statutaria della Associazione T.I.M.ES. è quella di fornire assistenza, in caso di chiamate in giudizio del proprio socio, attraverso il proprio Board legale e Medico Legale. In virtù di una convenzione stipulata con una primaria compagnia assicuratrice, la Associazione T.I.M.ES. offre gratuitamente, ai propri associati, tutela legale e medico legale in ambito giudiziale e stragiudiziale, in forma integralmente gratuita, avendo riguardo dei massimali indicati nelle condizioni generali di contratto.

I servizi di consulenza gratuita La consulenza offerta avrà ad oggetto i temi relativi alla responsabilità medica, al diritto sanitario, alla legislazione vigente in materia di farmaci e dispositivi medici oltre alle disposizioni amministrative vigenti in materia di autorizzazioni ambulatoriali e alle disposizioni legislative e regolamentari in materia di pubblicità sanitaria.Gli aspetti fiscali verranno trattati avendo riguardo degli aspetti caratterizzanti dell’esercizio della professione medica in forma individuale, ovvero di associazione o società tra professionisti. La medicina legale sarà approcciata dal punto di vista dinamico e la consulenza offerta avrà ad oggetto il danno, inteso nella sua più ampia concezione. La Associazione T.I.M.ES. avrà il pregio di avvalersi di esperti del settore quali avvocati, medici legali, fiscalisti e assicuratori, impegnati nella

ricerca degli strumenti migliori da offrire ai propri iscritti. Tramite il portale www.associazionetimes.com gli iscritti potranno avvalersi della consulenza gratuita in ogni settore ivi enucleato, quali la redazione dei modelli di consenso informato, le indicazioni relative alla corretta redazione della cartella clinica, l’impiego corretto di farmaci e dispositivi medici, le autorizzazioni amministrative per i luoghi deputati all’esercizio della professione, i regimi fiscali applicabili e gli strumenti finanziari più idonei per realizzare gli ambienti sanitari ove operare. Gli aspetti assicurativi saranno resi oggetto di studio e di approfondimento e la T.I.M.ES. concluderà accordi e convenzioni con le Compagnie Assicuratrici al fine di individuare lo strumento migliore per la tutela del patrimonio dei propri iscritti. Gruppi di studio per il miglioramento delle condizioni professionali dei soci saranno creati al fine di divenire punto di riferimento per concorrere, insieme al singolo socio, all’acquisizione delle decisioni più importanti che la professione impone. I responsabili dei gruppi di studio dovranno occuparsi, in equipe, della ricerca dello strumento migliore per il socio da utilizzare nella scelta dei contratti applicabili alle collaborazioni professionali, strumenti pubblicitari più idonei, marketing e gestione degli studi e degli ambulatori. Il Socio, qualsiasi sia la forma di tutela prescelta, avrà diritto di partecipare a un corso annuale gratuito di formazione e aggiornamento nelle materie oggetto della consulenza offerta, avrà diritto a ricevere una newsletter gratuita bimestrale oltre all’assistenza gratuita in caso di sinistro. La T.I.M.ES. si farà, inoltre, parte diligente per la tutela degli interessi dei soci mediante iniziative istituzionali e legali volte al miglioramento delle condizioni di vita █ professionale nel settore.

Federica Lerro Avvocato SIES Presidente T.I.M.ES. - Roma www.associazionetimes.com

T.I.M.ES. Società Italiana per la Tutela del Medico e del Chirurgo EStetico


Medicina Estetica

PEELING CHIMICI E NANOTECNOLOGIE: UNA NUOVA FRONTIERA

di Davide Strippoli Specialista in Dermatologia U.O. Dermatologia Ospedale A.Manzoni – Lecco

chimici sono tra le tecIa peeling niche dermoestetiche più note tutti i medici che si occupano di problematiche relative all’invecchiamento cutaneo e\o patologie infettivo-infiammatorie cutanee(ad esempio, acne e rosacea). La bontà della loro efficacia è ormai acclarata, dovuta al loro largo utilizzo, ai numerosi studi presenti in letteratura scientifica e alla continua ricerca di nuove molecole per migliorarne ancora di più le applicazioni. L’azione dei peeeling e quindi la loro classificazione avviene in virtù della profondità della cute a cui la sostanza agisce (dipendendo ciò a sua volta dal pH della sostanza, dal tempo di applicazione e dalla sua concentrazione, per citare i parametri più importanti). Quindi avremo peeling molto superficiali, peeling superficiali, peeling medi e peeling profondi. Tra le sostanze più studiate e più conosciute nell’amPrima

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bito dei peeling, sicuramente gli alfaidrossiacidi la fanno da padrone. Fin dall’antichità, queste sostanze erano utilizzate per una “primitiva” dermocosmesi: nell’antico Egitto Cleopatra amava farsi lunghi scrub a base di latte d’asina e le nostre nonne usavano il succo di limone per schiarirsi la pelle. La storicità di queste sostanze deriva dal fatto che sono molecole abbondantemente presenti in natura, ad esempio nelle mele (acido malico), negli agrumi (acido citrico), nel latte (acido lattico), nell’uva acerba (acido tartarico), nella canna da zucchero (acido gli colico), nell’aceto (acido acetico), nelle mandorle (acido mandelico). Dal punto di vista chimico, gli alfa-idrossiacidi sono acidi organici (carbossilici) con un gruppo idrossile in posizione alfa dell’atomo di carbonio. Aldilà dei primi usi “storici” di queste sostanze, come abbiamo visto poc’anzi, bisogna attendere gli Anni 70 per avere i primi studi approfonditi del professor Van Scott sulle importanti proprietà di queste sostanze. Sicuramente il più noto e studiato è l’acido glicolico. Senza dubbio, e nonostante l’affacciarsi sul mercato di altre sostanze, questo acido è il più importante peeling superficiale che abbiamo a disposizione, anche se è innegabile che negli ultimi anni abbia perso un po’ di “appeal” in ambito dermoestetico, essendo spesso, e a torto, considerato poco efficace e poco maneggevole (probabilmente in qualche sua formulazione ciò è anche vero….). Se confrontiamo la strut-

tura chimica degli alfa-idrossiacidi, possiamo subito notare la differenza di ingombro sterico e peso molecolare delle sostanze: l’acido glicolico, avendo un più basso peso molecolare, penetra più in profondità nella struttura dell’epidermide e ha quindi una maggior efficacia d’azione. COME AGISCE

Il suo meccanismo d’azione è specifico: a ogni sua azione biochimica si ha una precisa corrispondenza a livello dermo-istologico: fino a concentrazioni del 15% (usate prevalentemente in ambito domiciliare), inibendo selettivamente enzimi quali la solfotransferasi e la fosfotranferasi, provoca la rottura dei ponti di solfuro (-S-S-) presenti sulla membrana dei corneo citi, provocando l’esfoliazione dell’epidermide. Anche indagini a livello ultrastrutturale hanno dimostrato rotture desmosomiali a livello superficiale. A concentrazioni più elevate, anche fino al 70%, si ottiene un effetto epidermolitico marcato ma graduale: tutto ciò determina un accelerato turn-over cellulare dagli strati più profondi, con presenza di cellule più vitali e idratate, soprattutto a livelli degli strati basale e granuloso. Nonostante l’assottigliamento dello strato corneo, l’epidermide nel suo insieme aumenta di spessore in media del 30%-50%. Se analizziamo il compartimento dermico, utilizzando acido glicolico a elevate concentrazioni, si ha il raggiungimento delle papille der-


miche e anche in questo caso potremmo evidenziare cambiamenti sostanziali, ovvero un incremento dell’attività dei fibroblasti, l’aumento della sintesi e della qualità delle fibre elastiche e del collagene; l’aumento sintesi GAG (sostanza fondamentale). Si ottiene così un miglioramento dello spessore dermico variabile tra il 20% - 50%. Proprio per queste sue importanti capacità intrinseche, l’acido glicolico trova in ambito dermo-estetico numerose applicabilità. In questa sede ricordiamo Photoaging e Cronoaging, cioé invecchiamento intrinseco ed estrinseco (raggi UVA ed UVB, fumo da sigaretta, alimentazione squlibrata) della cute che si manifesta con rugosità diffuse, discromie, cute opaca e anelastica, cheratosi superficiali, a livello del viso, dorso delle mani, decolleté. Acne: nelle forme prevalentemente comedoniche, non in quelle paulo-pustolose e infiammatorie dove l’acido glicolico potrebbe esacerbare ulteriormente uno stato irritativo di base. Iperpigmentazioni: azione esfoliante sugli accumuli superficiali di melanina e recentemente dimostrata un’azione antiossidante. L’azione più completa si ottiene combinando l’acido glicolico ad altre sostanze come l’acido cogico, l’acido fitico, l’arbutina, complessi antiossidanti e filtri solari adeguati. Le controindicazioni all’utilizzo dell’acido glicolico sono le stesse, assolute e relative, relative a tutti gli altri peelings chimici. Di fronte a tanta compravata efficacia degli alfa idrossiacidi e in particolare dell’acido glicolico, perché parlare di nanotecnologie applicate a queste sostanze? E che cos’è la nanotecnologia? La nanotecnologia è quel ramo della scienza applicata e della tecnologia che si occupa del controllo dimensionale inferiore al micrometro (in genere tra 1 e 100 nanometri) e della

progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala. Permette quindi di formulare nuove generazioni di peeling migliorandone l’efficacia e la tollerabilità. Il termine “nanotecnologia” indica quindi la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare. Da ciò possiamo capire come il termine “nanotecnologie” è ampiamente abusato a livello dermo-cosmetico, comprendendo spesso preparazioni con nanosomi ampiamente superiori ai 100 nm. Gli acidi glicolici nanotech sono i capostipiti di una nuova linea di peeling nanotecnologici prodotti dall’azienda Medinnova. Grazie a questa azienda abbiamo a disposizione differenti (per concentrazione e pH) tipi di gel fluidi di acido glicolico nanotech. La loro caratteristica principale è quella di racchiudere l’acido glicolico in nanosfere di 100nm di diametro ad alta capacità di penetrazione intercellulare e lenta cessione del principio attivo; ciò consente di controllare meglio la formazione dell’eritema (endpoint del peeling) e migliorarne la compliance al paziente (bruciore attenuato e progressivo). Non è stata mai accertata alcuna tossicità o controindicazioni particolari nell’uso di questa nuova formulazione. Riassumendo, abbiamo a disposizione: Sospensione di Nanosfere 100 contenenti Acido Glicolico. 1) Glicogel 70% pH 0,5 (Acido Glicolico a pH nativo, non tamponato con NaOH); 2) Glicogel 70% pH 1,5; 3) Glicogel 50% pH 3,5. Abbiamo poi a disposizione uno specifico peeling ad azione depigmentante che, oltre all’acido glicolico nanotech 100 nm di diametro a pH 2, contiene arbuitina nanotech in nanosfere da 50 nm di diametro con insieme vitamine ad azione antiossidante (Vit. C,

Dopo 3 trattamenti con peeling nanotech all’acido mandelico

E ed F) all’acido cojico e all’acido fitico, ottenendo così un peeling che agisce a vari livelli enzimatici e biochimici di blocco nella genesi della melanina. Qual è il razionale di questo peeling apparentemente dalla formulazione un po’ complessa? La risposta è abbastanza semplice: un veicolo (Ac. Glicolico nanotech 70%) che apre la strada ad agenti depigmentanti (Arbutina nanotech, Ac. Cojico e Ac. Fitico e pool antiossidante). Sappiamo che l’idrochinone è da tempo vietato nelle preparazioni commerciali dermo-cosmetiche topiche. Il suo principale precursore è l’Arbutina (Idrochinone glucoside), inibitore naturale della tirosinasi. L’acido Cojico interviene sul meccanismo della melanogenesi, ostacolando l’attività dell’enzima tirosinasi che controlla la conversione della tirosina in melanina. L’acido fitico ha la stessa attività dell’acido cojico, ma agisce più lentamente e in profondità. Il pool di antiossidanti (le vitamine sopracitate) rallentano la reazione di trasformazione della tirosina in melanina tramite la forte capacità di legare ossigeno, elemento indi-

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spensabile al processo di reazione tramite la tirosinasi. Una piccola citazione merita anche un’altra molecola aggiuntasi recentemente alla famiglia dei nanopeeling: l’acido mandelico. Sappiamo che dalla mandorla si estrae per idrolisi un alfa-idrossiacido, appunto l’acido mandelico. Da un punto di vista chimico, l’acido mandelico ha un p.m. molto elevato, così come un ingombro sterico molto rilevante, ha una struttura chimica simile a molti antibiotici, è totalmente privo di tossicità per l’uomo. Da un punto di vista clinico, il peeling con acido mandelico si caratterizza da mancanza di irritazioni ed eritemi evidenti. Si utilizza tranquillamente anche su pelli scure e si può eseguire senza rischi in tutte le stagioni. La composizione di questo nanopeeling prevede acido mandelico, acido lattico, acido fitico. L’acido mandelico ha un’azione esfoliante e antiaging, favorisce il passaggio transcutaneo di sostanze farmacologicamente e cosme-

tologicamente attive. È attivo nelle pelli impure a tendenza acneica e coadiuvante nell’acne a varia eziologia, anche quella papulopustolosa. PROTOCOLLO D’UTILIZZO

Il protocollo d’uso di questi nuovi peeling è semplice e pressoché sovrapponibile ad altri peeling. Normalmente, eseguo un’attenta anamnesi del paziente, documento fotograficamente il problema dermo-estetico per cui il paziente è giunto alla mia attenzione e gli sottopongo un consenso informato scritto. Prima di eseguire il peeling, detergo accuratamente la cute del paziente utilizzando uno sgrossamento più profondo in caso di pelli acneiche o francamente seborroiche. Utilizzo un pennello a ventaglio o a “lingua di gatto” a seconda delle zone da trattare e distendo uniformemente il nanopeeling: dopo alcuni minuti, in genere, s’inizierà a vedere un eritema diffuso e uniforme che deve essere considerato un po’ l’end-point di

questo peeling e con la sua soluzione tampone ne blocco l’azione. Applico poi una maschera idratante sul viso della paziente, che raccomanderò di proseguire a domicilio insieme ad adeguata fotoprotezione. Normalmente, a distanza di circa 15 giorni è possibile ripetere il peeling. Il numero delle sedute varierà a seconda della problematica dermo-estetica del paziente. Nel caso di nanopeeling al mandelico su acne papulo-pustolosa, può accadere che si verifichi durante la seduta l’apertura di alcune papulo-pustole con piccolo gemizio di materiale purulento e sangue: al termine del peeling, se ciò è accaduto applico localmente, con un cotton-fioc sterile, dello iodio povidone sulle lesioni aperte. Dopo le ottime impressioni destatemi da questi nuovi nanopeeling, attendiamo altri sviluppi in tal senso, magari con sostanze ad azione più profonda (TCA, Ac. Piruvico), ampliando così ulteriormente l’interessante campo delle nano█ tecnologie in estetica. corsi teorico pratici

PEELINGS CHIMICI DI SUPERFICIE, MEDI E PROFONDI base e PEELINGS CHIMICI avanzato Obiettivi del corso Lo scopo del corso è dare una corretta conoscenza dello stato dell’arte nel campo dei peelings chimici, con una completa ma non noiosa illustrazione degli agenti a nostra disposizione, con le indicazioni terapeutiche, le modalità di utilizzo e i possibili eventi avversi. Non abbiamo dimenticato la parte pratica che, in questo corso base, riteniamo debba essere svolto sulle modelle dai docenti per permettere ai colleghi di osservare i momenti dell’esecuzione di un peeling chimico, tutti parimenti importanti per un risultato terapeutico ottimale. La mission del corso è fare in modo che il discente sia in grado di iniziare immediatamente a praticare i peelings chimici nel suo ambulatorio. DOCENTI: DATE DEI CORSI: DURATA: ECM:

Dr. Giuseppe Maria Izzo Dr.ssa Paola Tarantino I livello - base • 25-26 settembre 2010 II livello - avanzato • 6 novembre 2010 1 stage di 12 ore + 1 stage di 8 ore 12 crediti base e 11 crediti avanzato

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CONGRESSO SIES

Congresso Internazionale SIES 2010

Resoconto del Congresso 26-27-28 febbraio 2010 - Bologna

13° Congresso Internazionale di Medicina Estetica 9° Simposio internazionale di Chirurgia Estetica

Maurizio Priori

La carica dei 2000 Potevamo stupirli con effetti speciali; ma noi siamo scienza, non fantascienza. Così i circa duemila medici ici che hanno partecipato al 13° Congresso Internazionale SIES hanno lasciato i saloni dell’Hotel Centergross di Bologna portando con loro la certezza di aver partecipato a un evento unico, un ulteriore, decisivo passo sulla strada della professionalità in Medicina e Chirurgia Estetica. Tre giorni intensi, durante i quali i colleghi giunti a Bologna hanno potuto approfondire (o in certi casi conoscere) tutte le tematiche più importanti nel nostro settore. Difficile stilare un bilancio esaustivo: lascio il compito agli amici medici che, nelle pagine successive, vivisezioneranno le aree di loro pertinenza. Per quanto mi riguarda, vorrei ringraziare tutti i partecipanti (medici, aziende, giornalisti) perché è grazie a loro che il nostro appuntamento annuale è assurto a livello di occasione “da non perdere”. Un grazie particolare, se permettete, vorrei rivolgerlo ai nostri relatori, coinvolgendo nel simbolico abbraccio anche tutti quei medici che siamo stati costretti a escludere. Già, perché non bastano tre giorni di dibattito e quattro aule a disposizione per… esaurire quanto i nostri iscritti hanno da condividere con i colleghi. A loro – a chi non ha avuto la possibilità di salire in cattedra – e a tutti, do appuntamento all’edizione 2011. Perché è vero che siamo scienza e non fantascienza, ma stiamo cercando il modo di portare alla ribalta tutti i medici che hanno qualcosa da insegnarci. Noi siamo già al lavoro: ancora una volta, potete scommetterci, non vi deluderemo…

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Crescenzo Di Donato

È nata la Medicina del Benessere aiuDottor Di Donato, dal suo osservatorio privilegiato, in qualità di direttore della Scuola di Bologna,Bcome ologngiu0 io 201 dica l’evoluzione della Medicina Estetica? a r b b e “Attualmente ci si orienta verso la definizione di Medicina del Benessere proprio 6 meglio del -28 Fdefinire ilssruolo -27 i 2 per gre nla o medico in tutto ciò che riguarda sia l’estetica sia l’immagine. La Medicina Estetica è sicuramente branca che C o Centr TERGROSS evolve con maggiore rapidità e l’interesse da parte dei media lo dimostra”. CEN Durante il Congresso, lei ha presieduto una sessione dedicata alla Biostimolazione: quali novità sono emerse? “Esiste la possibilità, avvalendosi di metodiche innovative in associazione tra loro, di mantenere un buon trofismo cutaneo anche dopo gli “anta”. L’impegno è quello di formare una classe di medici edotta su queste metodiche, che a mio avviso rappresentano il futuro della Medicina Estetica”. Azzardiamo un pronostico: quale sarà la prossima frontiera della Medicina Estetica? “L’utilizzo di metodiche e coscienza individuale di medici e pazienti, per essere in armonia con se stessi e gli altri anche nella terza età. L’obbiettivo è quello di essere piacevoli sempre…”. 54

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Paola Rosalba Russo

Ringiovanimento a portata di mano Dottoressa Russo, a che punto è lo sfruttamento della tossina botulinica? “Siamo molto avanti, ma di sicuro non siamo ancora giunti al termine! Da parte nostra, stiamo cercando di affinare sempre di più la tecnica e mai come in quest’ultima edizione del SIES si è posto l’accento sull’esigenza di uno studio approfondito della mimica del paziente, nel tentativo di trasmettere l’importanza che ha la personalizzazione del metodo e l’osservazione. Così mai come in quest’ultima edizione del Congresso si è respirata aria di novità da parte della ricerca scientifica internazionale riguardo la tossina”. Quali le novità nel campo di Filler e tossina? “Le novità maggiori risiedono innanzitutto nel perfezionamento della tecnica: l’avvento nella nostra pratica medico-estetica delle micro cannule ci può finalmente far pensare a un rimodellamento globale del volto (con il nostro compagno di sempre, l’acido ialuronico) sempre più raffinato e meno traumatizzante per il paziente, ma anche attraverso l’introduzione sul mercato di nuovi prodotti di origine tutta nuova come l’alginato”. Il ringiovanimento è un’illusione oppure è un concetto da perseguire con fede? “Non è affatto un’illusione, è un obbiettivo che va perseguito con fede, con determinazione e con il buon senso di sempre. Abbiamo a disposizione molto, adesso: si va dai fillers completamente riassorbili alla btx e ai bioristrutturanti, dal prp all’impianto autologo di grasso e alle innumerevoli e sofisticate apparecchiature per la stimolazione della collageno-genesi: ci siamo inventati tutto questo, sarebbe impossibile non crederci!”.

Paola Molinari

Parola d’ordine: sicurezza ed efficacia Dottoressa Molinari, a che punto sono le tecniche di fotoringiovanimento? “La fotonica e l’optoelettronica hanno fatto passi da gigante, ed è naturale aspettarsi che anche le applicazioni nel nostro campo continuino a svilupparsi con le nuove sorgenti di radiazione. Già oggi danno risultati sorprendenti. Personalmente trovo molto interessante la possibilità di utilizzare queste tecniche anche associate con applicazioni medico-estetiche e chirurgiche diverse. Gli effetti dei trattamenti combinati superano di gran lunga i risultati di quelli eseguiti singolarmente”. Qual è la cosa che l’ha colpita maggiormente, del 13° Congresso SIES? “Ho trovato il Congresso un’occasione di confronto davvero stimolante: sempre meno comunicazioni sponsorizzate, sempre più relazioni scientifiche, con spunti interessanti per approfondire tecniche nuove. Ha avuto molto successo la scelta di organizzare le sessioni chirurgiche sotto forma di tavole rotonde, con presentazione e discussione di casi clinici: credo che sia un’esperienza da riproporre nelle prossime edizioni. Nel merito degli interventi, mi hanno colpito i passi avanti nel rendere le varie tecniche sempre più sicure ed efficaci”. I pazienti, secondo lei, hanno “rotto il ghiaccio” nei confronti di Medicina e Chirurgia Estetica, oppure esistono ancora pregiudizi? “Sì, mi pare che ci sia stato... il disgelo. Alla curiosità a cui assistevamo già da tempo, si è ora aggiunta la voglia di sperimentare, e - direi - una decisa fiducia. Credo che possiamo fare molto per consolidare questa tendenza: fare proposte misurate, contemperare gli obbiettivi estetici con quelli di salute e benessere generale, evitare le sperimentazioni azzardate a favore di tecniche più solide”.

Elena Fasola

Abbiamo sconfitto la perplessità Dottoressa Fasola, possiamo affermare che la Ginecologia Estetica è ormai parte integrante della Medicina Estetica? Est tic ? “Sì, nel senso che incuriosendo moltissimo medici e pazienti, ormai possiamo dire che la Ginecologia Estetica è una realtà. Vorrei sottolineare che, rispetto all’anno scorso, durante le sessioni dedicate all’argomento, ho notato meno… perplessità e più richieste d’informazioni. Anche i ginecologi si interessano tanto da richiedere dei corsi di formazione a tema”. Negli ultimi dodici mesi, ovvero – in cifra tonda – dal Congresso 2009 all’edizione 2010, ha registrato un aumento di pazienti interessate al ringiovanimento degli organi genitali? “Personalmente ho notato un aumento significativo delle richieste, anche se va aggiunto che non sempre si arriva al trattamento vero e proprio: come in ogni ambito non sempre è possibile dare l’indicazione”. Che cosa si aspetta, nel futuro prossimo, da Medicina e Chirurgia Estetica? “Mi aspetto quello che si aspettano tutti i medici: una ricerca libera e approfondita al posto di una ricerca sommaria. Servono buona volontà e perseveranza, anche per svincolare la ricerca stessa dagli interessi commerciali. Le cose, da questo punto di vista, vanno già bene; la mia speranza è che possano andare addirittura meglio. Le premesse ci sono”. 55

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Alessandro Frullini

La prevenzione è la nostra migliore alleata Dottor Frullini, può spiegarci – in breve… – l’importanza della Flebologia in Medicina Estetica? “Oggigiorno i nostri pazienti ci chiedono sempre di più una flebologia che, oltre a essere mini-invasiva, porti a un risultato esteticamente valido. Ciò è valido sia per il sesso femminile sia per quello maschile, sempre più attento a questi aspetti del trattamento”. Vista con gli occhi del paziente, la Flebologia oggi è vissuta più dal punto di vista puramente medico-funzionale o da quello estetico? “Fortunatamente il concetto di prevenzione è sempre più presente e il trattamento delle varici si fa oggi per una risolvere una fastidiosa sintomatologia o per evitare una complicanza. Detto questo, sono comunque ancora molti i pazienti che si rivolgono ai flebologi principalmente per l’inestetismo creato dalle vene varicose”. Qual è stata la novità più importante scaturita dal 13° Congresso SIES? “Nell’ambito flebo logico, i progressi di questi ultimi anni sono stati moltissimi, in particolare l’introduzione della schiuma sclerosante. Grazie a questa, oggi è possibile trattare la maggior parte delle varici senza più ricorrere all’intervento chirurgico”. OSPITI INTERNAZIONALI Benslimane Fadh (MA) Braccini Frederic (F) Dalle Claude (F) Deprez Philippe (E) Di Blasi Saverio (YV)

Lorkowska Precht Marzena (PL) Paraskevas Antoine (GR) Pinta Hector Gustavo (RA) Santos Clara (BR) Stan Constantin (R) Trevidic Patrick (F)

Alessio Redaelli

La stimolazione fibroblastica è un cardine Dottor Redaelli, come sintetizzerebbe l’importanza della Medicina Rigenerativa PRP, di cui si è discusso durante il 13° Congresso SIES? “La medicina rigenerativa è un campo della medicina estetica e antiaging in grande ascesa. Infatti da molto tempo il plasma ricco di piastrine (PRP) viene utilizzato in numerose branche mediche e chirurgiche, dall’odontoiatria all’ortopedia, ma da poco viene utilizzato anche nella medicina estetica vera e propria. La stimolazione fibroblastica sembra essere un cardine della medicina rigenerativa e in tutti quei pazienti dove i fibroblasti sono spenti, dove serve una stimolazione intensa, le piastrine sono alla base del processo rigenerativo, con risultati a volte inaspettati. È in uscita sul Journal of Drugs in Dermatology (JDD) un mio articolo scientifico che chiarisce i risultati ottenuti in una serie continua di volontari sottoposti a tre rivitalizzazioni mensili. Invito tutti i colleghi ad andare a scaricare l’articolo per documentarsi sui risultati ottenuti. Come sempre, il Congresso SIES è all’avanguardia e la sessione scientifica che ho presieduto ha chiarito bene tutte le possibilità, nonché tutti gli aspetti medico-legali inerenti. Per non parlare in tutti i casi ove viene richiesta una guarigione dopo uno stimolo lesivo, come ad esempio dopo un laser frazionato. I tempi di guarigione dimezzano! Grande facilità, sicurezza completa, ottimi risultati!”. La novità più importante emersa durante la kermesse congressuale? “Vi sono state numerose novità. Tra queste, l’avvento di nuovi acidi ialuronici e l’utilizzo dell’anestesia anche nelle preparazioni commerciali di acido ialuronico, aggiungendola direttamente al gel, con una tecnica facile e fattibile da qualsiasi collega. Infine l’utilizzo delle cannule sottili (27G) in zone particolarmente difficili: ecco, sono queste a mio parere le novità di maggior interesse utilizzabili dai colleghi italiani. Vengono ridotti in modo convincente gli effetti collaterali cui siamo abituati, ematomi e gonfiore…”. a Bologn

2010

io e chiPer quale motivo quello con il Congresso SIES può essere definito un appuntamento da non perdere bramedici 8 Febper 2 7 rurghi estetici? 2 ssi 26 Congredisastrose “Molte cose mi legano a questo Congresso di fine inverno, anche se ricordo nevicateerealmente C ntroTERGROSS durante i lavori congressuali di qualche anno fa che ci misero a dura prova... L’importanza di questa kermesse CEN è molteplice. Partiamo dalla localizzazione geografica: Bologna è una località facilmente raggiungibile dal sud e dal nord d’Italia… La tempistica, a cavallo fra i congressi di Milano e Roma, interessante per tirare le somme dopo il primo e prima del terzo appuntamento congressuale… Ma queste sono tutte considerazioni personali. Il vero interesse sta nel fatto che col tempo il Congresso è cresciuto a dismisura, diventando realmente una possibilità di incontro reciproco importante nel mondo dell’estetica, ove trovare tutte le ditte, relazioni scientifiche importanti e qualche volta innovative, la possibilità di approfondire alcune tematiche con punti di vista spesso innovativi, come la visualizzazione delle tecniche mediante filmati, “inventata” qualche anno fa e oggi ancora interessante, la presenza in contemporanea della medicina e della chirurgia estetica, il grande interesse nella protezione di tutti i colleghi anche dal punto di vista medico-legale e assicurativo dei medici estetici. Insomma, un congresso dal quale sono tornato a casa arricchito. E credo che pure i miei colleghi la pensino come me”. 56

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Maurizio Cavallini

I grandi vantaggi della luce pulsata frazionata Dottor Cavallini, a che punto sono le tecniche anti-aging? “All’appuntamento SIES, ogni anno emerge il messaggio che le strategie antiaging si allargano sempre più, non solo per le importanti innovazione legate alle terapie locali cutanee, ma anche per i numerosi coinvolgimenti di inquadramento olistico. Mi riferisco al coinvolgimento ormonale (di cui in particolare si è parlato per l’invecchiamento maschile durante il congresso) e alle terapie sostitutive o integrative farmacologiche o fitoterapiche relative (vedi i fitoestrogeni), al ruolo fondamentale dell’attività sportiva nella modulazione dell’invecchiamento, alle possibilità nel campo alimentare e di integratori per via sistemica. In sostanza, emerge sempre di più il concetto che l’invecchiamento va studiato e trattato non solo intervenendo sulla pelle ma anche sul corpo, in modo integrale, per permettere di modulare al massimo il processo di invecchiamento. Inoltre le strategie diagnostiche legate alla possibilità di rendere oggettivi alcuni dati legati all’aging (diagnosi alimentare, dello stress radicalico e delle barriere antiossidanti, nonché fini meccanismi di diagnostica strumentale) permettono di offrire al medico una panoramica di inquadramento più precisa”. Quanto incide la menopausa sull’invecchiamento della cute femminile? “Il periodo della menopausa è un punto cruciale nell’invecchiamento della donna, perché in virtù di importanti variazioni ormonali legate in particolare alla caduta di produzione di estrogeni e al mantenimento dei bassi livelli di androgeni si instaurano una serie di modificazione che riguardano non solo la cute, ma anche gli annessi cutanei. Infatti la pelle appare più spenta, assottigliata e con perdita di tono ed elasticità in quanto si ha una progressiva disidratazione (e quindi pelle e mucose più secche), un assottigliamento dell’epidermide e una riduzione di attività secretiva dei fibroblasti che si traduce in una riduzione delle componenti proprie del derma (la donna perde nei primi anni postmenopausali sino al 30% di collagene, per esempio). Ma anche unghie e capelli (che diventano più fragili), peli (che in alcuni punti si riducono, come nell’area pubica, con una grossa valenza nella sfera sessuale, e in altri aumentano, come sul viso, in particolare su labbro superiore e mento), apparato ghiandolare sebaceo che riduce la sua produzione con effetti di ulteriore secchezza, comparsa di iperpigmentazioni cutanee più evidenti sul dorso delle mani, viso e decolleté (lentigo senili) completano il quadro legato ai sintomi cutanei menopausali. È quindi molto importante prendersi particolare cura della cute della donna in menopausa intervenendo sia sul versante cosmetologico sia sul versante medico estetico rivitalizzante e sul versante correttivo ormonale con una terapia sostitutiva, laddove sia possibile, attuato anche con fitoestrogeni che stanno riscuotendo sempre maggiori consensi per il loro effetto terapeutico con minori effetti collaterali rispetto al trattamento ormonale tradizionale”. La luce pulsata frazionata è una tecnica innovativa di supporto per combattere la battaglia contro l’invecchiamento cutaneo? “La luce pulsata frazionata è stata una delle novità presentate al Congresso con importante risonanza, vista l’originalità della nuova versione che permette di trattare gli stessi inestetismi cutanei con minor effetti collaterali e con possibilità di avvicinamento delle sedute di trattamento, dati appunto da un frazionamento del pacchetto di luce emessa dal manipolo di sorgente. La luce pulsata, infatti, è una delle terapie di foto ringiovanimento non ablativo che, avendo bassa incidenza di effetti collaterali (il più delle volte si traducono in un modesto eritema), presenta indubbi vantaggi nella capacità di fornire maggiore tono e rassodamento alla cute, del viso come del corpo o le aree dell’addome e dell’interno braccia”. BOARD SCIENTIFICO E ORGANIZZATIVO Priori Maurizio Barini Clelia Carrari Bruno Giacomo Cavallini Maurizio Cavezzi Attilio Ceccarelli Maurizio D’Angelo Domenico De Padova Maria Pia

Di Donato Crescenzo Molinari Paola Fasola Elena Palmieri Isabella Pia Frullini Alessandro, Pelliccia Roberto Fundarò Salvatore Piero Redaelli Alessio Gallucci Marco Rigo Clara Gennai Alessandro Rocchi Pier Giovanni Ingallina Fabio Russo Paola Rosalba a Izzo Giuseppe Maria Tessari Lorenzo Lerro Federica Marini Fabio SEGRETERIA CONGRESSUALE ES SSUALE

VALET srl Tel.: +39 051 63.88.334 3 34 www.valet.it congresso@valet.it

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video live demonstration

VISO|COLLO|MANI Sheraton Conference Center - Bologna

27 novembre 2010

Segreteria Organizzativa

Segreteria Scientifica

SIES SocietàL’AMBULA Italiana ’AMBULATORI ORIO di Medicina e Chirurgia Estetica 58 MEDICO www.sies.net - informazioni@sies.net

CPMA - VALET Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna Tel. + 39 051 63 88 334 Fax +39 051 326 840 www.valet.it - congresso@valet.it


DEVICE CON CAVITAZIONE E RADIOFREQUENZA TRIPOLARE: SINERGIA NEL TRATTAMENTO DELLE ADIPOSITÀ LOCALIZZATE E DEL RILASSAMENTO CUTANEO

Medicina Estetica

di Giovanni Benfenati Medico Chirurgo Medicina Estetica Omotossicologia - Bologna

Un’associazione di tecniche che permette di intervenire sulle aree di grasso sottocutaneo, riducendo i volumi e aumentando il tono tissutale, con trattamenti efficaci, non invasivi, non dolorosi e privi di effetti collaterali

imodellare il tessuto adiposo R superficiale, ottenendo nel contempo una tonificazione dei tessuti sottocutanei, in maniera non invasiva, è un obiettivo sempre più ricercato, in base anche alle richieste frequenti di correzione di tali inestetismi mediante trattamenti poco o per nulla invasivi. Il device DUAL-FX della Seltec Medical permette di avere a disposizione, con un conveniente rapporto qualità/prezzo, una combinazione di strumenti utili ad affrontare alcuni dei più diffusi inestetismi che si presentano negli ambulatori dei medici estetici.

Il manipolo a ultrasuoni a bassa frequenza (40 kHz, 0-5 W/cm2, diametro 50 mm, livelli di energia e frequenza regolabili) si applica sulle zone di adiposità localizzata (esclusi viso, collo e mammelle), previa distribuzione di gel conduttivo, plicando e trattando parallelamente al piano cutaneo. Gli effetti degli ultrasuoni sui tessuti biologici sono micromeccanici, termici, chimici, di cavitazione. Quest’ultimo, applicato nel campo della medicina estetica, definito come dermocavitazione, presuppone la formazione, nel liquido interstiziale del tessuto adiposo, di micro bolle che successivamente

Prima

Dopo 4 trattamenti

implodono, con danneggiamento degli adipociti (lipoclasia). Il manipolo a radiofrequenza tripolare, più focalizzata rispetto alla mono e bipolare, e a penetrazione variabile da parte dell’operatore (range 0.25MHz-10MHz, output max 450 J/cm2, livelli di energia regolabili e programmi preimpostati per le diverse zone corporee), si applica, con gel di conduzione, perpendicolarmente sulle zone da trattare. L’energia elettromagnetica della radiofrequenza modifica il campo elettrico della zona trattata, determinando una modificazione delle cariche elettriche e un movimento degli ioni. La naturale resistenza di qualsiasi tessuto al movimento degli elettroni cellulari determina calore (proporzionale all’impedenza, al passaggio di corrente e al tempo – legge di Ohm); sul tessuto adiposo (che presenta maggiore impedenza – circa 2000 0hm/cm, rispetto ai 600 ohm della cute e a 400 ohm degli organi interni) si produce il maggiore effetto termico, con incremento degli enzimi termosensibili. L’effetto termico attiva i fibroblasti, il rimodellamento del collagene e una migliore perfusione dell’unità tissutale.

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DEVICE CON CAVITAZIONE E RADIOFREQUENZA TRIPOLARE: SINERGIA NEL TRATTAMENTO DELLE ADIPOSITÀ LOCALIZZATE E DEL RILASSAMENTO CUTANEO

STUDIO SU UN CAMPIONE DI OTTO PAZIENTI

Un abbandono per gravidanza (una delle poche controindicazioni). Scelta delle pazienti (donne – età da 28 a 45 anni): dimorfismi da adiposità localizzate in sedi tipiche (addome, fianchi, regione sovra e subtrocanterica), con associata o meno PEFS. Valutazione delle pazienti: • anamnesi ed esame clinico obiettivo; • condizioni metaboliche e ormonali (es. laboratorio); • studio della composizione corporea (misurazioni distrettuali, BMI, impedenziometria, ecografia ipoderma); • fotografie.

ne ipodermica – ago 30G di 6 mm). Sono stati utilizzati preparati omotossicologici, drenanti e catalizzatori intermedi (Chelidonium Homaccord 1f + Lymphomyosot 1f + Coenzyme compositum 1f). L’infiltrazione ricerca un duplice effetto: lisi adipocitaria per effetto osmotico e aumento del danno da cavitazione. Linfodrenaggio consigliato nei giorni successivi. Drenaggio omotossicologico individualizzato (in linea di massima Lymphomyosot gtt ed Hepeel cp), in considerazione del rilascio di cataboliti e metaboliti adipocitari (per quanto recentemente siano state dimostrate essere non significative le variazioni dei profili lipemici post lipolisi epicutanea).

CONTROINDICAZIONI

Portatori di pacemaker (RF). Pregresse infiltrazioni con filler non riassorbibili. Gravidanza. IUD. Terapie in atto con retinoidi. Collagenopatie. Protesi metalliche. Gravi patologie cardiache, epatiche, renali

RISULTATI

Trattamento ogni 10 giorni (prevista una media di 10 sedute). Esame in ortostatismo, demarcando con matita le aree da trattare. Per ogni zona (programmi pre-impostati): 10 minuti RF + 15 minuti CAVIT + 5 minuti RF. Prime due sedute senza infiltrazioni. Successive sedute con infiltrazione precedente al trattamento (infiltrazio-

Dopo le prime cinque sedute, risultati positivi in tutte le 7 pazienti (già rilevati dopo i primi due trattamenti, eseguiti senza infiltrazioni). Diminuzione della circonferenza per-trocanterica, da 2 cm a 7 cm. Soggettivo e oggettivo miglioramento della tonicità tessutale delle zone trattate. Diminuzione di una o due taglie (elemento di notevole soddisfazione da parte delle pazienti). Peso, BMI e % FAT diminuiti nelle pazienti che hanno associato un programma dietetico. Nessun effetto collaterale degno di nota.

Prima

Dopo 4 trattamenti

PROTOCOLLO

CONCLUSIONI

Per quanto ancora parziali, i primi risultati confermano l’efficacia del trattamento, che si basa sull’utilizzo di onde ed energie per le quali numerosi studi hanno già verificato i riscontri biologici ultrastrutturali sui tessuti. Inoltre, positivi risultati sono stati registrati associando un protocollo di RF + Cavitazione al trattamento con infiltrazione di soluzioni adipocitolitiche, in corso in un altro gruppo di pazienti. Infine, nell’ambito dei trattamenti per il viso, collo e decolleté, l’utilizzo della RF, anche in associazione alla biostimolazione (con ac. jaluronico o preparati omotossicologici), sta dimostrando una notevole efficacia nel miglioramento del tono cutaneo, in alcuni casi fino a un “effetto lifting” di immediato rilievo dopo le prime sedute. Quando si amplia la gamma dei trattamenti in un ambulatorio di medicina estetica, utilizzando un device elettromedicale, il fondamentale riscontro di risultati e soddisfazione da parte dei pazienti va pragmaticamente di pari passo a un programma di ammortamento dell’investimento; più rapidamente realizzabile in considerazione della crescente richiesta di intervenire su inestetismi per i quali CAVITAZIONE e RADIOFREQUENZA singolarmente, in associazione fra loro o con altri trattamenti, si stanno affermando per la █ non invasività ed efficacia. PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Giovanni Benfenati giovanni.benfenati@tiscali.it

PER INFORMAZIONI: SELTEC M E DICAL SRL

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Caratteristiche generali Alimentazione: 220 V Dimensioni: 35x40x35 cm Peso: 23 Kg

Cavitazione Frequenza: 30 Khz Potenza: regolabile da 1 a 6 W per cm2 Impulsi: regolabili da 1.000 a 5.000 millisecondi

Radiofrequenza tripolare Frequenza: regolabile da 1 a 40 Mhz Potenza: regolabile da 1 a 400 W/cm2

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Medicina Estetica

di Roberto Pelliccia Medico Estetico - Roma

INTEGRAZIONE DELLE TECNICHE AMBULATORIALI CON UNA MIRATA TERAPIA DOMICILIARE

Le tecniche professionali per la correzione degli inestetismi del volto necessitano di un adeguato trattamento complementare domiciliare. Questo nuovo Protocollo vuole proporre una valida integrazione ai nostri trattamenti ambulatoriali e tecniche della medicina estetiL ca proliferano e offrono sempre più mezzi al medico per contrastare e trattare i vari inestetismi del volto. Peelings, fillers, biostimolazione e bioristrutturazione, tossina botulinica, laser e tutte le nuove tendenze indirizzate a sfruttare sostanze autologhe come il grasso e i fattori di crescita, possono ben integrarsi fra loro, ma reputo importante la creazione di una terapia post trattamento e domiciliare correlate fra loro e di integrazione e mantenimento delle pratiche professionali ambulatoriali. Ritengo fondamentale, dopo aver stimolato con le varie metodiche una risposta di stimolazione del Prima

Dopo

fibroblasto a differenziarsi in senso ripartivo o rigenerativo, ottimizzare la matrice dermica e fornire i substrati e i precursori da utilizzare per un’idonea ricostituzione del complesso dermo–epidermico. Il peeling, sia esso tenuto in superficie o spinto a livello medio, induce lo stimolo a un ricambio cellulare a livello dermo-epidermico e si giova quindi dell’esfoliazione e dell’attivazione della componente cellulare matriciale per la correzione degli inestetismi più superficiali della superficie cutanea. Anche la fissurazione epidermica che otteniamo con la rottura dei legami dello strato corneo va sfruttato per favorire la penetrazione delle sostanze metabolizzabili dalla componente cellulare del derma. La biostimolazione e la bioristrutturazione intese come reale stimolo verso i recettori dei fibroblasti: cd 44 nella biostimolazione o cd 39 e cd 40 nella bioristrutturazione, ottenuto con micro frammenti di matrice o fattori di crescita in sinergia con precursori e ottimizzazione del ph della matrice in senso fisiologico nella biostimolazione o con la sua acidificazione nella bioristrutturazione, necessitano comunque di una terapia domiciliare idonea per prolungare e potenziare la pratica professionale ambulatoriale. Analogo discorso può essere allargato

alle terapie laser, specialmente se ablative, nel cui follow up ritengo fondamentale fornire al tessuto stressato e danneggiato fattori che ne facilitino e potenzino la riparazione successiva, che è il fine proprio del trattamento. Anche il trattamento di correzione delle rughe del terzo superiore del volto, ottenuto con micro iniezioni di unità di tossina botulinica, offrirà maggiore soddisfazione al medico e maggiore compliance al paziente se la metodica - anziché rimanere atto isolato fine a se stesso - può usufruire di un trattamento domiciliare parallelo che ottimizza, potenzia e mantiene gli effetti positivi. Sicuramente anche la tecnica correttiva degli inestetismi del volto ottenuta con filler riassorbibili, principalmente l’ acido ialuronico, otterrà un’ottimizzazione e incremento della durata del risultato se effettuata in un derma ottimizzato, idratato e normalizzato per quanto riguarda fattori negativi scatenanti l’induzione dell’attivazione delle Metalloproteinasi o della produzione di radicali liberi in eccesso, causa di danno da stress ossidativo. Già in passato, parlando di terapie integrate con la tecnica del soft peeling con acido mandelico in sinergia con sostanze attive come l’acido citrico, chelanti dei metalli, l’acido piruvico, l’acido azelaico, l’acido salicilico, il TCA,

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INTEGRAZIONE DELLE TECNICHE AMBULATORIALI CON UNA MIRATA TERAPIA DOMICILIARE abbiamo evidenziato l’importanza dell’abbinamento della terapia domiciliare con sostanze idratanti, antiossidanti, macrocystis e sanguisorba come fattori di inibizione dell’induzione della MMs, Opuntia fragilis per l’aumento delle HSP (heat stress protein) e di acido mandelico in forma di gel per uso domiciliare, sempre in sinergia con antiossidanti e inibitori delle MMs ed è stata dimostrata anche con tecniche strumentali il miglioramento e l’ottimizzazione della texture cutanea e del grado di normalizzazione del sebo e del grado di idratazione del complesso dermo-epidermico delle regioni trattate. Dopo queste esperienze si è pensato di creare un protocollo professionale e domiciliare che possa integrarsi con la maggior parte delle metodiche professionali, da mettere in atto subito dopo il trattamento e che possa essere continuato a domicilio dal paziente come base o come integrazione ai trattamenti dermo-cosmetici in atto. Questo protocollo, che è stato anche ulteriormente testato in modo autonomo, con materiale fornito dalla World Dermatologic Research srl di Roma (Linea Micro Yal) presso l’UUSS di Roma nel dipartimento di chimica, ha ottenuto il riconoscimento di “Dermatologicamente tePrima

Dopo

stato“ e nel report dell’Università non sono stati riportate reazioni locali o generali nell’immediato o a distanza dai test praticati. La base delle formulazioni è costituita da un composto brevettato di acido ialuronico a bassa concentrazione e a Peso Molecolare differenziato, disidratato e protetto da un film lipidico che ne blocca la reidratazione e il richiamo di acqua prima della penetrazione transcutanea, penetrazione e reidratazione garantita dalla microtecnologia del preparato e documentata con microscopia elettronica. La componente a più basso PM è indirizzata verso una selettività specifica dei recettori CD 44 dei fibroblasti, mentre la componente a più alto PM garantisce azione antiossidante e richiamo di acqua e, proprio per la bassa concentrazione, non induce rilascio di eccesso di frammenti che indurrebbero attivazione delle MMs. Oltre alla componente formata da frammenti di Acido Ialuronico, nella formulazione sono stati introdotti dei gruppi di componenti quali antiossidanti, idratanti, metabolizzanti, chelanti, vitamine e altro, secondo l’indicazione del singolo prodotto. Il preparato “Professional”, come base comune a tutta la gamma, contiene un pool di aminoacidi precursori dei componenti della matrice dermica: Valina, Leucina, Isoleucina, Lisina (precursore elastina), Istidina (per aumentare il potere protettivo dell’acido urocanico), Glucosamina (Aminozucchero precursore dell’acido ialuronico) e in particolare, solo nel Professional, la Cisteina, importante per la sua capacità inibitrice delle MMs e il suo potere chelante specialmente verso il Ferro allo stato ionico. La formulazione domiciliare dedicata a volto, decolleté e mani (Face), ricalca a minor concentrazione e senza cisteina la formula Professional ma è dermocosmeticamente più idonea a un uso quotidiano nell’intervallo dei trattamenti, quindi nel post peeling, post biostimolazione o

bioristrutturazione, nel post laser o dopo filler riassorbibili. Si sono ottenuti buoni risultati anche come trattamento autonomo o nei periodi di pausa fra un ciclo di trattamento e l’altro. La formulazione dedicata al trattamento della regione perioculare (Eye), peculiare per le sue caratteristiche anatomiche e per la sua particolare sottigliezza dello strato dermo-epidermico, si caratterizza per la presenza, oltre a quanto sopra descritto, di sostanze capillaro protettrici, drenanti e antiedemigene, tutte di derivazione naturale, in associazione a tensori specifici per il collagene e l’elastina. Trova particolare impiego sia come trattamento autonomo della regione perioculare, sia come potenziamento e mantenimento post trattamenti con tossina botulinica. I risultati ottenuti testimoniati dai numerosi pazienti trattati, rafforzati dal consenso ricevuto da colleghi che hanno già avuto modo di utilizzare il protocollo anche in associazione a tecniche di veicolazione transdermica, e che ringrazio, mi fanno affermare che forse mancava un protocollo così articolato per potenziare e mantenere i risultati ottenuti con le metodiche della nostra quoti█ diana attività ambulatoriale.

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MASSAGGIO

di Andrea Tomasoni Coordinatore Scuola di Tecniche del Massaggio CEDA - VALET, Bologna

imodellare Sempre più spesso R si parla di medicina integrata proponendo protocolli che integrano le istanze delle differenti scuole mediche e, quando la qualità degli operatori è di buon livello, i risultati non tardano a venire. Vorrei quindi proporvi un protocollo di massoterapia integrata in un caso di riabilitazione ortopedica. Posto che tutte le attività fisioterapiche sono di esclusiva competenza del fisioterapista, che sulla base delle indicazioni del medico fisiatra produrrà l’idoneo protocollo, vediamo in quale modo può inserirsi l’attività di un operatore bioenergetico. Prendendo come esempio un caso di chirurgia ortopedica di protesi totale di anca destra di soggetto femminile di 80 anni, verifichiamo come le fasi di attività siano sostanzialmente tre: 1) la fase pre-operatoria; 2) la fase post-operatoria; 3) la fase degli esiti. La fase pre-operatoria

Algia e incapacità funzionale, uniti a frequenti casi di flebo-linfedema dell’area peri-trocanterica, caratterizzano questo momento, suggerendoci di concentrare l’attenzione sull’aspetto edemigeno e decidendo quindi per l’applicazione di alcune sedute di linfodrenaggio manuale. La componente algica può essere mitigata con l’applicazione di tecniche riflessogene quali la riflessologia plantare, lo shiatsu

Come inserire il massaggio in un protocollo di riabilitazione post chirurgia ortopedica o alcune manovre del massaggio ayurvedico; quale protocollo scegliere per queste metodiche dipende dal singolare status energetico del soggetto. La fase post-operatoria

Con l’inizio dell’attività fisioterapica in 1ª/2ª giornata post-operatoria, si comincia un ciclo di 8/10 sedute di linfodrenaggio manuale da praticarsi sopra i supporti anti-trombo, con particolare attenzione alla fase respiratoria diaframmatica e al trattamento delle aree linfatiche iliache, pubiche e inguinali (superficiali e profonde). Metodiche quali il massaggio connettivale e/o la riflessologia metamerica, in questa fase produrranno un’importante azione sui metameri, dinamizzando la ripresa delle afferenze neurologiche e, tramite l’azione diretta sulle fibre del derma, una più rapida normalizzazione dei tessuti. Anche in questa fase, l’uso delle metodiche bioenergetiche già citate contribuirà alla riduzione del dolore. La fase degli esiti

Quando l’attività fisioterapica avrà permesso al paziente di riprendere la deambulazione con supporti anti-brachiali, sarà necessario introdurre tecniche di massaggio che agiscano in modo specifico sulle strutture muscolo-tendinee quali massaggio miofasciale, neuro-muscolare o trasversale profondo (per

citarne alcune), integrando il lavoro del fisioterapista e/o kinesiologo volto alla ripresa della massa muscolare e al miglioramento delle attività propriocettive. Le tecniche riflessogene in questa specifica fase sono insostituibili in ragione dell’attività da esse svolte sulle strutture neuro-muscolari. Tutto quanto proposto, non solo non si contrappone all’attività fisioterapica, ma vi si innesta integrandola senza un particolare aggravio dei costi. Chiaramente la competenza e la capacità professionale dell’operatore saranno elemento caratterizzante la qualità del trattamento, non meno della collaborazione tra le diverse figure che seguono il soggetto. Mi piace terminare questo piccolo

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MEDICO


corso teorico pratico MASSAGGIO RIFLESSOGENO LINFODRENANTE Obiettivi del corso Chi opera nel mondo della massoterapia sa quanto frequente sia la necessità di utilizzare una tecnica di dinamizzazione del sistema linfatico; non a caso vanno affermandosi sempre più scuole di D.L.M. che a partire dai capiscuola Vodder e Smith si sono sviluppate integrando l’azione drenante della manualità con altri ausili. La metodica proposta in questo incontro unisce all’attività drenante delle manovre tipiche del D.L.M. l’azione dovuta alla stimolazione di punti riflessi.

esempio di possibile collaborazione professionale ricordando che il massaggio è un’attività percepita quasi sempre come piacevole, che stimola sentimenti quali l’abbandono e il conforto, aumentando l’efficacia e la velocità del processo █ riabilitativo.

DOCENTE: Sig. Andrea Tomasoni DATE DEL CORSO: 1-2-3 ottobre 2010 15-16-17 ottobre 2010 2 stages di 20 ore DURATA: RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CEDA VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

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Il programma dietetico globale S.D.M. segue scrupolosamente questi 5 imperativi: • Prescrivibile solo dal medico • Un periodo iniziale di dimagrimento attraverso una dieta a basso contenuto di zuccheri e lipidi che, sfruttando gli effetti fisiologici del consumo dei grassi di riserva, permette una dieta senza fame e senza l’uso di medicinali. • La protezione della massa muscolare, grazie ad un apporto di proteine preassimilabili. • Una corretta integrazione di micronutrienti. • Mantenimento dei risultati, grazie alla fase di transizione con un’appropriata rieducazione alimentare.

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