Numero 33

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n. 33 maggio-agosto 2011, anno XI - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati - non acquistabile in edicola - In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.

LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

n u m e r o

T R E N T A T R E

LA TERAPIA ENTERO-NUTRIZIONALE PROTEICA PER L’OBESITÀ (TENPO): UNA NUOVA ED EFFICACE STRATEGIA DI POTENZIAMENTO PER LA RIDUZIONE DEL PESO Onde d’urto extracorporee nel trattamento della lipodistrofia localizzata Massaggiatore capo bagnino stabilimenti idroterapici



LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Bitelli Piera, Carrari Bruno Giacomo, Cavezzi Attilio, Ceccarelli Maurizio, De Padova Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Frullini Alessandro, Fundarò Piero, Gennai Alessandro, Izzo Giuseppe Maria, Lucchini Giacomo, Motolese Pasquale, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Rigo Clara, Russo Rosalba, Sangiorgi Cellini Giuseppe, Tessari Lorenzo, Tomasoni Andrea.

NUMERO 33 MAGGIO - AGOSTO 11 ANNO XI

SOMMARIO

ARTICOLI

PAGINA

Rimodellamento del seno con Macrolane

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La terapia entero nutrizionale proteica per l’obesità (TENPO): una nuova ed efficace strategia di potenziamento per la riduzione del peso

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L’evoluzione del rimodellamento corporeo

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Cellu M6 endermolab e miniliposuzione nel rimodellamento del profilo corporeo

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Moderne metodiche nello sbiancamento dentale con laser a diodo A2G “Surgery 35” abbinate ai trattamenti estetici dei tessuti periorali

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Onde d’urto extracorporee nel trattamento della lipodistrofia localizzata

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La chirurgia del rimodellamento del profilo posteriore: gluteoplastica con protesi effetti della Propulsione di Ossigeno® nell’invecchiamento cutaneo

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Effetti della Propulsione di Ossigeno® nell’invecchiamento cutaneo

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Med Contour ultrasuono sicuro e certificato

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I LED e la biomodulazione: nuove proposte

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Efficacia della fotobiomodulazione LED abbinata a un gel con peptidi sui processi di involuzione menopausali della vulva

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Trattamento combinato tossina botulinica-fillers volumetrici del volto: il lifting medico del terzo superiore e medio del volto

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Massaggiatore capo bagnino stabilimenti idroterapici

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Rimodelamento estetico e funzionale della silhouette: Kavitron™, device per cavitazione con ultrasuoni a bassa frequenza

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Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, Angiologia e Flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e Chirurgia Estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: CPMA e C.E.D.A.

Una tecnica chirurgica semplice ed efficace per risolvere il problema delle orecchie prominenti

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Distribuzione: 140.000 copie

Hanno collaborato: Amore Emiliano Antonio, Amuso Domenico, Benfenati Giovanni, Bini Fiorella, Di Donato Crescenzo, Di Flaviano Ezio, Fasola Elena, Frullini Alessandro, Fundarò Salvatore, Gennai Alessandro, Giorgetti Amedeo, Ingallina Fabio, Izzo Luigi, Lerro Federica, Majani Aldo, Majani Ugo, Molinari Paola, Palmieri Isabella Pia, Priori Maurizio, Redaelli Alessio, Russo Paola Rosalba, Scarpa Carlotta, Scimè Ignazio, Terrani Salvatore, Tomasoni Andrea, Villani Vincenzo, Zappalà Carlo. Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it Stampa: Visual Project Srl È vietata la riproduzione, totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.

Diffusione Nazionale:

RUBRICHE e SPECIALI

PAGINA

Caos nel mondo della Medicina Estetica

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AFI Day 2011: la giornata della Flebologia

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Valet diventa Provider ECM

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Congresso Internazionale SIES 2011

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Rimodellamento del seno con MACROLANE

MEDICINA ESTETICA

Studio Gennai Chirurgia Estetica Responsabile: Alessandro Gennai Collaboratore: Luigi Izzo

La possibilità di rimodellare il seno senza ricorrere alla chirurgia costituisce una prospettiva allettante per la maggior parte della popolazione femminile: in molte ricerche statistiche, solo l’1% delle donne si dichiara disposta a sottoporsi a mastoplastica additiva con impianto di protesi, a fronte di un restante 99% che vorrebbe “fare qualcosa” per migliorare l’aspetto del proprio seno

li ultimi quattro anni hanno visto G la comparsa di metodiche alternative alle protesi, tali da garantire

risultati buoni con un’invasività minima: la lipostruttura del seno, sdoganata da numerose pubblicazioni scientifiche, e l’impianto di acido ialuronico, grazie allo studio di formulazioni ideate per il rimodellamento corporeo.

Acido ialuronico macromolecolare

Da un punto di vista chimico, l’acido ialuronico MACROLANE, impiegato nel rimodellamento del corpo, è identico alle molecole da anni utilizzate come filler nel volto; la formulazione per il corpo, tuttavia, processa la molecola in modo da conferirle una maggiore consistenza e ritardarne il riassorbimento: il riassorbimento è di circa il 100% a due anni dall’impianto, con variazioni legate a fattori individuali e alla tecnica d’impianto. L’impiego della tecnica a bolo, infatti, Paziente trattata con Macrolane a 1 mese, 6 mesi e 18 mesi dal trattamento

riducendo l’area del materiale esposta alla degradazione enzimatica, ne ritarda il riassorbimento, se paragonata alla tecnica multitunnel; inoltre, il bolo viene circondato da una struttura simil-capsulare, che costituisce un ulteriore ostacolo per l’azione della ialuronidasi. Il MACROLANE è disponibile in due formulazioni, distinte sulla base della capacità di ripristino volumetrico (VRF = Volume Restoring Factor), in siringhe preriempite da 10 e 20 ml di gel sterile. Indicazioni

L’indicazione principale all’impianto di MACROLANE è costituita da pazienti con ipoplasia/ipotrofia mammaria e/o ptosi mammaria di I grado e che: • rifiutino l’intervento chirurgico; • rifiutino l’impianto di protesi e non siano buone candidate per la lipostruttura; • siano attratte dalla reversibilità della procedura. Come detto in precedenza, è vastissimo il numero delle donne che vogliono migliorare il proprio seno senza ricorrere a interventi invasivi o protesi che costituiscano un “altro da sè”, estraneo. Tecnica

La procedura si pratica in ambulatorio in anestesia locale: infiltriamo una soluzione di carbocaina 2% con adrenalina 1: 400000. Pratichiamo una piccola (5mm) incisione al di sotto del solco inframammario e l’impianto avviene mediante can-

nula smussa da 2mm di diametro. Approcciamo prima il polo inferiore della mammella, utilizzando la formulazione VRF30. L’impianto avviene in sede retroghiandolare e impieghiamo la tecnica a bolo: in tal modo aumentiamo la proiezione del complesso areola-capezzolo, andando anche a correggere i gradi lievi di ptosi mammaria, qualora presenti. Come sopra accennato, il bolo di acido ialuronico espone una superficie inferiore all’azione degli enzimi di degradazione e mostra una più marcata predisposizione alla formazione di un sottile film capsulare che costituisce un’ulteriore barriera nei confronti della ialuronidasi e che stabilizza il materiale nell’appropriata sede di impianto, prevenendo il rischio di migrazione. Successivamente, il polo mammario superiore e il profilo vengono rimodellati e riempiti utilizzando la formulazione VRF20 e la tecnica multi-tunnel, per rimodellare efficacemente la mammella in tutta la sua superficie ed eliminare il rischio di palpabilità dell’impianto in presenza di tessuti di spessore ridotto, quale il polo superiore, privo di ghiandola; in tali zone l’impianto di acido ialuronico avviene in sede sottocutanea profonda. Chiudiamo l’accesso chirurgico con una comune sutura per strati e applichiamo una medicazione moderatamente compressiva per circa 48 ore. Alle pazienti viene raccomandato di evitare sforzi intensi per circa 48 ore e vengono prescritti antidolorifici e antibioticoprofilassi.

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Risultati

Dal 2008 al 2010, 120 pazienti sono state trattate con MACROLANE per il rimodellamento del seno; le quantità impiegate sono comprese in un range di 80-160cc per seno, con una mediana di 120cc (circa il 40% del volume impiantato come bolo, il 60% restante secondo la tecnica multi-tunnel). Ogni 12 mesi abbiamo effettuato delle sessioni di mantenimento, impiantando una quantità di circa il 50% rispetto al primo trattamento, reintegrando i volumi fisiologicamente riassorbiti. Alla RMN, infatti, il riassorbimento del materiale è stato di circa il 50% a un anno e del 100% a due anni. Un riassorbimento più ritardato è stato documentato nel polo inferiore, probabilmente legato alla formulazione VRF30 e all’impianto eseguito come bolo. Complicanze

Nell’immediato postoperatorio è possibile (70% circa) che la paziente accusi una sensazione di gonfiore, tensione o dolore al seno, la cui sintomatologia regredisce spontaneamente nel giro di circa 48-72 ore. Ad ogni modo, come già detto, prescriviamo un’appropriata terapia antalgica. Nei reimpianti successivi i sintomi sono abitualmente assenti: è pertanto probabile che siano dovuti all’effetto di “stiramento” dei tessuti, provocato dal volume impiantato, effetto presente in misura minore successivamente. Più rare (20% circa) sono le ecchimosi o gli ematomi, per la risoluzione dei quali prescriviamo alle pazienti una terapia eparinica topica. Non abbiamo riscontrato palpabilità o visibilità del materiale, verosimilmente per la deposizione del materiale secondo multi-tunnel nelle sedi più superficiali, in cui sia presente meno tessuto di copertura; di contro il bolo risulta retroghiandolare ed è apprezzabile esclusivamente alla palpazione profonda. Abbiamo avuto alcuni casi di fuoriuscita del

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Paziente con impianto di filler Macrolane prima (sopra) e dopo (sotto)

materiale dagli accessi chirurgici, trattata mediante lavaggio della ferita con soluzione antibiotica e nuova sutura, senza ulteriori complicazioni. Tali casi si sono verificati all’inizio della nostra esperienza e la loro incidenza si è azzerata con l’impiego di suture multistrato (impieghiamo un intrecciato riassorbibile per lo strato profondo e un monofilamento non riassorbibile, da rimuovere dopo circa dieci giorni, per lo strato superficiale); particolare attenzione va posta al momento della sutura nell’assicurarsi che i margini della ferita siano ripuliti dall’acido ialuronico, che potrebbe costituire un ostacolo a una guarigione nei tempi appropriati, facilitando in tal modo l’estrusione del materiale attraverso il locus minoris resistentiae. Conclusioni

L’acido ialuronico è un materiale da anni impiegato come iniettivo per il ripristino dei volumi del volto. La formulazione MACROLANE, studiata per i volumi del corpo, consente di rimodellare numerosi distretti che in precedenza avevano un’indicazione esclusivamente chirurgica. In particolare, l’impiego per il seno consente di ottenere risulta-

ti soddisfacenti per molte pazienti che non erano candidate alla chirurgia, per numerosi motivi: rifiuto di sottoporsi a un qualunque tipo di intervento chirurgico, rifiuto dell’impianto di protesi mammarie, scarsa disponibilità di tessuto adiposo per la lipostruttura del seno, desiderio di una procedura reversibile grazie alla riassorbibilità dell’acido ialuronico. La procedura è semplice, eseguita in anestesia locale e il risultato è immediatamente visibile. Non è richiesta convalescenza e la paziente può immediatamente riprendere le proprie attività. La Risonanza Magnetica documenta la presenza e la stabilità nella sede di impianto del materiale; scansioni seriate eseguite a intervalli temporali prestabiliti ci hanno consentito di seguire nel tempo il riassorbimento dell’acido ialuronico, che si completa in circa due anni dall’esecuzione dell’impianto. Per il mantenimento del risultato sono pertanto necessarie sedute di ritocco a cadenza annuale, impiantando una quantità pari a circa il 50% del volume iniziale; negli ultimi dodici mesi, tuttavia, è in aumento la richiesta di sessioni di mantenimento più ravvicinate (circa ogni sei mesi),


soddisfatte nella maggioranza dei casi e considerano come un importante vantaggio della procedura la possibilità di concordare con il chirurgo variazioni estemporanee del volume di impianto. Possiamo affermare pertanto che l’impianto di MACROLANE per il rimodellamento del seno costituisce una procedura sicura, efficace e di grande soddi█ sfazione per le pazienti. PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE Studio Gennai - Bologna Tel: +39 051 64.94.945 agennai@gennaichirurgia.it www.gennaichirurgia.it

Paziente con impianto di filler Macrolane prima (sopra) e dopo (sotto)

con una riduzione proporzionale del materiale utilizzato. Le complicanze più frequenti (edema, sensazione di tensione, dolorabilità in circa il 70% dei casi) sono di lieve entità, autori-

solventisi, facilmente controllate da un’appropriata terapia antalgica/antiedemigena blanda. Non abbiamo riscontrato complicanze maggiori. Le pazienti sono soddisfatte o molto

PER INFORMAZIONI: Q-Med Ict Srl Via Mario Borsa, 9 26845 Codogno (LO) Tel.: (+39) 0377 43.60.91 www.q-med.com

Q-Med ICT srl • Via Mario Borsa 11 • 26845 Codogno (LO) Tel. 0377 43 60 91 • www.macrolane.it

Macrolane is a trademark of Q-Med AB.

MODELLARE IL CORPO SENZA CHIRURGIA

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MEDICINA ESTETICA

di Amedeo Giorgetti Medico Chirurgo Specialista in Scienza dell’Alimentazione Prof. a.c. Università di Camerino Centro Obesità Villa dei Pini Civitanova Marche (MC) e Camillo Ezio Di Flaviano Medico Chirurgo, Psicoterapeuta Specialista in Scienza dell’Alimentazione, Responsabile Centro Riabilitazione Nutrizionale Casa di Cura Villa Pini Chieti

obesità è una malattia cronica L a eziologia multifattoriale: fattori genetici, ambientali e individuali

concorrono a determinare un’alterazione del bilancio tra introito calorico e dispendio energetico, con il conseguente accumulo di tessuto adiposo in eccesso e lo sviluppo di una serie di malattie metaboliche e cardiovascolari associate. La difficoltà maggiore consiste nel convincere quei pazienti obesi che mostrano una resistenza culturale, emotiva o psicologica rispetto ad un cambiamento radicale delle errate abitudini di vita, supportandoli con una serie di colloqui motivazionali mirati. Le linee guida internazionali concordano nel raccomandare diete moderatamente ipocaloriche e bilanciate nella composizione dei nutrienti. Una tale approccio se associato ad incremento della attività fisica (almeno 30 minuti al giorno per 5 giorni a settimana) e a strategie comportamentali, risulta efficaci ma determina, nella maggior parte dei pazienti, una modesta riduzione del peso (8/10%). La maggior parte degli studi dimostra inoltre una tendenza al recupero del peso già dopo 12-24 mesi. Molti ritengono che i modesti risultati ottenuti, contrapposti alle aspettative spesso irrealistiche dei pazienti obesi, siano il motivo principale delle ricadute e i più recenti studi osservazionali

LA TERAPIA ENTERO NUTRIZIONALE PROTEICA PER L’OBESITÀ (TENPO): UNA NUOVA ED EFFICACE STRATEGIA DI POTENZIAMENTO PER LA RIDUZIONE DEL PESO sembrerebbero dimostrare che una cospicua perdita di peso durante le prime 4 settimane di trattamento sia predittiva del successo a medio termine, perché tiene alta la motivazione del paziente e quindi l’aderenza al programma di cambiamento dello stile di vita (l’unica strategia efficace nel tempo). Diverse strategie di potenziamento nella riduzione del peso sono state proposte. In passato il ricorso alle VLCD (Very Low calory Deiet) ha dimostrato ottimi risultati a breve termine (oltre 15% di riduzione ponderale) anche se nel medio termine gli effetti sembravano essere sovrapponibili a quelli ottenuti con le LCD. Inoltre le VLCD sono state criticate perché molti ricercatori sostengono che esse inducano una perdita di acqua corporea (TBW) e di massa metabolicamente attiva (BCM) superiore alla riduzione di massa grassa (FM). Il “digiuno modificato” (Protein Sparing Modified Fast PSMF), già proposto negli anni ’70 si basa sui un apporto di carboidrati molto basso (< 40 g/die) a fronte di 1,5 g di proteine per kg di peso di riferimento In una recente review che confronta gli effetti a lungo termine di diversi approcci dietetici (very low calorie diet e PSMF in particolare), si è visto che non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una particolare effi-

cacia delle diete a bassissimo apporto di energia (< 1000 kcal/die) o di carboidrati (< 40 g/die) a lungo termine anche se esse sembrano avere vantaggi sul controllo della fame e la compliance dei pazienti, sulla glicemia e trigliceridemia. Nella stessa review si mette in guardia relativamente ai potenziali rischi cardiovascolari, renali e sul metabolismo osseo del PSMF che andrebbe prescritto da personale qualificato nel caso di “medically significant obesity”, nell’ambito di una strategia multidimensionale (modificazione dello stile di vita). Dal 2007 presso il Servizio di Nutrizione Artificiale della Università di Roma “La Sapienza”, è stato proposta una nuova modalità di PFSL che ha utilizzato la Nutrizione Enterale Domiciliare (NED) come via di somministrazione di una miscela di sole proteine mediante sondino naso gastrico. Sono stati trattati migliaia di soggetti. senza però un protocollo comportamentale, senza particolare selezione (unico criterio di esclusione valori di Creatinina > 1,5 mg/dl) e soprattutto senza fallow-up. La metodica comunque ha riscontrato tra i pazienti notevole interesse e rapidamente si è diffusa tra alcuni operatori del settore, senza validazione scientifica, con protocolli disomogenei e senza chiare indicazioni e controindicazioni.

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Incuriositi dal successo della nuova strategia e senza pregiudizi, come sembrerebbe ancora oggi fare – sbagliando- una parte del mondo accademico, abbiamo deciso di studiarla, valutarla ed inserirla all’interno del nostro protocollo di terapia della obesità accanto alle tecniche tradizionali dettate dalle linee guida delle varie società scientifiche: terapia nutrizionale, cognitivo-comportamentale, intervento sullo stile di vita, terapia farmacologica. Esperienza personale

Sono stati trattati 140 pazienti tra marzo 2008 e settembre 2009: Età media 47 aa (28-65), Peso medio 101 kg (76-197), IMC medio 39.9 (28,2-76,3), Maschi 33, Femmine 107. A tutti i soggetti sono stati effettuati esami ematochimici (Emocromo, glicemia, azotemia, creatinina, elettroliti, GOT, GPT, Uricemia, Colesterolo totale, Trigliceridi,), esame urine completo, ECG, esame antropometrico (peso, altezza, cv, IMC), esame obiettivo completo, esame impedenziometrico con BIA 101 (Akern) per il rilevamento a digiuno di Impedenza e Reattanza elaborati con software Pro3.0 per la stima di TBW, FFM, FM, MM. Criteri di inclusione: sono stati: età compresa tra 18 e 65 anni, fallimento di almeno due trattamenti specialistici per il controllo del peso, mancanza di una riduzione di almeno il 5% del peso negli ultimi due anni con terapie convenzionali, disponibilità a partecipare a gruppi di psicoeducazione comportamentale (6 nei primi 3 mesi e 1 al mese nei successivi 9 mesi). Criteri di esclusione: insufficienza renale (creatinina > 1,4 mg/dl), disturbi dell’alimentazione, disturbi psichiatrici, ipokaliemia, Intolleranza dimostrata alle proteine del latte (la miscela di aminoacidi è ottenuta anche con proteine del latte), alcolismo, tossicodipendenza, abuso di farmaci; in tutti i casi in cui è controindicata la riduzione poderale con qualsiasi metodo. Il trattamento ha previsto cicli di 10 10

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giorni di Terapia Entero Nutrizionale mediante sondino Flocare (6 FR) e nutri pompa (Infinity) di miscela di proteine del Siero di latte durante il giorno e di Caseina durante la notte. Entrambe le miscele addizionate di miscela di aminoacidi essenziali, vitamine, minerali, oligoelementi e acidi grassi essenziali, sono state infuse ad una velocità di 85 ml/ minuto. La dose di miscela di aminoacidi e proteine è stata calcolata considerando 1,2 gr nella donna e 1,4 gr nell’uomo, pro chilo di peso corrispondente a IMC 20 Kg/m² del paziente, vitamine, minerali e acidi grassi corrispondenti alle RDA. Le miscele sono state disciolte in acqua medio minerale 1 litro ogni 12 ore. La miscela è stata versata in sacche morbide Flocare Infinity da 1,3 lt con deflussore e contagocce o sacche rigide Flocare Infinity da 1 lt con deflussore diretto. Le sacche e i deflussori sono stati sostituiti ogni 48 ore per scongiurare possibile inquinamento batterico della miscela. I cilci di Terapia Entero Nutrizionale dopo un progressivo “svezzamento” sono stati alternati a dieta ipocalorica ipoglucidica di circa 1300 calorie nella donna 1500 nell’uomo (proteine 30 %, lipidi 30% e carboidrati 40%), suddivisi in 5 pasti distanziati di 3-4 ore l’una dall’altra. Il trattamento è stato concordato non potesse prevedere oltre 5 cicli nell’arco di 5 mesi, oltre tale periodo i pazienti hanno seguito un programma comportamentale di prevenzione delle ricadute che prevedeva dieta isocalorica (1600-2200 Kcal) moderatamente ipoglucidica (45-50%), vita attiva, scrupoloso monitoraggio e gruppi psicoeducazionali mensili. In caso di oscillazioni di peso superiore a 2-3 kg ai pazienti veniva prescritta dieta ipocalorica e ipoglucidica da seguire per il tempo necessario a rientrare nel range di peso pattuito (5/10 giorni). A tutti i soggetti è stato consegnato un contapassi (OMRON) e raccomandato di effettuare almeno 10000 passi al giorno

e di effetuare monitoraggio con un diario giornaliero, dove venivano riportati anche altri dati (peso, livelli di sensazione di fame, alvo, sonno, commenti, livello di chetoni nelle urine). La formazione di corpi chetonici è stata automonitorata (KETURTEST) quotidianamente come la PA la FC e le evacuazioni. Nella fase intermedia di alimentazione ipocalorica e ipoglucidca il paziente che avesse recuperato più di 2 kg veniva escluso dal ciclo successivo di Terapia Enero Nutrizionale e proseguito con la terapia comportamentale e nutrizionale ipocalorica moderatamente ipoglucidica (45/50%). L’esame BIA è stato ripetuto alla fine del trattamento e ad un anno da esso. Risultati

• Numero cicli TENPO (Terapia Entero Nutrizionale Proteica Per l’Obesità) media: 2,7 (1-6) • Diminuzione peso media a 6 mesi: Kg 23 (11-56), 21,7% peso iniziale • Riduzione massa magra FFM (BIA): 18, 7 % (12-36) • Riduzione Acqua Totale: 12% (9-27) • Riduzione massa muscolare MM: 5,7% (4-19) Controllo ad un anno dal termine dei cicli TENPO di 106 pazienti su 140 (25 Maschi e 81 Femmine). • Età media: 42 (28,2 - 69) • Peso medio inizio: 111 kg (84165) • IMC medio Inizio: 41 (30-64) • Numero cicli TENPO: 3,1 (2-6)


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corso teorico pratico

LA TERAPIA ENTERO NUTRIZIONALE PROTEICA PER L’OBESITÀ (TENPO)

• Diminuzione peso medio ad 1 anno: kg 18 (11-44), 16% peso iniziale • Riduzione massa magra FFM (BIA): 17 % (12-32) • Riduzione Acqua Totale: 10% (8-22) • Riduzione massa muscolare MM: 6% (4-18) Drop out. Per 34 pazienti (24%) non è sato possibili effettuare il follow-up . 12 di essi hanno abbandonato il programma per non aver tollerato la permanenza del sondino nasogastrico o in seguito ad episodi di vomito intervenuti nelle prime 24/48 ore dalla applicazione. 10 pazienti dopo il primo ciclo non hanno proseguito nel programma in quanto hanno valutato non soddisfacente il risultato o poco tollerabile il sistema. 12 pazienti hanno abbandonato il programma dopo il secondo ciclo e per molti di essi non è stato possibile neppure un contatto telef onico. Conclusioni

La metodica risulta molto interessante se inserita i un programma integrato di terapia comportamentale di modificazione dello stile di vita per il controllo del peso. Sembrerebbe che la riduzione del peso avvenga principalmente a carico della massa grassa (FM) con riduzione di acqua corporea (TBW) e massa magra (FFM) sovrapponibile a quello verificato in corso di riduzione ponderale mediante LCD. A nostro avviso la terapia enetro nutrizionale va considerata: 1. Come strategia di potenziamento del calo ponderale dove le metodiche tradizionali sono fallite o non sono applicabili. 2. Come strategia motivazionale di avvio del calo ponderale in soggetti sconfortati dal fenomeno del peso ciclico(la letteratura conferma che il calo di peso nelle prime 4 settimane è predittore di successo a medio termine). 3. Strategia pre chirurgia bariatri-

DOCENTI: DATA DEL CORSO: DURATA: ECM:

Dr. Camillo Ezio Di Flaviano Dr. Amedeo Giorgetti 3/6/11 1 stage di 8 ore in fase di accreditamento

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ca e non (protesi d’anca o ginocchia, colecistectomia), per indurre un rapido calo di peso e riduzione della steatosi epatica, ostacolo alla chirurgia laparoscopica. Crediamo che le critiche che alcuni muovono alla metodica siano pretestuose, frutto di pregiudizi e comunque non scientificamente corrette perché: 1. La chetosi di 10 giorni non è un rischio per la salute ed è ben controllata tant’è che dopo la 5 giornata il dosaggio dei chetoni nelle urine misurato con keturtest passa da +3 a +2 in quanto i chetoni vengono consumati dagli organi e tessuti, come fonte eneretica alternativa al glucosio, e in parte eliminati con le urine. 2. La terapia entero nutrizionale per l’obesità dura in genere 7/10 gg e in tale periodo i rischi di acidosi (in pazienti non insulino dipendneti) sono minimi (controllo del ph ematico mediante e.G.A., Hanno confermato nella nostra esperienza clinica la stabilità dei liveli del ph). 3. La perdita di peso è dovuta per il 10/20% ad acqua il resto a massa grassa (dati misurati con Bia Akern) per cui la perdita di massa magra, se le proteine vengono somministrate a sufficienza, non è superiore a quella che si ha con la dietoterapia tradizionale. 4. In molte procedure chirurgiche (bib, bendaggio, bay pass gastrico) il paziente per oltre 10 gg assume pochissime calorie, e soprattutto pochissime proteine e spesso vomita con perdita di liquidi e minerali o ha perdite ematiche.

5. Studi recenti hanno dimostrato una riduzione del rischio cardiovascolare in soggetti sottoposti a periodici digiuni: (studio presentato durante l’annuale sessione scientifica dell’american college of cardiology (acc). Crediamo che il limite di tale strategia risieda oggi nel fatto che, nei centri dove viene applicata, è utilizzata come metodica fine a se stessa, se invece venisse gestita come arma di potenziamento della tradizionale terapia della obesità e da medici esperti nel trattamento multidimensionale della obesità, non potrà che avere successo. Inoltre riteniamo fondamentale, sia nella scelta delle miscele di proteine aminoacidi e integratori, sia nella scelta del materiale monouso avvalersi di prodotti certificati e commercializzati da aziende del settore con valenza multinazionale. Riteniamo che altri studi debbano essere condotti per confermare i risultati sul peso, sulla composizione corporea e sui fattori di rischio c.V., a breve termine e verificare quelli a medio e lungo termine. La formazione specifica di medici esperti in terapia entero nutrizionale dell’obesità e l’uso di una piattaforma internet di assistenza al paziente e al medico riteniamo possa essere fonte di confronto, verifica e continuo aggiornamento della me█ todica e degli operatori. BIBLIOGRAFIA scaricabile dall’URL: www.ambulatoriomedico.eu/pagine/temp/ giorgetti/articolo_giorgetti_AM33.html 11

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L’EVOLUZIONE DEL RIMODELLAMENTO CORPOREO

MEDICINA ESTETICA

Ricerca e Sviluppo SMEI

I nuovi sistemi Velashape II e Velasmooth Pro oggi sono ancora più potenti e veloci, in aiuto alla Medicina Estetica nei trattamenti di body contouring

’introduzione sul mercato medico L ed estetico della prima piattaforma della famiglia Vela (Velasmooth)

risale al 2004, anno in cui si rivoluzionò completamente il mondo del rimodellamento corporeo, integrando le già consolidate tecnologie di mobilitazione dei tessuti con l’innovativa tecnologia elōs, messa a punto dall’azienda israeliana Syneron. I principi della tecnologia brevettata elōs (acronimo di electro-optical synergy, ovvero sinergia elettro-ottica), già utilizzata nei tre anni precedenti, sebbene con valori ed energie differenti, sulla piattaforma per epilazione e ringiovanimento Aurora (RF+IPL) con sorprendenti risultati, vennero utilizzati per realizzare un sistema che potesse rimodellare la silhouette, abbinandola al massaggio meccanico e vacuum. In particolare, la tecnologia elōs di Velasmooth prevede la combinazione sinergica, all’interno dello stesso manipolo, di Radiofrequenza Bipolare emessa dagli elettrodi/rulli massaggiatori, Luce a infrarossi, Vacuum e massaggio. La radiofrequenza (RF) provoca uno

shock termico nei tessuti biologici. Nel caso della RF Bipolare di Syneron, l’energia viene incanalata attraverso il manipolo appoggiato sulla cute. La geometria caratteristica degli elettrodi, che si sdoppiano in due rulli massaggiatori, consente all’energia RF di penetrare in profondità quando il manipolo scivola sulla pelle e la propagazione di corrente è circoscritta all’area di tessuto compresa tra gli elettrodi stessi con una profondità di penetrazione approssimativamente pari alla metà della distanza che li separa. L’aumento della temperatura è indotto su una quantità ben definita di tessuto. In aggiunta alla radiofrequenza, viene usata contestualmente la luce a infrarossi intensa (IR), ottenendo un ulteriore aumento di temperatura nella zona di tessuto biologico che si è deciso di trattare. Vengono inoltre abbinati a queste due fonti d’energia il massaggio meccanico e il vacuum nello stesso manipolo. I rulli manipolano la cute premendola verso l’interno e la tenuta ermetica dell’aspirazione (vacuum) consente l’ottimale contatto, permettendo alle

Riduzione delle circonferenze: prima e dopo 6 trattamenti con VelaShape II Photos courtesy of Echo V. Rowe, M.D

energie IR e RF di penetrare più in profondità nei tessuti oltre a migliorare il drenaggio linfatico e a dilatare i vasi sanguigni, aumentando la perfusione nell’area locale. RISULTATI PIÙ EFFICACI

La combinazione dei diversi meccanismi lavora sinergicamente portando a una risposta attiva da parte dei tessuti, con risultati più efficaci rispetto a quelli ottenibili usando singolarmente l’energia RF o luce o massaggio o vacuum. Le energie sono modulabili dall’operatore tramite i quadri incorporati nei manipoli, che permettono una selezione mirata in rapporto alle condizioni specifiche di ogni paziente. L’energia RF elettricamente condotta è indipendente dai cromofori, non suscettibile ai diversi tipi di pelle o ai pigmenti e gli elettrodi/rulli bipolari conducono la corrente RF all’interno dei tessuti attraverso il percorso con minore impedenza. La RF combinata all’energia IR, applicate simultaneamente al massaggio meccanico e al vacuum, hanno così dato vita a un sistema innovativo di trattamenti nella Medicina Estetica in quanto può essere somministrato in sicurezza a qualsiasi fototipo di pelle. La RF non è specifica solo per alcuni tipi di pelle o di pigmentazione, e i parametri della IR così come vengono emessi dall’apparecchiatura sono praticamente indolore e alquanto interessanti dal punto di vista della loro capacità di colpire i tessuti progressivamente, riuscendo così ad accumulare la 13

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loro energia invece di disperderla. Una crescente erogazione di IR – mediante la quale viene sprigionato calore – produce una serie di effetti positivi nel paziente e, allo stesso tempo, facilita l’azione della RF modificando l’impedenza dei tessuti e il loro coefficiente d’assorbimento. I diversi studi scientifici effettuati nel corso degli anni hanno permesso di esaminare i tessuti trattati e non trattati dei pazienti, assegnando valutazioni soggettive e oggettive e controllando inoltre i risultati istologici. Il grande vantaggio di questa tecnologia si è dimostrato con cambiamenti registrati nell’ipoderma, nel derma e sull’epidermide, con una scomposizione metabolica del grasso immagazzinato, con conseguente riduzione delle dimensioni delle cellule adipose, la contrazione dei setti connettivali e con la formazione di nuovo collagene e allineamento delle fibre in fasce più ampie. In termini pratici, dopo il ciclo di trattamenti la pelle appare più liscia e compatta con una texture più piacevole al tatto e più riempita, con un miglioramento nell’aspetto della cellulite, oltre a una notevole riduzione delle circonferenze delle parti trattate. La peculiarità del sistema è quindi la riduzione delle circonferenze e della cellulite, in concomitanza a una tonificazione e rassodamento dei tessuti (stimolati in profondità dalla RF), evitanDoppio connettore e terminale intelligente VelaSmooth Pro e VelaShape II

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RF fino a 20 W IR fino a 20 W Nessun feedback di trattamento Protocollo 8-10 trattamenti Durata media trattamento 50’/60’

RF fino a 50 W IR fino a 20 W Nessun feedback di trattamento Protocollo 6-8 trattamenti Durata media trattamento 40’/50’

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do così lo svuotamento del tessuto ipodermico, causa di cute rilassata e pieghettata e principale effetto collaterale del dimagrimento o riduzione dei volumi dell’adipe. L’EVOLUZIONE

I risultati furono così entusiasmanti che Velasmooth rappresentò per l’azienda il “cavallo di battaglia” della sua linea di produzione. La costante ricerca e sviluppo di tale tecnologia nel campo del rimodellamento corporeo ha permesso il continuo aggiornamento del sistema, con la nascita nel 2008 di Velashape, destinato esclusivamente al settore medico, caratterizzato da maggiori potenze di energie, pur utilizzando la stessa tecnologia di Velasmooth. L’approvazione da parte della FDA e certificazione Ce dei sistemi della “famiglia” Vela per riduzione circonferenze e trattamento cellulite hanno confermato la posizione dominante di Syneron nel mercato globale delle tecniche non invasive di rimodellamento del corpo. Oggi i due sistemi sono stati ulteriormente migliorati introducendo Velasmooth Pro e Velashape II. Oltre a un restyling generale del macchinario, per quanto riguarda le principali caratteristiche tecniche è stata incrementata l’intensità di energia di Radiofrequenza e degli Infrarossi ed è stato inserito un terminale intelligente interattivo con l’operatore per permettere il monitoraggio delle attività e performance del sistema, oltre a fornire la diagnostica di assistenza. Le nuove versioni dei macchinari permettono quindi protocolli di trattamento più rapidi,

RF fino a 35 W IR fino a 35 W Permette feedback trattamento Protocollo 6-8 trattamenti Durata media trattamento 40’/50’

RF fino a 60 W IR fino a 35 W Permette feedback trattamento Protocollo 4-6 trattamenti Durata media trattamento 30’/40’

in termini di numero di sedute e di durata del singolo trattamento, con un risparmio di tempo sia per l’operatore sia per il paziente. Entrambe le apparecchiature offrono inoltre migliori prestazioni grazie all’ottimizzazione del vacuum, aumentato rispetto alle versioni precedenti ma reso più gradevole per il paziente, e dei rulli massaggiatori, con un conseguente miglior contatto del manipolo e delle relative energie con il tessuto trattato; in questo modo viene migliorata la distribuzione dell’energia, la profondità di penetrazione e il picco di temperatura. La famiglia dei prodotti Vela si riconferma quindi come una soluzione sicura, confortevole ed efficace, rivolta al sempre maggior numero di pazienti che richiedono trattamenti non chirurgici di rimodellamento del corpo, oltre a essere un’ottima soluzione in termini di tonificazione cutanea nei trattamenti post-liposuzione e postparto o dopo la perdita di peso e volumi, con un rapido recupero dell’investimento per lo studio medico ed █ estetico. PER INFORMAZIONI: PER INFORMAZIONI: 800 812 017 SMEI Via F. Negri, n.15 15033 Casale Monferrato (AL) www.smei.it

I due applicatori per trattare le varie aree


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CELLU M6 Endermolab e miniliposuzione nel rimodellamento del profilo corporeo

MEDICINA ESTETICA

di Ugo Majani Specialista in Chirurgia Generale perfezionato in Chirurgia Estetica Direttore responsabile MIAS Minimally Invasive Cosa può chiedere un chirurgo estetico all’Endermolab? Aesthetic Surgery - Catania e Aldo Majani Immaginiamo le cellule adipose come tanti palloncini e le nostre sottili Esperto trattamenti LPG Catania cannule da miniliposuzione come tubi attraverso i quali i palloncini

devono passare. Ci rendiamo subito conto che per far passare in un tempo ragionevole il maggior numero di palloncini abbiamo solo due soluzioni: aumentare il calibro dei tubi, e quindi nel nostro caso il diametro delle cannule, oppure svuotare il più possibile i nostri palloncini. Mobilizzare e ridurre le aree di adiposità localizzata è proprio ciò che chiediamo al nostro CelluM6 Endermolab

a liposuzione è certamente ancoL ra oggi la metodica di riferimento nel rimodellamento del profilo cor-

poreo, ma non può certo definirsi minimamente invasiva. Basta soffermarsi sulle mani di un chirurgo che la esegue per notare che si muovono a volte con la precisione di un sarto, altre volte con la passione di un artista ma, veramente troppo spesso, con la forza bruta di chi va su e giù con una spada. Sarebbe un bel passo avanti mettere a punto una metodica in grado di garantire i risultati di una liposuzione ben eseguita e al tempo stesso di essere minimamente invasiva, quasi come un semplice trattamento di medicina estetica. Ci siamo mossi in questa direzione a partire dal 1997 usando nel rimodellamento del profilo cor-

poreo le stesse microcannule (ovviamente opportunamente allungate) che normalmente usavamo per il lipofilling, integrandole quasi subito con la laserlipolisi e, dal 2001, con i trattamenti LPG Cellu M6 che, se da un lato permettevano di ottimizzare i risultati chirurgici con i classici protocolli post-liposuzione, dall’altro, con una stimolazione tissutale più superficiale e più estesa, determinavano un importante miglioramento della silhouette e della qualità della pelle. I risultati erano più che soddisfacenti nelle pazienti affette da piccole adiposità localizzate. Tuttavia, senza un’adeguata preparazione, non era possibile trattare con le microcannule in un’unica seduta chirurgica le grosse adiposità localizzate che richiedevano ancora

Fig. 1: miniliposuzione laser-assistita con cannule da 2mm. 2 sedute: regioni iliache e trocanteriche. 1 seduta: regioni sotto-scapolari, dorso e glutei. LPG programma post liposuzione tra una seduta e l’altra

uno o due interventi per arrivare a un risultato ottimale (Fig. 1). Così, inevitabilmente, un discreto numero di pazienti si accontentava di miglioramenti parziali, mentre altri richiedevano interventi più aggressivi. Finalmente, nel dicembre del 2009, provando il nuovo manipolo Ergodrive dell’Endermolab, decisamente più performante rispetto ai manipoli della generazione precedente, ci siamo resi conto che era possibile ottenere una riduzione dello spessore delle adiposità localizzate tale da consentirci di risolverle in tempi brevi con l’uso esclusivo delle microcannule. Abbiamo quindi messo in atto un protocollo terapeutico in tre tappe. PRIMA TAPPA: Preparazione all’intervento chirurgico: Cellu M6 Endermolab in ROLL’IN. Cosa chiediamo all’Endermolab? Sappiamo che le adiposità localizzate sono dovute essenzialmente o a un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), o di numero (iperplasia) o di volume e numero contemporaneamente. Ovviamente, l’Endermolab non è in grado di ridurre il numero degli adipociti, ma può intervenire drasticamente sulle loro dimensioni,

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svuotandoli – ci sia consentito di ricorrere a questo esempio, anche se nella realtà le cose non vanno esattamente così – come fossero palloncini e permettendo poi alle microcannule di aspirarli in buon numero prima dell’inevitabile rigonfiamento. Candidate ideali sono le pazienti con adiposità medio-grandi e ovviamente con una pelle sufficientemente elastica da poter consentire energiche e prolungate manovre in ROLL’IN. La singola seduta dura circa 40 minuti, interessa una o al massimo due zone simmetriche di adiposità localizzata che vengono trattate per più del 90% del tempo in ROLL’IN. Si eseguono circa due sedute la settimana. Confrontando le immagini fotografiche e gli esami plicometrici computerizzati del “prima” e del “dopo” i trattamenti, è possibile stabilire i miglioramenti ottenuti con la mobilizzazione controllata del tessuto adiposo in 8-12 sedute. Questi trattamenti, che si prolungano fino alla vigilia dell’intervento chirurgico, ci permettono di risolvere in singole miniliposuzioni anche adiposità localizzate medio-grandi senza essere costretti a ricorrere a cannule di diametro maggiore o ad allungare i tempi di intervento e quindi l’invasività della procedura chirurgica. SECONDA TAPPA: Miniliposuzione laser assistita. Dopo aver creato microponfi di soluzione di Klein con aghi da 32 gauge, infiltriamo lentamente le aree da lipoaspirare in modo praticamente indolore. Attendiamo che l’anestesia locale faccia effetto e quindi eseguiamo una miniliposuzione a livello del grasso medio-profondo con piccole can-

Fig. 2: Egodrive Roll in pre operatorio. Miniliposuzione laser-assistita con cannule da 2,5mm. 2 sedute: Addome superiore e inferiore. Roll-Up e Roll-Out tra le sedute e nel post-operatorio

nule di 2-2,5 millimetri di diametro e trattiamo il grasso sotto-dermico con una laser-cannula di 1 millimetro di diametro. Otteniamo così una riduzione volumetrica dovuta essenzialmente alla mini-liposuzione e una notevole retrazione cutanea grazie al laser. Alla fine dell’intervento la paziente indossa un indumento elastocompressivo, sta in osservazione per due ore circa e quindi viene dimessa dall’ambulatorio con un foglio di istruzioni, numeri di telefono di pronta reperibilità e la profilassi antibiotica. TERZA TAPPA: Trattamenti post miniliposuzione: Cellu M6 Endermolab: ROLL’UP, ROLL’OUT per un effetto drenante e levigante. I trattamenti post miniliposuzione cominciano 5-7 giorni dopo l’intervento, in genere in ROLL’OUT in modalità sequenziale, ma ovviamente vengono modulati in base al decorso post operatorio. Se tutto procede bene e in caso di ulteriori interventi chirurgici, in altre zone del corpo, si inizia un nuovo ciclo di preparazione in ROLL’IN a distanza di 40-60 giorni dall’ultima seduta chirurgica vengono eseguite le fotografie di controllo (Fig. 2). In presenza di cute poco elastica

Fig. 3: miniliposuzione laser-assistita con cannule da 2mm. 4 sedute: regioni iliache e trocanteriche. Roll’Up e Roll’Out tra le sedute e nel post-operatorio

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o flaccida o di gravi alterazioni del profilo corporeo (Fig. 3), preferiamo continuare con i trattamenti chirurgici in più sedute, che ci consentono da un lato di controllare ed eventualmente modificare in corso d’opera la nostra strategia chirurgica e dall’altro di dare tempo alla pelle di riadattarsi gradualmente alla riduzione dei volumi interni. In questi casi usiamo il manipolo terapeutico tanto in modalità continua quanto in modalità sequenziale per preparare i tessuti all’atto chirurgico e, a partire dall’immediato post- operatorio, per determinare un ottimale riposizionamento cutaneo e un sensibile miglioramento della P.E.F.S. CONCLUSIONI

Questo protocollo chirurgico minimamente invasivo, eseguibile in tutte le sue fasi in regime ambulatoriale, in anestesia locale pura, con un paziente vigile e collaborante in grado di riprendere le normali occupazioni già il giorno dopo l’intervento, oltre a dare “quantitativamente” risultati paragonabili a una normale liposuzione e “qualitativamente” certamente superiori, ci permette di operare nel modo che più amiamo. Infatti, ritornando alla nostra immagine iniziale possiamo dire che più la chirurgia estetica diventa minimamente invasiva – e lo diventa, nel nostro caso, grazie anche all’uso “ragionato” del nuovo Cellu M6 Endermolab – più è bella da vedere, perché finalmente si placa nel chirurgo la foga del combattente ed emerge se non proprio l’artista, █ quanto meno il sarto.

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ODONTOIATRIA ESTETICA

di Carlo Zappalà Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia Professore in Protesi Fissa Università degli Studi dell’Insubria - Varese Docente presso la Scuola di Medicina Estetica Fondazione Internazionale Fatebenefratelli - Roma

Moderne metodiche nello sbiancamento dentale con Laser a diodo A2G “Surgery 35” abbinate ai trattamenti estetici dei tessuti periorali

L’utilizzo del Laser a diodo nello sbiancamento dentale professionale rappresenta una metodica sempre più richiesta dai pazienti: protocolli e know-how con un particolare ed esclusivo Laser a diodo “Surgery 35” l problema estetico solleva attualIcrescente, mente un interesse sempre più anche nel campo odon-

tostomatologico, come testimoniano tutte le ricerche, le inchieste ed i servizi giornalistici ad esso dedicato. Rammentiamo, in primo luogo, il significato di Estetica: anticamente questa parola derivava dal greco “aisthètikòs”, e significava “che ha la facoltà di sentire”, intendendo quella emozione primordiale, istintiva, di apprezzamento sia del Bello quanto del Brutto. Di contro, oggi, il termine Estetica é strettamente legato alla tradizione della civiltà Occidentale, dagli antichi Greci come Platone, fino a Tomaso D’Aquino e Kant, dove l’Estetica si incarna nel solo in un concetto universale di Bellezza ed in tutte le sue piu svariate disquisizioni speculative. Quindi, trascurando completamente la capacità di percezione del Brutto, la Società occidentale indica oggi, parlando di Estetica, solo la capacità di giudizio di apprezzamento del Bello. Tutto ciò si può attribuire alle notevoli influenze sociali, culturali e filosofiche che hanno fatto perdere o sconfinare il primitivo ed ineffabi-

le significato. Nei paesi occidentali il sorriso deve essere bianchissimo come segno di giovinezza, di salute fisica e attraenza sessuale; la discolorazione infatti di un solo dente può portare, talvolta, a gravi problemi psicologici e difetti nella mimica facciale e del sorriso. Ecco perché sono nate innumerevoli terapie al fine di poter risolvere le discromie e gli annerimenti dentali, sia primitivi che acquisiti. La maggior parte delle persone considera i propri denti come parte integrante della propria immagine corporea, soffrendo della loro perdita come di una mutilazione deturpante; anche in grado minore, la sola discolorazione di un dente frontale é suscettibile ad indurre difetti alla mimica. Le discromie, o discolorazioni, dei denti sono sempre determinate da due importanti fattori: a) fattori estrinseci, determinati dal-

la assunzione di particolari sostanze colorate o particolari abitudini alimentari, il fumo di sigaretta, che aderiscono alla superficie dei denti inscurendola: queste discromie temporanee possono essere facilmente rimosse parte dell’igienista o domiciliarmene, riportando i denti alla primitiva colorazione naturale. b) Fattori intrinseci, suddivisibili in due grandi gruppi: 1) discromie dentali primitive, causate da malattie genetiche o dall’assunzione di particolari antibiotici (tetracicline) durante la formazione dei denti definitivi o 2) discromie dentali secondarie, determinate da un trauma che ha prodotto una emorragie o una necrosi pulpare; l’emoglobina degradandosi produce dei derivati che causano quel tipico annerimento dei denti frontali dopo un incidente o un forte trauma dei denti anteriori Un’ultima causa di discromia, non meno im-

Prima e dopo il trattamento con laser a diodo A2G

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Dente devitalizzato prima e dopo il trattamento con laser a diodo A2G

portante delle precedenti, è determinata dall’uso improprio di medicamenti e otturazioni endocanalari da parte di incauti operatori del settore… Per molti anni l’odontoiatria ha provato a risolvere il problema della discolorazione o dell’ingiallimento dei denti attraverso tecniche a volte parzialmente demolitive quali le faccette in ceramica, la ricopertura delle superfici discromiche con resina composita etc, fino ad arrivare alla ricopertura totale. Solo all’inizio degli anni ‘70 molti autori dimostrarono che gli effetti sbiancanti del perossido di idrogeno venivano fortemente potenziati da una luce ad alta intensità e una sorgente di calore. In effetti, lo sbiancamento consiste in una reazione di ossidoriduzione in cui l’ossigeno che si libera dalla reazione degrada i cromofori delle molecole di pigmento ed il processo è accelerato dalla temperatura. L’introduzione dello sbiancamento domiciliare, risale alla fine degli anni ‘80 dove si utilizzava il perossido di carbamide (perossido di urea) ad una concentrazione del 10% contenuto dentro una mascherina prodotta nel laboratorio.Questo nuovo materiale e la sua innovativa tecnica domiciliare hanno creato una nuova e significante rivoluzione nello sbiancamento dei denti. Questa 22

tecnica ha permesso al paziente di responsabilizzarsi sulla sua terapia, ma anche ha permesso al dentista di minimizzare i tempi ed i costi alla poltrona che renderebbero ancora oggi questa terapia inaccettabile economicamente da parte del paziente. C’è stata una significativa evoluzione in questi ultimi 10 anni nei sistemi di sbiancamento, in particolare nella composizione del prodotto, nel disegno della mascherina e nella procedure di utilizzo riducendo cosi i tempi di applicazione e gli eventuali discomfort che una le sostanze sbiancanti producevano. Oggi possiamo certamente dire che lo sbiancamento dei denti non richiede oltre una decina di notti per arcata per ottenere un sorriso bianchissimo. Tuttavia non si può escludere che innumerevoli alternative ed allettanti terapie vengono proposte attraverso i mass media ed i canali di informazione specialistica. Infatti vengono sempre più riproposte tecniche alla poltrona dove gli effetti di speciali lampade al plasma di luce o laser al diodo permettono di raggiungere risultati sorprendenti. A differenza però delle lampade o dei prodotti auto attivabili, l’effetto foto-termico e foto-chimico indotto dai Laser - tra i quali il laser a diodo- che agiscono nello spettro dell’infrarosso, permettono ai prodotti sbiancanti di lavorare in maggior profondità, con minor sensibilità in quanto agiscono in un tempo più breve. Pertanto si possono utilizzare alla poltrona tecniche semplici con materiali altamente sperimentati ed affidabili quali il perossido di idrogeno a specifiche concentrazioni, seguendo semplici procedure e eliminando al paziente il discomfort del tempo e della sensibilità. I prodotti infatti normalmente utilizzati per lo sbiancamento professionale, sono a base di perossido d’idrogeno a diverse concentrazioni, 35-37-38%, che normalmente contengono un cromoforo all’interno favorente la foto-attivazione. Nella fase di foto attivazione del prodotto, il Laser a diodo

della lunghezza d’onda di 800-970 nanometri, lavora attraverso l’ausilio di una fibra ottica da 400 micron su cui è montato un manipolo zoom defocalizzato che si posiziona a 2-3 mm dalla superficie dello smalto con potenze di 2-3 watt per i denti vitali e 3-4 watt per i denti devitalizzati in cui al posto del manipolo si utilizza una fibra ottica da 320micron a contatto. La modalità del Laser è ad emissione continua (continuos wave) ed il tempo di esposizione al raggio laser è di 10 secondi a dente. Quindi minore esposizione alla luce anche se più concentrata, essendo monocromatica, coerente ed unidirezionale, e minore sensibilità dentinale posttrattamento. Se dovessero verificarsi fattori di ipersensibilità (bruciore e irritazione), meglio sospendere la cura e fare applicazioni di gel a base di floruro di sodio non colorati, che mineralizza e allevia il discomfort, oltre all’abbinamento degli home bleaching che nei casi gravi, può esser fatto anche prima e dopo il trattamento professionale. Lo sbiancamento dei denti non vitali è un’altra pratica terapeutica alla poltrona, che ancora oggi permette di ottenere dei risultati sorprendenti senza essere costretti a terapie più demolitive attraverso l’utilizzo del laser al diodo. I trattamenti di sbiancamento sopraelencati diventano oggi un supporto fondamentale ai trattamenti estetici dei tessuti periorali con filler iniettabili, e con l’utilizzo di dispositivi medicali professionali, come ad esempio IPL e Radiofrequenza, per combattere il rilassamento cutaneo restituendo una rinnovata tonicità alla parte del █ terzo inferiore del viso. PER INFORMAZIONI: A2G Srl Laser dentali e prodotti medicali per estetica Via degli Olmetti 18 00060 Formello (Roma) Tel +39 06 83960390 info@a2glaser.com

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MEDICINA ESTETICA

di Carlotta Scarpa Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Responsabile Ambulatorio di Tecnologie in Medicina Estetica Poliambulatorio San Polo - Padova

Onde d’urto extracorporee nel trattamento della lipodistrofia localizzata

La terapia con onde d’urto, superati i confini di utilizzo per il trattamento della calcolosi in ambito urologico, da qualche anno - con opportune modifiche dei parametri fisici e nuovi accorgimenti tecnici - è stata proposta nell’ambito della medicina estetica, come tecnologia complementare alla chirurgia estetica ’azienda Storz Medical, leader L mondiale del settore, ha sviluppato un’apparecchiatura innovativa

che genera onde acustiche AWT® appositamente studiate e sperimentate per questi tipi di applicazione. Dal punto di vista fisico, l’onda acustica Storz è un’onda meccanica generata da meccanismi che si espandono con una velocità maggiore di quella del suono ma, diversamente dall’ultrasuono caratterizzato da un’onda anch’essa meccanica e però continua, è caratterizzata da un’alternanza di pressioni positive e negative di uguale ampiezza; quest’onda acustica vibratoria è di breve durata (<10µs) e presenta un’elevata pressione di picco (anche >100MPa) e un rapido innalzamento della pressione (<10 ns). L’utilizzo di un generatore AWT® Storz, quindi, non dotato di fuoco, permette di applicarla ai tessuti più superficiali e di sfruttare i suoi effetti su cute e sottocute fino in profondità sul tessuto adiposo. Studi pubblicati hanno dimostrato l’effetto dell’onda d’urto nell’attivazione del metabolismo nei diversi tessuti. La sua propagazione nel tessuto adiposo sottocutaneo provoca: 1) un effetto diretto meccanico, che induce una permeabilità tempora-

Paziente di 42 anni, obiettivo rassodamento cutaneo - prima e dopo

nea delle membrane delle cellule adipose e un miglioramento dello scambio tra le cellule. La permeabilità della membrana cellulare porta all’attivazione delle lipasi, enzimi responsabili della scissione dei grassi; 2) un effetto secondario dovuto al rilascio di sostanze biologicamente attive (è noto sperimentalmente il fatto che lo stimolo meccanico delle onde acustiche viene trasformato in attività chimica), con conseguente potenziamento della circolazione sanguigna in tutti gli strati tissutali compreso il tessuto connettivo, per

l’effetto della vasodilatazione e della vascolarizzazione. L’attivazione della circolazione linfoematica influenza così le componenti della matrice extracellulare, soprattutto fibroblastica, con aumento della produzione di collagene e di elastina. Clinicamente, i due effetti si concretizzano in un rassodamento dermoepidermico e una riduzione di spessore del tessuto adiposo sottocutaneo. Il miglioramento generale del microcircolo locale e del tessuto connettivo che si viene a creare porta a

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quello che è uno degli effetti più importanti della terapia, cioè la durata nel tempo. Studi clinici hanno infatti dimostrato che anche a distanza di 6 mesi dalla terapia vi è ancora un miglioramento dell’elasticità cutanea. Tale razionale d’impiego, oggetto di un Progetto di Ricerca in corso presso la Cattedra di Chirurgia Plastica dell’Università di Padova, diretta dal Professor Franco Bassetto, ha motivato l’Ambulatorio di Medicina Estetica a condurre, dal 2008, uno studio clinico sull’effetto delle onde d’urto su linfedema/lipedema e/o pannicolopatia edematofibrosclerotica dolorosa, per rimodellamento del contorno corporeo. Vista la non invasività, l’assenza di un effetto termico e la buona tollerabilità della metodica, sono state trattate più aree corporee singolarmente e/o in associazione: braccia, addome, fianchi, trocanteri, glutei e arti inferiori. Sono stati considerati criteri di esclusione la gravidanza, storia neoplastica e/o di trombosi venosa superficiale o profonda, le malattie cardiocircolatorie e la presenza di pacemaker. Alla visita di ingresso nello studio, dopo l’anamnesi, il paziente viene sottoposto a misurazione delle circonferenze delle aree da trattare, del peso corporeo, del BMI correlato, viene fotografato e sottoposto a ecografia dei tessuti molli per misurare lo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo. La terapia è stata somministrata bisettimanalmente, per un totale mediamente di 6-10 sedute, con un trattamento delle aree interessate personalizzabile e modulabile, grazie alla tecnologia AWT® dell’apparecchiatura Cellactor SC1 - Storz Medical, che utilizza due differenti manipoli: 1) manipolo “C-Actor”, che emette onde acustiche in modo planare a energia variabile (nel nostro caso le energie impiegate sono state comprese tra 0,09 e 0,38 mJ/mm2); 2) manipolo “D-Actor”, costituito da un generatore di tipo balistico, fonte di onde di pressione radiali, che sono introdotte nell’organismo sotto 26

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Pz. di 66 anni, obiettivo riduzione del pannicolo adiposo 28,9 mm prima e 15,1 mm dopo

forma di oscillazioni ad alta frequenza (tipicamente 10-15 colpi/sec). I due manipoli possono essere abbinati durante il trattamento: il primo ha un effetto demolitivo sugli adipociti con conseguente riduzione del pannicolo, il secondo favorisce la stimolazione del sottocute implementando il drenaggio linfoematico. La durata del trattamento è mediamente compresa tra i 20 e i 40 minuti, a seconda del numero di aree corporee trattate. In questa esperienza, l’onda d’urto ha permesso di ottenere una riduzione dello spessore adiposo variabile di 1,5 cm, ecograficamente dimostrato, con conseguente riduzione delle circonferenze e con contemporaneo rassodamento della cute valutati all’esame obiettivo e fotografico. Questo studio metodico, condotto su 20 pazienti (3 maschi, 17 femmine), età media 40 anni, con valutazione finale a 3 mesi dall’interruzione della terapia, ci ha convinti che questa metodica può rappresentare un sostegno o un’alternativa ai trattamenti di medicina e/o chirurgia estetica tradizionale, per pazienti di entrambi i sessi: oltre all’efficacia clinica, dallo studio è emersa la sicurezza d’uso, non essendo emersi effetti collaterali. Oggi le onde d’urto vengono pro-

poste, nella nostra pratica di Medicina Estetica, come valida tecnologia non invasiva nel trattamento delle lipodistrofie localizzate del contorno █ corporale. BIBLIOGRAFIA 1) Siems W et al “Anti-fibrosclerotic effects of shock wave therapy in lipedema and cellulite”, Biofactors, 24 (1-4), 275-282, 2005. 2) Schaden W et al “Shock wave therapy for acute and chronic soft tissue wounds: a feasibility study”, J Surg Res, 143 (1), 1-12, 2007. 3) Christ C et al “Improvement in skin elasticity in the treatment of cellulite and connective tissue weakness by means of extracorporeal pulse activation therapy”, Aesthet Surg J, 28 (5), 538-544, 2008. 4) Knobloch K et al “Cellulite and extracorporeal Shockwave therapy (CelluShock-2009) a Randomized Trial”, BMC Women’s Health, 10 (29), 2010. 5) Adatto M et al “Controlled, randomized study evaluating the effects of treating cellulite AWT/EPAT”, J Cosmet Laser Ther, 12 (4), 176-82, 2010. 6) Mittermayr R et al “Extracorporeal Shock Wave Therapy (ESWT) Minimizes Ischemic Tissue Necrosis Irrespective of Application Time and Promotes Tissue Revascularization by Stimulating Angiogenesis”, Ann Surg March 2011. Dr.ssa Carlotta Scarpa Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Padova Tel: 049 86.43.200 Cel: 339 43.62.422 carlotsc@tin.it


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CHIRURGIA ESTETICA

di Ignazio Scimè Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia d’urgenza Master in Chirurgia Estetica Università di Milano, Palermo e Catania e Emiliano Antonio Amore Specialista in Chirurgia Generale Master in Chirurgia Estetica - Ragusa

er chirurgia del contorno poP steriore si intende una serie di interventi chirurgici in grado di

cambiare l’outline che definisce e marca i limiti corporali, in modo da migliorarne la forma, enfatizzare l’armonica successione di concavità e convessità, tra la dimensione dei fianchi e il gluteo, da qui il termine di Silhouetoplastica. A tale scopo, sono diversi i trattamenti eseguibili a livello della regione glutea e peri trocanterica, che vanno dalla liposuzione associata o meno al lipofilling, alla protesizzazione glutea, al lifting gluteo, al trattamento del banana fold, anche se il migliore risultato spesso si ottiene dalla combinazione dei diversi trattamenti. Questi sono spesso eseguiti nel corso della stessa seduta operatoria e su tutti i componenti del pro-

La chirurgia del rimodellamento del profilo posteriore: gluteoplastica con protesi Nell’ambito della chirurgia del rimodellamento corporeo, è impossibile non considerare il gluteo come punto di partenza per definire l’armonia della forma del contorno posteriore filo posteriore e laterale del corpo: fianchi, regione glutea, regione trocanterica; questi non sono separabili per il mantenimento dell’euritmia del corpo. Consultando la letteratura scientifica, molti sono stati e sono i lavori pubblicati sulle diverse tecniche e varianti della mastoplastica e di altri interventi di chirurgia estetica, in realtà ben poca attenzione è stata data al gluteo e alla chirurgia del profilo posteriore, ad eccezione della liposuzione. Evoluzione del concetto di bellezza della regione glutea

Nella chirurgia del gluteo è importante capire qual è il reale concetto di bellezza del gluteo, in quanto la gluteo plastica riesce a cambiare notevolmente la forma del profilo

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posteriore. Bisogna spesso confrontarsi da una parte con le richieste delle pazienti, dettate dal loro concetto di bellezza, e dall’altra con i limiti della tecnica chirurgica. Negli ultimi anni è nata una nuova tendenza ad avere un gluteo rotondo, ben proiettato e alto; è nata così questa nuova branca medicochirurgica estetica rivolta al rimodellamento della regione glutea. Fino ad oggi la chirurgia del contorno posteriore era affidata alla liposuzione, che riusciva già a dare ottimi risultati con un buon rimodellamento; adesso si parla sempre più di gluteoplastica, che in certi casi è la sola strada per poter ottenere un reale cambiamento della forma. Durante un intervento di Silhouetoplastica, la liposuzione ovviamente non è mai limitata a trattare un solo distretto corporeo per raggiungere un profilo armonioso: sarà indispensabile sottrarre grasso in eccesso ma anche aggiungerlo ove necessita, infatti per la buona riuscita dell’intervento non bisogna solo valutare quantitativamente il volume di grasso aspirato. Il lipofilling associato alla liposuzione è la seconda procedura più eseguita nella chirurgia del contorno posteriore, spesse volte basta lipoaspirare i fianchi e innestare del grasso nella regione sovra glutea

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per poter ridare armonia alla silhouette, data la sinergia tra questi due distretti anatomici. Comunque il lipofilling non è sempre indicato, infatti nelle pazienti magre o quando si vuole ottenere un aumento considerevole e un’importante proiezione, l’unica vera alternativa è la protesi glutea. La gluteo plastica con protesi è una procedura chirurgica che ha lo scopo di ottenere un rimodellamento tridimensionale dei glutei, con l’obiettivo non solo di aumentare, ma soprattutto di dare rotondità, sollevare e risolvere spesso iniziali ptosi, trattare e correggere esiti cicatriziali retraenti, ringiovanire la regione glutea, ma nella maggior parte dei casi la finalità è quella di migliorare un gluteo già ben formato. Dall’esperienza maturata negli anni e dalla letteratura si evince come il grande gluteo sia la sede migliore dove collocare la protesi, tuttavia se l’impianto intramuscolare è eseguito senza un buon metodo e soprattutto se la protesi stessa non è posizionata nel contesto del muscolo, spesso ci possono essere risultati esteticamente poco gradevoli; la protesi deve essere posizionata perfettamente a metà dello spessore del muscolo, senza oltrepassare il limite laterale del muscolo grande gluteo. Il vantaggio del posizionamento della protesi in sede intra muscolare, se correttamente eseguito, è quello di avere indubbiamente un risultato più naturale,

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con meno visibilità e palpabilità dell’impianto e la possibilità di poter eseguire eventuali lipofilling per ottimizzare il risultato finale.

della ferita intraglutea di cui 2 di lieve entità, 1 ha necessitato di revisione chirurgica.

Casistica e Complicanze

A nostro avviso il metodo di impianto della protesi in sede intramuscolare è il più sicuro per poter ottenere un buon rimodellamento gluteo con protesi, è una metodica riproducibile con una curva di apprendimento veloce: ovviamente necessita di un bagaglio di conoscenze anatomiche, in modo da avere ben chiari i riferimenti anatomici che guideranno lo scollamento intramuscolare. La chirurgia del contorno posteriore deve avere un approccio tridimensionale e circonferenziale per poter cambiare l’outline anteriore e posteriore, ed è dall’integrazione delle diverse tecniche chirurgiche a disposizione che si riesce a creare il miglior █ risultato estetico possibile.

Anche se ben eseguita, come ogni tecnica chirurgica non è scevra da complicanze. Queste si dividono in immediate (dolore, deiscenza, ematoma, sierosa, disconfort), a distanza (visibilità dell’impianto, sieroma, rottura dell’impianto, neo vascolarizzazione) e complicanze per impianto sottocutaneo. Una delle ragioni della non popolarità della gluteoplastica è proprio la sequela di complicanze che spesso si verificano per errore di tecnica chirurgica. Nella nostra casistica personale, su un totale di 10 casi non si sono mai verificati ematomi o infezioni, 3 casi di sieromi che nell’arco di 30 giorni circa si sono risolti, 3 casi di deiscenza

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CONCLUSIONI

PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE Dr. Ignazio Scimè scignazio@libero.it

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Caos nel mondo della Medicina Estetica Le associazioni scientifiche AGORÀ – SIME– SIES si impegnano per garantire la tutela dei pazienti e la professionalità dei Medici Estetici

Cari colleghi, in merito alla notizia che la Francia ha emanato un atto normativo volto a vietare numerosi trattamenti di Medicina Estetica, inviamo di seguito una comunicazione da parte del nostro ufficio legale che si sta adoperando per verificare i contenuti della norma. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarmi direttamente o a contattare il nostro Ufficio Legale Maurizio Priori informazioni@sies.net Egregi Soci, come noto in data 12 aprile u.s. è entrato in vigore in Francia un atto normativo che ha inteso vietare diversi trattamenti di Medicina Estetica connessi alla cura degli inestetismi del corpo (trattamenti di adipocitolisi):

• CAVITAZIONE • LASER transcutaneo senza aspirazione

• INFRAROSSI • RADIOFREQUENZA

• CARBOSSITERAPIA • MESOTERAPIA • INIEZIONI CON FOSFATIDILCOLINA

Detto provvedimento ha suscitato, come naturale che fosse, grande clamore soprattutto in ragione delle evidenze scientifiche sulle quali l’atto normativo ha fondato la sua adozione. Le più importanti Associazioni Scientifiche Italiane operanti nel settore della Medicina Estetica – Agorà e Sies per mezzo dei Presidenti Prof. Alberto Massirone e Dr. Maurizio Priori e Sime attraverso il Segretario Generale, Dr. Emanuele Bartoletti – hanno costituito un Tavolo Tecnico per la condivisione e lo studio del provvedimento normativo citato, organizzando una riunione a Milano, che si è tenuta in data 27 aprile u.s., unitamente ai rappresentanti delle altre società scientifiche europee, per procedere all’analisi, studio e firma di un documento congiunto da sottoporre agli organi Ministerali ed Istituzionali, sia Nazionali che Comunitari. In questa fase ci premuriamo di rassicurare tutti gli operatori del settore circa la legittimità in Italia dei trattamenti di medicina estetica citati nel provvedimento Francese poiché lo stesso e’ stato emanato esclusivamente nel contesto del territorio Francese. Sarà nostra cura accogliere le Vostre istanze di chiarimento, e tenervi aggiornati sugli sviluppi del caso. Ufficio Legale SIES L’AMBULATORIO 32 MEDICO Avv. Federica Lerro legale@sies.net

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MEDICINA ESTETICA

di Domenico Amuso Medico Chirurgo Medicina Estetica e Chirurgia Estetica - Modena

EFfetti della Propulsione di Ossigeno® nell’invecchiamento cutaneo Da oltre 10 anni Maya Beauty Engineering (Mbe) ha sviluppato una tecnologia unica, totalmente sicura ed indolore, per utilizzare l’ossigeno nel trattamento di alterazioni cutanee di tipo estetico, nell’antiaging e in alcune patologie cutanee: la Propulsione di Ossigeno®

uesta tecnologia innovativa Q consiste nell’emissione di O attraverso uno strumento meccani-

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co che ha la capacità di generare ossigeno a partire dall’atmosfera esterna (dove è presente in una concentrazione pari a circa il 21%) per poi comprimerlo attraverso speciali filtri sino a raggiungere una concentrazione (purezza) compresa tra il 94% ed il 98%. L’ossigeno così concentrato e prodotto viene successivamente eiettato sulla pelle ad una pressione di gran lunga superiore rispetto alla norma. Studi clinici hanno dimostrato che durante la fase di emissione di ossigeno propulsivo al contatto con la pelle si osserva un periodo di latenza in cui il gas entra in equilibrio con l’epidermide, raggiunto l’equilibrio comincia un flusso costante di penetrazione la cui entità è direttamente proporzionale alla concentrazione e all’atmosfera di emissione del gas: tanto maggiore è la pressione di emissione del gas, tanto maggiore è la penetrazione nella pelle. In ciò risiede la differenza principale tra i tanti sistemi ad aerografo presenti nel mercato e la Propulsione di Ossigeno® di Mbe. Infatti, gli ae-

Tecnica di trattamento

rografi e le apparecchiature ad ossigeno presenti in commercio raggiungono una pressione massima di 1,5 Atmosfere che non è sufficiente a superare la barriera epidermica. L’ossigeno prodotto dalle apparecchiature Maya Beauty viene invece eiettato sulla pelle ad una pressione di 2-3 atmosfere superiori rispetto alla norma. Da anni il team scientifico della Maya Beauty Engineering sta conducendo diverse ricerche in Italia e all’estero, sulla validità del trattamento con la Propulsione di Ossigeno® in alterazioni cutanee di tipo estetico, nell’antiaging e in alcune patologie cutanee quali psoriasi, dermatiti, lesioni cutanee, piaghe, ferite. Studi Clinici tutt’ora in corso, dimostrano l’efficacia della tecnica anche in medicina sportiva, riabilitazione, in omeopatia, e nel pre e post chirurgico. Per mezzo degli studi portati avanti dal nostro team scientifico siamo stati in grado di dimostrare la validità della terapia di Propulsione di Ossigeno® di Mbe.

2 atmosfere, l’unica certificata medicale e con autorizzazione del Ministero della Salute. L’apparecchiatura Oxy Xtra Med è indicata per il trattamento di: P.E.F.S. (Pannicolopatie Edema-Fibroso-Sclerotiche), Ulcere, Piaghe, Assottigliamento e perdita di idratazione, Adiposità localizzata, Ipercromie senili, Lentigo, Cheloidi, Ipertrofie cicatriziali, Lassità cutanea, Eczemi, Psoriasi.

MATERIALI E METODI

Il campione per la ricerca

Apparecchiatura: Oxy Xtra Med, di Maya Beauty Engineering. Ha la capacità di generare ossigeno (iperbarico) ed eiettarlo ad una purezza compresa tra 94% e 98%. Si tratta dell’unica apparecchiatura presente sul mercato avente una pressione di eiezione del gas superiore alle

TRATTAMENTO

Ogni trattamento eseguito, indipendentemente dalla zona trattata, non deve essere mai inferiore agli 8 minuti e deve prevedere l’utilizzo di appositi manipoli viso o corpo di ampiezza differente a seconda dell’area trattata. Trattandosi di trattamento dermico, si fa uso dei manipoli specifici per la Propulsione di Ossigeno e non si utilizza aerografo in quanto riservato al trattamento superficiale epidermico. Sono previste apposite manovre/manualità per l’ottimizzazione dei risultati. Lo studio è stato effettuato su 30 pazienti, 24 donne e 6 uomini, in età compresa tra 24 e 66 anni e con BMI compreso tra 18 e 29. Tutti i pazienti del campione si sono sottoposti allo studio in modo autonomo e spontaneo previo consenso informato. Ogni paziente è stato sotto-

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posto a 3 biopsie cutanee in tempi diversi mediante punch del diametro di 2.0 mm. Le misurazione sono avvenute al T0, inizio protocollo con la Propulsione di Ossigeno® di Mbe, a T4, a 4 settimane, quarta seduta del trattamento, a T8, a 8 settimane, all’ ottava seduta del trattamento. Scopo dello studio è la valutazione dell’efficacia della Propulsione di Ossigeno® di Mbe nel contrastare l’aging cutaneo. Lo studio effettuato è sperimentale e clinico. RISULTATI

Innanzitutto il team si è dato la priorità della salvaguardia delle funzioni base della cute del paziente e quindi di attuare l’applicazione di trattamenti capaci di migliorare l’estetica ma soprattutto fornire elementi utili alla rigenerazione e miglioramento del tessuto e ripristinare le strutture che i processi di invecchiamento e patologici depauperano. Il numero dei vetrini visionati è stato di un totale di 360; 3 almeno per ogni paziente. Nello studio non è stato contemplato nessun mascheramento. Osservazione Istologica

Istologicamente nell’epidermide il confronto tra i preparati prima del trattamento con Propulsione di Ossigeno® e dopo, indipendentemente dall’età evidenzia un miglioramento dello strato corneo con mantenimento di una buona citomorfosi, una migliore organizzazione delle fibre collagene ed elastiche, stimolazione di una angiogenesi vera e miglioramento della qualità dell’acido ialuronico di naturale produzione (Vetrini I – I1). Gli annessi cutanei tornano ad essere attivi e ben funzionanti, visibili in questi vetrini di cute giovane. Nel vetrino di destra è visibile inoltre una maggiore presenza di globuli rossi, risultato di un numero maggiore di vasi, e una quantità superiore di lacune edematose per la produzione di nuovo collagene. L’aspetto più importante che la propulsione di ossigeno determina, è la stimolazione di una 34

Vetrino I - prima

Vetrino I1 - dopo il ciclo di trattamenti

Epidermide

Derma

Spessore epidermide

Fibre collagene- ac. Ialuronico

Strato corneo

Fibre elastiche – emazie

Giunzione dermo-epidermica

Melanociti

PH cutaneo

Annessi cutanei

Valutazione istologica di ogni campione di cute

angiogenesi vera con formazione di arteriole e meta-arteriole, attraverso 4 passaggi importanti che portano alla formazione di nuovi vasi. (Vetrini L – L1) A sinistra con l’Ematossilina-Eosina si vedono i vasi alcuni dei quali contengono eritrociti, a destra la metodica immunoistochimica, che utilizza anticorpi diretti contro antigeni endoteliali, li evidenzia in marrone. La prova con l’mmunoistochimica è stata realizzata per evidenziare le cellule endoteliali e comprovare quanto visto nel vetrino di sx colorato con ematossilina ed eosina. Il Comitato Scientifico Maya Beauty Engineering ha inoltre verificato il valore dei radicali liberi nel campione dei pazienti usato per lo studio, prima, durante e dopo il trattamento con la propulsione di ossigeno, utilizzando il metodo, FRAS, Free Radical Analitycal System. Da questa analisi, vi-

sto il valore numerico del campione pazienti, non possiamo dire (almeno per il momento) che la Propulsione di Ossigeno riduce la concentrazione dei radicali liberi, ma senz’altro che l’utilizzo ripetuto di Propulsione di Ossigeno® non li aumenta. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Possiamo pertanto affermare che la Propulsione di Ossigeno® è il gold standard nel trattamento antiage poiché: aumenta del 38% l’elasticità cutanea, aumenta del 22% l’idratazione cutanea, mantiene il PH cutaneo a valori compresi tra 4.2 e 5.8 assicurando cosi un ricambio cellulare entro i 28 gg. Inoltre ha proprietà antinfiammatorie e il ripristino della normale fisiologia cellulare agisce su patologie cutanee come psoriasi e acne. La Propulsione di Ossigeno® è scienza vera e bellez█ za autentica.

Angiogenesi: vetrino L Ematossilina-Eosina e vetrino L1 Immunoistochimica

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Med Contour ultrasuono sicuro e certificato

MEDICINA ESTETICA

Ricerca e Sviluppo GENERAL PROJECT

Nel maggio 2010, la versione americana di Med Contour, il sistema ultrasonico per il body contouring prodotto da General Project, ha ottenuto l’ambita certificazione FDA dalla Food and Drugs Administration, il severo organismo governativo statunitense. Un traguardo importante per un’azienda italiana che fa della sicurezza e dell’efficacia dei macchinari che progetta e produce i suoi punti di forza ed Contour, presente in EuroM pa dal giugno 2008, sfrutta l’azione di due ultrasuoni convergenti

e modulabili in bassa frequenza che riescono a trattare in maniera efficace e totalmente sicura il tessuto adiposo più profondo, con risultati evidenti fin dalla prima seduta. L’ampia possibilità di modulazione di frequenza (da 20 a 60 Khz), associata alla speciale forma del manipolo brevettato e alla potenza dei trasduttori infatti, permette di effettuare un trattamento allo stesso tempo sicuro, confortevole, efficace e adattabile a ogni singolo paziente. Il dottor Mark B. Taylor, direttore del Gateway Aesthetic Institute and Laser Centre di Salt Lake City, dichiara che “questa tecnologia è veramente innovativa e realmente efficace”. Secondo il parere di molti chirurghi plastici americani, che stanno usando la macchina da alcuni mesi, i risultati sono esaltanti: “I risultati sono visibili e misurabili immediatamente, ogni volta, già dalla prima seduta. Variano da paziente a paziente, ma

Addome di paziente uomo - prima e dopo

si tratta sempre di alcuni centimetri a trattamento. Vedo in questa macchina l’avanguardia nella medicina estetica, che apre nuovi orizzonti nel campo delle procedure non invasive. I pazienti cercano sempre di più procedure soft e senza downtime, ma con risultati immediati” dichiara il dottor Payman Simoni,

Addome di paziente donna - prima e dopo 4 trattamenti

chirurgo plastico di Beverly Hills. In effetti “il sistema è ideale per coloro che vogliono rimodellare il proprio corpo, una valida alternativa per coloro che hanno problemi di adiposità localizzata e/o non vogliono sottoporsi a procedure invasive o interventi chirurgici” conferma Michael Nagy, M. D. chirurgo plastico del New Jersey. UNA RICERCA STATUNITENSE

Un recente studio svolto negli Stati Uniti in undici cliniche mediche, per un totale di 190 pazienti trattati, ha dimostrato che i risultati del tratta37

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mento portano a una riduzione permanente della circonferenza della zona trattata variabile da 1,25 a 2,75 pollici, corrispondenti a un intervallo che va da 1,9 a 7 cm dopo le prime quattro sedute, a seconda delle zone trattate. I pazienti sono stati sottoposti in media a cinque trattamenti, con intervalli settimanali. Le zone trattate sono state l’addome per il 45% dei pazienti, i fianchi per il 13% e gli arti inferiori per il 31%. Il 90% delle persone trattate ha notato gli effetti già durante il primo trattamento, in termini di diminuzione della circonferenza, miglioramento dell’apparenza della cellulite e della tonicità della pelle. I pazienti hanno descritto come piacevole la sensazione di calore provata durante il trattamento, l’unica reazione riportata è stato un leggero rossore scomparso nelle ore successive. Le immagini termiche hanno dimostrato una regolare distribuzione del calore nell’area trattata e il raggiungimento di temperature fino a 46°. L’effetto termico è infatti uno degli effetti dell’ultrasuono, che si aggiunge a quelli meccanici, cavitazionali e chimici. Il riscaldamento prodotto dall’ultrasuono ha l’immediato effetto di distensione di cute e tessuti. Questo riscaldamento profondo raggiunge il derma e il sottocute e si traduce nella contrazione e nel compattamento del collagene posto appunto nel derma e nella formazione di nuovo e più compatto collagene, che contribuisce ulteriormente al ringiovanimento della pelle. Un ulteriore studio, effettuato dal dottor Garcia nella sua clinica di Miami, ha in effetti dimostrato che durante il trattamento l’alta temperatura raggiunta a livello cutaneo e sottocutaneo è sufficiente a indurre una stimolazione e un rimodellamento del collagene, con un conseguente effetto di skin tightening. Lo stesso studio ha dimostrato una sostanziale modifica della struttura 38

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Schiena di paziente donna - prima e dopo 4 trattamenti

del tessuto adiposo, con conseguente rilascio di sostanze lipidiche che vengono poi eliminate attraverso il sistema linfatico. L’effetto cavitazionale dell’emissione ultrasonica, infatti, produce la rottura delle cellule adipose, avviando così i processi metabolici che porteranno alla naturale eliminazione delle scorie prodotte da parte dell’organismo. Per aiutare questo processo, Med Contour è dotata di uno speciale manipolo per il linfodrenaggio: attraverso una membrana biocompatibile si effettua una movimentazione completa del tessuto che stimola l’eliminazione dei liquidi rimossi durante il trattamento ultrasonico. La membrana, completamente biocompatibile, effettua un moto ondulatorio che alza, piega e comprime i tessuti secondo una sequenza di movimenti specifica per l’area da trattare. Questa mobilitazione del tessuto cutaneo e subcutaneo provoca inoltre un miglioramento della circolazione linfatica, arteriosa e venosa. Con lo stesso manipolo è possibile effettuare l’apertura delle stazioni linfatiche prima del linfodrenaggio, permettendo così, dopo la rottura delle cellule adipo-

se, l’eliminazione dei lipidi (acidi grassi, trigliceridi) attraverso il sistema linfatico. Oltre alla clearence 510k statunitense, MED Contour può fregiarsi dell’approvazione canadese CSA e di quella del Thai FDA, l’agenzia tailandese a tutela della sanità pubblica. Da qualche mese anche la TGA, Therapeutic Goods Administration australiana, ha approvato l’apparecchiatura per il proprio mercato. Una conferma per un’azienda già certificata UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 13485 e UNI EN ISO 14001 (Certificato del sistema di gestione ambientale), che da sempre produce tutte le apparecchiature in conformità alle normative europee, americane e asiatiche e le protegge con brevetti Internazionali in 130 Paesi nel mondo. La conferma periodica delle certificazioni è garanzia del continuo miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi forniti. General Project, nella sua politica per la qualità, l’ambiente e la sicurezza, ribadisce l’impegno di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei clienti e la salvaguardia dell’ambiente ponendo sempre al centro le risorse umane e naturali come valori fondamentali da tutela█ re e valorizzare.

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MEDICINA ESTETICA

I LED E LA BIOMODULAZIONE: NUOVE PROPOSTE

di Fiorella Bini Dermatologo – Firenze GIRTEL (Gruppo Italiano Radiofrequenze, Terapia Fotodinamica e Fototerapia LED)

di invecchiamento cellulaIdiprocessi re sono correlati con la produzione radicali liberi. Questi determinano

la morte della cellula attraverso danni al DNA mitocondriale, lipoperossidazione delle membrane, apoptosi cellulare da attivazione delle caspasi. Strutture fondamentali sono i mitocondri, organuli cellulari di forma allungata presenti nel citoplasma di tutte le cellule animali a metabolismo aerobico: in un fibroblasto se ne annoverano da 1.000 a 1.500. Il mitocondrio è la centrale energetica della cellula e fornisce l’energia necessaria per i processi biologici. All’interno di questo organulo il piruvato ed il NADH, prodotti dalla glicolisi, attraverso il ciclo di Krebs e la fosforilazione ossidativa (la catena respiratoria) producono energia sotto forma di ATP che verrà utilizzata per le sintesi proteiche, di RNA e DNA, per le pompe Na e Ca ecc. La luce è in grado di stimolare la pro-

Trattamento di ematoma: prima e dopo

duzione di energia da parte dei mitocondri. In natura ne abbiamo alcuni esempi: grazie alla fotosintesi clorofilliana l’acqua e l’anidride carbonica sono trasformate in glucosio con produzione di Ossigeno. I pannelli solari fotovoltaici convertono la luce solare in energia elettrica. Nei mitocondri accade una cosa simile: l’energia luminosa attiva i Citocromi mitocondriali e innesca una reazione fotochimica che incrementa la produzione di ATP nella cellula. Questo processo è chiamato Fotobiomodulazione e consiste nell’utilizzo di una luce a bassa intensità a scopo terapeutico per modulare, incrementandola o riducendola, l’attività delle cellule viventi. Fra gli effetti si annoverano la riparazione cellulare di cellule danneggiate o compromesse, il miglioramento del metabolismo, l’ottimizzazione di funzioni cellulari specifiche che risultano più veloci ed efficienti, la stimolazione della proliferazione cellulare. LA FINESTRA TERAPEUTICA

Non tutte le luci sono idonee a innescare il processo: ogni recettore cellulare è stimolato da una specifica luce, sorgenti luminose diverse producono effetti differenti. Qual è la luce ottimale che determina il processo di fotobiomodulazione? Lo spettro visibile varia fra 380 (violetto) e 760 nm (rosso): lunghezze d’onda maggiori sono raggruppate nell’infrarosso, non sono percepibili dall’occhio umano e tuttavia alcune hanno effetti sul nostro corpo. La gamma compresa tra gli 820 e i 980 nm rappresenta la lunghezza

d’onda ottimale per la fotobiomodulazione ed è definita “Finestra terapeutica”. La “Finestra di Fotobiomodulazione” (o Finestra terapeutica) è una frazione dello spettro luminoso in grado di influenzare positivamente il metabolismo cellulare dei nostri tessuti. In altri termini si tratta di onde luminose che, irradiate sul corpo, gli trasferiscono energia che esso utilizza per migliorare le proprie funzioni metaboliche. In particolare attiva il sistema di trasporto degli elettroni nei mitocondri, la citocromo C ossidasi, con produzione di ATP. L’energia luminosa utilizzata deve avere caratteristiche precise per poter svolgere la sua funzione di modulazione: la lunghezza d’onda è fondamentale, ma altrettanto importanti sono l’intensità dell’energia (che deve essere bassa), il tempo di irraggiamento (necessariamente breve), la modalità di emissione (intermittente). La luce infatti è solo un trigger: ecco perché è sufficiente uno stimolo blando, mentre stimolazioni troppo intense potrebbero rappresentare un elemento negativo. Inoltre sono importanti l’angolazione della luce, la dose, l’intervallo fra le emissioni, il ritmo delle sedute. Quando la luce 630 nm e 700-900 nm viene assorbita dagli enzimi mitocondriali, viene convertita in energia elettrochimica che determina un aumento della concentrazione di Ca++ nel citoplasma. Si verificano cambiamenti transitori nella concentrazione di Ca++ citoplasmatico che

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possono innescare le mitosi cellulari (Lubart et Al, 1993). La luce 880 nm attiva tutta la popolazione cellulare della cute, i fibroblasti (determinando neoformazione di collagene), ma anche le cellule endoteliali. Attiva le cellule infiammatorie (mastociti, neutrofili, macrofagi) con produzione di fattori trofici, analogamente a quanto si verifica nella guarigione delle ferite. LE FONTI DI LUCE

Inoltre determina riduzione di metallo proteinasi. Le fonti di luce più idonee per la fotobiomodulazione sono due, LED (Light Emitting Diode) e LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation). I primi sono emettitori monocromatici che convertono il potenziale elettrico in fotoni di luce. La luce emessa è coerente e monocromatica, non collimata: non danneggia i tessuti, ma stimola una risposta biologica. La frequenza dell’impulso è caratteristica del materiale semiconduttore utilizzato per quel LED (gallio, arsenico, fosforo, ecc). Nel nostro studio abbiamo utilizzato LED con spettro 820-880 nm (valore medio 850), che sono responsabili del lieve tepore prodotto dal trattamento, e LED con spettro 900-980 nm (valore medio 930): la modalità di emissione è intermittente. La finestra terapeutica di fotobiomodulazione LED comprende quindi una lunghezza d’onda di 820-980 nm. Poiché la profondità di penetrazione della luce nei tessuti aumenta con l’aumentare della lunghezza d’onda, raggiungono una profondità di 1,5 (850 nm) e 2,5 cm (930 nm) rispettivamente, interessando prevalentemente la cute: pertanto sono idonei per il trattamento

di inestetismi del volto e del corpo. Le sorgenti LASER a bassa intensità emettono un fascio di luce coerente e monocromatica, collimata; la modalità di emissione è continua, con duty cicle breve. La finestra terapeutica di fotobiostimolazione LASER incide su una lunghezza d’onda di 905 nm. Poiché la profondità raggiunta è di 6-7 cm, possono essere trattati muscoli, tendini, ossa, legamenti. GLI EFFETTI BIOLOGICI

La Fotobiostimolazione presenta numerosi effetti biologici: migliora la circolazione sanguigna e linfatica grazie all’azione sulle cellule endoteliali e determina vasodilatazione atermica. Ha azione antiedemigena: favorisce il riassorbimento dei liquidi interstiziali in eccesso, riequilibrando la membrana cellulare. Detossina i tessuti; stimola i fibroblasti e normalizza la produzione di fibre reticolari, di collagene e di elastina. Riduce le metallo-proteinasi della matrice (stimolate dalle R UV); incrementa le difese immunitarie, fornendo energia supplementare facilmente utilizzabile. Infine ha azione antalgica e analgesica. Recentemente è stata dimostrata un’altra funzione della fotobiomodulazione: l’applicazione di una luce attiva i Citocromi P27, che sono deputati alla captazione di sostanze fotosensibili veicolate nello spazio intramembranale. I LED possono così veicolare principi attivi, adeguatamente formulati, capaci di stimolare la produzione di fibre collagene e matrice extracellulare, e sostanze ad azione antiradicalica. La fotobiomodulazione trova quindi indicazione in questi casi:

Trattamento di alopecia androgenetica: prima e dopo

No limitazioni di fototipo No down time No danni tissutali: le energie sono piccole e l’emissione è intermittente Semplice ed efficace Non invasiva No dolore né calore Ampia zona di trattamento Abbinabile ad altre metodiche

• Ringiovanimento cutaneo del voltodécolleté. • Trattamento degli arti inferiori (drenaggio, PEFS). • Inestetismi cutanei (acne, smagliature, cicatrici, macchie). • In tricologia (alopecia areata, alopecia androgenetica, alopecie cicatriziali, in associazione ad auto trapianti e a PRP). • In vulnologia per favorire la riparazione tissutale. • Nella modulazione e regolazione dei meccanismi cellulari fisiologici. La fotobiomodulazione può essere definita una terapia atermica (non si superano mai i 40° C) non invasiva ed essere annoverata fra le tecniche non ablative di foto ringiovanimento. I punti favorevoli di questa metodica sono i risultati decisamente positivi, la non invasività, la semplicità. D’altro canto i protocolli sono ancora da definire e la materia è tuttora in fase di studio. I risultati preliminari, incoraggianti supportati da una ricca letteratura, stimolano a proseguire nella ricerca e ad ampliare il ventaglio dei campi di applicazione di questa █ metodica. BIBLIOGRAFIA “New biological phenomena associated with fibroblast proliferation and light irradiation” – R. Lubart et Al- Low-energy lasers effects on biological Systems 1993.

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Associazione Flebologica Italiana di Alessandro Frullini Presidente Associazione Flebologica Italiana (AFI) Docente CPMA - VALET - Bologna

i possono essere molti motivi C per i quali vale la pena di essere in un posto e crediamo pro-

prio che l’AFI DAY del 26 marzo 2011 ne abbia forniti moltissimi. L’appuntamento era uno di quelli da non perdere perché si trattava di svolgere l’assemblea dell’associazione flebologica italiana e di tracciare le linee di quella che sarebbe stata la strategia dei prossimi anni. A questo associamo una dimostrazione dal vivo della tecnica di esecuzione dello studio ecocolordoppler nei pazienti flebologici da parte di un vero esperto della materia come Alessandro Pieri, una tavola rotonda sulla compressione (in particolare sulla compressione post-scleroterapia) molto partecipata con una discussione molto viva e, infine, una serie di relazioni sulla maggior parte degli argomenti della moderna flebologia: mettiamo tutto insieme e abbiamo il programma di una giornata molto intensa e soprattutto proficua. Durante l’assemblea sono stati presentati i risultati del questionario che l’AFI ha inviato a tutti i suoi associati. Le richieste che sono state formulate più frequentemente sono soprattutto che l’associazione operi per la formazione e l’aggiornamento, tuteli la nostra professionalità e sia sede di un vero confronto. Tra i motivi di insoddisfazione per le passate esperienze in altre società nei questionari emerge soprattutto il fatto di non sentirsi parte integrante, la mancanza di meritocrazia e la pochezza scien-

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AFI DAY 2011: la giornata della Flebologia

tifica. L’AFI farà tesoro di queste vostre indicazioni e lavoreremo affinché i nostri obiettivi coincidano con le vostre richieste. Un dato che mi ha stupito è che oltre il 90% di coloro che avevano risposto al questionario richiedessero l’ufficializzazione della figura del flebologo. Se è vero che in altre realtà come quella statunitense ciò è già avvenuto, nella nostra realtà un simile risultato è sicuramente più difficile da raggiungere. Discuteremo ampiamente di que-

sto problema alla prossima occasione. Progetti futuri ne abbiamo tanti in cantiere e ci sarà molto da lavorare da qui al prossimo Sclerotherapy, il nostro congresso internazionale che l’anno prossimo si svolgerà a Firenze. Sarà come sempre un meeting in tre lingue con un’importante partecipazione di colleghi esteri. L’impegno quindi per tutti gli associati sarà quello di arrivare a quell’appuntamento con relazioni █ all’altezza dell’occasione. corsi teorico pratici

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MEDICINA ESTETICA

EFFICACIA DELLA FOTOBIOMODULAZIONE LED ABBINATA A UN GEL CON PEPTIDI SUI PROCESSI DI INVOLUZIONE MENOPAUSALI DELLA VULVA

di Isabella Pia Palmieri Specialista in Chirurgia Plastica - Messina Docente C.P.M.A VALET - Bologna Salvatore Terrani Neurobiologo - Verona e Vincenzo Villani Specialista in Ginecologia - Verona

L’azione congiunta del sistema LED Light Active (Medical&Technology) e l’uso topico di gel a base di Peptidi e antiossidanti risulta essere efficace per contrastare l’invecchiamento della Vulva nella pre e nella menopausa. Gli effetti accertati clinicamente sono rappresentati da rimodellamento e rassodamento delle piccole e grandi labbra, diminuzione della secchezza e miglioramento dell’elasticità tissutale con recupero delle normali sensazioni li organi genitali femminili subiG scono cambiamenti fisiologici di forma e volume passando attra-

verso le varie fasi della crescita, dall’adolescenza alla maturità sessuale, alle eventuali gravidanze, fino ad arrivare alla menopausa La Vulva rappresenta la continuazione dell’apparato genitale femminile ed è costituita prevalentemente da cute e quindi la maggior parte della patologia vulvare è di tipo dermatologico. Proprio nella Menopausa i cambiamenti, normalmente lenti, subiscono un’accelerazione dovuta alla

riduzione della secrezione degli estrogeni che giocano un ruolo fondamentale in questo processo. Il sopraggiungere del Climaterio induce modificazioni del sistema urogenitale, con riduzione dell’idratazione e dell’elasticità cutanea e atrofia della mucosa vaginale. L’Aging Vulvare è caratterizzato da una progressiva riduzione di tutte le componenti tissutali. Le grandi labbra vanno incontro a un processo di lipodistrofia con assottigliamento e perdita del turgore tipico della giovane età, dovuto alla riduzione delle fibre di collagene ed elastiche e alla diminuzione della quantità di acido ialuronico. Le piccole labbra diventano più fragili e pallide per la riduzione dei vasi sanguigni e, specie nelle donne pluripare, aumentano di grandezza e possono arrivare ad avere un aspetto pendulo che talvolta può rendere difficili i rapporti sessuali. La clitoride va in involuzione. I peli pubici diventano bianchi e più radi. S assiste a una diminuzione della Si pigmentazione per la riduzione dei melanociti, una diminuzione delle ghiandole sebacee e sudoripare e i

vasi sanguigni diventano più prominenti e visibili. Inoltre, dopo la Menopausa si ha un aumento del Ph vulvo-vaginale da 3.5/4.5 a 5.0/5.4, dato dal calo della produzione di glicogeno e della sua metabolizzazione ad acido lattico, e anche una riduzione media del 50% delle secrezioni vaginali. Queste alterazioni rendono dolorosi i rapporti sessuali e permettono anche una facile colonizzazione vaginale da parte della flora enterica, cutanea e ambientale. La diminuzione quantitativa degli estrogeni porta a una riduzione del collagene dermico dell’1% annuo, con modificazioni qualitative della matrice extracellulare con riduzione del collagene di tipo 1 a favore del collagene di tipo 3, con alterazione delle fibre elastiche e con conseguente rigidità dermica. L’Aging Vulvare è caratterizzato anche da ipotrofia della muscolatura striata e degenerazione dell’innervazione della muscolatura liscia. Gli alterati processi di vascolarizzazione e l’ipotrofia delle ghiandole sebacee portano alla perdita di elasticità delle pliche vaginali e,

Sistema LIGHT ACTIVE 45

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EFFICACIA DELLA FOTOBIOMODULAZIONE LED ABBINATA A UN GEL CON PEPTIDI SUI PROCESSI DI INVOLUZIONE MENOPAUSALI DELLA VULVA con l’assottigliamento della mucosa introitale, realizzano uno stato di atrofia che favorisce l’azione di tutti i meccanismi lesivi. Metà delle donne in Menopausa lamenta prurito, secchezza, bruciori, fessurazioni, dispareunia. Questi quadri clinici rappresentano un grado di aging che secondo le nostre conoscenze scientifiche sulla Fotobiomodulazione poteva essere trattato con luci LED con lunghezza d’onda compresa tra i 630 e gli 880 nm. al fine di sostenere il trofismo tissutale e rallentare i processi degenerativi. Quando le cellule sono irradiate all’interno di esse, si generano delle reazioni. I fotoni emessi da luce LED con lunghezza d’onda specifica, coerente, monocromatica, non collimata, attraverso l’assorbimento di energia da parte di cromofori specifici delle cellule bersaglio, stimolano il complesso enzimatico della Citocromo ossidasi-c della membrana mitocondriale, provocando una catena di reazioni biochimiche/biofisiche che portano a un’incrementata produzione di ATP. La luce assorbita causa cambiamenti nella conformazione strutturale della membrana mitocondriale e la successiva traslocazione di protoni lungo la catena respiratoria determina la maggiore sintesi di ATP, ottenendo così una maggiore disponibilità di energia per le cellule stesse, che viene utilizzata per la sintesi di RNA e DNA e conseguente neoformazione di collagene. L’esposizione alla luce a 880 nm provoca nei tessuti una risposta infiammatoria lieve con edema interstiziale e perivascolare, comparsa di macrofagi, leucociti e mastociti che si degranulano. Vi è inattivazione della collagenasi, incremento del FGF2 con proliferazione dei fibroblasti e aumento di VEGF e di Ossido Nitrico, con aumento del flusso sanguigno nella giunzione dermo-epidermica. Questi processi portano a una sintesi di collagene di tipo 1 nel derma 46

reticolare e di tipo 3 nel derma papillare e a un buon rimodellamento dei tessuti irradiati. I fotoni, inoltre, attraverso l’attivazione dei Citocromi P27 permettono la veicolazione nello spazio intermembranale di principi attivi fotosensibili. Abbiamo quindi arruolato 20 pazienti in menopausa che lamentavano vulvodinia caratterizzata da bruciore, secchezza, prurito, fessurazioni, desquamazioni, eritema e dispareunia. Le abbiamo sottoposte a Ispezione Vulvare valutando l’adiposità del distretto vulvoperineale, la disposizione e la quantità dei peli, la morfologia delle grandi e piccole labbra, la presenza di varicosità, lo stato di idratazione, l’assottigliamento/ispessimento della cute, l’eventuale presenza di fessurazioni, di lesioni da grattamento, di lesioni dermatologiche e la presenza di leucorrea. Prima di ogni esposizione alla luce LED abbiamo applicato sulla vulva

un gel contenente un pool di peptidi biomimetici con azione stimolante la sintesi di Laminina 5, Collagene tipo IV, VII e antiossidanti verso ROS e RNS. Le pazienti sono state sottoposte a 10 sedute bisettimanali di 25 minuti ciascuna. È stato utilizzato il dispositivo Light Active di Medical&Technology, con i due manipoli di nuova generazione (interno ed esterno) a 630/880 nm progettati per poter essere uno apposto a 1 cm circa dal tessuto e l’altro per essere introdotto in vagina. Al termine dei trattamenti, tutte le pazienti hanno riferito un miglioramento della vulvodinia, del prurito e della dispareunia; all’ispezione si evidenziava la normalizzazione dello stato dei tessuti danneggiati, con diminuzione della secchezza della cute vulvare; le mucose apparivano più rosee, con miglioramento dello stato trofico e dell’idratazione e delle irritazioni e quindi anche █ dell’aspetto estetico.

LE FOTO CHE NON VEDETE Quella che avete in mano è una rivista di divulgazione scientifica, quindi destinata ai professionisti del settore. I quali – e di questo gliene siamo grati – spesso la condividono con i propri pazienti, lasciando il nostro Ambulatorio Medico in bella evidenza in sala d’aspetto. È per questo motivo che abbiamo deciso di non pubblicare le immagini (ovviamente esplicite e scientificamente esaustive) che corredavano questo servizio. I medici che fossero interessati all’argomento, possono comunque scaricarle direttamente dal nostro sito, all’indirizzo:

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MEDICINA ESTETICA

di Fabio Ingallina Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica - Catania

TRATTAMENTO COMBINATO TOSSINA BOTULINICAFILLERS VOLUMETRICI DEL VOLTO: IL LIFTING MEDICO DEL TERZO SUPERIORE E MEDIO DEL VOLTO

l processo d’invecchiamento del Imaniera volto è stato a lungo identificato, in eccessivamente semplici-

stica, con la discesa verticale (ptosi) dei tegumenti e del tessuto adiposo sottocutaneo rispetto all’impalcatura ossea. Questa visione meccanicistica di discesa dei tessuti tegumentari, a causa dell’azione della forza di gravità, riferita al terzo superiore e al terzo medio del volto, si è rivelata non corretta. Essa poggiava anche su un’erronea e semplicistica concezione del tessuto adiposo superficiale e profondo, che venivano ipotizzati come una struttura unica e uniforme, una sorta di massa gelatinosa omogenea che a seguito della forza di gravità tendeva a scivolare verticalmente verso il basso trascinando con sé i tegumenti. Negli ultimi 4 anni, diversi studi clinici e anatomici sull’invecchiamento di queste due regioni hanno focalizzato la loro attenzione su meccanismi d’invecchiamento alternativi, legati al mutamento, con il trascorrere degli anni, dell’anatomia dei muscoli mimici e del tessuto adiposo superficiale e profondo del volto. In un brillante articolo del 2007, Val Lambros [1], mediante un’analisi comparata di centinaia di foto sovrapponibili di sue pazienti a diverse età, pone per primo in discussione alcuni dei dogmi sull’invecchiamento di tali regioni. Val Lambros evidenzia come la supposta discesa del sopracciglio

Il tessuto adiposo sottocutaneo della porzione anteriore della guancia è nettamente diviso in tre compartimenti adiposi

Il tessuto adiposo profondo della porzione anteriore della guancia è nettamente diviso in due compartimenti adiposi

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“Anatomy & Botulinum Toxin” Edizioni: E2E Editor Autori: Dr. Fabio Ingallina Dr. Patrick Trevidic

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e della guancia sia in realtà presente soltanto in una minoritaria percentuale di casi; osserva, inoltre, come i segni principali dell’invecchiamento di tali regioni siano, piuttosto, legati all’azione ripetitiva dei muscoli mimici e alla perdita di volume a carico dei tessuti molli del terzo medio. Gli studi anatomici che hanno fatto seguito negli ultimi 4 anni, condotti da Rod J. Rohrich, Joel E. Pessa e coll. [2-3-4], hanno supportato questa ipotesi clinica, sovvertendo allo stesso tempo la concezione classica del tessuto adiposo superficiale e profondo. Tali studi, confermati mediante decine di dissezioni anatomiche su cadaveri anche dal nostro gruppo Expert2Expert con sede operativa a Parigi, definiscono il tessuto adiposo del terzo superiore e del terzo medio del volto come una struttura complessa, divisa da setti e membrane in compartimenti dai confini ben definiti. La struttura “compartimentalizzata” del tessuto adiposo permette di comprendere meglio la correlazione “invecchiamento – perdita di volume” a carico del terzo superiore e medio del volto: ogni compartimento si comporta in rapporto al processo d’invecchiamento in maniera autonoma, perdendo o meno volume con il trascorrere degli anni. Questa perdita volumetrica variabile e compartimento dipendente, determina quindi quelle tipiche depressioni a carico della regione palpebrale superiore e inferiore e della guancia che definiscono clinicamente i segni esteriori tipici dell’invecchiamento. Nel terzo superiore del volto, alla perdita di volume si sovrappongono anche la comparsa di rughe d’espressione e il cambiamento della forma delle sopracciglia, determinati dall’azione dei muscoli mimici che, con il passare degli anni, aumentano generalmente di tonicità mantenendo uno stato 50

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di contrattura anche a riposo [5]. L’analisi dell’anatomia tridimensionale del tessuto adiposo superficiale e profondo e dei muscoli mimici è indispensabile per la comprensione dei cambiamenti occorsi con il trascorrere degli anni e la scelta di soluzioni mediche e/o chirurgiche adeguate. La restituzione di un aspetto più fresco e giovane di tali regioni si basa dunque su due concetti: 1. Rilassamento dei muscoli mimici del terzo superiore del volto, attraverso un trattamento mirato e personalizzato con iniezioni di tossina botulinica, al fine di prevenire e/o correggere le rughe d’espressione e di restituire allo sguardo un aspetto più rilassato e sereno grazie al rimodellamento ed il riposizionamento del sopracciglio. 2. Restituzione dei volumi e correzione delle depressioni tipiche dell’invecchiamento attraverso l’inoculazione di acido ialuronico nei compartimenti adiposi superficiali e profondi. RIPRISTINARE I VOLUMI

L’innovativo utilizzo sinergico di queste due tecniche ha costituito l’oggetto del 1° “Corso sul Lifting Medico del Terzo Superiore e Medio del Volto: Trattamento combinato Tossina Botulinica e Filler Volumetrici”. Nel corso, dal titolo sicuramente ambizioso, ci siamo riproposti, mediante lo studio di materiale fotografico e filmati di dissezioni anatomiche, di analizzare le recenti acquisizioni sull’anatomia dei compartimenti adiposi e sull’anatomia dei muscoli mimici, e di trasferire tali nozioni nella pratica clinica. L’infiltrazione di acido ialuronico mediante micro cannule deve infatti essere eseguita in maniera selettiva, sulla base dell’anatomia topografica dei compartimenti adiposi superficiali e profondi; delle

variazioni volumetriche del singolo compartimento in rapporto al processo d’invecchiamento. Questo tipo di approccio permette di ripristinare i volumi propri di ogni compartimento ridonando tonicità ai tessuti e naturalezza al volto, senza stravolgerne le caratteristiche. L’inoculazione di tossina botulinica ha anch’essa giovato delle recenti acquisizioni sull’anatomia dei muscoli mimici. Le nuove conoscenze sull’anatomia muscolare hanno infatti trasformato quella che era una tecnica di correzione delle rughe d’espressione in una metodica più articolata di riequilibrio muscolare della regione sopracciliare e dello sguardo, permettendo di ottenerne la distensione e un effetto lifting della coda del sopracciglio. La migliore conoscenza dell’anatomia topografica dei muscoli mimici da trattare ha altresì consentito di utilizzare una metodica di maggior precisione, la “tecnica ad alta concentrazione”, che - riducendo i volumi di farmaco iniettati - permette di agire in maniera più selettiva e precisa e di ottenere un effetto più naturale nel rimodellamento del sopracciglio. LOGICA CHIRURGICA

All’innovazione tecnologica nella strumentazione (micro cannule) e nei prodotti utilizzati (acidi ialuronici ad alta reticolazione ed effetto volumetrizzante), ha fatto seguito anche un radicale cambiamento nell’approccio all’analisi del volto e si è passati dal trattamento superficiale, dermico, delle singole rughe Muscoli Frontalis (rosso). Muscoli Orbicularis Oculi (azzurro). Muscoli Proceri (verde). Muscoli Corrugator Supercilii (giallo). Muscoli Depressor Superficlii (blue)


al trattamento profondo dei volumi del volto, con “logica chirurgica”. In conclusione, l’approccio combinato, ristrutturazione superficiale/profonda mediante acido ialuronico e tossina botulinica ad alta concentrazione, grazie all’azione sinergica delle due tecniche consente oggi di assicurare risultati armonici in distretti che sinora erano stati di difficile trattamento mediante le metodiche di medicina █ estetica classica. BIBLIOGRAFIA 1. Observations on periorbital and midface aging. V. Lambros (Plast Reconstr Surg. 2007 Oct;120(5):1367-76). The Fat Compartments of the Face: Anatomy and Clinical Implications for Cosmetic Surgery. Rod J. Rohrich, Joel E. Pessa (Plast. Reconstr. Surg. 119: 2219, 2007). 2. Vascularized Membrane Determine the Anatomical Boundaries of the Subcutaneous Fat Comp. Mark V. Shaverien, Rod J. Rohrich, Joel E. Pessa (Plast. Reconstr. Surg. 123: 695, 2009). 3. The Anatomy of Suborbicularis Fat: Implications for Periorbital Rejuvenation. Rod J. Rohrich, M.D. (Plast. Reconstr. Surg. 124: 946, 2009). 4. Toxine botulique et Face Recurve: action sur le tonus de repos et la re generation musculaire. C. Le Louarn (Ann Plast Chir Esthet 52: 165, 2007).

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MASSAGGIO

di Andrea Tomasoni Docente Scuola di Tecniche del Massaggio CEDA - VALET, Bologna

ccogliendo le numerose richieA ste in merito a un percorso formativo al termine del quale si possa

ottenere un diploma professionale che abiliti alla professione di massaggiatore in campo sanitario, termale, estetico, sportivo e di servizio alla persona, siamo lieti di informarvi che prossimamente sarà avviato un corso per MASSAGGIATORE CAPO BAGNINO OPERATORE BALNEOTERAPICO. Tale figura è riconosciuta dal ministero della salute sulla base del R.D.31.05.1928, n. 1339, art. 1, è inserita nelle arti ausiliare della salute e il programma formativo è trasferito alle Regioni a statuto ordinario con DPR n. 10 del 15/01/1972. Il profilo professionale è il seguente: il massaggiatore capo bagnino degli stabilimenti idroterapici è una professione abilitante all’esercizio dell’arte ausiliaria delle professioni sanitarie.

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Il percorso formativo biennale per Massaggiatori e capi bagnino degli stabilimenti idroterapici permette di conseguire un Diploma valido a tutti gli effetti di legge sull’intero territorio nazionale La figura di Massaggiatore Capo Bagnino degli stabilimenti idroterapici è infatti RICONOSCIUTA DAL MINISTERO DELLA SALUTE quale Arte Ausiliaria delle Professioni Sanitarie. RICHIEDI MAGGIORI INFORMAZIONI ALLA NOSTRA SEGRETERIA SEGRETERIA E SEDE: C.E.D.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

Opera in via autonoma o con altre figure sanitarie, in regime di libera professione o subordinata, in strutture sanitarie pubbliche o private. Svolge le proprie mansioni nell’ambito del massaggio terapeutico, sportivo, del benessere ed estetico. È in grado di effettuare la propria attività con l’ausilio

degli apparati elettromedicali (tratto dalla nota informativa 1 marzo 2010 del comitato regionale lombardo A.N.I.N.S.E.I.). Quanto riportato nelle righe precedenti ci permette, finalmente, di offrire un percorso formativo completo, che renda realizzabile il sogno dei tanti che, non potendo o non volendo frequentare il corso di laurea in fisioterapia, vogliono ope-

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rare con assoluta liceità nell’ambito massoterapico, sia in regime libero professionale (aprire uno studio proprio) sia in regime subordinato (collaborare con medici, strutture sanitarie, termali, spazi beauty, etc). Mi preme inoltre ricordare che questa figura non si sovrappone alle figure riconosciute dal ministero della salute nell’area della riabilitazione (Podologo, Fisioterapista, Logopedista, Ortottista – Assistente di Oftalmologia, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, Terapista Occupazionale), che rimangono le uniche autorizzate alla pratica riabilitativa.

IL PERCORSO DIDATTICO

L’iter didattico è caratterizzato da un biennio per un totale di 1000 ore, alle quali si aggiungono 300 ore di tirocinio presso strutture riconosciute. Le materie del corso spaziano dal diritto a basi di psicologia, alle necessarie nozioni di chimica, fisica, anatomia, fisiologia, fisiopatologia, elementi di primo soccorso, cosmetologia, farmacologia, con particolare attenzione a crenoterapia, idroterapia, balneoterapia, cure e trattamenti termali, posturologia e metodologia delle principali metodiche di massaggio di derivazione allopatica ed energetica. Il corso si svilupperà nei fine settimana: sono previsti alcuni stages intensivi allo scopo di ridurre il numero degli incontri e il tirocinio potrà essere effettuato presso strutture nella propria area di residenza. Al termine del corso, una commissione composta da membri interni e delegati del Ministero della Salute esaminerà i candidati. Un elemen-

to che credo possa essere di sicuro interesse per coloro che hanno frequentato corsi presso la nostra e altre struture è la possibilità di ottenere crediti formativi in misura anche superiore al 50% del monte ore previsto (il coordinatore del corso definirà tale quota sulla base della documentazione fornita). È mio personale parere che questa nuova offerta formativa attrarrà il sicuro interesse di chi vuole finalmente dedicarsi professionalmente a quella che per sole ragioni legali è stata relegata a passione, inserendosi con un titolo valido e spendibile nel meraviglioso mondo del massaggio. Credo inoltre che non saranno poche le strutture di medicina estetica, termale, spazi beauty e wellness che vorranno approfittare di questa occasione per █ formare il loro personale

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MEDICINA ESTETICA

di Giovanni Benfenati Medico Chirurgo Medicina Estetica Omotossicologia - Bologna

RIMODELAMENTO ESTETICO E FUNZIONALE DELLA SILHOUETTE: KAVITRON™, DEVICE PER CAVITAZIONE CONUL TRASUONI A BASSA FREQUENZA

Trattamento non invasivo delle adiposità localizzate e degli inestetismi della cellulite, adipocitolisi con l’utilizzo di onde soniche a bassa frequenza (34 KHz) sempre più richiesta la possibiÈ lità di rimodellare il tessuto adiposo superficiale in maniera non

invasiva, ed è quindi logica conseguenza cercare di soddisfare le richieste legittime dei pazienti, se è possibile ottenere risultati in maniera indolore e senza effetti collaterali. Kavitron™ è un dispositivo generatore di ultrasuoni, che realizza un effetto lipolitico grazie all’utilizzo di onde soniche a bassa frequenza (34 KHz) e alla combinazione di potenza e tempo di emissione (potenza max 70 Wpp, regolazione 20100% con step 5%). Gli effetti degli ultrasuoni sui tessuti biologici sono micromeccanici, termici, chimici, di cavitazione. Quest’ultimo, applicato nel campo della medicina estetica, definito come dermocavitazione, presuppone la formazione, nel liquido interstiziale del tessuto adiposo, di micro bolle (fase di decompressione) che successivamente

Braccia

Zone trattabili

Collo

Zone NON trattabili

Addome

Zona toracica

Fianchi

Incavo ascellare

Glutei

Mani

Cosce

Inguine

Polpacci

Testicoli

Caviglie

Cavo popliteo

Tab.1: zone corporee sulle quali è possibile o non possibile effettuare un trattamento con Cavitazione ultrasonica

implodono (fase di compressione), con danneggiamento degli adipociti – lipoclasia – (Fig. 1). Kavitron™ è dotato di due manipoli in grado di emettere onde ultrasoniche a bassa frequenza, uno piatto classico e uno focalizzato avente la possibilità di concentrare su un punto specifico livelli energetici maggiori. Le indicazioni sono il trattamento non invasivo delle adi-

Fig. 1: effetto lipoclastico della Cavitazione ultrasonica

posità localizzate, degli inestetismi della “cellulite” (PEFS) e il rimodellamento della silhouette, ovviamente previa valutazione della composizione corporea (bioimpedenza, ecc.) (Fig. 2), programmazione dei trattamenti e consenso informato. Le zone trattabili sono le braccia, l’addome e i fianchi, i glutei, le gambe e i polpacci (Tab. 1). Controindicazioni al trattamento: gravidanza, portatori di pace-maker, gravi patologie cardiovascolari, portatori di grandi protesi, diabete. Una volta definite e delimitate le aree da trattare, si può effettuare eventualmente un pre-trattamento (peeling superficiale o dermoabra-

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Prima e dopo 6 trattamenti con Kavitron™ - gentile concessione dal Dr. Kargin London

sione), quindi si stende un velo di gel neutro e si applica il manipolo del Kavitron™ secondo il protocollo scelto (Tab. 2); post-trattamento è indicato un massaggio linfodrenante ed eventuale attività fisica tonificante (pedana e/o runner). STUDIO SU UN CAMPIONE DI DIECI PAZIENTI Fig. 2: Composizione corporea Rimodellamento Adiposità localizzata Manipolo tipo: piano Potenza applicata: da 40 a 80% Durata del Trattamento: 40 min. Frequenza sedute: 1 ogni 7/10 giorni Mantenimento (sedute): 1 ogni 2 mesi Passare il trasduttore lentamente sulla zona da trattare con movimenti circolari e/o lineari. Se si evidenzia l’insorgere di puntini rossi e/o piccoli eritemi abbassare la potenza di 5 -10 punti.

Trattamento Anticellulite Edematosa / Fibrosa Fase 1 Manipolo tipo: piano Potenza applicata: da 40 a 70% Durata del Trattamento: • fase edematosa 20/30 min. • fase fibrosa 15/25 min Fase 2 (solo per noduli fibrotici) Manipolo tipo: concavo Potenza applicata: da 60 a 80% Durata del Trattamento: 10/15 min. Frequenza sedute: 1 ogni 7/10 giorni Mantenimento (sedute): 1 ogni 2 mesi

Manipolo piano: Passare lentamente con movimenti lineari. Manipolo concavo: Tenere fermo il manipolo sul nodulo da trattare effettuando movimenti circolatori con il polso.

Tab. 2: Protocolli d’applicazione

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Selezione dei pazienti (9 donne, età da 24 a 48 anni, 1 uomo di 46 anni): dismorfismi da adiposità localizzate in sedi tipiche (addome, fianchi, regione sovra e sub-trocanterica), con associata o meno PEFS. Valutazione dei pazienti • Anamnesi ed esame clinico obiettivo. • Condizioni metaboliche e ormonali (es. laboratorio). • Studio della composizione corporea (misurazioni distrettuali, BMI, impedenziometria, ecografia dell’ipoderma). • Fotografie. Protocollo • Trattamento ogni 10 giorni (prevista una media di 10 sedute). • Prime 2 sedute senza infiltrazioni. • Successive sedute con infiltrazione precedente al trattamento (infiltrazione ipodermica – ago 30 G di 6 mm ): sono stati utilizzati rimedi omotossicologici, drenanti e catalizzatori intermedi (Chelidonium Homaccord+ Lymphomyosot+Coenzyme compositum fiale), per ottenere un duplice risultato, lisi adipocitaria per effetto osmotico e aumento del danno da cavitazione. • Linfodrenaggio consigliato nei giorni successivi. • Drenaggio omotossicologico individualizzato (in genere Lymphomyosot gtt e Hepeel cp) in considerazione del rilascio di

cataboliti e metaboliti adipocitari (comunque sono state dimostrate essere non significative le variazioni dei profili lipemici post lipolisi epicutanea). Risultati

Dopo i primi sei trattamenti, diminuzioni dei diametri da 3 a 8 cm. Diminuzione di almeno una taglia. Soggettivo e oggettivo miglioramento della tonicità tissutale delle zone trattate. Peso, BMI e % fat diminuiti nei pazienti che hanno associato un corretto programma di riequilibrio alimentare (consigliato). Nessun effetto collaterale. Conclusioni

I primi risultati confermano l’efficacia del trattamento, che si basa sull’utilizzo di onde ultrasoniche per le quali sono già stati verificati riscontri biologici ultrastrutturali degli effetti sui tessuti. La non invasività e l’assenza di effetti collaterali rappresentano peculiarità che avvicinano ai trattamenti anche pazienti “difficili” (agofobici, ecc.). La possibilità di associare altri trattamenti elettromedicali (RF, Elettroporazione) o infiltrativi (anche con soluzioni adipocitolitiche) amplia ancora di più la gamma dei protocolli personalizzati, per raggiungere un obiettivo tanto impegnativo qual è il rimodellamento █ della silhouette. PER INFORMAZIONI: SELTEC M E DICAL SRL

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FORMAZIONE CPMA

Valet diventa Provider ECM Un altro riconoscimento ufficiale per la nostra Scuola

un mondo in cui è sempre più cile distinguere tra sostanza Ie ndiffiapparenza, un riconoscimento ufficiale alla professionalità vale quanto un’onorificenza. Così, con una punta di malcelato orgoglio, noi di Valet siamo lieti di condividere con i medici che da più di trent’anni frequentano i nostri corsi l’ennesimo attestato di stima ricevuto dal Ministero della Salute.

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Da sempre, i corsi del nostro Centro Postuniversitario di Medicina Ambulatoriale assegnano a chi li frequenta i crediti ECM (Educazione continua in medicina), indispensabile strumento di valutazione dell’aggiornamento professionale che il Ministero concede in misura variabile a seconda della bontà del Corso o del Congresso che ne faccia richiesta. Da oggi, questi

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crediti ECM verranno attribuiti – in accordo con le normative vigenti – direttamente da Valet, considerata ufficialmente, per i meriti acquisiti nel campo della formazione in questi anni, Provider ECM.

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Potrebbe sembrare una cosa di poco conto, invece non lo è. L’accreditamento di un Provider ECM è il riconoscimento da parte di un’istituzione pubblica (Commissione Nazionale per la Formazione Continua o Regioni o Province Autonome direttamente o attraverso organismi da questi individuati) che un soggetto è attivo e qualificato nel campo della formazione continua in Sanità e che pertanto è abilitato a realizzare attività formative riconosciute idonee per l’ECM, individuando e attribuendo direttamente i crediti ai partecipanti. L’accreditamento consiste

nell’assegnazione all’evento di un certo numero di crediti formativi ECM, che sono formalmente riconosciuti ai partecipanti all’evento anche attraverso il rilascio di un apposito attestato. L’attestato – ma questo i medici lo sanno bene… - deve essere conservato dall’interessato per essere presentato, ai fini della registrazione dei crediti, all’Ordine, Collegio o Associazione professionale, secondo le istruzioni che indicherà la Commissiona nazionale per la formazione continua. In conclusione, un’altra medaglia appuntata sul petto di Valet, che divide molto volentieri l’onore con tutti i professionisti che la gratificano della loro █ fiducia. SEGRETERIA VALET SRL Tel.: +39 051 63.88.334 www.valet.it info@valet.it

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CHIRURGIA ESTETICA

di Antonio Campisi Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva - Roma

UNA TECNICA CHIRURGICA SEMPLICE ED EFFICACE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELLE ORECCHIE PROMINENTI L’otoplastica estetica permette la correzione delle orecchie prominenti, riportandole in una posizione più normale, in modo da renderle meno evidenti e creando una corretta morfologia del padiglione auricolare. Si descrive una tecnica semplice ed efficac

’orecchio “a sventola”, o meglio L “a ventola”, è un’alterazione già presente alla nascita, che consiste

in un difetto dell’“impalcatura” cartilaginea che è all’interno del padiglione auricolare, per cui l’orecchio si mantiene a un angolo superiore al normale rispetto alla testa: orecchio prominente. Generalmente le orecchie, pur nella loro diversità e asimmetria, si considerano armoniose e proporzionalmente dimensionate al resto del viso: leggermente staccate dalla testa, guardando il viso di una persona si devono solamente intravedere. Le orecchie prominenti possono

Nell’orecchio visto di fronte è preferibile che l’antelice copra parzialmente l’elice

“Scienza ed arte nella Chirurgia e Medicina Estetica del Viso” Edizioni: Verducci Autori: Dr. Antonio Campisi Dr. Marco Gasparotti

Per un approfondimento maggiore: capitolo nove “Otoplastica Estetica”

rappresentare un grave difetto estetico, ma anche un forte handicap psicologico, specie in età giovanile. L’aspetto di orecchio prominente è determinato da una forma anomala dell’intero padiglione per mancanza dell’antelice (85% dei casi) o per eccessivo sviluppo della conca (15% dei casi). L’INTERVENTO

I limiti principali della maggior parte delle tecniche oggi in uso sono i seguenti: • scarsa precisione nel delineamento dell’antelice e delle sue crura,

che spesso risultano mal definite sotto il piano cutaneo oppure, al contrario, troppo spigolose e acute; • eccessiva adesione del padiglione auricolare al piano cefalico, con scomparsa dell’angolo cefalo-auricolare e aspetto estetico del tutto innaturale (orecchio “a cornetta telefonica”); • risultati non sempre stabili nel tempo. Quando esistono molte scuole di pensiero significa che non si è ancora trovata la soluzione giusta al trattamento delle orecchie prominenti. Forse, però, questa esiste!

A sinistra - Orecchio prominente per assenza dell’antelice A destra - Formazione di un normale antelice dopo pressione digitale sull’orecchio prominente

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A sinistra - Scollatori e raspe di Stenström modificate A destra - Ingrandimento dell’estremità della raspa di Stenstrom modificata

I tre punti a “U” secondo Mustardé

Scarificazione del pericondrio della faccia anteriore del padiglione auricolare lungo la sede del neoantelice attraverso l’incisione cutanea posta a livello della coda dell’elice

Chi scrive preferisce usare (quando è possibile, cioè quasi sempre!) le tecniche di modellamento della cartilagine rispetto alle tecniche che comportano un’interruzione della continuità della cartilagine. Il risultato favorevole delle tecniche di modellamento della cartilagine auricolare dipende, tuttavia, dalla presenza di uno scheletro cartilagineo soffice, malleabile, che può essere manipolato senza eccessiva tensione. Già nel 1969, durante il Congresso della Società Americana di Chirurgia Plastica a New Orleans, molti partecipanti presentarono casi di recidiva di orecchio prominente dopo gli interventi di otoplastica

estetico-correttiva secondo Mustardè e secondo Stenström. Se è necessaria, dunque, un’eccessiva tensione per modellare la cartilagine, il rischio di una recidiva aumenta. E allora? L’unione fa a forza! All’iniziale scarificazione pericondrale anteriore come proposto da Stenström, con accesso di minima entità grazie a strumenti di minute dimensioni, segue l’apposizione dei punti a “U” secondo Mustardè. L’incisione cutanea avviene nella parte posteriore dell’orecchio, in modo da non rendere visibile la cicatrice; si rimuove una porzione di pelle e poi si scolla la pelle scoprendo la cartilagine deformata, che viene ridotta ripiegata con alcuni punti profondi, per ripristinare il rilievo dell’antelice. La cicatrice residua rimane nascosta nella faccia posteriore dell’orecchio (dietro all’orecchio), rivolta verso il cranio, e risulterà invisibile. Al termine dell’intervento viene applicata una medicazione modicamente compressiva, del tipo a turbante, per proteggere le ferite chirurgiche di entrambe le orecchie

e limitare il gonfiore e la sensazione di fastidio. Nel post-operatorio, più che dolore il paziente avvertirà una sensazione di fastidio, ma questa è veramente minima e, comunque, di breve durata perché sicuramente ridotta, oppure attenuata con i normali analgesici. Alla rimozione completa della medicazione con rimozione dei punti di sutura, circa 8-10 giorni dopo l’intervento, è consigliabile portare di notte una fascia elastica apposita per proteggere le orecchie durante il sonno. Dopo l’intervento, in genere, i pazienti sono molto soddisfatti, con aumento della stima, della sicurezza e della fiducia in loro stessi, e questo si ha in qualsiasi età l’intervento venga █ eseguito! IN PROGRAMMAZIONE Corsi di Chirurgia LIVE in diretta dalla sala operatoria del poliambulatorio

Otoplastica estetico-correttiva: risultato a un mese e a 10 anni di distanza dopo otoplastica estetica

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Congresso Internazionale SIES 2011

CONGRESSO SIES

Resoconto del Congresso 25-26-27 Febbraio 2011 - Bologna

14° Congresso Internazionale di Medicina Estetica 10° Simposio internazionale di Chirurgia Estetica

Maurizio Priori

Live sessions, un successo nel successo Il quattordicesimo Congresso Internazionale di Medicina e ChirurgiaEstetica, organizzato nel febbraio scorso a Bologna dalla SIES, si è concluso facendo registrare l’ennesimo, grande successo: ancora una volta è stato superato il record dei medici iscritti (più di 2.200) e delle aziende che hanno scelto la tre giorni congressuale per presentare tutte le novità del settore. A bocce ferme, e prima che si rimetta in moto la macchina organizzativa, chiediamo al professor Maurizio Priori, presidente della SIES, di stilare il bilancio dell’edizione 2011. Professor Priori, l’ultimo Congresso ha risposto alle sue attese dal punto di vista quantitativo (presenze in aula e negli spazi espositivi) e qualitativo (relazioni presentate)? “Ogni anno superare un successo precedente è operazione ardua, sia per quantità sia per qualità come lei dice, ma anche stavolta ci siamo riusciti per merito di tutti coloro che gravitano intorno all’evento”. Quali sono state, a suo avviso, le grandi novità di quest’anno? “Oltre a nuovi filler peeling e rivitalizzanti abbiamo visto nuovi elettromedicali ancora più efficaci e soft per la soddisfazione di medici e pazienti”. Come sono state accolte dai suoi colleghi le live sessions in diretta dal nuovo poliambulatorio Multimed? È stato un successo nel successo. Quando abbiamo avuto i collegamenti con l’ambulatorio, l’aula magna era sempre gremita, interessata, reattiva”. A che punto è la vostra richiesta di riconoscere ufficialmente la professione di medico estetico? “A breve presenteremo al Ministero le firme che abbiamo raccolto, ma per strada dobbiamo trovare altri aiuti da società, enti e ordini”. Medicina e Chirurgia Estetica sono ormai diventati argomenti “popolari”, i mezzi di informazione se ne occupano sempre più frequentemente: secondo lei se ne parla con cognizione di causa? “Molte volte no, a causa di medici incompetenti o giornalisti superficiali, per cui il nostro ufficio legale deve chiedere smentite ufficiali all’editore di turno…”. Azzardiamo un pronostico: quali potrebbero essere le “chicche” dell’edizione 2012? Ancora: pensa che aumenterà la presenza di medici stranieri? “Sicuramente avremo nuovi filler e probabilmente nuove tossine botuliniche, ma la parte degli elettromedicali è difficile da anticipare. Per quanto riguarda i colleghi stranieri, mi sbilancio: penso che il numero crescerà sia come relatori sia come semplici congressisti”.

Crescenzo Di Donato

La Medicina del Benessere gna Dottor Di Donato, dal suo osservatorio privilegiato, in qualità di direttore della Scuola di Bologna, come Bologiudica 0 l’evoluzione della Medicina Estetica? io 201 a r b b e F per intraprendere “Quello della medicina estetica è un settore di competenza specialistica, dove molti medici si avvicinano 27-28di quattro i sscon 26-durata la professione di medico estetico. La nostra scuola, attraverso un percorso formativo della anni corsi CongreSS specifici, consente di giungere a una preparazione teorico-pratica tale da poter esercitare al meglio, con competenza, O CentroTeER R G CEN quella che io definisco la Medicina del Benessere”. Durante il Congresso, lei ha presieduto una sessione dedicata alle Cellule Staminali: quali novità sono emerse? “Tra le molte novità presentate all’ultimo Congresso, un particolare riferimento va alle metodiche che prevedono l’utilizzo delle cellule staminali. Gli ultimi studi ci permettono di dire che le linee guida su protocolli terapeutici in ambito estetico si vanno definendo con chiarezza, ponendo l’attenzione alla sicurezza di utilizzo sul paziente di tali cellule. Non dimentichiamo però che sono ancora necessari ulteriori studi per alcune metodiche”. Di strada ne è stata fatta tantissima: a questo punto, quale sarà la prossima frontiera della Medicina Estetica? “La Medicina Estetica diventerà probabilmente la medicina che meglio saprà coniugare le aspettative del vivere sani e con un aspetto piacevole nelle prossime generazioni”.

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Paola Rosalba Russo

Più bellezza, meno sofferenza Dottoressa Russo, se gli occhi rappresentano lo specchio dell’anima, le mani non sono un… accessorio trascurabile: che cosa si può fare per tenerle sempre in forma? “Se è vero che gli occhi rappresentano lo specchio dell’anima, è altrettanto vero che le mani sono lo specchio dell’invecchiamento. Esse sono spesso rivelatrici della vera età di una persona. Discromie cutanee e scheletrizzazione ne sono i principali responsabili. Fino a qualche anno fa venivano trascurate, ma oggi è possibile accompagnarle nel loro invecchiamento con peeling, laser, lipofilling e acido ialuronico per ovviare all’antiestetico processo di scleletrizzazione, che rende evidenti dettagli anatomici dei tendini e delle vene sottostanti”. La Medicina Estetica, facendo leva sulla non invasività, sembra attrarre un numero sempre maggiore di utenti: lo slogan potrebbe essere “più belli senza soffrire”? “La stragrande maggioranza del pubblico, sia femminile sia maschile, si rivolge sempre più fiduciosa al medico estetico proprio per la scarsa invasività dei trattamenti estetici e anche per la consapevolezza di poter eseguire procedure che non alterano l’espressione dei loro volti. Ciò ci permette di accompagnare l’invecchiamento cutaneo del volto donando un aspetto più giovanile e armonioso senza down-time e senza particolari segni evidenti grazie all’ampia gamma dei filler riassorbibili, tossina botulinica e radiofrequenza, ma soprattutto all’utilizzo di tecniche sempre più sofisticate, sempre meno traumatiche e sempre più gradite dai pazienti”. Qual è stata la novità più importante presentata durante il Congresso? “Forse mi ripeto, ma credo che la novità più importante sia la micro-cannula. Facendo riferimento alla precedente domanda, possiamo affermare con estrema soddisfazione che le micro-cannule, per la loro pressoché totale assenza di traumaticità nel tessuto, permettono di offrire al paziente un trattamento di ringiovanimento estremamente confortevole, con basso rischio di ecchimosi e con risultati estetici molto naturali e soddisfacenti. Infatti è possibile effettuare un softlifting non invasivo del volto con solo quattro fori. Queste caratteristiche risultano ancora più vantaggiose nel trattamento di aree delicate come la regione perioculare e orbitomalare. Con le micro-cannule possono effettuare una soft-restoration di tutto il volto senza particolari traumatismi”.

Paola Molinari

L’arma in più si chiama prevenzione Dottoressa Molinari, durante il Congresso si è parlato della gestione degli effetti collaterali nei trattamenti con filler e tossina botulinica: qual è la sua esperienza personale? “Gli effetti collaterali da filler e tossina botulinica non sono particolarmente frequenti e gravi. Nelle occasioni, molto rare, nei quali si riscontrano, gestirli non è complesso. Nella maggior parte dei casi, infatti, è sufficiente stabilire un filo diretto con il paziente per tenerne sotto controllo l’evoluzione e risolverli in poco tempo. Di fatto sono generalmente di breve durata e di lieve entità. Poche volte sfociano in complicanze; quando accade, dipende solo da fatto che sono stati mal gestiti. A mio avviso, però, il modo per ridurre al minimo la loro incidenza esiste: scelta di materiali dal massimo standard qualitativo e la professionalità del medico che esegue il trattamento. La parola d’ordine è ancora una volta PREVENZIONE”. Qual è la cosa che l’ha colpita maggiormente, del 14° Congresso SIES? “Ho trovato che in larga parte le comunicazioni siano state stimolanti e abbiano evidenziato una “voglia di scientificità” che fino a un po’ di tempo fa forse mancava a chi svolgeva la professione medico-estetica. Non posso però non mettere in evidenza il particolare coinvolgimento suscitato dalla sessione chirurgica. La presenza di nomi di spicco della chirurgia plastica italiana e internazionale, unita all’interesse e allo spessore dei loro interventi, hanno tenuto l’uditorio letteralmente incollato alla sedia per tutta la sua durata”. I pazienti, secondo lei, provano ancora diffidenza nei confronti di Medicina e Chirurgia Estetica? “Oh, sì! E per fortuna. Non si stupisca della mia contentezza. Credo profondamente nel fatto che l’avvicinarsi con timore alla Medicina e alla Chirurgia Estetica dovrebbe far sì che il paziente si informi accuratamente prima di sottoporsi a trattamenti e cure, evitando interventi medici o chirurgici spesso consigliati dalla vicina di casa o dall’amica di turno. Decisioni prese sull’onda di un bisogno, spesso emotivo, del momento, frenesia che porta spesso a dimenticare di scegliere con attenzione il professionista di fiducia. In passato, l’eccessiva leggerezza ha portato risultati discutibili, se non addirittura complicanze delle quali sono evidenti, ancora oggi, gli effetti negativi (visi improbabili, labbra ridicole) più o meno visibili e vistosi. Mi auguro che la diffidenza e il sano timore facciano da argine all’ossessione di fermare il tempo a qualsiasi costo”. 64

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Elena Fasola

La ricerca della felicità Dottoressa Fasola, durante il Congresso si è parlato di Estetica del bacino e di ringiovanimento pubo-gluteo-genitale: a che punto sono le tecniche, in questo settore? “Dal punto di vista medico-estetico, il ringiovanimento genitale è in una fase non più sperimentale: per mezzo dei filler a base di acido ialuronico, attraverso l’uso dei concentrati piastrinici e alcuni prodotti topici studiati e sviluppati specificatamente per quest’area anatomica, è possibile finalmente dare alle nostre pazienti risposte concrete, finalizzate a combattere il fisiologico processo dell’invecchiamento dal punto di vista estetico e funzionale. Dal punto di vista chirurgico, il dialogo tra esperti è sempre più acceso per tentare di confrontare le varie tecniche, tanto che abbiamo sentito l’esigenza di organizzare un incontro internazionale a tema, in maggio 2011 a Milano (per info, www.arpleg.it)”. Qual è la domanda che le viene posta più frequentemente dalle utenti che frequentano il suo ambulatorio? “In realtà non c’è una domanda più frequente di altre. Il nostro è un ambito in cui la paziente chiede qualcosa una volta che ha già sviluppato un rapporto piuttosto confidenziale con il suo medico estetico o chirurgo di fiducia. Dal punto di vista chirurgico, l’intervento maggiormente richiesto è la labioplastica (riduzione chirurgica delle piccole labbra quando sono ipertrofiche); dal punto di vista medico-estetico, invece, è il miglioramento del turgore cutaneo, che cura anche qualche fastidioso sintomo correlato all’età menopausale”. Più bellezza, meno sofferenza: a che punto siamo, in questa difficile “ricerca della felicità”? “Siamo esseri umani, ricercheremo per tutta la vita sia la bellezza sia l’eterna giovinezza: dal mio punto di vista è un compito esaltante, positivo e stimolante. Agnolo Firenzuola, abate, scrittore, poeta e pittore del 1500, scrisse che la bellezza è il dono più grande concesso da Dio all’umana creatura, poiché grazie alla bellezza eleviamo lo spirito alla contemplazione… Direi che anche solo ricercarla è un passo verso la felicità”.

Salvatore Fundarò

Il Congresso del fare Dottor Fundarò, lei è stato protagonista durante il Congresso di un intervento in live session dal nuovo ambulatorio Multimed: l’esperimento ha dato i risultati sperati? “Assolutamente sì. Per la prima volta durante un congresso di medicina estetica in Italia è stato possibile mostrare tecniche dì impianto di filler avanzate eseguite in ambiente medico idoneo. Ritengo che l’accrescimento professionale dei medici partecipanti sia stato indubbiamente favorito da questo tipo di iniziativa”. Una sessione del Congresso è stata dedicata all’aumento volumetrico mammario con lipostruttura arricchita con cellule staminali: qual è il suo parere, a questo proposito? “L’impianto di lipofilling arricchito con cellule staminali per l’aumento volumetrico mammario apre nuove frontiere in questo campo. I risultati ottenuti finora sono assolutamente incoraggianti e stimolanti per ulteriori applicazioni e sviluppi. La complessità della tecnica e le implicazioni cliniche impongono però prudenza e approfondimenti scientifici, nell’ottica della salvaguardia della salute dei pazienti”. Qual è stata, a suo avviso, la novità più importante presentata durante il 14° Congresso SIES? “Gli spunti interessanti sono stati molti, per cui è difficile individuare un argomento unico di particolare interesse. Sottolinerei che il congresso SIES si continua a distinguere per il fatto che l’applicazione pratica delle metodiche estetiche è sempre mantenuta in primissimo piano nell’ambito delle attività congressuali, sottolineando la loro corretta esecuzione e indicazione terapeutica. Volendo riassumere il concetto, direi che quello organizzato dalla SIES è il congresso non solo del dire, ma anche del fare”.

Alessandro Frullini

Il boom della Flebologia Estetica Dottor Frullini, il matrimonio tra Flebologia e Medicina Estetica è un dato di fatto acquisito? “Certo, direi che ormai la flebologia si può pensare solo come “flebologia estetica”, visto che i nostri pazienti oltre che un risultato funzionale cercano sempre di più un risultato estetico. Inoltre, mentre negli anni passati la ricerca gna di un’estetica accettabile era una richiesta che veniva quasi esclusivamente dal sesso femminile, oggi sempreBo dilopiù anche i2maschi 010 raio richiesta desiderano interventi o trattamenti flebologici guardando anche al risultato estetico. Questo spiegaFlaecrescente b b 8 di scleroterapia con schiuma, che nei prossimi anni prevedo possa arrivare a essere la2terapia nel trattamento 6-27-2più diffusa ssi Congre dell’insufficienza venosa”. CentroTERGROSS La Scleroterapia con schiuma quali complicanze può presentare? CEN “Innanzitutto diciamo che tutte le terapie possono essere gravate da complicazioni, il “rischio zero” non esiste nella medicina come non esiste nella vita di ogni giorno! La schiuma è prodotta con farmaci che possono dare reazioni allergiche o altri effetti collaterali come ogni altro farmaco. Ovviamente nella stragrande maggioranza dei casi i rischi del trattamento sono di gran lunga inferiori a quelli di un intervento di varici o a quelli che si corrono non effettuando la cura delle varici stesse”. Lei è presidente dell’Associazione Flebologica Italiana: come definirebbe il rapporto tra la sua “creatura” e la SIES? “Sono stato uno dei fondatori dell’AFI (Associazione Flebologica Italiana), ma più che una mia creatura mi piace pensarla come un patrimonio di tutti i flebologi italiani, specialmente di quelli che vogliono rompere con le vecchie logiche associative dove il merito non conta e le società sono solo scatole vuote. L’AFI e la SIES vogliono essere qualcosa di differente e per questo c’è grande affinità tra di noi”. 65 65

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Alessandro Gennai

L’importanza delle cellule staminali Dottor Gennai, lei ha relazionato la platea con una sessione dedicata alle nuove prospettive nel trapianto del tessuto adiposo: ci potrebbe riassumere il concetto? “Gli studi più recenti hanno dimostrato l’esistenza di cellule staminali nel tessuto adiposo. Si tratta di cellule indifferenziate, capaci di trasformarsi in numerosi tipi di tessuto (osseo, muscolare, adiposo, cutaneo) e costituiscono attualmente la nuova frontiera della medicina. Fino a poco tempo fa, si impiegava il midollo come fonte di cellule staminali, ma attualmente è il tessuto adiposo a costituire una ricca fonte di questo tipo di cellule (dalle 10 alle 40 volte più numerose); inoltre è molto più agevole il prelievo delle stesse. Le cellule staminali di derivazione adiposa ci consentono di giustificare i risultati a distanza di anni sulla qualità della pelle ottenuti tramite il lipofilling: non solo un effetto volumetrico, ma anche e soprattutto un aspetto più giovane della pelle”. Qual è la novità più interessante emersa nel corso del 14° Congresso SIES? “Sicuramente il modo di intendere l’approccio al ringiovanimento del volto: in campo chirurgico, l’impiego del lipofilling (e delle staminali presenti nel tessuto adiposo) in numerosi distretti del viso, utilizzando cannule di piccole dimensioni. L’obiettivo deve essere il ripristino dei volumi persi con l’invecchiamento e non “tirare” indiscriminatamente il viso, se si vuole ottenere un aspetto ringiovanito e nel contempo naturale”. Secondo alcuni, in futuro ci sarà più spazio per la Medicina Estetica a scapito della Chirurgia: lei è d’accordo o le due branche continueranno a marciare di pari passo? “Ritengo che il futuro stia nello sviluppo della ricerca riguardante le cellule staminali e le possibili applicazioni in campo medico ed estetico. La medicina e la chirurgia assumeranno sempre più un obiettivo rigenerativo e non più meramente sostitutivo/riparativo come attualmente concepito”. BOARD SCIENTIFICO E ORGANIZZATIVO Priori Maurizio Fasola Elena Molinari Paola Barini Clelia Frullini Alessandro, Palmieri Isabella Pia Carrari Bruno Giacomo Fundarò Salvatore Piero Pelliccia Roberto Cavallini Maurizio Gallucci Marco Redaelli Alessio Cavezzi Attilio Gennai Alessandro Rigo Clara Ceccarelli Maurizio Ingallina Fabio Rocchi Pier Giovanni D’Angelo Domenico Izzo Giuseppe Maria Russo Paola Rosalba De Padova Maria Pia Lerro Federica Tessari Lorenzo Di Donato Crescenzo Marini Fabio

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Alessio Redaelli

Rinoplastica Medica, la nuova frontiera Dottor Redaelli, la sessione dedicata alla rinoplastica non chirurgica ha calamitato l’attenzione di moltissimi medici: questa tecnica può essere considerata una realtà consolidata? “La rinoplastica medica è ormai una tecnica consolidata e ha permesso a moltissimi pazienti, che mai si sarebbero sottoposti a un intervento chirurgico, di pensare a una facile e immediata correzione. Nel contempo ha permesso a numerosi medici estetici di ampliare le loro proposte terapeutiche. Difficilmente troviamo, nell’ambito delle tecniche di medicina estetica pura, una tecnica che permette di ottenere un risultato così eclatante, così scevro da rischi e con un gradimento così importante da parte dei pazienti. Inoltre molti reinterventi, che sino a pochi mesi or sono comportavano un intervento chirurgico dall’esito non sicuro e a volte difficile, possono contare oggi su una tecnica ausiliaria, assai più semplice e dagli effetti a volte eclatanti. Gli stessi chirurghi plastici saranno i primi estimatori della tecnica!”. La novità più importante emersa durante la kermesse congressuale? “La novità di maggior rilievo, come sempre, è… “la” novità: la possibilità di correggere difetti funzionali che sino a ieri comportavano un impegnativo intervento chirurgico, come ben documentato dal Professor Corti, chirurgo rinologo di Milano. Questo avvicina maggiormente i medici estetici alla correzione non solo dei difetti puramente estetici, ma anche a volte di competenza di vere e proprie patologie”. Secondo lei, che lo frequenta da sempre, perché il Congresso SIES può essere definito un appuntamento da non perdere per medici e chirurghi estetici? “Perché “da sempre” coniuga l’aspetto scientifico con quello estremamente pratico, che è poi quanto interessa veramente ai medici che vi partecipano. Anche la nostra sessione, che ha diffusamente chiarito tutti gli aspetti teorici delle tecniche, estetici, funzionali e postchirurgici, è poi terminata con una parte assolutamente pratica, con la partecipazione tra l’altro di un ospite straniero, il Professor Braccini, caro amico, che ha permesso ai partecipanti di utilizzare immediatamente, ovvero dal giorno dopo, le nozioni apprese sul campo, dando tra l’altro ampio spazio alle domande e al chiarimento dei dubbi, mentre è sempre più d’uso in tutti i congressi eliminare completamente la parte dedicata alla discussione! Lasciatemelo dire: nessun altro congresso in Italia è così pratico e fruibile”. 66

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